Geoscienze: appuntamento a Pisa per gli scienziati italiani
Appuntamento a Pisa per geologi e studiosi di Scienze della Terra provenienti da tutta Italia. Dal al 3 al 6 settembre al Polo Piagge dell’Università di Pisa (Via Giacomo Matteotti, 11) si svolge “Geoscienze: uno strumento in un mondo in trasformazione”, il congresso congiunto della Società Italiana di Mineralogia e Petrografia, Società Geologica Italiana, Associazione Italiana di Vulcanologia e Società Geochimica italiana.
“Si tratta della più importante riunione scientifica delle Geoscienze prevista nel 2017, che vede riunite tutte le più importanti società scientifiche presenti in Italia con il coinvolgimento di gran parte dei ricercatori delle università e degli enti di ricerca”, spiega il professore Michele Marroni dell’Ateneo pisano che presiede il convegno.
Tre giorni di lavoro, più di 30 sessioni, l’adesione di oltre 600 ricercatori e ben 560 contributi scientifici sono i numeri del convegno che prevede anche sessioni plenarie con interventi di esperti di rilievo internazionale. Fra i nomi di spicco Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), e Massimo Cocco, ricercatore dell’INGV, che parleranno del sisma ad Amatrice e Norcia del 2016-17.
Il congresso permetterà inoltre ai protagonisti della comunità scientifica italiana di condividere i risultati delle loro ricerche, di confrontarsi sul futuro delle Geoscienze e di incontrare le aziende, i professionisti, il mondo della Scuola e gli operatori della Pubblica amministrazione per facilitare la creazione di reti di collaborazione.
“Il convegno sarà anche l’occasione che permetterà alla comunità scientifica di riflettere sul ruolo che le Geoscienze avranno nel prossimo decennio – conclude Marroni - essendo di fatto uno strumento essenziale per guidare lo sviluppo in un mondo in continuo cambiamento”.
Geoscienze: appuntamento a Pisa per i ricercatori italiani
Appuntamento a Pisa per geologi e studiosi di Scienze della Terra provenienti da tutta Italia. Dal al 3 al 6 settembre al Polo Piagge dell’Università di Pisa (Via Giacomo Matteotti, 11) si svolge “Geoscienze: uno strumento in un mondo in trasformazione”, il congresso congiunto della Società Italiana di Mineralogia e Petrografia, Società Geologica Italiana, Associazione Italiana di Vulcanologia e Società Geochimica italiana.
“Si tratta della più importante riunione scientifica delle Geoscienze prevista nel 2017, che vede riunite tutte le più importanti società scientifiche presenti in Italia con il coinvolgimento di gran parte dei ricercatori delle università e degli enti di ricerca”, spiega il professore Michele Marroni dell’Ateneo pisano che presiede il convegno.
Tre giorni di lavoro, più di 30 sessioni, l’adesione di oltre 600 ricercatori e ben 560 contributi scientifici sono i numeri del convegno che prevede anche sessioni plenarie con interventi di esperti di rilievo internazionale. Fra i nomi di spicco Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), e Massimo Cocco, ricercatore dell’INGV, che parleranno del sisma ad Amatrice e Norcia del 2016-17.
Il congresso permetterà inoltre ai protagonisti della comunità scientifica italiana di condividere i risultati delle loro ricerche, di confrontarsi sul futuro delle Geoscienze e di incontrare le aziende, i professionisti, il mondo della Scuola e gli operatori della Pubblica amministrazione per facilitare la creazione di reti di collaborazione.
“Il convegno sarà anche l’occasione che permetterà alla comunità scientifica di riflettere sul ruolo che le Geoscienze avranno nel prossimo decennio – conclude Marroni - essendo di fatto uno strumento essenziale per guidare lo sviluppo in un mondo in continuo cambiamento”.
Un Qibla Finder medievale e il codice segreto delle carte “Portolane”
Non un porta-lanterne pensile come si era ritenuto fino ad oggi, ma un fine “strumento matematico” per la determinazione della Qibla, la direzione verso la quale i musulmani si rivolgono per la preghiera, definito Qibla Finder (QF). Il misterioso manufatto di ferro di forgiatura accuratissima, tornato alla luce dall’andito segreto di un palazzo medievale di Verona in seguito a un bombardamento del 1915, racconta una storia diversa rispetto a quella a cui si è creduto per oltre un secolo. Lo dimostra uno studio recentemente pubblicato sul “Journal of cultural Heritage” a cura di Pietro Armienti, docente di Petrologia e Petrografia dell’Università di Pisa, e Angela Venger, proprietaria dello strumento, rivelando anche altre connessioni che collegano la Pisa medievale all’oggetto studiato dai due autori.
«Quel manufatto è senza dubbio un Qibla Finder, ma c’è dell’altro – spiega Armienti – Con il nostro studio abbiamo dimostrato la possibilità dello strumento di determinare la distanza tra due punti di coordinate geografiche note, adoperando una tecnica messa a punto da al-Biruni, eminente scienziato della golden age Islamica. Queste caratteristiche rendono il QF uno strumento di calcolo adatto a costruire mappe del tipo delle “Portolane”, comparse per la prima volta in Italia a metà del XIII secolo, di cui la più antica pervenutaci è la Carta Pisana, ora alla Bibliothèque nationale de France, che fu rinvenuta a Pisa agli inizi del XIX secolo».
Lo studio evidenzia come lo strumento abbia rapporti di dimensioni simili a numeri particolari come Pi greco o angoli come 23,5 (inclinazione dell’asse terrestre) e sia decorato con i fini segni di un’evidente ripartizione in gradi. La precisione riscontrabile in ogni dettaglio di QF implica specifici significati matematici, geodetici e astronomici, rendendolo così uno straordinario veicolo di trasmissione e conoscenza scientifica tra Oriente e Occidente in un periodo in cui il fiorire dei commerci e l’intreccio dei contatti cambiano la visione (e la forma) del mondo dell’uomo medioevale, e preparano l’avvento del Rinascimento.
«La vocazione marinara della città di Pisa e la presenza di scuole d’abaco capaci di eseguire complessi calcoli fecero sì che il lavoro di al-Biruni relativo alla proiezione globulare (“La proiezione piana delle figure [delle costellazioni] e delle sfere”), diventasse il riferimento per la costruzione delle mappe portolane, la cui origine era fino ad ora avvolta dal mistero». Ed è qui che nasce la connessione con la città della Torre pendente: «Di fatto Pisa all'epoca, era l'unico posto dove poteva esistere un centro di calcolo, fatto di persone addestrate all'uso dei numeri indo-arabi – aggiunge Armienti – Con queste premesse, è possibile ipotizzare che il lauto vitalizio garantito dai pisani al matematico Fibonacci, fosse legato alla soluzione dei problemi cartografici che consentirono alla repubblica marinara di avvantaggiarsi, con una tecnica di navigazione ardita e nuova, sui trasporti di merci e crociati rispetto ai concorrenti genovesi e veneziani».
Questo originale lavoro dimostra come la conoscenza della matematica offra un supporto essenziale alla comprensione del mondo medievale, le cui elites, venivano formate alla scuola delle arti del Trivio e del Quadrivio.
Realizzato il primo censimento delle località tipiche delle piante spontanee solo Italiane
Grazie agli sforzi congiunti di una quarantina di botanici è stato realizzato il primo censimento in Italia delle località tipiche, cioè i luoghi dove sono state descritte per la prima volta le circa 1.400 piante endemiche italiane, quelle che nascono spontanee solo nel nostro Paese. I ricercatori hanno così individuato e geo-riferito circa 1.500 “loci classici” distribuiti su tutto il territorio nazionale, evidenziando un rischio di degrado per circa un terzo delle località esaminate che si trovano in aree non soggette ad alcuna tutela.
Lo studio coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa nasce da una iniziativa lanciata nel 2010 dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana; i risultati sono stati appena pubblicati su “Biological Conservation”, una prestigiosa rivista nel campo della conservazione della biodiversità.
“Molte delle località che abbiamo individuato si trovano lungo la costa e sono anche quelle più a rischio a causa della pressione antropica – spiega il professore Peruzzi - per conservare di questi luoghi e le specie che vi crescono sarebbe utile introdurre anche in Italia il concetto di “plant micro-reserves”, già utilizzato in altre nazioni europee, nonché mettere in campo altri strumenti legislativi per il riconoscimento di questi siti come patrimonio culturale”.
Secondo quanto emerge dal censimento e considerando tutto il territorio italiano, sono 670 le località tipiche che si trovano sulle isole, mentre 866 sono sulla terraferma. Il maggior numero di siti si trova poi lungo la costa mediterranea (1134), segue per numerosità la regione alpina (306) e quindi quella continentale (96). Per quanto riguarda infine la tutela del territorio, 1030 siti rientrano nelle aree protette, mentre 506 sono al di fuori e di questi 259 si trovano sulle isole.
"Le popolazioni che crescono nelle località-tipo sono di fondamentale importanza in tassonomia, la scienza dedicata alla classificazione degli organismi viventi, pertanto la loro conoscenza e conservazione è di fondamentale importanza, tanto più relativamente a specie endemiche italiane, per le quali la nostra nazione ha completa responsabilità di salvaguardia – ha concluso Lorenzo Peruzzi – inoltre i loci classici rappresentano un importante patrimonio storico-culturale, in quanto luoghi visitati, studiati e descritti da rilevanti personalità nella storia della Botanica e delle Scienze naturali”.
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In alto, la mappa delle località tipiche, sotto una delle piante oggetto dello studio: Helleborus viridis subsp. bocconei, descritta per l'area tra Mendicino e Cosenza (Calabria), una delle 506 località-tipo che non ricade in alcuna area protetta
Realizzato il primo censimento delle località tipiche delle piante che nascono spontanee solo in Italia
Grazie agli sforzi congiunti di una quarantina di botanici è stato realizzato il primo censimento in Italia delle località tipiche, cioè i luoghi dove sono state descritte per la prima volta le circa 1.400 piante endemiche italiane, quelle che nascono spontanee solo nel nostro Paese. I ricercatori hanno così individuato e geo-riferito circa 1.500 “loci classici” distribuiti su tutto il territorio nazionale, evidenziando un rischio di degrado per circa un terzo delle località esaminate che si trovano in aree non soggette ad alcuna tutela.
Lo studio coordinato dal professore Lorenzo Peruzzi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa nasce da una iniziativa lanciata nel 2010 dal Gruppo per la Floristica, Sistematica ed Evoluzione della Società Botanica Italiana; i risultati sono stati appena pubblicati su “Biological Conservation”, una prestigiosa rivista nel campo della conservazione della biodiversità.
“Molte delle località che abbiamo individuato si trovano lungo la costa e sono anche quelle più a rischio a causa della pressione antropica – spiega il professore Peruzzi - per conservare di questi luoghi e le specie che vi crescono sarebbe utile introdurre anche in Italia il concetto di “plant micro-reserves”, già utilizzato in altre nazioni europee, nonché mettere in campo altri strumenti legislativi per il riconoscimento di questi siti come patrimonio culturale”.
Secondo quanto emerge dal censimento e considerando tutto il territorio italiano, sono 670 le località tipiche che si trovano sulle isole, mentre 866 sono sulla terraferma. Il maggior numero di siti si trova poi lungo la costa mediterranea (1134), segue per numerosità la regione alpina (306) e quindi quella continentale (96). Per quanto riguarda infine la tutela del territorio, 1030 siti rientrano nelle aree protette, mentre 506 sono al di fuori e di questi 259 si trovano sulle isole.
"Le popolazioni che crescono nelle località-tipo sono di fondamentale importanza in tassonomia, la scienza dedicata alla classificazione degli organismi viventi, pertanto la loro conoscenza e conservazione è di fondamentale importanza, tanto più relativamente a specie endemiche italiane, per le quali la nostra nazione ha completa responsabilità di salvaguardia – ha concluso Lorenzo Peruzzi – inoltre i loci classici rappresentano un importante patrimonio storico-culturale, in quanto luoghi visitati, studiati e descritti da rilevanti personalità nella storia della Botanica e delle Scienze naturali”.
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Immagini:
La mappa delle località tipiche
Una delle piante oggetto dello studio: Helleborus viridis subsp. bocconei, descritta per l'area tra Mendicino e Cosenza (Calabria), una delle 506 località-tipo che non ricade in alcuna area protetta
Il professore Lorenzo Peruzzi
Link all’articolo scientifico:
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006320717312958
Dizionario breve della Costituzione
Saulle Panizza torna a parlare della nostra Carta fondamentale con il suo ultimo libro “Dizionario breve della Costituzione” (La Vela, 2017). Professore ordinario di Diritto costituzionale al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa e autore di numerose pubblicazioni anche di carattere divulgativo, Panizza è stato fra le voci più autorevoli del dibattito pubblico sul referendum costituzionale che si è svolto nel dicembre del 2016. Con questo ultimo libro di carattere divulgativo, il professore spiega la Costituzione attraverso centocinquanta parole o espressioni.
“L'obiettivo di fondo è quello di fornire al lettore – scrive Panizza - uno strumento di conoscenza, ripasso, approfondimento, o anche solo un’occasione per riflettere su quello che dovrebbe rappresentare, se preso sul serio, lo strumento più potente dell’ordinamento per conformare i comportamenti degli individui, ma anche degli organi e delle istituzioni del Paese”.
Per saperne di più sul libro: https://www.unipi.it/index.php/news/item/10636-dizionario-breve-della-costituzione
La Costituzione spiegata in centocinquanta parole
Saulle Panizza torna a parlare della nostra Carta fondamentale con il suo ultimo libro “Dizionario breve della Costituzione” (La Vela, 2017). Professore ordinario di Diritto costituzionale al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Ateneo e autore di numerose pubblicazioni anche di carattere divulgativo, Panizza è stato fra le voci in campo più autorevoli nel dibattito pubblico sul referendum costituzionale che si è svolto nel dicembre del 2016.
Presentiamo di seguito una introduzione al volume a firma dello stesso professore.
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L'idea del “Dizionario breve della Costituzione” è quella di introdurre al significato della nostra Carta fondamentale attraverso i suoi vocaboli.
La prima parte del Volume, che dà essenzialmente il titolo all'opera, è infatti costituita da circa centocinquanta parole o espressioni, in ordine alfabetico. Ciascuna riporta tra parentesi l’articolo o gli articoli, la disposizione o le disposizioni transitorie e finali, dove il vocabolo si rinviene ed è sviluppato - almeno in misura maggiore e più significativa - nel testo costituzionale.
La seconda parte è data dal testo della Costituzione vigente. Se l’articolo è stato oggetto di revisione nel corso del tempo, compare tra parentesi il riferimento alla legge o alle leggi costituzionali intervenute, in ordine cronologico.
La terza parte, nello spirito anche divulgativo che contraddistingue il volume, è costituita da una serie di temi di educazione costituzionale. Poche pagine per ognuno, mediante le quali illustrare un segmento della Costituzione, un organo dello Stato, un concetto del diritto pubblico, un tratto storico dell’evoluzione dell’ordinamento. Per ciascun tema è riportato l’elenco dei vocaboli della prima parte che più vi si riconnettono, così da agevolare gli opportuni collegamenti.
L'obiettivo di fondo è quello di fornire al lettore uno strumento di conoscenza, ripasso, approfondimento, o anche solo un’occasione per riflettere su quello che dovrebbe rappresentare, se preso sul serio, lo strumento più potente dell’ordinamento per conformare i comportamenti degli individui, ma anche degli organi e delle istituzioni del Paese. Se non sempre è così, ciò è probabilmente dipeso, almeno in parte, da un processo di svilimento del linguaggio, che ha interessato le regole giuridiche, così come altri ambiti della società, mentre il rilievo delle istituzioni passa anche attraverso la sottolineatura del senso delle parole del diritto, e di quelle della Costituzione in particolare.
Saulle Panizza
L’Ateneo testimonial nei video di Intel e Dell
La partnership è ad altissimi livelli, da un lato ci sono Intel e Dell EMC, dall’altro l’Università di Pisa che sperimenta in anteprima delle tecnologie prodotte dai due colossi leader nel settore dell’informatica per portare avanti ricerche d’avanguardia. Un incontro che sono le stesse multinazionali a raccontare e a documentare in occasione del lancio sul mercato dei prodotti, presentando come testimonial l’Ateneo pisano.
Fra gli ultimi casi, ad agosto, il webinar di Intel, cioè l’evento digitale nel corso del quale i due vicepresidenti hanno lanciato Optane, una nuovissima tecnologia di memorizzazione a stato solido velocissima nel restituire i dati. E così fra i tre casi di successo citati, insieme al Broad Institute del MIT e di Harvard e alla Technicolor, c’è anche l’Università di Pisa che ha utilizzato Optane per le ricerche condotte nel settore della risonanza magnetica insieme alla Fondazione Imago 7 (video, dal minuto 6 http://intelstudios.edgesuite.net/170807_optane/archive.html)
“Abbiamo accordi con Intel e Dell EMC dal 2012, con quest’ultima in particolare siamo un punto di riferimento per sistemi di apprendimento automatico”, racconta Antonio Cisternino, presidente Sistema informatico dipartimentale dell’Ateneo che compare nel video insieme al collega informatico Maurizio Davini.
Punti di riferimento e testimonial come si vede in un altro video (https://youtu.be/1SrJ7PkRrkY) della Dell EMC, dove accanto alle bandiere di Matricolandosi appaiono robot frutto delle ricerche in Ateneo: uno dei sistemi presentati, denominato C4130, è stato infatti acquisito con i fondi “grandi attrezzature” e viene attualmente usato dai gruppi di ricerca che si occupano di apprendimento automatico.
“Cerchiamo di prendere il meglio dal mercato – conclude Maurizio Davini – e di trovare le soluzioni per supportare il lavoro di ricerca in Ateneo”.
L’Ateneo testimonial nei video di Intel e Dell
La partnership è ad altissimi livelli, da un lato ci sono Intel e Dell EMC, dall’altro l’Università di Pisa che sperimenta in anteprima delle tecnologie prodotte dai due colossi leader nel settore dell’informatica per portare avanti ricerche d’avanguardia. Un incontro che sono le stesse multinazionali a raccontare e a documentare in occasione del lancio sul mercato dei prodotti, presentando come testimonial l’Ateneo pisano.
Fra gli ultimi casi, ad agosto, il webinar di Intel, cioè l’evento digitale nel corso del quale i due vicepresidenti hanno lanciato Optane, una nuovissima tecnologia di memorizzazione a stato solido velocissima nel restituire i dati. E così fra i tre casi di successo citati, insieme al Broad Institute del MIT e di Harvard e alla Technicolor, c’è anche l’Università di Pisa che ha utilizzato Optane per le ricerche condotte nel settore della risonanza magnetica insieme alla Fondazione Imago 7 (video, dal minuto 6).
“Abbiamo accordi con Intel e Dell EMC dal 2012, con quest’ultima in particolare siamo un punto di riferimento per sistemi di apprendimento automatico”, racconta Antonio Cisternino, presidente Sistema informatico dipartimentale dell’Ateneo che compare nel video insieme al collega informatico Maurizio Davini.
Punti di riferimento e testimonial come si vede in un altro video della Dell EMC, dove accanto alle bandiere di Matricolandosi appaiono robot frutto delle ricerche in Ateneo: uno dei sistemi presentati, denominato C4130, è stato infatti acquisito con i fondi “grandi attrezzature” e viene attualmente usato dai gruppi di ricerca che si occupano di apprendimento automatico.
“Cerchiamo di prendere il meglio dal mercato – conclude Maurizio Davini – e di trovare le soluzioni per supportare il lavoro di ricerca in Ateneo”.
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Immagine tratta dal video di Dell EMC
Sciopero dei docenti: misure a tutela della carriera degli studenti
Per il periodo 1 giugno - 31 luglio 2018, è stato proclamato uno sciopero che potrà comportare l’astensione dei docenti dallo svolgimento degli esami di profitto nelle Università.
L’Ateneo adotterà ogni misura atta a non pregiudicare la carriera degli studenti, sempre nel rispetto del diritto di sciopero e tenuto conto della volontà espressa in tal senso anche dagli stessi proclamanti.
Leggi i dettagli sulle garanzie previste per gli studenti
(Avviso del 22 maggio 2018)