Il Capitolo contro il portar la toga
Nell’anno dedicato alle celebrazioni di Galileo Galilei, le Edizioni ETS ripropongono al pubblico l’operetta poetica Contro il portar la toga, scritta dallo scienziato pisano nel 1589, a poco più di venticinque anni, nel breve periodo di docenza che egli svolse nella città natale. In forma di terzine rimate, il testo rappresenta – come commenta la professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi – una “graffiante espressione di anticonformismo e, al contempo, un indice del disagio pisano, acuito dall’obbligo granducale per i docenti dell’Ateneo di indossare l’ingombrante palandrana anche al di fuori delle occupazioni propriamente accademiche”.
Il giovane Galileo usa toni goliardici e doppi sensi, anche pesanti, per criticare la volontà moralizzatrice del governo mediceo e, insieme, per castigare il compiacimento con cui i professori pisani sembravano dar seguito all’obbligo di sfoggiare la toga. Eppure, sottolinea il dottor Federico Tognoni, con il tempo “tale avversione venne meno e fu prontamente messa da parte appena gli si presentò l’occasione di farsi ritrarre, cossicché, al pari e più frequentemente del cannocchiale, la toga appare un elemento distintivo del suo personaggio, un elemento emblematico in grado di fissarne la memoria oltre che connotarne la dimensione professionale”.
Il Capitolo contro il portar la toga era già stato edito a Pisa nel 1980 da Nistri–Lischi editori. Viene ripubblicato ora in un elegante formato, curato da Lucia Tomasi Tongiorgi e arricchito dagli scritti di Valeria Finucci, Maurizio Rippa Bonati, Federico Tognoni e Roberto Vergara Caffarelli. Fiore all’occhiello di questa versione è la traduzione in perfette rime miltoniane realizzata dall’astrofisico di fama mondiale, il professor Giovanni Bignami.
Antonio R. D’Agnelli
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