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Il Centro di Ricerche Agroambientali “E. Avanzi”, ai sensi dell’art. 52, comma 2, del Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità ha intenzione di cedere il seguente mezzo agricolo:
polverizzatore portato Hardy LX 800 con barra da 12 m e computer, n. serie 9111085, anno 1991, funzionante.

Il valore stimato del bene ammonta a € 2.000. Il bene sarà consegnato nelle condizioni in cui si trova, mediante sottoscrizione del verbale di cessione, escludendo il sostenimento di spese aggiuntive e prevedendo il trasporto a carico dell’acquirente.

Le strutture eventualmente interessate possono rivolgersi, entro il 21/07/2017 alle ore 13.00 all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Il bene sarà visionabile, previo appuntamento, presso Il Centro di Ricerche Agroambientali “E. Avanzi” Via Vecchia di Marina 6, S. Piero a Grado- Pisa.

Contatti: Dott. Marco Ginanni – dal lunedi al venerdi ore 8.00-12.00 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sono state indette le elezioni del Rettore dell'Università Roma Tre per il sessennio 2017-2023.

La presentazione delle candidature è aperta fino al 21 luglio 2017.

 

http://host.uniroma3.it/uffici/ucre/page.php?page=ELEZIONI_18

A partire dalla prossima settimana, writers di fama internazionale faranno di alcuni edifici di Porta a Mare la loro superficie di disegno. Un’ondata di colori, diffusa per tutto il quartiere, darà un nuovo volto a una delle aree urbane più dinamiche della città con il primo festival di street art "Welcome to Pisa".

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«Un'iniziativa pienamente inserita nelle linee di politica culturale che stiamo perseguendo, in costante dialogo col territorio, che lascerà in un quartiere ricco di storia e di futuro delle vere e proprie testimonianze monumentali: un contributo alla costruzione di una nuova identità e di ulteriori vocazioni – dichiara l’assessore alla cultura Andrea Ferrante - Pisa può vantare la presenza di "Tuttomondo" e reiterando questa nuova esperienza può costruire in pochi anni un vero e proprio percorso di arte urbana, che certamente potrà sviluppare nel tempo una sua propria attrattività. Un ringraziamento a curatore e ad artisti, che hanno accettato di realizzare questo progetto con spirito di gratuità, e ai sostenitori».

Dal canale mediceo, alle grandi fabbriche della Pisa industriale che furono distrutte dai bombardamenti, alle lotte operaie, Porta a Mare è testimone di parti decisive della storia pisana remota e recente e rappresenta uno dei principali accessi alla città. Oggi, con la ripresa della cantieristica ai Navicelli, l'abbattimento dell'incile e la dislocazione di nuove funzioni urbane, il quartiere è nel pieno di una riqualificazione urbanistica. “Welcome to Pisa” vuole essere un ulteriore passo nel percorso di rinnovamento.

Lo scopo è quello di trasformare il quartiere di Porta a Mare in un distretto di arte contemporanea al fine di promuoverne la diffusione urbana, condividerla e viverla, attraverso 4 obiettivi principali: city beautification (arte come espressione pubblica di bellezza al servizio di tutti), riqualificazione urbana (vincere il degrado e l’anonimato del quartiere), partecipazione attiva della comunità e attrazione turistica. Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto della città, segnando un collegamento diretto Proprio queste finalità bene innestano il festival nel contesto storico, culturale, artistico e religioso della città, dialogando con l’arte e l’architettura romanica e gotica, “bibbie a cielo aperto”, e segnando un collegamento diretto con la grande scultura in acciaio corten “Stele” di mauro staccioli del 2007 e, a maggior ragione, con il murale “Tuttomondo” di Keith Haring del 1989; da questo luogo ormai iconografico sarà costruito negli anni un percorso artistico che, sulle tracce delle antiche mura e del “trammino”, condurrà all’interno del quartiere per permettere alla comunità e a quei “venticinque visitatori” di manzoniana memoria di riscoprirne l’identità.

Il festival “Welcome to Pisa” è ideato e promosso dal Comune di Pisa, in collaborazione con il curatore Gian Guido Maria Grassi e l'associazione Casa della città Leopolda. La direzione esecutiva dei lavori è affidata a Roberto Pasqualetti, dirigente alla qualità e al restauro dei beni storico artistici. “Welcome to Pisa” ha un partner di primo livello nell’Università di Pisa, che permetterà ai suoi studenti di effettuare tirocini formativi presso l’organizzazione del festival. L'iniziativa gode anche di un entusiastico e rilevante contributo di sponsor e sostenitori privati (Saint Gobain, Caparol) che promette di accrescersi ulteriormente.

«Dando il suo contributo a questa iniziativa, L’Università adempie alle sue funzioni formative, permettendo agli studenti del corso di laurea in Discipline dello Spettacolo di effettuare tirocini formatici curriculari – spiega la prorettrice agli studenti Antonella Del Corso - Inoltre, l’Università dimostra di essere una risorsa per la città può e deve cogliere. Noi siamo sempre pronti a promuovere la collaborazione tra gli studenti e le realtà del territorio, perciò siamo fieri di partecipare a quest’iniziativa».

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Il percorso partecipativo si è avviato con il confronto con i residenti, il Ctp2, le imprese e le associazioni del quartiere. La presentazione ufficiale del progetto al quartiere di Porta a Mare è avvenuta il 10 giugno, durante le celebrazioni di “Porta a Mare in festa”. «Il quartiere ha accolto fin da subito con entusiasmo il progetto – dichiara Bendetta di Gaddo, presidente del Ctp 2 - Dopo aver visto i bozzetti preparatori possiamo dire che i soggetti delle opere saranno coerenti con la storia del nostro quartiere e questo ci rende ancora più interessati e felici dell’iniziativa»

Sono stati individuati i primi edifici che ospiteranno su facciate o muri perimetrali esterni le opere dei writers; gli artisti, tutti giovanissimi, nati tra il 1975 e il 1989, sono riconosciuti a livello internazionale e hanno già lasciato il segno in altre città con le loro opere di street art. I murales saranno realizzati grazie al consenso dei privati che hanno deciso di concedere una parete del proprio edificio per ospitare le opere dei writers. Interventi a cura degli stessi artisti saranno inoltre realizzati nell'area dei Navicelli, col sostegno di Navicelli S.p.A., dove i pilastri del raccordo A12 diverranno una vera e propria galleria a cielo aperto, “il corridoio vasariano della modernità”! Infine, la partecipazione dei residenti, durante le fasi di lavoro, si realizzerà eventi specifici e informali che daranno modo ai writers di relazionarsi con la cittadinanza.

Sarà garantita una continua informazione sui social sulla pagina facebook stART – Welcome to Pisa e sarà realizzato un video-documentario dell'intero percorso. e sarà realizzato un documentario dell'intero percorso dal titolo “Welcome to Pisa: radici di una nuova identità” che è già stato ammesso a partecipare ad importanti concorsi cinematografici come il LFFEC 2018. Il Festival andrà avanti per tutta l’estate e terminerà alla fine di settembre con una festa-vernissage, momento di sintesi delle due anime della manifestazione: comunità e arte.

«L’idea è nata dall’incontro con l’assessore Andrea Ferrante e dall’amicizia con l’artista Teo Pirisi, dall’unione della volontà politica di una riqualificazione urbana, culturale e sociale del quartiere di Porta a mare con una visione pubblica dell’arte – spiega il curatore Gianguido Maria Grassi - È così iniziato un percorso che ha portato alla scelta delle superfici su cui intervenire e alla selezione di alcuni artisti, italiani e stranieri, figurativi e astratti, che raggiungessero sensibilità eterogenee. Di fondamentale aiuto è stata stART, gruppo di giovani ragazzi che hanno sostenuto con entusiasmo e varie competenze l’iniziativa. Come diceva Victor Hugo: “ci sono due cose in un edificio, il suo uso e la sua bellezza; l’uso appartiene al proprietario, la bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti”».

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Foto Elodie CornezÈ stato assegnato a Elodie Cornez, allieva della Scuola di dottorato di ricerca in Storia, Orientalistica e Storia delle arti, in cotutela tra la professoressa Anna Barsotti, dell’Università di Pisa, e il professor Giorgio Passerone, dell’Università di Lille, il premio tesi 2016 del Laboratorio "Cecille", “Centre d’Etude en Civilisation, Language et Littératures Etrangère EA 4074”.

Elodie Cornez, 31 anni, ora docente all’Università di Lille 3, ha concluso il percorso di studi teatrali, compiuto presso l’Università di Lille, a Pisa e a Lille. Il titolo della tesi di dottorato è “Les langues du théâtre italien contemporain". La tesi affronta con grande perizia multidisciplinare la questione del teatro italiano che riusa creativamente i dialetti nell'ultimo trentennio del Novecento, procedendo però da impostazioni storicamente e teoricamente più ampie (definizione del periodo cronologico di studio e mappatura geografica) secondo uno schema di progressivo approfondimento, cui ha contribuito il soggiorno pisano e la frequentazione dei corsi di Storia del teatro e dello spettacolo e di Drammaturgia e spettacolo (con la professoressa Anna Barsotti come co-tutor).

All'origine, l'interesse per i rapporti lingua-dialetto che segnalano non solo l'Italia, ma il teatro italiano, nel panorama transnazionale; e l'identificazione di una particolarità di questo teatro che ne connota il carattere originale, la figura dell'attore-autore. L’itinerario che ha condotto la Cornez all'approfondimento di un corpus di attori-autori deriva da una cartografia ampia, pur soffermandosi su Paolini, Celestini, Enzo Moscato, Emma Dante e Spiro Scimone. La novità della ricerca consiste anche nel non etichettare i singoli artisti – tutti accomunati dal riuso dei dialetti nelle rispettive lingue teatrali – con formule da cui loro stessi intendono evadere, ad esempio quella del “teatro di narrazione” (che pure implica personaggi come Celestini e Paolini). I capitoli a ciascuno dedicati potrebbero, d'altro canto, figurare come altrettante monografie. Dal punto di vista della lingua teatrale, perno della sua ricerca, la tesi giunge a conclusioni – comunque lasciate aperte – innovative, notando come i confini fra le lingue si siano aperti nella società italiana, con un arricchimento plurilinguistico che accoglie suggestioni dai dialetti delle diverse regioni (reinventati artisticamente) o anche dalle lingue straniere.

L’Università di Pisa ha realizzato il sito web tematico Amministrazione Digitale, in cui sono presentate, in modo strutturato, la documentazione e le informazioni inerenti alla digitalizzazione dei servizi e alla dematerializzazione dei documenti.

La normativa relativa alla digitalizzazione della gestione documentale ha infatti subito, specie nel corso dell’ultimo biennio, una forte accelerazione, comportando, per tutte le pubbliche amministrazioni, il rispetto di scadenze sempre più pressanti.

Le pagine del sito contengono sia materiale utilizzato per seminari e corsi di formazione attivati e tenuti dall'Ateneo, sia materiale relativo ad aspetti teorici e pratici della digitalizzazione, nonché faq e altro materiale in grado di aiutare il personale dell’Ateneo ad affrontare le sfide lavorative che il processo di digitalizzazione comporta.

Il sito è in continuo sviluppo e aggiornamento. La Segreteria della Direzione Generale è a disposizione per informazioni e per accogliere suggerimenti e contributi per migliorare il servizio.

Contatti

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https://amministrazionedigitale.unipi.it

Lo zafferano, molto apprezzato in ambito culinario, può avere anche un importante ruolo in campo medico, in particolare nell’ambito della lotta ai tumori. Uno studio coordinato dal professor Filippo Minutolo del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa, ha identificato il meccanismo con cui un metabolita attivo presente nello zafferano, la crocetina, riesce a ridurre l’aggressività delle cellule tumorali attraverso l’azione su un enzima-chiave nella glicolisi tumorale, la lattato deidrogenasi (LDH).

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I sorprendenti risultati di questa ricerca sono stati presentati dalla dottoressa Carlotta Granchi, prima autrice dell’articolo e relatrice al “First Congress on Edible, Medicinal and Aromatic Plants (ICEMAP 2017)” svoltosi a Pisa dal 28 al 30 giugno. Il lavoro è stato inoltre pubblicato nella rivista “Journal of Agricultural and Food Chemistry” della American Chemical Society.

3 Granchi fotoQuesta ricerca si colloca all’interno degli studi che negli ultimi anni si stanno concentrando sempre di più sul trattamento “metabolico” dei tumori; tuttavia, come spiega la dottoressa Granchi (nella foto a destra), “la crocetina non è purtroppo disponibile, né facilmente isolabile da fonti naturali quindi è stata messa appunto una metodologia sintetica per la sua preparazione. La crocetina artificiale, del tutto identica per struttura a quella naturale, ha dimostrato una notevole abilità di inibire l’LDH”.

Grazie alla collaborazione con il gruppo di ricerca del professor Paul J. Hergenrother della University of Illinois at Urbana-Champaign e con il dottor Flavio Rizzolio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, nonché fondatore dell'azienda Biofuture Medicine, è stato inoltre possibile verificare come la crocetina sia in grado di ridurre la produzione di lattato in cellule tumorali e la loro proliferazione. “In questo studio abbiamo quindi dimostrato – aggiunge Granchi – che la componente dello zafferano maggiormente responsabile di tale effetto sembra essere proprio la crocetina.”

2 CrocetinaSintetica

Infatti l’analisi di modellazione molecolare condotta dal professor Tiziano Tuccinardi ha evidenziato le caratteristiche strutturali che permettono alla crocetina di interagire in modo efficace con il sito attivo dell’enzima-bersaglio.

“Chiaramente né lo zafferano, né la crocetina potranno mai sostituire le varie terapie antitumorali approvate per l’uso clinico – specifica il professor Minutolo – comunque possono sicuramente costituire un utile ausilio alimentare nella prevenzione delle neoplasie e, se validati da opportuni studi clinici, potranno in futuro contribuire ad aumentare l’efficacia dei regimi terapeutici utilizzati per diversi tipi di tumore”.

(Nella foto a destra in basso la crocetina sintetica).

Ne hanno parlato: 
Ansa
InToscana.it 
Greenreport.it 
ilMattino.it 
ADNkronos
gonews.it 
AgenziaImpress.it 
Greenplanner


 

 

 

 
















Si è svolta sabato 8 luglio la terza cerimonia di consegna dei diplomi di laurea triennale di Ingegneria, dedicata ai laureati del primo semestre del 2017, alla quale hanno partecipato 120 neo-dottori, circa la metà del totale. L'incontro prevede che i neo-dottori facciano una breve presentazione del lavoro che hanno svolto come prova finale; successivamente ricevono il diploma in originale dal presidente del proprio corso di studi o da un suo delegato.
La cerimonia è stata presieduta dal professor Massimo Ceraolo, ex presidente della Scuola di Ingegneria e delegato per questo evento dal Consiglio della Scuola. Graditissimi ospiti sono stati il rettore Paolo Mancarella, il presidente della Scuola di Ingegneria, Alberto Landi, l’assessora comunale alle politiche socio-educative e scolastiche, Maria Luisa Chiofalo, e la consigliera dell'Ordine degli Ingegneri di Pisa, Franca Zito.

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Le presentazioni dei vari lavori hanno fornito una panoramica interessante e accattivante delle attività che si svolgono nelle prove finali di Ingegneria e indirettamente dei filoni di ricerca sviluppati dal corpo docente, in quanto spesso le prove finali si inseriscono in percorsi di ricerca di più ampio respiro.
In questa edizione, la Scuola di Ingegneria si è avvalsa del servizio Career Service dell'Università, che ha stimolato e organizzato la partecipazione di alcune aziende che nell'atrio del Palazzo dei Congressi hanno incontrato i neo-dottori per conoscerli e informarsi sui loro interessi e progetti futuri.
La cerimonia è stata inoltre impreziosita dal concerto del Coro dell'Università di Pisa, diretto dal maestro Stefano Barandoni.

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La cerimonia di consegna dei diplomi di laurea di ingegneria è stata concepita due anni fa per fornire ai neo-dottori un'occasione di festa e condivisione del traguardo raggiunto con amici, familiari, colleghi e docenti.

Grazie al Protocollo di intesa firmato tra l'Università di Pisa e l'Agenzia delle Entrate, è stato definito un iter telematico per il rilascio del codice fiscale per i soggetti non residenti che svolgono compiti istituzionali all'interno dell'Ateneo, tipicamente docenti e ricercatori di nazionalità straniera. L'accordo, che ha validità annuale, è stato sottoscritto dal direttore generale dell'Università, Riccardo Grasso, e dal direttore della Direzione provinciale di Pisa dell'Agenzia delle Entrate, Patrizia Muscarà.

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Il Protocollo nasce dalla volontà dei due enti di collaborare per migliorare la fruibilità dei servizi fiscali, ridurre i costi degli adempimenti degli obblighi tributari da parte dei contribuenti e ottimizzare le attività di erogazione dei servizi. In particolare, tiene conto che l’Università di Pisa accoglie ogni anno numerosi docenti e ricercatori di nazionalità straniera con incarichi istituzionali che, trovandosi a operare nel territorio dello Stato, devono acquisire il codice fiscale mediante richiesta al competente ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.
Per semplificare questo iter è stato così studiato e realizzato un sistema telematico di richiesta e acquisizione dei codici fiscali, che eviterà agli ospiti stranieri o al personale di riferimento dell'Ateneo di recarsi direttamente all’Agenzia dell’Entrate, risolvendo il problema tramite un sistema di ticket in cui tutto il procedimento sarà informatizzato e centralizzato. In questo modo, l’Università trasmetterà via pec alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate un modello standard di richiesta e quest'ultima garantirà la trasmissione del codice fiscale attribuito, sempre a mezzo pec, entro una settimana lavorativa.

"La semplificazione delle modalità di rilascio del codice fiscale per gli ospiti stranieri - hanno commentato il dottor Grasso e la dottoressa Muscarà - permette all'Università di facilitare il lavoro delle strutture amministrative che supportano il personale docente e ricercatore nel disbrigo di procedure e formalità correlate all’esercizio delle attività istituzionali, e all'Agenzia delle Entrate di gestire in back office queste richieste, alleggerendo i compiti del personale degli sportelli. Per i nostri enti, si tratta insomma di una buona pratica, che si muove nella direzione di economicità, efficacia ed efficienza dell’attività amministrativa".

È stato appena pubblicato dalla casa editrice Franco Angeli il volume Cervelli in circolo. Trasformazioni sociali e nuove migrazioni qualificate, a cura di Gabriele TomeiA partire dai risultati di un’indagine empirica realizzata presso l’Università di Pisa, il volume indaga i processi di strutturazione delle traiettorie personali e professionali di un campione di giovani laureati espatriati, identificando i principali fattori di spinta all’emigrazione, le strategie e i modelli della loro integrazione all’estero, le reti di collegamento intrattenute con i territori e le comunità di origine, le loro aspirazioni future.

Pubblichiamo di seguito un estratto dell'Introduzione al volume, a firma del dottor Gabriele Tomei, ricercatore di Sociologia generale al dipartimento pisano di Scienze politiche. 

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cover cervelliLa recente crisi economica ha favorito una ripresa delle emigrazioni dai paesi dell’Europa mediterranea (e quindi anche dall’Italia) verso i poli di sviluppo centro-settentrionale del continente. All’interno di questi flussi sono aumentate anche le cosiddette migrazioni qualificate, composte in larga misura (anche se non esclusivamente) da giovani che si muovono all’interno dello spazio europeo per proseguire gli studi, specializzarsi o cercare un impiego coerente con il proprio profilo di competenze maturate.
Sebbene si tratti generalmente di trasferimenti all’estero per un periodo superiore ai 12 mesi, che quindi sarebbero da ricomprendere nella categoria delle migrazioni, questi spostamenti conservano in molti casi una serie di caratteristiche tipiche della mobilità di breve periodo: temporaneità del progetto migratorio (legata allo specifico contratto o progetto di ricerca), circolazione tra più sedi e periodici ritorni in patria, mantenimento relazioni e contatti frequenti con la comunità di origine. Nel caso degli spostamenti interni a spazi giuridici sovranazionali (come tra i paesi della UE), alle precedenti caratteristiche si aggiunge il godimento di tutele analoghe a quelle dello Stato di cui si è cittadini.
In questi casi, pertanto, migrazione e mobilità sono fenomeni che sempre più si differenziano quasi esclusivamente sotto il profilo giuridico. Dal punto di vista sostanziale entrambe partecipano del dinamismo della globalizzazione e devono essere concettualizzate come parti integranti ed essenziali del processo di trasformazione sociale che ha radicalmente modificato il modello di sviluppo globale negli ultimi trent’anni.
Migrazioni e mobilità sono attivate dallo sviluppo dei paesi di destinazione e dal sottosviluppo di quelli di origine, ma al tempo stesso stimolano e attivano nuove dinamiche di sviluppo in entrambi. Questa logica vale anche nel caso delle migrazioni qualificate, che attraverso la mobilità (o immobilità) delle persone realizzano (o impediscono) la circolazione di capitale umano e sociale, di competenze e di saperi. In questa prospettiva lo studio dei flussi di migranti qualificati che entrano e che escono dai diversi paesi, così come quello dei dispositivi che facilitano o inibiscono tale circolazione, consente di evidenziare una delle dinamiche più rilevanti della crescita dei territori che attraggono conoscenze e, parallelamente, della recessione sia dei paesi di origine che subiscono il brain drain, sia di quelli di destinazione che scoraggiano o bloccano tale mobilità.
Globalizzazione, mobilità geografica delle persone e dei loro saperi, crisi e ristrutturazione delle economie, trasformazione sociale e sviluppo. Riflettendo intorno alle connessioni tra queste dinamiche è nata l’idea originaria del programma di ricerca che sta alla base di questo volume.

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Per molte delle ragioni che ho appena accennato, le migrazioni qualificate sono diventate uno straordinario punto di ingresso per l’analisi delle dinamiche di sviluppo nell’era della conoscenza e per lo studio dei fattori politico-istituzionali e socio-culturali che ne formano il contesto.
Non è un caso quindi che il tema delle nuove migrazioni qualificate intraeuropee sia attualmente al centro degli interessi conoscitivi e di ricerca della comunità dei sociologi, degli economisti e dei geografi delle migrazioni. Gli obiettivi di queste indagini sono in modo diverso legati alla necessità di comprendere la natura e i possibili sviluppi di questa specifica forma di mobilità intraeuropea e di valutarne il potenziale impatto sui paesi di origine e su quelli di destinazione.
Tuttavia rimangono ancora poco esplorate le connessioni che legano queste specifiche dinamiche migratorie con le più recenti trasformazioni del modello di produzione in Europa, ed in particolare il ruolo che la migrazione qualificata sta svolgendo nella selezione e allocazione ottimale della forza lavoro intellettuale richiesta dai nuovi poli di sviluppo dell’economia della conoscenza. Ancor meno sono stati esplorati gli effetti trasformativi di questa migrazione sulle dinamiche di sviluppo dell’Italia.

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I saggi che danno conto dei risultati ottenuti nel corso della ricerca e che compongono il presente volume sono stati redatti in modo da rispecchiare il quadro teorico-metodologico che abbiamo ampiamente discusso in precedenza. Purtroppo non siamo riusciti a mettere a fuoco ogni componente della sua complessa architettura logica (e probabilmente ciò non è neppure possibile, se non all’interno di un progetto di ricerca più vasto e ambizioso, multidisciplinare, multisituato e di lungo periodo). Tuttavia lo schema della natura quadripartita del processo di strutturazione ha funzionato come il letto di posa per il fissaggio delle tessere recuperate di un mosaico che sappiamo essere ben più vasto e complicato. Come quelle tessere, i dati e le informazioni raccolte con le nostre ricerche sono state infatti posizionate seguendo una coerenza interna (offerta dalla teoria) che ha consentito una migliore messa a fuoco delle singole parti così come una più lucida ed efficace visione d’insieme.
L’indagine si è così articolata attraverso quattro linee di indagine.
La prima, di carattere più teorico, si è diretta a ricostruire lo stato dell’arte delle conoscenze sul tema di indagine sia per quanto riguarda le nuove migrazioni qualificate (capitolo 1) che il contesto politico-economico identificato come società della conoscenza (capitolo 2).
La seconda linea ha perlustrato le caratteristiche e le dinamiche trasformative di alcune delle strutture esterne rilevanti per il campo di interesse. In un primo approfondimento sono state indagate le relazioni che le statistiche ufficiali internazionali evidenziano tra i flussi di migranti qualificati e quelli finanziari connessi con gli investimenti in ricerca e sviluppo (capitolo 3). Una seconda indagine è stata realizzata sui dati dell’archivio AIRE al fine di comprendere caratteristiche e tendenze evolutive dei flussi di cittadini italiani in possesso di un titolo di studio superiore o della laurea che sono emigrati all’estero (capitolo 4).
La terza linea di indagine ha esplorato (nei limiti caratteristici di un’indagine pilota) le dinamiche soggettive di un collettivo di giovani migranti qualificati. Evidenze circa le motivazioni e gli orientamenti dei laureati espatriati, e quindi ascrivibili alle dinamiche proprie delle strutture interne del processo di strutturazione, sono state raccolte attraverso 20 interviste in profondità che hanno consentito di raccogliere informazioni anche sulle dinamiche specifiche dell’agency attiva di questi speciali migranti qualificati (capitolo 6). Gran parte della raccolta e dell’analisi di queste ultime è stata invece affidata ad una survey a cui hanno risposto 110 laureati dell’ateneo pisano tra il 2009 ed il 2013 e che avevano dichiarato di risiedere all’estero ad un anno dal conseguimento del titolo (capitolo 7). Uno specifico capitolo (capitolo 5) è dedicato alla presentazione del disegno della ricerca utilizzato di queste due indagini sul campo.
La quarta linea di indagine ha esplorato i segnali di strutturazione degli outcomes del processo osservato (capitolo 8), ed in particolare della presenza di reti di collegamento tra l’Università di Pisa e i propri laureati espatriati, e del ruolo di stimolo svolto da questi ultimi per l’innovazione della didattica e della ricerca, nel loro eventuale contributo alla costruzione di reti di relazione a la messa a disposizione di rimesse cognitive (contatti informali, accordi, ricerche congiunte, trasferimento di saperi...).

Gabriele Tomei
Ricercatore di Sociologia Generale

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