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Comunicati stampa

Venerdì 31 marzo, alle ore 10.30, nell’aula magna storica del Palazzo "La Sapienza", appuntamento con il convegno "Beni culturali e diritto. Un dialogo giuridico anche alla luce della recente riforma dell'articolo 9 della Costituzione". L’evento è pensato per costruire un dialogo giuridico fra le diverse anime che innervano il tema dei beni culturali, analizzati sotto il profilo delle problematiche costituzionalistiche, amministrativistiche e penalistiche da alcuni fra i principali studiosi della materia.

La sessione mattutina si apre alle 10.30 con i saluti di Francesco Dal Canto, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Carmelo Calabrò, direttore del Dipartimento di Scienze politiche, e Pierluigi Consorti, coordinatore del dottorato in Scienze giuridiche, e con la presentazione dell’evento a cura di Valentina Giomi, dell’Università di Pisa. Segue l’incontro “Beni culturali e Costituzione”. Presiede e coordina il professor Gian Luca Conti (Università di Pisa), ne discutono Stefania Mabellini (Università Roma Tor Vergata), Valeria De Santis (Università Napoli Parthenope) e Pietro Milazzo (Università di Pisa).

La sessione pomeridiana si apre alle ore 14.00 con i saluti della professoressa Giovanna Colombini (Università di Pisa). Introduce Vanessa Manzetti (Università di Pisa); presiede e coordina Maria Immordino (Università di Palermo e Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana). Segue l’incontro “Beni culturali e profili di diritto amministrativo, fra organizzazione, gestione e prospettive di valorizzazione”. Ne discutono Pierpaolo Forte (Università del Sannio), Loredana Giani (Università Europea di Roma), Domenico D’Orsogna (Università di Sassari). L’ultimo incontro del pomeriggio tratta il tema “Beni culturali e profili penalistici. Fra protezione, tutele ed esigenze di garanzia”, ne discutono Gian Paolo Demuro (Università di Sassari), e Domenico Notaro (Università di Pisa). Intervengono Claudia Tubertini (Università di Bologna), e Annarita Iacopino (Università Europea di Roma). Le conclusioni sono affidate a Fabio Merusi (Università di Pisa).

Il convegno fa parte delle attività della ricerca PRIN 2017 “Garanzia dei diritti e qualità dei servizi nella prospettiva dello sviluppo territoriale integrato. Buon andamento, multilevel governance e cooperazione territoriale per una nuova strategia di acquisizione di risorse e razionalizzazione della spesa pubblica” (responsabile dell'Unità locale Pisa Vanessa Manzetti).

Più di 800 persone hanno visitato le Collezioni Egittologiche e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium sabato 25 e domenica 26 marzo, in occasione delle Giornate di primavera del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, il grande evento nazionale dedicato al patrimonio d'arte e cultura del nostro Paese.

Quella offerta dal Sistema Museale di Ateneo è stata un’occasione per viaggiare nel tempo e nello spazio, e in particolare per approfondire la conoscenza della Gipsoteca, con la sua raccolta di riproduzioni storiche in gesso da capolavori dell’arte antica, e con il suo antiquarium che ospita centinaia di manufatti originali antichi, di varie epoche e provenienza geografica. Il tutto racchiuso in uno dei gioielli dell’arte romanica pisana, ovvero la Chiesa di San Paolo all’Orto. Alle Collezioni Egittologiche si possono invece ammirare oggetti unici e straordinari, che raccontano la vita e la cultura dell’antico Egitto; oggetti donati all'Università di Pisa o rinvenuti nel corso delle campagne di scavo effettuate sotto il patrocinio dell’Ateneo

L’università come motore di sviluppo, la ricerca scientifica come traino per l’economia e l’industria. È la strada scelta dall’Università di Pisa e proposta all’attenzione di investitori, aziende, analisti e ricercatori con il convegno Converging Skills, in programma per i giorni 26-29 giugno (con una preview il 12 giugno).

Nell’aula magna dello storico palazzo della Sapienza dell’Università pisana si avvicenderanno quaranta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.

“L’università di Pisa vuole diventare modello di promozione di un ecosistema etico e sostenibile per la crescita”, spiega il rettore dell’ateneo pisano Riccardo Zucchi. Un modello che punta alla costruzione di un “sistema Pisa” con l’università al centro. “La sua promozione – incalza Zucchi – darà nuovo impulso all’economia, favorendo tra le altre cose l’impiego qualificato in cui i nostri studenti potranno cogliere nuove opportunità”.

“La sfida dell’Università è trasferire le sue conoscenze alla società per velocizzare l’innovazione collaborando con le aziende e facilitando la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. – prosegue il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone – L’Università di Pisa accoglie la sfida con senso di responsabilità verso il Paese, ed entusiasmo”.

“Nessuno, meglio di una grande università come la nostra, può favorire la crescita di start-up, sfruttando la sua rete internazionale di aziende e investitori. – conclude Corrado Priami, delegato per la valorizzazione della ricerca e le nuove iniziative imprenditoriali – Converging Skills vuole essere il punto di partenza di una nuova Università, che si assume il ruolo di amplificatore di crescita del territorio e del Paese”.

Tanti gli ospiti italiani e internazionali tra cui Daria Mochly-Rosen, dell’Università di Stanford e founder di Spark, Roberto Bonanzinga, co-founder e Investment Partner di InReach Ventures, Fiona Murray, del Massachusetts Institute of Technlogy, Luigi Gallo, di Invitalia, Alessio Signorini, co-founder di Evidation Health, Silvia Candiani, Ceo di Microsoft Italia, Frederic Farina, di Caltech, Jim Karkanias, Ceo di StatOS, Maria Chiara Carrozza, Presidente del Cnr.

Il convegno Converging Skills è aperto alla partecipazione del pubblico. I posti sono limitati ed è richiesta una preiscrizione.

È già possibile richiedere un accredito stampa e prenotarsi per interviste. Tutte le info e i moduli all’indirizzo https://convergingskills.unipi.it/

Per la stampa: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Appuntamento per il 13 aprile prossimo con l’Open Day 2023 del Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, che si svolgerà in due sessioni alternative (alle ore 8:50 e alle ore 14.20) presso l’Aula Magna dell’Area Fratelli Pontecorvo (Largo B. Pontecorvo 3, Pisa). In entrambe le due sessioni è previsto un momento informale di incontro, durante il quale sarà offerta una merenda alle ragazze e ai ragazzi partecipanti.

 

Per poter prendere parte all’Open Day è obbligatorio prenotare un posto gratuito all’evento collegandosi al portale Prenotazione Eventi dell’Università di Pisa [https://prenotazione-eventi.unipi.it/].

 

L’Open Day è un evento annuale di presentazione del Dipartimento di Informatica, del corso di laurea e delle opportunità offerte dal mondo dell’Informatica. Durante l’Open Day, i partecipanti avranno modo di seguire alcune lezioni tenute da docenti del Dipartimento, presentazioni sull’offerta formativa, pitch di ricerca tenuti da dottorandi e dottorande e incontri con ex-alunni.

In particolare, l’Open Day ha lo scopo di far conoscere a ragazze e ragazzi il Dipartimento, il tipo di attività svolta durante il corso di laurea e di far capire loro se l’Informatica sia la scelta giusta. È un’occasione unica per incontrare i docenti e visitare le strutture dell’Ateneo, fare domande sui corsi di studio e sulle opportunità di carriera.

L’attività è riconosciuta ai fini dell’orientamento attivo nella transizione scuola-università nell’ambito del PNRR (DM 934 del 03/08/2022).Il programma completo dell’evento e i link per registrarsi sono disponibili al link: https://didattica.di.unipi.it/orientamento/open-days/

L’università come motore di sviluppo, la ricerca scientifica come traino per l’economia e l’industria. È la strada scelta dall’Università di Pisa e proposta all’attenzione di investitori, aziende, analisti e ricercatori con il convegno Converging Skills, in programma per i giorni 26-29 giugno (con una preview il 12 giugno).

Converging Skills O

Nell’aula magna dello storico palazzo della Sapienza dell’Università pisana si avvicenderanno quaranta relatori in cinque giorni: tra loro startupper, imprenditori, investitori, top manager e ovviamente anche ricercatori e professori. Obiettivo: confrontare le migliori pratiche internazionali di trasferimento tecnologico e open innovation e delineare metodi e percorsi di avvicinamento tra accademia e mondo produttivo.

“L’università di Pisa vuole diventare modello di promozione di un ecosistema etico e sostenibile per la crescita”, spiega il rettore dell’ateneo pisano Riccardo Zucchi. Un modello che punta alla costruzione di un “sistema Pisa” con l’università al centro. “La sua promozione – incalza Zucchi – darà nuovo impulso all’economia, favorendo tra le altre cose l’impiego qualificato in cui i nostri studenti potranno cogliere nuove opportunità”.

“La sfida dell’Università è trasferire le sue conoscenze alla società per velocizzare l’innovazione collaborando con le aziende e facilitando la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. – prosegue il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone – L’Università di Pisa accoglie la sfida con senso di responsabilità verso il Paese, ed entusiasmo”.

“Nessuno, meglio di una grande università come la nostra, può favorire la crescita di start-up, sfruttando la sua rete internazionale di aziende e investitori. – conclude Corrado Priami, delegato per la valorizzazione della ricerca e le nuove iniziative imprenditoriali – Converging Skills vuole essere il punto di partenza di una nuova Università, che si assume il ruolo di amplificatore di crescita del territorio e del Paese”.

Tanti gli ospiti italiani e internazionali tra cui Daria Mochly-Rosen, dell’Università di Stanford e founder di Spark, Roberto Bonanzinga, co-founder e Investment Partner di InReach Ventures, Fiona Murray, del Massachusetts Institute of Technlogy, Luigi Gallo, di Invitalia, Alessio Signorini, co-founder di Evidation Health, Silvia Candiani, Ceo di Microsoft Italia, Frederic Farina, di Caltech, Jim Karkanias, Ceo di StatOS, Maria Chiara Carrozza, Presidente del Cnr.

Il convegno Converging Skills è aperto alla partecipazione del pubblico. I posti sono limitati ed è richiesta una preiscrizione.

È già possibile richiedere un accredito stampa e prenotarsi per interviste. Tutte le info e i moduli all’indirizzo https://convergingskills.unipi.it/

Per la stampa: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Martedì, 28 Marzo 2023 07:53

Introduzione all’arrampicata con il CAI

Introduzione all’arrampicata sportiva su roccia per gli studenti dell’Università di Pisa. La giornata si svolgerà presso una falesia scelta dagli istruttori. Saranno mostrate le manovre base necessarie ad arrampicare in sicurezza ed approfondite le nozioni tecniche riguardanti l’ equipaggiamento necessario. Pranzo al sacco.

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uomo altamuraNel 1993 venne scoperto in Puglia lo scheletro pressoché completo di un Neanderthal, in una delle prime esplorazioni di un sistema carsico appena individuato nell'Alta Murgia. Si tratta di un reperto paleoantropologico che risale a circa 150.000 anni fa e racconta la storia di una tragedia, non ancora del tutto spiegata, che portò un neandertaliano a restare intrappolato nel buio di una grotta senza poterne più uscire. Oggi il suo scheletro scomposto giace tra stalattiti e stalagmiti in un cunicolo quasi inaccessibile della grotta di Lamalunga (presso Altamura, Bari), ricoperto di concrezioni calcaree coralloidi

I risultati dello studio internazionale, a prima firma di Antonio Profico del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa a cui hanno partecipato anche Giovanni Boschian e Damiano Marchi dello stesso Dipartimento, sono stati pubblicati sulla rivista “Communications Biology”. Al progetto coordinato dalla Sapienza Università di Roma (Giorgio Manzi e Mary Anne Tafuri) erano presenti anche Costantino Buzi (IPHES di Tarragona, Spagna) e Fabio Di Vincenzo (Università di Firenze).

Lo studio descrittivo e quantitativo del cranio rivela come la morfologia di questo importante reperto si inserisca nella variabilità del Neanderthal, pur mostrando alcuni tratti meno tipici, cioè più arcaici rispetto ad altri fossili europei datati tra 300 e 40 mila anni fa. Alcuni di questi tratti non sono mai stati osservati in Homo neanderthalensis, il che suggerisce che la loro origine possa risalire a lunghe fasi di isolamento geografico delle popolazioni umane nei rifugi ecologici rappresentati dalle regioni meridionali della penisola italiana.

"Le parti digitalizzate in grotta non hanno punti di giunzione, perciò è stato necessario sviluppare un nuovo metodo per ricomporle – dichiara Antonio Profico, primo autore dell’articolo – Abbiamo così deciso di combinare virtualmente le due metà come se fossero porzioni disarticolate di un cranio, utilizzando campioni di riferimento su cui basare la migliore corrispondenza".

Il cranio, così come l’intero scheletro di Altamura, si trova all'interno di una piccola camera all'estremità nord-occidentale del sistema carsico, chiamata "Abside dell'uomo". La maggior parte degli elementi scheletrici è collassata qui dopo la morte dell'individuo e la decomposizione dei tessuti molli. I ricercatori hanno acquisito con tecniche digitali le due parti esposte del cranio, separatamente: la parte anteriore in modo diretto con sensori laser, essendo visibile dall'Abside dell'Uomo, mentre l'altra metà ha richiesto l’uso combinato di fotogrammetria e sonde telescopiche in quanto accessibile solo attraverso aperture nella cortina di colonne oltre lo scheletro. Le due parti sono state poi ricomposte e analizzate attraverso tecniche avanzate di morfometria geometrica, a seguito di una valutazione comparativa basata su diversi campioni di confronto.


Ricostruzione virtuale del cranio di Altamura (in ocra) mediante tecniche di paleoantropologia virtuale; il reperto di confronto in grigio (g) è il Cranio 5 di Atapuerca-SH.


“La morfologia della grotta mostra diversi pozzi verticali, oggi occlusi da sedimenti, attraverso i quali potrebbe essere caduto il malcapitato – aggiunge Giovanni Boschian – Tuttavia, non è escluso che in passato la grotta avesse anche altri ingressi più praticabili, ma in questo caso diviene ancor più difficile spiegare perché questo neandertaliano vi rimase prigioniero". “I risultati ottenuti dallo studio della morfologia dell’Uomo di Altamura che lo studio del cranio ci ha fornito sono estremamente utili per compredere l’evoluzione dei Neanderthal – conclude Damiano Marchi – Sarà molto interessante capire cosa ci racconterà il resto dello scheletro”.

"Alla luce dei nostri dati, riteniamo che il cranio di Altamura possa fare luce sul dibattito sull'evoluzione dei Neanderthal – aggiunge Giorgio Manzi, coordinatore della ricerca – La forma del cranio dell'uomo di Altamura rientra nella variabilità di questa specie estinta, condividendo caratteristiche con esemplari comunemente riferiti ai cosiddetti “Neanderthal classici" ma allo stesso tempo mostra affinità con Neanderthal antichi – come quelli di Saccopastore, qui a Roma – o con reperti ancora più arcaici, come il cranio di Ceprano (Lazio meridionale), che risale a circa 400 mila anni fa.”

 

Più di 800 persone hanno visitato le Collezioni Egittologiche e la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium sabato 25 e domenica 26 marzo, in occasione delle Giornate di primavera del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, il grande evento nazionale dedicato al patrimonio d'arte e cultura del nostro Paese.

gipsoteca

Un momento delle visite in Gipsoteca.

Quella offerta dal Sistema Museale di Ateneo è stata un’occasione per viaggiare nel tempo e nello spazio, e in particolare per approfondire la conoscenza della Gipsoteca, con la sua raccolta di riproduzioni storiche in gesso da capolavori dell’arte antica, e con il suo antiquarium che ospita centinaia di manufatti originali antichi, di varie epoche e provenienza geografica. Il tutto racchiuso in uno dei gioielli dell’arte romanica pisana, ovvero la Chiesa di San Paolo all’Orto. Alle Collezioni Egittologiche si possono invece ammirare oggetti unici e straordinari, che raccontano la vita e la cultura dell’antico Egitto; oggetti donati all'Università di Pisa o rinvenuti nel corso delle campagne di scavo effettuate sotto il patrocinio dell’Ateneo.

collez egittologiche

Visitatori si aggirano nelle sale delle Collezioni Egittologiche.

Ha preso ufficialmente il via il progetto FoReLab, Future-oriented Research Laboratory, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (DII), mirato allo sviluppo di metodologie e tecnologie abilitanti per Industria 5.0. Il progetto prevede la creazione di nuovo laboratorio, il FoReLab, che aggregherà attività di ricerca per la nuova generazione di industria, detta Industria 5.0, autonoma, sostenibile, resiliente e centrata sulla persona. In mostra durante la giornata alcune delle punte avanzate della ricerca, dal braccio manipolatore in grado di lavorare assieme all'essere umano, ai dispositivi indossabili smart per la rilevazione dei segnali corporei, fino ai dispositivi per il tatto artificiale e per la sicurezza sul lavoro. Il progetto è finanziato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027”, che ha visto il DII al primo posto in Italia tra i dipartimenti di Ingegneria Industriale e dell’informazione.

“La ricerca di frontiera sulle tecnologie ICT - afferma Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica al DII e coordinatore esecutivo FoReLab - verrà aggregata nel nuovo laboratorio per supportare innovazioni di prodotto, di processo e di servizio che consentano di diminuire i costi di produzione e di esercizio, di sostenere la sovranità digitale del paese e di aumentare la resilienza del sistema produttivo. Persone e sostenibilità ambientale saranno il centro attorno a cui dovrà essere modellata la nuova industria. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine”.

“Le attività di FoReLab si integrano perfettamente con quelle dei nostri laboratori CrossLab, che invece mettono a disposizione di imprese e società soluzioni immediatamente applicabili per supportare i processi di innovazione verso la trasformazione digitale – aggiunge Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – CrossLab è il progetto con cui il DII ha vinto il bando dipartimenti di eccellenza per il quinquennio 2018-2023. Nei loro primi cinque anni, i laboratori hanno costituito un luogo in cui la ricerca avanzata è concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. FoReLab e CrossLab – conclude – si integrano per coprire le esigenze di tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire la società tecnologica del futuro. In questo modo il DII ambisce a supportare il necessario cambiamento culturale e di paradigma che ci aspetta mettendo a disposizione le tecnologie abilitanti per costruire una società realmente centrata sulle esigenze delle persone”.

“Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – commenta il rettore Riccardo Zucchi – è uno dei sette dell’Ateneo a essere stato finanziato tra i 180 Dipartimenti di Eccellenza a livello nazionale per il periodo 2023-2027 e, insieme a quello di Civiltà e Forme del Sapere, è l’unico ad aver ottenuto tale riconoscimento anche nella precedente tornata, quella del 2018-2022. Il progetto del FoReLab continua e sviluppa quanto fatto nel precedente quinquennio con la realizzazione dei CrossLab e offre una risposta matura e avanzata alle esigenze di crescita, innovazione e sostenibilità delle imprese. Per questo rappresenta un modello di riferimento per tutta l’Università di Pisa”.

La giornata ha visto anche la presentazione delle linee guida della Regione Toscana per i prossimi bandi regionali orientati alla ricerca e sviluppo industriale, con gli interventi di Leonardo Marras, assessore Attività produttive della Regione Toscana e di Albino Caporale, Direzione Attività Produttive, Regione Toscana. “Digitale, innovazione e trasferimento tecnologico sono fondamentali per il futuro dell'industria e sono stati al centro dell'impegno regionale nell'ultimo settennato di risorse europee e lo saranno ancor di più in quello che si sta aprendo – commenta Leonardo Marras – Stiamo lavorando ai bandi destinati alle imprese che usciranno nei prossimi mesi e rinnoviamo il supporto ai centri di ricerca e ai poli tecnologici per la loro funzione strategica nello sviluppo economico regionale. Salutiamo, dunque, con favore l'avvio del progetto FoReLab, che arricchisce il panorama toscano della ricerca avanzata".

Ha preso ufficialmente il via il progetto FoReLab, Future-oriented Research Laboratory, del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa (DII), mirato allo sviluppo di metodologie e tecnologie abilitanti per Industria 5.0. Il progetto prevede la creazione di nuovo laboratorio, il FoReLab, che aggregherà attività di ricerca per la nuova generazione di industria, detta Industria 5.0, autonoma, sostenibile, resiliente e centrata sulla persona. In mostra durante la giornata alcune delle punte avanzate della ricerca, dal braccio manipolatore in grado di lavorare assieme all'essere umano, ai dispositivi indossabili smart per la rilevazione dei segnali corporei, fino ai dispositivi per il tatto artificiale e per la sicurezza sul lavoro. Il progetto è finanziato dal MUR nell’ambito del programma “Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027”, che ha visto il DII al primo posto in Italia tra i dipartimenti di Ingegneria Industriale e dell’informazione.

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Da sinistra: Giovanni Stea, Andrea Caiti, il rettore Riccardo Zucchi e Giuseppe Anastasi.

“La ricerca di frontiera sulle tecnologie ICT - afferma Giovanni Stea, docente di ingegneria informatica al DII e coordinatore esecutivo FoReLab - verrà aggregata nel nuovo laboratorio per supportare innovazioni di prodotto, di processo e di servizio che consentano di diminuire i costi di produzione e di esercizio, di sostenere la sovranità digitale del paese e di aumentare la resilienza del sistema produttivo. Persone e sostenibilità ambientale saranno il centro attorno a cui dovrà essere modellata la nuova industria. Questo richiede un deciso cambio di paradigma culturale, ma anche, da parte del mondo della ricerca, di lavorare su tecnologie abilitanti visionarie e con un orizzonte di applicazione a lungo termine”.

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“Le attività di FoReLab si integrano perfettamente con quelle dei nostri laboratori CrossLab, che invece mettono a disposizione di imprese e società soluzioni immediatamente applicabili per supportare i processi di innovazione verso la trasformazione digitale – aggiunge Andrea Caiti, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – CrossLab è il progetto con cui il DII ha vinto il bando dipartimenti di eccellenza per il quinquennio 2018-2023. Nei loro primi cinque anni, i laboratori hanno costituito un luogo in cui la ricerca avanzata è concretamente e quotidianamente fruibile dalle imprese. FoReLab e CrossLab – conclude – si integrano per coprire le esigenze di tecnologie immediatamente disponibili e quelle invece di una ricerca di frontiera, per costruire la società tecnologica del futuro. In questo modo il DII ambisce a supportare il necessario cambiamento culturale e di paradigma che ci aspetta mettendo a disposizione le tecnologie abilitanti per costruire una società realmente centrata sulle esigenze delle persone”.

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“Il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione – commenta il rettore Riccardo Zucchi – è uno dei sette dell’Ateneo a essere stato finanziato tra i 180 Dipartimenti di Eccellenza a livello nazionale per il periodo 2023-2027 e, insieme a quello di Civiltà e Forme del Sapere, è l’unico ad aver ottenuto tale riconoscimento anche nella precedente tornata, quella del 2018-2022. Il progetto del FoReLab continua e sviluppa quanto fatto nel precedente quinquennio con la realizzazione dei CrossLab e offre una risposta matura e avanzata alle esigenze di crescita, innovazione e sostenibilità delle imprese. Per questo rappresenta un modello di riferimento per tutta l’Università di Pisa”.

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La giornata ha visto anche la presentazione delle linee guida della Regione Toscana per i prossimi bandi regionali orientati alla ricerca e sviluppo industriale, con gli interventi di Leonardo Marras, assessore Attività produttive della Regione Toscana e di Albino Caporale, Direzione Attività Produttive, Regione Toscana. “Digitale, innovazione e trasferimento tecnologico sono fondamentali per il futuro dell'industria e sono stati al centro dell'impegno regionale nell'ultimo settennato di risorse europee e lo saranno ancor di più in quello che si sta aprendo – commenta Leonardo Marras – Stiamo lavorando ai bandi destinati alle imprese che usciranno nei prossimi mesi e rinnoviamo il supporto ai centri di ricerca e ai poli tecnologici per la loro funzione strategica nello sviluppo economico regionale. Salutiamo, dunque, con favore l'avvio del progetto FoReLab, che arricchisce il panorama toscano della ricerca avanzata".

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