La Carta del potenziale archeologico di Pisa
C'è ancora qualcuno convinto che la ricerca umanistica non possa attirare cospicui finanziamenti, proponendosi come capofila di un progetto multidisciplinare e fortemente innovativo? E che essa, oltre a raggiungere importanti risultati scientifici, non possa contribuire concretamente al governo del territorio, supportando per esempio le politiche di tutela del paesaggio e di pianificazione urbanistica? A smentire gli scettici c'è ora il progetto "Mappa" dell'Università di Pisa, che ha l'obiettivo di realizzare la carta di potenziale archeologico dell'area urbana e periurbana di Pisa, uno strumento predittivo per salvaguardare il patrimonio archeologico della città e per indirizzarne le linee di sviluppo urbanistico.
Il progetto, che avrà durata biennale, si basa sull'integrazione di diverse figure professionali, dagli archeologi agli storici e agli storici dell'architettura, dai geologi ai geomorfologi, dai matematici agli statistici. È coordinato dalla professoressa Maria Letizia Gualandi, del dipartimento di Scienze archeologiche, in sinergia con i dipartimenti di Scienze della terra (referenti la professoressa Marta Pappalardo e il dottor Giovanni Sarti) e di Matematica (referenti i professori Dario Bini e Sergio Steffè). "Mappa" coinvolge anche il Comune di Pisa, la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e le Soprintendenze per i Beni archeologici della Toscana e per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno. È finanziato per più di 600 mila euro, su 800 mila complessivi, con i fondi PAR-FAS della Regione Toscana, risultando tra i 24 progetti vincitori sugli oltre 100 presentati e l'unico del settore umanistico.
Il progetto nasce da un approccio scientifico, quello legato al calcolo del potenziale archeologico di una determinata area, che si è diffuso nei paesi anglosassoni da almeno due decenni, ma che in Italia si sta affacciando solo da pochi anni. La ricerca su Pisa rappresenta quindi il primo case study a livello nazionale su un'area urbana e, anche per le caratteristiche storiche, topografiche e dimensionali della città, potrebbe costituire un modello operativo da applicare anche ad altri centri simili, sia in Toscana che in altre aree italiane ed europee. Risultato finale della ricerca potrebbe essere la creazione di uno spin-off in grado di esportare metodologie e procedure standardizzate e, insieme, di formare nuove figure specialistiche capaci di coordinare team interdisciplinari.
Le ricerche degli studiosi pisani andranno dunque a costruire una mappa che, partendo dalle conoscenze acquisite a livello archeologico, unisca le informazioni di carattere storico-archeologico a dati desumibili da indagini e prospezioni geologiche e geofisiche, ricostruzioni geomorfologiche, cartografie e catasti storici, dati toponomastici, analisi delle componenti di edilizia urbana. Una serie di elaborazioni successive, effettuate secondo modelli matematici e interpretativi codificati, permetteranno di formulare ipotesi sulla maggiore o minore probabilità che vi siano resti archeologici e a quale profondità in zone per le quali non disponiamo di alcun altro tipo di informazione. In questo modo la mappa del potenziale archeologico diventerà uno strumento fondamentale per la conoscenza e la tutela del patrimonio archeologico della città di Pisa, poiché consentirà di avere un quadro definito dell'organizzazione degli spazi nelle varie epoche storiche e di costruire un archivio digitale accessibile e fruibile di tutti i dati archeologici, uno strumento di grande importanza, ma che finora non è mai stato realizzato.
La carta servirà infine come supporto alle politiche di pianificazione urbanistica in quei contesti in cui il bene archeologico incrocia le esigenze di edificazione o di trasformazione ambientale di un'area. "Con le nuove normative – spiega la professoressa Gualandi – la valutazione del potenziale archeologico è divenuta un elemento imprescindibile per orientare le politiche di governo del territorio. Per questo, la carta servirà come strumento di compensazione tra le esigenze pubbliche e private di espansione urbanistica e l'interesse della collettività alla salvaguardia e alla tutela del bene comune".
Il progetto è visibile sul sito: http://mappaproject.arch.unipi.it/
Ne hanno parlato:
L'Ateneo che parla straniero
Sono diverse decine gli studenti extra-comunitari che in questi giorni si stanno recando al Centro Matricolandosi per iscriversi all'Università di Pisa. Come succede ormai da alcuni anni, alla fine saranno più di 400 gli immatricolati provenienti da Paesi non comunitari e circa 2.500 gli iscritti complessivi, un numero che rappresenta quasi il 5% degli oltre 50.000 studenti dell'Ateneo. Buona parte di questi ragazzi risiede da anni in Italia con la famiglia, ma è in costante aumento anche il numero di coloro che si trasferiscono dall'estero per seguire un corso di laurea pisano.
Le principali aree di provenienza sono tre: l'Europa dell'Est, con in testa l'Albania e la Romania (che pure è un paese comunitario) e poi la Russia e l'Ucraina; il mondo arabo, rappresentato sia dalle nazioni del Nord Africa che da quelle del Medio Oriente; la Cina, in vertiginosa crescita dopo l'avvio del progetto "Marco Polo". Molto più rari sono gli studenti dell'India e del Sud America, mentre quest'anno una immatricolazione ha riguardato anche una giovane statunitense, arrivata a Pisa per ragioni personali.
Gli studenti di ognuna di queste aree si indirizzano in prevalenza verso settori disciplinari mirati. Così, i cinesi vengono a Pisa per studiare in prevalenza economia, gli arabi per provare i test di accesso ai corsi a numero programmato dell'area medica e veterinaria, quelli dell'Est Europa soprattutto per imparare le lingue. Non mancano dai 10 ai 20 casi annui di persone che, dopo aver conseguito la laurea triennale nel Paese di origine, scelgono Pisa per continuare gli studi specialistici. È il caso, per fare un esempio, di Gasmi Mohamed Marouane, ventiseienne di Tunisi, laureato in Matematica nella sua città e ora giunto a Pisa per iscriversi al corso magistrale in Matematica o a quello in Ingegneria civile. "Amo molto l'Italia e specialmente Pisa – dice - da quando avevo quindici anni e mi è capitato di vedere la Torre Pendente in un film. Da allora coltivo il sogno di venire qui a studiare".
I ragazzi extra-comunitari riconoscono nell'Italia una delle culle della cultura mondiale, ma la loro scelta è spesso dettata da motivazioni pratiche. Nel nostro Paese, infatti, le tasse universitarie sono più basse, spesso anche in modo sensibile, rispetto alle principali nazioni europee o agli Stati Uniti e i servizi per il diritto allo studio sono più estesi, comprendendo tra gli altri la possibilità di alloggiare nelle residenze universitarie o di ottenere una borsa di studio. Il costo medio della vita è accessibile e competitivo se confrontato con quello di nazioni a noi paragonabili. Pisa, poi, ha un sistema universitario che gode di grande prestigio a livello internazionale e la città, grazie alla sua Torre, è universalmente conosciuta.
Non bisogna dimenticare, infine, che pochissimi lasciano i loro Paesi per affrontare un'avventura "al buio". Quasi tutti si muovono potendo contare su una solida rete di relazioni formata da familiari, amici o membri della comunità di origine, che orientano in partenza le loro scelte e che forniscono una prima, fondamentale base di appoggio. "Ho deciso di venire a Pisa per provare a entrare alla facoltà di Medicina e chirurgia - racconta Jorin Veizaj, diciannovenne di Valona – perché qui ho alcuni cugini e un amico e anche perché l'Università di Pisa è molto conosciuta nel mio Paese".
Questi studenti, con l'entusiasmo e la determinazione con cui affrontano un'esperienza di studio e di vita nel nostro Paese, rappresentano senza dubbio uno dei capitoli più positivi che l'università italiana può vantare nel consesso globalizzato e altamente competitivo dell'alta formazione mondiale. Le note dolenti arrivano invece quando si parla di politica nazionale per incentivare l'internazionalizzazione. A dispetto dei ripetuti proclami sull'impegno a valorizzare il settore, prima dell'estate il ministero ha emanato una circolare che subordina la possibilità di iscriversi ai corsi di laurea a numero chiuso all'ottenimento di un punteggio minimo ai test di accesso. "Abbiamo avviato le pratiche per venire a studiare in Italia prima dell'emanazione di questa circolare – ripetono ora molti ragazzi – altrimenti, e seppure a malincuore, avremmo optato per un altro Paese, più aperto e disponibile ad accoglierci".
Ne hanno parlato:
Aperte le iscrizioni alla Scuola di fotografia del Circolo ricreativo dell’Università di Pisa
Sono aperte le iscrizioni ai corsi, organizzati dal Circolo ricreativo dell'Università di Pisa (CRDU), di Fotografia digitale-livello base (per iniziandi), di Fotografia digitale-livello avanzato e Photoshop (per esperti) e di Educazione all'immagine fotografica.
Grazie alla collaborazione con Digitalphoto-Art (www.digitalphoto-art.it) di Lucca, a Pisa si è formato un polo di insegnamento per la fotografia di grande importanza e dimensione.
I programmi delle lezioni sono organizzati in modo da fornire una formazione di livello che serva per vivere la fotografia non solo come hobby, ma anche come opportunità professionale. Alle lezioni teoriche in aula saranno affiancate uscite fotografiche sotto la guida dell'insegnante e agli allievi sarà inoltre riservata una sala di posa di grandi dimensioni e attrezzata con macchinari moderni.
Le lezioni serali avranno frequenza settimanale: il martedì, dal 4 ottobre, il corso base; il mercoledì, dal 5 ottobre, il corso avanzato con Photoshop; il giovedì, con frequenza quindicinale a partire dal 13 ottobre, gli Incontri di Educazione all'immagine. Per tutti l'orario è tra le 21,15 e le 23,15.
Le iscrizioni, aperte a tutti, si effettuano da Foto Atelier, in via S. Martino 84 (orario di negozio, sabato pomeriggio chiuso).
Ulteriori informazioni e il dettaglio dei programmi sono consultabili sul sito del CRDU (www.crdu.unipi.it) o al numero 338/3934530.
A Marina di Massa il workshop internazionale “Riqualificazione di parti degradate della città europea: esperienze a confronto”
Domenica 11 settembre, a Marina di Massa, nell'ex-sala del cinema della colonia Olivetti, con il saluto di benvenuto del vicesindaco di Massa, Martina Nardi, ha avuto inizio la seconda fase del progetto internazionale "Riqualificazione di parti degradate della città europea: esperienze a confronto". Il progetto, cofinanziato dal MIUR nell'ambito del programma di internazionalizzazione del sistema universitario "Cooperlink 2010-2011" vede la partecipazione di quattro università europee: l'Escola Tècnica Superior d'Arquitectura de Barcelona, l'Università degli Studi di A. Xhuvani, Elbasan (Albania), l'Università di Pavia e l'Università di Pisa, coinvolgendo 18 studenti dei corsi di studio in Architettura, Ingegneria edile-architettura e Beni Culturali, selezionati tramite una graduatoria di merito, i loro tutor e alcuni docenti.
Dopo il primo workshop svoltosi nei mesi scorsi in Spagna a Hospitalet de l'Anfant, il gruppo di lavoro si confronta nel secondo incontro dal titolo "Social Housing and Urban Development of Casette (MS)", in corso a Marina di Massa fino al 19 settembre e affronterà il tema della riqualificazione urbana e architettonica del borgo di Casette, che si trova sulla collina di fronte alle storiche cave di marmo "Gioia", attraverso la progettazione di interventi di housing sociale.
Gli studenti, suddivisi in gruppi, dopo aver analizzato il contesto territoriale e l'evoluzione storica dell'area in oggetto, si concentreranno sulla progettazione di alcuni comparti urbani e periurbani; l'obiettivo dello studio è quello di individuare le caratteristiche del sito per interventi rivolti alla creazione di edilizia agevolata, sia mediante il recupero di edifici preesistenti che attraverso interventi di nuova costruzione; risulta inoltre fondamentale analizzare e progettare il potenziamento dei collegamenti tra il borgo di Casette e il territorio circostante, valorizzandone le componenti naturali e paesaggistiche.
La giornata conclusiva del workshop di Marina di Massa, realizzato con il patrocinio del Comune di Massa e il contributo dell'ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) di Massa-Carrara, è prevista per il giorno 19 settembre presso la sala del consiglio del palazzo comunale di Massa. Dopo le relazioni di carattere istituzionale, gli studenti esporranno i loro lavori finali alla presenza delle autorità e dei visiting professor.
Il Museo di Calci entra in classe
Sulla spinta degli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni in termini di interesse e di adesioni alle attività, il Museo di Storia naturale e del territorio dell'Università di Pisa presenta "Il Museo entra in classe!", la nuova offerta didattica per le scuole. L'idea, finanziata dalla Regione Toscana, è nata dalla collaborazione con il dipartimento di Informatica e ha previsto la realizzazione di una "Valigia didattica" contenente una scenografia componibile che mostra come erano i Monti Pisani 217 milioni di anni fa. L'attività si realizza direttamente in classe con l'esperto del Museo, dottor Simone Farina, e si basa sull'applicazione dei codici "datamatrix" sui reperti e sulla loro lettura tramite l'uso di cellulari smartphone. Si possono così visualizzare informazioni e immagini riguardanti gli animali selezionati, con la possibilità di ottenere approfondimenti cliccando su link specifici, con interessanti implicazioni in termini di efficacia sui processi di apprendimento dei ragazzi. Le prime classi a sperimentare questa nuova modalità didattica saranno dieci classi del Comune di Calci, coordinate dalla professoressa Renata Bibbiani.
Il progetto è inserito nel programma di attività per le scuole "Tutti al Museo!" che prevede laboratori e percorsi didattici, attività ludico-scientifiche e visite guidate sui cinque settori scientifici del Museo. Nel passato anno scolastico ben 13.500 ragazzi, provenienti dall'intera regione e non solo, hanno partecipato ai progetti del Museo, trascorrendo intere giornate nel contesto della Certosa tra studio e divertimento. L'offerta è arricchita ulteriormente dalle collaborazioni con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sezione di Pisa e con l'Associazione Italiana di Protistologia Onlus con proposte scientifiche di grande interesse sui vulcani e sui protisti.
Per orientarsi meglio gli insegnanti avranno a disposizione gli esperti e gli operatori in incontri organizzati presso il Museo. Per informazioni di dettaglio ci si può rivolgere alla referente dei Servizi Educativi del Museo dottoressa Angela Dini. I dati sui progetti e sulle visite ed il programma completo "Tutti al Museo!" anno scolastico 2011/2012 sono disponibili all'indirizzo: www.msn.unipi.it/didattica.
Miele, rimedio naturale da valorizzare
Non è detto che le medicine siano sempre amare, anzi. E' il caso del miele, un rimedio già noto alla tradizione popolare, le cui capacità terapeutiche sono adesso confermate anche dagli scienziati. "Nel nostro Ateneo - racconta Roberto Barale professore di Genetica all'Università di Pisa – con i colleghi microbiologi abbiamo condotto delle ricerche dimostrando le proprietà antimicrobiche di alcuni mieli toscani". La scoperta è stata che i mieli più scuri e la "melata" (secrezioni zuccherine raccolte dalle api) sono particolarmente attivi contro alcuni batteri patogeni dell'uomo. L'helicobacter pylori, che colonizza la mucosa dello stomaco provocando gastrite e ulcere, è uno di questi, ma c'è anche lo staffilococco, responsabile di molte malattie della pelle come l'acne. "In questo caso – continua il professore - gli esperimenti in vitro hanno dimostrato che certi tipi di miele e melate sono attivi anche nei confronti di quelle specie batteriche resistenti ai normali antibiotici".
Ma purtroppo (anche se di miele si parla) le buone notizie finiscono qui. "L'Italia produce miele di tantissime varietà ed alta qualità eppure la ricerca in questo settore non è sostenuta", è infatti il j'accuse del professore che ha dovuto interrompere i suoi studi sull'argomento per mancanza di finanziatori. A livello internazionale la situazione è invece ben diversa. In Nuova Zelanda, alla Waikato University fin dal 1995 esiste una"Honey Research Unit", finanziata da imprese private, che studia e pubblica su riviste scientifiche le capacità terapeutiche del miele, in particolare di quello di Manuka, una pianta indigena del luogo.
Le ricerche condotte dai neozelandesi sono a tutto campo: dalla medicina umana a quella veterinaria. Ci sono studi che riguardano le proprietà antibiotiche, antibatteriche e antimicotiche del miele Manuka mentre sul fronte delle patologie si va dalle malattie della pelle come gli eczemi, ai processi di cicatrizzazione, sino alla mastite delle mucche "In Nuova Zelanda – conclude Barale – la sinergia fra imprese e ricerca è riuscita a valorizzare un prodotto tipico di grande valore salutistico ed ambientale producendo ricchezza, da noi questo purtroppo accade molto più raramente o per niente". Risultato: per acquistare in farmacia o su Internet un chilo di miele di Manuka occorrono da 70 a 140 euro, a seconda del tipo, mentre il prezzo della stessa quantità di miele nostrano, che potrebbe avere le stesse proprietà, si aggira intorno ai 7-10 euro.
Ne hanno parlato:
InToscana.it
Avviso dell'Università di Pisa per dottori commercialisti ed esperti contabili
Sono stati riaperti i termini dell'avviso per la presentazione di candidature finalizzate alla formazione di un elenco di revisori esterni idonei al servizio di certificazione dei costi sostenuti dall'Università di Pisa per l'esecuzione di progetti di ricerca finanziati nell'ambito di Programmi comunitari e internazionali (con particolare riferimento al VII Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell'UE e ad altre tipologie di Programmi a finanziamento comunitario/internazionale). Il nuovo termine per la presentazione delle candidature è il 05/10/2011. L'avviso, già inoltrato agli Ordini interessati, è pubblicato sul sito web dell'Università di Pisa e affisso all'Albo Ufficiale dell'Ateneo.
Da Taiwan per studiare all’Università di Pisa
Sono arrivati dall'Università di Taiwan i primi due studenti di MULTI, il nuovo progetto Erasmus Mundus attivato dall'Ateneo di Pisa con i paesi del Sud-est asiatico, tra cui Hong-Kong, Macau, Singapore, Brunei e Taiwan. Ning Hsu e Chun-Yang Jan si sono immatricolati al corso di laurea in Linguistica dell'Ateneo pisano e nei prossimi mesi frequenteranno le lezioni e prepareranno la tesi di laurea studiando fianco a fianco con i loro colleghi italiani. "Il progetto MULTI promuove studi e ricerche che hanno a che fare con il multilinguismo e il multiculturalismo ed è rivolto a studenti, dottorandi, post-dottorandi e docenti di tutte le facoltà", spiega il professor Alessandro Lenci, responsabile del programma di scambio insieme alla professoressa Giovanna Marotta.
I ragazzi arrivati a Pisa e accolti dal personale dell'Ufficio relazioni internazionali dell'Ateneo sono i primi 2 dei 5 che hanno aderito all'iniziativa: 4 da Taiwan, uno da Macau e in più un docente di Taiwan che verrà a Pisa per condurre ricerche in Linguistica computazionale. Ma non solo, anche alcuni studenti e docenti dell'Università di Pisa avranno la possibilità di trascorrere un periodo di studio nel Sud-est asiatico grazie alle borse di studio erogate dalla Comunità europea: "Da Pisa sono in partenza per Hong Kong 3 dei nostri ragazzi che potranno usufruire di borse di studio di 6 o 12 mesi - aggiunge il professor Lenci - Con loro partiranno inoltre due dottorandi, due post-dottorandi e un docente di italianistica".
Ning Hsu ha 25 anni e ha aderito al programma di scambio per completare la sua tesi di laurea: "Pisa è molto famosa per la tradizione negli studi linguistici e nei prossimi sei mesi avrò l'opportunità di approfondire le ricerche iniziate a Taiwan e analizzare qui i dati che ho già raccolto nel mio paese". Chun-Yang Jan ha invece 24 anni e sarà a Pisa per 10 mesi: "Seguirò le lezioni di Linguistica storica e, grazie a un corso organizzato dal CLI, il Centro linguistico interdipartimentale, spero di imparare presto anche l'italiano".
Uno degli obiettivi principali di MULTI, infatti, è offrire un'esperienza formativa di grande apertura culturale, con la possibilità di imparare lingue lontane, come il cinese, e frequentare atenei con una forte tradizione in studi specifici: "Taiwan, ad esempio, è famosa per gli studi sulle lingue asiatico-australiane, Macau, in quanto ex colonia, ha corsi di eccellenza in lingua e letteratura portoghese, Hong Kong è molto vicino alla cultura inglese", precisa il professor Lenci. Il programma di scambio con il Sud-est asiatico sarà attivato anche per il prossimo anno accademico: il bando uscirà in autunno, mentre le selezioni sono previste nei mesi di febbraio e marzo.
Da Taiwan per studiare all’Università di Pisa
Sono arrivati dall'Università di Taiwan i primi due studenti di MULTI, il nuovo progetto Erasmus Mundus attivato dall'Ateneo di Pisa con i paesi del Sud-est asiatico, tra cui Hong-Kong, Macau, Singapore, Brunei e Taiwan. Ning Hsu e Chun-Yang Jan si sono immatricolati al corso di laurea in Linguistica dell'Ateneo pisano e nei prossimi mesi frequenteranno le lezioni e prepareranno la tesi di laurea studiando fianco a fianco con i loro colleghi italiani. "Il progetto MULTI promuove studi e ricerche che hanno a che fare con il multilinguismo e il multiculturalismo ed è rivolto a studenti, dottorandi, post-dottorandi e docenti di tutte le facoltà", spiega il professor Alessandro Lenci, responsabile del programma di scambio insieme alla professoressa Giovanna Marotta.
I ragazzi arrivati a Pisa e accolti dal personale dell'Ufficio relazioni internazionali dell'Ateneo sono i primi 2 dei 5 che hanno aderito all'iniziativa: 4 da Taiwan, uno da Macau e in più un docente di Taiwan che verrà a Pisa per condurre ricerche in Linguistica computazionale. Ma non solo, anche alcuni studenti e docenti dell'Università di Pisa avranno la possibilità di trascorrere un periodo di studio nel Sud-est asiatico grazie alle borse di studio erogate dalla Comunità europea: "Da Pisa sono in partenza per Hong Kong 3 dei nostri ragazzi che potranno usufruire di borse di studio di 6 o 12 mesi - aggiunge il professor Lenci - Con loro partiranno inoltre due dottorandi, due post-dottorandi e un docente di italianistica".
Ning Hsu ha 25 anni e ha aderito al programma di scambio per completare la sua tesi di laurea: "Pisa è molto famosa per la tradizione negli studi linguistici e nei prossimi sei mesi avrò l'opportunità di approfondire le ricerche iniziate a Taiwan e analizzare qui i dati che ho già raccolto nel mio paese". Chun-Yang Jan ha invece 24 anni e sarà a Pisa per 10 mesi: "Seguirò le lezioni di Linguistica storica e, grazie a un corso organizzato dal CLI, il Centro linguistico interdipartimentale, spero di imparare presto anche l'italiano".
Uno degli obiettivi principali di MULTI, infatti, è offrire un'esperienza formativa di grande apertura culturale, con la possibilità di imparare lingue lontane, come il cinese, e frequentare atenei con una forte tradizione in studi specifici: "Taiwan, ad esempio, è famosa per gli studi sulle lingue asiatico-australiane, Macau, in quanto ex colonia, ha corsi di eccellenza in lingua e letteratura portoghese, Hong Kong è molto vicino alla cultura inglese", precisa il professor Lenci. Il programma di scambio con il Sud-est asiatico sarà attivato anche per il prossimo anno accademico: il bando uscirà in autunno, mentre le selezioni sono previste nei mesi di febbraio e marzo.
Ne hanno parlato:
Una tavola rotonda in onore del professor Aldo Balestrino, fondatore della scuola di Automatica pisana
Nell'ambito del Convegno annuale dei docenti e ricercatori italiani in Automatica ospitato a Pisa dal 7 al 9 settembre, alla Domus Galileiana si è tenuta una tavola rotonda dal titolo "il rigore e la fantasia", organizzata in occasione del settantesimo del professor Aldo Balestrino, fondatore della scuola di Automatica pisana e recentemente insignito dell'Ordine del Cherubino.
Alla presenza di colleghi provenienti da molti atenei italiani, del prorettore vicario dell'Università di Pisa, Nicoletta Di Francesco e del preside della facoltà di Ingegneria, Pierangelo Terreni, il professor Balestrino ha presentato una lezione su "Evoluzione storica del controllo dei processi" in cui ha toccato temi multidisciplinari di storia della tecnologia, controllo ambientale, ed economia con rigore metodologico e con la capacità di proporre sfide per il futuro in termini di idee innovative e di spunti interdisciplinari.
Nell'occasione è stato presentato il volume, Aldo Balestrino, "Il rigore e la fantasia", edito dalle Edizioni Plus, e curato dal professor Alberto Landi, alla cui stesura hanno contribuito docenti delle università di Napoli, Genova, Siena e Bologna, che con Aldo Balestrino hanno collaborato in termini di produzione scientifica.