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Lunedì, 25 Settembre 2023 08:23

Uniplay

Sabato 7 ottobre, a partire dalle ore 15.30, presso il Polo Didattico Porta Nuova, avrà luogo l'incontro dal titolo "Uniplay", a cura dell'associazione The Agency.

Durante l'incontro avranno luogo una serie di giochi di ruolo e workshop relativi al gioco di ruolo.

Per la partecipazione, gratuita, è richiesta la prenotazione. Prenota

Per informazioni contattare The Agency tramite Facebook
o all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

L'evento è realizzato con il contributo dell'Università di Pisa per le attività studentesche autogestite.

Programma

Depth and Expression in Role-Playing
Dalle 16.40 alle 19.30, aula PN2
Ron Edwards.
Cos'è il GDR?
Modalità telematica in videoconferenza. Lingua: inglese

Esposizioni artificiali: Gamer e AI ai confini del gioco
Dalle 17.30 alle 19.30, aula PN1
Silvio Fossati di "Escilgioco"
Librigame e Intelligenza Artificiale
Modalità dal vivo. Lingua: italiano

Autori per gioco.
Dalle 15.30 alle 19.30, aula PN3
Andrea Lucca, "Somekindofginger"
Creazione di un contenuto autoriale di gioco
Modalità: dal vivo. Lingua: italiana.

Dalle 21.30 alle 23.30 avranno luogo dei giochi in presenza.

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Si è svolta negli scorsi giorni al Centro Congressi "Le Benedettine" la terza edizione della Integration Week - Summer School del programma Erasmus Mundus Joint Master BIOPHAM «BIO & PHArmaceutical Materials science» (https://www.master-biopham.eu/) finanziato dalla Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA) della Commission Europea nell’ambito del Programma Erasmus+.

BIOPHAM è un programma di laurea magistrale congiunta erogato interamente in lingua inglese da un consorzio internazionale formato dall'Università di Lille (Francia, coordinatore), dall'Università di Pisa (Italia), dal Politecnico di Catalunya (Spagna) e l'Università della Slesia a Katowice (Polonia). BIOPHAM beneficia di un finanziamento di 4,4 milioni di euro di cui 88 borse di studio per studenti europei ed extraeuropei. Questo programma è finanziato per 6 anni dall'Unione Europea e porta all'ottenimento di diplomi congiunti già alla fine del corrente anno accademico 2022-2023. All’Università di Pisa gli studenti seguono il 1° semestre del 1° anno della laurea magistrale Materials & Nanotechnology, che vede coinvolto il Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale (DICI, come capofila) insieme ai Dipartimenti di Fisica, Chimica e Chimica Industriale, Ingegneria dell’Informazione e Scuola Normale Superiore. I referenti del progetto BIOPHAM per l’Università di Pisa sono il professor Simone Capaccioli (Dipartimento di Fisica), la professoressa Serena Danti (DICI) e il professor Marco Geppi (Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale).

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Il Programma BIOPHAM si rivolge principalmente a studenti con una laurea triennale in Scienza e Ingegneria dei Materiali, Fisica e/o Chimica e mira a soddisfare una domanda internazionale di laureati qualificati con formazione di alto livello in scienza e ingegneria dei materiali e sue applicazioni ai materiali farmaceutici e biofarmaceutici. BIOPHAM comprende un ricco programma di formazione teorica e pratica riguardante stati fisici e trasformazioni, fisica del disordine e fuori equilibrio, proprietà meccaniche dei materiali, chimica della materia soffice, biomateriali e biofluidi, biofisica, modellistica molecolare, tecniche avanzate di caratterizzazione sperimentale, progettazione di materiali farmaceutici e così via.

Gli studenti del Master BIOPHAM hanno l’opportunità di essere coinvolti in una rete molto ampia di grandi aziende farmaceutiche, tra cui, Servier, AstraZeneca, Sanofi, Roquette, Janssen Pharmaceutica, Eurofins Amatsigroup, Cubic Pharmaceuticals, piccole imprese innovative e startup, tra cui, Linari Engineering s.r.l., MyBiotech GmbH, Prolabin & Tefarm s.r.l., etc., e cluster internazionali di organizzazioni pubblico/private come Large Scale Facilities-istituti di ricerca (ALBA, ESRF, ILL, PSI, ELETTRA, SESAME) e 25 prestigiose università di paesi europei ed extraeuropei (Belgio, Irlanda, Portogallo, Regno Unito, Russia, Cina, USA, India, Giappone, Australia, Argentina, Brasile). Questi partner contribuiscono fortemente ai programmi di formazione, offrendo possibilità di tirocinio o tesi, seminari e lezioni nella summer school.

La Integration Week - Summer School che si è appena tenuta ha visto la partecipazione di 66 studenti (fra 1° e 2° anno, e neolaureati) provenienti da vari paesi di Europa, Asia, Africa e America, ed è stata un’occasione per le tre coorti di studenti di scambiarsi impressioni, informazioni e conoscenze riguardo il percorso formativo, migliorare la propria formazione e avere una idea più precisa sulla specializzazione del proprio programma di studio (previsto al 2° anno della magistrale). Gli studenti hanno seguito seminari e lezioni, tenuti da docenti e ricercatori italiani e stranieri, nonché esperti professionisti provenienti da piccole, medie e grandi imprese. Le tematiche hanno riguardato lo studio di materiali innovativi di interesse in ambito farmaceutico, biomedico e biotecnologico, e i servizi e le attività dell’International Office dell’Università di Pisa.
Inoltre sono state condotte visite a laboratori dipartimentali e del CISUP. Il programma è stato completato da presentazioni degli studenti del secondo anno, dei neolaureati BIOPHAM e altri studenti che hanno partecipato in passato a programmi Erasmus Mundus. Non sono mancati momenti ludici e di interazione sociale come l’apericena presso la Domus Comeliana e la visita guidata della città di Pisa attraverso percorsi tematici di scienza e tradizioni.

La cerimonia di consegna dei diplomi di laurea ai neolaureati Maulana Ariefai, Anita Jose, Seerat Sekhon, Darina Barkhatova, Kazeem Ojelade, Hamza Yakubu, Mohamed Mahmoud Saqawa, Omar Abdelaziz, Alex Daniel Jamett Cobeño, Fabian Puga, Manuela Walteros-Leon, Monica Vasquez Davila, Valeria Morales, Ruben Rodriguez Madrid e Anna Bandoni, provenienti rispettivamente da Indonesia, India, Russia, Nigeria, Egitto, Ecuador, Colombia, Messico, Spagna e Italia è avvenuta alla presenza del prorettore per la Didattica, Giovanni Paoletti e dei rappresentanti delle università coinvolte, come il coordinatore del progetto professor Frédéric Affouard dell’Università di Lille, il dottor Rafał Lorenc dell’Università della Slesia, il professor Roberto Macovez del Politecnico di Catalunya (collegato da remoto), nonché dai responsabili locali professor Simone Capaccioli e professoressa Serena Danti, e dalla professoressa Maria Vittoria Salvetti, direttrice del DICI che ha moderato la sessione.

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“Il programma Erasmus – ricorda il professor Giovanni Paoletti - prende il suo nome da un grande filosofo del Rinascimento, e incarna in sé i valori di pluralità, tolleranza, uguaglianza, dialogo, ospitalità e democrazia nel migliore spirito dell’Europa, rappresentati in questa occasione dal volto sorridente e fiducioso dei 15 neolaureati e degli altri studenti Erasmus Mundus BIOPHAM, provenienti nel complesso da 39 nazioni spesso distanti tra loro, non solo geograficamente”.
È seguito un intervento dei professori Affouard e Macovez. Infine la professoressa Maria Vittoria Salvetti ha concluso la sessione ricordando come questi primi studenti BIOPHAM abbiano portato, nell’autunno 2021, una ventata di gioia e speranza all’interno delle aule e nel Dipartimento dopo la chiusura pandemica, e ha ringraziato l’Unità Didattica del DICI per l’impegno profuso in questo programma. Ha chiuso la cerimonia la consegna dei diplomi di laurea dell’Università di Pisa da parte del professor Paoletti e la celebrazione con le famiglie.

Il programma BIOPHAM sarà aperto per nuove selezioni e iscrizioni per l’anno accademico 2024-2025 già a partire da novembre 2023 e fino a febbraio 2024.

Venerdì, 22 Settembre 2023 11:45

Face to face with our ancestors

A close encounter with our extinct ancestors, like a journey through time in a futuristic environment. This is the new Hall of Human Evolution at the Natural History Museum of the University of Pisa located in Calci, which will be inaugurated on Friday 22 September at 4.30 pm.

The exhibition’s main figures are life-size silicone reconstructions of six species of hominins, a group of primates that includes humans and our extinct ancestors. The hyper-realistic models, three females and three males, are placed inside cylindrical display cases and it’s possible to walk around them literally finding ourselves “face to face” with each ancestor. It is thus possible to meet some particularly well-known species such as Australopithecus afarensis, Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis and others less well-known such as Homo floresiensis and Homo naledi. As far as our own species, Homo sapiens, is concerned, visitors themselves will be the protagonists. One of the display cases is in fact a multimedia station capable of scanning our bodies and placing us next to our extinct ancestors to give us a “group selfie” that spans four million years.

The exhibition also features some tactile elements, such as the skulls of the six species placed outside each display case and some replica bones placed on the skeleton outline depicted on a large display panel, with the aim of delving into anatomy and understanding the importance of the work of an anthropologist.

Finally, a place of honour goes to Homo naledi, a species discovered in South Africa ten years ago by a research team that included Professor Damiano Marchi, Professor of Anthropology at the University of Pisa and Director of the Natural History Museum during 2020-2022.

 

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"Homo naledi is a species with peculiar characteristics and its exceptional discovery has led us to reconsider the recent evolution of the genus Homo, which is much more complex than what was thought up to 10-15 years ago," says Professor Marchi. “In this case, we put its display case in front of a life-size reconstruction of the Dinaledi Chamber, the site where it was discovered and where over 1,500 bones were found.
“The new layout of the room, which completes the Museum’s Primate Gallery, has been realised thanks to the contribution of the Pisa Foundation,” concludes Professor Elena Bonaccorsi, Director of the Museum,” and illustrates the main stages of our evolutionary history, with some in-depth studies telling us about dozens of species that have populated the Earth from four million years ago to the present day. Some species lived simultaneously in different areas of the planet, while others met, like us and the Neanderthals, according to an evolutionary path that we hope to have illustrated in an engaging way for the visitor”.


The setting up of the room was supervised by Dr. Simone Farina, the Museum’s curator, and Professor Damiano Marchi. Other contributors were Lorenzo Possenti, the artist who created the models of the six hominins, Pietro Begliomini, Beatrice Consani, Chiara Gelli and Maurizio Badame, technicians, and Museum collaborators, who carried out the reconstruction of the Dinaledi Chamber, as well as all the Museum staff.

The opening will be held in the Museum’s Conference Room and will be streamed live on the Museum’s official channels (Facebook and Youtube). Free entrance subject to availability. The programme includes institutional greetings by the Rector of the University of Pisa Riccardo Zucchi, the President of the Pisa Foundation Stefano Del Corso, the Mayor of Calci Massimiliano Ghimenti and the Museum Director Elena Bonaccorsi. This will be followed by speeches by Damiano Marchi and Giorgio Manzi, Professor of Anthropology at “La Sapienza” University of Rome.
At the end it will be possible to visit the new hall.

For further information: https://www.msn.unipi.it/it/eventi/la-nuova-sala-dellevoluzione-umana/

 

Venerdì, 22 Settembre 2023 11:17

Faccia a faccia con i nostri antenati estinti

Un incontro ravvicinato con i nostri antenati estinti, quasi un viaggio nel tempo in uno scenario futuribile. Si presenta così la nuova Sala dell’evoluzione umana del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa a Calci inaugurata venerdì 22 settembre alle 16.30 alla presenza del Rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi, del Presidente della Fondazione Pisa Stefano Del Corso, del Sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti e della direttrice del Museo Elena Bonaccorsi con a seguire gli interventi dei professori di Antropologia Damiano Marchi dell'Università di Pisa e Giorgio Manzi de La Sapienza Università di Roma.

I protagonisti dell’allestimento sono le ricostruzioni a grandezza naturale in silicone di sei specie di ominini, un gruppo di primati che comprende l’uomo e i suoi antenati estinti. I modelli iperrealistici, tre femmine e tre maschi, sono collocati all’interno di teche cilindriche attorno alle quali è possibile muoversi liberamente, ritrovandosi letteralmente “faccia a faccia” con ognuno di loro. È così possibile incontrare alcune specie particolarmente note come Australopithecus afarensis, Homo habilis, Homo erectus, Homo neanderthalensis e altre un po’ meno note come Homo floresiensis e Homo naledi. Per quanto riguarda invece la nostra specie, Homo sapiens, saranno i visitatori stessi ad essere protagonisti. Una delle teche è infatti una postazione multimediale capace di scansionare il nostro corpo e metterci accanto ai nostri antenati estinti per regalarci un selfie di gruppo che attraversa quattro milioni di anni.

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L’incontro ravvicinato con nostri antenati avverrà anche attraverso il tatto con l’obiettivo di approfondire l’anatomia e comprendere l’importanza del lavoro dell’antropologo. All’esterno di ogni teca si possono toccare i crani delle sei specie e le repliche di alcune ossa collocate sulle sagome degli scheletri poste su un grande pannello espositivo.

Un posto d’onore spetta infine a Homo naledi, una specie scoperta in Sudafrica dieci anni fa da un gruppo di ricerca di cui ha fatto parte anche il professor Damiano Marchi, direttore del Museo di Storia Naturale nel biennio 2020-2022.

“Homo naledi è una specie con caratteristiche peculiari e la sua eccezionale scoperta ha portato a ripensare l’evoluzione recente del genere Homo, molto più complessa rispetto a quanto si pensava fino a 10-15 anni fa – dice Damiano Marchi – in questo caso abbiamo collocato la sua teca davanti a una ricostruzione a grandezza naturale della sezione della Camera di Dinaledi, il sito dove è stato scoperto e dove sono state trovate oltre 1.500 ossa”.

“Il nuovo allestimento, che completa la Galleria dei primati del Museo, è stato possibile grazie al contributo della Fondazione Pisa – conclude la professoressa Elena Bonaccorsi, direttrice del Museo – la sala illustra le principali tappe della nostra storia evolutiva, con approfondimenti tematici che raccontano delle decine di specie che hanno popolato la Terra da quattro milioni di anni fa sino ad oggi. Alcune di queste specie hanno vissuto contemporaneamente in aree diverse del Pianeta, mentre altre si sono incontrate, come noi e i Neanderthal, secondo un percorso evolutivo che speriamo di aver raccontato in un modo coinvolgente per i visitatori”.

“Il Museo di Storia Naturale è un luogo privilegiato per l’espressione della terza missione dell’Ateneo, lo dimostrano le numerosi iniziative e attività rivolte al pubblico di cui l’inaugurazione della nuova Sala dell’evoluzione umana è solo l’ultima – dice il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi – l’importanza del Museo è confermata anche dai numerosi riconoscimenti ricevuti, negli ultimi quattro anni è stato primo nella graduatoria di merito della regione Toscana per l’assegnazione dei contributi ai musei ed ecomusei di rilevanza regionale, nel 2022 l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca lo ha definito come uno dei casi di eccellenza nell’ambito dei musei universitari italiani. Ma infine, al di là dei riconoscimenti, ciò che ci rende orgogliosi è l’apprezzamento dei visitatori che per il 2023 hanno superato già i 50mila”.

"Oggi viene inaugurata la sala dell’evoluzione umana, con i modelli di ominini a grandezza naturale tra cui l’Homo naledi, questo ulteriore prezioso tassello nella catena evolutiva, scoperto un decennio fa in Sudafrica e oggetto di studi condotti anche dal professor Damiano Marchi, Direttore del Museo di Storia Naturale nel recente passato – ha dichiarato Stefano Del Corso, presidente Fondazione Pisa - Peraltro, come bene illustrato nella presentazione del progetto presentato a Fondazione Pisa e da essa sostenuto, è ormai assodato che la ricostruzione della nostra storia evolutiva consente di ridefinire l'immagine che abbiano di noi stessi ed il nostro posto in natura, mettendo in discussione l'idea che l'uomo sia veramente una specie superiore capace di dominare le altre. Colgo l'occasione per ricordare che già alcuni anni addietro la Fondazione Pisa aveva investito nel progetto sostenendo la nascita nel 2019 della Galleria dei Primati, di cui la sala che viene presentata oggi è un completamento. E molti altri sono stati, dal 2007 in poi, gli interventi della Fondazione Pisa su vari fronti: dalla sala con le vasche dei pesci d’acqua dolce, al sostegno per la realizzazione della Galleria dei Minerali e per la Galleria delle Balene. Nel 2016 la Fondazione ha erogato 490.000 euro per realizzare la grande sezione del Museo dedicata agli animali tassidermizzati, donata al Museo dalla Fondazione Barbero. Mentre nel 2018 altri contributi sono stati concessi per il ripristino dei giardini della Certosa di Calci. Per cui ben può dirsi che la costante presenza nel tempo della Fondazione Pisa esprime la fiducia per le attività di un Museo che è un vanto del territorio e un punto di riferimento per studiosi, appassionati e famiglie”

L’allestimento della sala è stato curato dal dottor Simone Farina, conservatore del Museo e dal professor Damiano Marchi; hanno inoltre collaborato Lorenzo Possenti, artista che ha realizzato i modelli dei sei ominini, Pietro Begliomini, Beatrice Consani, Chiara Gelli e Maurizio Badame, tecnici e collaboratori del Museo, che hanno realizzato la ricostruzione della Camera di Dinaledi, oltre a tutto il personale del Museo.

 

Lunedì 25 settembre, alle ore 11.30, nella Sala dei Mappamondi del rettorato dell’Università di Pisa, si terrà la conferenza stampa di presentazione delle iniziative in programma il 29 settembre a Pisa per l'edizione 2023 di BRIGHT Night, la Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori.

Nell’occasione saranno presenti Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa, Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, Fabrizio Oppedisano, professore della Scuola Normale Superiore, Tomaso Esposti Ongaro, direttore della Sezione di Pisa dell’INGV, Massimo Carpinelli, direttore di EGO Virgo, Vincenzo Longo, Dirigente di ricerca Cnr-IBBA, Paolo Spagnolo, direttore INFN Sezione Pisa. Introduce e coordina Veronica Neri, responsabile scientifica del Polo Comunicazione del CIDIC.

Martedì 26 settembre, alle ore 11, nel cortile interno del Centro Congressi "Le Benedettine", la sede del Contamination Lab Pisa (CLab Pisa) sarà intitolata alla memoria della professoressa Giovanna Mariani, che ha dato un contributo fondamentale alla nascita e allo sviluppo del laboratorio nato con l’obiettivo di stimolare lo spirito imprenditoriale tra studenti, ricercatori e docenti.

Alla cerimonia interverranno Giuseppe Iannaccone, Prorettore Vicario dell'Università di Pisa; Luca Spataro, Direttore del Dipartimento di Economia e Management dell'Ateneo, e un gruppo di amici e colleghi della docente scomparsa il 4 novembre scorso: i professori Maurizio Dallocchio (Università Bocconi), Lorenzo Ghiadoni (Università di Pisa), Emanuele Teti (Università di Pisa) e la dottoressa Cristiana Barghini.

Prenderanno parte alla cerimonia anche i docenti titolari di tre spin-off dell'Ateneo Pisano: Luca Fanucci (Ingeniars S.r.L.), Ugo Faraguna (Sleepacta S.r.L.) e Filippo Graziani (Bee Queen 33 S.r.L.). Mentre ai professori Stefano Chessa, Presidente del Comitato Spin Off dell'Ateneo pisano, e Alessio Cavicchi, Delegato del Rettore per la promozione della cultura imprenditoriale e dell'innovazione, è affidato il compito di scoprire la targa commemorativa.

Nata a Pisa nel 1962 e laureata alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Pisa nel 1987, la professoressa Mariani è stata ricercatrice del Consorzio Universitario in Ingegneria della Qualità e quindi professoressa ordinaria in Finanza aziendale dell’Ateneo pisano.

La professoressa Mariani ha svolto attività di formazione imprenditoriale all’interno di master, per incubatori e parchi scientifici, collaborando attivamente con le imprese. Ha partecipato alla selezione di business plan per diverse competizioni imprenditoriali organizzate da stakeholder del territorio toscano organizzazioni. È stata componente del Comitato Spin-off dell’ateneo per due mandati consecutivi. Per anni ha svolto attività di supporto agli spin-off di Ateneo. Ha curato diverse pubblicazioni sul tema del business plan, dell’imprenditorialità e diffusione dell’innovazione. È stata Project Manager del Contamination Lab.

L'attività di ricerca della professoressa Giovanna Mariani, rispecchiata in numerose pubblicazioni, era incentrata sui temi della valutazione degli investimenti, gestione del turnaround, valutazione delle operazioni di fusione e acquisizione e valutazione aziendale, gestione della pianificazione aziendale e del capitale circolante, governo d'impresa, start-up e valutazione di spin-off. Ha inoltre partecipato a progetti europei HORIZON 2020 (PARSIFAL e TETRAMAX) e PRA di Ateneo.

 

Cuore e cervello non più così distanti. Segnali chimici e funzionali alterati che provengono dal nostro cuore possono causare cambiamenti nell'attività cerebrale, modificando il comportamento in animali da esperimento.

Questo quanto emerge dallo studio intitolato "Cardiac AC8 over-expression increases locomotion by altering heart-brain communication" pubblicato dalla prestigiosa rivista americana "The Journal of the American College of Cardiology" (Clinical Electrophysiology), e coordinato dal dottor Jacopo Agrimi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, dove ricercatori delle Università di Padova e Pisa, della Johns Hopkins e del National Institute of Aging di Baltimora hanno evidenziato come il cervello interpreti i segnali in uscita dalle cellule elettriche del muscolo cardiaco (responsabili di un aumento della frequenza del battito) - come un invito/impegno a confrontarsi con una situazione di "esercizio sostenuto/permanente" - inviando perciò al cervello dell’animale appropriati comandi (via segnali chimici e nervosi) atti a promuovere uno stato di sostenuta attività locomotoria.

Jacopo Agrimi e Nazareno Paolocci dell’Università di Padova, Danilo Menicucci e Angelo Gemignani dell’Ateneo di Pisa e i colleghi di Baltimora, hanno utilizzato topi in cui è stato geneticamente aumentato il livello, e quindi l’attività, di un particolare enzima chiamato adenilato ciclasi di tipo 8 (AC8) a livello delle cellule che imprimono il ritmo cardiaco. Questo enzima promuove la sintesi di segnali chimici (ormoni) che sono fondamentali per aumentare la frequenza dei battiti cardiaci e la forza di contrazione del muscolo cardiaco. E alcuni di essi, come la dopamina, sono anche fondamentali per la perfetta esecuzione dei nostri movimenti volontari.Nello specifico, Agrimi e colleghi hanno osservato che questi topi, denominati transgenici per AC8 (TGAC8), vivono in una condizione di “esercizio fisico permanente”. In essi, infatti, non sono aumentati la frequenza e la forza di contrazione del muscolo cardiaco soltanto, ma anche il tempo da loro speso in movimento (rispetto allo stato di riposo) e la velocità media con cui si muovono nell’ambiente a loro circostante. Questo è quanto emerso da specifici test comportamentali eseguiti alla Johns Hopkins e universalmente utilizzati per studiare diversi aspetti del comportamento di questi animali. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato inoltre un sofisticato approccio funzionale, presente nel laboratorio diretto dal professor Edward Lakatta (National Institute of Aging, Baltimore), che consiste nell’impiantare dei dispositivi in grado di monitorare continuamente e contemporaneamente sia la frequenza cardiaca, sia le onde cerebrali (attraverso un elettroencefalogramma)

Con questo approccio, i ricercatori hanno studiato in dettaglio le modificazioni cerebrali che sono responsabili, in questi animali, del passaggio da uno stato di riposo a uno di intensa locomozione ed esplorazione dell’ambiente che li circonda. Elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma hanno confermato un aumento persistente della frequenza cardiaca, ma anche un incremento di intensità delle cosiddette onde gamma a livello cerebrale che, in molti mammiferi (incluso l’uomo), sono correlate con l’attività locomotrice.

In particolare, Agrimi e colleghi hanno ipotizzato un sostanziale aumento delle onde gamma a partire da una particolare regione del cervello chiamata ippocampo. Quest’ultima, nei grandi così come nei piccoli mammiferi, è responsabile di molte attività tra cui il consolidamento della memoria, l’esplorazione e la navigazione nello spazio circostante. La parte bioinformatica dello studio ha rivelato, inoltre, che proprio a livello dell’ippocampo dei topi TGAC8, c’era un consistente aumento dei recettori di un messaggero chimico molto importante per l’inizio e mantenimento dell’attività motoria, e cioè la dopamina. Ed infatti sia il recettore D5 (per la dopamina) sia recettori per altri segnali chimici fondamentali per l’insorgenza/stabilità dell’attività gamma, cioè i recettori GABA-A e mGLU1/5, erano aumentati nell’ippocampo dei topi TGAC8.

Infine, grazie ad un sofisticato approccio statistico, la cosiddetta Granger Causality Analysis, i professori Gemignani e Menicucci, dell’Università di Pisa e co-autori dello studio, sono stati in grado di attestare un marcato incremento del flusso di informazioni tra il cuore e il cervello dei topi TGAC8 in termini di aumentata influenza reciproca tra i segnali EEG ed ECG.

"Il nostro studio – sottolinea Agrimi - fornisce nuove informazioni e prospettive cruciali su come il cervello comunichi con il cuore e viceversa. Più specificamente, mostra che i cambiamenti umorali/elettrici generati perifericamente a livello miocardico siano sufficientemente incisivi da modificare i comandi in uscita dal cervello e diretti ai vari compartimenti/organi del nostro corpo. Dobbiamo quindi cominciare a considerare possibili nuovi scenari e nuovi attori, tra cui la dopamina prodotta dalle cellule del cuore, quando si debbono valutare le conseguenze funzionali – sia centrali, sia periferiche- di possibili alterazioni del dialogo costante (e bidirezionale) tra cervello e cuore".

"Studiare più a fondo i fattori/segnali che si originano all’interno del cuore stesso – spiegano Gemignani, Paolocci e Lakatta (senior authors del lavoro) – potrebbe aiutarci a correggere (ovvero curare) meglio non solo patologie di origine cardiaca molto frequenti come le aritmie, ma anche ad aprire nuovi orizzonti per meglio comprendere come si sviluppino e quindi si possano curare malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson, in cui alterazioni dell’attività motoria sono tra i caratteri patologici più distintivi. Inoltre, le evidenze emerse dal nostro studio sul rapporto bidirezionale tra cuore e cervello, rinforzano ed espandono le teorie che considerano il nostro organismo come un sistema orizzontale le cui parti sono in continua e feconda comunicazione, piuttosto che come una struttura meccanica organizzata in modo gerarchico".

È stata Martina Batini, campionessa europea nel fioretto individuale, la protagonista dell’Aperitivo con gli Alumni che il 21 settembre ha chiuso i Career Days dell’Università di Pisa dedicati al settore industria, banca e finanza e gdo.

Fiorettista della nazionale italiana e del gruppo sportivo dei carabinieri, Martina si è laureata in Ingegneria gestionale all’Università di Pisa nel 2014. Nata a Pisa nel 1989, fin dal liceo inizia a praticare la scherma a livello agonistico, arrivando a conquistare tre ori e due argenti ai campionati del mondo e un bronzo nel fioretto a squadre alle ultime Olimpiadi di Tokyo 2020.

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A introdurre l’incontro i saluti di Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa, Frida Scarpa, campionessa mondiale nel fioretto a squadre e assessora del Comune di Pisa con deleghe allo sport e ai rapporti con l’Ateneo, Laura Elisa Marcucci, delegata del rettore per le attività di orientamento.
Intervistata da Maria Linda Pessolano, Batini ha ripercorso le tappe della sua carriera, condividendo con il pubblico ricordi sugli incontri con i colleghi e i docenti che l'hanno indirizzata e accompagnata nello studio e nella vita. Tra questi anche il professor Gionata Carmignani, suo relatore di tesi, che è intervenuto per raccontare aneddoti sulla giovane Martina studentessa di Ingegneria e futura promessa della scherma italiana. Martina ha inoltre dispensato consigli agli studenti-atleti che si trovano ad affrontare una doppia carriera sportiva e universitaria, resa più accessibile dal programma di Dual Career offerto dall’Ateneo proprio a partire da quest’anno accademico.

L’iniziativa è stata organizzata dal Career Service d’Ateneo in collaborazione con il Polo Comunicazione del CIDIC, il Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura dell’Ateneo, nell’ambito delle iniziative del Progetto “Alumni” per il potenziamento della comunità di ex-allievi pisani.

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I Career Days dell’Università di Pisa hanno ospitato in Sapienza 22 aziende di dimensioni e caratteristiche diverse, tra cui Sammontana, Decathlon, Toyota, Unicredit, Amazon. Ognuna delle aziende presenti ha avuto un proprio stand presso il quale laureati e laureandi hanno potuto richiedere informazioni e fare colloqui conoscitivi per candidarsi alle 81 offerte di lavoro disponibili per diversi profili, tra tirocini, contratti a tempo determinato, contratti a tempo indeterminato e apprendistato, rivolte sia a profili junior che senior.
In totale, nel corso delle due giornate si sono registrate 322 presenze e sono stati effettuati oltre 500 colloqui. Presenti anche uno stand del Career Service, che ha fornito un servizio di CV check e di consulenza prima dei colloqui e di ARTI, Agenzia Regionale Toscana per l'Impiego.

A partire dall’anno accademico 2023/2024 le studentesse e gli studenti regolarmente iscritte/i all’Università di Pisa possono presentare domanda di ammissione alle attività formative erogate dalla Scuola Normale Superiore con una procedura concordata tra l’Università e la Scuola che riduce gli adempimenti richiesti allo studente. Sarà possibile frequentare i corsi della Scuola, sostenerne il relativo esame e richiedere un riconoscimento crediti all’Università di Pisa. Salvo specifici accordi tra il corso di studio dell’Università e la Scuola, le studentesse e gli studenti dell’Università di Pisa (purché non siano già allieve/i della Scuola) potranno inserire gli esami sostenuti presso la Scuola o nelle “Attività a scelta dello studente” oppure come “Attività sovrannumeraria” nel proprio libretto universitario.

Presentare la domanda

Prima di presentare domanda, si consiglia sempre di prendere in precedenza visione dell’offerta didattica della Classe di Scienze e della Classe di Lettere e Filosofia della Scuola Normale Superiore sul sito istituzionale.

La studentessa o lo studente avrà la possibilità di richiedere l’ammissione a sostenere il relativo esame, oppure potrà richiedere di essere ammesso alla sola frequenza del corso come semplice uditore. Contestualmente, sarà possibile indicare l’eventuale inserimento dell’attività formativa nel piano di studi approvato dal proprio corso di studio oppure la volontà di richiederne il riconoscimento nelle attività a libera scelta del proprio percorso formativo.

La studentessa o lo studente dell’Università che intenda frequentare un corso o più corsi della Scuola, dovrà compilare l’apposito form telematico di ateneo (https://forms.office.com/e/FBWVv6Bhrh) entro il 20 ottobre 2023. Le domande pervenute saranno poi trasmesse alla Scuola Normale Superiore per l’ammissione. Per gli insegnamenti della Classe di Scienze, sarà effettuata una prima trasmissione delle domande pervenute entro il 3 ottobre 2023, in modo da concludere la procedura entro l’inizio delle prime lezioni. Per i corsi che iniziano le lezioni nel 2024, è prevista una seconda scadenza per la raccolta delle domande a inizio gennaio: è comunque possibile presentare domanda per tali corsi anche nella prima finestra temporale.

In ogni caso, l’esito della domanda di ammissione è comunicato allo studente via mail all’indirizzo istituzionale (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Ammissione alle attività

Nel caso in cui, a giudizio del docente titolare dell’insegnamento, il numero di domande di ammissione sia superiore alla capacità del corso erogato dalla Scuola, sarà data priorità alla studentessa o allo studente che abbia conseguito un numero maggiore di crediti in rapporto al numero totale di crediti richiesti per l’ammissione all’esame di laurea.

Esempio à Lo studente A iscritto a un corso di Laurea magistrale che abbia conseguito 60 crediti formativi, avrà la priorità rispetto allo studente B iscritto a un corso di Laurea triennale che abbia conseguito 60 crediti formativi: infatti, lo studente A, che deve conseguire in totale 120 CFU, ha già sostenuto metà dei crediti richiesti, mentre lo studente B, che deve conseguire in totale 180 CFU, ha sostenuto un terzo dei crediti richiesti.

A parità di rapporto, sarà data priorità alla studentessa o allo studente iscritta/o a un ciclo di studi superiore (per esempio: se due studenti, uno di triennale e uno di magistrale, hanno conseguito metà dei crediti necessari per l’ammissione all’esame di laurea, sarà ammesso lo studente di magistrale).

Infine, a parità di rapporto fra due studenti iscritti al medesimo ciclo di studi, sarà data priorità alla studentessa o allo studente per cui l’insegnamento prescelto è maggiormente coerente con il proprio percorso formativo (per esempio: verrà data priorità allo studente il cui argomento di tesi è affine all’argomento del corso prescelto).

Attestazione sull’esito dell’esame finale e Riconoscimento curriculare

Al termine del corso e dopo l’eventuale superamento dell’esame finale, la studentessa/lo studente riceverà dalla Scuola un attestato di frequenza, con indicazione del corso frequentato, l’esito dell’eventuale esame finale e i crediti conseguiti. La stessa attestazione viene trasmessa alla Segreteria studenti dell’Università, che provvederà a registrare l’eventuale esame superato come “Attività sovrannumeraria”.

La studentessa o lo studente dell’Università (purché non sia anche allieva/o della Scuola) può inoltre richiedere che i crediti conseguiti presso la Scuola siano considerati validi ai fini del conseguimento del titolo: è sufficiente richiedere il riconoscimento durante la procedura di presentazione della domanda di ammissione all’attività formativa della Scuola, attraverso la compilazione del form telematico. Se tale richiesta non è stata inoltrata al momento della presentazione della domanda di ammissione, lo studente può comunque chiedere il riconoscimento a posteriori dei crediti conseguiti presso la Scuola attraverso la procedura ordinaria.

A seguito della relativa delibera del consiglio del corso di studio, e salvo specifici accordi vigenti tra il corso di studio dell’Università e la Scuola, i crediti saranno inseriti nel piano di studio tra le “Attività a libera scelta dello studente”.

Cuore e cervello non più così distanti. Segnali chimici e funzionali alterati che provengono dal nostro cuore possono causare cambiamenti nell'attività cerebrale, modificando il comportamento in animali da esperimento.

Questo quanto emerge dallo studio intitolato "Cardiac AC8 over-expression increases locomotion by altering heart-brain communication" pubblicato dalla prestigiosa rivista americana "The Journal of the American College of Cardiology" (Clinical Electrophysiology), e coordinato dal dottor Jacopo Agrimi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, dove ricercatori delle Università di Padova e Pisa, della Johns Hopkins e del National Institute of Aging di Baltimora hanno evidenziato come il cervello interpreti i segnali in uscita dalle cellule elettriche del muscolo cardiaco (responsabili di un aumento della frequenza del battito) - come un invito/impegno a confrontarsi con una situazione di "esercizio sostenuto/permanente" - inviando perciò al cervello dell’animale appropriati comandi (via segnali chimici e nervosi) atti a promuovere uno stato di sostenuta attività locomotoria.

gemignaniJacopo Agrimi e Nazareno Paolocci dell’Università di Padova, Danilo Menicucci (nella foto in basso) e Angelo Gemignani (nella foto al lato) dell’Ateneo di Pisa e i colleghi di Baltimora, hanno utilizzato topi in cui è stato geneticamente aumentato il livello, e quindi l’attività, di un particolare enzima chiamato adenilato ciclasi di tipo 8 (AC8) a livello delle cellule che imprimono il ritmo cardiaco. Questo enzima promuove la sintesi di segnali chimici (ormoni) che sono fondamentali per aumentare la frequenza dei battiti cardiaci e la forza di contrazione del muscolo cardiaco. E alcuni di essi, come la dopamina, sono anche fondamentali per la perfetta esecuzione dei nostri movimenti volontari.

Nello specifico, Agrimi e colleghi hanno osservato che questi topi, denominati transgenici per AC8 (TGAC8), vivono in una condizione di “esercizio fisico permanente”. In essi, infatti, non sono aumentati la frequenza e la forza di contrazione del muscolo cardiaco soltanto, ma anche il tempo da loro speso in movimento (rispetto allo stato di riposo) e la velocità media con cui si muovono nell’ambiente a loro circostante. Questo è quanto emerso da specifici test comportamentali eseguiti alla Johns Hopkins e universalmente utilizzati per studiare diversi aspetti del comportamento di questi animali. Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno utilizzato inoltre un sofisticato approccio funzionale, presente nel laboratorio diretto dal professor Edward Lakatta (National Institute of Aging, Baltimore), che consiste nell’impiantare dei dispositivi in grado di monitorare continuamente e contemporaneamente sia la frequenza cardiaca, sia le onde cerebrali (attraverso un elettroencefalogramma).

Con questo approccio, i ricercatori hanno studiato in dettaglio le modificazioni cerebrali che sono responsabili, in questi animali, del passaggio da uno stato di riposo a uno di intensa locomozione ed esplorazione dell’ambiente che li circonda. Elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma hanno confermato un aumento persistente della frequenza cardiaca, ma anche un incremento di intensità delle cosiddette onde gamma a livello cerebrale che, in molti mammiferi (incluso l’uomo), sono correlate con l’attività locomotrice.

In particolare, Agrimi e colleghi hanno ipotizzato un sostanziale aumento delle onde gamma a partire da una particolare regione del cervello chiamata ippocampo. Quest’ultima, nei grandi così come nei piccoli mammiferi, è responsabile di molte attività tra cui il consolidamento della memoria, l’esplorazione e la navigazione nello spazio circostante. La parte bioinformatica dello studio ha rivelato, inoltre, che proprio a livello dell’ippocampo dei topi TGAC8, c’era un consistente aumento dei recettori di un messaggero chimico molto importante per l’inizio e mantenimento dell’attività motoria, e cioè la dopamina. Ed infatti sia il recettore D5 (per la dopamina) sia recettori per altri segnali chimici fondamentali per l’insorgenza/stabilità dell’attività gamma, cioè i recettori GABA-A e mGLU1/5, erano aumentati nell’ippocampo dei topi TGAC8.

Menicucci

Infine, grazie ad un sofisticato approccio statistico, la cosiddetta Granger Causality Analysis, i professori Gemignani e Menicucci, dell’Università di Pisa e co-autori dello studio, sono stati in grado di attestare un marcato incremento del flusso di informazioni tra il cuore e il cervello dei topi TGAC8 in termini di aumentata influenza reciproca tra i segnali EEG ed ECG.

"Il nostro studio – sottolinea Agrimi - fornisce nuove informazioni e prospettive cruciali su come il cervello comunichi con il cuore e viceversa. Più specificamente, mostra che i cambiamenti umorali/elettrici generati perifericamente a livello miocardico siano sufficientemente incisivi da modificare i comandi in uscita dal cervello e diretti ai vari compartimenti/organi del nostro corpo. Dobbiamo quindi cominciare a considerare possibili nuovi scenari e nuovi attori, tra cui la dopamina prodotta dalle cellule del cuore, quando si debbono valutare le conseguenze funzionali – sia centrali, sia periferiche- di possibili alterazioni del dialogo costante (e bidirezionale) tra cervello e cuore".

"Studiare più a fondo i fattori/segnali che si originano all’interno del cuore stesso – spiegano Gemignani, Paolocci e Lakatta (senior authors del lavoro) – potrebbe aiutarci a correggere (ovvero curare) meglio non solo patologie di origine cardiaca molto frequenti come le aritmie, ma anche ad aprire nuovi orizzonti per meglio comprendere come si sviluppino e quindi si possano curare malattie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson, in cui alterazioni dell’attività motoria sono tra i caratteri patologici più distintivi. Inoltre, le evidenze emerse dal nostro studio sul rapporto bidirezionale tra cuore e cervello, rinforzano ed espandono le teorie che considerano il nostro organismo come un sistema orizzontale le cui parti sono in continua e feconda comunicazione, piuttosto che come una struttura meccanica organizzata in modo gerarchico".

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