Ecco ti sento! Sbadigliare è più “contagioso” fra familiari e amici
Sbadigliare è più “contagioso” tra familiari e amici, piuttosto che tra sconosciuti: a far luce sulle cause di questo fenomeno c’è un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Psychology (https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2020.00442) e condotto da Elisabetta Palagi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e da Ivan Norscia, Anna Zanoli, Marco Gamba dell’Università di Torino.
Attraverso una raccolta dati etologica quasi decennale sui casi di contagio di sbadiglio, i ricercatori hanno evidenziato che rispondere a uno sbadiglio non dipende solo dal vedere qualcuno che sbadiglia. Infatti, pur rimuovendo la chiave visiva, cioè solo ascoltando uno sbadiglio, il contagio resta massimo tra familiari e amici e minimo tra sconosciuti e semplici conoscenti.
Questo nuovo studio conferma quindi l’idea che il contagio rifletta la connessione emotiva che lega le persone e fa scartare l’ipotesi che il fenomeno derivi dal semplice fatto di avere più sottocchio amici e familiari, da cui appunto la reazione imitativa. Non sembra quindi che l’attenzione visiva rivolta al soggetto che sbadiglia sia il fattore fondamentale, come invece viene spesso suggerito da altri autori che studiano lo stesso fenomeno.
“In uno studio precedente (https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0028472) avevamo già definito la dinamica del contagio di sbadiglio a seconda della relazione sociale che lega le persone, familiari o meno – spiega Elisabetta Palagi – questa nuova ricerca conferma quindi la nostra ipotesi, e cioè udire uno sbadiglio, anche senza vederlo, è sufficiente a scatenare una reazione come riflesso inconscio del legame affettivo che lega i soggetti”.
Avviso di fabbisogno per un Supporto alla Didattica (50 ore) nell’ambito del Master di II livello in “Diagnostica per Immagini dei piccoli animali
Avviso di fabbisogno interno per un Supporto alla Didattica (45 ore) nell'ambito del Master di II livello in "Diagnostica per Immagini dei piccoli animali" a.a. 2019/2020
Incarico per “Realizzazione di disegni archeologici scientifici ad integrazione di una pubblicazione nell’ambito del progetto”
Avviso di fabbisogno interno progetto “Simulazione del comportamento energetico dinamico di edifici che utilizzano pompe di calore con accumuli idronici trascurabili per il servizio di climatizzazione invernale
La Domus Mazziniana protagonista su Tvr Più e Tvr Teleitalia 7gold della trasmissione "CulturalMente Toscana"
Sarà la Domus Mazziniana di Pisa la protagonista della trasmissione "CulturalMente Toscana", che andrà in onda su Tvr Più (Canale 77 e www.tvrteleitalia.com), giovedì 7 alle ore 21, e su Tvr Teleitalia 7gold (Canale 19), venerdì 8 alle ore 12.30, con replica lunedì 11 alle ore 00.30. Il programma prevede la visita e la presentazione della Domus, registrate prima dell’emergenza coronavirus, a cura del direttore Pietro Finelli e poi degli interventi in studio (via web) con Michele Finelli, presidente nazionale dell’Associazione Mazziniana Italiana, e con il professor Zeffiro Ciuffoletti.
"CulturalMente Toscana", con un ciclo di 32 puntate, è prodotta e realizzata con il contributo della Giunta Regionale e mira a far conoscere ai telespettatori i grandi attrattori culturali della Toscana entrando dentro biblioteche, archivi, Istituti di cultura, percorsi museali e alcune dimore della memoria dove hanno soggiornato i "grandi toscani" e intervistando i responsabili di tali attrattori che racconteranno la storia e l'importanza di queste oasi culturali.
Il saluto del Coro e dell'Orchestra dell'Università di Pisa
Il distanziamento che giustamente dobbiamo rispettare ha interrotto ormai da quasi due mesi un elemento importante della socialità: le strette di mano, gli abbracci, gli sguardi ricambiati, i sorrisi, il riverbero delle emozioni, per un’esperienza importante e comune, che si può avere pienamente solo con la prossimità dei corpi. È un aspetto tanto più imprescindibile quando la condivisione riguarda la musica. Lo comprendiamo bene, nell’ascoltarla dal vivo, in un teatro o in una sala da concerto, e ci è chiara in maniera immediata tutta la differenza che corre tra questo tipo di esperienza e una fruizione, sia pure piacevole, dal divano di casa, attraverso un apparecchio che funge da filtro. Quando, poi, la musica diventa esperienza ancora più attiva, per il cantare o il suonare insieme, il significato, non solo tecnico, della vicinanza fisica, diviene ancora più intenso ed evidente.
Tra le altre consuetudini che si sono bruscamente interrotte a causa del coronavirus, ci sono, per noi che facciamo parte del Coro o dell’Orchestra dell’Università, anche quelle delle nostre prove settimanali e dell’attesa degli appuntamenti con chi, da anni, ci fa dono del suo apprezzamento venendoci ad ascoltare.
Il video di saluto del Coro dell'Università di Pisa
Stiamo cercando – lo abbiamo fatto fin da subito - di sopperire come possiamo, incontrandoci attraverso i mezzi di comunicazione a distanza per continuare un dialogo a più voci, ma in qualche altro possibile modo, dato che la musica presuppone una partecipazione del corpo e quella d’insieme, quindi, non si può certo praticare a distanza.
Pensiamo con inquietudine e rammarico che i teatri, i cinema, i luoghi della cultura condivisa, dovranno comprensibilmente essere, purtroppo, gli ultimi a riaprire e anche questo ci addolora, insieme alla consapevolezza di ciò che potrebbe comportare in termini di sopravvivenza di queste dimensioni culturali primarie e per quanti, lavoratori del mondo dello spettacolo musicale, teatrale e cinematografico, temono per la propria attività futura.
Vogliamo, tuttavia, contribuire a tenere alta la voce della speranza nel futuro; una voce che può acquisire senso soltanto attraverso la solidarietà e la socialità. Non possiamo sottrarci alle misure di sicurezza che ancora, sia pure lievemente attenuate, continueranno a regolare le nostre attività, ma vogliamo almeno che la distanza fisica non coincida del tutto con quella sociale.
È questo il senso dei due video, uno del Coro e uno dell’Orchestra dell’Università. Si tratta di un saluto, rivolto alla comunità accademica e alla nostra città: un arrivederci a presto, per gioire ancora, insieme e in uno spazio condiviso, grande e accogliente, di tanta musica!
Maria Antonella Galanti
Responsabile del Centro musicale per la diffusione della cultura e della pratica musicale