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Comunicati stampa
Lunedì, 05 Settembre 2011 06:52

Il Vademecum delle Istituzioni

Saulle Panizza è professore ordinario di Diritto costituzionale presso la facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Curatore di Ragazzi, che Costituzione! (2006, 2009), per le Edizioni Plus ha tra l'altro curato, insieme a Roberto Romboli, L'attuazione della Costituzione (2002, 2004, 2006) e scritto l'Introduzione a La Costituzione italiana(2004, 2006, 2008, 2010). Elettra Stradella è borsista di ricerca presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (Istituto DIRPOLIS) e docente di Diritto dell'informazione e di Diritto degli enti locali nell'Università di Pisa. Per le Edizioni Plus ha curato Diritto alla salute e alla "vita buona" nel confine tra il vivere e il morire. Riflessioni interdisciplinari (2011) e l'Appendice a Problemi attuali delle libertà costituzionali, a cura di Emanuele Rossi (2009).


Copertina VademecumLa scelta di realizzare "Il Vademecum delle Istituzioni. Guida alle funzioni e agli organi della Repubblica" nasce da una duplice ma unitaria esigenza, sempre più avvertita, mi pare, a vari livelli: promuovere la divulgazione in ambito giuridico, e insieme favorire all'interno di una platea, varia, di non specialisti, la conoscenza delle istituzioni e delle procedure democratiche che caratterizzano il nostro sistema.

Mentre negli ambiti scientifici "tradizionali", penso a quelli delle cosiddette scienze sperimentali, la divulgazione è ormai considerata parte integrante dell'impegno dei ricercatori, volto a rendere trasparenti e conoscibili i risultati delle ricerche, anche di quelle più "di frontiera", e a sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore e l'utilità sociale della ricerca stessa, in altri ambiti, come quello giuridico, permane un certo scetticismo, almeno da parte di alcuni, verso l'impegno dell' "accademia" a favore di una alfabetizzazione giuridica popolare, e di una apertura del diritto a linguaggi inclusivi come quelli dell'immagine o del fumetto, oltre che ad un lessico meno tecnico.

D'altra parte oggi non possiamo restare indifferenti di fronte alla scarsa, quando non inesistente, conoscenza delle caratteristiche fondamentali dell'organizzazione politica e istituzionale del Paese che riguarda in maniera crescente i più giovani, ma non solo.

Con il Vademecum abbiamo voluto allora tentare di offrire una prima, possibile, risposta al bisogno di conoscenza delle regole che lo stato attuale del rapporto tra cittadini e istituzioni in Italia rende particolarmente urgente, secondo una ispirazione, non lo si nasconde, che guarda alla diffusione della cultura civica e dei valori costituzionali come obiettivo di "pedagogia" repubblicana. Il Vademecum traduce la convinzione che l'Università possa e debba contribuire allo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole.

E lo fa cercando di rendere la conoscenza delle Istituzioni repubblicane chiara e comprensibile a tutti, affrontando "la materia" con uno stile agile e al tempo stesso rigoroso, studiato appositamente per facilitare la lettura e la comprensione dei temi trattati nel rispetto della correttezza scientifica che si richiede ad una autentica divulgazione.

L'originalità dell'opera sta in particolare nell'impostazione scelta, che accosta testi sintetici, schemi, tabelle, un ricco apparato iconografico e vignette, seguendo un ritmo preciso, che si ripete per i vari aspetti analizzati, guidando il lettore e accompagnandolo.

Infatti ogni sezione è introdotta da una tavola rappresentativa dell'organo o dell'argomento presentato, e si conclude con alcuni riferimenti e curiosità di carattere storico, una verifica delle conoscenze acquisite che passa per il confronto con una vignetta dove è presente un errore (il "Vediamo se ho capito"), e una rappresentazione grafica delle sedi delle Istituzioni descritte (la "Geografia delle istituzioni") con sintetiche informazioni generali (siti internet e recapiti di riferimento). Inoltre ogni argomento all'interno delle sezioni è sviluppato mediante una scheda di testo e una scheda grafica. Il tutto è arricchito da strisce di fumetto originali, in cui due giovani personaggi, in viaggio nella conoscenza delle Istituzioni repubblicane, si confrontano sulle varie questioni esaminate. Non è un caso che abbiamo selezionato, per la creazione del fumetto, due giovanissimi studenti torinesi, lei disegnatrice, lui sceneggiatore, vincitori del Torino Comics 2011, che hanno dimostrato particolare entusiasmo nel mettere alla prova i loro talenti con il tema delle istituzioni e delle regole democratiche.

Ultimo elemento che mi preme sottolineare: quello dell'attenzione verso la dimensione europea. Ogni sezione del testo contiene una parte in cui si lancia "uno sguardo" all'Europa, con schede di testo e grafiche che analizzano i rapporti tra diritto italiano e diritto europeo, cercando di fornire alcune indicazioni di base sulle caratteristiche delle istituzioni comunitarie e sul loro funzionamento.

Elettra Stradella
 

Per saperne di più:
Il Vademecum delle Istituzioni. Guida alle funzioni e agli organi della Repubblica (con la Prefazione del Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini), Edizioni Plus, Pisa University Press, 2011
Scheda del volume 

 


Giovedì, 01 Settembre 2011 10:42

Pisa al top tra le università italiane

Logo ARWU

Sono le Università di Pisa e di Roma "La Sapienza" le migliori in Italia secondo l'Academic Ranking of World Universities (ARWU) elaborato dalla "Jiao Tong" University di Shanghai. I due atenei sono tra il 102° e il 150° posto al mondo e precedono quelli di Milano e Padova, posizionati tra il 151° e il 200° posto, oltre al Politecnico di Milano e alle università di Bologna, Firenze e Torino, che si situano tra il 201° e il 300° posto. Complessivamente, sono 22 le istituzioni accademiche italiane che compaiono tra le prime 500 al mondo, comprese la Scuola Normale Superiore (tra il 301° e il 400° posto) e l'Università di Siena (tra il 401° e il 500° posto).

L'Università di Pisa è, insieme a Padova, tra le prime cento al mondo nel campo disciplinare delle Scienze naturali e matematiche. L'Ateneo pisano eccelle inoltre nei settori della matematica e della fisica. In quello della matematica è al primo posto in Italia, 11° in Europa e 50° nel mondo, seguito dalla Scuola Normale Superiore tra 52° e 75°. In quello della fisica è al 3° posto in Italia, insieme alla Scuola Normale e dopo Padova e Roma "La Sapienza", tra i primi 20 in Europa e tra il 76° e il 100° nel mondo.

La classifica ARWU di Shanghai, pubblicata con cadenza annuale dal 2003, è tra le più accreditate a livello internazionale, con più di mille università monitorate. La sua metodologia si basa su alcuni indicatori di qualità delle performance sia accademiche che di ricerca, quali il numero di riconoscimenti internazionali ottenuti dallo staff accademico, il numero delle pubblicazioni e delle citazioni, e i risultati conseguiti in relazione alle dimensioni dell'istituzione.

Nel commentare il ranking ARWU, il rettore Massimo Augello ha ricordato che tutte le principali classifiche internazionali confermano Pisa ai vertici fra le università italiane, con punte di eccellenza che vengono riconosciute sia a livello europeo che mondiale. "Stiamo analizzando con attenzione questi risultati e approfondendo i relativi indicatori - ha concluso il rettore - perché vogliamo da un lato mantenere e valorizzare i nostri punti di forza, dall'altro impegnarci a fondo per migliorare nei settori in cui mostriamo delle debolezze".

Ne hanno parlato:

Tirreno

Quotidiano Nazionale

Unità Toscana

Gazzettino Padova

Tirreno Pisa

Nazione Pisa

TirrenoPisa.it

NazionePisa.it

PisaNotizie.it

PisaInformaFlash.it

InToscana.it

 

Giovedì, 01 Settembre 2011 09:29

Sfida a colpi di remi tra le università

Sfida Remiera1Dopo il secondo posto ottenuto l'anno scorso, il galeone dell'Ateneo pisano tornerà a navigare nelle acque di Venezia per partecipare, sabato 3 e domenica 4 settembre 2011, alla Sfida remiera delle università. In lizza ci saranno 60 atleti, a rappresentare cinque squadre: quella veneziana, formata dalle università di Ca' Foscari e IUAV, e quelle di Pisa, Trieste, Salerno e Bari.

A inaugurare l'edizione 2011 della Sfida remiera saranno, sabato 3 settembre, le acque del bacino dell'Arsenale, che ospiteranno le selezioni fra le quattro squadre di Pisa, Trieste, Salerno e Bari per designare chi il giorno successivo accederà alla finalissima contro la compagine veneziana e alla finale per il terzo e quarto posto. Accederà alla finalissima in Canal Grande il galeone che otterrà il miglior tempo nei 350 metri del campo di regata, mentre i galeoni con il secondo e il terzo tempo disputeranno la finalina per il terzo posto. La sfida finale si terrà domenica con le due manche conclusive nel tratto di Canal Grande, lungo 740 metri, che va da Rialto a Ca' Foscari: alle 18, dopo il passaggio delle caorline, è previsto lo svolgimento della finale per il terzo e quarto posto e alle 18.30, dopo il passaggio dei gondolini, la finalissima fra la squadra veneziana e quella giunta al primo posto nelle selezioni del sabato. La premiazione dei vincitori è prevista per le 18.45 al piano del rettorato di Ca' Foscari, alla presenza del rettore di Ca' Foscari, Carlo Carraro, e del rettore IUAV, Amerigo Restucci, che consegneranno all'equipaggio vincitore la coppa della Sfida remiera delle università.

La Sfida remiera delle università, che si svolge con galeoni messi a disposizione dal Comune di Venezia, è nata nel 2005, inizialmente come confronto tra i due Atenei veneziani di Ca' Foscari e IUAV. Nel 2010 la gara si è allargata alle università legate a tradizioni marinare, con la partecipazione di Pisa, piazzatasi al secondo posto, Genova e Salerno. Quest'anno, come detto, la partecipazione sarà ancora più estesa, con la presenza di cinque città dalla lunga tradizione marinara che vanno dal nord al sud dell'Italia.

Il galeone pisano sarà composto da Alessandro Augusti, Iacopo Biagi, Daniel Cesarini, Carlotta Del Gaudio, Manuel Igneri, Natascia Matteis, Alessio Melosi, Alice Simoncini, Simone Tonini. Timoniere è Marina Baselice. Preparatori atletici sono Francesco Caterino, Mario Gioli e Alessandro Simoncini.

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa

Nazione Pisa

L'Unità Toscana

PisaNotizie.it

PisaInformaFlash.it

InToscana.it

PisaNotizie.it

 

Giovedì, 01 Settembre 2011 08:35

Come ritrovare il sonno perduto

È come avere in testa un campanello d'allarme sempre acceso. Questa la causa dell'insonnia, un disturbo in gran parte femminile (le donne colpite sono il doppio degli uomini), che interessa in modo lieve un quarto degli italiani mentre in forma più grave circa il 10 per cento. E proprio sul problema del "non dormire" martedì 30 agosto il professore Dieter Riemann, ordinario di psicologia clinica dell'Università di Friburgo, ha svolto un seminario presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell'Università di Pisa sorprendentemente molto frequentato nonostante le ferie estive. Titolo della lezione "Chronic insomnia and the hyperarousal concept".

Il seminario, reso possibile grazie al contributo della Fondazione IRIS, è stato un'occasione di confronto e di scambio di esperienze tra la tradizione tedesca rappresentata da Riemann e la Scuola psicologica pisana diretta da Mario Guazzelli, professore di psicologia clinica e direttore dell'unità operativa di Psicologia Clinica dell'AOUP.

"L'hyperarousal concept – ha spiegato Mario Guazzelli – è una teoria secondo la quale l'insonnia è causata da un'iperattività dei centri della veglia, cioè di quella rete diffusa di cellule nervose che hanno il compito di attivare la corteccia cerebrale per mantenere uno stato di vigilanza e di adeguata ricezione degli stimoli esterni". In altre parole, quando questo meccanismo si inceppa, restiamo in uno stato di all'erta continuo e dunque "addio sonno". Ma il perché ciò accada è ancora in parte misterioso e varie sono le spiegazioni avanzate dagli studiosi.

Secondo il modello "top-down" (alto-basso) l'iperattività dei centri della veglia è dovuta a "problemi di mentalizzazione", cioè a situazioni emozionali, preoccupazioni o pensieri fissi. Paradossalmente, ad esempio, la stessa paura dell'insonnia può essere il motivo per cui non si dorme. Ma c'è anche l'ipotesi "bottom-up" (basso-alto), più accettata dalla Scuola pisana e da quella tedesca, secondo la quale il problema deriva dalla fisiologia del cervello e in molti casi è ereditario. "Ciò che è certo – ha aggiunto Guazzelli – è che l'insonnia può provocare alla lunga problemi anche gravi come la depressione e anche disturbi cardiovascolari quali l'ipertensione o alcune malattie cardiovascolari". In questo caso le conseguenze nascono dal circolo vizioso che si instaura: manca il sonno, alcuni meccanismi neurovegetativi vanno in tilt e questo non fa che aumentare le notti in bianco e gravare sull'omeostasi di vari organi e sistemi. Come ritrovare quindi il sonno perduto? C'è la soluzione famacologica, ovviamente. "Ma attenzione – avverte Guazzelli – i normali sonniferi come gli ipnotici o gli ansiolitici rischiano di stimolare ancora di più l'attività dei centri della veglia, senza contare i problemi di assuefazione che derivano da queste sostanze". Un aiuto più naturale può arrivare invece dalla terapia cognitivo-comportamentale . "Si parte dalle tecniche di rilassamento – ha spiegato Riemann – che consistono ad esempio in esercizi di contrazione e distensione dei muscoli, ma soprattutto cerchiamo di correggere alcuni errori che quasi tutti compiono in questi casi". Bisogna osservare alcuni accorgimenti, semplici, ma essenziali: niente caffè, niente alcol (anche se inizialmente sembra facilitare il sonno), nessuna attività impegnativa né fisica, né mentale nelle due ore prima di andare a dormire. "E poi bisogna andare a letto quando si ha sonno e non anticipare l'orario per la paura di non dormire – conclude Riemann – perché spesso il nemico da battere non è l'insonnia, ma proprio la paura di restare svegli".

Sono 350 quest'anno i candidati che si contenderanno gli 80 posti disponibili nel corso di Scienze e tecniche di psicologia clinica e della salute, attivato nella facoltà di Medicina e chirurgia dell'Ateneo pisano. La prova di ammissione, che consiste in 80 quesiti a risposta multipla, si svolgerà il 21 settembre alle ore 10. I quesiti sono 20 di cultura generale, 20 di ragionamento logico-scientifico e problem solving, 20 di scienze biologiche, 20 di filosofia.

"Il patrimonio di esperienze e di conoscenze nella clinica e nella ricerca – spiega Mario Guazzelli, professore ordinario di Psicologia clinica e direttore dell'U.O. di Psicologia clinica dell'AOUP – costruito con gli studi pionieristici di polisonnografia sugli effetti dei disturbi del sonno sull'equilibrio mentale e successivamente sui correlati psicobiologici delle funzioni cognitive e delle emozioni, cinque anni fa ha portato alla creazione di un percorso formativo di psicologia clinica, che si apre con la laurea triennale e si completa con quella magistrale. Al percorso attualmente esistente miriamo di aggiungere la Scuola di specializzazione in Psicologia clinica".

Gli studenti di psicologia a Pisa hanno l'opportunità di prendere parte ai numerosi protocolli di ricerca interdisciplinari. Al gruppo pisano, infatti, collaborano sistematicamente psicologi, medici, filosofi, bioingegneri e linguisti. Oltre alla formazione neuroscientifica che prevede la conoscenza delle metodiche più aggiornate di neuroimaging, di biologia molecolare e di psicofisiologia, del curriculum formativo fa parte fin dal primo anno lo svolgimento di cicli di tirocinio nei differenti reparti medici e chirurgici dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. Ogni studente ha così la possibilità di integrare sin nelle prime fasi della sua formazione conoscenze teoriche con l'esperienza clinica diretta e affrontare quindi i compiti professionali successivi alla laurea, siano essi quelli di un neuroscienziato o di uno psicoterapeuta, con un bagaglio teorico-pratico di assoluta eccellenza.

A pochi giorni dallo svolgimento dei test, sono quasi 8.000 gli aspiranti studenti iscritti ai concorsi di ammissione per i corsi ad accesso programmato dell'Università di Pisa e che hanno già pagato la tassa concorsuale. Il boom di candidati si registra nell'area medica dove, a fronte di poche centinaia di posti, sono arrivate in totale oltre 5.000 domande: sono infatti 1906 i ragazzi iscritti ai concorsi di Medicina e chirurgia e Odontoiatria e protesi dentaria per rispettivamente 250 e 14 posti disponibili, 2986 i candidati per i 577 posti nelle professioni sanitarie, mentre sono ben 350 domande arrivate fino ad oggi (le iscrizioni scadono il 31 agosto) per gli 80 posti riservati al corso di Scienze e tecniche di psicologia clinica della salute. L'appuntamento con il test di Medicina è fissato il 5 settembre, quello per le professioni sanitarie l'8, mentre per Psicologia c'è tempo fino al 21.

Rilevante è stato anche il numero di iscritti ai concorsi di Medicina veterinaria, dove sono 553 i candidati per i 70 posti disponibili, e di Biotecnologie e Scienze biologiche, dove sono arrivate 722 domande per rispettivamente 83 e 360 posti. Stessa tendenza anche per Farmacia e Chimica e tecniche farmaceutiche (in totale 491 domande a fronte di rispettivi 95 e 98 posti) e per la laurea triennale di Scienze motorie, con 393 iscritti al test per 120 posti.

Il corso di Ingegneria edile e architettura ha avuto 183 domande a fronte dei 97 posti, i corsi di Tecniche erboristiche e Informazione scientifica sul farmaco un totale di 189 domande per i rispettivi 95 e 95 posti, Scienze e tecnologie delle produzioni animali e Tecniche di allevamento animale ed educazione cinofila 147 iscrizioni per i rispettivi 90 e 75 posti. Ancora non definitivo il quadro di Scienze del turismo, le cui iscrizioni al test scadono il 31 agosto e dove si sono registrate fino ad oggi 61 domande a fronte dei 60 posti disponibili.

Ma anche gli aspiranti studenti di corsi non a numero chiuso dovranno affrontare nelle prossime settimane il test di valutazione: ad oggi solo le facoltà di Lettere e filosofia e Ingegneria hanno chiuso i termini per le iscrizioni ai test (con rispettivamente 778 e 1950 iscritti), mentre c'è ancora qualche giorno di tempo per iscriversi ai test di tutti gli altri corsi dell'Università di Pisa. Per maggiori informazioni è possibile collegarsi al portale http://matricolandosi.unipi.it dove sono specificate scadenze, date e orari delle prove.

Alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva, il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno siglerà due nuovi accordi di collaborazione per attività formative e di ricerca nel settore logistico. Gli accordi vedono coinvolte le Autorità Portuali di Carrara e Piombino e completano la rete delle collaborazioni con le Autorità Portuali toscane, che comprende già quella di Livorno, quale ente promotore e finanziatore del Polo stesso. La firma degli accordi è prevista per mercoledì 31 agosto 2011, a Villa Letizia, e si svolgerà alla presenza del presidente delegato del Polo Universitario, Nicoletta De Francesco, dei due presidenti delle Autorità Portuali interessate, Luciano Guerrieri, per Piombino, e Luigi Guccinelli, per Carrara, e dei rappresentanti dei soggetti finanziatori e promotori. L'obiettivo degli accordi è di sviluppare un programma di iniziative congiunte secondo tre assi fondamentali: l'organizzazione di attività di carattere formativo e informativo (quali la promozione di conferenze, incontri, seminari, workshop, testimonianze o lezioni di aggiornamento pratico), rivolte sia agli studenti dei corsi di laurea del Polo che agli operatori del settore; la realizzazione di tirocini (formativi e di orientamento) e visite guidate di studenti e ricercatori del Polo presso le Autorità Portuali; l'esecuzione di ricerche e studi nel settore della logistica, anche mediante la partecipazione a bandi, gare o richieste di finanziamento, sia nazionali che europei, per la realizzazione di progetti di studio di interesse comune.

Le parti opereranno così in sinergia, mettendo in comune le rispettive competenze, al fine di rafforzare la cultura e l'innovazione in campo logistico. In particolare, le Autorità Portuali di Carrara e Piombino hanno manifestato interesse a partecipare alla prossima istituzione di un nuovo laboratorio di ricerca sulla logistica marittima, presso il Polo, da realizzare in collaborazione con IRPET, quale struttura operativa in grado di dare impulso alla ricerca applicata in questo settore, mediante una proficua interazione tra università, aziende ed enti, che assicuri continua rilevanza e attualità delle ricerche realizzate e ne faciliti l'impatto sul management e l'applicazione, mediante processi di diffusione dei risultati delle ricerche, con positive ricadute sulla produzione industriale, sul benessere sociale e sull'attrattività del territorio per investimenti nazionali e internazionali.

Giovedì, 01 Settembre 2011 08:30

Giovani archeologi nell’abbazia medievale

Si è conclusa in questi giorni la Fieldschool in Medieval Archaeology and Bioarcheaology svoltasi sul sito dell'antica Abbazia di San Pietro di Pozzeveri, nel comune di Altopascio (LU).

L'importante progetto di studio varato dalla divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa, diretta dal professor Gino Fornaciari, e dal dipartimento di Antropologia dell'Ohio State University, con la supervisione del professor Clark Spencer Larsen, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha come obbiettivo l'indagine archeologica estensiva dell'antica abbazia e in particolare lo studio e l'analisi dei resti umani sepolti nelle aree cimiteriali del monastero.

Alla prima campagna di scavo hanno preso parte 23 studenti provenienti, oltre che dall'università dell'Ohio, da diversi stati americani del nord e del sud, oltre che dal Canada, e 9 tra istruttori e supervisori italiani e americani, più 9 studenti del Master interuniversitario di primo livello in Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense organizzato dalle Università di Bologna, Pisa e Milano. Gli studenti sono stati ospitati dal comune di Altopascio, grazie ad un finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Le quattro aree di scavo aperte hanno permesso di portare alla luce almeno tre diverse fasi cimiteriali, da quella del XVIII-XIX secolo, relativa al cimitero parrocchiale della tarda età moderna della comunità di Badia Pozzeveri, a quella postmedievale di XVI-XVII secolo, fino alle fasi funerarie basso medievali (XIII-XIV secolo), per un totale di circa quaranta individui completi e articolati, e molti non in connessione.

Le prime inumazioni che sono state studiate, comprendenti individui deposti molto sbrigativamente, tra cui un cadavere sepolto addirittura prono, con la faccia rivolta verso il suolo, potrebbero essere identificate, sulla base anche di riscontri documentari delle fonti scritte, con la fase cimiteriale del colera del 1855. Le fasi immediatamente anteriori mostrano invece un ordine maggiore nella disposizione degli inumati, allineati su file parallele. Tra i reperti scheletrici sono stati identificati, già ad un primo esame, casi di poliomielite, artrosi, artrite e una elevata incidenza di patologie dentarie.

Sono state scoperte anche le tracce di diversi edifici d'età medievale facenti parte del complesso monastico. In particolare, a sud della chiesa attuale, nell'area dove sorgeva il chiostro dell'abbazia, è stato individuato un ambiente in muratura - forse affacciato sul chiostro stesso - di cui si è conservato interamente il crollo del tetto in lastre d'ardesia. Il crollo, avvenuto prima del XVI secolo, sigilla perfettamente i livelli di frequentazione medievale che saranno indagati nella prossima campagna di scavi.

A ovest lo scavo ha consentito di evidenziare la struttura dell'antica chiesa abbaziale romanica, la quale, come è emerso dalle indagini geofisiche effettuate da Adriano Ribolini e da Monica Bini del dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa, aveva uno sviluppo da est a ovest di circa trenta metri.

Le ricerche continueranno nella prossima stagione, con l'ampliamento delle prospezioni geofisiche e con l'approfondimento degli scavi. Il campione bioarcheologico recuperato permetterà di ricostruire malattie, stile di vita e caratteristiche bioarcheologiche della popolazione locale dal medioevo fino al XIX secolo.

Giovedì, 01 Settembre 2011 07:39

In search of lost sleep

conferenzaInsomnia2It is like having an alarm in your head that continuously rings. This is the cause of insomnia, a disorder that is quite common, especially in women. Ten percent of the Italian population is affected by it in a severe way while over a quarter of us have experienced at least a mild form of this sleep problem. On this topic professor Dieter Riemann, full professor of clinical psychology at the University of Freiburg, held a lecture at the School of Medicine of our University. The lecture, entitled "Chronic insomnia and the hyperarousal concept", was held Tuesday the 30th of August : another sign of the interest for the topic was the presence of numerous attendees despite the summer holidays.

This lecture, organized also with the contribution of the IRIS Foundation was an occasion for dialogue between the German psychological school represented by Prof. Riemann and the one held in Pisa by professor Guazzelli, full professor of Clinical Psychology and chair of the Clinical Psychology Unit of AOUP (Azienda Ospedaliero-Unversitaria Pisana).

"The concept of hyperarousal – prof. Guazzelli said – is a theory that suggests that insomnia is caused by a hyperactivity of the wake centers: those widely distributed networks of neuronal cells that maintains our brain in a condition of normal vigilance and adequate ability to detect external stimuli. To put it differently when this mechanism does not work anymore we are in a continuous situation of arousal and we 'can say goodbye to our sleep' ".

However is still not clear how and why this hyperarousal rises. According to the top-down model this hyperactivity is related to problems of mentation: emotions, rumination, worries that maintain the alert. Paradoxically the worriness itself of not sleeping is per se a cause of insomnia. Another possible interpretation, the so called bottom-up theory, more followed in Pisa and in Freiburg, suggests that insomnia basically derives from a brain hyperactivity that can be, in part, hereditary and that has is roots in the physiology of brain function. "Wherever the hyperarousal comes from – Guazzelli concluded – insomnia is the cause of several health problems including depression but also somatic diseases like hypertension and other cardiovascular problems. Is like a vicious circle, the less you sleep the worse your neuro-vegetative system works and the less you sleep. Of course the less you sleep the worse the homoeostasis of systems and organs goes".

Is it possible to have the lost sleep back?

convegnoInsomniaOne possibility is to use hypnotic drugs, but Guazzelli warns "Hypnotic drugs have the risk to stimulate the wake centers even more, and they might undergo tolerance effects". Psychological treatments and in particular cognitive-behavioral treatments can represent a more feasible solution.

"You can start with relaxation techniques – Riemann explains – like contract and then relax groups of muscles. However it is also important to correct some typical errors that people make.

Some small changes can really make the difference: avoid coffee and alcohol before sleep; avoid effortful mental or physical activity in the hour preceding bedtime, go to bed only when you are sleepy and do not anticipate the time to go to bed because you are afraid of not sleeping". Riemann concluded that "sometimes the worst enemy is not insomnia per se but the fear of not sleeping"

(trasalted by Claudio Gentili)

Mercoledì, 31 Agosto 2011 07:30

Come ritrovare il sonno perduto

seminario InsomniaÈ come avere in testa un campanello d'allarme sempre acceso. Questa la causa dell'insonnia, un disturbo in gran parte femminile (le donne colpite sono il doppio degli uomini), che interessa in modo lieve un quarto degli italiani mentre in forma più grave circa il 10 per cento. E proprio sul problema del "non dormire" martedì 30 agosto il professore Dieter Riemann, ordinario di psicologia clinica dell'Università di Friburgo, ha svolto un seminario presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa sorprendentemente molto frequentato nonostante le ferie estive. Titolo della lezione "Chronic insomnia and the hyperarousal concept".

Il seminario, reso possibile grazie al contributo della Fondazione IRIS, è stato un'occasione di confronto e di scambio di esperienze tra la tradizione tedesca rappresentata da Riemann e la Scuola psicologica pisana diretta da Mario Guazzelli, professore di psicologia clinica e direttore dell'unità operativa di Psicologia Clinica dell'AOUP.

"L'hyperarousal concept – ha spiegato Mario Guazzelli – è una teoria secondo la quale l'insonnia è causata da un'iperattività dei centri della veglia, cioè di quella rete diffusa di cellule nervose che hanno il compito di attivare la corteccia cerebrale per mantenere uno stato di vigilanza e di adeguata ricezione degli stimoli esterni". In altre parole, quando questo meccanismo si inceppa, restiamo in uno stato di all'erta continuo e dunque "addio sonno". Ma il perché ciò accada è ancora in parte misterioso e varie sono le spiegazioni avanzate dagli studiosi.

Secondo il modello "top-down" (alto-basso) l'iperattività dei centri della veglia è dovuta a "problemi di mentalizzazione", cioè a situazioni emozionali, preoccupazioni o pensieri fissi. Paradossalmente, ad esempio, la stessa paura dell'insonnia può essere il motivo per cui non si dorme. Ma c'è anche l'ipotesi "bottom-up" (basso-alto), più accettata dalla Scuola pisana e da quella tedesca, secondo la quale il problema deriva dalla fisiologia del cervello e in molti casi è ereditario. "Ciò che è certo – ha aggiunto Guazzelli – è che l'insonnia può provocare alla lunga problemi anche gravi come la depressione e anche disturbi cardiovascolari quali l'ipertensione o alcune malattie cardiovascolari". In questo caso le conseguenze nascono dal circolo vizioso che si instaura: manca il sonno, alcuni meccanismi neurovegetativi vanno in tilt e questo non fa che aumentare le notti in bianco e gravare sull'omeostasi di vari organi e sistemi.

seminario Insomnia 2Come ritrovare quindi il sonno perduto? C'è la soluzione famacologica, ovviamente. "Ma attenzione – avverte Guazzelli – i normali sonniferi come gli ipnotici o gli ansiolitici rischiano di stimolare ancora di più l'attività dei centri della veglia, senza contare i problemi di assuefazione che derivano da queste sostanze". Un aiuto più naturale può arrivare invece dalla terapia cognitivo-comportamentale . "Si parte dalle tecniche di rilassamento – ha spiegato Riemann – che consistono ad esempio in esercizi di contrazione e distensione dei muscoli, ma soprattutto cerchiamo di correggere alcuni errori che quasi tutti compiono in questi casi". Bisogna osservare alcuni accorgimenti, semplici, ma essenziali: niente caffè, niente alcol (anche se inizialmente sembra facilitare il sonno), nessuna attività impegnativa né fisica, né mentale nelle due ore prima di andare a dormire. "E poi bisogna andare a letto quando si ha sonno e non anticipare l'orario per la paura di non dormire – conclude Riemann – perché spesso il nemico da battere non è l'insonnia, ma proprio la paura di restare svegli".

Ne hanno parlato:

PisaNotizie.it 

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