La federazione mondiale dei giornalisti scientifici realizza un kit di strumenti sulla "nuclear safety culture" ora disponibile on line
La federazione mondiale dei giornalisti scientifici ha realizzato un kit di strumenti sulla "nuclear safety culture" ora disponibile on line www.wfsj.org/nuclear/. L’idea lanciata nel 2015 dal professore Ambrosini dell’Università di Pisa durante la sua presidenza dell'European Nuclear Education Network (ENEN) è stata realizzata nell’ambito del progetto europeo NUSHARE che sta giungendo a conclusione.
Il kit di strumenti, scritto da giornalisti per giornalisti e curato dall' 'Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire francese,ha come obiettivo di mettere in grado i professionisti della comunicazione di tutto il mondo di scrivere competentemente circa i problemi legati al nucleare e, in particolare, alla "cultura della sicurezza" sviluppata in questo ambito.
“La federazione mondiale dei giornalisti scientifici è solita produrre ‘educational media’ in modo da fornire ai giornalisti le basi scientifiche per commentare gli avvenimenti legati, ad esempio, alla pandemia di Ebola o all'incidente di Fukushima – commenta Walter Ambrosini –anche in questo caso si tratta di un passo importante per creare un collegamento diretto tra la comunità scientifica e chi ha come scopo del proprio lavoro l'informazione e la divulgazione scientifica”.
7 borse di studio dell'ESN per integrare la borsa Erasmus
L'Associazione Erasmus Student Network (ESN) Italia mette a disposizione 7 borse di studio dal valore di euro 500,00 ciascuna, come contributi integrativi rispetto alle assegnazioni nazionali, da destinare a studenti che hanno ottenuto una borsa di mobilità Erasmus+.
Tutti gli studenti regolarmente iscritti presso un istituto di istruzione superiore che ospita una sezione locale ESN possono rispondere al bando entro il 27 giugno 2017 alle ore 23:59 CET.
Tutti i dettagli sulla selezione e sulla prova sono riportati sul sito di ESN Italia all’indirizzo http://www.esnitalia.org/it/borsa-di-studio-il-tuo-erasmus-con-esn-2017.
Tommaso Novi in concerto ad Arno Vivo
Il 23 giugno 2017 alle 22, ad Arno Vivo (golena di Lungarno Buozzi), si tiene il concerto di Tommaso Novi.
Il concerto è a ingresso gratuito.
L'evento è organizzato dall'Associazione BEAT con i contributi di ateneo per le attività autogestite.
Contatti
Simone Spatuzza, Rappresentante legale Associazione BEAT
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Tommaso Novi in concerto
Il 23 giugno 2017 alle 22, ad Arno Vivo (golena di Lungarno Buozzi), si tiene il concerto di Tommaso Novi.
Il concerto è a ingresso gratuito.
L'evento è organizzato dall'Associazione BEAT con i contributi di ateneo per le attività autogestite.
Contatti
Simone Spatuzza, Rappresentante legale Associazione BEAT
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Avviso per asta di colture erbacee al Centro Avanzi
Il Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi" procederà alla vendita di:
- circa 80 tonnellate di favino nero
- circa 300 tonnellate di frumento duro
- circa 10 tonnellate di frumento tenero
- circa 15 tonnellate di misto frumento tenero/triticale
- circa 25 tonnellate di lino
Gli operatori interessati a ricevere la lettera d’invito all’asta sono pregati di far pervenire, perentoriamente, entro il giorno 26/06/2017, la propria manifestazione di interesse, per scritto (anche a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ) al Centro di Ricerche Agro-Ambientali "E. Avanzi" dell’Università di Pisa, precisando chiaramente i propri dati (denominazione, codice fiscale, indirizzo, telefono, pec).
Contatti: Dott.ssa Silvia Baroni Tel: 050/2210511 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
A un dottorando dell’Ateneo il premio “Tito Maiani” dell’Accademia dei Lincei
In occasione della cerimonia di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia dei Lincei, è stato assegnato a un dottorando dell’Università di Pisa il premio “Tito Maiani” per la tesi di laurea in Fisica. Francesco Di Renzo è stato premiato al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la tesi “Detecting a stochastic background of gravitational waves with non-standard polarizations”, uno studio “di alto livello sia nella parte interpretativa sia per l’analisi teorica e sperimentale”, come si legge nelle motivazioni.
La cerimonia si è aperta con la relazione del Presidente dell’Accademia dei Lincei, Alberto Quadrio Curzio sull'attività svolta, cui ha fatto seguito la conferenza del professor Giuseppe Galasso su "La nazione europea”. Nell'occasione sono stati conferiti i vari premi assegnati dall'Accademia a studiosi e ricercatori che si sono distinti nei campi delle discipline umanistiche e scientifiche.
Francesco Di Renzo, originario di Pisa, si è laureato nel 2015 con relatore il dottor Giancarlo Cella, dell’INFN sezione di Pisa, e attualmente è dottorando al dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa. Membro della Collaborazione Virgo, i suoi interessi di ricerca riguardano le onde gravitazionali, sia da un punto di vista teorico sia sperimentale, le teorie alternative della gravità e i test sperimentali sulla relatività generale.
Il premio “Tito Maiani” per la tesi di laurea in Fisica è stato istituito dall’Accademia Nazionale dei Lincei al fine di onorare la memoria del dottor Tito Maiani, prematuramente scomparso, con i fondi messi a disposizione dalla famiglia. Il premio, pari a 2.500 euro, è destinato a tesi di laurea su argomenti di ricerca riguardanti lo studio sperimentale dell’Universo, la rilevazione di onde gravitazionali da sorgenti astrofisiche e cosmologiche o lo studio sperimentale delle proprietà del campo gravitazionale.
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Nella foto: Francesco Di Renzo con il presidente dell'Accademia, professor Alberto Quadrio Curzio.
La molecola della felicità è essenziale per “preservare” i circuiti neuronali del cervello
La serotonina, un neurotrasmettitore conosciuto anche con il nome di “molecola della felicità”, è essenziale per “preservare” i circuiti neuronali, sia durante lo sviluppo, che è notoriamente un periodo in cui il cervello possiede una spiccata plasticità, sia nel corso della vita adulta. La notizia giunge dall’Università di Pisa ed è pubblicata sulla rivista eNeuro (http://eneuro.org/content/4/2/ENEURO.0376-16.2017), il giornale open-access della American Society for Neuroscience (http://www.sfn.org/). I ricercatori responsabili di questa scoperta fanno parte del gruppo di ricerca del professore Massimo Pasqualetti del dipartimento di Biologia, e sono gli stessi che alcuni anni fa “fotografarono” per la prima volta come il cervello si sviluppa in assenza di serotonina.
In particolare, la scoperta è stata possibile grazie all’utilizzo di raffinate tecniche di genetica molecolare, che hanno consentito di generare topi di laboratorio in cui è stato possibile “spegnere” la produzione della serotonina nel cervello, ed alla possibilità di visualizzare in maniera selettiva i neuroni serotoninergici e le loro fibre nervose, mediante metodiche di microscopia confocale.
“Abbiamo mostrato per la prima volta - spiegano Marta Pratelli, Sara Migliarini e Barbara Pelosi, le giovani ricercatrici in forza al gruppo del professore Pasqualetti - che inattivando la sintesi di serotonina nel cervello di un individuo adulto, si producono evidenti alterazioni a carico delle fibre dei neuroni serotoninergici che innervano importanti aree cerebrali. Sorprendentemente però, quando la produzione di serotonina viene ripristinata mediante la somministratore di un comune integratore alimentare come il 5-idrossitriptofano,le alterazioni strutturali osservate precedentemente non sono più presenti, ed i normali circuiti cerebrali sono ripristinati”.
“Questa scoperta - conclude Massimo Pasqualetti - dimostra per la prima volta che i neuroni serotoninergici possiedono, durante l’intero corso della vita, una straordinaria plasticità che li rende capaci di riadattare la propria struttura in risposta a cambiamenti del livello della serotonina cerebrale. Durante l’arco della nostra vita, fattori genetici, specifici trattamenti farmacologici, oppure molteplici fattori ambientali come lo stress o una dieta povera di triptofano, possono portare ad uno sbilanciamento dei livelli di serotonina nel cervello. Alla luce di queste nuove scoperte, emerge la possibilità che questi fattori possano modificare la struttura anatomica dei neuroni serotoninergici interferendo con il loro normale funzionamento. Questi risultati inoltre contribuiscono a svelare come uno sbilanciamento dei livelli di questo importante neurotrasmettitore possa contribuire all’insorgenza di patologie neuropsichiatriche come i disturbi dell’umore”.
DIDASCALIE FOTO:
Ricostruzione in 3D al computer delle fibre dei neuroni serotoninergici
Massimo Pasqualetti e Marta Pratelli
"Siamo probabilmente la più grande azienda della costa toscana"
"L'Università di Pisa è certamente tra le più grandi aziende della costa toscana, se non la più grande, e in più è un'azienda no profit, con un attivo di bilancio che sfiora i 750 milioni di euro, un patrimonio immobiliare di quasi 400 milioni di euro e un altrettanto consistente capitale proprio". È questo il quadro di sintesi dell'Ateneo presentato dal rettore Paolo Mancarella ai giornalisti pisani e toscani, convocati a Palazzo alla Giornata per fare il punto a un anno dall'elezione e a sette mesi dall'entrata in carica come rettore.
In questa occasione, il professor Mancarella ha voluto fornire, attraverso una serie di slide, dati e cifre sull'Ateneo, "che - ha detto - forse risulteranno ovvie per taluni, ma che è bene siano rese più chiare all'opinione pubblica". Dalle parole del rettore - accompagnato dalla prorettrice al Bilancio, Ada Carlesi, dalla delegata per la Comunicazione e la diffusione della cultura, Sandra Lischi, e dal direttore generale Riccardo Grasso - emerge la realtà di un grande Ateneo che è di massa, con i suoi 50.000 studenti e 3.000 unità di personale tra docenti e amministrativi, tecnici e bibliotecari, e insieme di eccellenza, con metà dei suoi dipartimenti in lizza per conquistare i finanziamenti MIUR destinati alle 350 strutture italiane di avanguardia e con posizionamenti di rilievo in molte discipline nei diversi ranking sulle migliori università al mondo.
Al centro della riflessione del rettore ci sono stati i temi del bilancio, della manovra espansiva e della strategia di sviluppo del piano edilizio. Per quanto riguarda il primo aspetto, il professor Mancarella ha affermato che "il bilancio dell'Università di Pisa è tra i più solidi ed equilibrati nel panorama nazionale", ricordando che ad aprile il CdA dell'Ateneo ha approvato un conto consuntivo con un utile di esercizio di 11,6 milioni di euro. "La manovra di circa 35 milioni di euro nel triennio 2017-2019 - ha continuato - prevede un significativo piano di assunzioni, nell'ordine del centinaio, e avanzamenti di carriera, oltre all'assunzione di almeno 20 nuovi ricercatori junior e a una serie di misure di sviluppo e valorizzazione della ricerca. In questo quadro, abbiamo prestato particolare attenzione alle esigenze degli studenti, sia attraverso la tutela delle fasce medio-basse, sia con la creazione della figura dello studente a tempo parziale, che permetterà agli studenti lavoratori di continuare nel loro percorso formativo senza essere penalizzati nel pagamento delle tasse".
Nella foto: l'area di San Cataldo dove sarà costruito il nuovo Dipartimento di Biologia.
L'ultimo tema della conferenza ha riguardato il piano edilizio, partendo dalla situazione del Palazzo della Sapienza, la cui riapertura è programmata entro la fine dell'anno. "Abbiamo approvato di recente - ha concluso il rettore - un vero e proprio piano regolatore strategico, che avrà un respiro più che decennale: in questo periodo prevediamo di investire circa 170 milioni di euro, realizzando una visione armonica e strategica di sviluppo dell'Ateneo che accompagnerà in modo omogeneo la crescita complessiva della città".
Rendering del nuovo Polo di Ingegneria.
Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Nazione Pisa 1
Nazione Pisa 2
Tirreno Pisa 1
Tirreno Pisa 2
Tirreno Pisa 3
pisatoday.it
pisainformaflash.it
pisainformaflash.it
50canale
La molecola della felicità è essenziale per “preservare” i circuiti neuronali del cervello
La serotonina, un neurotrasmettitore conosciuto anche con il nome di “molecola della felicità”, è essenziale per “preservare” i circuiti neuronali, sia durante lo sviluppo, che è notoriamente un periodo in cui il cervello possiede una spiccata plasticità, sia nel corso della vita adulta. La notizia giunge dall’Università di Pisa ed è pubblicata sulla rivista eNeuro, il giornale open-access della American Society for Neuroscience. I ricercatori responsabili di questa scoperta fanno parte del gruppo di ricerca del professore Massimo Pasqualetti del dipartimento di Biologia, e sono gli stessi che alcuni anni fa “fotografarono” per la prima volta come il cervello si sviluppa in assenza di serotonina.
In particolare, la scoperta è stata possibile grazie all’utilizzo di raffinate tecniche di genetica molecolare, che hanno consentito di generare topi di laboratorio in cui è stato possibile “spegnere” la produzione della serotonina nel cervello, ed alla possibilità di visualizzare in maniera selettiva i neuroni serotoninergici e le loro fibre nervose, mediante metodiche di microscopia confocale.
“Abbiamo mostrato per la prima volta - spiegano Marta Pratelli, Sara Migliarini e Barbara Pelosi, le giovani ricercatrici in forza al gruppo del professore Pasqualetti - che inattivando la sintesi di serotonina nel cervello di un individuo adulto, si producono evidenti alterazioni a carico delle fibre dei neuroni serotoninergici che innervano importanti aree cerebrali. Sorprendentemente però, quando la produzione di serotonina viene ripristinata mediante la somministratore di un comune integratore alimentare come il 5-idrossitriptofano,le alterazioni strutturali osservate precedentemente non sono più presenti, ed i normali circuiti cerebrali sono ripristinati”.
“Questa scoperta - conclude Massimo Pasqualetti - dimostra per la prima volta che i neuroni serotoninergici possiedono, durante l’intero corso della vita, una straordinaria plasticità che li rende capaci di riadattare la propria struttura in risposta a cambiamenti del livello della serotonina cerebrale. Durante l’arco della nostra vita, fattori genetici, specifici trattamenti farmacologici, oppure molteplici fattori ambientali come lo stress o una dieta povera di triptofano, possono portare ad uno sbilanciamento dei livelli di serotonina nel cervello. Alla luce di queste nuove scoperte, emerge la possibilità che questi fattori possano modificare la struttura anatomica dei neuroni serotoninergici interferendo con il loro normale funzionamento. Questi risultati inoltre contribuiscono a svelare come uno sbilanciamento dei livelli di questo importante neurotrasmettitore possa contribuire all’insorgenza di patologie neuropsichiatriche come i disturbi dell’umore”.
In alto, ricostruzione in 3D al computer delle fibre dei neuroni serotoninergici, foto in basso, da sinistra, Massimo Pasqualetti e Marta Pratelli
La storia del termine "angiogenesi" in uno studio dell'Ateneo
È stato pubblicato sulla rivista "World journal of surgery” un articolo sulla storia del termine “angiogenesi” a firma di docenti e ricercatori dell’Università di Pisa. Lo studio, intitolato "Looking for the Word “Angiogenesis” in the History of Health Sciences: From Ancient Times to the First Decades of the Twentieth Century”, è una review frutto della collaborazione di Gianfranco Natale e Paola Lenzi, rispettivamente direttore e rappresentante scientifico del Museo di Anatomia Umana “Filippo Civinini” e docenti di anatomia umana presso il dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia, e di Guido Bocci, studioso di oncologia medica e docente di farmacologia presso il dipartimento di Medicina clinica e sperimentale.
L’angiogenesi è un complesso meccanismo attraverso il quale si formano nuovi vasi sanguigni a partire da vasi preesistenti. Risulta dunque molto importante in molti processi fisiologici, come lo sviluppo embrionale e fetale, il ciclo mestruale o la cicatrizzazione di ferite, dove la componente vascolare è continuamente rimaneggiata. Tuttavia, un’alterata regolazione dell’angiogenesi è alla base di processi patologici, in particolare lo sviluppo di tumori che necessitano di nuovi vasi per sostenere la proliferazione cellulare. Gran parte della letteratura che tratta questo argomento fa spesso un richiamo storico all’origine del termine angiogenesi, con riferimento a un libro del chirurgo inglese John Hunter (nella foto in basso), "A treatise on the blood, inflammation, and gun-shot wounds", pubblicato nel 1794. Da un’attenta lettura del volume, però, questo termine non emerge. È nata, quindi, l’idea di approfondire questo argomento e tentare di ricercare la vera origine del termine angiogenesi.
"Dalla passione per la storia della medicina e la ricerca scientifica è venuto fuori un articolato lavoro che ha ricostruito la storia dello sviluppo dei vasi sanguigni, fin dai tempi più antichi - spiega il professor Natale - È infine emerso che Hunter ha in effetti sviluppato il concetto di angiogenesi, ma non il termine che sembra invece risalire all’inizio del Novecento, quando per la prima volta la parola angiogenesi compare nel titolo di un lavoro scientifico di Joseph Marshall Flint, professore di chirurgia alla Scuola di Medicina della Yale University, maturando in un periodo storico in cui la ricerca embriologica aveva preparato il terreno a questo neologismo".
Il lavoro ha suscitato molto interesse e la pubblicazione di un Invited Commentary da parte del professor Francis Charles Brunicardi (chirurgo e ricercatore presso l’University of Toledo College of Medicine and Life Sciences, USA) sulla stessa rivista (Brunicardi FC. Angiogenesis Review Commentary. World J Surg. 2017 Jun;41(6):1635. doi: 10.1007/s00268-017-3904-z) che inizia con le seguenti parole: "The authors of this erudite paper are to be congratulated on a beautifully written paper on the origins and conception of the neologism “angiogenesis”; the paper is particularly enjoyable to read as it attempts to uncover the truth behind who legitimately coined “angiogenesis”. Notably, the paper highlights the seminal contributions of surgeon-scientists to the field". "Questa attestazione di stima gratifica l’Università di Pisa e il suo spirito di collaborazione fra le varie discipline che, da un lato guarda alla ricerca storica che trova naturale collocazione nel contesto museale, e dall’altro si proietta alle innovative soluzioni proposte dalla ricerca in campo medico”, conclude il professor Natale.