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In relazione alle notizie di stampa sull’ipotesi di illegittimità di un concorso a cattedra del nostro ateneo precisiamo che, nel marzo scorso, a quanto ci risulta prima ancora che l’interessata presentasse denuncia, appena ricevuta informazione dell’eventuale irregolarità, abbiamo immediatamente provveduto a trasmettere gli atti in nostro possesso alla Procura della Repubblica e, nel contempo, abbiamo attivato la nostra Commissione Etica. Da allora abbiamo attivamente collaborato con la Magistratura perché sia fatta piena luce.

Il nostro ateneo bandisce centinaia di analoghi concorsi e la percentuale di contenziosi è risibile. Questo tipo di attività, le cui decisioni sono affidate a organismi collegiali molto ampi che vengono poi ratificate dal Consiglio di Amministrazione, è regolata da leggi nazionali che, con le ultime modifiche, sono diventate molto più severe e trasparenti rispetto al passato.

La robotica al servizio dell’uomo: per liberarlo dalle incombenze più faticose, intervenire con estrema precisione e affidabilità sul corpo umano, migliorare la qualità di vita delle persone diversamente abili, contribuire a superare il divario tra il nord e il sud del mondo, scoprire inattese espressioni artistiche. La robotica in tutte le sue declinazioni, riassunte nell’origine stessa di questa parola slava “lavoro forzato, servitù” (a beneficio esclusivo dell’uomo), è la protagonista del primo festival internazionale ospitato in Italia, a Pisa, dal 7 al 13 settembre 2017, nella città che vanta una delle più alte concentrazioni al mondo di addetti e di attività di ricerca, sviluppo, applicazione di sistemi robotici.

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Robot chirurgico “da Vinci” (Foto di Enzo Cei, property of ARPA ONLUS).

Pisa, città della scienza, ha fatto fronte comune per garantire il successo a questa prima edizione del Festival internazionale di robotica, promossa da Fondazione Arpa, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, Comune di Pisa. Tra i co-promotori scientifici figurano Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Irccs Stella Maris, Centro di eccellenza Endocas dell’Università di Pisa. In programma seminari, convegni, dimostrazioni, mostre, esibizioni artistiche, laboratori didattici per gli studenti (a partire dalle scuole elementari) per garantire una panoramica completa e aggiornata sulla ricerca, sulla produzione, sulle applicazioni della robotica che, tenendo fede alla sua missione, si pone a servizio dell’uomo.

Fra i numerosi eventi, che vedono la partecipazione di alcuni tra i leader internazionali della robotica, si segnalano quelli dedicati all’arte e allo spettacolo (9 e 11 settembre); all’insegnamento dei chirurghi, i quali potranno utilizzare sistemi di simulazione per affinare la loro formazione (9 e 11 settembre); allo sport e al superamento delle disabilità (10 e 13 settembre); all’industria e alla quarta rivoluzione industriale che, grazie alla robotica, migliorerà la vita dei lavoratori liberandoli da incombenze pericolose, faticose, usuranti (11 settembre); al rapporto con l’etica e con la regolazione normativa (11 settembre); al miglioramento della logistica farmaceutica (11 settembre); alla cooperazione umanitaria e alla solidarietà, per contribuire a vincere le diseguaglianze (12 e 13 settembre). Una giornata, quella del 12 settembre, sarà dedicata agli investitori, per conoscere le opportunità che Pisa e la Toscana offrono per garantire lo sviluppo di un’eccellenza italiana leader a livello mondiale com’è la robotica. Il festival è ospitato in 12 location, scelte fra le più suggestive del centro storico di Pisa e che, in buona parte, coincidono con alcune sedi delle istituzioni che hanno contribuito a promuovere il festival, come organizzatori o co- promotori scientifici. Per affrontare le tematiche del festival, attraverso una vasta gamma di eventi, è altrettanto ricco il panel dei relatori: scienziati, intellettuali, artisti che presenteranno le sfide più entusiasmanti e presenteranno in anteprima alcuni dei progetti che avranno un alto impatto per migliorare la vita dell’uomo. In occasione della cerimonia inaugurale di mercoledì 7 settembre e dei due concerti in programma al Teatro Verdi di Pisa sabato 9 e martedì 12 settembre è prevista la presenza di robot sul palcoscenico per collaborare con gli artisti e con i direttori dell’orchestra.

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FACE, l’umanoide sociale sviluppato dal Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, in grado di percepire le emozioni dell'interlocutore e adattare il proprio comportamento, stabilendo un dialogo empatico come le persone (Fonte: Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa).

“Il festival nella formula proposta per questo suo primo anno – sottolinea Franco Mosca, presidente della fondazione Arpa, organizzatore e principale sostenitore, professore emerito dell’Università di Pisa e direttore del festival – appare come lo sviluppo di una manifestazione progettata anni addietro da Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna - e che sostanzialmente si materializza nel programma che sarà ospitato alla Stazione Leopolda , una delle tante sedi della manifestazione, a Pisa. Con la condivisione di tutte le componenti che nell’area Pisana si occupano di robotica è nata l’ampia, articolata e ambiziosa formula attuale. La priorità è stata la cura dell’aspetto scientifico del festival: è ragionevole ritenere che – aggiunge il prof. Franco Mosca –questo scopo sia stato raggiunto, nonostante le difficoltà incontrate nel costruire il budget minimo indispensabile. Superando paure, diffidenze e sospetti il festival mira a trasmettere un convincente messaggio positivo: la robotica si pone al servizio dell’umanità, capace di migliorare la vita delle persone affrancandole da tante incombenze, rendendo per loro praticabili ampi spazi per pensare, ideare, creare un nuovo mondo. ‘Robot’ significa dunque ‘servizio’, decisamente oltre rispetto alle già acquisite evidenze della straordinaria utilità della robotica in area sanitaria: per chirurgia, riabilitazione, handicap. Gli appuntamenti dedicati alla cooperazione umanitaria – conclude il prof. Franco Mosca – vogliono richiamare l’attenzione sulle enormi potenzialità che la tecnologia offre a sostegno delle aree sottosviluppate del pianeta”.

“Una tecnologia avanzata comprensibile ed 'amichevole'. È lunga la genesi dell’ideazione di questo Festival, che risale al 1992 – spiega Paolo Dario, coordinatore del comitato scientifico e direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna - quando organizzammo la prima mostra di robotica nell'aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, su una linea che nel corso dei decenni abbiamo sempre perseguito: essere alla frontiera dell’innovazione tecnologica, ma prestando sempre attenzione - o anticipando - la dimensione sociale ed etica della tecnologia stessa. Facevamo bene: sono in molti oggi a temere i robot non tanto come ‘nemici’ dell’uomo quanto piuttosto come ‘ladri’ di lavoro. Se questo rientra nel novero delle possibilità, io ritengo che una lettura non difensiva e contraria allo sviluppo della tecnologia (sempre difficile, se non impossibile) sia di gran lunga preferibile. Diventare costruttori - e non soltanto utilizzatori - di robot è per il nostro Paese una opportunità concreta per mantenere e persino aumentare i posti di lavoro. Noi i robot li sappiamo ideare, sviluppare e costruire in Italia, e di questo dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi. Abbiamo quindi pensato il nostro festival – continua Paolo Dario - come un’occasione per spiegare, mostrare, raccontare cos’è la robotica oggi, sfatandone timori ingiustificati senza con ciò alimentare miti trionfalistici. Semplicemente, dando a tutti i visitatori il modo di toccare con mano e di confrontarsi direttamente con i protagonisti di questa grande rivoluzione tecnologica, che dobbiamo sapere sfruttare a nostro vantaggio”.

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Mano robotica SoftHand sviluppata dal Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa e dall’IIT di Genova. Semplice e robusta, è stata progettata secondo gli stessi principi che governano il funzionamento della mano umana, è quindi in grado di afferrare e manipolare in modo “intelligente” quasi tutti gli oggetti di uso comune. (Fonte: Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa).

“L’idea del festival – commenta la direttrice del Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa, Arti Ahluwalia – è quella di mostrare l’orizzonte della ricerca in robotica oggi e cioè un mondo in cui gli automi possano concretamente migliorare la qualità della vita delle persone attraverso interazioni con l’essere umano, sia fisiche che emotive. Uno scenario che si fonda in modo essenziale sulla conoscenza di come funzionano il nostro corpo, la nostra mente e le nostre emozioni, per poter progettare sistemi, macchine, materiali e tecnologie robotiche bio-ispirate al servizio dell’essere umano, per esempio nuovi dispositivi biomedicali, o robot in grado di muoversi in modo naturale e sicuro, per l’assistenza di pazienti o per lavorare accanto all’uomo. Una ricerca, quindi, che parte dallo studio dell’uomo e passa attraverso l’artificiale, per poi tornare all’uomo”.

“La robotica caratterizza Pisa in Italia e nel mondo –sottolinea il sindaco di Pisa Marco Filippeschi – come una delle realtà dove si è più sviluppata e, grazie ai tanti ricercatori che ogni giorno danno il loro contributo, la città è riconosciuta tra i leader a livello mondiale. Il Festival internazionale della robotica, alla sua prima edizione, presenta già una dimensione di vasto respiro, con approfondimenti sulle evoluzioni delle tecnologie e con il dibattito sulle implicazioni sociali ed economiche di una delle discipline più importanti per il presente e per il futuro. Il Comune di Pisa affianca e sostiene quello che si candida a diventare un altro grande festival che caratterizzerà Pisa. In pochi anni gli eventi ricorrenti della città si sono moltiplicati e questo costituisce un segno di vitalità e di collaborazione fra le diverse istituzioni”.

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Robot per l’assistenza personale, sviluppato nell’ambito del progetto “Robot-Era”, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. È uno dei tre robot in grado di interagire con le persone in ambiente domestico e anche fuori casa, garantendo maggiore autonomia e qualità di vita per le persone fragili. (Fonte: Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna).

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Sistema esoscheletrico “Body Extender” realizzato dal Laboratorio di Robotica Percettiva dell'Istituto TeCIP -Tecnologie della Comunicazione, Informazione e Percezione della Scuola Superiore Sant'Anna (Foto di Enzo Cei, property of ARPA ONLUS).

Il dottorato di Filologia, Letteratura, Linguistica dell'Università di Pisa è stato selezionato come vincitore di una delle cinque borse di studio a sostegno di progetti di ricerca in materie umanistiche messe in palio dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus. La borsa, che ha un importo di 70 mila euro distribuiti in un triennio accademico, avrà come tema di ricerca "La rappresentazione delle relazioni economiche nella letteratura romanzesca europea dagli inizi del XIX agli inizi del XXI secolo", con l'obiettivo di contribuire alla comprensione delle relazioni che gli individui e le società intrattengono con il denaro, il commercio e la finanza.
Il progetto proposto dal corso di dottorato pisano, che è coordinato dal professor Gianni Iotti, ordinario di Letteratura francese, è stato scelto tra i 53 presentati da 25 università, insieme a quelli degli Atenei della Basilicata, di Camerino, di Padova e di Roma Tor Vergata. Tutela del patrimonio architettonico-culturale, legame con il territorio e multidisciplinarietà sono le caratteristiche dei corsi selezionati dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, che per la prima volta ha deliberato l'erogazione delle cinque borse di studio in occasione del decimo anno di attività.
Per l'Università di Pisa si tratta di un risultato di particolare importanza, che permetterà di disporre di una borsa aggiuntiva rispetto a quelle interne già a disposizione del dottorato.
Secondo il Regolamento vigente, l’assegnazione della borsa avverrà tramite concorso riservato a candidati in grado di dimostrare il possesso, oltre che dei requisiti di legge, di un indice ISEE 2017 inferiore a 25 mila euro, di una votazione di 110 e lode e con non più di un anno di iscrizione fuori corso alla laurea magistrale/specialistica o al diploma di laurea vecchio ordinamento o a titolo straniero idoneo; infine, di non aver mai goduto di altra borsa di studio o altra forma di sussidio, né di esserne prossimo assegnatario. Per maggiori informazioni, si può consultare il bando all'indirizzo: www.unipi.it/concorsodottorato.
A commento del risultato ottenuto, il professor Iotti ha dichiarato: "Prima di tutto vorrei ringraziare la Fondazione Intesa Sanpaolo per la sua generosa iniziativa che fornirà ad alcuni giovani meritevoli e bisognosi l’opportunità di intraprendere una ricerca di largo respiro la quale avrà sicuramente ricadute di grande interesse per tutta la comunità scientifica. Anche perché, fra gli obiettivi del progetto presentato dal nostro Dottorato, è previsto l’allestimento di una banca dati che permetterà la pubblica consultabilità dei risultati anche dopo il completamento del percorso di dottorato".
"In secondo luogo - ha continuato il coordinatore del corso di dottorato - terrei a esprimere il mio compiacimento per il fatto che la selezione della Fondazione, insieme ad altri progetti di ricerca nel campo umanistico, ha premiato un progetto di impostazione linguistica e letteraria, cosa niente affatto scontata nel contesto attuale caratterizzato da una certa marginalità delle discipline filologiche. La ricerca, infatti, avrà come oggetto la rappresentazione delle relazioni economiche e della loro influenza sui sentimenti e sui rapporti umani all’interno della produzione romanzesca europea degli ultimi due secoli e, come tale, potrà fornire un utile contributo alla definizione del legame tra letteratura e realtà, legame troppo spesso trascurato o distorto dalle semplificazioni dettate dagli imperativi culturali più diffusi".

Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi, farsi piccoli o sollevare la zampa anteriore: sono questi alcuni dei segnali calmanti che i cani domestici si scambiano fra loro per inibire eventuali comportamenti aggressivi. Ad individuarli in modo specifico attraverso uno studio sperimentale pubblicato sul “Journal of Veterinary Behavior” è stato un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa composto da Chiara Mariti, Caterina Falaschi, Marcella Zilocchi, Claudio Sighieri, Asahi Ogi e Angelo Gazzano.
“Alla fine degli anni ’80 una dog trainer norvegese, Turid Rugaas, ha descritto come segnali calmanti alcuni comportamenti emessi dai cani domestici, in base ad osservazioni da lei effettuate sul campo – spiega Chiara Mariti – ma la nostra ricerca è la prima che studia questi comportamenti secondo una metodologia scientifico-sperimentale per valutarne la funzione comunicativa e calmante”.
La sperimentazione ha coinvolto 24 cani, 12 femmine e 12 maschi, di cui sono stati analizzati i comportamenti durante l’interazione con altri esemplari, cani conosciuti e sconosciuti di entrambe i sessi. In totale i ricercatori hanno osservato 2.130 segnali calmanti, la maggior parte dei quali emessi durante gli incontri fra cani sconosciuti. Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi ed allontanarsi sono risultati i comportamenti più frequenti quando i cani non si conoscevano, mentre leccare la bocca dell’altro si verificava soprattutto con cani conosciuti. In generale, nessuno dei 109 comportamenti aggressivi osservati dai ricercatori è stato preceduto dall’emissione di segnali calmanti e anche nel caso di interazioni ostili l’emissione di segnali calmanti ha quasi sempre portato quasi sempre ad una riduzione dell’aggressività.
“E’ poco frequente che, nel mondo cinofilo, si ricorra al metodo scientifico - sottolinea Chiara Mariti - in questo caso invece, abbiamo testato scientificamente un’ipotesi basata su osservazioni ed aneddoti, il che rappresenta una novità da ripetere al fine di rendere attendibili le teorie su cui ci basiamo per interpretare il comportamento del cane, con tutte le conseguenze pratiche che ne derivano, sia per i proprietari dei cani sia per tutti i professionisti lavorano con i cani”.

Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi, farsi piccoli o sollevare la zampa anteriore: sono questi alcuni dei segnali calmanti che i cani domestici si scambiano fra loro per inibire eventuali comportamenti aggressivi. Ad individuarli in modo specifico attraverso uno studio sperimentale pubblicato sul “Journal of Veterinary Behavior” è stato un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienze veterinarie dell’Università di Pisa composto da Chiara Mariti, Caterina Falaschi, Marcella Zilocchi, Claudio Sighieri, Asahi Ogi e Angelo Gazzano.

“Alla fine degli anni ’80 una dog trainer norvegese, Turid Rugaas, ha descritto come segnali calmanti alcuni comportamenti emessi dai cani domestici, in base ad osservazioni da lei effettuate sul campo – spiega Chiara Mariti – ma la nostra ricerca è la prima che studia questi comportamenti secondo una metodologia scientifico-sperimentale per valutarne la funzione comunicativa e calmante”.

La sperimentazione (foto) ha coinvolto 24 cani, 12 femmine e 12 maschi, di cui sono stati analizzati i comportamenti durante l’interazione con altri esemplari, cani conosciuti e sconosciuti di entrambe i sessi. In totale i ricercatori hanno osservato 2.130 segnali calmanti, la maggior parte dei quali emessi durante gli incontri fra cani sconosciuti. Girare la testa, leccarsi il naso, immobilizzarsi ed allontanarsi sono risultati i comportamenti più frequenti quando i cani non si conoscevano, mentre leccare la bocca dell’altro si verificava soprattutto con cani conosciuti. In generale, nessuno dei 109 comportamenti aggressivi osservati dai ricercatori è stato preceduto dall’emissione di segnali calmanti e anche nel caso di interazioni ostili l’emissione di segnali calmanti ha quasi sempre portato quasi sempre ad una riduzione dell’aggressività.

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“E’ poco frequente che, nel mondo cinofilo, si ricorra al metodo scientifico - sottolinea Chiara Mariti - in questo caso invece, abbiamo testato scientificamente un’ipotesi basata su osservazioni ed aneddoti, il che rappresenta una novità da ripetere al fine di rendere attendibili le teorie su cui ci basiamo per interpretare il comportamento del cane, con tutte le conseguenze pratiche che ne derivano, sia per i proprietari dei cani sia per tutti i professionisti lavorano con i cani”.

mario giorgiIl professor Mario Giorgi, docente di Farmacologia e tossicologia veterinaria all’Università di Pisa, è stato invitato dalla Amol University in Iran a tenere una lezione all’interno della USERN Summer School in “Modern Technologies in Science", in programma dal 5 al 7 settembre.

Il requisito per insegnare in questa scuola è essere nell'1% dei migliori ricercatori mondiali e, come risulta dall'indice “InCites” dell’Agenzia Thomson Reuters il professor Giorgi risulta tra i primi nella sua disciplina per il numero di citazioni delle sue pubblicazioni.

Gli interessi di ricerca del professor Mario Giorgi vanno dal’innovazione nella terapia del dolore in medicina veterinaria ai nuovi protocolli terapeutici di agenti antiinfettivi in animali da produzione.

In Iran terrà una lezione dal titolo “Drug-Drug Interaction in Veterinary Medicine”.

Il dottorato di Filologia, Letteratura, Linguistica dell'Università di Pisa è stato selezionato come vincitore di una delle cinque borse di studio a sostegno di progetti di ricerca in materie umanistiche messe in palio dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus. La borsa, che ha un importo di 70 mila euro distribuiti in un triennio accademico, avrà come tema di ricerca "La rappresentazione delle relazioni economiche nella letteratura romanzesca europea dagli inizi del XIX agli inizi del XXI secolo", con l'obiettivo di contribuire alla comprensione delle relazioni che gli individui e le società intrattengono con il denaro, il commercio e la finanza.

Il progetto proposto dal corso di dottorato pisano, che è coordinato dal professor Gianni Iotti, ordinario di Letteratura francese, è stato scelto tra i 53 presentati da 25 università, insieme a quelli degli Atenei della Basilicata, di Camerino, di Padova e di Roma Tor Vergata. Tutela del patrimonio architettonico-culturale, legame con il territorio e multidisciplinarietà sono le caratteristiche dei corsi selezionati dalla Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, che per la prima volta ha deliberato l'erogazione delle cinque borse di studio in occasione del decimo anno di attività.

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Per l'Università di Pisa si tratta di un risultato di particolare importanza, che permetterà di disporre di una borsa aggiuntiva rispetto a quelle interne già a disposizione del dottorato.

Secondo il Regolamento vigente, l’assegnazione della borsa avverrà tramite concorso riservato a candidati in grado di dimostrare il possesso, oltre che dei requisiti di legge, di un indice ISEE 2017 inferiore a 25 mila euro, di una votazione di 110 e lode e con non più di un anno di iscrizione fuori corso alla laurea magistrale/specialistica o al diploma di laurea vecchio ordinamento o a titolo straniero idoneo; infine, di non aver mai goduto di altra borsa di studio o altra forma di sussidio, né di esserne prossimo assegnatario. Per maggiori informazioni, si può consultare il bando all'indirizzo: www.unipi.it/concorsodottorato.

A commento del risultato ottenuto, il professor Iotti ha dichiarato: "Prima di tutto vorrei ringraziare la Fondazione Intesa Sanpaolo per la sua generosa iniziativa che fornirà ad alcuni giovani meritevoli e bisognosi l’opportunità di intraprendere una ricerca di largo respiro la quale avrà sicuramente ricadute di grande interesse per tutta la comunità scientifica. Anche perché, fra gli obiettivi del progetto presentato dal nostro Dottorato, è previsto l’allestimento di una banca dati che permetterà la pubblica consultabilità dei risultati anche dopo il completamento del percorso di dottorato".
"In secondo luogo - ha continuato il coordinatore del corso di dottorato - terrei a esprimere il mio compiacimento per il fatto che la selezione della Fondazione, insieme ad altri progetti di ricerca nel campo umanistico, ha premiato un progetto di impostazione linguistica e letteraria, cosa niente affatto scontata nel contesto attuale caratterizzato da una certa marginalità delle discipline filologiche. La ricerca, infatti, avrà come oggetto la rappresentazione delle relazioni economiche e della loro influenza sui sentimenti e sui rapporti umani all’interno della produzione romanzesca europea degli ultimi due secoli e, come tale, potrà fornire un utile contributo alla definizione del legame tra letteratura e realtà, legame troppo spesso trascurato o distorto dalle semplificazioni dettate dagli imperativi culturali più diffusi".
"Infine - ha concluso - mi sia permesso esprimere soddisfazione per il risultato ottenuto dal Dottorato in Filologia, Letteratura, Linguistica che coordino. Un risultato che premia l’impegno di tutti i membri del Collegio dei docenti e che si inserisce con coerenza nel percorso di innovazione e di apertura intrapreso dal Dottorato stesso. Percorso che, nella recente procedura di accreditamento dei dottorati dell’ANVUR, ci ha permesso di ottenere la qualifica di « dottorato innovativo internazionale ». E ciò, tra l’altro, grazie all’inclusione nell’organico di molti docenti stranieri in servizio presso prestigiose università europee ed americane il cui apporto sarà essenziale nella prospettiva sempre più trans-nazionale dell’alta formazione scientifica".

Sesto posto per la Squadra Corse dell'Università di Pisa che dal 19 al 23 luglio ha disputato la tappa italiana della competizione internazionale Formula Student all’autodromo di Varano de’ Melegari in provincia di Parma. I team partecipanti alla gara erano oltre 50, provenienti da tutta Europa, Italia e Germania in primis, e da molti paesi extra-europei. Un risultato dunque ottimo anche guardando ai soli atenei italiani, dove la quadra corse pisana si è classificata al terzo posto, alle spalle del Politecnico di Milano e dell'Università di Bologna.
La competizione Formula Student, che fa capo alla SAE (Society of Automotive Engineers), prevede poi la valutazione del progetto, dei costi e la presentazione di un business plan della vettura, prova in cui il team dell’Ateneo ha ottenuto l’ottavo posto assoluto, oltre a quattro prove in pista, dove la vettura si è distinta egregiamente, ottenendo il quarto posto nella prova di accelerazione.
Grande soddisfazione quindi per gli oltre 70 studenti dalla squadra corse che quest’anno festeggia anche il suo decennale e per tutto l'ateneo pisano che, dopo il primo posto del 2015 negli eventi statici (progetto, costi e business plan), torna a brillare a livello internazionale, stavolta anche nella gara su pista.
Kerub X, la vettura dell’ateneo presentata lo scorso 14 luglio in Piazza dei Miracoli, è stata interamente progettata e assemblata dagli studenti dell’ateneo pisano. Grazie al motore Honda CBR 4 cilindri, opportunamente elaborato e gestito elettronicamente, a sospensioni doulbe wishbone tipo Formula 1 e agli alettoni sia all’anteriore che al posteriore, è in grado di accelerare da 0 a 100km/h in meno di 4s e a raggiungere accelerazioni laterali in curva di quasi 2g.

Sesto posto per la Squadra Corse dell'Università di Pisa che dal 19 al 23 luglio ha disputato la tappa italiana della competizione internazionale Formula Student all’autodromo di Varano de’ Melegari in provincia di Parma. I team partecipanti alla gara erano oltre 50, provenienti da tutta Europa, Italia e Germania in primis, e da molti paesi extra-europei. Un risultato dunque ottimo anche guardando ai soli atenei italiani, dove la quadra corse pisana si è classificata al terzo posto, alle spalle del Politecnico di Milano e dell'Università di Bologna.

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La competizione Formula Student, che fa capo alla SAE (Society of Automotive Engineers), prevede poi la valutazione del progetto, dei costi e la presentazione di un business plan della vettura, prova in cui il team dell’Ateneo ha ottenuto l’ottavo posto assoluto, oltre a quattro prove in pista, dove la vettura si è distinta egregiamente, ottenendo il quarto posto nella prova di accelerazione.

Grande soddisfazione quindi per gli oltre 70 studenti dalla squadra corse che quest’anno festeggia anche il suo decennale e per tutto l'ateneo pisano che, dopo il primo posto del 2015 negli eventi statici (progetto, costi e business plan), torna a brillare a livello internazionale, stavolta anche nella gara su pista.

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Kerub X, la vettura dell’ateneo presentata lo scorso 14 luglio in Piazza dei Miracoli, è stata interamente progettata e assemblata dagli studenti dell’ateneo pisano. Grazie al motore Honda CBR 4 cilindri, opportunamente elaborato e gestito elettronicamente, a sospensioni doulbe wishbone tipo Formula 1 e agli alettoni sia all’anteriore che al posteriore, è in grado di accelerare da 0 a 100km/h in meno di 4s e a raggiungere accelerazioni laterali in curva di quasi 2g.

Foto: l’e-team dell’Università di Pisa a Varano de' Melegari

Sabato 29 Luglio alle 21:45, ad Argini e Margini (Lungarno Galilei, Scalo Renaioli), Massimo Valentini in concerto con Jumble Music.

L'evento, a ingresso gratuito, è organizzato dall' Associazione Isola del Jazz, con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite.

Sul palco:
Massimo Valentini – Soprano and Baritone saxophones, voice
Andrés Langer Eduardo – Piano
Paolo Sorci – Electric, Classic and Acustic Guitars
Lorenzo De Angeli – Fretless Bass
Luca Luzi – Drums

Jumble Music

"Jumble (Guazzabuglio) nasce dall'ispirazione che ho interiorizzato nei luoghi in cui ho vissuto e suonato, luoghi e atmosfere in cui i suoni ed i ritmi del Sud America si fondono con quelli dell!Est Europa creando un autentico Jumble. Quando amici e colleghi mi chiedono quale genere di musica compongo e suono, ho difficoltà nel rispondere. Con questo disco finalmente do un nome alla mia Musica. Ciò che suono e scrivo non è solo Musica Jazz, Latin, Balcanica, Fusion, Word Music... Jumble è immergersi in suoni lontani tra loro geograficamente e culturalmente. Jumble mescola i vari stili e le varie epoche, Jumble vuol dire, ad esempio, mescolare la Musica del folklore Argentino a uno stile del periodo Barocco e perchè no, suonandola con una chitarra Manouche. Eleganza e Rozzezza, Precisione e Confusione, Pazzia e Razionalità, Dolcezza e sfrenata Passione, questa è la “Jumble Music”, la mia essenza, il mio mondo, il mio modo di vivere."
Massimo Valentini

Info

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Isola del Jazz

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