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Lunedì 19 marzo, alle ore 11, nell'Aula Magna di Palazzo Boilleau, in via Santa Maria 85, Katja Petrowskaja, autrice di "Forse Esther", sarà protagonista di un incontro organizzato dal dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, in collaborazione con il Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici "Michele Luzzati". La scrittrice sarà presentata da Fabrizio Cambi. È prevista mediazione linguistica. L’incontro, organizzato come una conversazione a più voci, è aperto al pubblico.
Katja Petrowskaja, nata a Kiev da genitori ebrei, immigrata non ancora trentenne a Berlino, nel 2013 ha vinto il prestigioso Premio Bachmann, e nel 2015 il premio Strega Europeo. La scrittrice dialogherà con il pubblico a partire dal suo romanzo “Forse Esther” (Adelphi), ripercorrendo l’infanzia sovietica trascorsa ignara di qualsiasi appartenenza religiosa, fino al ritrovamento di un disco polacco di vecchi canti Yiddish, alla scoperta delle sue origini, alla ricerca di volti e personaggi mai incontrati, ma legati indissolubilmente alla sua storia.
L’iniziativa promossa dall’Università di Pisa fa parte di un ciclo nazionale di incontri (Firenze, Pisa e Milano), nati dal progetto nazionale promosso da RE.T.E. (Rete Toscana Ebraica) e dedicati alla conoscenza dell'ebraismo moderno e contemporaneo e a temi di rilievo (letteratura, memoria, storia, razzismo, antisemitismo, migrazione), in dialogo con la città e le istituzioni del territorio. Il progetto è realizzato con il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Pisa, e in collaborazione con Università degli Studi di Milano, Università di Pisa, CISE – Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati”, ACIT Pisa in collaborazione con Goethe Institut Italien.

Si è conclusa con la cerimonia di consegna dei diplomi ai 24 allievi la prima edizione del master universitario in CyberSecurity, che aveva preso il via nel febbraio 2017 grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa e l’Istituto di informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr) di Pisa. Alla presenza dei direttori dei due istituti e di diverse aziende che hanno investito nell’iniziativa, è stato anche dato il via ufficiale alla seconda edizione. Scopo del master è formare i nuovi “guardiani del web”, fornendo le competenze per riconoscere e intervenire in modo efficace contro le minacce informatiche che possono interessare privati cittadini, imprese e le istituzioni.
“Questo corso orientato nello specifico alla CyberSecurity – commenta Gianluca Dini, docente al dipartimento di Ingegneria dell’informazione e direttore del master – è il primo in Toscana, e risponde all’esigenza sempre più pressante, da parte di aziende e istituzioni, di avere figure professionali in grado di operare nel campo della sicurezza informatica, dove si stimano, a livello globale, 1,5 milioni di posti di lavoro vacanti. Proprio questa richiesta ha portato la prima e soprattutto la seconda edizione del master, appena partita, ad avere un numero di domande di ammissione molto superiore ai posti disponibili, con candidati provenienti da tutta Italia”.
Domenico Laforenza, direttore dello Iit-Cnr, dichiara: “La cybersecurity era un argomento fantascientifico fino a pochi anni fa, mentre oggi è uno degli asset strategici in ogni organizzazione su cui si concentrano investimenti in infrastrutture tecnologiche, sviluppo di competenze, definizione di profili professionali. È un settore in continua evoluzione destinato a crescere enormemente e sinergicamente anche con le prospettive di Industria 4.0. Pisa passa da essere culla dell’informatica, a protagonista del presente e del futuro delle applicazioni internet più evolute e dagli orizzonti più futuribili; il tutto non perdendo mai di vista le necessità occupazionali che esigono una formazione multidisciplinare come quella realizzata nel master appena conclusosi e che va a colmare un gap di preparazione per il “nuovo” mondo del lavoro”.
"Il tema della CyberScurity - aggiunge Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’informazione - è una delle chiavi nella nuova rivoluzione industriale, e aziende e amministrazioni sono pronte a investire in questo settore, come dimostra la nascita, lo scorso 27 febbraio, del centro regionale per la CyberSecurity, con sede proprio a Pisa. Il Centro, frutto della collaborazione tra Regione Toscana, le Università di Pisa, Firenze e Siena, il Cnr e l’IMT di Lucca, avrà il compito di proteggere dagli attacchi i sistemi informatici di Comuni, Asl, centri dell'amministrazione pubblica, ma anche le piccole e medie imprese della Toscana. Un passaggio importante nella strategia di concretizzazione del piano Industria 4.0.”.
"Oltre alle istituzioni - conclude Dini - anche le aziende, sia piccole che grandi, sono consce che uno dei nodi fondamentali per l’innovazione è la sicurezza informatica. Il master ha visto la sponsorizzazione di diverse imprese, che erano presenti alla cerimonia. Nell’immediato futuro i diplomati del master potrebbero diventare figure professionali chiave in moltissime realtà, sia pubbliche che private”.

È scomparso all’età di 80 anni il professor Andrea Maggiolo Schettini, a lungo docente di Informatica all’Università di Pisa. Nato a Genova nel 1938, ha insegnato nell’Ateneo pisano dal 1979 ed è stato direttore del dipartimento di Informatica dal 1983 al 1986. Dal 1996 al 2006 è stato presidente del dottorato in Informatica e dal 2002 al 2005 è stato direttore della Scuola di dottorato in Scienze di base "Galileo Galilei". Nel 2001 è stato insignito dell'Ordine del Cherubino.

Qui di seguito pubblichiamo un intervento del professor Giorgio Levi in cui ricorda la figura umana e professionale di Andrea Maggiolo Schettini, a lungo suo collega al dipartimento di Informatica.

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Andrea Maggiolo Schettini, ordinario di Informatica a Pisa per molti anni e professore emerito dell’Ateneo, era prima di tutto una persona squisita, intelligente, colta, generosa e piena di curiosità. Si è sempre interessato di Storia dell’Arte, di Archeologia di Storia Medioevale, fino ad iscriversi all’Università in età avanzata, sostenendo anche molti esami. Genovese di nascita, formatosi inizialmente a Napoli e a Salerno, si è trasferito a Pisa dopo aver vinto un concorso da Ordinario.

Per tutta la vita, ha portato avanti una linea di ricerca rigorosa, a partire dai suoi primi contributi importanti sui linguaggi formali e proseguendo con modelli di calcolo come gli statecharts e, nell’ultimo periodo, con modelli orientati alla biologia. Andrea è stato per molti anni un ottimo Direttore della Scuola di Dottorato in Informatica.

Ma è stato soprattutto un grandissimo maestro, che ha saputo allevare varie generazioni di brillanti ricercatori, mantenendo relazioni di vera amicizia con tutti, anche quando si sono spostati in altri Atenei. Andrea non lascia parenti, ma alcuni amici di una vita e tanti figli “scientifici” che lo adorano e gli sono stati vicini anche negli ultimi tristi anni, rovinati da una grave malattia.
Giorgio Levi

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Nella foto: il professor Andrea Maggiolo Schettini con l'ex rettore Massimo Augello alla cerimonia di conferimento del titolo di emerito.

Sono stati annunciati in Regione Toscana i vincitori della XVIII edizione del Premio Touring ai "Centri di innovazione per l’agricoltura sostenibile” e tra loro c’è il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi” dell’Università di Pisa, selezionato tra le dieci realtà che in Toscana operano in maniera innovativa per lo sviluppo sostenibile del mondo agricolo. I destinatari del premio sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa a Firenze, a cui hanno partecipato la vicepresidente del Touring Club Italiano Claudia Sorlini, il console regionale del Touring Gianluca Chelucci e i dirigenti del settore agricoltura della Regione Toscana. La consegna del premio, che sarà ritirato dal direttore del Centro Avanzi Marcello Mele, è prevista a Pisa l’11 maggio prossimo.

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Il Premio Touring è un riconoscimento assegnato annualmente a realtà artistiche, ambientali, produttive, culturali e sociali tipiche della terra di Toscana, che ben ne traducano e rappresentino nel mondo l'immagine di pregio. L’edizione 2017 è dedicata all’innovazione per lo sviluppo agricolo sostenibile: un riconoscimento che vuole premiare la missione e l’impegno dei Centri di ricerca (CReA), degli Istituti scolastici e delle Aziende agricole sperimentali operanti nella Regione. Il premio è organizzato in collaborazione con Assessorato Agricoltura, Politiche per la Montagna e Politiche per il Mare della Regione Toscana.

Nelle motivazioni, si legge che il premio è assegnato “ai centri di ricerca, agli istituti di formazione e alle imprese della Toscana che operano a fianco delle istituzioni per lo sviluppo sostenibile del mondo agricolo promuovendo la cultura dell’innovazione, l’utilizzo di nuove tecnologie e la valorizzazione delle eccellenze produttive nella consapevolezza che innovare vuol dire utilizzare con maggior parsimonia e meglio le risorse disponibili per un miglioramento complessivo delle condizioni economiche, ambientali e sociali.

Per questa edizione del premio sono state identificate dieci realtà, una per ogni provincia: il Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia di Arezzo, il Centro Agricoltura e Ambiente e Centro Difesa e Certificazione di Firenze, la Tenuta di Alberese (Grosseto), l'Istituto Tecnico Agrario "C. Cattaneo" di Cecina (Livorno), l'Istituto Tecnico Agrario "N.B. Busdraghi" (Lucca), l'Istituto d'Istruzione Superiore "A. Pacinotti" di Bagnone (Massa Carrara), il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi" di Pisa, l'Istituto Tecnico Agrario "D. Anzillotti" di Pescia (Pistoia), il Polo Universitario "Città di Prato" e l'Istituto Tecnico Agrario "B. Ricasoli" di Siena

Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi"
Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "Enrico Avanzi" (CiRAA) è uno dei più grandi centri di ricerca per lo studio dei sistemi agricoli sostenibili, si trova all'interno del Parco Naturale di "Migliarino - San Rossore - Massaciuccoli" e della riserva della biosfera "Selva Pisana", accanto alla basilica di San Piero a Grado.

La sua storia comincia nel 1963, quando l'ex tenuta di Tombolo fu concessa all’Università di Pisa per sviluppare ricerca e didattica nei settori delle scienze agrarie e veterinarie. Il Centro è intitolato al professor Enrico Avanzi, studioso, agronomo e docente dell’Università di Pisa, della quale è stato rettore dal 1947 al 1959.

La missione del CiRAA è quella di promuovere l'innovazione socialmente responsabile in campo agro-zootecnico e ambientale. Con questo intento, il CiRAA opera nel campo della ricerca, della formazione, dell'educazione ambientale e alimentare e dei servizi, valorizzando la multifunzionalità dell'agricoltura. In quasi cinquanta anni di vita il CiRAA ha seguito un modus operandi basato su ricerca, sperimentazione e trasferimento dell’innovazione, indispensabile per identificare modelli di sviluppo sostenibile del territorio e del suo tessuto sociale. Il rapporto tra società moderna e agricoltura è sostanzialmente cambiato, l’agricoltura non produce solo alimenti, ma svolge anche altri ruoli altrettanto importanti: produzioni non alimentari e energia rinnovabile (biomassa); conservazione del paesaggio; mantenimento della biodiversità; conservazione della fertilità del suolo; riduzione dell’inquinamento ambientale; conservazione della cultura contadina; ospitalità rurale.

Si è conclusa con la cerimonia di consegna dei diplomi ai 24 allievi la prima edizione del master universitario in CyberSecurity, che aveva preso il via nel febbraio 2017 grazie alla collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa e l’Istituto di informatica e Telematica del Cnr (Iit-Cnr) di Pisa. Alla presenza dei direttori dei due istituti e di diverse aziende che hanno investito nell’iniziativa, è stato anche dato il via ufficiale alla seconda edizione. Scopo del master è formare i nuovi “guardiani del web”, fornendo le competenze per riconoscere e intervenire in modo efficace contro le minacce informatiche che possono interessare privati cittadini, imprese e le istituzioni.

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“Questo corso orientato nello specifico alla CyberSecurity – commenta Gianluca Dini, docente al dipartimento di Ingegneria dell’informazione e direttore del master – è il primo in Toscana, e risponde all’esigenza sempre più pressante, da parte di aziende e istituzioni, di avere figure professionali in grado di operare nel campo della sicurezza informatica, dove si stimano, a livello globale, 1,5 milioni di posti di lavoro vacanti. Proprio questa richiesta ha portato la prima e soprattutto la seconda edizione del master, appena partita, ad avere un numero di domande di ammissione molto superiore ai posti disponibili, con candidati provenienti da tutta Italia”.

Domenico Laforenza, direttore dello Iit-Cnr, dichiara: “La cybersecurity era un argomento fantascientifico fino a pochi anni fa, mentre oggi è uno degli asset strategici in ogni organizzazione su cui si concentrano investimenti in infrastrutture tecnologiche, sviluppo di competenze, definizione di profili professionali. È un settore in continua evoluzione destinato a crescere enormemente e sinergicamente anche con le prospettive di Industria 4.0. Pisa passa da essere culla dell’informatica, a protagonista del presente e del futuro delle applicazioni internet più evolute e dagli orizzonti più futuribili; il tutto non perdendo mai di vista le necessità occupazionali che esigono una formazione multidisciplinare come quella realizzata nel master appena conclusosi e che va a colmare un gap di preparazione per il “nuovo” mondo del lavoro”.

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"Il tema della CyberScurity - aggiunge Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’informazione - è una delle chiavi nella nuova rivoluzione industriale, e aziende e amministrazioni sono pronte a investire in questo settore, come dimostra la nascita, lo scorso 27 febbraio, del centro regionale per la CyberSecurity, con sede proprio a Pisa. Il Centro, frutto della collaborazione tra Regione Toscana, le Università di Pisa, Firenze e Siena, il Cnr e l’IMT di Lucca, avrà il compito di proteggere dagli attacchi i sistemi informatici di Comuni, Asl, centri dell'amministrazione pubblica, ma anche le piccole e medie imprese della Toscana. Un passaggio importante nella strategia di concretizzazione del piano Industria 4.0.”.

"Oltre alle istituzioni - conclude Dini - anche le aziende, sia piccole che grandi, sono consce che uno dei nodi fondamentali per l’innovazione è la sicurezza informatica. Il master ha visto la sponsorizzazione di diverse imprese, che erano presenti alla cerimonia. Nell’immediato futuro i diplomati del master potrebbero diventare figure professionali chiave in moltissime realtà, sia pubbliche che private”.

 

Martedì 20 marzo, alle ore 15, alla Gipsoteca di Arte Antica (Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa) si svolge “Una lunga conversazione”, convegno in memoria del professore Lorenzo Calabi a un anno dalla sua scomparsa. L’iniziativa è organizzata dal Seminario di Filosofia e dal Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. Il programma prevede interventi di Alfonso Maurizio Iacono, Emanuela Conversano, Biagio Sarnataro, Andrea Civello ed Elisa Bertò coordinati da Pierluigi Barrotta e Leonardo Amoroso
“Il ricordo di Lorenzo tra i suoi colleghi ed allievi è sempre vivo – dice il direttore del dipartimento di Civiltà e forme del sapere Pierluigi Barrotta - Non voglio qui rammentare i numerosi incarichi che Lorenzo ha ricoperto in Ateneo ma piuttosto ricordarlo per la sua attività come presidente del Seminario di Filosofia, alla cui organizzazione si è impegnato negli ultimi anni di vita. Grazie alla sua operosità, l’area filosofica del nostro Dipartimento si è arricchita di un’intensa attività seminariale, che ha anche avuto il risultato di farci meglio conoscere l’uno con l’altro. Il convegno che il Dipartimento organizza martedì 20 marzo è una testimonianza di affetto, ma anche il tentativo di mantenere viva la tradizione di ricerca e di divulgazione culturale, a cui Lorenzo ha così tanto contribuito”.

È stato finanziato con oltre un milione di euro UTOFPET, il progetto coordinato dall’Università di Pisa il cui obiettivo è sviluppare nuove tecnologie nel campo della sensoristica fotonica per rivelatori PET, che consentano di ottenere immagini più nitide con minori dati a disposizione. La PET, tomografia a emissione di positroni, è la tecnologia che, nell’ambito della ricerca clinica, aiuta a rivelare il funzionamento e il metabolismo di organi e tessuti.
Combinando tecnologie fotoniche innovative (come i sensori MultiDigital-Silicon Photomultipliers (MD-SiPM), i cristalli fotonici e sistemi di acquisizione dati intelligenti), i ricercatori lavoreranno allo sviluppo di un prototipo di rivelatore che possa essere utilizzato come elemento fondante per le future generazioni di scanner PET, che potrebbero offrire prestazioni fino a 100 volte superiori agli attuali.
«I dispositivi MD-SiPM sono generalmente più complessi da usare dei comuni sensori utilizzati nei rivelatori PET e richiedono architetture di acquisizione dati più avanzate di quelle convenzionali, ma sono anche molto più precisi – spiega Nicola Belcari, docente di Fisica dell’Ateneo pisano e coordinatore di UTOFPET – L’utilizzo sinergico con i cristalli fotonici, ovvero sottili strati nanostrutturati di un materiale otticamente trasparente ad alto indice di rifrazione, richiede competenze multidisciplinari negli ambiti della simulazione di sensoristica fotonica, della progettazione di rivelatori ed integrazione, sia hardware che software di sistemi di imaging PET». Per questo, nel progetto UTOFPET, sono state coinvolti partner internazionali sia accademici (Universiteit Gent e École polytechnique fédérale de Lausanne) che industriali (AGE Scientific di Capezzano Pianore (LU) e la Molecube NV (Gent)) con competenze altamente complementari.
“La tecnologia sviluppata in questo progetto consentirà il raggiungimento della risoluzione spaziale e della sensibilità richiesta dalle attuali e future applicazioni nel campo dell’imaging molecolare – conclude Nicola Belcari - mantenendo al contempo un favorevole rapporto costo-beneficio”. UTOFPET, che durerà 36 mesi, è stato finanziato complessivamente con 1.119.500 euro dal consorzio Photonic Based Sensing (PhotonicSensing) del programma ERA-NET Cofund - Horizon 2020.

È volato in prestito al Museo nazionale del Bardo, in Tunisia, il ritratto di Giovanni Pagni che normalmente è esposto nella Sala dei Mappamondi di Palazzo alla Giornata, sede del rettorato dell'Università di Pisa. L'opera d'arte resterà a Tunisi dal 18 marzo al 30 settembre come emblema della mostra "Antichità d'Africa alla Galleria degli Uffizi. Giovanni Pagni, medico e archeologo pisano nella Tunisia del XVII secolo".
La mostra del Bardo - organizzata a tre anni dall’attentato del 18 marzo 2015 in cui hanno perso la vita 24 persone, in gran parte turisti, tra i quali anche quattro italiani - presenta un nucleo di antichità provenienti dalla Tunisia raccolte nel 1677 dal medico e archeologo Giovanni Pagni, illustre professore dell'Università di Pisa. Questi, oltre a raccogliere un vasto materiale in Tunisia studiando in particolare le rovine di Cartagine, fu per un anno al servizio del Bey Murad II che, riconoscente per la guarigione ottenuta grazie al suo intervento, gli dette in dono diversi reperti preziosi. Fra questi vi era una raccolta di oltre venti opere fra epigrafi, stele funerarie e stele votive di età imperiale, che da subito entrarono nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi e del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. I rilievi e le iscrizioni, fra le prime testimonianze dell’Africa romana che era possibile ammirare in Europa, sono stati per due secoli al centro dell’interesse degli studiosi internazionali. Tornano ora in Tunisia per iniziativa della Regione Toscana, in collaborazione con il ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, l’Ambasciata italiana e l’istituto Italiano di Cultura a Tunisi, i musei degli Uffizi e del Bardo.
Il dipinto di Giovanni Pagni, realizzato dall'artista Giovanni Stella, faceva parte della serie dei ritratti realizzati alla fine del XVIII secolo per la Sala delle Lauree nel Palazzo Arcivescovile, dal quale fu poi trasferito all’Università di Pisa. La scheda del quadro per la mostra è stata redatta dal professor Alessandro Tosi, tra i massimi esperti italiani di storia dell'arte moderna. La consegna della tela alla Società Cooperativa A.R.A., in qualità di ditta incaricata del trasporto, è avvenuta lo scorso 9 marzo, alla presenza della dottoressa Donatella Montanari, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Pisa, e della dottoressa Aurelia De Simone, in qualità di Economo dell’Università di Pisa.

 

Il SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) ripropone Goccia su Goccia, un progetto creato grazie alla collaborazione con la Pubblica Assistenza di Pisa, con il fine di raccogliere i nominativi delle persone volenterose di iniziare il percorso di donatori di sangue.
I referenti del progetto saranno presenti nei diversi Poli Universitari per risolvere dubbi o perplessità e per prenotare la visita di pre-donazione presso il Centro Trasfusionale di Pisa alle persone interessate.

I banchetti saranno presenti presso:

- Fibonacci, 15 marzo dalle 13:00 alle 18:00
- Polo F, 16 marzo dalle 13:00 alle 18:00
- Polo Piagge, 19 marzo dalle 9:00 alle 14:00
- Carmignani, 19 marzo dalle 13:00 alle 18:00
- Polo Porta Nuova, 20 marzo dalle 9:00 alle 18:00
- CUS, 21 marzo dalle 16:00 alle 19:00.

Goccia su Goccia 2018 copy

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