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Comunicati stampa

Sono state 1711 le richieste prese in carico dall’Associazione Sante Malatesta nel periodo che va da settembre 2016 a giugno 2019, presentate da 376 studenti provenienti da 49 diverse nazioni afflitte dalla guerra o dalla povertà. “Con la pandemia – spiega il presidente Pietro Barbucci – le richieste sono addirittura aumentate, anche perché gli unici fuori sede rimasti a Pisa negli scorsi mesi erano gli studenti stranieri. Senza dimenticare che uno di coloro che abbiamo seguito, Christin Kamdem, è morto alla vigilia della laurea anche per le conseguenze riportate contraendo il covid 19”.

Il report 2016-2019 traccia il profilo degli studenti. Sono in prevalenza di sesso maschile e con un’età media di 29 anni, ma si registra una presenza sempre più ampia di studentesse, arrivate a superare un terzo dei casi totali. Il primo Paese di provenienza è il Camerun, la cui comunità è ben presente e consolidata nel tessuto universitario pisano, seguito dall’India, dal Marocco e dall’Albania, principale Stato di provenienza del continente europeo. Nel 30% dei casi si rivolgono all’Associazione una sola volta, anche se alcuni possono arrivare fino a un numero molto più alto di richieste.

Fondata nel 1999 da un gruppo di docenti dell’Università di Pisa, l’Associazione non ha fini di lucro, ma solidaristici, e si propone di fornire sostegno agli studenti stranieri, iscritti all’Ateneo e alle altre istituzioni universitarie pisane, provenienti dai Paesi in difficoltà, al fine di favorire il loro inserimento nella vita universitaria e cittadina, riducendo, o eliminando, i momenti di disorientamento e di difficoltà della loro integrazione sociale, economica e culturale. Con sede nella parrocchia universitaria di Piazza San Frediano, dove opera un Centro di Ascolto che recepisce le difficoltà e le richieste degli studenti stranieri, nel tempo ha dato sostegno a centinaia di studenti, erogando diverse decine di migliaia di euro, e grazie al contributo di privati ha istituito borse di studio e premi di laurea in favore di studenti meritevoli.

L’Associazione è impegnata ad affrontare concretamente le difficoltà che gli studenti stranieri incontrano su svariati fronti: quelle didattiche, finanziarie, di natura medica, connesse all’espletamento di procedure amministrative, ricerca di alloggi e così via. In questo impegno continua l’opera avviata dal professor Sante Malatesta, che è stato insigne docente di Elettrotecnica e di Elettronica all’allora facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e all’Accademia Navale di Livorno e che, soprattutto, ha conformato tutta la sua vita a principi caritativi spendendosi senza riserve per l’aiuto al prossimo.

“Gli studenti si rivolgono a noi – sintetizza Pietro Barbucci – per richieste molto puntuali: il sostegno all’alloggio, l’aiuto alimentare, il pagamento delle rette universitarie, la gestione della riduzione delle tasse e delle more o la richiesta di assistenza per comunicare con la segreteria riguardo a pagamenti, iscrizioni o richieste di borsa di studio, il rinnovo dei documenti quali permesso di soggiorno, tessera sanitaria o passaporto, il reperimento dei materiali di studio come dispense, libri o altri sussidi necessari, l’aiuto per il pagamento degli abbonamenti dei mezzi pubblici, i bisogni legati alla salute, quali il pagamento di medicinali o l'accompagnamento a visite, l’aiuto alla preparazione di esami, il sostegno una tantum per emergenze economiche di vario tipo e infine l’aiuto per la ricerca di lavoro”.
Chi volesse sapere di più dell’Associazione o contribuire a sostenere le sue attività può consultare il sito: https://santemalatesta.it .

Sono state 1711 le richieste prese in carico dall’Associazione Sante Malatesta nel periodo che va da settembre 2016 a giugno 2019, presentate da 376 studenti provenienti da 49 diverse nazioni afflitte dalla guerra o dalla povertà. “Con la pandemia – spiega il presidente Pietro Barbucci – le richieste sono addirittura aumentate, anche perché gli unici fuori sede rimasti a Pisa negli scorsi mesi erano gli studenti stranieri. Senza dimenticare che uno di coloro che abbiamo seguito, Christin Kamdem, è morto alla vigilia della laurea anche per le conseguenze riportate contraendo il covid 19”.

Il report 2016-2019 traccia il profilo degli studenti. Sono in prevalenza di sesso maschile e con un’età media di 29 anni, ma si registra una presenza sempre più ampia di studentesse, arrivate a superare un terzo dei casi totali. Il primo Paese di provenienza è il Camerun, la cui comunità è ben presente e consolidata nel tessuto universitario pisano, seguito dall’India, dal Marocco e dall’Albania, principale Stato di provenienza del continente europeo. Nel 30% dei casi si rivolgono all’Associazione una sola volta, anche se alcuni possono arrivare fino a un numero molto più alto di richieste.

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Studenti dell'Università di Pisa sostenuti dall'Associazione

Fondata nel 1999 da un gruppo di docenti dell’Università di Pisa, l’Associazione non ha fini di lucro, ma solidaristici, e si propone di fornire sostegno agli studenti stranieri, iscritti all’Ateneo e alle altre istituzioni universitarie pisane, provenienti dai Paesi in difficoltà, al fine di favorire il loro inserimento nella vita universitaria e cittadina, riducendo, o eliminando, i momenti di disorientamento e di difficoltà della loro integrazione sociale, economica e culturale. Con sede nella parrocchia universitaria di Piazza San Frediano, dove opera un Centro di Ascolto che recepisce le difficoltà e le richieste degli studenti stranieri, nel tempo ha dato sostegno a centinaia di studenti, erogando diverse decine di migliaia di euro, e grazie al contributo di privati ha istituito borse di studio e premi di laurea in favore di studenti meritevoli.

L’Associazione è impegnata ad affrontare concretamente le difficoltà che gli studenti stranieri incontrano su svariati fronti: quelle didattiche, finanziarie, di natura medica, connesse all’espletamento di procedure amministrative, ricerca di alloggi e così via. In questo impegno continua l’opera avviata dal professor Sante Malatesta, che è stato insigne docente di Elettrotecnica e di Elettronica all’allora facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e all’Accademia Navale di Livorno e che, soprattutto, ha conformato tutta la sua vita a principi caritativi spendendosi senza riserve per l’aiuto al prossimo.

“Gli studenti si rivolgono a noi – sintetizza Pietro Barbucci – per richieste molto puntuali: il sostegno all’alloggio, l’aiuto alimentare, il pagamento delle rette universitarie, la gestione della riduzione delle tasse e delle more o la richiesta di assistenza per comunicare con la segreteria riguardo a pagamenti, iscrizioni o richieste di borsa di studio, il rinnovo dei documenti quali permesso di soggiorno, tessera sanitaria o passaporto, il reperimento dei materiali di studio come dispense, libri o altri sussidi necessari, l’aiuto per il pagamento degli abbonamenti dei mezzi pubblici, i bisogni legati alla salute, quali il pagamento di medicinali o l'accompagnamento a visite, l’aiuto alla preparazione di esami, il sostegno una tantum per emergenze economiche di vario tipo e infine l’aiuto per la ricerca di lavoro”.

Chi volesse sapere di più dell’Associazione o contribuire a sostenere le sue attività può consultare il sito: https://santemalatesta.it.

Il professor Tiziano Tuccinardi dell’Università di Pisa si è aggiudicato il premio internazionale “ESMEC Alumni Award” che gli è stato conferito durante la 40° edizione della European School of Medicinal Chemistry (ESMEC) a fine giugno.

Tiziano Tuccinardi, docente di chimica farmaceutica al Dipartimento di Farmacia e presidente del corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, è risultato vincitore del prestigioso premio a seguito di una selezione tra numerosi candidati europei fatta da una giuria internazionale. Durante la cerimonia di premiazione, il professore ha inoltre avuto l’occasione per presentare ai giovani ricercatori il suo percorso di ricerca nel campo del drug design and discovery.

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Tiziano Tuccinardi mostra l'ESMEC Alumni Award

Nato a Pisa nel 1977, Tiziano Tuccinardi si è formato all'Università di Pisa conseguendo il titolo di dottore di ricerca in Scienza del Farmaco e delle Sostanze Bioattive nel 2006. Dal 2016 è Adjunct Associate Professor presso il Dipartimento di Biologia della Temple University, College of Science and Technology (Philadelphia, USA), ed è autore di più di 180 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. I suoi ambiti di ricerca sono il design e lo sviluppo di nuovi potenziali farmaci, con un focus particolare per gli approcci di chimica computazionale e chimica farmaceutica. È inoltre responsabile scientifico dell’International Summer School in Computer-aided Drug Design dell’Università di Pisa.


La European School of Medicinal Chemistry della Divisione di Chimica Farmaceutica della Società Chimica Italiana è accreditata dalla European Federation for Medicinal Chemistry and Chemical Biology (EFMC) ed è rivolta principalmente a dottorandi e giovani ricercatori europei. Quest’anno, in occasione dei 40 anni della scuola, è stato istituito il primo ESMEC Alumni Award, un riconoscimento a cui hanno concorso brillanti ricercatori europei attivi nel settore della chimica farmaceutica che sono stati studenti della scuola.

Sabato 10 luglio 2021, dalle ore 18.00, in Piazza dei Miracoli (vicino alla Fontana dei Putti), l’E-team Squadra corse dell’Università di Pisa presenta a tutta la cittadinanza i prototipi delle due nuove vetture che gareggeranno nelle gare di Formula SAE 2021. Nell’occasione, insieme a tutte le studentesse e gli studenti dell’E-team e alcuni rappresentanti degli sponsor, saranno presenti: Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa, Paolo Pesciatini, assessore alle attività produttive del Comune di Pisa, Rosario Di Bartolo, direttore generale dell’Università di Pisa, il professor Alberto Landi, presidente della Scuola di Ingegneria, il professor Francesco Frendo, Faculty Advisor della squadra, Giovanni Pasqualino, consigliere Comune Pisa.

Per la prima volta la Squadra corse dell’Università di Pisa ha deciso di realizzare due vetture e gareggiare in categorie diverse. Quest’anno sono state create una vettura Driverless, realizzata riadattando la vettura Kerublast delle scorse stagioni, con attuatori e sensori in grado di renderla un veicolo a guida autonoma, e una vettura Combustion, realizzata da zero, con telaio monoscocca in fibra di carbonio, per essere più leggera e veloce possibile. Con le nuove vetture l’E-team parteciperà alle gare di Formula SAE in Italia e Germania, nelle categorie Combustion e Driverless, e in Austria nella categoria Combustion.

Fornire le competenze chiave per affrontare le sfide del futuro sulla mobilità smart e sostenibile, riconvertedo la produzione dell’azienda verso l’elettrificazione dei veicoli. Queste le finalità del corso di perfezionamento in “Automotive Electronics and Powertrain Electrification” che da febbraio a dicembre 2020 ha coinvolto 100 dipendenti delle sedi di S. Piero a Grado e Fauglia di Vitesco Technologies.

Giovedì 8 luglio la consegna ufficiale dei diplomi, con una cerimonia che si è svolta nel giardino del Polo Tecnologico di Navacchio. Presenti il Rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella,  l’assessora al lavoro, alla formazione, all'università e alla ricerca della Regione Toscana Alessandra Nardini e il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo. Per il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione il direttore Andrea Caiti, il responsabile del corso di perfezionamento Sergio Saponara e il coordinatore dei laboratori Crosslab per l’Industria 4.0 Giuseppe Anastasi. Con loro, rappresentanti di Vitesco e Unione Industriali Pisa.

La cerimonia di conferimento è stata preceduta da una visita del rettore e del presidente del Consiglio Regionale ai laboratori Crosslab, un centro di eccellenza per il trasferimento tecnologico della ricerca di avanguardia su industria 4.0, che vede la stretta collaborazione tra scienziati e imprese.

“I nostri docenti hanno trasmesso conoscenze chiave per lo sviluppo della componentistica di auto ibride ed elettriche – spiega Andrea Caiti, direttore del DII –  per quasi 500 ore di lezioni e laboratori, in modo tale che gli stabilimenti pisani di Vitesco abbiano la possibilità di innovare e quindi rimanere strategici, con una ricaduta importante sul tessuto produttivo e sociale del territorio”.

"Con la cerimonia di oggi si chiude un percorso di formazione molto importante per il nostro territorio - commenta il rettore, Paolo Mancarella - Esempio virtuoso di quella collaborazione tra istituzioni, aziende e Università che qui a Pisa è ormai una tradizione. In un momento così delicato come quello che stiamo vivendo è, d’altronde, fondamentale mettere in campo ogni energia positiva utile al rilancio del nostro Paese e della nostra economia. E questo è lo spirito con cui è nato il corso di perfezionamento in “Automotive Electronics and Powertrain Electrification”, figlio della preziosa sinergia che negli anni si è consolidata tra il nostro Ateneo, l’Unione Industriali e la Regione Toscana".

Il corso di perfezionamento è stato cofinanziato dalla Regione Toscana tramite voucher formativi. “Un segnale importante per il nostro territorio e per il tessuto produttivo toscano – afferma l’assessora regionale al lavoro, alla formazione, all'università e alla ricerca Alessandra Nardini - La Regione sostiene i percorsi di formazione e aggiornamento delle competenze di lavoratrici e lavoratori, in questo caso dipendenti della Vitesco, dando loro gli strumenti per affrontare  la transizione che questo settore sta vivendo e vivrà. L'obiettivo principale è quello di garantire stabilità ad un insediamento industriale fondamentale per l’occupazione e lo sviluppo di quest'area. Voglio sottolineare quanto sia stata fondamentale e assolutamente preziosa la sinergia tra Università, Regione e mondo dell'impresa. Da parte nostra continueremo a dare il massimo contributo sia per affrontare le sfide del futuro sulla mobilità smart e sostenibile che per sostenere la permanenza di siti come questi sul nostro territorio."

“Fare innovazione e anticipare il futuro è possibile – aggiunge il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo - E la collaborazione tra la Vitesco Technologies del gruppo Continental, la Regione Toscana, l’Unione Industriali di Pisa e il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa ne è la migliore dimostrazione. Con questo accordo non solo salviamo dei post di lavoro, non solo andiamo verso una produzione di motori elettrici innovativi e rispettosi dell'ambiente, ma inauguriamo una buona pratica importante: formare i lavoratori per salvare i posti di lavoro, la produzione e soprattutto rendere innovativa e attrattivo per altri investitori un territorio. Qui abbiamo la prova che la riconversione ecologica del sistema produttivo non solo è auspicabile, ma che , unendo le qualità dell’investitore privato con le qualità delle istituzioni pubbliche, è anche la leva più produttiva da azionare per realizzare veramente un futuro di crescita attenta alla qualità della vita sia dal punto di vista ambientale che sociale”.

“Guardiamo con ottimismo al futuro accettando la sfida della trasformazione - conclude il direttore di stabilimento Vitesco Riccardo Toncelli – Con il programma di qualificazione di Vitesco Technologies possiamo valorizzare i nostri punti di forza, come le competenze e la passione che questo stabilimento ha sempre espresso".

Il progetto “QuTE4E” (Quantum Technologies Education for Everyone), coordinato dalla professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa e da Zeki Seskir di Quantum World, è stato selezionato come esperienza pilota nei settori della promozione e dell’educazione dalla Quantum Technologies Education Initiative (QTEdu), che ha l'obiettivo di tracciare una roadmap per l'educazione alle tecnologie quantistiche da consegnare alla Commissione Europea come buona pratica per le future azioni dedicate a questo importante obiettivo nell’ambito del programma Horizon 2021-2027, azioni nelle quali la Commissione ha annunciato di voler investire.

Generato nell’ambito della collaborazione tra la professoressa Chiofalo, che è anche direttrice di QPlayLearn-sezione Discover, la professoressa Sabrina Maniscalco (Università di Helsinki e responsabile scientifica di QPlayLearn) e la dottoressa Caterina Foti (Università di Aalto e direttrice di QPlayLearn), QuTE4E è centrato sul valore di educare al pensiero scientifico e alfabetizzare alla fisica quantistica cittadine e cittadini di ogni età, background culturale e grado di istruzione.

“La fisica quantistica offre una straordinaria opportunità educativa - osserva Marilù Chiofalo - perché attiva immaginazione e creatività in un modo totalmente diverso di pensare, dove diventa possibile ciò che nella nostra esperienza quotidiana è percepito come impossibile”. “Attraverso un lavoro di ricerca didattica - afferma Caterina Foti - QuTE4E produrrà strumenti e risorse per narrare il dizionario delle idee essenziali della fisica quantistica e loro applicazioni, basate su linguaggi differenti, dalla matematica ai videogiochi alle animazioni". L’idea è che curiosità e coinvolgimento siano chiavi di ingresso per qualunque percorso educativo di successo, a chiunque questo destinato, che siano studenti e docenti di ogni grado scolastico e universitario, esperte/i di divulgazione scientifica, personale di aziende dedicate alle tecnologie quantistiche, responsabili di decisioni politiche. QuTE4E produrrà sinergie tra le piattaforme europee già esistenti per la divulgazione della fisica quantistica, strumenti per misurare la qualità dei percorsi, realizzerà attività di divulgazione congiunte e accessibili da qualunque Paese europeo.

Secondo il giudizio della QTEdu, “il progetto pilota è eccellente, ambizioso e strutturato, con un elenco ben pianificato di azioni sinergiche. Più della metà dei partner è coinvolta anche in altri consorzi pilota, il che facilita le comunicazioni con altri progetti".

Il progetto QuTE4E, di cui l’8 luglio si è svolto il kickoff meeting, durerà circa un anno e mezzo. È stato selezionato con il fine di assistere l'European Quantum Flagship nella creazione dell'ecosistema di apprendimento necessario nell’era della cosiddetta seconda rivoluzione quantistica: “le tecnologie quantistiche stanno invadendo il mercato e rivoluzioneranno le nostre vite - ricorda Sabrina Maniscalco - ed è importante che i loro principi di funzionamento siano comprensibili o almeno accessibili a tutte e tutti, creando consapevolezza e atteggiamenti positivi, che facilitino l'emergere di una forza lavoro pronta per questo ambito".

L'intero processo partecipativo - parte del progetto europeo QTEdu-Coordination and support action for Quantum Technology Education - è stato molto pubblicizzato e di notevoli dimensioni, con l'adesione di più di cento ricercatrici e ricercatori di università e aziende del settore in Europa (e qualcuno/a anche negli Stati Uniti), impegnate/i a vario titolo nell'educazione alla fisica e alle tecnologie quantistiche. Trenta di questi contribuiscono a QuTE4E.

“L'Università di Pisa - commenta il prorettore per l'Informatica, Paolo Ferragina - è ampiamente coinvolta sui temi e sulle applicazioni della fisica quantistica, non soltanto nel settore della fisica appunto, ma in diversi altri grazie anche alla rivoluzione del Quantum Computing che ci vede impegnati in progetti internazionali prestigiosi. Ricordo anche l’evento che ha visto coinvolta la professoressa Anna Grassellino per l’inaugurazione della didattica del secondo semestre di questo anno accademico, nel quale è stata descritta la roadmap che porterà alla costruzione nei prossimi anni di un potente calcolatore quantistico al Fermi National Accelerator Laboratory (USA) e che, auspicabilmente, vedrà coinvolti nostri docenti e giovani ricercatori. E come ogni rivoluzione scientifica e tecnologica, anche quella del Quantum Computing richiede un'azione 'culturale' parallela e sinergica a tutti i livelli della formazione, che è l'obiettivo ambizioso e di respiro internazionale perseguito dal progetto della professoressa Chiofalo".

Il progetto e il relativo percorso sono consultabili al link: https://qt.eu/about-quantum-flagship/projects/education-coordination-support-actions/

Il progetto “QuTE4E” (Quantum Technologies Education for Everyone), coordinato dalla professoressa Marilù Chiofalo dell’Università di Pisa e da Zeki Seskir di Quantum World, è stato selezionato come esperienza pilota nei settori della promozione e dell’educazione dalla Quantum Technologies Education Initiative (QTEdu), che ha l'obiettivo di tracciare una roadmap per l'educazione alle tecnologie quantistiche da consegnare alla Commissione Europea come buona pratica per le future azioni dedicate a questo importante obiettivo nell’ambito del programma Horizon 2021-2027, azioni nelle quali la Commissione ha annunciato di voler investire.

Generato nell’ambito della collaborazione tra la professoressa Chiofalo, che è anche direttrice di QPlayLearn-sezione Discover, la professoressa Sabrina Maniscalco (Università di Helsinki e responsabile scientifica di QPlayLearn) e la dottoressa Caterina Foti (Università di Aalto e direttrice di QPlayLearn), QuTE4E è centrato sul valore di educare al pensiero scientifico e alfabetizzare alla fisica quantistica cittadine e cittadini di ogni età, background culturale e grado di istruzione.

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“La fisica quantistica offre una straordinaria opportunità educativa - osserva Marilù Chiofalo - perché attiva immaginazione e creatività in un modo totalmente diverso di pensare, dove diventa possibile ciò che nella nostra esperienza quotidiana è percepito come impossibile”. “Attraverso un lavoro di ricerca didattica - afferma Caterina Foti - QuTE4E produrrà strumenti e risorse per narrare il dizionario delle idee essenziali della fisica quantistica e loro applicazioni, basate su linguaggi differenti, dalla matematica ai videogiochi alle animazioni". L’idea è che curiosità e coinvolgimento siano chiavi di ingresso per qualunque percorso educativo di successo, a chiunque questo destinato, che siano studenti e docenti di ogni grado scolastico e universitario, esperte/i di divulgazione scientifica, personale di aziende dedicate alle tecnologie quantistiche, responsabili di decisioni politiche. QuTE4E produrrà sinergie tra le piattaforme europee già esistenti per la divulgazione della fisica quantistica, strumenti per misurare la qualità dei percorsi, realizzerà attività di divulgazione congiunte e accessibili da qualunque Paese europeo.

Secondo il giudizio della QTEdu, “il progetto pilota è eccellente, ambizioso e strutturato, con un elenco ben pianificato di azioni sinergiche. Più della metà dei partner è coinvolta anche in altri consorzi pilota, il che facilita le comunicazioni con altri progetti".

Il progetto QuTE4E, di cui l’8 luglio si è svolto il kickoff meeting, durerà circa un anno e mezzo. È stato selezionato con il fine di assistere l'European Quantum Flagship nella creazione dell'ecosistema di apprendimento necessario nell’era della cosiddetta seconda rivoluzione quantistica: “le tecnologie quantistiche stanno invadendo il mercato e rivoluzioneranno le nostre vite - ricorda Sabrina Maniscalco - ed è importante che i loro principi di funzionamento siano comprensibili o almeno accessibili a tutte e tutti, creando consapevolezza e atteggiamenti positivi, che facilitino l'emergere di una forza lavoro pronta per questo ambito".

L'intero processo partecipativo - parte del progetto europeo QTEdu-Coordination and support action for Quantum Technology Education - è stato molto pubblicizzato e di notevoli dimensioni, con l'adesione di più di cento ricercatrici e ricercatori di università e aziende del settore in Europa (e qualcuno/a anche negli Stati Uniti), impegnate/i a vario titolo nell'educazione alla fisica e alle tecnologie quantistiche. Trenta di questi contribuiscono a QuTE4E.

“L'Università di Pisa - commenta il prorettore per l'Informatica, Paolo Ferragina - è ampiamente coinvolta sui temi e sulle applicazioni della fisica quantistica, non soltanto nel settore della fisica appunto, ma in diversi altri grazie anche alla rivoluzione del Quantum Computing che ci vede impegnati in progetti internazionali prestigiosi. Ricordo anche l’evento che ha visto coinvolta la professoressa Anna Grassellino per l’inaugurazione della didattica del secondo semestre di questo anno accademico, nel quale è stata descritta la roadmap che porterà alla costruzione nei prossimi anni di un potente calcolatore quantistico al Fermi National Accelerator Laboratory (USA) e che, auspicabilmente, vedrà coinvolti nostri docenti e giovani ricercatori. E come ogni rivoluzione scientifica e tecnologica, anche quella del Quantum Computing richiede un'azione 'culturale' parallela e sinergica a tutti i livelli della formazione, che è l'obiettivo ambizioso e di respiro internazionale perseguito dal progetto della professoressa Chiofalo".

Il progetto e il relativo percorso sono consultabili al link: https://qt.eu/about-quantum-flagship/projects/education-coordination-support-actions/

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