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The origin of three large Middle-Age tsunamis has been discovered to be the island of Stromboli
The island of Stromboli in the Aeolian archipelago was the origin of three large tsunamis which devastated the Mediterranean in the Middle Ages, one of which was witnessed by the poet Francesco Petrarca. The discovery comes from a study published in ‘Scientific Reports’ carried out by a research team from the Universities of Pisa and Modena- Reggio Emilia with the collaboration of the University of Urbino, the National Institute of Geophysics and Volcanology (INGV) Pisa section, the CNR, City University of New York and the American Numismatic Society.
The research revealed that the tsunamis were generated by the sudden flank collapse of the northwest side of the Stromboli volcano and that they hit the coasts of the Campagna region between the middle of the 13th and 14th centuries, as documented in chronicles of the period. The grave devastation of the ports of Naples and Amalfi, witnessed by Francesco Petrarca who was ambassador to Pope Clement VI in Naples can, in fact, almost certainly be attributed to the most important of the three events, which took place in 1343. Petrarca writes in a letter about a mysterious and extremely violent storm on 25 November which caused many deaths and the sinking of numerous ships.
Geologists at work on Stromboli
The identification of Stromboli as the origin of these terrible tsunamis was made possible thanks to the interdisciplinary work carried out by volcanologists and archaeologists, and for the University of Pisa by professor Mauro Rosi and researcher Marco Pistolesi, from the Department of Geosciences.
“In spring 2016,” says Mauro Rosi, “I decided to go to Stromboli as I had in mind an idea that had come to me after reading a letter by Petrarca in which he talks of a strange storm in Naples. With the first sample excavations we brought to light some ‘suspicious’ deposits. As chance would have it, on that same occasion I met associate professor Sara Levi from the University of Modena-Reggio Emilia who has been leading an excavation at Stromboli since 2009.”
During the volcanological part of the research work, three stratigraphic trenches were dug in the northern part of the island. These were roughly 80 metres long and two metres deep and brought to light three sandy layers containing large beach pebbles bearing witness to what was carried to land by the tsunami waves. The samples, the chemical analyses of the material and the carbon-14 dating, have established an unequivocal relationship between those layers and the archaeological discoveries which testify to the rapid abandonment of the island.
Details of the stratification where one of the large pebbles is visible
“In the first half of the 13th century Stromboli was inhabited and held an important role as an intersection of the naval traffic of crusades from the Italian, Spanish and Greek coasts. This is supported by evidence from the San Vincenzo plateau where a small church was discovered in 2015 and offers the first archaeological testimony of the occupation of the island,” explains Sara Levi. “Following the three great landslides which generated the tsunamis and the simultaneous and particularly strong resumption of the volcano’s eruptive activity, the island, as testified by the graves found near the small church, was totally abandoned from the middle of the 13th century until the end of the 16th century, when modern repopulation began. The reconstruction is based on solid stratigraphic and chronological data and is the result of close interdisciplinary cooperation in all the phases of the research.”
“It was already a well-known fact that the island of Stromboli could generate small tsunamis every ten years or so, but this work,” concludes Rosi, ”shows for the first time how the volcano is able to generate events of a much higher magnitude than those recorded in the chronicles over the last two centuries.”
Sette libretti per scoprire il bello: arriva la Regata culturale Pisa Antivirus per giovanissimi
Ci sono anche due studentesse dell'Università di Pisa tra le autrici dei testi che compongono la "Regata culturale Pisa Antivirus", un'iniziativa promossa da AsteroideA, l’associazione delle scuole pisane di secondo grado, rivolta a giovani e giovanissimi bloccati a casa nei giorni dell’emergenza Coronavirus. Per "sprigionare le nostre menti e liberare i pensieri come vele al vento", AsteroideA propone la lettura di sette libretti, che corrispondono alle sette tappe della regata, in cui due ragazzi – Giulia e Valerio Sirio - dialogano con personaggi del passato – Jacques-Louis David, Francisco José de Goya y Lucientes, Jean-Auguste-Dominique Ingres, Ferdinand Victor Eugène Delacroix, Gustave Courbet, George Eliot e Frida Kahlo – imparando a scoprire il bello. Se altri studenti seguiranno l'esempio di Giulia e di Sara, presto una nuova Regata culturale potrà essere donata ai più giovani.
I libretti su George Eliot e Frida Kahlo sono stati scritti rispettivamente da Giulia Bigongiari, laureata a Pisa in Letterature e Filologie euro-americane nel luglio 2019, e Sara Russo (nella foto a sinistra). Giulia era studentessa dell'Università di Pisa quando ha scritto il librino n. 6. Sara, 25 anni, originaria di Pietrasanta, è ancora una studentessa: "Sono al quinto anno di Medicina, e sono felice di poter dare anch'io attraverso la scrittura un contributo, che si unisce ai tanti nati in questi giorni per sostenere in vario modo le persone durante la quarantena".
Gli altri cinque libretti sono stati invece scritti dalla professoressa Rosanna Prato, ex docente di storia e filosofia del liceo "Dini" di Pisa e presidente di Asteroidea, che spiega: "Non si vive bene un tempo storico se si punta solo sulla continuità con la vita precedente, perché siamo all'interno di un processo radicale di trasformazione. Quindi bisogna sperimentare una certa discontinuità, bisogna prepararsi interiormente a uscirne diversi, persone nuove e migliori. Come fare? Ai giovani e giovanissimi AsteroideA propone come gesto di discontinuità la "Regata Culturale Pisa AntiVirus", da scegliere solo se si intende agire per irrobustirsi interiormente con l'esercizio della ricerca e dello scrivere, con il fine di unire le forze per realizzare il bene comune".
Il viaggio di ogni lettore deve partire scaricando dal sito il librino intitolato "Gustave Courbet" perché fa capire come anche il semplice gesto di lavarsi le mani abbia dietro una storia con due protagonisti, che trovano sempre il modo di superare gli ostacoli: il sapere umano e la luce della ragione. Il lavoro dei giovanissimi nella "Regata Culturale Pisa AntiVirus" consiste poi nel trovare ciò che li ha colpiti durante la lettura e che decidono di mantenere ben presente nel loro pensiero, annotandolo sul proprio taccuino di viaggio. "Quando la guerra al Coronavirus sarà vinta – conclude la professoressa Prato - la giuria sceglierà i librini e i taccuini che lasciano emergere meglio la generosa energia intellettuale degli autori, che saranno poi premiati durante una cerimonia a loro dedicata".
Emergenza Covid-19: Unipi in prima linea nel Gruppo di lavoro data-driven del MID
Sarà il professor Dino Pedreschi dell’Università di Pisa a coordinare il gruppo di lavoro “Big data & AI for policy” della task force data-driven per l’emergenza Covid-19, istituita oggi dal Ministero per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.
«Questa nomina ci riempie di orgoglio - ha dichiarato il Rettore dell’Ateneo pisano, Paolo Mancarella – Non solo riconosce la nostra eccellenza nel campo dell’Intelligenza Artificiale e dei Big Data, ma ci dà la possibilità di contribuire in modo concreto al ritorno della normalità nel nostro Paese».
Pioniere della big data analytics, Dino Pedreschi avrà il compito, assieme alla sua unità, di favorire l'analisi e lo studio di metodi e strumenti per la progettazione e l’attuazione di politiche basate sui dati (data-driven) e sull’evidenza informativa, sfruttando tecnologie innovative per la raccolta e l’interpretazione di grandi volumi di dati (big data).
Il lavoro del “Big data & AI for policy” si inserisce nelle attività di una più ampia task-force multidisciplinare - prevista dall’articolo 76 del Decreto Cura Italia e istituita dal MID -, che dovrà fornire supporto digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza COVID-19
In particolare il gruppo dovrà approfondire le problematiche sanitarie relative alla diffusione del virus SARS-CoV-2 sul territorio italiano e gli effetti sociali ed economici prodotti dall’epidemia e dalle misure di contenimento adottate, al fine di valutare ed eventualmente proporre soluzioni tecnologiche data-driven ai decisori politici e sanitari.
Emergenza Covid-19: Unipi in prima linea nel Gruppo di lavoro data-driven del MID
Sarà il professor Dino Pedreschi dell’Università di Pisa a coordinare il gruppo di lavoro “Big data & AI for policy” della task force data-driven per l’emergenza Covid-19, istituita martedì 31 marzo dal Ministero per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione.
"Questa nomina ci riempie di orgoglio - ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella – Non solo riconosce la nostra eccellenza nel campo dell’Intelligenza Artificiale e dei Big Data, ma ci dà la possibilità di contribuire in modo concreto al ritorno della normalità nel nostro Paese".
Pioniere della big data analytics, Dino Pedreschi avrà il compito, assieme alla sua unità, di favorire l'analisi e lo studio di metodi e strumenti per la progettazione e l’attuazione di politiche basate sui dati (data-driven) e sull’evidenza informativa, sfruttando tecnologie innovative per la raccolta e l’interpretazione di grandi volumi di dati (big data).
Il lavoro del “Big data & AI for policy” si inserisce nelle attività di una più ampia task-force multidisciplinare - prevista dall’articolo 76 del Decreto Cura Italia e istituita dal MID -, che dovrà fornire supporto digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza COVID-19.
In particolare il gruppo dovrà approfondire le problematiche sanitarie relative alla diffusione del virus SARS-CoV-2 sul territorio italiano e gli effetti sociali ed economici prodotti dall’epidemia e dalle misure di contenimento adottate, al fine di valutare ed eventualmente proporre soluzioni tecnologiche data-driven ai decisori politici e sanitari.
Concrete evidence of the battle of Altopascio in 1325 found in Badia Pozzeveri
A small sword or more precisely, a dagger called a ‘baselard’ is one of the most important finds uncovered during the excavations in Badia Pozzeveri, Altopascio, in the province of Lucca, where since 2011 Italian and American archaeologists have been bringing to light artifacts that reveal important information about the history of the medieval population of Tuscany. The 2019 summer campaign, directed by Antonio Fornaciari of the University of Pisa’s Division of Paleopathology, has thus provided concrete evidence of the battle of Altopascio in 1325, when Castruccio Castracani, leader of the Lucchesi, beat the Guelfs who had set up camp in the area. The excavations were carried out under ministerial concession from the Altopascio Council and the University of Pisa’s Division of Paleopathology directed by associate professor Valentina Giuffra.
Antonio Fornaciari (on the right) at the excavations.
The archaeological area is the site of two highly prestigious educational initiatives: a postgraduate programme in skeletal and forensic Anthropology and Paleopathology, offered by the Universities of Bologna, Milan and Pisa, during which fifteen Italian students are expected to be on site at the excavations for two weeks, and the Fieldschool Pozzeveri in Medieval Archaeology and Bioarchaeology, run by the University of Pisa and the IRLAB, Institute for Research and Learning in Archaeology and Bioarchaeology, Columbus, Ohio, which attracts around forty students from the US, Canada and other European and extra-European countries each year, all interested in learning archaeological excavation techniques and studying ancient human relics.
Finds
What remains of the battle of Altopascio in 1325 comes to us today in the form of a small sword made out of a single block of metal, a sort of dagger called a ‘baselard’, typical of medieval armour in the 14th century. “This object is only one of the latest interesting finds uncovered at the excavation site in Badia Pozzeveri, which nine years after its inauguration, continues to reveal tales and news which help to reconstruct historical events across the centuries and outline the social and cultural identity of the populations that lived in the area,” comments Antonio Fornaciari.
Excavation of a medieval grave.
According to researchers, the baselard found in previous weeks could represent one of the most tangible pieces of evidence of the battle in which the Badia (Abbey) of Pozzeveri, the ancient monastery built around the year 1000 close to the centre of Altopascio and an important leg of the Via Francigena, had a prominent role. The monastery, after a period of great expansion thanks to the monks of Camaldi, was occupied by encampments of the Florentine Guelf army led by Raimondo di Cardona in September 1325: it was here that the military operations of the famous battle of Altopascio, won by the Ghibelline troops from Lucca led by Castruccio Castracani, took place.
But this is not all: a furnace used for casting bells and a small laboratory for metal work was found in the same area as the weapon. Ceramic artifacts imported from North Africa were also unearthed and lay testimony to lively and continued commercial activity in the ancient Abbey that was strategically placed for busy trade along the Via Francigena and near Lago di Bientina, a natural link to the river Arno and therefore Pisa and Florence. This has been further enriched by the latest discoveries of ancient graves that, during the nine years of the excavations, have outlined an important stratification revealing traditions, customs, illnesses and social status from the mid 19th century back to before the year 1000.
The archaeological site
The archaeological site has disclosed a complex account of history over the years: evidence of a village in the High Middle Ages is followed by the remains of an 11th century religious complex, centred around a rectory which was transformed at the beginning of 1100 into a large Camaldolese abbey. The latest two excavation campaigns have focused on the oldest levels of the rectory and abbey and in particular on the graves linked to these two important institutions. Instead, during previous years, important sections of the 11th century church preceding the monastery, the abbey cloister and a large area used as guest quarters, were brought to light. The occupation of the area continued in the modern era when, following the suppression of the abbey, the church was demoted to a simple parish building, which, however, housed notable burial sites until the middle of the 19th century. “Thanks to the continuous use of the area around the church of Saint Peter as a burial site,” explains Antonio Fornaciari, “a notable sample of skeletal relics extending from the 11th to the 19th century has been acquired, a unique event at European level. The human remains found there constitute a real biological archive which can be examined using modern bioarchaeological and biomedical methods.”
A number of researchers from the University of Pisa have been working on the site: Francesco Coschino, head of computerized surveying and documentation, Letizia Cavallini, Alan Farnocchia and Alessandro Cariboni, area supervisors, Alessio Amaro, head of the osteology laboratory and Maurizio Sparavelli, restoration technician; Researchers from European and extra-European institutions have also participated: Taylor Zanery (University of Amsterdam) and Hanna Tramblay (Penn state University), research assistant for the excavation documentation and logistics.
A number of researchers from the University of Pisa have been working on the site: Francesco Coschino, head of computerized surveying and documentation, Letizia Cavallini, Alan Farnocchia and Alessandro Cariboni, area supervisors, Alessio Amaro, head of the osteology laboratory and Maurizio Sparavelli, restoration technician; Researchers from European and extra-European institutions have also participated: Taylor Zanery (University of Amsterdam) and Hanna Tramblay (Penn state University), research assistant for the excavation documentation and logistics.
The future of the archaeological area
The mayor and local authorities of Altopascio wish to promote this archaeological area in a permanent manner: on the 7th September new guest accommodation will be inaugurated near the excavation site on the Via Francigena at Badia Pozzeveri, and this will become, to all effects, a gathering place, a rest area and an information point for tourism, history and culture. But this is only the start: the authorities in Altopascio intend to create a museum to house the relics found in these nine years of excavations, promulgate the importance of the site and then succeed in acquiring the funds necessary to restore and open the ancient Abbey once again.
Borsa di studio e approfondimento, su: “Studi e ricerche sulla valutazione dello stato di degrado strutturale di ponti e viadotti esistenti” di 6 mesi,
Borsa di ricerca semestrale presso il Dipartimento di Fisica E. Fermi, dal titolo "Calcolo teorico delle reazioni nucleari a pochi corpi di interesse astrofisico
#Stopcovid19, a caccia di fake news sul Coronavirus: il video-decalogo per riconoscere le “bufale”
Chi condivide sui social media - e in ogni altra forma - notizie false, fuorvianti o non verificate, rende più difficile la lotta alla diffusione del Covid-19. Per questo motivo, il team #stopcodiv19, composto da 25 studentesse e studenti di Medicina e Biotecnologie dei tre atenei di Pisa (Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola Normale Superiore) continua la caccia alle "fake news", realizzando un nuovo video-decalogo con le istruzioni per riconoscere le notizie false. Il gruppo ha anche aperto canali per raccogliere e diffondere materiale proveniente da fonti ministeriali e organizzazioni internazionali.
In queste ultime settimane, da quando la pandemia è oggetto del pensiero quotidiano, si verifica un fenomeno del tutto particolare. Ogni contenuto e ogni messaggio veicolati attraverso i canali di comunicazione di massa sono polarizzati su un argomento, il virus, sul quale circolano tante informazioni false, inesatte o fuorvianti, che spingono chi vi si imbatte ad adottare comportamenti irrazionali o, peggio, dannosi per il singolo e la comunità.
Il team di divulgazione #stopcovid19, costituito da studentesse e studenti dei tre atenei pisani (Università di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Scuola Normale Superiore) lavora senza sosta per individuare le bufale, smontarle e restituirle a chi le ha segnalate sotto forma di immagini e video esplicativi.
Il messaggio del team è chiaro. "Come singoli, non è possibile arginare questo fenomeno. C'è bisogno di un contributo corale, per imparare a riconoscere da subito una sospetta bufala e bloccarne la diffusione, proprio come si blocca quella del virus stando in quarantena. Prima di condividere una notizia sui social, riflettere e verificare la fonte è l'unico modo per rallentare la corsa di una "bufala". Ecco perché abbiamo preparato questo video, che invita a fare attenzione ai contenuti che si ricevono attraverso i social media e a segnalarli qualora siano fuorvianti".
Il gruppo ha aperto un canale Telegram pubblico (#stopcovid19), un sito internet e un Google Drive aggiornati ogni giorno con il materiale prodotto. Tutte le immagini e i video resi disponibili su tali piattaforme sono liberi da copyright e possono essere scaricati e pubblicati. L'appello lanciato dagli studenti è visualizzare, imparare e, possibilmente, condividere, contribuendo così alla lotta al Covid-19.
Con Pisa CoderDojo "#iorestoacasa e #programmo"
Con un post su Facebook che a poche ore dalla pubblicazione superava già le mille visualizzazioni, è stata svelata la nuova iniziativa "#iorestoacasa e #programmo" progettata e realizzata da Pisa CoderDojo, un club di insegnamento della programmazione informatica per i giovani tra i 7 e i 17 anni, attivo a Pisa dal marzo 2015. Si tratta di una nuova iniziativa del Pisa Coderdojo, con il patrocinio del Museo degli Strumenti per il Calcolo dell'Università di Pisa, destinata a tutti i Ninja (così si chiamano i giovani che partecipano ai Dojo) e ai loro genitori. Il club di programmazione pisano realizzerà e pubblicherà una serie di video-tutorial di programmazione per mantenere vivo lo spirito di CoderDojo in questi giorni così difficili per tutti. I video tutorial saranno pubblicati, insieme a slide didattiche di supporto, sulla pagina Facebook del gruppo ogni lunedì e venerdì alle 17.30 nelle prossime settimane.
Il primo video, a cura di Stefano Forti, ricercatore post-doc all'Università di Pisa e fondatore di Pisa CoderDojo, guida i Ninja attraverso la programmazione di un simulatore della diffusione di virus in una popolazione di 100 persone. "Dimostriamo con un semplice esperimento alla portata di grandi e piccini" dichiara Forti "quanto sia importante ed efficace rimanere a casa per contrastare la diffusione di un virus". La scelta del club di preferire la pubblicazione dei video alla lezione telematica "in diretta" è nata dalla volontà di evitare ai piccoli Ninja arrabbiature o frustrazione in caso di connessioni a Internet sature, come è spesso accaduto in questi giorni. Tutti potranno accedere ai video e al materiale anche attraverso il sito dedicato all'iniziativa: http://pisa.coderdojo.it/iorestoacasa. Un grazie sentito va a tutti i mentori che stanno realizzando i video, le slide, il materiale pubblicitario sui social, gratuitamente e con una immensa passione per la causa.
Soddisfatti i mentori del Pisa CoderDojo, ripetono: "Facciamo la nostra parte per sconfiggere il #coronavirus: rimaniamo a casa e #programmiamo insieme."