Due borse di studio e approfondimento su “Analisi e progettazione di circuiti e sistemi elettronici ad alte prestazioni”
Avviso di fabbisogno interno per “Avanzamento Agenda 2030 delle Nazioni Unite” nell’ambito del Progetto Regione Toscana
Incarico di lavoro autonomo da conferirsi da parte del Dipartimento di Economia e Management per “Impresa e violazione dei diritti umani nel settore estrattivo” Progetto BREAD
Incarico di lavoro autonomo da conferirsi da parte del Dipartimento di Economia e Management per “Food waste” Progetto BREAD
Due incarichi di lavoro autonomo da conferirsi da parte del Dipartimento di Economia e Management per “Attività di impresa e diritti umani” Progetto BREAD
Al via “Voci di pace online”, il laboratorio didattico a distanza per le scuole
Riprenderà nel mese di maggio il laboratorio didattico “Voci di pace”, offerto in modalità online dal Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell'Università di Pisa alle scuole primarie e secondarie del territorio pisano. A seguito dell’emergenza epidemiologica legata al COVID-19, e alla conseguente chiusura delle scuole, non è stato possibile avviare nelle classi il laboratorio “Voci di pace”, preparato dai volontari e dalle volontarie del progetto di Servizio Civile Universale attivo presso il CISP “Ricerca per la pace”. Tuttavia, questo periodo di “sospensione” delle attività in presenza si sta rivelando molto fruttuoso e creativo: i volontari e le volontarie non hanno interrotto il loro servizio, tutt’altro, stanno collaborando ancora più strettamente, da casa in smart working, alle principali attività del CISP, tra cui il nuovo "Scienza & pace magazine". Insieme a loro è stato dunque riprogettato il laboratorio, per offrirlo gratuitamente alle classi in modalità online, utilizzando una piattaforma per le lezioni a distanza.
“Voci di pace online” si pone l’obiettivo di sollecitare negli studenti e nelle studentesse il rispetto di sé e degli altri, lavorando sull’empatia e sullo sviluppo di punti di vista alternativi rispetto a quelli prevalenti, in modo da costruire un pensiero autonomo e critico, indispensabile per contrastare qualsiasi forma di hate speech online e offline. Vuole inoltre far riflettere sul significato dell’appartenenza a un gruppo, facendo capire l’importanza dell’attenzione, della fiducia reciproca, della responsabilità e della cooperazione; vuole insegnare ai ragazzi e alle ragazze a sentire e gestire le emozioni di base, in modo da migliorare le proprie relazioni con sé e con gli altri; facilita l'acquisizione di una consapevolezza critica degli stereotipi e dei pregiudizi con cui ci accostiamo agli altri, a partire dalle conseguenze negative che ne possono derivare in termini di discriminazione, esclusione e conflitti. Vuole promuovere infine la riflessione sulla storia e sulla persistenza, in forme nuove e spesso nascoste, del razzismo con particolare attenzione ai meccanismi di disinformazione (“fake news”) e ai discorsi di odio circolanti nei media.
“In questo momento di enorme sforzo da parte dei docenti delle scuole con la didattica online – afferma la direttrice del Cisp Enza Pellecchia - e di grandissima capacità di adattamento dei bambine e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo voluto fare la nostra parte, per consentire alle scuole di arricchire l'offerta didattica, con laboratori finalizzati all'acquisizione di competenze relazionali ed emotive utili per la costruzione del gruppo classe. Siamo convinti/e che "l'imparare-giocando" sia più che mai importante in questo momento, in cui alunni e alunne trascorrono molte ore da soli impegnati nella didattica frontale a distanza, spesso privati della possibilità di attività in gruppo. Per questo motivo il CISP vuole essere presente, lavorando insieme alle scuole con un entusiasmo ancora più grande, per offrire ai ragazzi e alle ragazze strumenti utili per costruire una società di pace e di trasformazione nonviolenta dei conflitti.”
“Ricerca per la pace” è il progetto di Servizio Civile Universale del Cesc Project realizzato presso la sede del Cisp. Il volontario Marco Giusti e le volontarie Elisa Domenici, Diletta Goldoni, Maria Bruna Stella ed Elisabetta Rizzo hanno avviato il loro servizio il 15 gennaio scorso e sono state adeguatamente formate e preparate da Giulia Nervi, ex volontaria in Servizio civile presso il CISP nel 2016 che ancora oggi continua a mettere a disposizione dei nuovi volontari le competenze acquisite.
Al via “Voci di pace online”, il laboratorio didattico a distanza per le scuole
Riprenderà nel mese di maggio il laboratorio didattico “Voci di pace”, offerto in modalità online dal Centro Interdisciplinare Scienze per la Pace dell'Università di Pisa alle scuole primarie e secondarie del territorio pisano.
“Voci di pace online” si pone l’obiettivo di sollecitare negli studenti e nelle studentesse il rispetto di sé e degli altri, lavorando sull’empatia e sullo sviluppo di punti di vista alternativi rispetto a quelli prevalenti, in modo da costruire un pensiero autonomo e critico, indispensabile per contrastare qualsiasi forma di hate speech online e offline. Vuole inoltre far riflettere sul significato dell’appartenenza a un gruppo, facendo capire l’importanza dell’attenzione, della fiducia reciproca, della responsabilità e della cooperazione; vuole insegnare ai ragazzi e alle ragazze a sentire e gestire le emozioni di base, in modo da migliorare le proprie relazioni con sé e con gli altri; facilita l'acquisizione di una consapevolezza critica degli stereotipi e dei pregiudizi con cui ci accostiamo agli altri, a partire dalle conseguenze negative che ne possono derivare in termini di discriminazione, esclusione e conflitti. Vuole promuovere infine la riflessione sulla storia e sulla persistenza, in forme nuove e spesso nascoste, del razzismo con particolare attenzione ai meccanismi di disinformazione (“fake news”) e ai discorsi di odio circolanti nei media.
A seguito dell’emergenza epidemiologica legata al COVID-19, e alla conseguente chiusura delle scuole, non è stato possibile avviare nelle classi il laboratorio “Voci di pace”, preparato dai volontari e dalle volontarie del progetto di Servizio Civile Universale attivo presso il CISP “Ricerca per la pace”. Tuttavia, questo periodo di “sospensione” delle attività in presenza si sta rivelando molto fruttuoso e creativo: i volontari e le volontarie non hanno interrotto il loro servizio, tutt’altro, stanno collaborando ancora più strettamente, da casa in smart working, alle principali attività del CISP, tra cui il nuovo "Scienza & pace magazine".
Insieme a loro è stato dunque riprogettato il laboratorio, per offrirlo gratuitamente alle classi in modalità online, utilizzando una piattaforma per le lezioni a distanza.
“In questo momento di enorme sforzo da parte dei docenti delle scuole con la didattica online – afferma la direttrice del Cisp Enza Pellecchia - e di grandissima capacità di adattamento dei bambine e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo voluto fare la nostra parte, per consentire alle scuole di arricchire l'offerta didattica, con laboratori finalizzati all'acquisizione di competenze relazionali ed emotive utili per la costruzione del gruppo classe. Siamo convinti/e che "l'imparare-giocando" sia più che mai importante in questo momento, in cui alunni e alunne trascorrono molte ore da soli impegnati nella didattica frontale a distanza, spesso privati della possibilità di attività in gruppo. Per questo motivo il CISP vuole essere presente, lavorando insieme alle scuole con un entusiasmo ancora più grande, per offrire ai ragazzi e alle ragazze strumenti utili per costruire una società di pace e di trasformazione nonviolenta dei conflitti.”
“Ricerca per la pace” è il progetto di Servizio Civile Universale del Cesc Project realizzato presso la sede del Cisp. Il volontario Marco Giusti e le volontarie Elisa Domenici, Diletta Goldoni, Maria Bruna Stella ed Elisabetta Rizzo hanno avviato il loro servizio il 15 gennaio scorso e sono state adeguatamente formate e preparate da Giulia Nervi, ex volontaria in Servizio civile presso il CISP nel 2016 che ancora oggi continua a mettere a disposizione dei nuovi volontari le competenze acquisite.
Pubblicato su “Current Genomics” un articolo sul Covid-19 a firma di medici pisani
È stato pubblicato sulla rivista online “Current Genomics” un articolo a cura di un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa che descrive la caratteristiche chiave dell’epidemia di Covid-19 a seguito di un’estesa revisione della letteratura scientifica. L’articolo, dal titolo “The Covid-19, epidemiology, clinic and prevention”, è un editoriale su invito da parte della stessa rivista e porta la firma dei medici dei gruppi della Medicina Interna Immuno-Endocrina (professor Alessandro Antonelli), della Medicina Preventiva e del Lavoro (professor Alfonso Cristaudo e professor Rudy Foddis).
Nella foto, da sinistra, la Dot.ssa Silvia Martina Ferrari, il Prof. Rudy Foddis, la Dott.ssa Giusy Elia, il Dott. Salvatore De Marco, il Prof. Alessandro Antonelli, la Dott.ssa Poupak Fallahi e il Prof. Alfonso Cristuado.
Lo studio è un prezioso contributo alla diffusione delle conoscenze sul Covid-19 e sintetizza in vari punti tutto quello che è stato scoperto fino ad oggi del virus: dall’origine animale, fino ai mezzi di trasmissione, tra cui le ormai famose “droplets” e il contatto con superfici contaminate. Inoltre vengono riportati in modo approfondito i sintomi – principalmente febbre, tosse, difficoltà respiratorie, dolori muscolari e affaticamento, ma in alcuni casi anche nausea, vomito e diarrea – e si ricorda che il 20-30% di chi viene infettato deve ricorrere alle terapie intensive. In questi casi sono state riscontrate malattie preesistenti come ipertensione, diabete, obesità e malattie cardiovascolari. Il tasso di mortalità è del 5-15% dei pazienti ospedalizzati con una preponderanza di uomini sopra i 60 anni con malattie pregresse.
Ampio spazio dell’editoriale è dedicato alle terapie che si sono sperimentate fino ad oggi: tra queste si ricordano quelle con i farmaci impiegati nel trattamento di alcune infezioni virali, in particolare quelle da HIV; quella con il farmaco per il trattamento dell’artrite reumatoide; quella con l’eparina, che va ad agire contro le coagulopatie riscontrate in molti pazienti; infine le cure col plasma di pazienti immunizzati.
Sul lato della prevenzione si ricorda che le misure principali per evitare la diffusione dell’infezione sono stare a casa, evitare assembramenti, lavare frequentemente le mani con acqua e sapone. Viene inoltre citata l’importanza del distanziamento sociale e dell’utilizzo delle mascherine. Un ultimo paragrafo è dedicato allo studio del vaccino: attualmente ci sono tre strategie di vaccinazione al vaglio degli scienziati e lo sforzo di tutti è arrivare prima possibile a una soluzione grazie alla ricerca scientifica.
Ricercatori di Ateneo, CNR e Fondazione Monasterio nel progetto internazionale del Milano Ventilatore Meccanico
Si racconta che in punto di morte a Lev Landau, uno dei più geniali fisici russi di tutti i tempi, sia servito un ventilatore polmonare e che uno dei suoi colleghi abbia proposto di costruirlo seduta stante. Chissà se Cristian Galbiati o i suoi collaboratori del progetto Milano Ventilatore Meccanico (MVM, http://mvm.care/it) conoscono questa storia, o se abbiano avuto il tempo di pensarci durante le poche settimane che hanno impiegato per sviluppare un innovativo ventilatore polmonare per supportare i pazienti Covid-19 ricoverati nelle terapie intensive di tutto il mondo.
Basato su una tecnologia di facile uso ma sicura ed efficiente, MVM ha un sistema di controllo avanzato che consente le diverse modalità di ventilazione con un costo complessivo dei componenti di poche centinaia di euro. Fondamentale è la semplicità del design, che include solo componenti di facile reperibilità sul mercato per poter permettere una produzione rapida e su vasta scala nei diversi Paesi. E l’obiettivo infatti è quello di avviare rapidamente la produzione di 1000 unità in ognuno dei tre Paesi che hanno fatto nascere il progetto: Italia, Stati Uniti e Canada.
Nata da un’idea di ricercatori impegnati in attività di ricerca sulla materia oscura nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e nei laboratori canadesi di SNOLAB e TRIUMF, che hanno messo a disposizione la loro esperienza sui sistemi di controllo gas, la collaborazione MVM opera in un ambiente di innovazione aperta (open hardware). Questo approccio, basato sulla condivisione continua di informazioni, schemi tecnici e risultati ottenuti, ha consentito il rapido avanzamento del progetto, la costruzione di una serie di prototipi funzionanti e portato ora a ottenere la certificazione di emergenza (EUA, Emergency Use Authorization) per l’uso clinico del dispositivo da parte della Food and Drug Administration (FDA), l’ente certificatore statunitense che rappresenta un riferimento a livello mondiale.
Per raggiungere quest’ultimo ma decisivo obiettivo, alcuni ricercatori del dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell’Università di Pisa (Tommaso Lomonaco, Denise Biagini e Fabio Di Francesco) e dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Pietro Salvo), supportati dal personale della Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” ed in collaborazione con la ditta SRA Instruments (Andrea Carretta), hanno prestato l’esperienza maturata in molti anni di ricerca nel campo dell’analisi dei gas espirati per verificare l’assenza di rilasci di composti volatili dannosi per i pazienti che dovranno utilizzare MVM. La collaborazione MVM si propone ora di ottenere sia la certificazione definitiva da parte di FDA che le analoghe certificazioni nazionali ovunque il dispositivo debba essere usato, e di avviare quindi la produzione.
Il mondo scientifico italiano ed internazionale sta dando prova di reagire con prontezza alla sfida globale posta da COVID-19, dimostrando che le conoscenze scientifiche generate dalla ricerca di base anche in campi apparentemente lontani dalla vita di tutti i giorni possono essere molto utili per raggiungere con rapidità obiettivi drammaticamente concreti. MVM è infatti un progetto nato dal basso nella comunità scientifica che si è propagato rapidamente fino ad includere ricercatori di sette nazioni (Italia, USA, Canada, Francia, Spagna, Regno Unito e Polonia), che hanno abbandonato all’improvviso le proprie attività di ricerca per prestare gratuitamente a tutti noi le proprie conoscenze e renderne disponibili i frutti senza fini di lucro. Una bella storia, un atto d’amore verso l’umanità.
Nella foto in alto: da sinistra Di Francesco, Lomonaco e Salvo.
Nella foto in basso: Biagini.