Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

La Domus Mazziniana (via Mazzini, 71) ospita, giovedì 10 maggio alle 16, la presentazione del volume “Storia degli Stati sabaudi. 1416-1848” (Brescia, Morcelliana, 2017) di Paola Bianchi e di Andrea Merlotti.
L’incontro sarà introdotto da Pietro Finelli e insieme agli autori interverranno Antonella Alimento e Andrea Addobbati, docenti di storia moderna dell’Università di Pisa.
Il volume ricostruisce la storia degli Stati sabaudi fra il 1416, quando Amedeo VIII di Savoia ottenne dall'imperatore il titolo di duca, e il 1848, anno in cui Carlo Alberto, re di Sardegna, promulgò lo Statuto.

 

Martedì, 08 Maggio 2018 08:38

Wasbridge council: Fricat & Big Hawk

Sabato 12 maggio alle 23:00, al Polo Carmignani, si terrà il concerto in Università "Wasbridge council" in cui si esibiranno Fricat & Big Hawk.

L'evento è promosso dall'Associazione Pisa città di Frontiera e realizzato con i contributi dell'Ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

wasbridge council

Un team di ricercatori ha individuato un nuovo metodo più efficace per somministrare i farmaci nel trattamento delle degenerazioni retiniche come la maculopatia. La novità arriva dal dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa dove Susi Burgalassi, Daniela Monti, Nadia Nicosia, Silvia Tampucci, Eleonora Terreni e Patrizia Chetoni hanno condotto uno studio sperimentale in collaborazione con Andrea Vento Direttore dell’Unità di oculistica dell’Ospedale Versilia di Viareggio. La ricerca finanziata con i fondi di Ateneo è stata appena pubblicato sulla rivista “Drug Delivery and Translational Research”, giornale ufficiale della Controlled Release Society.
Ad oggi per la cura delle degenerazioni retiniche viene principalmente utilizzato il Bevacizumab, un farmaco che blocca la genesi vascolare della malattia, e la sua somministrazione avviene mediante iniezioni intraoculari all’interno del corpo vitreo ripetute, generalmente, a cadenza mensile.
“Queste ripetizioni aumentano il rischio e la gravità degli effetti collaterali che, in alcuni casi, possono essere anche molto seri – spiega Susi Burgalassi dell’Università di Pisa - del resto, la macromolecola del Bevacizumab non supera le barriere oculari in quantità terapeuticamente sufficienti se somministrato per via topica, cioè attraverso un semplice collirio”.
La soluzione sperimentata è stata quindi quella di mettere a punto un millimetrico impianto da inserire nell’occhio sotto la congiuntiva per il rilascio prolungato del farmaco, che si “dissolve” naturalmente una volta esaurito il suo compito. Si tratterebbe cioè di una “matrice” ottenuta mediante liofilizzazione e realizzata con un polimero che deriva dalla cellulosa.
“La possibilità di dosare il farmaco attraverso questo sistema, pur mantenendo un certo grado di invasività, porterebbe ad una diminuzione della frequenza di somministrazioni, con conseguente diminuzione dell’incidenza di effetti collaterali”, aggiunge Susi Burgalassi.
La sperimentazione condotta su modelli animali ha quindi rivelato che il dispositivo può essere ben tollerato e che è in grado di rilasciare il farmaco per circa 3 mesi.
“Il sistema è sicuramente migliorabile in termini di facilità di applicazione e durata del rilascio e questo lavoro getta le basi per ulteriori ricerche in questo senso – conclude Burgalassi – ma già adesso le nostre matrici sono pensate per essere prodotte a livello industriale e, al contrario dei dispositivi sinora sperimentati, possono essere facilmente rese sterili con processi conosciuti e sicuri”.

Un team di ricercatori ha individuato un nuovo metodo più efficace per somministrare i farmaci nel trattamento delle degenerazioni retiniche come la maculopatia. La novità arriva dal dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa dove Susi Burgalassi, Daniela Monti, Nadia Nicosia, Silvia Tampucci, Eleonora Terreni e Patrizia Chetoni hanno condotto uno studio sperimentale in collaborazione con Andrea Vento direttore dell’Unità di oculistica dell’Ospedale Versilia di Viareggio. La ricerca finanziata con i fondi di Ateneo è stata appena pubblicato sulla rivista “Drug Delivery and Translational Research”, giornale ufficiale della Controlled Release Society.

 

Gruppo di ricerca_inside.jpg

Il gruppo di ricerca Unipi, da sinistra: Susi Burgalassi, Daniela Monti, Patrizia Chetoni, Silvia Tampucci, Eleonora Terreni



Ad oggi per la cura delle degenerazioni retiniche viene principalmente utilizzato il Bevacizumab, un farmaco che blocca la genesi vascolare della malattia, e la sua somministrazione avviene mediante iniezioni intraoculari all’interno del corpo vitreo ripetute, generalmente, a cadenza mensile.

“Queste ripetizioni aumentano il rischio e la gravità degli effetti collaterali che, in alcuni casi, possono essere anche molto seri – spiega Susi Burgalassi dell’Università di Pisa - del resto, la macromolecola del Bevacizumab non supera le barriere oculari in quantità terapeuticamente sufficienti se somministrato per via topica, cioè attraverso un semplice collirio”.

La soluzione sperimentata è stata quindi quella di mettere a punto un millimetrico impianto da inserire nell’occhio sotto la congiuntiva per il rilascio prolungato del farmaco, che si “dissolve” naturalmente una volta esaurito il suo compito. Si tratterebbe cioè di una “matrice” ottenuta mediante liofilizzazione e realizzata con un polimero che deriva dalla cellulosa.

 


infografica_matrice.jpg

Immagine di un occhio, la freccia azzurra indica la posizione precisa dell’inserimento della matrice, sotto la congiuntiva superiore che ricopre la sclera, a destra la matrice


“La possibilità di dosare il farmaco attraverso questo sistema, pur mantenendo un certo grado di invasività, porterebbe ad una diminuzione della frequenza di somministrazioni, con conseguente diminuzione dell’incidenza di effetti collaterali”, aggiunge Susi Burgalassi.

La sperimentazione condotta su modelli animali ha quindi rivelato che il dispositivo può essere ben tollerato e che è in grado di rilasciare il farmaco per circa 3 mesi.

“Il sistema è sicuramente migliorabile in termini di facilità di applicazione e durata del rilascio e questo lavoro getta le basi per ulteriori ricerche in questo senso – conclude Burgalassi – ma già adesso le nostre matrici sono pensate per essere prodotte a livello industriale e, al contrario dei dispositivi sinora sperimentati, possono essere facilmente rese sterili con processi conosciuti e sicuri”.

Iadriano_carpita.jpgl 5 maggio 2018 è mancato Adriano Carpita, professore di Chimica Organica del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale.

Nato a San Miniato nel 1953, Adriano Carpita ha studiato Chimica presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore dal 1972 al 1978 e in seguito è stato perfezionando della S.N.S. Dal 1981 è diventato ricercatore della stessa S.N.S. e nel 1988 è stato chiamato come professore associato all’Università di Pisa .

Le sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo di reazioni di cross-coupling C-C promosse da metalli di transizione, l’uso di microonde e/o di catalizzatori costituiti da nanoparticolati metallici supportati, e la possibilità di condurre tali reazioni in sistemi a flusso continuo, anziché nei classici reattori batch. Le applicazioni di tali metodologie hanno in gran parte riguardato la sintesi vari tipi di sostanze naturali o loro analoghi, di interesse per l’agricoltura (fra i quali, in particolare, i semiochimici degli insetti) e anche di sostanze, o classi di sostanze, potenzialmente antitumorali.

Il professor Carpita si è dedicato con passione alla ricerca e all’insegnamento, con grande apprezzamento da parte di numerosi allievi, senza mai risparmiarsi neanche a fronte di gravi problemi di salute.

 

Lunedì, 07 Maggio 2018 08:37

Le avventure delle Aventures

guidi_inside.jpg"Le avventure delle Aventures. Traduzioni del Télémaque di Fénelon tra Sette e Ottocento" (Edizioni Ets, 2018) è il titolo del volume curato di Marco Guidi, ordinario di Storia del pensiero economico al dipartimento di Economia e Management, e di Marco Cini, ricercatore di Storia economica al Dipartimento di Scienze Politiche.

La pubblicazione, frutto di un lavoro interdisciplinare a partire da un Progetto di Ricerca di Ateneo (PRA), contiene i contributi di Giulia Bianchi, Fabrizio Bientinesi, Alexandre Calvanese, Federica Cappelli, Elena Carpi, Marco Cini, Carolina Flinz, Marina Foschi Albert, Daniela Giaconi, Laura Giovannelli, Marco E. L. Guidi, Marianne Hepp, Monica Lupetti, Luca Mi-chelini, Letizia Pagliai, Alessandro Russo, Gertjan Schutte, Barbara Sommovigo.

Pubblichiamo di seguito alcuni estratti dall'introduzione al volume firmata dai due curatori.

*************************************

Uno sconfinato, interminabile viaggio. Così è apparsa, agli autori di questo volume, la traiettoria compiuta dalle traduzioni di uno dei più fortunati romanzi che la letteratura europea moderna abbia mai partorito: Les Aventures de Télémaque, fils d’Ulysse di Fénelon, pubblicato per la prima volta dalla vedova Barbin agli inizi del 1699, all’insaputa dell’autore, tradito da un infido servitore.

La fortuna di questo best-seller (e long-seller) era già nota, così come si sapeva quanto tale fortuna fosse da attribuire tanto alle numerose – e difficilmente numerabili – edizioni in francese, molte delle quali, peraltro, uscite al di fuori dell’Esagono, quanto alle versioni redatte nelle più disparate lingue del mondo. E ancora, agli adattamenti che, fino alle soglie del XX secolo, interessarono generi diversi come il dramma, l’opera, l’operetta, la zarzuela, il balletto, in un circolare di versioni e traduzioni che accompagnava i trasferimenti di impresari teatrali, direttori d’orchestra, maestri di coro, attori, cantanti, ballerini, e che, significativamente, aveva punti di partenza diversi dalla Parigi nella quale era stato concepito il loro palinsesto. [...]

È tempo allora di parlare di questo volume e di ciò che in esso si possa o meno trovare. Esso non nasce da esperti di Fénelon, ma da un gruppo multidisciplinare di storici delle idee economiche, linguistiche e letterarie incuriositi, a diverso titolo, dall’incredibile successo di questa opera presso pubblici diversi e in contesti nazionali frequentati dalle loro ricerche.

L’appendice a questa introduzione narra del progetto di ateneo dell’Università di Pisa che ha consentito a questa indagine di andare a buon fine. Quello che qui preme sottolineare è che il Télémaque riflesso, recepito e adattato che abbiamo studiato è stato oggetto di letture e usi diversi, tutti resi possibili dalla natura polifonica dell’opera, al contempo speculum principis, manuale di economia politica, trattato sulle gerarchie sociali e sulle virtù civili e guerresche, strumento pedagogico, introduzione all’epica classica, capolavoro della letteratura romanzesca, espressione magistrale di un francese letterario puro e raffinato. L’elenco appena fatto, del resto, è esso stesso un risultato della nostra ricerca, perché proprio le diverse traduzioni, intese come trasformazioni ipertestuali del palinsesto da cui derivano, traggono le loro condizioni di possibilità dalla polifonia del testo fonte e al contempo ne sono le cartine di tornasole, rendendo quanto mai pertinente la definizione che Hans Robert Jauss ha dato della ricezione come senso di un’opera

Lunedì, 07 Maggio 2018 07:23

Ciclo di lezioni di Fisica Teoretica

Giovedì 10 maggio, ore 14.00 e Venerdì 11 maggio, ore 11.00, nell'aula 131 (piano terra - Ed.  C) del Dipartimento di Fisica, Giovanni Amelino-Camelia (Università degli Studi di Napoli "Federico II") terrà un ciclo di due lezioni sul problema della Gravità Quantistica da un punto di vista fenomenologico.

Il piano delle lezioni è di introdurre il problema della Gravità Quantistica partendo da una prospettiva fenomenologica, seguita da un breve percorso tra diversi approcci esistenti focalizzato sul tipo di fenomenologia che possono ispirare. Infine verrà   discusso lo stato dell'arte della fenomenologia della Gravità Quantistica, concentrandosi particolarmente su due analisi: una con "steep onset of Planck-scale effects" ed una con "smooth onset of Planck-scale effects".

L'iniziativa è organizzata dal Comparative Quantum Gravity Group con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

La consegna dei libretti sarà effettuata  il 25 ottobre 2018 presso la Segreteria studenti (Ala Nord), Largo Pontecorvo 3 - Pisa (orario 14,30-17,30). Per ricevere i libretti di tirocinio occorre presentare l'originale del formulario comprensivo delle attestazioni di pagamento o del certificato d'invalidità, del documento d'identità. I libretti possono essere consegnati ad altra persona munita di delega e copia del documento d'identità del delegante e del delegato.

The international competition WIBE Prize (World Innovation in Bridge Engineering) 2017 edition involved more than 200 designers from about 50 countries with an innovative contribution into Bridge Engineering field. A team of the University of Pisa composed of Prof. Ing. Maurizio Froli, professor of structural design, and the PhD students Agnese Natali and Francesco Laccone ranked the second place with a project entitled “The TVT δ “rainbow” bridge: a new technique for long-spanned, highly transparent footbridges”.

TVT-Delta full_web.jpg

The footbridge is based on a novel technique that has been object of two patents filed by prof. Froli for the University of Pisa. The structure is based on the use of glass as main structural material and is able to exceed the span of 30 meters with a double walkway.

The decision has been taken by a qualified Jury of world experts in Bridge Engineering over four selection stages, lasting totally more than one year. A Merit Award has been attributed to the team led by prof. Froli and to the third ranked project. The First WIBE Prize Award Cerimony will take place during the IABSE Symposium, in the Duke of Braganza's Palace, Guimarães (Portugal), on the 26th March 2019.

FotoFLNWibePrize.jpg

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa