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Comunicati stampa

Una ricerca dell’Università di Pisa ha rivelato un meccanismo genetico alla base della creazione di nuovi geni nel genoma di una pianta superiore. La chiave di tutto sono delle particolari sequenze di DNA chiamate “retrotrasposoni” che nel corso dell’evoluzione hanno assunto nuove funzioni indipendenti da quelle originarie, un meccanismo definito dallo scienziato statunitense Stephen Jay Gould con il termine di esaptazione. Lo studio è stato appena pubblicato su The Plant Journal, una delle più importanti riviste scientifiche sulle piante.

“I retrotrasposoni – spiega il professore Andrea Cavallini genetista del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano - sono veri e propri organismi autonomi presenti in quantità molto abbondante nel genoma di piante e animali, uomo compreso. Il nostro lavoro mostra come, con l’evoluzione, dalle sequenze di DNA dei retrotrasposoni, mediante mutazioni e riarrangiamenti, si sono creati dei nuovi geni, che intervengono in numerosi processi metabolici e nella resistenza a condizioni avverse”.

“Il nostro studio – dice la dottoressa Flavia Mascagni ricercatrice e docente di bioinformatica dell’Università di Pisa - si basa su analisi bioinformatiche genome-wide che hanno consentito di quantificare in modo preciso l'entità del fenomeno dell’esaptazione, un processo finora riferito soprattutto a caratteri morfologici e che solo negli ultimi anni è stato esteso anche all’evoluzione delle sequenze del DNA. Oggetto dell’analisi è stato un genoma molto grande come quello del girasole, in cui ben 3530 geni, di cui molti importanti per la vita della pianta, hanno mostrato questa origine”.

La ricerca pubblicata su The Plant Journal ha costituito la parte centrale della tesi di dottorato della dottoressa Maria Ventimiglia, attualmente borsista nel gruppo del professore Cavallini. Nel complesso hanno condotto il lavoro per l’Università di Pisa Maria Ventimiglia, Alberto Vangelisti, Gabriele Usai, Samuel Simoni, Andrea Cavallini, Tommaso Giordani, Lucia Natali e Flavia Mascagni, oltre a Giovanni Marturano e Andrea Zuccolo della Scuola Superiore Sant’Anna.

 

 

Una ricerca dell’Università di Pisa ha rivelato un meccanismo genetico alla base della creazione di nuovi geni nel genoma di una pianta superiore. La chiave di tutto sono delle particolari sequenze di DNA chiamate “retrotrasposoni” che nel corso dell’evoluzione hanno assunto nuove funzioni indipendenti da quelle originarie, un meccanismo definito dallo scienziato statunitense Stephen Jay Gould con il termine di esaptazione. Lo studio è stato appena pubblicato su The Plant Journal, una delle più importanti riviste scientifiche sulle piante.

“I retrotrasposoni – spiega il professore Andrea Cavallini genetista del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo pisano - sono veri e propri organismi autonomi presenti in quantità molto abbondante nel genoma di piante e animali, uomo compreso. Il nostro lavoro mostra come, con l’evoluzione, dalle sequenze di DNA dei retrotrasposoni, mediante mutazioni e riarrangiamenti, si sono creati dei nuovi geni, che intervengono in numerosi processi metabolici e nella resistenza a condizioni avverse”.

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I ricercatori pisani autori del lavoro (da sin. Andrea Cavallini, Lucia Natali, Flavia Mascagni, Gabriele Usai, Maria Ventimiglia, Samuel Simoni, Alberto Vangelisti, Tommaso Giordani)

 

“Il nostro studio – dice la dottoressa Flavia Mascagni ricercatrice e docente di bioinformatica dell’Università di Pisa - si basa su analisi bioinformatiche genome-wide che hanno consentito di quantificare in modo preciso l'entità del fenomeno dell’esaptazione, un processo finora riferito soprattutto a caratteri morfologici e che solo negli ultimi anni è stato esteso anche all’evoluzione delle sequenze del DNA. Oggetto dell’analisi è stato un genoma molto grande come quello del girasole, in cui ben 3530 geni, di cui molti importanti per la vita della pianta, hanno mostrato questa origine”.

La ricerca pubblicata su The Plant Journal ha costituito la parte centrale della tesi di dottorato della dottoressa Maria Ventimiglia, attualmente borsista nel gruppo del professore Cavallini. Nel complesso hanno condotto il lavoro per l’Università di Pisa Maria Ventimiglia, Alberto Vangelisti, Gabriele Usai, Samuel Simoni, Andrea Cavallini, Tommaso Giordani, Lucia Natali e Flavia Mascagni, oltre a Giovanni Marturano e Andrea Zuccolo della Scuola Superiore Sant’Anna.

 

 

Venerdì, 03 Febbraio 2023 08:52

25 Aprile. Una data, la nostra storia

22 aprile 2023
Palazzo La Sapienza - Università di Pisa
a cura del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC) dell’Università di Pisa

Il 25 aprile del 1945 nasceva, dalle rovine della guerra, una nuova e diversa Italia, che troverà i suoi compimenti il 2 giugno del 1946, con la scelta della Repubblica e il primo gennaio 1948 con la nostra Costituzione.

In mattinata verrà inaugurata una mostra, che sarà visitabile per l’intera giornata. Nel pomeriggio si svolgeranno due tavole rotonde, dal titolo “Il valore della Libertà, la forza di Resistere”, una più di taglio storico (con la presenza, tra gli altri, di Gad Lerner), una più di taglio giuridico (con la presenza, tra gli altri, di Aldo Cazzullo). Saranno altresì allestite alcune aule multimediali, con presentazione di video, filmati e interviste.

L’evento sarà aperto alla partecipazione di alcune classi nell’ambito della programmazione della Giornata della solidarietà 2023 e rappresenterà il momento di apertura di questa nuova edizione.

L'incontro è rivolto agli studenti della scuola secondaria superiore.

27 aprile 2023
Percorsi guidati alla mostra saranno aperti alla partecipazione di alcune classi nell’ambito della programmazione della Giornata della solidarietà 2023 la mattinata del 27 aprile a partire dalle ore 9.

Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

27 aprile 2023
Dipartimento di Scienze Veterinarie 

In occasione della Giornata della Cultura 2023, il Dipartimento di Scienze Veterinarie organizza un evento rivolto alle scuole primarie che si svolgerà presso il Dipartimento stesso.

La comunicazione tra persone e animali segna continui processi di evoluzione nella nostra società per il diffondersi degli animali domestici nelle abitazioni delle persone, ma anche per le difficoltà legate alle crescenti e ricorrenti crisi climatiche. La salute è unica e il filo che lega persone, mondo animale e ambiente è sempre più evidente.

Il Dipartimento di Scienze Veterinarie, nel curare il dialogo con le scolaresche coinvolte nella giornata della solidarietà ha pensato di riflettere sui due tematismi affrontando:

  • il tema dell’educazione cinofila e dell’approccio ai corretti comportamenti e interazione della relazione persone animali. Anche considerato il fatto che in italia sono presenti oramai 60 milioni di pet, nel 58% delle famiglie italiane e prevalentemente in quelle con bambini e che la gestione, spesso in appartamento, della convivenza tra persone e animali richiede una nuova attenzione, sensibilità e responsabilità nella gestione dele esigenze e del benessere di tutte le parti coinvolte.
  • l’attenzione al mondo degli apoidei, al loro valore biologico come indicatori ecologici, ma anche alle nuove dimensioni dell’interazione tra apoidei e persone  sia quelle con specifiche esigenze, sia le persone tutte,  mediante pratiche innovative di apiterapia e di costruzione di sentieri di benessere legati a questa interazione.

Per informazioni e prenotazioni:
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Dal 23 al 27 gennaio si sono svolte le prime lezioni in presenza del corso preparatorio "Foundations of Geology" presso il Branch dell'Università di Pisa a Tashkent, che offrirà un corso di studi in Geologia erogato in lingua inglese. Pier Paolo Giacomoni, Silvia Fornasaro, Adriano Ribolini e Francesca Meneghini, i quattro docenti del Dipartimento di Scienze della Terra impegnati nella didattica del “preparatory year”, sono stati accolti con entusiasmo da colleghe, colleghi e soprattutto da studentesse e studenti.

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Ribolini, Giacomoni e Fornasaro davanti al dipartimento che ospita il Branch Unipi.

I docenti hanno visitato il campus che ospita la sede del Branch, che oltre alle aule e laboratori didattici, comprende anche dormitorio, mensa, biblioteca. Il professor Adriano Ribolini ha tenuto un seminario per raccontare come funzionano l’Ateneo pisano, il Dipartimento di Scienze della Terra e i servizi per studenti.

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Studenti del preparatory year alla fine del laboratorio rocce.

Studenti e studentesse sono stati impegnati nelle prime lezioni e laboratori in presenza tenuti dal dott. Pier Paolo Giacomoni e dalla professoressa Francesca Meneghini sulla geosfera e il ciclo delle rocce. Si sono svolti anche i primi test di verifica del primo modulo del corso "Foundations of Geology" tenuto dalla dott.ssa Silvia Fornasaro, e il test sulla conoscenza della lingua inglese in collaborazione con il Centro Linguistico di Ateneo (CLI) collegato da remoto.

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Meneghini e Giacomoni introducono i ragazzi ai campioni a mano di rocce.

I quattro docenti sono stati coinvolti anche in attività di orientamento con un seminario agli studenti di una scuola superiore privata di Tashkent. Infine i docenti pisani sono stati ricevuti dall’ambasciatore Agostino Pinna presso l’ambasciata italiana a Tashkent.

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I docenti del DST con l’ambasciatore italiano a Tashkent, Agostino Pinna.

Il professore Giovanni Vozzi (foto) dell’Università di Pisa è stato nominato consulente Nato per il settore della biofabbricazione. L’incarico come componente della FM-ET-206 on Biomanufacturing of National Security Materials, ufficializzato a fine 2022, è entrato ora nel vivo e sarà valido a discrezione della NATO fintanto che questa linea di ricerca importante sarà ritenuta importante.

I biomateriali sono composti sviluppati in laboratorio per la realizzazione di tutti quei dispositivi medici che entrano in contatto col corpo umano e servono a sostituire o “riparare” porzioni di tessuti e organi danneggiati per incidenti, malattie o invecchiamento.

“In questi ultimi anni la NATO si è molto interessata a questo settore - dice Vozzi – da qui la richiesta di diventare il consulente tecnico scientifico di biomanufacturing ovvero di biofabbricazione e di tutti gli aspetti correlati alla sicurezza nella lavorazione di biomateriali”.

Giovanni Vozzi, professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, nel 2022 ha coordinato il congresso mondiale di biofabbricazione. I suoi ambiti di ricerca sono l’ingegneria dei tessuti, la microfabbricazione e nanofabbricazione, la biofabbricazione, lo sviluppo di bioreattori per la coltura dei tessuti, lo sviluppo di modelli tissutali tridimensionali e la modellistica in silico del comportamento cellulare.

romanoz-popolare-bizzocchi.jpgRomanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia (Laterza, 2022) è l’ultimo volume del professore Roberto Bizzocchi ordinario di Storia moderna al Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Ateneo. del
I principali interessi di ricerca del professor Bizzocchi hanno riguardato nel tempo i rapporti Stato-Chiesa tra il medioevo e l’età moderna, la storia della cultura storica nell’età moderna e la storia della famiglia e dei rapporti di genere. Prima di Romanzo popolare ha pubblicato Cicisbei. Morale privata e identità nazionale in Italia (Laterza, 2008) e I cognomi italiani. Una storia lunga 1000 anni (Laterza, 2018).

Di seguito l’introduzione al libro Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia

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Introduzione

Tutti abbiamo in mente almeno un personaggio, un episodio, una battuta dei Promessi sposi: il romanzo è nella coscienza degli Italiani.

È stato anche molto, e molto bene studiato, insieme con le altre opere di Manzoni, dagli specialisti di letteratura, che tuttora vi scoprono e ce ne spiegano sempre nuovi pregi e ricchezze; ci dimostrano sempre di più che è davvero una miniera inesauribile. Da parte mia, su Manzoni e sui Promessi sposi assumo in questo libro un punto di vista particolare, quello di un lettore appassionato che di mestiere non fa l’italianista ma lo storico. Mi sono convinto, sempre più nel corso degli anni, non solo leggendo e rileggendo ma anche riflettendo su quanto succede nel nostro paese, che il romanzo contenga un programma etico-politico per lo Stato e la nazione italiani non solo importante ma tuttora vivo e valido. I Promessi sposi ci dicono moltissimo sulla nostra storia, non solo quella del Seicento, sul nostro carattere nazionale, sull’impronta che il Cattolicesimo ha lasciato, nel bene e nel male, nella nostra morale; e lo fanno in un’attitudine non descrittiva ma propositiva, suggerendo, appunto, delle linee di comportamento su questioni cruciali.

La patina di compunzione religiosa e moderatismo accomodante di cui a volte- forse meno oggi che in un passato di forti contrapposizioni ideologiche- si è voluto rivestire il romanzo, così facendogli torto e invecchiandolo, va rimossa anche alla luce di un confronto serrato con la cultura letteraria e politica dell’Italia e dell’Europa del Settecento e dell’Ottocento. Ritengo che tale confronto aiuti a mettere in evidenza alcuni aspetti decisivi sia di modernità che di radicalismo propri di Manzoni: perciò gli ho dedicato molta parte del libro. Tratto i Promessi sposi e le altre principali opere di Manzoni in costante riferimento a quelle dei suoi contemporanei italiani ed europei; ed è su questa base che sostengo la positività e l’attualità del messaggio ideologico manzoniano, in quelle che mi paiono le sue componenti essenziali, oltre all’ispirazione cristiana: identità pubblica nazionale in chiave europea e non nazionalista; morale privata basata sulla libertà di scelta e sulla responsabilità individuale, e ciò sia per gli uomini che per le donne; illuminato senso della misura nella valutazione delle cose del mondo, ma con una percezione acuta della giustizia e dell’ingiustizia dei contesti sociali e delle azioni dei singoli che vi operano.

Ho scritto un libro che spero non privo di quella che si chiama in linguaggio accademico serietà scientifica, anche se non ho potuto farlo da specialista della materia. L’ho comunque scritto cercando di evitare pesantezze erudite, e pensando a un pubblico che comprenda chi volesse rinfrescare una lettura giovanile di Manzoni e del suo romanzo, e anche chi ogni giorno ha il dovere professionale di renderli attrattivi per una classe di adolescenti. Quest’ultimo dev’essere- lo immagino- un compito impegnativo. Ma per le ragioni che ho esposto qui sopra, e che mi auguro verranno via via illustrate e approfondite nel corso del libro, sono convinto che sia anche fondamentale: Manzoni ha parlato agli Italiani della loro storia e della loro identità, ponendo problemi che restano centrali e indicando soluzioni che ancora ci riguardano, noi tutti e non meno degli altri i più giovani fra di noi.

 

 

giovanni_vozzi_1.jpgIl professore Giovanni Vozzi (foto) dell’Università di Pisa è stato nominato consulente Nato per il settore della biofabbricazione. L’incarico come componente della FM-ET-206 on Biomanufacturing of National Security Materials, ufficializzato a fine 2022, è entrato ora nel vivo e sarà valido a discrezione della NATO fintanto che questa linea di ricerca importante sarà ritenuta importante.

I biomateriali sono composti sviluppati in laboratorio per la realizzazione di tutti quei dispositivi medici che entrano in contatto col corpo umano e servono a sostituire o “riparare” porzioni di tessuti e organi danneggiati per incidenti, malattie o invecchiamento.

“In questi ultimi anni la NATO si è molto interessata a questo settore - dice Vozzi – da qui la richiesta di diventare il consulente tecnico scientifico di biomanufacturing ovvero di biofabbricazione e di tutti gli aspetti correlati alla sicurezza nella lavorazione di biomateriali”.

Giovanni Vozzi, professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, nel 2022 ha coordinato il congresso mondiale di biofabbricazione. I suoi ambiti di ricerca sono l’ingegneria dei tessuti, la microfabbricazione e nanofabbricazione, la biofabbricazione, lo sviluppo di bioreattori per la coltura dei tessuti, lo sviluppo di modelli tissutali tridimensionali e la modellistica in silico del comportamento cellulare.

L’Università di Pisa, con il gruppo di ricerca ImagingLab del Prof. Emanuele Neri, Ordinario di Radiologia e nuovo Presidente della Scuola di Medicina, è entrato a far parte della European Cancer Imaging Initiative, fiore all'occhiello dell’Europe's Beating Cancer Plan (EBCP), il piano europeo di lotta contro il cancro.

“La partecipazione alla European Cancer Imaging Initiative rappresenta una enorme opportunità per il nostro Ateneo, sia per l’appartenenza ad un network di ricerca che consentirà di facilitare la partecipazione a ulteriori progetti, sia per la forte spinta alla ricerca clinica e traslazionale che deriva dalla disponibilità di migliaia di dati e immagini biomediche - ha commentato il professor Emanuele Neri - Il risultato ottenuto non è casuale, ma frutto di una intensa attività di ricerca e di networking del gruppo multidisciplinare ImagingLab, dove lavorano ricercatori di varia estrazione, medici radiologi, biologi molecolari, fisici, ed esperti nelle scienze umane. Di recente l’ImagingLab era entrato a far parte della comunità Z-Inspection per una Intelligenza Artificiale affidabile”.

Lanciata il 23 gennaio scorso a Bruxelles, nella sede della Commissione Europea, questa nuova iniziativa permetterà la creazione, entro la fine del 2025, di un'infrastruttura transfrontaliera, interoperabile e sicura che tuteli la privacy e acceleri l’utilizzo di soluzioni innovative, basate sull'Intelligenza Artificiale (AI) o sul Calcolo ad Alte Prestazioni (HPC), per le terapie e le cure oncologiche.

La rete, la cui progettazione sarà ultimata già entro il 2023, collegherà le risorse e le banche dati dell’UE, assicurando a medici, ricercatori e innovatori europei, un facile accesso a grandi quantità di dati di imaging dei tumori. Questo permetterà lo sviluppo di strumenti per la medicina personalizzata, così da far progredire la diagnostica e le terapie oncologiche, oltre ad agevolare la creazione di nuove serie di dati di imaging dei tumori e l'interoperabilità delle serie di dati esistenti. Il tutto garantendo il rispetto di elevati standard etici, la fiducia, la sicurezza e la protezione dei dati personali.

Punto di partenza della European Cancer Imaging Initiative è l'infrastruttura europea federata per i dati sulle immagini del cancro, sviluppata dal progetto EUCAIM, finanziato nell'ambito del programma DIGITAL e all’interno del quale l’Università di Pisa è parte attiva nello sviluppo degli algoritmi di intelligenza artificiale che permetteranno di rilevare il cancro dall'imaging.

L’Università di Pisa, con il gruppo di ricerca ImagingLab del Prof. Emanuele Neri, Ordinario di Radiologia e nuovo Presidente della Scuola di Medicina, è entrato a far parte della European Cancer Imaging Initiative, fiore all'occhiello dell’Europe's Beating Cancer Plan (EBCP), il piano europeo di lotta contro il cancro.

“La partecipazione alla European Cancer Imaging Initiative rappresenta una enorme opportunità per il nostro Ateneo, sia per l’appartenenza ad un network di ricerca che consentirà di facilitare la partecipazione a ulteriori progetti, sia per la forte spinta alla ricerca clinica e traslazionale che deriva dalla disponibilità di migliaia di dati e immagini biomediche - ha commentato il professor Emanuele Neri - Il risultato ottenuto non è casuale, ma frutto di una intensa attività di ricerca e di networking del gruppo multidisciplinare ImagingLab, dove lavorano ricercatori di varia estrazione, medici radiologi, biologi molecolari, fisici, ed esperti nelle scienze umane. Di recente l’ImagingLab era entrato a far parte della comunità Z-Inspection per una Intelligenza Artificiale affidabile”.

Prof. Emanuele Neri

Lanciata il 23 gennaio scorso a Bruxelles, nella sede della Commissione Europea, questa nuova iniziativa permetterà la creazione, entro la fine del 2025, di un'infrastruttura transfrontaliera, interoperabile e sicura che tuteli la privacy e acceleri l’utilizzo di soluzioni innovative, basate sull'Intelligenza Artificiale (AI) o sul Calcolo ad Alte Prestazioni (HPC), per le terapie e le cure oncologiche.

La rete, la cui progettazione sarà ultimata già entro il 2023, collegherà le risorse e le banche dati dell’UE, assicurando a medici, ricercatori e innovatori europei, un facile accesso a grandi quantità di dati di imaging dei tumori. Questo permetterà lo sviluppo di strumenti per la medicina personalizzata, così da far progredire la diagnostica e le terapie oncologiche, oltre ad agevolare la creazione di nuove serie di dati di imaging dei tumori e l'interoperabilità delle serie di dati esistenti. Il tutto garantendo il rispetto di elevati standard etici, la fiducia, la sicurezza e la protezione dei dati personali.

Punto di partenza della European Cancer Imaging Initiative è l'infrastruttura europea federata per i dati sulle immagini del cancro, sviluppata dal progetto EUCAIM, finanziato nell'ambito del programma DIGITAL e all’interno del quale l’Università di Pisa è parte attiva nello sviluppo degli algoritmi di intelligenza artificiale che permetteranno di rilevare il cancro dall'imaging.

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