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La legalità vista e riletta attraverso lo spazio urbano e uno sguardo artistico: è questa l'originalità del progetto ideato e proposto dall'Ateneo di Pisa nell'ambito dell'iniziativa nazionale “Università per la legalità”, promossa dalla Fondazione Falcone, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari.

Nelle due giornate di mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, sono in programma una performance artistica di Anna Scalfi Eghenter, accompagnata dagli studenti dell’Ateneo e dell'Istituto superiore per le industrie artistiche di Urbino, e una tavola rotonda su “La legalità: come intenderla, come realizzarla”, a cui parteciperanno giuristi e rappresentanti delle associazioni contro le mafie. Sede e protagonista di questi eventi sarà il Polo Carmignani, a pochi metri da Piazza dei Cavalieri, che ospiterà il convegno e che, nella sua porzione circostante l’edificio e solitamente meno frequentata, accoglierà l’artista trentina, gli studenti e vari esperti multidisciplinari per dare vita tutti insieme a un’esperienza artistica di “Campo da legalità”.

L’iniziativa dal titolo “Disegnare la legalità” prevede in particolare per mercoledì 10 maggio, alle ore 15, il progetto di Anna Scalfi Eghenter "Sopralluogo per sperimentare la consistenza giuridica degli spazi urbani". Un sopralluogo come pratica artistica a cui, oltre all'artista con gli studenti dell'Ateneo pisano e dell'Istituto di Urbino, interverranno professori, ricercatori, dottorandi, architetti e ingegneri dell'Università, del Comune di Pisa, dell'Azienda regionale per il diritto allo studio universitario e della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno. Le conclusioni della giornata saranno affidate a un workshop a Palazzo alla Giornata, nell'ambito del quale saranno costruite le mappe degli spazi e studiato un possibile uso dei beni comuni urbani.

Nella mattinata di giovedì 11, con inizio alle ore 10, Anna Scalfi Eghenter traccerà una prima ipotesi del “Campo da legalità”, mediante un lavoro di ricerca attraverso la pratica artistica orientato ad “ad attivare di intenzioni gli spazi, informare il raggio della propria condotta legittima pur non attesa, consapevoli del valore dato ai posti nel pensarli, spazio che siamo noi a generare nel comportamento, a poterlo cambiare nelle regole”.

Nel pomeriggio, con inizio alle ore 17, nell'Aula 2 del Polo Carmignani si terrà la tavola rotonda su "La legalità: come intenderla, come realizzarla", coordinata dagli studenti dell'Università di Pisa. All'incontro interverranno il rettore Paolo Mancarella, il direttore del dipartimento di Giurisprudenza, Emanuela Navarretta, e il professor Giovannangelo De Francesco, ordinario di Diritto penale. Ospiti d'onore saranno la dottoressa Margherita Cassano, presidente della Corte di Appello di Firenze, e il dottor Francesco Donnici, del Coordinamento provinciale di Pisa di "Libera".

Gli studenti dell'Università di Pisa, insieme ad Anna Scalfi Eghenter e ad alcuni docenti pisani, parteciperanno il 23 maggio a Palermo alle iniziative in ricordo del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presentando il progetto e i risultati dell'esperienza pisana.

Anna Scalfi Eghenter (1965) usa la pratica artistica come uno strumento per intervenire nel laboratorio del reale. La formazione sociologica orienta la sua ricerca verso una sperimentazione organizzativa che incrocia le regole del campo con i confini dell'agire concesso. Artista indipendente, include nel lavoro l'intero processo di costruzione, rapportandosi al territorio, alla produzione e alle istituzioni come elementi costitutivi del progetto stesso.

PhD Studi Manageriali alla Essex Business School, MSc Sociologia all'Università di Trento, MFA all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico" e all'Accademia di Belle Arti di Brera.

I suoi lavori sono stati presentati anche a: 16° Quadriennale d'Arte di Roma, MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, MAMBO Museo d'Arte Moderna di Bologna, Biennale Democrazia Torino, MAG Museo Alto Garda, Kadist Art Fondation Paris, Reale Accademia di Spagna a Roma, Palais de la Bourse a Bruxelles, Fondazione Galleria Civica di Trento, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Guarene, MART - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, Manifesta7 parallelevents. E all'Università degli Studi di Torino, Libera Università di Bolzano, FBK Fondazione Bruno Kessler, Università di Venezia Ca' Foscari, Akademia Pedagogiczna Krakow, Freie Universität Berlin, ESCP-EAP Paris, Università degli Studi di Trento. Per maggiori informazioni: www.scalfiandeghenter.com.

Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna storica della Scuola di Ingegneria di Pisa, si è svolto il convegno “ICT e industria 4.0, sfide e opportunità”, organizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana con lo scopo di mettere a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. Il convegno ha visto la presentazione della Piattaforma Regionale Toscana su Industria 4.0 e, a seguire, un confronto sul ruolo delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella realizzazione della fabbrica del futuro, a partire dalle esigenze di innovazione del mondo industriale, con gli interventi chiave di Leonardo e ST Microelectronics.
“L’esigenza di ottimizzare i processi produttivi e supportare i processi di automazione industriale – commenta Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzatore del convegno – va declinata in modo da poter trovare una risposta nelle nuove tecnologie che la ricerca mette a disposizione. L’Università di Pisa è un’eccellenza nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), cioè l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Su queste tecnologie, che offrono la possibilità di un vero e proprio cambio di paradigma, si deve fondare l’innovazione nell’industria”.
Le principali tecnologie ICT sviluppate al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano appartengono ad aree chiave per industria 4.0, e includono:
Internet of Things, reti di oggetti interconnessi, che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni. Questi “oggetti” possono essere robot, veicoli autonomi o droni che comunicano tra loro, per ottimizzare il processo produttivo e migliorare la logistica interna, ma anche oggetti di uso comune dotati di sensori di nuova generazione, vere e proprie etichette elettroniche, in grado di memorizzare dati e comunicarli, per dare un forte contributo sia nel campo della sicurezza dei lavoratori, sia per il monitoraggio e la tracciabilità dei prodotti.
CoBOT: automi “sicuri”, in grado di lavorare gomito a gomito con l’essere umano senza metterlo in pericolo; robot teleguidati per operazioni di manutenzione pericolose, per esempio lo svuotamento di cisterne.
Realtà Aumentata, sistemi indossabili e interfacce uomo-macchina per l’aumento della percezione sensoriale e per il monitoraggio dei segnali fisiologici.
Metodi analitici per Big Data, cioè raccolte di dati così estese in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi specifici per l’estrazione di valore, con l’obiettivo di ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero avere analizzando piccole serie. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.
Tecnologie di Cloud Computing, che permettono di realizzare strumenti avanzati di gestione e analisi dei processi industriali sfruttando un coordinamento capillare all’interno della catena produttiva. In particolare, il Fog Computing, che integra l'Internet of Things con i sistemi Cloud tradizionali attraverso l’installazione di micro data-center all’interno delle fabbriche, permetterà di supportare al meglio i processi di automazione industriale abilitando la realizzazione di applicazioni di controllo avanzato direttamente in loco.
Tecnologie di comunicazione per l’Industrial Internet, che permettono di creare reti di calcolatori ad alta affidabilità ed efficienza, cruciali per l’implementazione di sistemi di controllo remoto e raccolta di dati in tempo reale. In particolare, la recente definizione di nuovi standard di comunicazione wireless sta permettendo la riduzione dei costi di implementazione dei sistemi industriali, minimizzando il tempo per la loro realizzazione.
“Oggi – conclude Anastasi – le tecnologie dell'informazione, l’Internet of Things e la nuova robotica sono i pilastri su cui si regge la rivoluzione dei processi produttivi delle imprese. Costituiscono un potenziale nuovo e finora poco sfruttato in grado di mutare in modo profondo gli stessi modelli di impresa. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale”.

Giovedì 4 maggio, nell’Aula Magna storica della Scuola di Ingegneria di Pisa, si è svolto il convegno “ICT e industria 4.0, sfide e opportunità”, organizzato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con la Regione Toscana con lo scopo di mettere a confronto istituzioni, mondo della ricerca e imprese su alcune delle competenze e tecnologie cruciali per la nuova rivoluzione industriale. Il convegno, a cui ha portato i saluti il rettore Paolo Mancarella, ha visto la presentazione della Piattaforma Regionale Toscana su Industria 4.0 e, a seguire, un confronto sul ruolo delle tecnologie dell’Informazione e della comunicazione nella realizzazione della fabbrica del futuro, a partire dalle esigenze di innovazione del mondo industriale, con gli interventi chiave di Leonardo e ST Microelectronics.

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Nella foto sopra, da destra: Marco Raugi (prorettore per la Ricerca applicata e il trasferimento tecnologico dell’Università di Pisa), Albino Caporale (direttore Sviluppo e Attività Produttive, Regione Toscana), Antonio Mazzeo (presidente della Commissione regionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera), Silvia Burzagli (dirigente del Settore Promozione Economica, Regione Toscana) Giuseppe Anastasi (direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e organizzatore dell’evento). 

“L’esigenza di ottimizzare i processi produttivi e supportare i processi di automazione industriale – commenta Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e organizzatore del convegno – va declinata in modo da poter trovare una risposta nelle nuove tecnologie che la ricerca mette a disposizione. L’Università di Pisa è un’eccellenza nel campo dell’ICT (Information and Communication Technology), cioè l'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni. Su queste tecnologie, che offrono la possibilità di un vero e proprio cambio di paradigma, si deve fondare l’innovazione nell’industria”.

Le principali tecnologie ICT sviluppate al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Ateneo pisano appartengono ad aree chiave per industria 4.0, e includono:

Internet of Things, reti di oggetti interconnessi, che si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati e accedere a informazioni. Questi “oggetti” possono essere robot, veicoli autonomi o droni che comunicano tra loro, per ottimizzare il processo produttivo e migliorare la logistica interna, ma anche oggetti di uso comune dotati di sensori di nuova generazione, vere e proprie etichette elettroniche, in grado di memorizzare dati e comunicarli, per dare un forte contributo sia nel campo della sicurezza dei lavoratori, sia per il monitoraggio e la tracciabilità dei prodotti.
CoBOT: automi “sicuri”, in grado di lavorare gomito a gomito con l’essere umano senza metterlo in pericolo; robot teleguidati per operazioni di manutenzione pericolose, per esempio lo svuotamento di cisterne.
Realtà Aumentata, sistemi indossabili e interfacce uomo-macchina per l’aumento della percezione sensoriale e per il monitoraggio dei segnali fisiologici.
Metodi analitici per Big Data, cioè raccolte di dati così estese in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi specifici per l’estrazione di valore, con l’obiettivo di ottenere informazioni aggiuntive rispetto a quelle che si potrebbero avere analizzando piccole serie. Ad esempio, l’analisi per sondare gli “umori” dei mercati e del commercio, e quindi del trend complessivo della società e del fiume di informazioni che viaggiano e transitano attraverso Internet.
Tecnologie di Cloud Computing, che permettono di realizzare strumenti avanzati di gestione e analisi dei processi industriali sfruttando un coordinamento capillare all’interno della catena produttiva. In particolare, il Fog Computing, che integra l'Internet of Things con i sistemi Cloud tradizionali attraverso l’installazione di micro data-center all’interno delle fabbriche, permetterà di supportare al meglio i processi di automazione industriale abilitando la realizzazione di applicazioni di controllo avanzato direttamente in loco.
Tecnologie di comunicazione per l’Industrial Internet, che permettono di creare reti di calcolatori ad alta affidabilità ed efficienza, cruciali per l’implementazione di sistemi di controllo remoto e raccolta di dati in tempo reale. In particolare, la recente definizione di nuovi standard di comunicazione wireless sta permettendo la riduzione dei costi di implementazione dei sistemi industriali, minimizzando il tempo per la loro realizzazione.

“Oggi – conclude Anastasi – le tecnologie dell'informazione, l’Internet of Things e la nuova robotica sono i pilastri su cui si regge la rivoluzione dei processi produttivi delle imprese. Costituiscono un potenziale nuovo e finora poco sfruttato in grado di mutare in modo profondo gli stessi modelli di impresa. In ultima istanza si tratta di ripensare il business model delle aziende con la chiave abilitante del digitale”.

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Con una giornata di anticipo rispetto alla fine del campionato, il CUS Pisa è campione d'Italia nella disciplina dell’hockey su prato femminile, per la stagione 2016/17. È il primo, storico, titolo outdoor per le universitarie pisane, che si va ad aggiungere a quello vinto a febbraio nella specialità indoor. La sicurezza matematica dello scudetto è arrivata mercoledì in tarda serata, quando la Federazione Italiana Hockey ha rigettato il ricorso presentato dall’HCU Catania, penalizzato di 2 punti a causa di gravi problematiche al campo di gioco, più volte segnalate e mai risolte dalla società siciliana, e perdente a tavolino contro l’Hockey Cernusco proprio a causa dell’inagibilità del campo.

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Ancora imbattute in tutte le partite del campionato, le atlete pisane mantengono così i 5 punti di vantaggio che avevano sulle rivali catanesi, rendendo del tutto ininfluente l’incontro di questa domenica contro il San Saba, attualmente terzultimo in classifica. «Sono più di venti anni che lavoriamo per questo risultato – commenta il responsabile della sezione hockey Riccardo Vanni – Nel 95-96 abbiamo rifondato l’hockey pisano con queste ragazze che avevano 6 anni o poco più. Adesso in gran parte frequentano l’università e sono campionesse d’Italia».

Tutte le atlete sono infatti pisane eccetto la naturalizzata italiana Agata Wyberlaska, da molti anni asse portante della formazione gialloblu oltre che della nazionale azzurra, e quattro straniere acquistate dalla società hockeystica appositamente per questo campionato. «Quest’anno avevamo la netta percezione che le ragazze fossero degne del titolo – continua Vanni – ma c’era bisogno di rinforzare centrocampo e attacco per cui abbiamo chiamato tre atlete argentine e una inglese (Carolina Pereyra, Daiana Reboredo, Agustina Iturraspe e Charlotte Tait, ndr)».Ottima scelta se si pensa che le prime due argentine e l’inglese hanno segnato vari goal sia in indoor che su prato, anche se l’altra atleta è stata ritenuta non all’altezza della squadra dal mister Nicola Giorgi e quindi relegata in panchina.

«È la conclusione di un bellissimo percorso che abbiamo fatto con tutte le ragazze – spiega Giorgi – anche se sarebbe stato molto più bello vederle vincere una domenica sul campo invece che un mercoledì attorno a un tavolino. Grande merito comunque a tutte le atlete e adesso mente ai campionati giovanili». Il Cus Pisa Hockey si è infatti classificato alle finali giovanili di tutte le categorie, dall’under 14 all’under 21. Soffre maggiormente la sezione maschile, dove per il momento solo gli under 16 hanno conquistato l’accesso agli spareggi (siamo in attesa della fina campionato under 14), mentre la formazione senior lotta per salvarsi dalla retrocessione dalla serie A1 così duramente conquistata lo scorso anno. «La squadra maschile è finalmente al completo, al netto di infortuni o assenze per altri motivi – dice Vanni – e mancano ancora 4 partite al termine del campionato per cui sono fiducioso, credo che ce la faremo. Un mio personale ringraziamento va senza dubbio anche al Cus e all’Università di Pisa, una parte del merito è sicuramente da attribuire a loro». (Fonte: Ufficio Stampa e Comunicazione CUS Pisa)

Formazione:
Chirico Martina, Bendinelli Francesca, Chirico Chiara, Galligani Giulia, Taglioli Giulia, Wyberlaska Agata, Puglisi Sara, Lecchini Martina, Tiralongo Evelina, Betti Alessia, Casciani Matilde, Reboredo Daiana, Pereyra Carolina, Tait Charlotte, Falcitelli Irene, Ciucci Claudia, Menconi Ottavia, Rovini Margherita

Allenatore:
Nicola Giorgi

Dirigente:
Lucia Anita Dambra

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Selezione pubblica specifica per il reclutamento di n. 1 unità con contratto di lavoro a tempo determinato fino al 31 dicembre 2017 per le esigenze del Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale

 

 

https://www.unipi.it/ateneo/bandi/conc-pub/categoriac/ingciv/index.htm

ipnosiLe persone più suscettibili all’ipnosi possono ridurre della metà l’intensità del dolore percepito. E’ questa una delle conclusioni di un complesso studio realizzato da una equipe di ricercatori delle Università di Pisa e di Siena, del Cnr e del GIFT Institute of Integrative Medicine di Pisa che è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica Physiology and Behavior.

L’esperimento, che conferma e arricchisce quanto si conosce sul controllo del dolore è il primo che confronta l’effetto di tecniche fisiche (analgesia condizionata) e cognitive (suggestioni esplicite di analgesia) in soggetti con diverso grado di ipnotizzabilità.

“Lo studio ha prodotto risultati che aprono interessanti prospettiva sul possibile utilizzo generalizzato di tecniche cognitive, per ridurre ad esempio, senza impiego di farmaci, il dolore “da procedura” che i pazienti sperimentano durante la fisioterapia che segue immobilizzazioni e interventi ortopedici, varie procedure strumentali”, spiega la professoressa Enrica Santarcangelo dell’Ateneo pisano responsabile della ricerca. “All’estero- ha aggiunto - contrariamente a quanto avviene nel nostro Paese, l’uso di tecniche cognitive per il controllo del dolore acuto, cronico e ‘da procedura’ (compreso alcuni interventi chirurgici) è ampiamente diffuso”.

Lo studio dei ricercatori toscani ha coinvolto sessanta soggetti sani di entrambi i sessi con una suscettibilità all’ipnosi alta, media e bassa. Senza che fosse alterato il loro stato ordinario di coscienza, cioè in assenza di induzione ipnotica, le persone venivano sottoposte a scariche elettriche ad una mano alle quali in alcuni casi si associava una suggestione verbale di analgesia o in altri tecniche fisiche note come analgesia condizionata. I ricercatori hanno quindi rilevato che, indipendentemente dall’aver ricevuto suggestioni di analgesia o induzione di analgesia condizionata, i soggetti con alti punteggi di ipnotizzabilità (alti) riferivano una riduzione media del dolore di circa il 50%, quelli con punteggi bassi (bassi) di circa il 20% e quelli con punteggi intermedi (medi) di circa il 30%.

“In base a considerazioni cliniche, si considera rilevante una riduzione del dolore quando questa è almeno del 25-30% – ha concluso Enrica Santarcangelo – quindi gli ‘alti’ riducono benissimo il dolore, alcuni ‘medi’ possono farlo, i ‘bassi’ non ci riescono quasi per niente. Comunque, considerato che, secondo le stime più accreditate, il 15% della popolazione ha una suscettibilità all’ipnosi bassa, il 70% media e il 15% alta, questo significa che gran parte della popolazione (gli alti e parte dei medi) riesce a controllare abbastanza bene il dolore attraverso strategie cognitive senza l’uso di farmaci”.

Lo studio conferma quindi l’interesse che la valutazione della suscettibilità all’ipnosi può avere nella pratica clinica perché conoscere il grado di ipnotizzabilità può incoraggiare l’uso di metodi di controllo cognitivo del dolore alternativi ai farmaci, economici e privi di effetti collaterali. Inoltre, la consapevolezza della propria capacità di controllare autonomamente il dolore può migliorare significativamente la qualità della vita di molti pazienti.

Martedì, 02 Maggio 2017 08:36

La nuova rivoluzione industriale 4.0

Giovedì 4 maggio, nell'aula magna della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa (Largo Lucio Lazzarino) si svolge il convegno "ICT e Industria 4.0: sfide e opportunità. La nuova rivoluzione industriale vista dalle imprese". Durante l’evento, organizzato dal Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione (DII), in collaborazione con Regione Toscana, sarà presentata la Piattaforma Regionale Toscana su #Industria40 e, a seguire, un confronto su ciò che le imprese si aspettano dalle tecnologie ICT per la fabbrica del futuro. Il programma della giornata è diviso in due sessioni, la mattina a partire dalle 9,45, il pomeriggio dalle 14,30. Apriranno i lavori Stefano Ciuoffo, assessore Attività Produttive della Regione Toscana, Paolo Mancarella, Rettore, dell’Ateneo pisano, Albino Caporale, Direttore Sviluppo e Attività Produttive della Regione Toscana e Giuseppe Anastasi, Direttore DII dell’Università di Pisa.

professore LoretiNella mattina di ieri, 1° maggio, è arrivata la triste comunicazione che il professor Filiberto Loreti, illustre membro di questo Ateneo sino al 2007, insignito dell’Ordine del Cherubino nell’87, si era spento la sera precedente a causa di una lunga malattia contro cui stava lottando con tutte le sue forze ormai da alcuni anni ma che non gli ha mai impedito, fino a poche settimane fa, di portare il suo prezioso contributo di esperienza, idee e proposte al mondo scientifico nazionale attraverso le iniziative della Sezione Centro Ovest dell’Accademia dei Georgofili, da lui diretta fino alla scomparsa. I funerali si terranno oggi, 2 maggio, alle ore 11 presso la Chiesa di Santo Stefano, in Via Santo Stefano a Pisa.

Il professor Filiberto Loreti, nato a Tarquinia (VT) il 26 maggio 1935, si è laureato in Scienze Agrarie nel 1959 con il massimo dei voti e la lode. Nel 1960, grazie ad una borsa di studio del CNR, ha iniziato la propria attività di studio e di ricerca presso l’Istituto di Coltivazioni Arboree della Università di Pisa. Nel 1967 ha conseguito la libera docenza e nel 1971 ha vinto il concorso per la omonima cattedra presso l'Università di Pisa. Ordinario di Coltivazioni Arboree dal '74 e di Arboricoltura Generale dal '86, è stato Direttore dell'Istituto di Coltivazioni Arboree dal '71 all '86 e del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose “G. Scaramuzzi” dal 1989 al 1998.

Il professor Loreti dal '68 al '72 è stato membro del Comitato Scienze Agrarie del CNR, dal '76 all'88 Direttore della Sezione di Agraria della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e dall'80 all'87 membro del Comitato Consultivo per la ricerca scientifica del CUN. Ha trascorso diversi periodi di studio e ricerca all’estero, tra i quali un anno presso l’Università di California (Davis), dove ha condotto importanti e ancora validi studi e ricerche, come “post doctoral researcher”, con i proff. H.T.Hartmann e R.M. Sachs.

La carriera didattica ha riguardato lo svolgimento dei corsi di Frutticoltura, dal '67 al '69, di Coltivazioni Arboree, dal ‘69 e di Arboricoltura Generale dall’86, mentre l’attività scientifica è documentata da oltre 350 pubblicazioni a stampa. E’ stato co-autore del volume "Monografia delle principali cultivar di nettarine" (Ed. CNR) e di capitoli dei volumi: collana "Frutticoltura anni '80" (Ed. Reda), "La Toscana nella storia dell'olivo e dell'olio" (Ed. ARSIA), “Manuale di Peschicoltura” (Ed. Il Sole 24Ore-Edagricole”), "Le Nuove Frontiere dell'Arboricoltura"(Ed. Perdisa), “Il Pesco” (Ed. ART-Servizi Editoria), "The Peach" (Ed. CAB International).

Ha partecipato con contributi personali a numerosi congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali ed ha compiuto missioni di studio in Paesi europei ed extraeuropei. Ha organizzato e collaborato attivamente all'organizzazione di congressi, convegni e simposi nazionali ed internazionali su problemi di fisiologia e biologia applicata agli alberi da frutto ed ha svolto incarichi per il CNR, MiPAAF e MIUR. Dal 1982 al 1998 è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in Ortoflorofrutticoltura.

Il professor Filiberto Loreti, Ordine del Cherubino della Università di Pisa, ha ricevuto il premio internazionale “The Carroll R. Miller Award dall’American Society for Horticultural Science e il premio “Antico Fattore” dall’Accademia dei Georgofili. Il professor Loreti era socio e accademico di alcune Società e Accademie, tra le quali l'Accademia dei Georgofili, di cui era Presidente della Sezione Centro-Ovest e Accademico Emerito dal 2002, l'Accademia Nazionale di Agricoltura, l'Accademia Italiana della Vite e del Vino, l'Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’ Olio, l’Accademia di Agricoltura di Torino, la Società Orticola Italiana, l'International Society Horticultural Science, l'American Society of Plant Physiology, l'International Plant Propagator, l’American Pomological Society.

Il professor Loreti è stato sin dall’inizio della sua carriera un punto di riferimento importante per tutti i colleghi delle Scienze Agrarie e per l’Ateneo pisano. Stimato e apprezzato docente da generazioni e generazioni di studenti, ha lasciato sempre un ricordo indelebile nei suoi discenti per la instancabile e genuina passione con cui ha svolto la sua attività didattica e scientifica, senza mai dimenticare il profondo attaccamento alla famiglia e alla sua terra di origine, Tarquinia, a cui era legato da un amore profondo e che ora lo accoglierà per sempre.

Alla moglie Ida e alle figlie Stefania e Elena, apprezzate ricercatrici, va l’abbraccio affettuoso di tutta l’Università di Pisa.

Martedì, 02 Maggio 2017 07:50

Contest fotografico "Armonie"

 Il 4 maggio presso  il Polo Porta Nuova, l'associazione Sinistra per...presenta la seconda edizione del contest fotografico "Armonie", dedicato al tema "L'uomo e la natura".

Alle 18.30 aperitivo musicale e mostra fotografica.

Leggi il Regolamento di partecipazione

 L'attività è svolta con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa. 

Info:
panzerelia3@gmail.com

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