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narrare malattia coverE' in uscita con la Pisa University Press il volume Narrare la malattia per costruire la salute curato da Rita Biancheri, professoressa del dipartimento di Scienze Politiche dell'Ateneo, e da Stefano Taddei, direttore della Unità Operativa di Medicina 1 dell'Aoup.

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione a firma della professoressa Biancheri.

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A quarant’anni dalla nascita del Sistema Sanitario nazionale con la legge 833 del 1978 permangono diseguaglianze di salute, difficoltà di accesso alle cure, consistenti differenze regionali che in una prospettiva ormai storica consentono di comprendere, con maggiore efficacia, molte delle cause che hanno condizionato negativamente la qualità dei servizi offerti.

Gran parte della letteratura pubblicata nell’ultimo ventennio fa riferimento all’importanza dell’attivazione del paziente, alla prospettiva relazionale oltre a valorizzare la funzione di voice della partecipazione associazionistica. Dall’altra parte altri studiosi hanno messo in guardia sull’ambiguità dei concetti utilizzati con il rischio di descrivere “un involucro vuoto”, di teorizzare principi difficilmente applicabili. Dinamiche complesse che costringono, anzi rendono imprescindibile, un ripensamento sulle pratiche, sulle modalità di presa in carico dei malati cronici, sulle risposte per il fine vita, su come aiutare chi soffre.

Cambiano i bisogni dei pazienti, si sono allungate le speranze di vita ma sono troppi gli anni passati in cattiva salute, soprattutto per le donne; cresce l’esigenza di informazione ma spesso si ricorre a notizie mediatiche mentre la comunicazione esperta, la prevenzione subisce incrinature e derive pericolose. In questa cornice, brevemente delineata, il volume intende trattare, attraverso vari approcci, un tema che nel nostro paese rischia di essere considerato irrilevante o non applicabile, proprio perché richiede un cambiamento di paradigma, un svolta a nostro avviso necessaria.

La contrapposizione tra il crescente bisogno di tecnologie e l’umanizzazione delle cure fa parte di un filo rosso che corre all’interno di un confronto più che trentennale; gli Autori e le Autrici di questo libro condividono l’assunto che proprio per affrontare la minaccia di una perdita di creatività, di capacità di riconoscimento dell’altro, di fronte ai domini dell’ipertecnologizzazione, della medicalizzazione della vita e del consumerismo occorrano nuovi strumenti derivanti da un cambiamento epistemologico, da un’integrazione dei saperi, attraverso il racconto delle esperienze vissute. Una possibile risposta alle sfide in grado di assumere, al tempo stesso, la complessità e l’unicità della condizione umana.

Rita Biancheri

 

Giuseppe Attardi e Laura Ricci del dipartimento di informatica dell’Università di Pisa sono stati nominati nel pool di esperti del Ministero dello Sviluppo Economico per elaborare le strategie nazionali sui temi dell’intelligenza artificiale e della tecnologia blockchain.

 

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Laura Ricci e Giuseppe Attardi

I due docenti dell’Ateneo pisano sono stati scelti dopo una selezione che ha vagliato candidature a livello europeo e internazionale. In particolare, Laura Ricci metterà a disposizione la sua esperienza nel campo delle criptovalute e nell'utilizzo della tecnologia dei distributed ledger nel campo dell'IoT e delle reti sociali per proporre come sfruttare al meglio tutte le potenzialità di questa innovativa tecnologia. Giuseppe Attardi da parte sua farà valere le sue ricerche nel campo dell’intelligenza artificiale che ha svolto fra l’altro al MIT, all'ICSI di Berkeley, al Sony Laboratory di Parigi e al Yahoo! Research Barcelona.

La prima riunione dei due comitati di esperti sarà a gennaio 2019.

Può essere un cavaliere particolarmente esigente o la separazione dal proprio gruppo sociale o ancora l’apparizione di qualcosa di nuovo nell’ambiente. Succede così che anche i cavalli (nel loro piccolo) si stressano e che per calmarsi (al pari di noi umani) mettono in atto particolari comportamenti.

Si potrebbe sintetizzare in questo modo quanto emerge da un recentissimo studio pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e realizzato da una equipe di veterinari ed etologi composto da Paolo Baragli, Claudio Sighieri (Dipartimento di Scienze Veterinarie) ed Elisabetta Palagi (Dipartimento di Biologia) dell’Università di Pisa e da Chiara Scopa del Centro di Referenza Nazionale per gli Interventi Assistiti con gli Animali (Direttore Dott. Luca Farina), Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Legnaro, Padova.

 

cavalli

Cavalli durante i test


“Per la prima volta abbiamo definito e standardizzato una condizione di stress nei cavalli secondo modalità e tempistiche precise, che ci ha permesso di individuare quei comportamenti che i cavalli usano per calmarsi”, sottolinea Paolo Baragli del dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Ateneo pisano.

E’ emerso così che lo “snore”, cioè un suono legato alla respirazione simile ad una profonda inalazione, è un comportamento messo in atto per controbilanciare lo stress così come, ma con una tempistiche diverse, il “vacuum chewing”, cioè la masticazione a vuoto, senza nulla in bocca.

“I comportamenti calmanti messi in atto dai cavalli sono una forma di resilienza, cioè una strategia che consente di affrontare meglio certe situazioni caratterizzate da una importante risposta emotiva negativa – spiega Chiara Scopa dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – sono azioni inconsapevoli che hanno un effetto sul sistema nervoso autonomo, che permette al soggetto di bilanciare lo stress e provare a ristabilire l’equilibrio interno del proprio organismo, lo facciamo anche noi umani in alcune situazioni, ad esempio dondolando le gambe, gesticolando, strusciando le mani o arricciandoci i capelli”.

I ricercatori hanno condotto la sperimentazione su 33 cavalli di razza, sesso ed età diversi in quattro differenti scuderie italiane. In pratica, lo stress test consisteva nel gonfiare con un meccanismo a distanza, improvvisamente e in pochi secondi, un palloncino all’interno dei box dei cavalli lasciandolo gonfio per 5 minuti. Il comportamento degli animali è stato quindi video-registrato e i dati fisiologici (frequenza e variabilità cardiaca) sono stati raccolti da un monitor cardiaco fissato su una cintura elastica applicata al torace. Per validare i risultati le stesse rilevazioni sono state eseguite anche su un gruppo controllo e in questo caso i cavalli venivano lasciati soli nei box senza che ci fosse alcun palloncino. I ricercatori hanno quindi rilevato che lo snore e il vacuum chewing erano molto più frequenti come reazione al palloncino, infatti le variabili fisiologiche indicavano una maggiore attività del sistema “calmante” dell’organismo (componente vagale del sistema nervoso autonomo). La differenza riscontrata stava nella tempistica di comparsa, lo “snore” era prevalente nel primo minuto, mentre il vacuum chewing era distribuito in tutti i 5 minuti del test. Ciò indicherebbe che lo “snore” serve a contrastare il primo impatto dell’evento stressante, mentre il vacuum chewing interviene con un’azione più lenta e prolungata.

Il cavallo è tra i più diffusi animali domestici e da compagnia, oltre ad essere utilizzato in attività ludico-ricreative e nelle terapie assistite - conclude Paolo Baragli – e, nonostante l’attenzione sempre crescente, è ancora difficile definire e riconoscere quali siano i segnali che possono aiutarci a capire il loro reale stato interiore. Il comportamento da solo può non essere sufficiente e questo studio potrebbe quindi fare da apripista alla realizzazione di linee guida comportamentali, validate dalla reale attività del sistema nervoso autonomo, utili a tutti coloro che hanno a che fare con i cavalli e perciò anche a beneficio degli umani”.

maria giulia brotiniMaria Giulia Brotini, 32 anni di Arezzo, ha vinto il “Premio Goi” per la miglior tesi di laureati con disabilità promosso dalla Fondazione della Comunità Bresciana in collaborazione con l’Università di Brescia. Maria Giulia si è laureata con 110 e lode in Filologia e Storia dell’Antichità all’Università di Pisa discutendo la tesi “Le virtù del racconto nella retorica greca” con il professor Mauro Tulli. La cerimonia di premiazione si è svolta a dicembre 2018 nell’aula magna dell’Università di Brescia, durante la giornata internazionale della disabilità. «Se ho raggiunto questo risultato è stato anche grazie all’assistenza e al supporto che ho ricevuto dall’Usid, l’Ufficio servizi per l'integrazione di studenti con disabilità, l’Ufficio servizi per l'integrazione di studenti con disabilità dell’Università di Pisa, e dai ragazzi del servizio civile e del tutorato – commenta Maria Giulia – A loro va un mio ringraziamento particolare».

Nella motivazione del premio si legge: “Lavoro apprezzabile per l’ampiezza dei contenuti e la ricchezza delle argomentazioni, in cui si notano un significativo impegno di rielaborazione personale e un lodevole sforzo di arricchire con riflessioni e interpretazioni personali quanto la critica ha prodotto sul tema. Encomiabile il lavoro di traduzione dei lunghi passi greci e latini che risultano resi in italiano corretto, scorrevole e sempre efficace nel restituire lo spirito del testo. Il confronto tra le diverse opere prese in esame è condotto in modo sicuro e articolato con ampiezza di riferimenti. Il rigore scientifico è rispettato anche nelle citazioni dei passi antichi e nei riferimenti bibliografici a testi moderni”.

«Maria Giulia Brotini ha discusso la tesi magistrale su “Le virtù del racconto nella retorica greca”, presso il nostro dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica – commenata il professor Mauro Tulli – Il suo contributo è stato notevole sia nella redazione della tesi magistrale sia nell’attività di ricerca che ha trovato espressione lucida e organica nell’elaborato. Maria Giulia Brotini ha sviluppato un esame della manualistica greca, fra le pagine di Anassimene di Lampsaco e le pagine di Elio Teone, con palese capacità di sintesi. Ottimo il risultato, che indica nella sapheneia la più grande fra le virtù e nell’eikos il fine ultimo del racconto. Il premio è un concreto successo per il suo impegno e per il suo tenace rapporto con la tradizione classica».

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Il fondo che alimenta il concorso è stato istituito dal 2006 per volontà della famiglia Goi di Brescia e ogni anno bandisce un premio in memoria di Antonio e Luigi Goi, deceduti a soli 20 anni in un incidente stradale. Il fondo memoriale è gestito dalla Fondazione della Comunità Bresciana in collaborazione con l’Università di Brescia, è finalizzato "al sostegno di attività a favore di soggetti disabili privilegiando l’erogazione di premi di laurea per studenti universitari con disabilità che abbiano conseguito la laurea magistrale o specialistica negli atenei italiani".

Sento il dovere di intervenire a commento della polemica che si è sviluppata in questi giorni sulla questione del centro trapianti di Pisa, a seguito delle dichiarazioni del dott. Daniele Pezzati.

Per prima cosa, intendo esprimere la mia profonda gratitudine a tutto lo staff pisano, di cui il dott. Pezzati è parte, che da anni fa del nostro centro un’eccellenza assoluta a livello nazionale e non. Basti ricordare che nel maggio scorso abbiamo festeggiato il traguardo, superato a fine 2017, dei 2000 trapianti di fegato eseguiti; a Pisa, il 3 luglio 2010, è stato effettuato il primo trapianto robotico di rene in Europa (Aa. Vv., Robotic renal transplantation: first European case. Transpl Int. 2011 Feb; 24(2):213-8) e sempre a Pisa, solo pochi mesi dopo, il 27 settembre 2010, è avvenuto il primo trapianto robotico al mondo di pancreas (Aa. Vv., Laparoscopic robot-assisted pancreas transplantation: first world experience. Transplantation. 2012 Jan 27; 93(2):201-6).

Smantellare o indebolire una simile realtà sarebbe scellerato e di questo è ben consapevole il governo regionale, come più volte ribadito dal Presidente Rossi e dall’assessore Saccardi. Ho avuto rassicurazioni in tal senso dal Presidente Rossi in persona, nel corso di un colloquio privato svoltosi solo due mesi fa, dove abbiamo ribadito la comune volontà di definire, insieme al nuovo Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana di imminente nomina, un progetto di sviluppo delle nostre eccellenze, alla quale il governo regionale darà il suo contributo in termini di risorse. Tra queste eccellenze vi è sicuramente il centro trapianti pisano, che dovrà rimanere centro di riferimento a livello toscano in modo da poter crescere e svilupparsi, anche creando percorsi virtuosi di collaborazione con professionisti presenti altrove in Regione.

Io stesso Rettore mi farò garante affinché ciò accada, con Pisa baricentro di una realtà rappresentativa di un primato indiscusso per la nostra città e per la nostra Toscana.

Nasce una nuova rivista open access: "Suite française" resa possibile dal Laboratorio di cultura digitale dell’Università di Pisa. È dedicata alla cultura del mondo francofono in tutte le sue accezioni e discipline, dalla politica all’arte, dalla storia alla letteratura: insomma, a tutto ciò che il “luogo Francia” – non geografico, ma culturale – ha prodotto e produce.

Il sito ha una struttura particolare. Pubblica un numero l’anno – in italiano, francese e inglese – selezionando contributi attraverso una call internazionale e ospita una sezione mobile – sans souci – legata ogni volta al tema della rivista, in cui si pubblicano testi celebri o poco noti, pre-print, recensioni, suggerimenti, progetti, proposte anche provenienti dai lettori.

 

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Il primo numero – Pensare (con) Todorov – si concentra su un grande studioso che rappresenta bene il senso dell’iniziativa scientifica: Tzvetan Todorov, esule «circostanziato», ha sollecitato con domande profonde e scottanti il nostro presente. Gli undici saggi confluiti nel primo numero (a firma di Nicola Panichi, Michela Nacci, Ricardo De Mambro Santos, Michele Morselli, Giovanni Ruocco, Larisa Botnari, Massimo Maiorino, Fanny Laurent, Andrea Lanza, Antonella Ercolani, Sabine Du Crest) mettono a fuoco momenti e passaggi, interessi e domande di questo straordinario percorso. Allo stesso tempo sans souci ospita materiali tutti dedicati a un tema centrale nella produzione di Todorov: l’incontro con l’altro. Si possono leggere, per ora, brani del Ritratto delle cose di Francia di Machiavelli, dei cannibali di Montaigne e del Ritratto delle cose di Francia di Ardengo Soffici, che da Machiavelli riprende il titolo.

Cristina Cassina
Dipartimento Civiltà e Forme del Sapere

cover guerriero insideRolando Guerriero per oltre quaranta anni ha condotto attività di insegnamento e ricerca presso l’Università di Pisa nel settore della coltivazione delle piante arboree da frutto e della vite.

Con l’andata a riposo (2005) ha dedicato maggior tempo alla prosa, mettendo su carta i ricordi della sua infanzia, e rievocando mestieri e civiltà, ormai scomparse, quali quella dei piccoli contadini toscani e dei carbonai dell’Appennino modenese. Oltre al recentissimo "Stampi perduti" (Giovane Holden Edizioni, 2018) di cui pubblichiamo una recensione a firma del professore Giacomo Lorenzini del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Rolando Guerriero ha scritto opere che hanno ottenuti riconoscimenti e segnalazioni in diversi concorsi letterari.

I ricordi del tempo di guerra e dello sfollamento gli hanno valso il primo premio nella prima adizione del Premio di Memorie “Uliano Martini”, indetto dal Comune di S. Giuliano Terme (Pisa), e sono stati pubblicati con il titolo “Da estate a estate: un anno da sfollato” nel volume “Tempi di guerra” (Edizioni ETS, Pisa, 2009). Nel 2013 ha vinto il primo premio inediti nella settima edizione del Premio letterario “Giovane Holden”, che gli è valsa la pubblicazione del romanzo “I quaderni nascosti del figlio del repubblichino” (Giovane Holden Edizioni, 2014). Nel 2015, sempre presso la stessa casa editrice, ha quindi pubblicato “Una famiglia di carbonai”. “Amleto al tempo delle briglie” è risultato infine finalista in alcuni concorsi letterari, tra cui il premio Jacques Prévert 2016.

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“Stampi perduti”, il nuovo volume del Prof. Rolando Guerriero

Rolando Guerriero, per decenni apprezzato docente di Coltivazioni arboree nell’Università di Pisa e da qualche anno “a riposo”, non perde occasione per prendere carta e penna e farci rivivere, non senza nostalgia, i ricordi della sua giovane età, rievocando situazioni, aneddoti e piccole cronache di civiltà, mestieri e personaggi ormai scomparsi. Inevitabilmente, particolare attenzione è dedicata alla campagna, ai piccoli contadini e a una terra, la Maremma toscana, che il Professore ha percorso mille volte per organizzare prove di campo.

Il testo che ci propone questa volta, intitolato “Stampi perduti” (Giovane Holden Edizioni, Viareggio, 2018), è una agile raccolta di personaggi degli anni ‘60, “che ora non ci sono più e di essi si sono persi anche gli stampi”, tutti strettamente legati al mondo rurale. Gente semplice, ricca di umanità, ma soprattutto di buon senso, orgogliosa di conservare quelle conoscenze preziose, acquisiste da generazioni, che facevano dell’agricoltura un’arte più che un mestiere, che si trovano a interagire con il giovane neolaureato (“dottorino dell’Università”), cittadino e inevitabilmente estraneo al loro contesto culturale.

I protagonisti conservano uno stretto legame con le loro tradizioni: la caccia (magari di frodo), la buona tavola e il buon bere, la burla al cittadino, lo scherzo a volte un po’ cattivo al vecchio che mal si adatta alle nuove situazioni, e vengono dipinti con autentici ‘acquarelli’, che inevitabilmente richiamano alla mente i racconti maremmani di Renato Fucini, altro studente di Agraria a Pisa. Un tuffo in un periodo e un mondo tanto lontani e così diversi, ma che meritano di essere ricordati: è lì che molti affondano le loro radici familiari e culturali.

Giacomo Lorenzini

Dal 21 dicembre 2018 al 3 febbraio 2019 sarà ospitata a Pisa presso il Fortilizio e la Torre Guelfa la mostra di uno dei più rappresentativi artisti contemporanei del territorio pisano: “Ozmo, Every wall in town tells a story”. La mostra, curata da Gian Guido Maria Grassi e Alessandro Romanini, con il progetto di allestimento dell’architetto Roberto Pasqualetti, giunge a coronamento di un ciclo di iniziative ospitate a Pisa, che hanno analizzato i vari aspetti artistici, sociologici, legali e conservativi della Street Art, con esperti italiani e internazionali. La mostra sarà visitabile ingresso libero, dal martedì alla domenica, dalle 11.00 alle 19.00. 

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Big Fish Eats Small Fish. 

L’iniziativa espositiva è allo stesso tempo l’occasione per vedere lo stato evolutivo della sua poetica con i nuovi dipinti di Ozmo e ripercorrere la sua carriera di street artist grazie alla ricca documentazione fotografica e video supportata da un diffuso apparato descrittivo che saranno allestiti in mostra. Le oltre 50 opere fra tele e foto, permetteranno allo spettatore di comprendere lo stile e l’evoluzione tecnica e formale dell’artista toscano, basata su un armonico mix fra un recupero delle fonti iconografiche “classiche” supportata da un’approfondita conoscenza storico-artistica e la forza eversiva della street art che mantiene il suo vigore nel passaggio dal muro alla tela.

La mostra sarà anche l’occasione per presentare in anteprima il compendioso catalogo antologico di Ozmo, che ripercorre anch’esso la sua prestigiosa carriera artistica attraverso un consistente nucleo di opere e interventi pubblici. Quegli interventi in ambito urbano, che lo hanno visto protagonista nei 5 continenti, da Milano a Miami, da Londra a Varsavia, da New York a Shanghai per citarne alcuni.

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Giustizia.

La mostra pisana e il catalogo ci illustrano l’evoluzione creativa di Ozmo, dagli interventi muralisti “militanti” al Leoncavallo (definito da Vittorio Sgarbi “La Cappella Sistina della Street Art”), passando per la “conquista” dei templi dell’arte contemporanea come il Macro di Roma (che ospita anche una sua opera murale permanente) e il Museo del Novecento di Milano, fino ai recenti interventi proprio a Pisa (“Ritratto di Pi” e l’iconografico “Ritratto di Galileo”).

Una mostra che sancisce una sorta di chiusura virtuosa di un cerchio e celebrazione del 30° anniversario, che ha visto Pisa protagonista sin dall’ormai leggendario intervento di Keith Haring nel 1989,per proseguire negli anni ’90 con la convention Panico Totale evento cult dedicato alla cultura hip hop e al Graffiti writing e in tempi più recenti con altre manifestazioni come lo Start festival -Welcome to Pisa in occasione del quale sono stati già realizzati 20 murales a Porta a Mare.

Attraverso l’esperienza di Ozmo la mostra intende rendere testimonianza e prendere consapevolezza di queste esperienze che appartengono a quello che è forse il movimento globale attualmente più dirompente dell’arte contemporanea, la Street art, che ha avuto a Pisa uno dei suoi principali centri italiani ed europei.

La mostra, realizzata da Start - Open your eyes, con il contributo del Comune di Pisa e della Fondazione Pisa e la collaborazione dell’Università di Pisa, della Fondazione Palazzo Blu e del Consiglio Regionale della Toscana, sarà un’importante occasione per visitare anche gli spazi affascinanti della Cittadella che si affaccia sul Lungarno: dalla cima della torre guelfa, aperta appositamente per l’occasione, sarà possibile godere della vista più bella di tutta la città.

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Criminal vs carabinieri.

Angelica e Medoro copy copyIl Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa), in collaborazione con il Comune di Castelnuovo di Garfagnana e con il patrocinio del Comitato Nazionale per il V centenario dell’Orlando Furioso e della Scuola Normale Superiore, inaugura la mostra "Antonio Possenti. Altrove e altri luoghi. Suggestioni dall’Orlando Furioso".

La mostra è stata presentata in anteprima da Virginia Mancini, presidente del Museo della Grafica, Alessandro Tosi, direttore scientifico del Museo della Grafica, Luigi Ficacci, direttore dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro (ISCR), già Soprintendente di Lucca e Massa Carrara, e Lina Bolzoni, in rappresentanza della Scuola Normale Superiore.

Le opere in mostra sono state commissionate a Antonio Possenti nel 2016 dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana, attuale proprietario delle opere, in occasione delle celebrazioni per il V Centenario dell'Orlando Furioso, per il quale venne realizzata la mostra in oggetto esposta nella Fortezza di Mont'Alfonso dal 16 luglio al 31 agosto 2016. Il Comune di Castelnuovo chiese all'allora Soprintendente di Lucca e Massa Carrara Luigi Ficacci di introdurre la mostra del 2016 con un testo pubblicato nel relativo catalogo.

La professoressa Lina Bolzoni ha annunciato che la mostra continuerà in futuro come parte di installazioni fisse e percorsi museali che verranno allestiti nella Rocca Ariostesca, attualmente in fase di restauro per volontà del Comune di Castelnuovo di Garfagnana. La mostra di Antonio Possenti lega in questo modo Pisa, Lucca e la Garfagnana nel nome dell'Ariosto.

Il raffinato allestimento a Palazzo Lanfranchi unisce inattesi elementi scenici e installazioni multimediali realizzate da Lorenzo Garzella e consente di ammirare il segno di un artista capace di confrontarsi nella sua originale cifra poetica con l’immaginario ariostesco, così come di tornare a riflettere sulla straordinaria forza evocativa che l’Orlando Furioso può ancora regalare alla contemporaneità. Il 23 gennaio, in concomitanza con la mostra, verrà presentato al cinema Arsenale il video "Labirinto dell'Ariosto. Giocare col furioso" centrato sul tema del gioco, nato dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca della Scuola Normale Superiore con la regia di Lorenzo Garzella.

La mostra rimarrà aperta fino al 27 gennaio 2019, dal lunedì alla domenica negli orari 9.00-20.00. Chiuso il 25/12 (Natale); 1/01 (Capodanno); 6/01 (Epifania). Il 24 e 31 dicembre chiusura anticipata alle ore 13.00.

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"Malinconia di Ludovico Ariosto". In alto a destra "Angelica e Medoro".

 

 

Secondo posto al Premio Innovazione Toscana 2018 per IngeniArs, spin off dell'Università di Pisa, che si è classificata nella sezione Start Up Innovative con il progetto H2020 "SIMPLE-SpaceFibre IMPLementation design and test Equipment". La competizione ha visto coinvolte ben 58 realtà tra micro, piccole, medie e grandi imprese, che hanno partecipato al premio che sostiene e valorizza la ricerca, l’innovazione tecnologica e digitale delle imprese, promuove l’iniziativa giovanile e il potenziale innovativo del territorio. L'iniziativa è promossa da Consiglio Regionale della Toscana, Anci Toscana, Confindustria Toscana, Rete Imprese Italia Toscana, Unioncamere Toscana.

Il progetto di IngeniArs premiato consiste nello sviluppo di sistemi elettronici altamente innovativi per testare a terra e implementare a bordo di satelliti il protocollo di comunicazione di ultima generazione SpaceFibre dell'Agenzia Spaziale Europea. Con questo progetto sono state anche vinte la fase 1 e la fase 2 del programma H2020 SME Instrument promosso dalla Comunità Europea.

 

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