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Martedì, 04 Aprile 2017 14:41

Massimo Augello

Massimo AugelloNato a Catanzaro nel 1949, il professor Massimo Augello si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Pisa nel 1973. Nel 1976 è stato nominato professore incaricato di Storia delle Dottrine economiche presso l’Università di Teramo, dove ha svolto per molti anni anche il ruolo di Direttore dell’Istituto di Studi economici e statistici. Nel 1985 è diventato professore associato di Economia politica nella stessa Università e nel 1994 ha assunto il ruolo di professore ordinario di Storia del Pensiero economico all’Università di Pisa.

Nell’Ateneo pisano ha ricoperto numerosi incarichi: Direttore del Dipartimento di Scienze economiche per due mandati, Presidente del corso di laurea magistrale in Storia ed Economia delle Istituzioni, membro del Consiglio di Amministrazione come rappresentante del Collegio dei Direttori di Dipartimento e del Senato Accademico come rappresentante di Area.

Nel 2004 è stato eletto Preside della Facoltà di Economia e nel 2008 è stato confermato nell’incarico che ha svolto fino al 2010, quando è stato eletto Rettore dell’Università di Pisa.

Il professor Augello ha ricoperto numerosi incarichi accademico-scientifici di rilievo nazionale, quali Segretario Generale della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Economia e di Scienze statistiche, Presidente dell’Associazione Italiana degli Storici del Pensiero economico, Coordinatore centrale di numerosi Progetti di ricerca di interesse nazionale. È inoltre direttore della rivista “Il Pensiero Economico Italiano”, da lui fondata nel 1993, e componente del comitato scientifico delle più importanti riviste del settore.

In oltre 40 anni di attività scientifica, il professor Augello ha indagato in maniera continuativa e originale diversi temi di frontiera e la sua ampia produzione scientifica consiste di numerosi articoli e saggi apparsi sulle più prestigiose riviste scientifiche e di oltre trenta volumi pubblicati con i principali editori italiani (fra i quali Giulio Einaudi, Franco Angeli, Le Monnier) e internazionali (Routledge, Springer, Ashgate, Palgrave MacMillan).
Le linee di ricerca seguite hanno riguardato, in una prima fase, il pensiero economico francese della prima metà dell’800 e i temi dello sviluppo economico; ma il suo principale filone di ricerca è stato senz’altro lo studio della scienza economica italiana dell’800 e dei primi del ’900, condotto in particolare attraverso l’approfondimento dei processi di istituzionalizzazione dell’economia politica e di professionalizzazione degli economisti. In questa innovativa prospettiva di ricerca, il professor Augello ha saputo coinvolgere non solo l’intera comunità italiana degli storici del pensiero economico, ma anche un numero sempre crescente di affermati studiosi stranieri, con i quali ha condiviso progetti internazionali di ricerca e una serie di volumi da lui curati. Con queste ricerche, il professor Augello si è affermato come protagonista di una corrente storiografica da lui stesso fondata, quella della Storia istituzionale dell’Economia politica.

Contemporaneamente, il professor Augello è stato un pioniere dell’Informatica umanistica, ponendo mano, fin dai primi anni ottanta del secolo scorso, sia ad analisi quantitative applicate alla storia del pensiero economico sia alla realizzazione di sistemi informativi per la raccolta e lo studio dei dati bio-bibliografici degli economisti. Da questo lavoro pluridecennale sono scaturiti un volume sull’economista autriaco Joseph Schumpeter, che gli ha garantito un’ampia notorietà internazionale e, più di recente, il Dizionario degli economisti italiani, in 4 volumi, che rappresenta un unicum nel suo genere.

Attualmente dirige il Centro Interuniversitario sul Pensiero Economico Italiano, da lui fondato in collaborazione con le Università di Firenze e di Siena.

Per queste motivazioni il Senato Accademico ha insignito dell’Ordine del Cherubino il professor Massimo Augello.

Giovedì 6 aprile, a partire dalle ore 15,30 nell'Aula Magna del Polo Carmignani, l'Università di Pisa organizza un incontro aperto alla cittadinanza per discutere di diritto di scelta e fine vita.
Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella e della delegata per la comunicazione e la diffusione della cultura, Sandra Lischi, sarà presentato e proiettato "Love is All. Piergiorgio Welby, Autoritratto", il film dei due registi e produttori del film, Francesco Andreotti e Livia Giunti, entrambi laureati in Cinema nell'Ateneo pisano. Seguirà un dibattito che vedrà come protagonisti il giornalista, scrittore e conduttore televisivo, Corrado Augias, e la co-presidente dell'Associazione "Luca Coscioni", Mina Welby. A coordinare l’incontro ci sarà la docente di Pedagogia, Maria Antonella Galanti.

L'immagine di Piergiorgio Welby, inerte a letto e attaccato a un respiratore polmonare a seguito di una forma degenerativa di distrofia muscolare, è entrata nelle case degli italiani dieci anni fa, diventando in breve tempo l'icona della lotta per i diritti civili e per l'autodeterminazione dei cittadini. Welby era un uomo che amava profondamente la vita e un artista che ha lasciato numerosi scritti, poesie, dipinti e sperimentazioni fotografiche. Il suo ritratto, che tende in realtà a un vivace autoritratto, viene raccontato nel film "Love is All", dei registi Andreotti e Giunti.
Il film, proiettato alla Camera dei deputati il 20 dicembre scorso in occasione del decennale della morte di Piergiorgio Welby, ha ottenuto di recente una menzione speciale per “L'attenzione originale ai temi del sociale" ai Nastri d'Argento 2017. Il premio è dato annualmente dal SNGCI - Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani
Partendo dal film su Welby, l'Università di Pisa ritiene importante proporre un dibattito sulle tematiche del diritto di scelta e fine vita, rilanciate poche settimane fa dalla vicenda di Dj Fabo, che per alcuni aspetti ricorda quella di Piergiorgio Welby, e dall'inizio della discussione in Parlamento del progetto di legge sul testamento biologico. Fuori da ogni tecnicismo, i relatori - in primo piano, gli ospiti Corrado Augias e Mina Welby - svilupperanno una riflessione articolata e complessa su questo argomento, dedicando uno specifico spazio al confronto e agli interventi del pubblico

La sempre maggiore resistenza agli insetticidi rappresenta una minaccia per le produzioni agricole e la salute pubblica. In questo scenario, i prodotti naturali di origine vegetale sono alleati preziosi per invertire questa tendenza negativa. Un aiuto in questo senso viene dall’olio di neem, estratto dalla pianta asiatica Azadirachta indica, sul quale il gruppo di ricerca del professore Angelo Canale del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa ha recentemente condotto degli studi e pubblicato una review sulla rivista scientifica “Natural Product Research”.

coccinellide preda afidi lotta biologica

“I prodotti a base di neem, così come altri estratti vegetali, hanno dimostrato efficacia nei confronti di più di 100 specie di artropodi nocivi, con meccanismi multipli di azione insetticida che rendono poco probabile l’insorgenza di resistenza nelle specie trattate - spiega Angelo Canale – sono inoltre a basso costo e presentano caratteristiche di ridotta tossicità verso i mammiferi”.

In particolare, come dimostrano le più recenti ricerche condotte in collaborazione con diverse istituzioni nazionali e internazionali (tra cui le Università La Sapienza di Roma, di Camerino e di Padova, oltre a numerosi atenei in Francia, Inghilterra, Germania, Repubblica Ceca, Egitto, Arabia Saudita, Iran, Cina, India, Corea del Sud, Malesia, Giappone e Stati Uniti), l’olio neem è ideale se utilizzato come insetticida nella lotta integrata con agenti di controllo biologico, dato che risulta nocivo per le specie dannose, quali zanzare e acari, ma ha una ridotta tossicità verso alcuni loro predatori, come ad esempio anfibi e pesci.

“Le classiche strategie di controllo biologico con entomofagi – ha concluso il dottor Giovanni Benelli dell’Ateneo pisano e cofirmatario dello studio – possono quindi essere integrate con successo mediante l’utilizzo di nanoformulati insetticidi ecocompatibili, con ridotti effetti non-target e nei confronti dell’ambiente.”

La sempre maggiore resistenza agli insetticidi rappresenta una minaccia per le produzioni agricole e la salute pubblica. In questo scenario, i prodotti naturali di origine vegetale sono alleati preziosi per invertire questa tendenza negativa. Un aiuto in questo senso viene dall’olio di neem, estratto dalla pianta asiatica Azadirachta indica, sul quale il gruppo di ricerca del professore Angelo Canale del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa ha recentemente condotto degli studi e pubblicato una review sulla rivista scientifica “Natural Product Research” (http://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/14786419.2016.1214834).
“I prodotti a base di neem, così come altri estratti vegetali, hanno dimostrato efficacia nei confronti di più di 100 specie di artropodi nocivi, con meccanismi multipli di azione insetticida che rendono poco probabile l’insorgenza di resistenza nelle specie trattate - spiega Angelo Canale – sono inoltre a basso costo e presentano caratteristiche di ridotta tossicità verso i mammiferi”.
In particolare, come dimostrano le più recenti ricerche condotte in collaborazione con diverse istituzioni nazionali e internazionali (tra cui le Università La Sapienza di Roma, di Camerino e di Padova, oltre a numerosi atenei in Francia, Inghilterra, Germania, Repubblica Ceca, Egitto, Arabia Saudita, Iran, Cina, India, Corea del Sud, Malesia, Giappone e Stati Uniti), l’olio neem è ideale se utilizzato come insetticida nella lotta integrata con agenti di controllo biologico, dato che risulta nocivo per le specie dannose, quali zanzare e acari, ma ha una ridotta tossicità verso alcuni loro predatori, come ad esempio anfibi e pesci.
“Le classiche strategie di controllo biologico con entomofagi – ha concluso il dottor Giovanni Benelli dell’Ateneo pisano e cofirmatario dello studio – possono quindi essere integrate con successo mediante l’utilizzo di nanoformulati insetticidi ecocompatibili, con ridotti effetti non-target e nei confronti dell’ambiente.”

medeaLa Stagione 2016/17 al Teatro Era si chiude con un grande classico, Medea di Euripide, nell’adattamento e regia di Gabriele Lavia, sabato 8 aprile ore 21 e domenica 9 aprile ore 18.30.

Per studenti e dipendenti dell'Ateneo è prevista una riduzione del biglietto a 12 euro.

Un lavoro, prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana che scava nell’animo umano e nei grandi interrogativi della vita: Federica Di Martino è Medea, una figura della diversità e dell’istinto attraversati da folgoranti visioni tragiche, sullo sfondo di una rilettura dove a emergere è la modernità della potenza passionale e devastatrice della protagonista.
“È un testo sconvolgente”, afferma Lavia, “di una bellezza e di una contemporaneità commoventi.

Medea è uno dei personaggi più celebri del mondo classico, per forza drammatica, complessità ed espressività. Euripide la mette in scena nel 431 a.C. mettendo al centro del dramma la passione, violenta e feroce, di una donna. Forte, perché padrona della sua vita, tanto da distruggere tutto quello che la lega al suo passato. Una donna diversa, una barbara in una città che la respinge. Gabriele Lavia legge oggi nel capolavoro euripideo, il viaggio verso un personaggio sradicato in un paese straniero.
“Medea è una donna tradita”, spiega il regista, “è una donna che viene da lontano. È ‘figlia del Sole’, non perché partorita dal dio Sole, ma perché viene dal mondo in cui il Sole sorge. Viene dal Caucaso, dall’Oriente, è un’altra cultura. Parliamo di un capolavoro assoluto, che tira dentro e non si lascia svelare. Nessun regista può interpretarlo. La verità è che Medea ha interpretato me. Lei mi ha piegato, mi ha portato a realizzare questo allestimento”.
La scena si svolge a Corinto, dove Medea vive con Giasone e i loro due figli. La donna ha aiutato il marito nell’impresa del Vello d’oro e abbandonato il padre Eeta, re della Colchide e fratello di Circe. Dopo dieci anni, però, Creonte, re della città, vuole offrire sua figlia Glauce in sposa a Giasone, dandogli così la possibilità di successione al trono. Giasone accetta e abbandona Medea.

Leggi i dettagli sul sito del Teatro Era

Al dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa nasce l'Innovation Lab, un nuovo spazio che ospiterà alcune aziende spin off e start up del settore dell’ICT che fanno riferimento al dipartimento: BioBeats, BioCare Provider, Geckosoft, Tennis Commander e Zerynth. All'inaugurazione della nuova struttura, che si è tenuta lunedì 3 aprile, sono intervenuti il direttore del dipartimento di Informatica, Gianluigi Ferrari, il fondatore di BioBeats, Davide Morelli, e il componente del Consiglio direttivo dell’ANVUR con delega alla terza missione, Paolo Miccoli.

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«In un mondo come quello del software e del digitale dove tutto è immateriale, il nostro dipartimento ha deciso di destinare un luogo fisico alla produzione di innovazione – ha spiegato il professor Ferrari – L'obiettivo è quello di avvicinare ulteriormente la ricerca di base all’innovazione, senza dimenticare la didattica: l’Innovation Lab sarà un luogo fisico aperto anche agli studenti che potranno vedere materialmente cosa significa valorizzare le proprie idee per produrre innovazione».

La presentazione dell’Innovation Lab è avvenuta in occasione dell’apertura di “Research, Innovation and Future of ICT”, un ciclo di seminari tenuti da rappresentanti di aziende leader a livello mondiale del settore informatico, che nei prossimi mesi saranno ospiti al dipartimento. Il protagonista del primo incontro è stato Luca Cardelli, di Microsoft, che ha parlato di “Computational Sciences”. Prossimamente sarà la volta di rappresentanti di Huawei, Dell, TIM, Navionics, Facebook, Google e Illumina.

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«Per incrementare l’eccellenza scientifica del dipartimento nella ricerca e nell’innovazione, crediamo che, ora più che mai, sia necessario creare, rafforzare e ampliare le collaborazioni con aziende prestigiose, rinomate a livello mondiale, che stanno tracciando la via dell’innovazione nel settore dell’ICT - ha dichiarato il professor Ferrari - Per raggiungere questo obiettivo, i docenti del dipartimento hanno deciso di organizzare una serie di seminari tenuti da speaker provenienti dalle aziende più prestigiose del settore ICT. Siamo convinti che questi incontri possano avvicinare le attività di ricerca svolte all’interno del dipartimento alle ultime tendenze in fatto di innovazione industriale, con il fine ultimo di promuovere e far emergere le sfide scientifiche e tecnologiche internazionali, potenziare i contatti con queste aziende e, infine e possibilmente, attivare progetti di ricerca congiunti».

Spin off e start up dell’Innovation Lab

BioBeats, spin off dell’Università di Pisa ormai affermata a livello internazionale, è nota per la app “Pulse” che genera musica dal battito del cuore, e per “Hear and Now”, la app in grado di rivelare il livello di stress. Questo progetto ha ottenuto oltre due milioni di dollari di finanziamento da un venture capitalist inglese.

BioCare Provider è un’azienda spin off di Università di Pisa e Scuola Superiore Sant’Anna. Applicando le tecnologie mobili e digitali alla medicina e alla salute, ha sviluppato drDrin, una piattaforma di servizi web accessibili sia da PC che da smartphone e tablet, che ricorda ai pazienti in terapia farmacologica quando, come e quale medicinale prendere, e ‘Faster Than Your Bike’, una app per monitorare la salute dei piloti del MotoGP.

Tennis Commander, start up dell’Università di Pisa, ha sviluppato il primo software di monitoraggio delle performance dedicato ai tennisti di tutte le categorie, professionisti e amatori, compatibile con smartwatch (Android Wear e iOS) e smartphone. Basato anche su analisi di Big Data, Tennis Commander si rivolge ai tennisti di tutti i livelli, ponendosi come un allenatore virtuale sempre presente.

Zerynth è una start up dell’Università di Pisa che ha creato una suite software che facilita e velocizza la programmazione in Phyton, uno dei linguaggi oggi più diffusi ed efficienti, dei microcontrollori e sensori, dispositivi elettronici di cui è oggi pieno il mondo delll’Internet of things.

Geckosoft è una start up dell’Università di Pisa che sviluppa software e servizi web. È conosciuta per la app MathGuro, che scopre le lacune in matematica e aiuta a superarle, e per LIT, il micro social network creato per scoprire la Toscana in modo innovativo.

Guarda il video 

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
pisatoday.it
pisainformaflash.it

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Lunedì, 03 Aprile 2017 13:26

Queen of Bass. Drum n Bass. Reggae party

Immagine Queen of BassIl 7 aprile alle 21, presso il Polo Carmignani, l'Associazione Artist Syndacate organizza la serata evento "Queen of Bass. Drum n Bass. Reggae party".

Programma

Drum and Bass place
V3A + Miss Criss (Bassina Crew)

Warm up and Closing set by
Space Vandal (Artist Syndacate)

Reggae Place
Dejan + Mr Pan (O.T.M. Sound)

L'evento è svolto con i contributi per le Attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mercoledì 5 aprile, a partire dalle 9.30, nell'Aula Magna del Palazzo Boilleau, in via Santa Maria 85, si tiene la giornata di studio e discussione "Ripensare Maimonide: percorsi ebraici contemporanei”. L'evento è organizzato con il sostegno del Dottorato di Ricerca in Filosofia delle università di Pisa e di Firenze, del dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati” dell’Università di Pisa.
La giornata è dedicata alle riletture del pensiero di Mosè Maimonide tra fine XIX secolo ed età contemporanea. Il filo conduttore saranno le mutazioni del paradigma di lettura dell’opera di Maimonide, a partire dall'esperienza diasporica italiana dell'età dell'emancipazione fino alle forme di neo-maimonidismo nei Jewish Studies statunitensi contemporanei.

Per prevenire la malattia parodontale basta assumere due kiwi al giorno. Lo dice uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Pisa che ha recentemente ottenuto il prestigioso HM Goldman Prize 2017 assegnato dalla Società italiana di Parodontologia e Implantologia. Il lavoro scientifico “The effect of twice daily kiwifruit consumption on periodontal and systemic conditions before and after treatment: A randomized clinical trial” vede come primo autore il professor Filippo Graziani, docente del dipartimento del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica e del Centro interdipartimentale di ricerca “Nutraceutica e alimentazione per la salute” dell’Università di Pisa. Gli autori sono Filippo Graziani, Nicola Discepoli, Stefano Gennai, Dimitra Karapetsa, Marco Nisi, Lea Bianchi, Mario Gabriele della Odontoiatria di Pisa e Martijn Rosema e Ubele Van der Velden dell’ACTA di Amsterdam.
«In questa ricerca, sperimentata su due gruppi di pazienti, si è evidenziato il ruolo dell’assunzione giornaliera di due kiwi nella prevenzione della malattia parodontale – spiega il professor Graziani – Questa abitudine ha infatti determinato una riduzione significativa del sanguinamento gengivale rispetto ai pazienti che non assumevano i kiwi continuando così le loro abitudini alimentari consuete. È un dato importante in quanto costituisce uno dei primi esempi di applicazioni nutraceutiche al campo dell’odontoiatria in generale e a quello della parodontologia in particolare».
I ricercatori precisano che l’effetto benefico del kiwi è stato riscontrato nella fase di pretrattamento parodontale (che consta nella pulizia delle radici sotto le gengive): «L’intervento da parte di noi odontoiatri è comunque fondamentale per curare la parodontite. L’assunzione di kiwi aiuta a ridurre l’infiammazione e il distacco di gengive e denti, ma i trattamenti di decontaminazione sono comunque necessari per contrastare l’avanzamento della malattia».
L’HM Goldman Prize, insieme al Robinson Award dell’American Academy of Periodontology nel 2013 e al Jaccard Prize della European Federation of Periodontology nel 2017, va a completare il trio dei premi di ricerca più prestigiosi al mondo nel campo della parodontologia. “Questo - conclude il professor Graziani – è fonte di grande soddisfazione per tutta la scuola di Odontoiatria diretta dal nostro maestro, il professor Mario Gabriele».

Per prevenire la malattia parodontale basta assumere due kiwi al giorno. Lo dice uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Pisa che ha recentemente ottenuto il prestigioso HM Goldman Prize 2017 assegnato dalla Società italiana di Parodontologia e Implantologia. Il lavoro scientifico “The effect of twice daily kiwifruit consumption on periodontal and systemic conditions before and after treatment: A randomized clinical trial” vede come primo autore il professor Filippo Graziani, docente del dipartimento del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell'area critica e del Centro interdipartimentale di ricerca “Nutraceutica e alimentazione per la salute” dell’Università di Pisa.

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Gli autori sono Filippo Graziani, Nicola Discepoli, Stefano Gennai, Dimitra Karapetsa, Marco Nisi, Lea Bianchi, Mario Gabriele della Odontoiatria di Pisa e Martijn Rosema e Ubele Van der Velden dell’ACTA di Amsterdam.

«In questa ricerca, sperimentata su due gruppi di pazienti, si è evidenziato il ruolo dell’assunzione giornaliera di due kiwi nella prevenzione della malattia parodontale – spiega il professor Graziani – Questa abitudine ha infatti determinato una riduzione significativa del sanguinamento gengivale rispetto ai pazienti che non assumevano i kiwi continuando così le loro abitudini alimentari consuete. È un dato importante in quanto costituisce uno dei primi esempi di applicazioni nutraceutiche al campo dell’odontoiatria in generale e a quello della parodontologia in particolare».

I ricercatori precisano che l’effetto benefico del kiwi è stato riscontrato nella fase di pretrattamento parodontale (che consta nella pulizia delle radici sotto le gengive): «L’intervento da parte di noi odontoiatri è comunque fondamentale per curare la parodontite. L’assunzione di kiwi aiuta a ridurre l’infiammazione e il distacco di gengive e denti, ma i trattamenti di decontaminazione sono comunque necessari per contrastare l’avanzamento della malattia».

L’HM Goldman Prize, insieme al Robinson Award dell’American Academy of Periodontology nel 2013 e al Jaccard Prize della European Federation of Periodontology nel 2017, va a completare il trio dei premi di ricerca più prestigiosi al mondo nel campo della parodontologia. “Questo - conclude il professor Graziani – è fonte di grande soddisfazione per tutta la scuola di Odontoiatria diretta dal nostro maestro, il professor Mario Gabriele».

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