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Comunicati stampa

Siamo studenti del sesto anno di Medicina e Chirurgia dell'Università di Pisa, canale AK, e precisamente mercoledì 22 aprile abbiamo terminato le ultime lezioni del nostro ultimo anno. L'emergenza ha in minima parte colpito anche noi, che ci siamo trovati a dover seguire i corsi online, senza poterci salutare con la solita convivialità che caratterizza questa occasione al termine di sei faticosi anni. L'ultimo giorno infatti si fa festa stappando spumante nel giardino di Cisanello, ci si scambiano saluti e auguri di buona fortuna e si scatta la foto ricordo, tutti insieme con il camice insieme al nostro professore di clinica medica, Stefano Taddei.

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Al pensiero di non potere avere nemmeno la foto ricordo ci siamo detti: non ci stiamo! Così è maturato in noi il pensiero di ricrearla in maniera alternativa con Photoshop, cercando un risultato quanto più verosimile possibile, grazie anche ai preziosi consigli tecnici di Iacopo Casalini, studente di ingegneria appassionato di fotografia.

La mente e il braccio del lavoro sono stati i nostri rappresentanti di corso: Irene Cocciaro e Federico Ferri. Si è partiti pensando alla logistica, era fondamentale dare delle direttive precise e univoche per ciascuno su come scattare la propria foto: provenienza della luce, altezza della fotocamera, ecc. Dettagli importanti sui quali non si poteva soprassedere per evitare che il fotomontaggio finale risultasse troppo posticcio.

Federico, il nostro rappresentante di corso fin dal primo anno, ha poi colto l'occasione una mattina in cui aveva già preso appuntamento per recarsi a donare il sangue per scattare la foto che sarebbe diventata il nostro sfondo. Dopodiché ha ritagliato, unito e modificato ogni singola foto inviata, ben 119, tra le quali non poteva ovviamente mancare quella del nostro professore: tutto il corso ha infatti voluto far parte del progetto, entusiasti e compatti, proprio come se fossimo stati tutti insieme su quel prato al momento dello scatto.

Giorni di lavoro (e nottate, per poterlo concludere entro il mercoledì pomeriggio) per riuscire a ricreare un istante, un bellissimo ricordo al quale siamo già affezionati e che ci permetterà di ripensare ai nostri anni nell'Università di Pisa con orgoglio.

Non ci siamo fatti mancare neanche il brindisi finale! Online, al termine della lezione, quello che doveva essere un anonimo pomeriggio passato in ciabatte davanti a un computer si è trasformato in un'occasione fatta di risate e saluti, virtuali ma pur sempre commoventi, per darci la carica a vicenda verso il traguardo finale, insomma, un ultimo giorno un po' "alternativo" ma che abbiamo saputo trasformare in qualcosa di memorabile!

La scorsa settimana abbiamo chiuso un percorso nel quale sono molte le figure che ci hanno guidato. Vogliamo quindi qui ringraziare i nostri professori per tutto quello che ci hanno trasmesso, tutti i medici e gli infermieri dai quali abbiamo avuto modo di imparare tanto a tirocinio e il nostro rettore, che da marzo non ha mancato occasione per farci sentire la sua vicinanza in questa situazione.

Concludiamo ringraziando noi stessi, per essere stati sempre pronti ad aiutarci l'un l'altro; più che colleghi, amici.

Gli studenti del sesto anno, canale AK, del corso di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa

L’IRCCS Fondazione Stella Maris avvia uno studio, che coinvolgerà centinaia di famiglie, per valutare l’impatto che l’emergenza COVID19 ha avuto sui bambini e sugli adolescenti con proble-matiche neuropsichiatriche, sia sul piano psicologico, che sulla possibilità di proseguire almeno in parte le cure. È il primo studio rilevante per ampiezza, profondità e specificità che si realizza nel nostro Paese per indagare gli effetti del lockdown su questa parte debole della società.

COVID PS-IMPACT. Stress familiare e disturbi psicopatologici causati dall’emergenza CO-VID-19 nella popolazione pediatrica con disturbi neuropsichiatrici: l’esperienza della pandemia Sars-Cov-2 in Italia. È questo il titolo dell’inchiesta, sviluppata d’intesa con i direttori delle tre Unità Operative cliniche dell’IRCCS Fondazione Stella Maris (Neurologia e Neuroriabilitazione, professor Giovanni Cioni, Psichiatria, professor Filippo Muratori, Psichiatria e Psicofarmacologia, dottor Gabriele Masi) e tutti gli specialisti che vi lavorano e viene condotta dai medici in formazione della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa, diretta dalla professoressa Roberta Battini, che ha sede presso l’IRCCS.

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Per condurre lo studio c’è bisogno dell’aiuto di tutte le famiglie disponibili a dedicare un po’ del loro tempo a compilare on-line i tre questionari utili a capire come aiutare tutti i bambini, i ragazzi e le loro famiglie durante e dopo l’emergenza.

Lo studio fa parte dell’inchiesta EACD COVID-19 Survey-Families, promossa in questi giorni in più di 30 paesi dalla European Academy of Childhood Disability, per comprendere non solo l'impatto a breve e lungo termine del lockdown sui bambini e sui loro familiari rispetto alle loro condizioni di salute fisica, mentale, al loro stato finanziario, alle condizioni generali di vita ed alle possibilità di accesso all’istruzione ed a trattamenti e/o servizi, alla disponibilità di determinati tipi di trattamenti/servizi ed alla qualità dei trattamenti/servizi attualmente forniti.
Le informazioni, le opinioni e le proposte che le mamme e i papà forniranno saranno preziosissime per conoscere e dare evidenza alla loro situazione, con la fondata speranza che possano tradursi in proposte concrete per migliorare i servizi resi ai bambini e alle loro famiglie.

Lo studio non ha limitazioni geografiche ma è aperto a tutte le famiglie italiane con bambini e ragazzi con disturbi neuropsichiatrici. Il contributo di ognuno è importantissimo, per questo si chiede la massima partecipazione.

Per aderire al progetto è molto semplice, occorre accedere alla pagina dedicata sul sito dell’IRCCS Fondazione Stella Maris:
https://redcap.irccs-stellamaris.it/surveys/?s=C34CETAAJX, oppure sulla pagina FB dell’IRCCS Fondazione Stella Maris: https://www.facebook.com/IRCCSFondazioneStellaMaris/

Per qualsiasi chiarimento si prega di scrivere a “Linea Diretta”: https://www.fsm.unipi.it/linea-diretta/ o scrivere una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lo studio è stato approvato dal Comitato Etico Pediatrico della Regione Toscana il 21 aprile 2020.

(fonte: Ufficio Stampa IRCCS Fondazione Stella Maris)

Grazie a una collaborazione tra ricercatori dell’Università di Pisa e di enti di ricerca statunitensi, è stato scoperto un metodo di calcolo in grado di predire su quali tempi si riorganizza un materiale polimerico se sottoposto a deformazioni continue. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances con il titolo “Predictive relation for the alpha-relaxation time of a coarse-grained polymer melt under steady shear”, permetterà un miglior controllo di processi industriali di grande rilievo, quali l'estrusione di materie plastiche e la stampa 3D, la cui comprensione teorica è stata finora assai limitata.

Frutto di indagini condotte tramite simulazioni numeriche, la ricerca è stata condotta grazie anche al decisivo supporto dell'IT Center dell’Università di Pisa e vede come primo autore e co-autore corrispondente Andrea Giuntoli, dottorato nel 2018 presso UniPi e come secondo autore Francesco Puosi, anche lui dottorato presso UniPi, e attualmente attivo presso la sezione di Pisa dell’INFN e il Dipartimento di Fisica grazie ad una fellowship Marie Sklodowska-Curie, e Dino Leporini, professore associato del dipartimento di Fisica.

“Il contributo pisano è stato duplice – spiega il professor Leporini – Il primo è stato segnalare il ruolo dell'elasticità nei processi di riorganizzazione molecolare quando il mezzo polimerico è sotto deformazione. Tale ruolo era stato in precedenza già notato dal mio gruppo di ricerca in sistemi non deformati. Il secondo è stato procedere alla messa a punto del codice numerico grazie all'IT center dell’Ateneo. Questo step preliminare ha garantito la piena efficienza delle simulazioni effettuate utilizzando i mezzi di calcolo messi successivamente a disposizione dal NIST, il National Institute of Standards and Technology (Maryland, USA), altro partner dello studio”.

La ricerca si è interessata ai fluidi non-newtoniani in cui la viscosità dipende dalla velocità di deformazione del sistema: “Tutti i sistemi sotto deformazione o scorrimento sono stati della materia pilotati fuori equilibrio da un’azione esterna – continua Giuntoli – La comprensione microscopica, e non fenomenologica, di questi stati è ancora molto scarsa. Vista la loro importanza tecnologica, il nostro studio si è occupato in particolare di polimeri, fluidi non-newtoniani per eccellenza, che si caratterizzano anche per l'eterogeneità della loro dinamica, variabile da punto a punto. L'indagine è riuscita a identificare una relazione tra le proprietà del polimero grazie alla quale possiamo predire la sua fluidità molecolare per una data velocità di deformazione o scorrimento”.

Uno dei campi in cui il controllo del comportamento sotto deformazione è fondamentale è certamente quello della stampa 3D, o manifattura additiva, utilizzata anche durante l'emergenza Coronavirus per produrre valvole per respiratori: “La stampante 3D realizza manufatti in tre dimensioni depositando nuovo materiale strato su strato – conclude Puosi – Per i polimeri la deposizione avviene tramite l'estrusione del materiale da un ugello riscaldato che lo rende altamente fluido. La stampante sposta la testa di estrusione, appoggiando il materiale fuso in punti precisi, dove si raffredda e si solidifica (come una pistola per colla a caldo molto precisa). Al termine di uno strato, la piattaforma di creazione si sposta verso il basso e il processo si ripete fino al completamento dell'intero manufatto”.

Gli enti coinvolti nella ricerca sono l’Istituto per i Processi Chimico-Fisici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPCF-CNR) di Pisa, Materials Science and Engineering Division, National Institute of Standards and Technology, Gaithersbug, Maryland, USA, Department of Physics, Wesleyan University, Middletown, Connecticut, USA.

Grazie a una collaborazione tra ricercatori dell’Università di Pisa e di enti di ricerca statunitensi, è stato scoperto un metodo di calcolo in grado di predire su quali tempi si riorganizza un materiale polimerico se sottoposto a deformazioni continue. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances con il titolo “Predictive relation for the alpha-relaxation time of a coarse-grained polymer melt under steady shear”, permetterà un miglior controllo di processi industriali di grande rilievo, quali l'estrusione di materie plastiche e la stampa 3D, la cui comprensione teorica è stata finora assai limitata.

Frutto di indagini condotte tramite simulazioni numeriche, la ricerca è stata condotta grazie anche al decisivo supporto dell'IT Center dell’Università di Pisa e vede come primo autore e co-autore corrispondente Andrea Giuntoli, dottorato nel 2018 presso UniPi e come secondo autore Francesco Puosi, anche lui dottorato presso UniPi, e attualmente attivo presso la sezione di Pisa dell’INFN e il Dipartimento di Fisica grazie ad una fellowship Marie Sklodowska-Curie, e Dino Leporini, professore associato del dipartimento di Fisica.

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Nella foto, da sinistra, Dino Leporini, Andrea Giuntoli e Francesco Puosi.

“Il contributo pisano è stato duplice – spiega il professor Leporini – Il primo è stato segnalare il ruolo dell'elasticità nei processi di riorganizzazione molecolare quando il mezzo polimerico è sotto deformazione. Tale ruolo era stato in precedenza già notato dal mio gruppo di ricerca in sistemi non deformati. Il secondo è stato procedere alla messa a punto del codice numerico grazie all'IT center dell’Ateneo. Questo step preliminare ha garantito la piena efficienza delle simulazioni effettuate utilizzando i mezzi di calcolo messi successivamente a disposizione dal NIST, il National Institute of Standards and Technology (Maryland, USA), altro partner dello studio”.

La ricerca si è interessata ai fluidi non-newtoniani in cui la viscosità dipende dalla velocità di deformazione del sistema: “Tutti i sistemi sotto deformazione o scorrimento sono stati della materia pilotati fuori equilibrio da un’azione esterna – continua Giuntoli – La comprensione microscopica, e non fenomenologica, di questi stati è ancora molto scarsa. Vista la loro importanza tecnologica, il nostro studio si è occupato in particolare di polimeri, fluidi non-newtoniani per eccellenza, che si caratterizzano anche per l'eterogeneità della loro dinamica, variabile da punto a punto. L'indagine è riuscita a identificare una relazione tra le proprietà del polimero grazie alla quale possiamo predire la sua fluidità molecolare per una data velocità di deformazione o scorrimento”.

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Uno dei campi in cui il controllo del comportamento sotto deformazione è fondamentale è certamente quello della stampa 3D, o manifattura additiva, utilizzata anche durante l'emergenza Coronavirus per produrre valvole per respiratori: “La stampante 3D realizza manufatti in tre dimensioni depositando nuovo materiale strato su strato – conclude Puosi – Per i polimeri la deposizione avviene tramite l'estrusione del materiale da un ugello riscaldato che lo rende altamente fluido. La stampante sposta la testa di estrusione, appoggiando il materiale fuso in punti precisi, dove si raffredda e si solidifica (come una pistola per colla a caldo molto precisa). Al termine di uno strato, la piattaforma di creazione si sposta verso il basso e il processo si ripete fino al completamento dell'intero manufatto”.

Gli enti coinvolti nella ricerca sono l’Istituto per i Processi Chimico-Fisici del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IPCF-CNR) di Pisa, Materials Science and Engineering Division, National Institute of Standards and Technology, Gaithersbug, Maryland, USA, Department of Physics, Wesleyan University, Middletown, Connecticut, USA.

rus.jpgNella situazione attuale, condizionata dall’emergenza Covid-19, la Rete delle Università per la Sostenibilità (RUS) della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) ha prodotto una lettera aperta per stimolare l’impegno da parte di tutta la comunità accademica a realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Anche l’Ateneo di Pisa sostiene l’appello e invita tutta la comunità universitaria a leggerlo e a condividere e sostenere le politiche legate a questi temi.

Dal 2017 l’Università di Pisa aderisce alla RUS e nel corso di questi anni ha reso più visibile, sistematico e concreto il proprio contributo in materia di educazione e promozione della Sostenibilità in riferimento ai 17 obiettivi
(Sustainable Development Goals SDG) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Attualmente alcuni rappresentanti del corpo docente dell’Ateneo partecipano attivamente ai sette gruppi di lavoro della RUS e coordinano quello sul Cibo.

L’Ateneo ha inoltre inserito il riferimento alla Sostenibilità nel proprio Statuto ed ha istituito una Commissione di Sostenibilità di Ateneo, costituita da rappresentanti del personale docente e tecnico-amministrativo e degli studenti. Sono compiti della Commissione la redazione di un Piano di Sostenibilità per l’Ateneo e la promozione di azioni concrete per l’attuazione dell’Agenda 2030, sia all’interno della comunità universitaria sia rivolte alla cittadinanza e alle imprese del territorio.

Nei giorni dell'emergenza coronavirus l'Università di Pisa coglie le nuove opportunità per sperimentare nuovi strumenti di divulgazione. In quest'ottica nasce "APPunti di Innovazione", il podcast a cura del Contamination Lab Pisa (CLab) che approfondisce i temi dell'imprenditoria innovativa, delle start up e dell'innovazione in senso più ampio attraverso interviste a esperti del settore. È appena stata pubblicata la prima puntata dedicata al tema delle Life Sciences, con Andrea Paolini, direttore generale di Toscana Life Sciences, che parla delle opportunità attuali e delle nuove frontiere per le aziende e start up del settore. Il podcast è disponibile su Spreaker, Spotify e Apple Podcast.

Il progetto si cala nel contesto della campagna "UnipiNonSiFerma" e vuole costituire un nuovo strumento di divulgazione e approfondimento dei temi trattati durante i seminari, avvalendosi di interviste interattive in formato audio. Un breve trailer del progetto è attualmente disponibile su Spreaker, Spotify e su tutte le principali piattaforme di podcasting mentre ogni venerdì verrà rilasciato un episodio dedicato ad un tema specifico. Il CLab Pisa è il primo CLab d'Italia ad esplorare lo strumento del podcast per interviste a esperti in chiave divulgativa.

Il Contamination Lab Pisa è un progetto organizzato dall'Università di Pisa, in collaborazione con Scuola Sant'Anna, Scuola Normale Superiore e IMT Lucca e cofinanziato dal MIUR, che offre a studenti e ricercatori seminari e laboratori che approfondiscono le principali tematiche e competenze per chi vuole sviluppare una idea innovativa e costituire una Start Up.

Il CLab Pisa è anche parte di "Italian Clab Network", rete nazionale che raccoglie circa 20 Contamination Lab sparsi in tutta Italia. Il network mette in connessione tra di loro i Contamination Lab esistenti e quelli futuri che operano e si riconoscono nella sfida complessiva di dare un contributo alla creazione di un ecosistema imprenditoriale, di creare riflessione e nuovo know-how in materia di diffusione della cultura di impresa e della creazione di impresa nei contesti universitari.

 

Nuovo importante riconoscimento della ricerca pisana nella lotta al Covid-19. L'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha infatti autorizzato lo studio multicentrico sul Baricitinib, guidato dallo staff del professor Francesco Menichetti, professore ordinario dell’Università di Pisa e primario del reparto di malattie infettive dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Si tratta di un farmaco impiegato per la cura dell'artrite reumatoide, di cui adesso si vuole valutare l'efficacia, la sicurezza e la tollerabilità per un possibile utilizzo nel trattamento dei pazienti Covid-19.

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«La notizia dell'autorizzazione dell'Aifa per questo nuovo importante studio clinico - ha commentato il rettore dell'Università di Pisa, Paolo Mancarella - arriva a pochi giorni da quello della Regione per la sperimentazione della plasmaterapia nei pazienti critici affetti da Coronavirus. Due riconoscimenti importanti che confermano l'alto livello della ricerca condotta dalla nostra Università. Il contributo che sta dando l’AOUP alla lotta contro il Covid-19 – ha aggiunto Mancarella - è anche la prova di quanto sia fondamentale per l'Italia investire di più nel nostro sistema sanitario e in quello della ricerca pubblica».

«La malattia da Coronavirus ha due fasi – ha spiegato il professor Francesco Menichetti -. Una legata all'aggressione virale, che causa l'iniziale danno polmonare, e una seconda causata dall'eccessiva risposta infiammatoria di difesa da parte del sistema immunitario del paziente colpito. Quest'ultima è la responsabile dell'aggravamento della polmonite».

«Il farmaco al centro del nostro studio, il Baricitinib -  prosegue il primario del reparto di malattie infettive dell’AOUP -, è normalmente utilizzato per il trattamento dei pazienti con artrite reumatoide, ma è potenzialmente utile anche nei pazienti con Covid-19, per una sua duplice azione di mitigazione della cascata infiammatoria e di riduzione dell’ingresso del virus nelle cellule polmonari».

«Nella nostra Azienda Ospedaliera - informa Menichetti – lo abbiamo già impiegato in un piccolo gruppo di pazienti (circa 30) con Covid-19 e polmonite severa. Dopo un trattamento con 4 mg al di’ per via orale per 10-14 giorni, è stato osservato un miglioramento dei parametri clinici nell’ 83% dei casi e la maggior parte dei pazienti trattati non ha avuto necessità di ventilazione invasiva».

«Adesso – conclude - è il momento di armonizzare i tempi concitati di un'epidemia con il necessario rigore della ricerca scientifica e il protocollo di cui siamo capofila ha proprio l’obiettivo, partendo da questi primi risultati positivi, di verificare l'efficacia, la sicurezza e tollerabilità del Baricitinib nei pazienti con polmonite  da SARS-CoV2».

Nasce così lo studio multicentrico, prospettico e randomizzato disegnato dal professor Francesco Menichetti e dai suoi collaboratori, il dottor Marco Falcone e la dottoressa Giusy Tiseo, con l'importante contributo della professoressa Marta Mosca, valutato positivamente dal Comitato tecnico scientifico di Aifa e definitivamente approvato dal Comitato etico dell'Istituto nazionale malattie infettive Spallanzani.

Già operativo il centro promotore di Pisa, che sarà rapidamente affiancato dal Niguarda a Milano e dagli Ospedali di Bergamo, Pavia e Brescia.

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