Pisa Rock Festival - XV edizione
Tutte le informazioni al link: https://www.unipi.it/index.php/attivita-e-viaggi-studenteschi/item/25944-pisa-rock-xv-edizione
Pisa Rock XV edizione
Giovedì 1° giugno, alle ore 21.21, presso il Polo di Agraria, l'associazione Sinistra per... l'intergazione e le culture presenta l'evento "Pisa Rock Festival - XV edizione".
Per l’occasione saranno ospitati le band “Atlante", "Stranamore" e “Masu”.
L'ingresso è gratuito. Si tratta di un'attività autogestita svolta con il contributo finanziario dell'Università di Pisa.
La descrizione della serata è disponibile al seguente link: https://fb.me/e/SxIUTw26
Per ulteriori informazioni contattare: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Alle Benedettine il “Pharma Day”, una giornata di incontri tra studenti e laureati e aziende farmaceutiche
È in programma mercoledì 31 maggio, al Centro Congressi Le Benedettine, il “Pharma Day”, una giornata di incontri con le aziende del settore farmaceutico dedicata a studenti e laureati dell'Università di Pisa. L'iniziativa, organizzata dal Career Service dell’Ateneo in collaborazione con l’Unione Industriale Pisana, prevede al mattino delle presentazioni aziendali e nel pomeriggio colloqui conoscitivi. Alle 16.00 è prevista la tavola rotonda "Il settore farmaceutico tra ricerca e nuove professionalità".
Le colleghe giornaliste e i colleghi giornalisti sono invitati alle ore 10,00 per l’apertura del programma, che avverrà con i saluti di benvenuto della delegata per l’Orientamento, Laura Elisa Marcucci, e del presidente dell’Unione Industriale Pisana, Andrea Madonna.
In allegato il programma completo della giornata.
Pisa: svelato il “mistero” dello squalo martello di Calci
Per quasi un secolo scienziati ed esperti si sono interrogati su quale fosse la specie dell’esemplare di squalo martello conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ma adesso non ci sono più dubbi: si tratta di uno squalo martello dagli occhi piccoli, nome scientifico Sphyrna tudes.
A rivelarlo, un articolo pubblicato su Acta Adriatica da due ricercatori dell’Ateneo pisano, Alberto Collareta e Simone Farina, che hanno così confermato la presenza nel Mar Mediterraneo, almeno fino al XIX secolo, di questa tipologia di squalo che oggi vive solo nelle coste atlantiche dal Venezuela all’Uruguay e criticamente minacciato di estinzione.
“Fino ad oggi c’è sempre stata molta incertezza in merito alla presenza di Sphyrna tudes nel Mar Mediterraneo dove, invece, è nota la presenza di altre tre specie di squalo martello, Sphyrna lewini, Sphyrna mokarran e Sphyrna zygaena - spiegano Collareta e Farina – In base al nostro studio, invece, possiamo adesso confermare in modo definitivo l'identificazione tassonomica di questo esemplare come appartenente a Sphyrna tudes. Lo squalo martello dagli occhi piccoli catturato a Livorno e conservato presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, assieme ad un secondo catturato a Nizza e conservato a Parigi, è dunque la prova che questa specie è effettivamente vissuta nei nostri mari in epoca storica”.
“Entrambi gli esemplari, infatti, sono giovani e questo ci permette di ipotizzare che siano nati proprio nel Mar Mediterraneo – aggiungono i due ricercatori – Un elemento, questo, che suggerisce la presenza di una vera e propria popolazione di piccoli squali martello che ha abitato il nostro mare in tempi relativamente recenti.
La prima notizia di questo esemplare nella collezione del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa risale agli anni Trenta del secolo scorso quando fu catalogato come Sphyrna zygaena. Sarà lo zoologo Enrico Tortonese, negli anni Cinquanta, a correggere la determinazione in Sphyrna bigelowi, considerato un sinonimo di Sphyrna tudes, fornendo anche un disegno dell’animale dal quale si può notare la presenza della pinna dorsale danneggiata. Una catalogazione, quella di Tortonese, da sempre molto discussa tanto che, recentemente, alcuni studiosi avevano ipotizzato che gli esemplari di Pisa e Nizza fossero, in realtà, due Sphyrna lewini erroneamente identificati come Sphyrna tudes.
Per questo motivo Collareta e Farina hanno deciso di ridescrivere e aggiornare, dal punto di vista tassonomico, l’esemplare conservato al Museo per verificare l’effettiva presenza di questa specie nel Mediterraneo. Uno studio, quello pubblicato su Acta Adriatica, che si preannuncia essere il primo di una serie dedicata alle collezioni zoologiche del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. Quello dello squalo martello dagli occhi piccoli non è, infatti, l’unico ‘mistero’ custodito nelle collezioni del Museo.
“La collezione ittiologica del Museo – annuncia infatti Simone Farina - presenta altre specie di pesci cartilaginei provenienti dal Mediterraneo particolarmente rari o non ancora segnalati che saranno oggetto di futuri studi e che confidiamo potranno fornirci utili indicazioni per conoscere le specie che hanno abitato il nostro mare in epoca storica”.
Pisa: svelato il “mistero” dello squalo martello di Calci
Per quasi un secolo scienziati ed esperti si sono interrogati su quale fosse la specie dell’esemplare di squalo martello conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, ma adesso non ci sono più dubbi: si tratta di uno squalo martello dagli occhi piccoli, nome scientifico Sphyrna tudes.
A rivelarlo, un articolo pubblicato su Acta Adriatica da due ricercatori dell’Ateneo pisano, Alberto Collareta e Simone Farina, che hanno così confermato la presenza nel Mar Mediterraneo, almeno fino al XIX secolo, di questa tipologia di squalo che oggi vive solo nelle coste atlantiche dal Venezuela all’Uruguay e criticamente minacciato di estinzione.
Esemplare di Sphyrna tudes conservato al Museo di Stori a Naturale dell’Università di Pisa
“Fino ad oggi c’è sempre stata molta incertezza in merito alla presenza di Sphyrna tudes nel Mar Mediterraneo dove, invece, è nota la presenza di altre tre specie di squalo martello, Sphyrna lewini, Sphyrna mokarran e Sphyrna zygaena - spiegano Collareta e Farina – In base al nostro studio, invece, possiamo adesso confermare in modo definitivo l'identificazione tassonomica di questo esemplare come appartenente a Sphyrna tudes. Lo squalo martello dagli occhi piccoli catturato a Livorno e conservato presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, assieme ad un secondo catturato a Nizza e conservato a Parigi, è dunque la prova che questa specie è effettivamente vissuta nei nostri mari in epoca storica”.
“Entrambi gli esemplari, infatti, sono giovani e questo ci permette di ipotizzare che siano nati proprio nel Mar Mediterraneo – aggiungono i due ricercatori – Un elemento, questo, che suggerisce la presenza di una vera e propria popolazione di piccoli squali martello che ha abitato il nostro mare in tempi relativamente recenti.
La prima notizia di questo esemplare nella collezione del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa risale agli anni Trenta del secolo scorso quando fu catalogato come Sphyrna zygaena. Sarà lo zoologo Enrico Tortonese, negli anni Cinquanta, a correggere la determinazione in Sphyrna bigelowi, considerato un sinonimo di Sphyrna tudes, fornendo anche un disegno dell’animale dal quale si può notare la presenza della pinna dorsale danneggiata. Una catalogazione, quella di Tortonese, da sempre molto discussa tanto che, recentemente, alcuni studiosi avevano ipotizzato che gli esemplari di Pisa e Nizza fossero, in realtà, due Sphyrna lewini erroneamente identificati come Sphyrna tudes.
Disegno dell’esemplare realizzato da Tortonese e dettaglio della pinna dorsale danneggiata
Per questo motivo Collareta e Farina hanno deciso di ridescrivere e aggiornare, dal punto di vista tassonomico, l’esemplare conservato al Museo per verificare l’effettiva presenza di questa specie nel Mediterraneo. Uno studio, quello pubblicato su Acta Adriatica, che si preannuncia essere il primo di una serie dedicata alle collezioni zoologiche del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa. Quello dello squalo martello dagli occhi piccoli non è, infatti, l’unico ‘mistero’ custodito nelle collezioni del Museo.
“La collezione ittiologica del Museo – annuncia infatti Simone Farina - presenta altre specie di pesci cartilaginei provenienti dal Mediterraneo particolarmente rari o non ancora segnalati che saranno oggetto di futuri studi e che confidiamo potranno fornirci utili indicazioni per conoscere le specie che hanno abitato il nostro mare in epoca storica”.
Assegnista di ricerca premiato per uno studio sull’uso dei droni in olivicoltura
Giacomo Palai, assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa si è aggiudicato il Premio UNASA “Franco Zucconi” per la sua ricerca sull’uso dei droni nella coltivazione degli ulivi.
Nella foto Giacomo Palai riceve il premio dalla famiglia Zucconi e dal Professor Amedeo Alpi, Presidente Delegato della Sezione di Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili
Il premio gli è stato conferito in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale) lo scorso 19 maggio a Spoleto. La ricerca, pubblicata in un articolo sulla rivista agronomy, riporta i risultati di un esperimento volto a valutare l’uso dei droni per valutare lo stato idrico e i parametri vegeto-produttivi dell’olivo. Lo studio fa parte di una più ampia attività di ricerca condotta presso il Precision Fruit Growing Lab del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali, coordinato dal Prof. Giovanni Caruso.
Ridurre gli erbicidi grazie ai microrganismi presenti nel terreno
I microrganismi autoctoni presenti nel terreno la chiave per aumentare la resistenza delle piante coltivate nei confronti delle erbe infestanti. Identificare quali sono nei suoli di sette diversi paesi Europei, riprodurli e utilizzarli per ridurre l’uso dei pesticidi è il compito dell’Università di Pisa nell’ambito del progetto Europeo GOOD (AGrOecOlogy for weeDs), finanziato all’interno del programma Horizon Europe.
“I microrganismi benefici autoctoni di sette paesi europei saranno moltiplicati a Pisa e utilizzati per inoculare i semi di piante di copertura per aumentare la loro capacità di competere con le erbe infestanti”, spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano, responsabile scientifica del progetto al quale lavora insieme ai colleghi e le colleghe Monica Agnolucci, Luciano Avio e Manuela Giovannetti.
Il gruppo di ricerca europeo del progetto GOOD
GOOD, che ha ufficialmente preso il via a maggio 2023, ha come obiettivo lo studio di strategie innovative e sostenibili per ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa. Il progetto si inserisce nell’ambito delle iniziative europee volte a ridurre del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030, e ad accelerare la transizione verso agroecosistemi sostenibili, resilienti, produttivi, sicuri e salutari, a basso impatto climatico, capaci di fornire di nuovo importanti servizi ecosistemici.
Al progetto GOOD partecipano 20 partners da 11 paesi europei, Italia, Spagna, Portogallo, Serbia, Grecia, Cipro, Francia, Belgio, Irlanda, Olanda, Lettonia appartenenti a 6 diverse regioni pedo-climatiche Europee, dall’area atlantica alle aree nordiche e continentali fino a quelle mediterranee, per assicurare una rappresentazione bilanciata dei diversi sistemi produttivi.
Il progetto, svilupperà, in un periodo di 4 anni, una rete Europea per la gestione agroecologica delle piante infestanti, che comprende 16 Living Labs, con lo scopo di aumentare e condividere le conoscenze e le esperienze, creando anche links con altri progetti e reti che operano nel campo della agroecologia e della gestione integrata dei pesticidi.
Save the date: BRIGHT-NIGHT 2023
La data da ricordare è venerdì 29 settembre: torna la Notte europea delle ricercatrici e dei ricercatori, nata per impulso della Commissione UE nel 2005 con l’obiettivo di diffondere la cultura scientifica. Un appuntamento fisso che porterà anche quest’anno tantissime iniziative animate dai ricercatori nelle nostre piazze.
In Toscana la manifestazione prende il nome BRIGHT-NIGHT, che unisce l'acronimo "Brilliant Researchers Impact on Growth Health and Trust in research" (I ricercatori di talento hanno un impatto sulla crescita, la salute e la fiducia nella ricerca) con la parola notte.
Promotori della manifestazione sono gli Atenei toscani (Università di Firenze, Pisa, Siena, Stranieri di Siena, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Scuola Normale Superiore e Scuola IMT Alti Studi Lucca), insieme a un’ampia rete di Enti di ricerca - fra cui il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’European Gravitational Observatory (EGO), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) - con il sostegno della Regione Toscana, nell’ambito del progetto Giovanisì.
Mini-conferenze, workshop, esperimenti, passeggiate, dimostrazioni, spettacoli, visite guidate a musei e laboratori: sono tantissime le proposte pensate per raccontare e mostrare il mondo delle scoperte e della conoscenza a tutti.
BRIGHT-NIGHT ha rivolto un’attenzione particolare al mondo della scuola, con l’iniziativa “Researchers at School”. Nel corso dell’anno i ricercatori hanno svolto lezioni e laboratori dentro le aule scolastiche con lo scopo di sensibilizzare i più giovani sul lavoro della ricerca, per evidenziarne l’importanza nella vita quotidiana e superare le barriere di genere nei percorsi di carriera legati al mondo scientifico. In occasione del 29 settembre saranno presentati i risultati delle attività che hanno coinvolto numerose scuole toscane.
La Notte dei Ricercatori in Toscana è un progetto finanziato dal programma HORIZON-MSCA-2022-Citizens della Commissione Europea, nell’ambito delle azioni Marie Skłodowska-Curie.
Ridurre gli erbicidi in agricoltura grazie ai microrganismi presenti nel terreno
I microrganismi autoctoni presenti nel terreno la chiave per aumentare la resistenza delle piante coltivate nei confronti delle erbe infestanti. Identificare quali sono nei suoli di sette diversi paesi Europei, riprodurli e utilizzarli per ridurre l’uso dei pesticidi è il compito dell’Università di Pisa nell’ambito del progetto Europeo GOOD (AGrOecOlogy for weeDs), finanziato all’interno del programma Horizon Europe.
“I microrganismi benefici autoctoni di sette paesi europei saranno moltiplicati a Pisa e utilizzati per inoculare i semi di piante di copertura per aumentare la loro capacità di competere con le erbe infestanti”, spiega la professoressa Alessandra Turrini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano, responsabile scientifica del progetto al quale lavora insieme ai colleghi e le colleghe Monica Agnolucci, Luciano Avio e Manuela Giovannetti.
GOOD, che ha ufficialmente preso il via a maggio 2023, ha come obiettivo lo studio di strategie innovative e sostenibili per ridurre la dipendenza dagli erbicidi, che rappresentano la seconda categoria di pesticidi più venduta in Europa. Il progetto si inserisce nell’ambito delle iniziative europee volte a ridurre del 50% l’uso di pesticidi entro il 2030, e ad accelerare la transizione verso agroecosistemi sostenibili, resilienti, produttivi, sicuri e salutari, a basso impatto climatico, capaci di fornire di nuovo importanti servizi ecosistemici.
Al progetto GOOD partecipano 20 partners da 11 paesi europei, Italia, Spagna, Portogallo, Serbia, Grecia, Cipro, Francia, Belgio, Irlanda, Olanda, Lettonia appartenenti a 6 diverse regioni pedo-climatiche Europee, dall’area atlantica alle aree nordiche e continentali fino a quelle mediterranee, per assicurare una rappresentazione bilanciata dei diversi sistemi produttivi.
Il progetto, svilupperà, in un periodo di 4 anni, una rete Europea per la gestione agroecologica delle piante infestanti, che comprende 16 Living Labs, con lo scopo di aumentare e condividere le conoscenze e le esperienze, creando anche links con altri progetti e reti che operano nel campo della agroecologia e della gestione integrata dei pesticidi.
Assegnista di ricerca dell’Università di Pisa riceve il Premio UNASA 2023 per uno studio sull’uso dei droni in olivicoltura
Giacomo Palai, assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali dell’Università di Pisa si è aggiudicato il Premio UNASA “Franco Zucconi” per la sua ricerca sull’uso dei droni nella coltivazione degli ulivi.
Il premio gli è stato conferito in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’UNASA (Unione Nazionale delle Accademie per le Scienze Applicate allo Sviluppo dell'Agricoltura, alla Sicurezza Alimentare ed alla Tutela Ambientale) lo scorso 19 maggio a Spoleto. La ricerca, pubblicata in un articolo sulla rivista agronomy, riporta i risultati di un esperimento volto a valutare l’uso dei droni per valutare lo stato idrico e i parametri vegeto-produttivi dell’olivo. Lo studio fa parte di una più ampia attività di ricerca condotta presso il Precision Fruit Growing Lab del Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari e Agro-Ambientali, coordinato dal Prof. Giovanni Caruso.
Nella foto Giacomo Palai riceve il premio dalla famiglia Zucconi e dal Professor Amedeo Alpi, Presidente Delegato della Sezione di Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili