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Comunicati stampa

Giovedì 4 ottobre, alle ore 16.30, al dipartimento di Economia e Management si terrà il seminario dal titolo “Banca innovativa: il caso Fineco” con il dottor Alessandro Foti, amministratore delegato di Fineco Bank.
Fineco, attualmente la prima banca di intermediazione in Italia, rappresenta una delle maggiori reti di consulenza ed è fortemente orientata all’innovazione dei servizi finanziari. Il dottor Foti, che per due anni consecutivi è stato premiato come miglior CEO d’Europa, in occasione del seminario organizzato per il corso di Strategia e politica aziendale, parlerà del caso Fineco e del processo di innovazione intrapreso, di fondamentale importanza nell’attuale contesto economico.

Mercoledì, 03 Ottobre 2018 09:36

Farfalle e uragani

copertina libro"Farfalle e uragani. Complessità: la teoria che governa il mondo" (Hoepli 2018) è l'ultimo libro del professore Walter Grassi, docente di Fisica tecnica all'Università di Pisa.

Pubblichiamo di seguito la prefazione del volume a firma di Roberto Vacca, ingegnere e matematico divulgatore, e la premessa dell'autore.

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Prefazione

Questo è un libro importante. Walter Grassi è un fisico-tecnico e, certo, i lettori che hanno discrete conoscenze di fisica e di matematica ne godranno i frutti con una certa facilità. Però Grassi si rivolge a un pubblico più vasto.

Molti di noi sanno qualcosa di fisica, meteorologia, economia, finanza, energia e psicologia. Ne parliamo anche senza essere esperti e usiamo termini di cui conosciamo il significato, spesso a livello superficiale. Non siamo in grado di esprimere la genesi e le applicazioni. Non padroneggiamo gli strumenti necessari. Ricordiamo i nomi di autori importanti in vari campi, ma talora conosciamo le loro opere solo per aver letto citazioni o recensioni. Mi limito qui a ricordare i nomi di autori (di cui Grassi fornisce bibliografia) che dovrebbe conoscere chi voglia capire meglio il mondo in cui viviamo. Laplace, Pareto, Volterra, Zipf, Lotka, Prigogine, Mandelbrot sono i nomi a me più cari – e Grassi parla anche di molti altri.

Gli argomenti del libro sono: sistemi, complessità, interazioni, caos, processi di crescita e declino, retroazione (feedback) e altro. In poche pagine Grassi non offre trattati su tutti questi argomenti, ma li approfondisce fino a risvegliare la curiosità del lettore e, magari, fino a fargli prendere consapevolezza di non saperne abbastanza. È un’opera utile.

Roberto Vacca
Ingegnere e matematico divulgatore

 

Premessa

Ogni libro nasce dal desiderio di comunicare e condividere con altri le proprie idee e sensazioni. Lo si può fare in molti modi a seconda dei temi trattati e di chi si vuole coinvolgere. I più facili da attrarre sono i curiosi, quelle persone, cioè, che si guardano intorno con la voglia di capire la realtà che li circonda.

Questo testo non pretende certo di dare risposte, ma di stuzzicare la curiosità sull’argomento della complessità in modo che, almeno, se ne conosca l’esistenza.

Fatto questo, esiste, per chi fosse interessato, una miriade di possibilità di approfondimento nei settori più disparati: dalla biologia, alla medicina, alla fisica, all’economia, alle scienze sociali, alla geologia.
Perché un essere vivente deve scambiare energia e materia con l’ambiente circostante per essere tale? Qual è l’importanza delle interazioni, sia interne sia con il mondo esterno? Che cosa significa che le irreversibilità sono origine di ordine? Quanto sono lunghi i confini fra nazioni? Come mai i fenomeni più diversi sono governati da leggi dello stesso tipo?

Tutto ciò è discusso nel libro, insieme ad altro ancora.

Walter Grassi

Mercoledì, 03 Ottobre 2018 08:58

Una giornata dedicata a Giorgio Bassani

Nell'ambito del ciclo di iniziative "Italia, anno 5779" per San Rossore 1938, il 4 ottobre l’Università di Pisa dedica una giornata in ricordo di Giorgio Bassani con incontri e film a ingresso gratuito. Si comincia alle 16 al Monastero delle Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa D'Arno, 16) con una conversazione fra il professore Fabrizio Franceschini dell’Ateneo pisano e la figlia dello scrittore, Paola Bassani Patch, a partire dal suo libro “Se avessi una piccola casa mia. Giorgio Bassani, il racconto di una figlia” (La nave di Teseo, Milano 2016). Seguirà quindi una lectio magistralis della prof. Anna Dolfi, docente all’Università di Firenze e direttrice dell’Istituto Universitario di Studi Superiori dal titolo “Giorgio Bassani e le leggi razziali: rappresentare la storia tra memoria e testimonianza”. La giornata si concluderà alle 21 al Cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci): dopo gli interventi di Anna Dolfi e di Maurizio Ambrosini, docente dell’Università di Pisa, alle 21,40 sarà proiettato il film “Il Giardino Dei Finzi Contini” di Vittorio de Sica (1970, 94’), dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani.
“Con Paola Bassani Patch e con Anna Dolfi – racconta Fabrizio Franceschini – toccheremo molti temi, a partire dal rapporto, anche di adesione e connivenza, che legò la borghesia italiana e la stessa borghesia ebraica al fascismo, e dalle leggi raziali, che ebbero come paradossale conseguenza il risaldamento o la riscoperta dell’identità ebraica da parte degli ebrei. Parleremo della geografia delle case Bassani a Ferrara e di come lo scrittore trasformi la città in un luogo-simbolo universale. Nella nostra rassegna di film e libri, un tema rilevante è infine il rapporto fra Bassani e il cinema, molto più forte di quanto pensi il grande pubblico, sia per il sodalizio con Antonioni e Pasolini, sia per il fatto che Bassani fu anche sceneggiatore: in certi momenti anzi il lavoro per il cinema era più redditizio della vendita di libri.

 

Un fegato artificiale miniaturizzato, costruito con chip microfluidici in silicio per i test farmacologici, ha finalmente dimostrato che i mini organi artificiali possono essere considerati modelli sperimentali attendibili, aprendo la strada a una possibile eliminazione dell’uso di cavie animali. Lo studio è stato pubblicato su Advanced Functional Materials e condotto dal team di ricerca di Giuseppe Barillaro del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, con la collaborazione del gruppo di Nico Voelcker della Monash University.
“La novità di questo modello di organo – spiega Barillaro – è che si compone di strutture tridimensionali che hanno la dimensione effettiva delle cellule epatiche e che sono disposte in modo da replicare anche architettonicamente l’organizzazione del fegato nel lobulo epatico. Negli esseri umani, le cellule epatiche sono disposte in cordoni collocati tra le vene (sonusoidi) che entrano nel lobulo. La diposizione delle cellule in cordoni permette di riprodurre negli organi artificiali alcune funzioni fondamentali del fegato, come la detossificazione e il mantenimento dell’omeostasi”.
Replicare questa struttura è stato possibile grazie all’uso di nanotecnologie simili a quelle usate per i circuiti integrati. Le strutture così costruite vengono alimentate con un sistema microfluidico. “Quello che abbiamo dimostrato – prosegue Barillaro – è che le strutture così composte riescono a mantenere l’attività e le caratteristiche della cellula più a lungo rispetto a quanto non accada con una normale coltura, un mese invece che una settimana, e creare condizioni fisiologiche molto simili a quelle del corpo umano. Questo permette test farmacologici a medio termine, con la conseguenza di poter ridurre l’uso di cavie animali. Replicando in modo sempre più accurato la struttura del lobulo epatico potremo arrivare a effettuare test farmacologici con risultati ancora più attendibili e vicini a quelli ottenuti sull’uomo, e anche ricreare su chip alcune tra le più importanti funzionalità del fegato per andare verso una medicina personalizzata”.
Al momento gli organi-chip hanno destato l’interesse sia dell’Europa che degli Stati Uniti, che hanno avviato la creazione di uno Humanchip, ovvero la riproduzione di diversi organi chip, che poi verranno messi in connessione tra loro per riprodurre la fisiologia umana. Questo renderà possibile testare farmaci su un organo specifico, ma anche controllarne l’impatto sugli altri. In Europa al momento è ai primi passi la costruzione di una flagship sugli organi chip, che includerebbe non solo partner accademici, ma aziende interessate a portare avanti i risultati della sperimentazione.
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Nelle foto:

1. Humans-on-chip mostra come passare dall’organo alla sua “astrazione” funzionale fino al chip che lo mima.
2. L’organo-chip e lo stesso organo con la simulazione del flusso sanguigno.
3. La struttura degli epatiti vista con il microscopio confocale.
4. Il professor Giuseppe Barillaro

L'Università di Pisa sostiene la candidatura del Monte Pisano per "I luoghi del cuore", la campagna del Fondo Ambiente Italiano (FAI) che finanzia il recupero di siti di interesse collettivo.

Il Monte Pisano, alle cui pendici si trova anche il Museo di Storia Naturale dell’Ateneo, è stato devastato il 24 e il 25 settembre da un gravissimo incendio che ha distrutto 1400 ettari di bosco e uliveti.

Si tratta di un disastro ambientale di dimensioni immani: i lavori per mettere in sicurezza il territorio e stimolare la ricrescita della vegetazione richiederanno una grande quantità di risorse.

Per questo l’Ateneo invita i membri della sua comunità a votare per il progetto “Monte Pisano” sul sito del FAI: https://www.fondoambiente.it/luoghi/monte-pisano?ldc

"Quando, alla fine del corso di studio, mi sono trovato a dover scegliere l'argomento per la tesi, non ho avuto dubbi: raccontare una storia, la mia. Così mi sono messo alla prova con questo tentativo di scrittura scenografica autobiografica". Con queste parole Luca Razzauti, studente affetto dalla sindrome "X fragile", ha introdotto la discussione della sua tesi al corso di laurea magistrale in Storia e forme delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media. Il lavoro - dal titolo "Il percorso. Vicissitudini di una persona particolare che aspira a conquistare il diritto di vivere la propria vita" - è stato presentato lunedì 1 ottobre al Polo Piagge, davanti al relatore Maurizio Ambrosini, alla co-relatrice Elena Marcheschi e alla Commissione di laurea presieduta dalla professoressa Sandra Lischi. Erano presenti il rettore Paolo Mancarella, il delegato per la disabilità, Luca Fanucci, e Federica Gorrasi, responsabile dell'USID-Ufficio servizi per l'integrazione di studenti con disabilità, la struttura che ha accompagnato Luca lungo il cammino universitario. Alla fine Luca Razzauti ha conseguito il titolo con il massimo dei voti e la lode.
"Ho seguito Luca in tutto il suo percorso formativo - ha detto il rettore Paolo Mancarella - imparando ad apprezzare la forza e il coraggio con cui riesce quotidianamente a superare gli ostacoli dovuti alla sua condizione. Per me, per gli operatori che lo hanno supportato e soprattutto per tutti i giovani che affrontano, a volte con un senso di smarrimento, il percorso di studi universitario, la storia di Luca rappresenta una bellissima lezione di vita, di dignità e di determinazione. La sua carriera nella nostra Università è per tutti noi motivo di orgoglio e per questo voglio ringraziare lo staff dell'USID e la squadra di studenti tutor e compagni di studio che lo hanno accompagnato in questi anni, così come i docenti che Luca ha incontrato. Qualunque scelta possa fare ora, auguro a Luca il massimo della fortuna e tanta felicità, e lo ringrazio di cuore per quanto è riuscito a trasmetterci in tutti questi anni".
Luca Razzauti, 31 anni, di origini livornesi, è affetto dalla sindrome "X fragile", una patologia che conferisce tratti autistici con relativa difficoltà comunicativa. Nel 2014 si è laureato in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, sempre all'Università di Pisa, con 110 e lode. Nella sua carriera da studente è stato coadiuvato da tutor che lo hanno affiancato durante le attività didattiche e ha sostenuto gli esami in forma scritta utilizzando la "Comunicazione Facilitata Alfabetica" (CFA).
"Ancora una volta mi trovo a dover ringraziare l’Università di Pisa che mi ha permesso di conseguire questo nuovo traguardo della laurea magistrale - ha scritto Luca Razzauti - Quando ho scelto l'argomento della tesi ero titubante per il timore di scadere nella banalità. Una sensazione di inadeguatezza data dal confronto della mia semplice storia con quelle importanti di eroi antichi e moderni. Mi ha aiutato a uscire da questa incertezza (non del tutto) la riflessione sul film 'Ovosodo', di Paolo Virzì, incentrato su un personaggio antieroico per eccellenza che, nonostante tutto, esce dalla storia con una sua umanità piena di dignità".
Luca ha quindi continuato che "così ho iniziato a scrivere. Nel vedere riflessa nello specchio della scrittura la mia vita, mi sono reso conto che per superare i passaggi più impervi ho dovuto attingere ad energie interiori che neppure immaginavo di possedere; ho compreso che essere parte di una comunità affettivamente ricca mi permette di guardare ad un futuro incerto e nebuloso senza perdere la speranza. La speranza di realizzare il sogno di una vita indipendente, nonostante la necessaria presenza di un tutor, fondata sullo sfruttamento della mia capacità espressiva attraverso il canale della scrittura”.
Nella foto in alto: da sinistra, il professor Fanucci, il rettore Mancarella e Luca davanti alla Commissione di laurea.
Nella foto al centro: il momento della proclamazione.
Nella foto in basso: una fase della discussione.

Il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, dopo aver preso visione delle 26 slides presentate dal professor Alessandro Strumia al Cern in data 28 settembre scorso, intitolate “Theory Gender Talk”, cui seguivano numerose denunce di violazione dei valori fondamentali della comunità universitaria, ritenendo queste ultime fondate, ha provveduto all’apertura del procedimento etico avverso Strumia, trasmettendo tutta la documentazione in merito alla Commissione etica dell’Ateneo.
La Commissione procederà ad esaminare il comportamento tenuto, valutando se del caso di investire anche il Collegio di disciplina per verificare eventuali ulteriori violazioni delle norme che devono guidare la condotta dei professori universitari.

 

Giovedì 29 novembre, alle 22.00, l'Ex Wide (Via Franceschi 13, Pisa) ospita il concerto jazz di Daniele Gorgone 4tet feat Micheal Rosen.  
Un quartetto dinamico, una nuova formazione, caratterizzato dalla sinergia tra il sax di Michael Rosen, il piano di Daniele Gorgone, dal contrabbasso di Marco Piccirillo e dalla batteria di Pasquale Fiore. Dall’interazione scaturisce un repertorio composto da rielaborazioni di standards jazz, arrangiamenti di brani contemporanei e brani originali. Il lavoro di ricerca stilistico conferisce al collettivo un’identità unica e originale: forte richiamo alla tradizione contaminata da elaborazioni armoniche e interpretative lasciate all’interazione delle singole idee in una coesione tra moderno e tradizione.

Il concerto è organizzato dall'Associazione studentesca "Isola del Jazz" con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

Per maggiori info: https://www.facebook.com/isoladeljazz/

isola del jazz 29

 

 

 

Giovedì 15 novembre, alle 22.00, l'Ex Wide (Via Franceschi 13, Pisa) ospita il concerto jazz di Krzysztof Kobyliński (pianoforte) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon).  
Le ripetute collaborazioni e l’affiatamento tra i due musicisti hanno consolidato un progetto musicale nel quale il virtuosismo e si mescola all’alchimia e ricerca timbrica. Dall’interazione scaturisce un repertorio composto da rielaborazioni di standards jazz, arrangiamenti di brani contemporanei e brani originali. 

Il concerto è organizzato dall'Associazione studentesca "Isola del Jazz" con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

Per maggiori info: https://www.facebook.com/isoladeljazz/

isola del jazz 15 nov

 

 

Un fegato artificiale miniaturizzato, costruito con chip microfluidici in silicio per i test farmacologici, ha finalmente dimostrato che i mini organi artificiali possono essere considerati modelli sperimentali attendibili, aprendo la strada a una possibile eliminazione dell’uso di cavie animali. Lo studio è stato pubblicato su Advanced Functional Materials e condotto dal team di ricerca di Giuseppe Barillaro del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa, con la collaborazione del gruppo di Nico Voelcker della Monash University.

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Humans-on-chip mostra come passare dall’organo alla sua “astrazione” funzionale fino al chip che lo mima. 

“La novità di questo modello di organo – spiega Barillaro – è che si compone di strutture tridimensionali che hanno la dimensione effettiva delle cellule epatiche e che sono disposte in modo da replicare anche architettonicamente l’organizzazione del fegato nel lobulo epatico. Negli esseri umani, le cellule epatiche sono disposte in cordoni collocati tra le vene (sonusoidi) che entrano nel lobulo. La diposizione delle cellule in cordoni permette di riprodurre negli organi artificiali alcune funzioni fondamentali del fegato, come la detossificazione e il mantenimento dell’omeostasi”.

L’organo-chip e lo stesso organo con la simulazione del flusso sanguigno.jpg
L’organo-chip e lo stesso organo con la simulazione del flusso sanguigno.

Replicare questa struttura è stato possibile grazie all’uso di nanotecnologie simili a quelle usate per i circuiti integrati. Le strutture così costruite vengono alimentate con un sistema microfluidico. “Quello che abbiamo dimostrato – prosegue Barillaro – è che le strutture così composte riescono a mantenere l’attività e le caratteristiche della cellula più a lungo rispetto a quanto non accada con una normale coltura, un mese invece che una settimana, e creare condizioni fisiologiche molto simili a quelle del corpo umano. Questo permette test farmacologici a medio termine, con la conseguenza di poter ridurre l’uso di cavie animali. Replicando in modo sempre più accurato la struttura del lobulo epatico potremo arrivare a effettuare test farmacologici con risultati ancora più attendibili e vicini a quelli ottenuti sull’uomo, e anche ricreare su chip alcune tra le più importanti funzionalità del fegato per andare verso una medicina personalizzata”.

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La struttura degli epatiti vista con il microscopio confocale.

Al momento gli organi-chip hanno destato l’interesse sia dell’Europa che degli Stati Uniti, che hanno avviato la creazione di uno Humanchip, ovvero la riproduzione di diversi organi chip, che poi verranno messi in connessione tra loro per riprodurre la fisiologia umana. Questo renderà possibile testare farmaci su un organo specifico, ma anche controllarne l’impatto sugli altri. In Europa al momento è ai primi passi la costruzione di una flagship sugli organi chip, che includerebbe non solo partner accademici, ma aziende interessate a portare avanti i risultati della sperimentazione.

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