Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

L’Università di Pisa, l’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm e la Fondazione Arpa hanno firmato un protocollo d’intesa per dar vita a una cooperazione in ambito sanitario nei paesi africani, con particolare attenzione alla formazione dei giovani medici. L’accordo è stato sottoscritto in rettorato venerdì 22 dicembre 2017 dal rettore Paolo Mancarella, da Don Dante Carraro, presidente Cuamm, dal professor Franco Mosca, presidente della Fondazione Arpa, e dal professor Mario Petrini, direttore della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa.

firma_accordo_cuamm.jpeg

La finalità principale dell’accordo è favorire la partecipazione a missioni umanitarie in Africa di studenti, specializzandi e personale medico dell’Ateneo. Il programma permetterà da una parte di supportare le strutture sanitarie africane in cui il Cuamm è attivo fornendo personale qualificato che potrà formare il personale locale, dall’altra, agli studenti e agli specializzandi dell’università, di trascorrere periodi di formazione teorico-pratica all’interno delle strutture sanitarie africane supportate da Medici con l’Africa Cuamm, con la presenza di un tutor specialista. Inoltre, le parti si impegnano a implementare un programma sanitario in campo specialistico e di formazione, come per esempio in chirurgia plastica, ed offrire servizi no profit nei paesi africani.

Medici con l’Africa Cuamm è un’organizzazione non governativa (ONG) nata nel 1950 con lo scopo di realizzare progetti di cooperazione internazionale e formare medici per i paesi in via di sviluppo. Il suo obiettivo primario è la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane e per questo è presente sul campo in Africa sub-sahariana con diversi progetti, molteplici interventi di supporto e numerosi volontari. Inoltre è attiva anche nella formazione di risorse umane dedicate in Italia e in Africa e nella ricerca e divulgazione scientifica in ambito tecnico di cooperazione sanitaria.

logo_cuamm.jpg

«La collaborazione con il Cuamm è per l’Ateneo e per i suoi studenti una grande opportunità di crescita – ha dichiarato il rettore Paolo Mancarella – I nostri medici e specializzandi hanno già partecipato a missioni supportate dal Cuamm, ma questo accordo, con l’apporto anche della Fondazione Arpa, fa sì che la nostra cooperazione diventi sistematica. Ringrazio il professor Emanuele Cigna, docente di Chirurgia plastica, che con le sue tre missioni in Africa ha aperto la strada per l’intesa con questa importante organizzazione».

«Gli specializzandi che scelgono di partire per l’Africa sono per noi una risorsa preziosa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – e di certo un’esperienza sul campo è per loro un’occasione per imparare molto. Negli ospedali in cui lavoriamo il personale è sempre poco e le conoscenze di questi giovani medici sono fondamentali per garantire cure di qualità ai pazienti. Allo stesso tempo, a fianco di un tutor esperto, gli specializzandi imparano a fare il loro lavoro con pochissimi mezzi a disposizione, usando il ragionamento e il senso pratico. Negli ultimi 10 anni, oltre 120 specializzandi sono partiti con noi e ormai sappiamo che da queste esperienze nascono occasioni di formazione per il personale locale, si iniziano progetti di ricerca, ci si avvicina di più all’Africa. Accordi come questo non possono che creare terreno fertile per il futuro, sia in Italia che in Africa».

“La Fondazione ARPA è da anni impegnata nella Cooperazione Umanitaria di Area Sanitaria – sottolinea il Presidente Franco Mosca – nella profonda convinzione che sia obbligo mettere a disposizione di chi ha poco o nulla non solo risorse materiali ma anche sapere e saper fare. Arpa si impegna nell’ambito dell’accordo con CUAMM a sostenere progetti formativi a favore delle aree in cui il CUAMM stesso è attivo”.

«Questo accordo offre alla Scuola di Medicina l’opportunità di potenziare la sua internazionalizzazione – conclude il professor Mario Petrini – Inoltre, per i nostri studenti aumentano le possibilità di conoscere da vicino patologie da noi meno frequenti e allo stesso tempo dà loro l’occasione di partecipare a un progetto che ha lo scopo di favorire lo sviluppo dei paesi emergenti».

A un anno dalla scomparsa, il dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, con la Scuola Normale, ha organizzato un convegno per tracciare un profilo dell’eredità che Graziano Arrighetti lascia nella ricerca sulla letteratura greca e sulla cultura classica. Il professor Mauro Tulli, ordinario di Lingua e Letteratura greca dell'Università di Pisa, presenta il convegno, ricordando il percorso di accademio e studioso di Arrighetti.

***********

arrighetti graziano 1Esiodo, la lirica, Platone, la biografia nel Peripato, Epicuro e la sua scuola, l’erudizione: sei i campi di ricerca che Graziano Arrighetti ha intrecciato, nel corso della sua fertile attività, con esiti presto riconosciuti di non comune spessore critico in Europa e nel mondo. Il 9 e il 10 gennaio 2018 studiosi di grande prestigio, impegnati da tempo in questi campi di ricerca e oggi legati al quotidiano lavoro presso la nostra Università, si riuniranno per offrire un contributo con relazioni articolate per coppie, la prima per un contatto più immediato con le pagine che Graziano Arrighetti ha pubblicato, la seconda per un contatto più generale con problemi e tendenze nei sei campi di ricerca.

Un dibattito scandirà le due giornate, con tre sezioni presso il Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e tre sezioni presso la Scuola Normale, favorendo un panorama critico in grado di rilanciare la forza di un insegnamento prezioso ben oltre il pur positivo conforto che suggerisce il gioco della memoria.

Graziano Arrighetti giunse qui, Pisa, dalla sua Firenze, quale vincitore presso la Scuola Normale, quale allievo di Giorgio Pasquali, di Giovanni Pugliese Carratelli, di Giorgio Colli. La nostra Università l’accolse dal 1969 quale Professore Ordinario di Letteratura Greca.

esiodoMaestro in aula, capace di trascinare con la forza della parola, ispirata sempre al fascino del testo, maestro in Dipartimento, capace di esortare con abilità maieutica nel contatto senza mediazione della stanza di Palazzo Agonigi o nel seminario dell’abituale mercoledì, Graziano Arrighetti ha donato ai giovani dottrine, metodo, con la sua interpretazione della letteratura greca maturata sulle pagine della filologia classica tedesca.

Dal 1998 membro dell’Accademia di Göttingen, custode sempre vigile della trama epistolare con Carl Joachim Classen, Diskin Clay, Albrecht Dihle, Jean Irigoin, ma immerso nella ricerca sulla letteratura greca in Italia, con la sua militanza in Dipartimento Graziano Arrighetti ha favorito la crescita di vincoli duraturi, con Antonio Carlini, Gian Biagio Conte, con Emilio Gabba e con la sua scuola. Paradigmatica la coscienza di un mestiere intellettuale sviluppato per la nostra Università: da qui la disponibilità per la carica di Direttore, in Istituto e in Dipartimento, di Presidente di Corso di Laurea, da qui, nel 1981, il conferimento del Cherubino e, nel 2007, del titolo di Emerito.


Mauro Tulli

Partirà nei prossimi giorni e si concluderà ad aprile il progetto di Cultura Costituzionale promosso da ANPI, Ufficio scolastico Regionale e Conferenza dei Sindaci per l’Educativo della Provincia di Pisa in attuazione di quanto previsto dal Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015. Il progetto è finalizzato alla conoscenza della Costituzione e alla formazione di una solida coscienza democratica tra i giovani delle scuole secondarie di secondo grado e si avvale di un rapporto di collaborazione con il Laboratorio di Cultura Costituzionale promosso dai Dipartimenti di Giurisprudenza e di Scienze Politiche dell'Università di Pisa e con la Domus Mazziniana.

educazione_costituzionale.jpg 
«Un progetto a cui lavoriamo da molto tempo – ha sottolineato Bruno Possenti, presidente ANPI provinciale – e che si affianca alle attività di divulgazione della Costituzione che già abbiamo in campo. Il coinvolgimento degli Istituti superiori è fondamentale e la sinergia che abbiamo creato tra tutti i soggetti coinvolti dà piena attuazione a ciò che avevamo previsto nel protocollo del 2015.»

«Parleremo di Costituzione, del suo funzionamento, della sua attualizzazione, fornendo ai ragazzi e alle ragazze strumenti critici – ha ricordato il professor Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale – faremo da tutor mettendo a disposizione l’attività di ricerca svolta da professori e da ricercatori. Un progetto ampio inserito all’interno della Convenzione fra il MIUR e l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti e dunque di portata nazionale.»

«Le attività della Domus Mazziniana riprendono a pieno ritmo proprio con la collaborazione a questo progetto – ha dichiarato il direttore Pietro Finelli – forniremo il supporto storico e aiuteremo studenti e studentesse a ripercorrere questi 70 anni di Costituzione.»

«Mi piace ricordare che nel 1948, e per tutto quell’anno, la Costituzione venne affissa nella Sale consiliari dei comuni Italiani affinché vivesse in mezzo alla gente. – ha dichiarato il provveditore Giacomo Tizzanini – Il progetto con le scuole superiori ci consente di far vivere il testo Costituzionale e di attualizzarlo sperando che siano proprio i ragazzi e le ragazze a farsi portatori e testimoni della Cultura della Costituzione.»

costituzione-italiana.jpg

«Questa è una tappa importante di un viaggio che da anni abbiamo iniziato con ANPI – ha concluso l’assessora Marilù Chiofalo – e che vede l’ Amministrazione impegnata su molti fronti a promuovere attività di educazione alla cittadinanza attiva e alla Costituzione. Il testo costituzionale, con questo progetto, entra nelle nostre scuole con il rigore scientifico di chi fa ricerca e cala i risultati nel quotidiano innescando un meccanismo virtuoso verso gli studenti e le studentesse e verso i loro insegnanti. Si tratta di un progetto estremamente attuale nel momento storico in cui viviamo e nel quale imperversano i populismi che portano al totale disimpegno delle persone nel partecipare alla crescita ed alla gestione della comunità.»

Sono 37 le classi che hanno aderito provenienti da 16 istituti superiori pisani.

Gli studenti e le studentesse coinvolti avranno modo di lavorare attivamente su tre ambiti di ricerca, uno di carattere storico, uno sui diritti e i doveri dei cittadini, uno sull’ordinamento della Repubblica e sul funzionamento delle Istituzioni, affiancati da un giurista dell’Università di Pisa che farà da tutor e inquadrerà il tema da analizzare in una lezione iniziale. I ragazzi e le ragazze dovranno poi produrre un elaborato che verrà presentato a fine anno scolastico nella giornata conclusiva del progetto. I tre migliori elaborati verranno premiati da una apposita commissione.

Alla conferenza stampa erano presenti l’Assessora Marilù Chiofalo; il Presidente provinciale ANPI Bruno Possenti; il Provveditore Giacomo Tizzanini; il prof. Saulle Panizza del Laboratorio di Cultura Costituzionale dell’Università di Pisa e Pietro Finelli, direttore della Domus Mazziniana.

Sabato 13 e domenica 14 gennaio al Teatro Era a Pontedera prima nazionale "Il Padre" di Strindberg diretto e interpretato da Gabriele Lavia. Sul palco al fianco di Lavia Federica Di Martino.

Per studenti e personale Unipi è previsto una riduzione del biglietto a 12 euro.

“L’azione di quest’opera – afferma Gabriele Lavia – è tutta interiore e stretta nella morsa tragica dell’unità di tempo, luogo e azione nella quale deve essere compiuto il ‘delitto perfetto’: l’omicidio psichico. Il nostro spettacolo precipita l’azione dentro una vertigine di velluto rosso sangue dove il quieto salotto familiare comincia ad ‘affondare’ nel naufragio di ogni certezza. È il naufragio del mondo e della storia. Ma forse la vita non è altro che un naufragio”.

Vai al sito per i dettagli

 

Venerdì, 05 Gennaio 2018 11:12

Convegno in memoria del professore Arrighetti

Il 9 e il 10 gennaio si svolge a Pisa un convegno dedicato alla memoria dell’illustre grecista Graziano Arrighetti, già professore emerito dell’Ateneo pisano, scomparso lo scorso anno a gennaio. La due giorni di studi intitolata “Graziano Arrighetti e la produzione letteraria dei Greci” è organizzata dall'Università di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore. Martedì 9 gennaio i lavori cominceranno alle 11 nell’aula magna del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica (Piazza Evangelista Torricelli, 2) e il giorno dopo dalle 9 nella Sala Stemmi della Scuola Normale (piazza dei Cavalieri, 7).

Venerdì, 05 Gennaio 2018 10:11

Dove nuotano le tartarughe

Per otto anni, dal 2008 al 2016, un’equipe di etologi dell’Università di Pisa ha monitorato gli spostamenti nel Mediterraneo di otto tartarughe comuni (Caretta caretta) per capire preferenze e abitudini di questa specie. E così ha scoperto che Crudelia, Obelix, Olivia e Honolulu (questi i nomi di alcuni esemplari) amano nuotare soprattutto nel golfo di Napoli, ma spaziano anche nell'area compresa tra la Campania, la Calabria e la Sicilia e se possono soggiornano volentieri nelle immediate vicinanze delle “seamounts”, cioè le montagne sottomarine la cui sommità può arrivare a poche centinaia o decine di metri dalla superficie. La ricerca, finanziata dall’Università di Pisa con i fondi PRA, dalla Regione Toscana e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e condotta in collaborazione con il Centro per la conservazione delle tartarughe marine di Grosseto, è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica “Marine Biology” ed è uno dei pochi studi che fornisce informazioni dirette sull’ecologia e i movimenti delle tartarughe comuni nei mari a ovest della nostra penisola.
“L’identificazione di una zona marina utilizzata preferenzialmente dalle tartarughe comuni giovani, fornisce informazioni utili non solo per migliorare la conoscenza scientifica di fasi poco conosciute del ciclo di questa specie – spiega il professor Paolo Luschi dell’Ateneo pisano - ma anche per suggerire possibili misure di conservazione e tutela nella stessa area, ad esempio attraverso la diffusione di informazioni tra i pescatori sul tipo di reti e ami da impiegare per la pesca”.
Per ricostruire i movimenti delle otto tartarughe i ricercatori hanno applicato delle piccole trasmittenti sul carapace di ogni esemplare e utilizzato tecniche di telemetria satellitare tramite Argos, un sistema franco-americano di rilevazione a distanza della posizione degli animali, che si avvale di satelliti posti in orbita polare.
Le tartarughe protagoniste della ricerca, tutte di taglia medio grande (con un carapace lungo più di 60 cm) e quindi in fase giovanile avanzata, erano state catturate accidentalmente, soprattutto da pescatori, e riabilitate in centri di recupero in Toscana e Campania. Dopo il rilascio, avvenuto vicino alle rispettive località di cattura, hanno raggiunto con movimenti veloci e diretti l’area marina compresa tra la Sicilia, la Sardegna e la costa occidentale della penisola Italiana, nella quale sono rimaste per l’intero periodo di osservazione.
“E’ di rilievo – conclude Luschi - il fatto che gli individui studiati, che erano rimasti in riabilitazione nei centri di recupero per vari mesi prima del rilascio, non abbiano mostrato alcuna evidente alterazione del loro comportamento a seguito del periodo di degenza”.

Venerdì, 05 Gennaio 2018 09:23

Dove nuotano le tartarughe

Per otto anni, dal 2008 al 2016, un’equipe di etologi dell’Università di Pisa ha monitorato gli spostamenti nel Mediterraneo di otto tartarughe comuni (Caretta caretta) per capire preferenze e abitudini di questa specie. E così ha scoperto che Crudelia, Obelix, Olivia e Honolulu (questi i nomi di alcuni esemplari) amano nuotare soprattutto nel golfo di Napoli, ma spaziano anche nell'area compresa tra la Campania, la Calabria e la Sicilia e se possono soggiornano volentieri nelle immediate vicinanze delle “seamounts”, cioè le montagne sottomarine la cui sommità può arrivare a poche centinaia o decine di metri dalla superficie.

La ricerca, finanziata dall’Università di Pisa con i fondi PRA, dalla Regione Toscana e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli e condotta in collaborazione con il Centro per la conservazione delle tartarughe marine di Grosseto, è stata appena pubblicata sulla rivista scientifica “Marine Biology” ed è uno dei pochi studi che fornisce informazioni dirette sull’ecologia e i movimenti delle tartarughe comuni nei mari a ovest della nostra penisola.

 

Honolulu_tartaruga.jpg



“L’identificazione di una zona marina utilizzata preferenzialmente dalle tartarughe comuni giovani, fornisce informazioni utili non solo per migliorare la conoscenza scientifica di fasi poco conosciute del ciclo di questa specie – spiega il professor Paolo Luschi dell’Ateneo pisano - ma anche per suggerire possibili misure di conservazione e tutela nella stessa area, ad esempio attraverso la diffusione di informazioni tra i pescatori sul tipo di reti e ami da impiegare per la pesca”.

Per ricostruire i movimenti delle otto tartarughe i ricercatori hanno applicato delle piccole trasmittenti sul carapace di ogni esemplare e utilizzato tecniche di telemetria satellitare tramite Argos, un sistema franco-americano di rilevazione a distanza della posizione degli animali, che si avvale di satelliti posti in orbita polare.


Olivia_tartaruga.jpg


Le tartarughe protagoniste della ricerca, tutte di taglia medio grande (con un carapace lungo più di 60 cm) e quindi in fase giovanile avanzata, erano state catturate accidentalmente, soprattutto da pescatori, e riabilitate in centri di recupero in Toscana e Campania. Dopo il rilascio, avvenuto vicino alle rispettive località di cattura, hanno raggiunto con movimenti veloci e diretti l’area marina compresa tra la Sicilia, la Sardegna e la costa occidentale della penisola Italiana, nella quale sono rimaste per l’intero periodo di osservazione.

“E’ di rilievo – conclude Luschi - il fatto che gli individui studiati, che erano rimasti in riabilitazione nei centri di recupero per vari mesi prima del rilascio, non abbiano mostrato alcuna evidente alterazione del loro comportamento a seguito del periodo di degenza”.

----

Nelle foto il rilascio di due delle tartarughe studiate dai biologi dell'Università di Pisa

Giovedì, 04 Gennaio 2018 09:05

Journeys through Changing Landscapes

cover.pngCarla Dente e Francesca Fedi, docenti del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica sono le curatrici di Journeys through Changing Landscapes. Il volume è il primo di una collana della Pisa University Press che nasce dal progetto di ricerca "Dislocazioni Trasnazionali. Scenari in movimento, individui e comunità, testi ed oggetti idee critiche".

Pubblichiamo di seguito una breve presentazione del libro a firma della professoressa Carla Dente, direttrice della collana.

***********

È uscito il primo volume della collana Viaggi per scene in movimento, che pubblicherà volumi monografici e collettanei tesi ad esplorare la dinamica transnazionale della ricerca letteraria e linguistica. Journeys through Changing Landscapes è il primo frutto di un progetto di ricerca cui hanno collaborato studiosi di varie nazionalità che frequentano ambiti disciplinari diversi. Tale ricerca a più voci ha trovato coerenza nella prospettiva teorica e analitica della mobilità culturale e nella comune volontà di porre in evidenza itinerari, disseminazioni e scambi che hanno suscitato atti creativi letterari e linguistici e stimolato una più ampia riflessione critica.

Gli studiosi coinvolti hanno superato confini disciplinari e nazionali nell’atto di dare conto della complessità di fenomeni rilevanti per la comprensione della realtà europea: realtà da sempre fatta di incontri, scontri, integrazioni e scarti, e oggi più che mai in divenire perché sottoposta ai contraccolpi della globalizzazione.

I collaboratori al volume danno conto di una varietà di fenomeni che includono migrazioni di individui e di comunità (e i loro effetti sulle culture di contatto), formazioni linguistiche e forme di ibridizzazione, influenze culturali e letterarie, circolazione di miti e di testi, traduzioni e riscritture. Fenomeni spesso interrelati, rivelatori di nuclei fertili di dialogo incrociato fra culture, che richiedono un continuo ripensamento degli strumenti critici indispensabili per interpretare testi e linguaggi.

Carla Dente

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa