Oro mondiale nel fioretto a squadre per Martina Batini
Un nuovo trionfo per la campionessa pisana Martina Batini, che ai mondiali di scherma in corso a Lipsia ha vinto la gara di fioretto a squadre, insieme alle colleghe Arianna Errigo, Camilla Mancini e Alice Volpi (anche lei toscana, di Siena). Dopo aver battuto Giappone e Germania, in finale le quattro fiorettiste italiane si sono imposte facilmente sugli Stati Uniti, sconfitti per 45 stoccate a 25.
Per Martina Batini è il terzo oro mondiale nel fioretto a squadre dopo quelli di Kazan nel 2014 e di Mosca nel 2015. Una mente brillante quella di Martina, che ha saputo coniugare lo sport ad altissimi livelli con l'università: a fine 2014, infatti, si è laureata in Ingegneria gestionale all'Università di Pisa, discutendo una tesi sullo sviluppo di un modello ingegneristico per la progettazione e la creazione di un'impresa.
Massimo Valentini Jumble Music
Sabato 29 Luglio alle 21:45, ad Argini e Margini (Lungarno Galilei, Scalo Renaioli), Massimo Valentini in concerto con Jumble Music.
L'evento, a ingresso gratuito, è organizzato dall' Associazione Isola del Jazz, con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite.
Sul palco:
Massimo Valentini – Soprano and Baritone saxophones, voice
Andrés Langer Eduardo – Piano
Paolo Sorci – Electric, Classic and Acustic Guitars
Lorenzo De Angeli – Fretless Bass
Luca Luzi – Drums
Jumble Music
"Jumble (Guazzabuglio) nasce dall'ispirazione che ho interiorizzato nei luoghi in cui ho vissuto e suonato, luoghi e atmosfere in cui i suoni ed i ritmi del Sud America si fondono con quelli dell!Est Europa creando un autentico Jumble. Quando amici e colleghi mi chiedono quale genere di musica compongo e suono, ho difficoltà nel rispondere. Con questo disco finalmente do un nome alla mia Musica. Ciò che suono e scrivo non è solo Musica Jazz, Latin, Balcanica, Fusion, Word Music... Jumble è immergersi in suoni lontani tra loro geograficamente e culturalmente. Jumble mescola i vari stili e le varie epoche, Jumble vuol dire, ad esempio, mescolare la Musica del folklore Argentino a uno stile del periodo Barocco e perchè no, suonandola con una chitarra Manouche. Eleganza e Rozzezza, Precisione e Confusione, Pazzia e Razionalità, Dolcezza e sfrenata Passione, questa è la “Jumble Music”, la mia essenza, il mio mondo, il mio modo di vivere."
Massimo Valentini
Info
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Isola del Jazz
Graduatorie finali e istruzioni per l'iscrizione ai corsi di specializzazione per il sostegno
Scoperto il meccanismo per incrementare l’assorbimento di fosforo nelle piante
Combattere le carestie e aumentare la produzione di cibo a livello mondiale, in particolare nei paesi africani. Un aiuto in questo senso arriva dalla ricerca: un team internazionale, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti (a destra nella foto) dell’Università di Pisa e dal professore Iver Jakobsen dell’Università di Copenhagen, ha scoperto il meccanismo attraverso il quale alcuni batteri benefici associati alle radici delle piante possono incrementare la crescita e l’assorbimento di fosforo già presente nel suolo. La ricerca, che ha riguardato in particolare le piante di mais, è stata appena pubblicata sulla rivista “Scientific Reports” del gruppo editoriale "Nature".
“Le piante sono affamate di fosforo, lo richiedono in grandi quantità per una crescita ottimale - spiega la dottoressa Monica Agnolucci del team pisano (a sinistra nella foto) - infatti il fosforo è un componente strutturale di biomolecole coinvolte in processi metabolici chiave, come la fotosintesi, la sintesi di DNA, RNA e fosfolipidi, la respirazione e il trasferimento di energia”.
“I risultati di questo studio dimostrano che alcuni dei microrganismi associati alle radici rappresentano una strategia vincente per lo sfruttamento e la mobilizzazione del fosforo presente nel suolo” ha sottolineato Manuela Giovannetti, leader del gruppo dell’Ateneo pisano, “basti pensare che l’uso di fertilizzanti a base di fosforo è aumentato da 5 a 20 milioni di tonnellate dal 1961 al 2013 e che le riserve nel mondo si stanno esaurendo mentre la produzione di cibo, non solo in Italia, ma in tutta Europa, dipende totalmente dalle importazioni dai principali paesi produttori che sono Marocco, Cina e USA”.
I ricercatori pisani hanno condotto gli esperimenti nei laboratori dell’Università di Copenhagen, attrezzati con strumenti molto sofisticati che, attraverso l’uso del fosforo radioattivo, hanno permesso di seguire la dinamica di assorbimento di questo elemento da parte delle radici delle piante.
“Questo studio è anche l’inizio di una proficua collaborazione scientifica sul tema dei biofertilizzanti e biostimolanti - conclude Manuela Giovannetti - i nostri colleghi danesi sono entusiasti dei risultati ottenuti con i nostri i ceppi batterici e stiamo progettando nuove ricerche finalizzate a utilizzarli non solo per la crescita e la nutrizione delle piante ma anche per la produzione di alimenti vegetali ad alto valore salutistico”.
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Nel disegno a sinistra una rappresentazione dell'associazione benefica fra batteri e radici
Ne hanno parlato:
Il Tirreno
Il Tirreno Pontedera Empoli
Il Corriere del Ticino
Firenze Repubblica.it
Askanews
Adnkronos
Ansa
Meteoweb.it
Controradio
GoNews.it
PisaInformaFlash
Un aiuto per aumentare la produzione di cibo a livello mondiale: scoperto il meccanismo per incrementare l’assorbimento di fosforo nelle piante
Combattere le carestie e aumentare la produzione di cibo a livello mondiale, in particolare nei paesi africani. Un aiuto in questo senso arriva dalla ricerca: un team internazionale, coordinato dalla professoressa Manuela Giovannetti dell’Università di Pisa e dal professore Iver Jakobsen dell’Università di Copenhagen, ha scoperto il meccanismo attraverso il quale alcuni batteri benefici associati alle radici delle piante possono incrementare la crescita e l’assorbimento di fosforo già presente nel suolo. La ricerca, che ha riguardato in particolare le piante di mais, è stata appena pubblicata sulla rivista “Scientific Reports” del gruppo editoriale "Nature".
“Le piante sono affamate di fosforo, lo richiedono in grandi quantità per una crescita ottimale - spiega la dottoressa Monica Agnolucci del team pisano - infatti il fosforo è un componente strutturale di biomolecole coinvolte in processi metabolici chiave, come la fotosintesi, la sintesi di DNA, RNA e fosfolipidi, la respirazione e il trasferimento di energia”.
“I risultati di questo studio dimostrano che alcuni dei microrganismi associati alle radici rappresentano una strategia vincente per lo sfruttamento e la mobilizzazione del fosforo presente nel suolo” ha sottolineato Manuela Giovannetti, leader del gruppo dell’Ateneo pisano, “basti pensare che l’uso di fertilizzanti a base di fosforo è aumentato da 5 a 20 milioni di tonnellate dal 1961 al 2013 e che le riserve nel mondo si stanno esaurendo mentre la produzione di cibo, non solo in Italia, ma in tutta Europa, dipende totalmente dalle importazioni dai principali paesi produttori che sono Marocco, Cina e USA”.
I ricercatori pisani hanno condotto gli esperimenti nei laboratori dell’Università di Copenhagen, attrezzati con strumenti molto sofisticati che, attraverso l’uso del fosforo radioattivo, hanno permesso di seguire la dinamica di assorbimento di questo elemento da parte delle radici delle piante.
“Questo studio è anche l’inizio di una proficua collaborazione scientifica sul tema dei biofertilizzanti e biostimolanti - conclude Manuela Giovannetti - i nostri colleghi danesi sono entusiasti dei risultati ottenuti con i nostri i ceppi batterici e stiamo progettando nuove ricerche finalizzate a utilizzarli non solo per la crescita e la nutrizione delle piante ma anche per la produzione di alimenti vegetali ad alto valore salutistico”.
La Saint Gobain si colora con il grande murale di Gaia
Al via i lavori per la realizzazione di “Re-Nasci” di Gaia, la prima delle opere murarie che saranno realizzate nell’ambito del "Welcome to Pisa Festival", alla sua prima edizione. A ospitare il murale dell’artista statunitense sarà la parete esterna dello storico stabilimento di Porta a Mare di Saint-Gobain Glass, creato nel lontano 1889. Con questa iniziativa si rinnova e si consolida il legame tra Saint-Gobain e la città di Pisa. Città che ha ospitato il primo insediamento industriale del Gruppo in Italia e che tutt’oggi è sede di un sito produttivo strategico, una vera eccellenza tecnologica in Europa nella produzione di vetro per edilizia ad alte prestazioni.
Il Comune di Pisa ha ideato e promosso il festival Welcome to Pisa. "Non stiamo parlando soltanto di una grande opera d’arte - sottolinea l’assessore alla Cultura Andrea Ferrante - Parliamo di un’idea stessa di città e di comunità, di cultura e di politica nel senso più alto. Protagonismo dei cittadini e dei giovani; collaborazione fra Comune, Università, imprese e associazionismo; internazionalità, creazione di spazi di espressione e di socialità; rigenerazione e riscoperta dell'identità dei quartieri. Un’iniezione di valori e di positiva tensione al futuro, testimoniata dall’entusiasmo e dall’orgoglio di chi si sta dedicando a questo progetto. Vogliamo ringraziare tutti i suoi sostenitori, a partire da Saint-Gobain che con questo intervento rafforza il legame indissolubile con la città e la sua storia".
Gianni Scotti, Presidente e AD di Saint-Gobain Delegazione Mediterranea, ha dichiarato: "Siamo orgogliosi di partecipare a un progetto artistico che rende la città ancora più bella e attrattiva per i già numerosissimi turisti che ogni anno la visitano, ma anche di regalare ai pisani opere d’arte che presto diventeranno parte integrante del landscape cittadino. In particolare plaudo alla scelta dell’assessore Ferrante che ha voluto vivacizzare il tessuto culturale di Pisa con un’iniziativa di straordinaria contemporaneità. Questo progetto di riqualificazione urbana, infatti, crea infatti una bella sinergia tra le espressioni artistiche più all’avanguardia e gli edifici industriali della città che, negli anni, hanno contribuito a definirne l’identità. Per questo motivo abbiamo volentieri accettato di essere anche noi protagonisti del progetto, offrendo il nostro supporto e ‘la tela/muro’ su cui l’artista americano Gaia creerà la sua opera. Mi piace l’idea che chi arriva dal centro della città possa ricevere da noi di Saint-Gobain una sorta di benvenuto, a testimoniare che la città e il nostro stabilimento sono davvero uniti da una storia che si evolve in piena sintonia".
Soddisfatto il curatore della rassegna Gian Guido Maria Grassi, che vede compiersi il primo importante passo verso la trasformazione del quartiere di Porta a Mare in un distretto di arte contemporanea dal respiro internazionale. "Gaia è un artista americano che, nei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, studia la storia del luogo e della comunità che si trova a ospitarlo e, al termine della sua visita, lascia un’immagine narrativa sintetica in grado di raccoglierne l’essenza - spiega Grassi -. Negli oltre 500 metri quadrati della superficie del sito produttivo di Saint-Gobain, tra i più grandi lavori murali mai realizzati in Italia, l’artista racconterà la storia dell’azienda, evidenziando come questa si sia intrecciata con quella di Porta a Mare e affrontando, in omaggio all’articolo 1 della nostra Costituzione, il tema del lavoro, fattore che nobilita l’uomo (appunto 'nasci'), e il 'rinascimento' sociale e culturale a cui il festival aspira attraverso la realizzazione di opere d’arte contemporanea permanenti: per dirla con il poeta polacco Cyprian Norwid ‘la bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere’".
Esprime soddisfazione anche l’Università di Pisa, come dichiarato dalla delegata alla Comunicazione e alla diffusione della cultura, Alessandra Lischi: "Siamo contenti di essere parte del progetto e di dare ai nostri studenti la possibilità di effettuare tirocini presso il Festival, oltre che di incontrare gli artisti coinvolti. Welcome to Pisa è uno degli esempi di come Università e città possono lavorare assieme".
Saint-Gobain, il vetro, i dipendenti della fabbrica ed i personaggi che hanno segnato la storia del quartiere di Porta a Mare sullo sfondo del dolce paesaggio collinare toscano, tema prediletto dell’iconografia rinascimentale: sono questi i soggetti che saranno affrontati da Gaia all’interno della sua opera, che intende essere un vero e proprio omaggio all’Azienda, ai lavoratori e alla città da parte dell’artista. "Nasci, una parola latina che è la radice sia di nazione che di rinascimento, è una riflessione sulla storia del lavoro in Italia e, per estensione dei secoli, nel mondo - racconta Gaia - Poiché l’automazione diventa una realtà sempre più spaventosa e apparentemente in diretto conflitto con la Costituzione italiana, come cambierà il rapporto dell’umanità con il lavoro e la produttività? E sarà ancora garantito il lavoro a coloro che vivono in società che tradizionalmente lo acquisivano come per diritto di cittadinanza o nascita? Questi dilemmi sono presentati nell’allegorico stile del primo rinascimento e dalla bucolica pittura del paesaggio. Considerando che il muro è parte dalla storica fabbrica di Saint-Gobain Glass, il prefisso ‘Re-‘ è impiegato come quadro primario concettuale, al fine di incorporarne la storia e il futuro all’interno dell’opera". Quest’ultima sarà conclusa e diventerà visibile nei primi giorni di agosto.
Per maggiori informazioni e per aggiornamenti, visitare la pagina Facebook ufficiale della rassegna: stART - Welcome to Pisa.
Foto di Gerardo Teta.
Medicina Veterinaria a.a. 2024/2025
Il bando di ammissione ad anni successivi al primo per la riassegnazione di eventuali posti vacanti a.a. 2025/2026 per il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina Veterinaria sarà pubblicato a partire da fine giugno 2025.
Sotto sono consultabili il bando e i dettagli relativi alla selezione dell'a.a. 2024/2025.
Chi può fare domanda
Per presentare la domanda di iscrizione lo studente deve essere in possesso di uno dei seguenti requisiti:
- studenti iscritti nell’a.a. precedente allo stesso corso di laurea in altro ateneo italiano che richiedano il trasferimento di ateneo;
- studenti iscritti nell’a.a. precedente ad un corso di laurea diverso dell’Università di Pisa che richiedano il passaggio di corso;
- studenti iscritti nell’a.a. precedente ad un corso di laurea diverso ad altro ateneo italiano o estero che richiedano il trasferimento di ateneo;
- studenti laureati in altro ateneo italiano o estero, che intendano chiedere l’iscrizione con abbreviazione di corso;
- studenti iscritti allo stesso corso di ordinamenti precedenti al d.m. 270/04, che intendano passare al nuovo chiedendo una ricongiunzione.
Quando e dove presentare la richiesta
Apertura delle iscrizioni: dal 27 giugno 2024 all'11 luglio 2024.
A fini della presentazione della domanda di partecipazione al concorso, il candidato deve:
1. effettuare la registrazione e l'iscrizione al concorso di ammissione entro l'11 luglio 2024 al portale di ateneo Alice: www.studenti.unipi.it
Effettuare il log-in sul portale e scegliere dal menu a destra la voce “Segreterie” – “Iscrizione concorsi” e il relativo concorso di ammissione "SER - Medicina Veterinaria anni successivi al primo a.a. 2024/2025".
Al termine della procedura, il sistema rilascia una ricevuta di “avvenuta iscrizione al concorso”. Tale ricevuta, contraddistinta da un progressivo univoco, costituisce l’unico documento comprovante la corretta iscrizione al concorso: in caso di contestazione, è ammesso a partecipare solo il candidato in grado di esibirla.
2. caricare sul portale Alice, in fase di iscrizione al concorso, sempre entro la scadenza prevista:
a. Modulo di ammissione scaricabile dalla presente pagina
b. Certificato con il dettaglio delle attività formative sostenute, il relativo voto e il numero di crediti conseguiti (in caso di studenti iscritti); certificato di laurea con il dettaglio delle attività formative sostenute, il relativo voto e il numero di crediti conseguiti (in caso di studenti laureati)
c. un documento di riconoscimento in corso di validità.
Gli studenti iscritti o laureati in un'università straniera devono essere in possesso dei requisiti pubblicati alla pagina https://www.studiare-in-italia.it/studentistranieri/. Sono inoltre tenuti a produrre i seguenti documenti tradotti e legalizzati:
a. certificato degli esami sostenuti con relativi crediti ECTS, tradotto e legalizzato rilasciato dall'università straniera;
b. sistema di valutazione del sistema universitario dell'ateneo al quale lo studente è iscritto;
c. conversione in ECTS degli esami sostenuti, rilasciato dall'università di provenienza, nel caso in cui gli stessi non siano espressi in crediti;
d. programmi degli esami sostenuti.
Non saranno prese in considerazione domande presentate con modalità diverse rispetto a quelle sopra descritte.
Tassa concorsuale
La tassa concorsuale è di 60 euro.
La tassa di trova nella sezione tasse dal portale Alice una volta completata la procedura di iscrizione al concorso.
La tassa deve essere pagata entro l'11 luglio 2024.
ESITI
Per effettuare un passaggio di corso sarà necessario effettuare la richiesta dal portale Gepaco.
Per effettuare una immatricolazione per abbreviazione di carriera, è necessario collegarsi alla pagina personale del portale Alice. Dal menù è necessario selezionare "Scelta del corso/immatricolazione" e selezionare il corso di interesse. Alla fine della procedura compariranno: il FORIM (da stampare, firmare e ricaricare sul portale) e la tassa di iscrizione da pagare per completare l'immatricolazione.
Per effettuare un trasferimento, è necessario collegarsi alla pagina personale del portale Alice. Dal menù è necessario selezionare "Scelta del corso/immatricolazione", selezionare "immatricolazione pre trasferimento in ingresso" e selezionare il corso di interesse. Alla fine della procedura comparirà la tassa di iscrizione da pagare a meno che non si sia fatta richiesta di borsa di studio DSU. Una volta pagata la tassa di iscrizione è necessario scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (in caso si sia invece fatta richiesta di borsa di studio DSU, allegare la ricevuta) per ricevere il nullaosta. Il nullaosta deve essere consegnato all'università di provenienza contestualmente alla domanda di trasferimento. Una volta che l'Università di Pisa riceverà il foglio di congedo dall'ateneo di provenienza, l'immatricolazione sarà perfezionata.
Informazioni a cura di:
Direzione Didattica, Studenti e Internazionalizzazione
Largo Bruno Pontecorvo n. 3 - Pisa
e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La tentazione dell'Altro
Stefano Brugnolo, professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica del nostro Ateneo, è autore del volume "La tentazione dell'Altro. Avventure dell'identità occidentale da Conrad a Coetzee" (Carocci, 2017). Il volume ricostruisce le trame che autori come Melville, Conrad, Stevenson, Malraux, Flaiano, Vargas Llosa, Coetzee e tanti altri hanno concepito per raccontarci la tentazione di essere altri-da-sé, il sogno impossibile di perdersi oltre il confine della cosiddetta civiltà, di sradicarsi dalle proprie origini e appartenenze.
Pubblichiamo di seguito una presentazione a firma dell'autore.
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Si tratta di una ricerca incentrata sul tema, profondamente radicato nella letteratura coloniale e post-coloniale otto-novecentesca, del going native. In altre parole, è un'indagine incentrata sulle trame di molti romanzi in cui un soggetto occidentale che oltrepassa un certo confine (culturale oltre che geografico) entra in contatto con ambienti e popolazioni ‘altri’ e lì si perde, cambia identità, si ammala, impazzisce, si converte, diventa uno di ‘loro’, ecc. Il caso più emblematico è quello del Kurtz di Cuore di tenebra, ma il panorama è significativamente più vasto e articolato. Per quanto si tratti di un tema pressoché popolare di esso allo stato attuale questo è finora l’unico studio di carattere generale e sistematico.
La tesi centrale del saggio è questa: che la nascita e il fiorire di questo tipo di topos nella letteratura di un certo giro di anni – quelli dell’affermazione definitiva dell’identità occidentale su scala planetaria – possa rivelarci qualcosa circa le mutazioni che avvenivano (e avvengono) invece dentro i confini della nostra civiltà. In altre parole ancora: prendendo in esame quelle trame coloniali si possono comprendere alcuni sommovimenti e mutamenti che stavano avvenendo a livello di identità occidentale (per esempio, le ‘possessioni’ coloniali prefigurano le novecentesche possessioni europee).
Per quanto il titolo del saggio possa a prima vista suggerire l’idea di una prospettiva che è tipica di quelli che attualmente vengono definiti post-colonial studies, l’assunto centrale mira a ribaltare quella prospettiva; quei critici infatti studiano la letteratura con tematica coloniale per denunciare una presunta (e a volte reale) complicità di alcuni grandi scrittori (Conrad, Kipling, Stevenson etc.) con l’ideologia imperialistica ed eurocentrica del loro tempo, mentre l’operazione che qui si tenta mira a dimostrare come quegli stessi autori, anche quando partivano da assunti filo-occidentali, hanno poi contraddetto felicemente quei loro assunti, scrivendo storie che in definitiva problematizzano qualsiasi pratica di discriminazione e dominio, da chiunque essa sia portata avanti.
Uno degli obiettivi di questo studio riguarda proprio la scuola (professori e studenti): esso infatti rivendica la ‘leggibilità’ di alcuni grandissimi testi e autori che hanno scontato negli scorsi decenni il pregiudizio di essere legati a doppio filo con un’ideologia coloniale che deve essere giustamente archiviata. Il tentativo è quello di provare a interpretare questi autori e a dire con dovizia di esempi come in realtà essi siano ‘per tutti e di tutti’, e che possano e debbano essere letti e studiati proprio in scuole e università sempre più multiculturali. E questo proprio perché ci dicono verità importanti sulle dinamiche di violenza e dominio, di integrazione o segregazione, di incontro o scontro con un’alterità che se è sicuramente fuori di noi – inscritta nella diversità degli altri popoli e culture – poi è anche sempre dentro di noi.
A grandi linee il libro funziona così: dopo una introduzione sul problema dell’Altro in letteratura, seguono i capitoli che prendono in esame le varianti principali del tema. Si va dai capostipiti del mio topos (Shakespeare e Defoe) ai vari classici otto e novecenteschi di tutte le letterature europee: Melville, Conrad, Kipling, Stevenson, Malraux, Céline, Gide, Loti, Mann, Zweig, Faulkner, Flaiano, Borges, Golding, Vargas Llosa, Naipaul, ecc. fino ai più recenti Coetzee e Houellebecq (il cui controverso Sottomissione è l’ultima, originale declinazione del tema, a dimostrazione della vitalità di esso). Non manca qualche incursione nella pittura (Gauguin), nella musica (Puccini), nel mondo del film (Coppola) e nell’antropologia (Lévi-Strauss). Il libro si pone certo l’obiettivo di essere quanto più possibile esaustivo e rigoroso, ma anche chiaro, comprensibile e di scorrevole lettura.
Stefano Brugnolo
“Cavalli allo specchio”
E’ il primo manuale italiano sull'addestramento dei cavalli che unisce approfondite conoscenze scientifiche e pratica. Si tratta di “Cavalli allo specchio” edito dalla Pisa University Press e di cui sono autori Paolo Baragli del dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa e Marco Pagliai, libero professionista, che si occupa di addestramento e recupero di cavalli problematici nella sua struttura di San Marcello Pistoiese.
“Il nostro obiettivo era di spiegare il funzionamento della mente dei cavalli per aiutare professionisti o semplici appassionati a comunicare, in maniera scientificamente corretta, con il proprio cavallo ed improntare l’addestramento sulle regole psicologiche dell'apprendimento animale” racconta Paolo Baragli.
L’idea di base del libro è che un efficace scambio comunicativo sia fondamentale per un buon addestramento e che non sia possibile ottenere risultati soddisfacenti senza conoscere i meccanismi etologici che stanno alla base del processo di apprendimento.
“Ai cavalli non servono persone infarcite di concetti teorici, se poi la pratica è fatta di approssimazione e ignoranza, ai cavalli servono persone che conoscano la loro mente e sappiano cosa fanno quando gli stanno vicino o gli salgono in groppa – sottolinea Paolo Baragli - per questo ho chiesto a Marco Pagliai di partecipare a questo progetto, serviva la sua conoscenza e la sua esperienza per tradurre in atti pratici ciò che troviamo scritto negli articoli scientifici”.
Il risultato è stata proprio la realizzazione di “Cavalli allo specchio”, un manuale dove i concetti teorici sul funzionamento della mente del cavallo e la loro applicazione pratica vanno di pari passo anche grazie ai video didattici che accompagnano il testo e che accessibili sul web con un codice che si trova nel libro.
Il sogno di una copia è quello di essere un originale?
Qual è il sogno di una copia se non quello di voler essere un originale? E' questa una delle domande da cui parte il volume "Il sogno di una copia. Del doppio, del dubbio, della malinconia" (Guerini scientifica) di Alfonso Maurizio Iacono, professore ordinario di Storia della filosofia al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. I capitoli che formano il libro ruotano attorno al tema della rappresentazione a partire da problemi, domande, dubbi, ambivalenze della nostra epoca.
Pubblichiamo di seguito uno stralcio dell'Introduzione al libro a firma dell'autore.
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Una copia può sostituirsi all’originale? Se copia e originale sono identici, è proprio l’assenza di una differenza fra loro che rende la copia falsa nello stesso momento in cui la verità che trova in se stessa è la medesima di quella dell’originale.
Ma una copia che si differenzia è vera nella misura in cui può rivendicare una propria autonomia anche se vincolata alla relazione con l’originale. Il sogno di una copia è sì quella di prendere il posto dell’originale ma trovando, nello stesso tempo, la propria differenza e la propria autonomia. Da Solaris a Blade Runner, a The Island le copie soffrono e lottano in modo diverso per uscire da ciò che a Platone appariva come il peggiore degli incubi: la confusione falsificante tra copia e originale. [...]
L’incubo di Platone della copia che prende il posto dell’originale oggi si realizza soltanto nella produzione in serie delle merci dello stesso tipo, cioè in quel detersivo che deve essere identico a quello che gli sta a fianco nello scaffale del supermercato e ai milioni di copie che hanno lo stesso peso, la stessa forma, le stesse immagini e lo stesso prezzo. Come nella notte in cui tutte le vacche sono nere, qui non essendoci differenza non vi è conoscenza. Per tutto il resto emerge lo scarto che segna la differenza tra l’imitazione e l’originale. I bambini non copiano gli adulti, li imitano e così facendo agiscono creativamente.
Ma poi, diventati adulti, lo scarto e il senso di perdita prenderanno il sopravvento e allora la malinconia si accompagnerà alla coscienza di una lacerazione che non si può più ricomporre. Ma come aveva ricordato Immanuel Kant il mondo è pieno di tutori disposti a farci restare bambini anche e soprattutto quando non lo siamo più e quel famoso fanciullo che è in noi può venire fuori soltanto dopo che la scissione e la riflessione si sono compiute. [...]
Il sogno di una copia che vuole sostituirsi all’originale deve accompagnarsi alla coscienza dello scarto che si produce e che segnala la sua diversità. Il bambino che gioca a cavallo di un manico di scopa sa che quello è un bastone di legno e non un cavallo. Sta imitando il cavaliere e facendolo attiva la sua creatività. Non lo sta copiando. I bambini che giocano trasformando foglie e conchiglie in barche imitano, non copiano. Il sogno di una copia è di non essere più copia ma non annullandosi nell’originale, bensì segnando uno scarto e divenendo un’imitazione, cioè qualcosa di simile e di diverso, come un figlio rispetto al padre.
Alfonso Maurizio Iacono