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Comunicati stampa

È stata inaugurata venerdì 11 giugno la nuova sala dell’acquario di acqua dolce del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, il più grande d’Italia, dedicata alle acque del territorio. Con l’occasione, ha riaperto al pubblico anche l’acquario del Museo dopo il periodo di chiusura necessario per gli interventi di ampliamento e ammodernamento delle vasche, resi possibili grazie al contributo della Fondazione Pisa.

All'inaugurazione sono intervenuti il professor Damiano Marchi, direttore del Museo di Storia Naturale, Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con gli enti del territorio, la dott.ssa Paola Nicolosi, referente dell'Acquario del Museo di Storia Naturale, il dott. Nicola Fortini, ittiologo e autore del "Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane", e il professo Roberto Barbuti, ex direttore del Museo di Storia Naturale al quale è stato consegnato un riconoscimento per aver fermamente creduto e voluto la nascita e la crescita dell'Acquario del Museo.

La nuova sala, chiamata “Le acque del territorio’’ ospita quattro vasche con pesci italiani e specie endemiche della Toscana, cioè che vivono solo in questa zona. I pesci presenti provengono in particolare dai bacini dei fiumi Arno e Serchio (tinca, rovella, barbo etrusco, persico reale, gamberetti di fiume, vairone italiano, ghiozzo) e dalla laguna di Orbetello (nono).

"Dopo i tanti disagi dovuti all’emergenza Covid, stiamo tornando alla normalità con l’inaugurazione di questa nuova sala dell’Acquario del Museo – ha commentato il professor Damiano Marchi – Sono stato nominato direttore del Museo a dicembre del 2020, in piena pandemia, e questa è la mia prima inaugurazione. Con essa intendiamo dare un forte segnale di ritorno alla normalità. Ringrazio tutto il personale che si è adoperato ben oltre il dovuto per “accontentare’’ la mia richiesta di terminare il rinnovamento dell’Acquario prima dell’estate. E ringrazio la Fondazione Pisa per aver finanziato il progetto per l’allestimento della nuova sala".

La scelta di dedicare una sala alle acque interne della Toscana è in linea con il forte legame del Museo con il territorio. Un legame che è andato intrecciandosi nel tempo con un impegno sempre più marcato in termini di conservazione, salvaguardia della biodiversità e sostenibilità ambientale. Proprio in quest’ottica è stata rimodernata anche l’adiacente Galleria dell’acquario, che, oltre a descrivere l’evoluzione dei pesci, racconta le diverse tipologie di ambienti naturali dove vivono le specie d’acqua dolce nel mondo, sottolineando le connessioni ecologiche che sono alla base di questi delicati e preziosi ecosistemi, spesso minacciati dall’azione dell’uomo.

Con la valorizzazione del ruolo dell’acquario in termini di conservazione della biodiversità e soprattutto di rapporto diretto con gli animali vivi, il Museo si augura di poter contribuire sempre di più alla conoscenza e alla salvaguardia degli ecosistemi dulciacquicoli del territorio e del mondo.

È stata inaugurata venerdì 11 giugno la nuova sala dell’acquario di acqua dolce del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa, il più grande d’Italia, dedicata alle acque del territorio. Con l’occasione, ha riaperto al pubblico anche l’acquario del Museo dopo il periodo di chiusura necessario per gli interventi di ampliamento e ammodernamento delle vasche, resi possibili grazie al contributo della Fondazione Pisa.

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All'inaugurazione sono intervenuti il professor Damiano Marchi, direttore del Museo di Storia Naturale, Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, il professor Marco Gesi, prorettore per i rapporti con gli enti del territorio, la dott.ssa Paola Nicolosi, referente dell'Acquario del Museo di Storia Naturale, il dott. Nicola Fortini, ittiologo e autore del "Nuovo atlante dei pesci delle acque interne italiane", e il professo Roberto Barbuti, ex direttore del Museo di Storia Naturale al quale è stato consegnato un riconoscimento per aver fermamente creduto e voluto la nascita e la crescita dell'Acquario del Museo.

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La nuova sala, chiamata “Le acque del territorio’’ ospita quattro vasche con pesci italiani e specie endemiche della Toscana, cioè che vivono solo in questa zona. I pesci presenti provengono in particolare dai bacini dei fiumi Arno e Serchio (tinca, rovella, barbo etrusco, persico reale, gamberetti di fiume, vairone italiano, ghiozzo) e dalla laguna di Orbetello (nono).

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"Dopo i tanti disagi dovuti all’emergenza Covid, stiamo tornando alla normalità con l’inaugurazione di questa nuova sala dell’Acquario del Museo – ha commentato il professor Damiano Marchi – Sono stato nominato direttore del Museo a dicembre del 2020, in piena pandemia, e questa è la mia prima inaugurazione. Con essa intendiamo dare un forte segnale di ritorno alla normalità. Ringrazio tutto il personale che si è adoperato ben oltre il dovuto per “accontentare’’ la mia richiesta di terminare il rinnovamento dell’Acquario prima dell’estate. E ringrazio la Fondazione Pisa per aver finanziato il progetto per l’allestimento della nuova sala".

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La scelta di dedicare una sala alle acque interne della Toscana è in linea con il forte legame del Museo con il territorio. Un legame che è andato intrecciandosi nel tempo con un impegno sempre più marcato in termini di conservazione, salvaguardia della biodiversità e sostenibilità ambientale. Proprio in quest’ottica è stata rimodernata anche l’adiacente Galleria dell’acquario, che, oltre a descrivere l’evoluzione dei pesci, racconta le diverse tipologie di ambienti naturali dove vivono le specie d’acqua dolce nel mondo, sottolineando le connessioni ecologiche che sono alla base di questi delicati e preziosi ecosistemi, spesso minacciati dall’azione dell’uomo.

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Con la valorizzazione del ruolo dell’acquario in termini di conservazione della biodiversità e soprattutto di rapporto diretto con gli animali vivi, il Museo si augura di poter contribuire sempre di più alla conoscenza e alla salvaguardia degli ecosistemi dulciacquicoli del territorio e del mondo.

1“L’idea di questa collana nasce dall’osservazione delle esperienze di tanti studenti e di tante studentesse dell’Ateneo pisano che meritano di essere valorizzate e diffuse. Storie diverse, caratterizzate, pur nelle diverse forme di disabilità e quindi di difficoltà da affrontare, da un segno importante e positivo che abbiamo voluto sintetizzare nel titolo”. Parte con questo incipit dei due direttori, i professori Luca Fanucci e Sandra Lischi, la nuova collana dell’Università di Pisa sui “Progetti di vita. Storie di studenti con disabilità”.

Pubblicata dalla Pisa University Press, l’iniziativa editoriale è a cura dell’Ufficio servizi per l’integrazione di studenti con disabilità (USID) dell’Ateneo, in collaborazione con il Polo comunicazione del Centro per l’innovazione e la diffusione della cultura (CIDIC). Si avvale di un Comitato scientifico composto dal rettore Paolo Mancarella, che al tema ha dedicato gran parte del suo impegno istituzionale, dai due direttori e dai professori Arturo Marzano, in qualità di delegato per Gender Studies and Equal Opportunities, Giovanni Cioni, docente di Neuropsichiatria infantile, Fabio Dei, docente Discipline demoetnoantropologiche, Maria Antonella Galanti, docente di Didattica e pedagogia speciale, e Angelo Gemignani, docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica.

La collana avrà cadenza trimestrale o quadrimestrale e sarà pubblicata on line sulla piattaforma open access visibile all'indirizzo: https://progettidivita.unipi.it/.

 

Il sito è stato realizzato nel rispetto delle "Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici” dell’Agenzia per l’Italia digitale (AGID) per fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari. In particolare è stato progettato in conformità delle linee guida WCAG 2 (Web Content Accessibility Guidelines) del W3C. Uno o due numeri all'anno saranno anche stampati.

Il primo numero, su carta, affronta l’argomento delle “Esperienze al tempo del Covid-19”. Dopo il saluto del rettore, la presentazione della collana da parte dei professori Fanucci e Lischi e l’introduzione al tema della curatrice del volume, la dottoressa Fiammetta Savoia, il volume raccoglie la testimonianza scritta e fotografica di sei studentesse e studenti che raccontano il loro percorso di vita e di studio nei mesi centrali della pandemia. Sulla base della loro esperienza, Clizia Sargentini, Mattia Costenaro, Camilla Mannino, Simone Casprini, Sara Scornavacche e Fabio Posa descrivono come è cambiata la diversità nel periodo pandemico.

In alto da sinistra: Luca Fanucci, Sandra Lischi, Paolo Mancarella. In basso da sinistra: Camilla Mannino, Sara Scornavacche e Mattia Costenaro.

“La spinta propulsiva alla realizzazione di questo primo numero - ha sintetizzato la curatrice Fiammetta Savoia – è stata quella di soffermarsi su come cambia, alla luce dell’epidemia di coronavirus, la diversità: come alcune limitazioni e/o difficoltà possono aver già dato, a chi le vive quotidianamente, strumenti concreti, introspettivi, culturali, che al momento attuale diventano risorse; o come, al tempo stesso, possono far emergere un maggior senso di fragilità e precarietà”.
"Scoprirete le storie di Clizia, Mattia, Camilla, Simone, Sara e Fabio - ha detto il rettore Paolo Mancarella - in questo volume di una collana che arriva in un momento molto difficile per tutti noi e che, proprio attraverso di loro, vuole rendervi partecipi di bellissime lezioni di vita, di dignità, di determinazione oggi particolarmente utili per tutti noi".

Il commento finale, che di volta in volta coinvolgerà i componenti del Comitato scientifico sulla base delle rispettive competenze, è stato affidato alla professoressa Maria Antonella Galanti con una riflessione dal titolo “Distanza e vicinanza in tempi di pandemia”. “Le nuove paure legate alla situazione attuale - ha concluso – hanno determinato nuove frontiere di egoismo e cioè la tendenza a mettere il proprio punto di vista al primo posto e la parallela incapacità di comprendere il punto di vista dell’altro. Per fortuna, però, stanno nascendo anche nuove forme di solidarietà e di ridefinizione delle gerarchie di importanza tra i desideri e i bisogni. Questo libro inaugura una collana che ha come suo fine quello di attraversare le differenze tra le persone per riconoscersi simili e vicini nella fragilità di ciascun essere umano”.

 

Si terrà venerdì 11 giugno, alle ore 12 nell'Aula Magna del Polo della Memoria "San Rossore 1938", la conferenza stampa di presentazione della nuova collana dell’Università di Pisa "Progetti di vita. Storie di studenti con disabilità", pubblicata dalla Pisa University Press, e del primo numero dal titolo "Esperienze al tempo del Covid-19".

All'incontro interverranno il rettore Paolo Maria Mancarella, i direttori della collana, professori Luca Fanucci e Sandra Lischi, e la curatrice del numero, dottoressa Fiammetta Savoia.

Alcuni degli studenti che hanno raccontato la loro esperienza nel periodo di pandemia porteranno quindi una testimonianza diretta.

In occasione della presentazione si potrà ritirare una copia del volume.

Corona di alloro per i primi due laureati in “Diritto dell’innovazione per l’impresa e le istituzioni”, il corso di laurea magistrale istituito due anni fa al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa, il primo in Italia su queste tematiche. Annalisa Gioli, 25 anni originaria di Livorno, e Adriano Polidoro, 28 anni originario di Minturno (LT), hanno discusso una tesi di diritto amministrativo, intitolata rispettivamente “Rigenerazione urbana e smart city: nuovi strumenti amministrativi per i contesti urbani” ed “Eco-innovazione nella Pubblica Amministrazione: analisi della normativa sul Green Public Procurement”. Alla discussione è intervenuto anche il Rettore Paolo Maria Mancarella, che ha portato i suoi saluti ai due brillanti giovani laureati, che hanno conseguito il titolo perfettamente nei tempi previsti dal piano di studi.

Il nuovo corso di laurea magistrale del Dipartimento di Giurisprudenza è nato con l’obiettivo di preparare professionisti in grado di inoltrarsi su terreni giuridici inediti con strumenti all’avanguardia. Infatti, le materie impartite e le tematiche approfondite, anche attraverso laboratori didattici interdisciplinari, sembrano fornire agli studenti una formazione in linea con le recenti sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), proteso a giocare un ruolo attivo nella transizione digitale ed ecologica avviata dall’Unione europea.

I due neolaureati – ora giuristi dai tratti diversi rispetto al modello tradizionale – possono entrare nel mondo del lavoro con competenze specialistiche e d’avanguardia, in grado di affrontare le nuove sfide che la profonda trasformazione digitale del mondo contemporaneo pone all’esperto giuridico.

Obiettivo principale sarà quello di contribuire all’istituzionalizzazione degli schemi di mentorship in dieci università italiane, per favorire la costituzione ed il rafforzamento di una “rete italiana di università inclusive”.

A tale riguardo, il progetto si propone di raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

  1. Istituzionalizzazione del modello di mentorship all’interno delle Università. L’implementazione di modelli di mentorship è facilitata grazie al riconoscimento formale dei comitati di studenti e del ruolo dei professori focal point all’interno dell'ateneo
  2. Rafforzamento delle competenze dei comitati di studenti attraverso attività di Capacity-Building nelle dieci università.
  3. Sviluppo di strumenti per la replicabilità dello schema di mentorship

Soggetti coinvolti: IOM, CRUI, Ministero dell’Interno, MIUR, Rete 10 Università italiane, Dipartimento Giurisprudenza UNIPI, Ufficio per le Relazioni Internazionali UNIPI

Link utili: https://unimentorship.it/chi-siamo/atenei/universita-di-pisa/

 

 

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