'La filosofia in Italia al tempo di Dante' e 'Eros e virtù', doppia presentazione di libri a Pisa
Mercoledì 23 novembre doppio appuntamento con i libri a Palazzo Ricci a Pisa (Via Collegio Ricci, 10). Alle 15 sarà presentato il volume “La filosofia in Italia al tempo di Dante” appena pubblicato da Il mulino e curato dal professore Gianfranco Fioravanti dell’Università di Pisa in collaborazione con Carla Casagrande dell’Ateneo di Pavia. L'incontro è organizzato dal Centro di studi interuniversitario GrAL (Greco Arabo Latino) “Incontro di culture” e, oltre ai curatori, saranno presenti Mauro Tulli, Pierluigi Barrotta, Rolando Ferri, Pietro B. Rossi, Giuseppe Petralia e Marco Santagata.
Alle 17,45 sarà quindi la volta di “Eros e virtù. Aristocratiche e borghesi da Watteau a Manet”, l’ultimo lavoro del professore Alberto Banti pubblicato dalla Laterza. Oltre all’autore saranno presenti Maria Antonella Galanti e Silvia Panichi.
Pisa in gara a Dubai per il 'Solar Decathlon Middle East 2018' con altre tre università italiane
L’Università di Pisa, insieme ad altri tre atenei italiani – l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara, la Seconda Università di Napoli e l’Università di Sassari – ha superato le due fasi di selezione per partecipare alla competizione “Solar Decathlon Middle East” che si disputerà negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, nel 2018. I 22 team arrivati alla fase finale, selezionati tra 63 partecipanti provenienti da università di tutto il mondo, sono stati annunciati e presentati a Dubai il 5 ottobre in occasione della cerimonia di apertura del “World Green Economy Summit” alla presenza del Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti e Sovrano di Dubai, lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum.
Il Solar Decathlon è una competizione biennale, promossa a partire dal 2002 dall’US Department of Energy, che mette a confronto, nella fase finale, 20 squadre di studenti universitari, supportati da ricercatori universitari e da un network di aziende, per progettare, realizzare e gestire edifici fortemente innovativi. Le case, veri e propri prototipi, sono realizzate non solo per perseguire in via sperimentale l’efficienza energetica e la sostenibilità, considerando che proprio l’edilizia è uno dei punti deboli del fatidico “effetto serra”, ma anche l’integrazione delle tecnologie sperimentali in nuove architetture.
La prestigiosa competizione internazionale che ha celebrato le sue precedenti edizioni negli Stati Uniti, in Europa, America Latina, Caraibi e Cina, nel 2018 avrà luogo a Dubai, a cura della Dubai Electricity and Water Authority con premi in palio per 2.6 milioni di euro. I team provenienti da 15 paesi dovranno confrontarsi nelle dieci categorie (contest) della gara, che sono architettura, ingegneria, gestione dell’energia, comfort, mobilità sostenibile, funzionalità, sostenibilità, arredo e verde, comunicazione, innovazione.
Il progetto proposto sarà sviluppato nei prossimi diciotto mesi da docenti e ricercatori del dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTeC) dell’Università di Pisa rappresentato dal professor Fabio Fantozzi che, coadiuvato dai ricercatori Francesco Leccese e Giacomo Salvadori e da un nutrito gruppo di studenti (circa 70) dell’area edile, si occuperà dello studio degli aspetti energetici, acustici, impiantistici, sismici, comfort e sostenibilità, legata in modo particolare ad un’attenta scelta dei materiali e all’uso di energie rinnovabili che coprano tutte le esigenze della casa. Interverranno nel progetto anche il professor Walter Salvatore e l’ingegner Silvia Caprili, che cureranno gli aspetti strutturali del fabbricato da realizzare. Questa attività sarà svolta in collaborazione con l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara, che funge da capofila del progetto, con il coordinamento del professor Michele Di Sivo; con il dipartimento di Architettura e disegno industriale “Luigi Vanvitelli” della Seconda Università di Napoli, rappresentato dal professor Sergio Rinaldi; con il dipartimento di Architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari, rappresentato dal professor Antonello Monsù Scolaro, che cureranno soprattutto l’architettura del progetto e degli spazi interni.
«Questa competizione è importante per educare gli studenti a un uso consapevole delle tecnologie di energia rinnovabile, della gestione dell'energia e dell'edilizia sostenibile, sfidandoli a pensare in modo creativo e a sviluppare soluzioni innovative – commenta il professor Fantozzi – A Dubai gli studenti sono stati rappresentati da Nicola Spinelli, studente di Ingegneria edile a Pisa, ma proprio in questi giorni, nelle quattro sedi, è stata completata la selezione dei ragazzi che parteciperanno alla fase finale dello studio, quella di ottimizzazione e cantierizzazione del progetto».
L’ipotesi progettuale proposta intende indagare soluzioni capaci di coniugare le esigenze di benessere e sostenibilità energetica, correlate alle specifiche condizioni climatiche, particolarmente impegnative, con quelle, più generali di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli ambienti abitativi. Si intende coniugare gli obiettivi di ottimizzazione dei consumi di risorse materiali ed energetiche durante l'intero ciclo di vita dell'edificio, con la fattibilità finanziaria, la flessibilità costruttiva e la fruibilità degli spazi abitativi. Particolare attenzione sarà posta nella scelta dei materiali (molto legata al loro ciclo di vita - LCA, Life Cycle Assessment) e dei sistemi costruttivi, avendo cura di valorizzare le risorse locali e le caratteristiche tipologiche, tecnologiche e fisiche della tradizione costruttiva, reinterpretata in un'ottica di reversibilità dei processi realizzativi. Molto importante sarà la modularità che consenta di montare in quindici giorni l’edificio progettato e, alla fine della competizione, rismontarlo e riportarlo a casa dove svolgerà funzione di laboratorio per gli studenti.
«Si intuisce come un edificio del genere sia anche un importante test per un’edilizia che, con costi contenuti e assicurando comfort e bassi costi energetici, si riveli anche molto versatile per risolvere emergenze come terremoti o inondazioni che, nel nostro Paese, stanno verificandosi con una drammatica continuità diventando purtroppo un’esigenza fin troppo realistica e necessaria», conclude il professor Fantozzi.
Servizio Civile all'Università di Pisa: il bando per 72 volontari
Con decreto dirigenziale n. 11701 del 9 novembre 2016 (pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana (BURT) n. 46 parte III del 16/11/2016) è stato emanato l'avviso per la selezione di 2.129 giovani da impiegare nei progetti di servizio civile regionale finanziati con decreto 11488/2016, come modificato dal decreto 11581/2016, con risorse del POR FSE 2014-2020.
Il presente bando rientra nell'ambito di Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per l'autonomia dei giovani.
L’Università di Pisa, tramite il CISP – Centro Interdisciplinare di Scienze per la Pace, ha presentato ben 12 progetti, tutti approvati e finanziati che offriranno la possibilità a 72 volontari di fare un’esperienza qualificante e di valore presso il nostro Ateneo.
La domanda di partecipazione può essere presentata esclusivamente on line, accedendo al sito: https://servizi.toscana.it/sis/DASC e seguendo le apposite istruzioni.
La scadenza per la presentazione della domanda è stata prorogata al 12/01/2017
Elenco dei progetti per i quali gli aspiranti volontari potranno presentare domanda nelle relative strutture:
- Un patrimonio botanico da scoprire, promuovere e valorizzare (Orto Botanico)
- Tra i libri e i documenti, per un impegno che dà valore (Sistema Bibliotecario d'Ateneo)
- Il servizio civile tra storia e innovazione al Museo di Storia Naturale (Museo di Calci)
- ServizioCivile@Sid (Sistema Informatico Dipartimentale)
- Un servizio che vale e dà valore a Collezioni e Musei (Sistema Museale di Ateneo)
- Nuovi modelli e strumenti organizzativi e di comunicazione al servizio del mondo universitario (Ingegneria Civile, Direzione Edilizia, Ufficio Comunicazione)
- Accoglienza e integrazione culturale in contesto universitario (CLI — Centro Linguistico)
- Servizio Civile e Turismo Sanitario in Toscana (Fondazione Arpa)
- Servizio Civile e disabilità: oltre i limiti tante opportunità (USID - Unità di Servizi per l’Integrazione degli Studenti Disabili)
- La scelta di un impegno attento ai nuovi bisogni dell’utenza universitaria (Direzione Didattica, Dipartimenti Filologia, Letteratura e Linguistica e Scienze della Terra)
- Al servizio della Scienza: alla scoperta di composti chimici e strumentazioni antiche (Farmacia)
- Un percorso di valore tra Agricoltura, Allevamento e innovazione sostenibile (Centro Avanzi - Dipartimento di Scienze Veterinarie)
Pisa in gara a Dubai per il “Solar Decathlon Middle East 2018” con altre tre università italiane
L’Università di Pisa, insieme ad altri tre atenei italiani – l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti e Pescara, la Seconda Università di Napoli e l’Università di Sassari – ha superato le due fasi di selezione per partecipare alla competizione Solar Decathlon Middle East che si disputerà negli Emirati Arabi Uniti, a Dubai, nel 2018. I 22 team arrivati alla fase finale, selezionati tra 63 partecipanti provenienti da università di tutto il mondo, sono stati annunciati e presentati a Dubai il 5 ottobre in occasione della cerimonia di apertura del “World Green Economy Summit” alla presenza del Vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti e Sovrano di Dubai, lo Sceicco Mohammed bin Rashid Al Maktum.
Il Solar Decathlon è una competizione biennale, promossa a partire dal 2002 dall’US Department of Energy, che mette a confronto, nella fase finale, 20 squadre di studenti universitari, supportati da ricercatori universitari e da un network di aziende, per progettare, realizzare e gestire edifici fortemente innovativi. Le case, veri e propri prototipi, sono realizzate non solo per perseguire in via sperimentale l’efficienza energetica e la sostenibilità, considerando che proprio l’edilizia è uno dei punti deboli del fatidico “effetto serra”, ma anche l’integrazione delle tecnologie sperimentali in nuove architetture.
La prestigiosa competizione internazionale che ha celebrato le sue precedenti edizioni negli Stati Uniti, in Europa, America Latina, Caraibi e Cina, nel 2018 avrà luogo a Dubai, a cura della Dubai Electricity and Water Authority con premi in palio per 2.6 milioni di euro. I team provenienti da 15 paesi dovranno confrontarsi nelle dieci categorie (contest) della gara, che sono architettura, ingegneria, gestione dell’energia, comfort, mobilità sostenibile, funzionalità, sostenibilità, arredo e verde, comunicazione, innovazione.
Il progetto proposto sarà sviluppato nei prossimi diciotto mesi da docenti e ricercatori del dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni (DESTeC) dell’Università di Pisa rappresentato dal professor Fabio Fantozzi che, coadiuvato dai ricercatori Francesco Leccese e Giacomo Salvadori e da un nutrito gruppo di studenti (circa 70) dell’area edile, si occuperà dello studio degli aspetti energetici, acustici, impiantistici, sismici, comfort e sostenibilità, legata in modo particolare ad un’attenta scelta dei materiali e all’uso di energie rinnovabili che coprano tutte le esigenze della casa. Interverranno nel progetto anche il professor Walter Salvatore e l’ingegner Silvia Caprili, che cureranno gli aspetti strutturali del fabbricato da realizzare. Questa attività sarà svolta in collaborazione con l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara, che funge da capofila del progetto, con il coordinamento del professor Michele Di Sivo; con il dipartimento di Architettura e disegno industriale “Luigi Vanvitelli” della Seconda Università di Napoli, rappresentato dal professor Sergio Rinaldi; con il dipartimento di Architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari, rappresentato dal professor Antonello Monsù Scolaro, che cureranno soprattutto l’architettura del progetto e degli spazi interni.
«Questa competizione è importante per educare gli studenti a un uso consapevole delle tecnologie di energia rinnovabile, della gestione dell'energia e dell'edilizia sostenibile, sfidandoli a pensare in modo creativo e a sviluppare soluzioni innovative – commenta il professor Fantozzi – A Dubai gli studenti sono stati rappresentati da Nicola Spinelli, studente di Ingegneria edile a Pisa, ma proprio in questi giorni, nelle quattro sedi, è stata completata la selezione dei ragazzi che parteciperanno alla fase finale dello studio, quella di ottimizzazione e cantierizzazione del progetto».
Nella foto: la delegazione Pisa-Pescara (da sinistra lo studente Nicola Spinelli e il Prof. Fabio Fantozzi).
L’ipotesi progettuale proposta intende indagare soluzioni capaci di coniugare le esigenze di benessere e sostenibilità energetica, correlate alle specifiche condizioni climatiche, particolarmente impegnative, con quelle, più generali di fruibilità, accessibilità e sicurezza degli ambienti abitativi. Si intende coniugare gli obiettivi di ottimizzazione dei consumi di risorse materiali ed energetiche durante l'intero ciclo di vita dell'edificio, con la fattibilità finanziaria, la flessibilità costruttiva e la fruibilità degli spazi abitativi. Particolare attenzione sarà posta nella scelta dei materiali (molto legata al loro ciclo di vita - LCA, Life Cycle Assessment) e dei sistemi costruttivi, avendo cura di valorizzare le risorse locali e le caratteristiche tipologiche, tecnologiche e fisiche della tradizione costruttiva, reinterpretata in un'ottica di reversibilità dei processi realizzativi. Molto importante sarà la modularità che consenta di montare in quindici giorni l’edificio progettato e, alla fine della competizione, rismontarlo e riportarlo a casa dove svolgerà funzione di laboratorio per gli studenti.
«Si intuisce come un edificio del genere sia anche un importante test per un’edilizia che, con costi contenuti e assicurando comfort e bassi costi energetici, si riveli anche molto versatile per risolvere emergenze come terremoti o inondazioni che, nel nostro Paese, stanno verificandosi con una drammatica continuità diventando purtroppo un’esigenza fin troppo realistica e necessaria», conclude il professor Fantozzi.
Nella foto: gli studenti delle università selezionate.
Ne hanno parlato:
InToscana.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
gonews.it
Elettronica Alla Spina: Musica e Architettura
Il 7 dicembre dalle 21 presso il cinema Lumiere si tiene la rassegna Elettronica alla Spina 05 dedicata alle innovazioni tecnologiche in ambito artistico musicale.
L'evento è organizzato dal gruppo studentesco Jessica Grasse con il contributo dell'Ateneo per le attività studentesche.
La quinta edizione di Elettronica Alla Spina, presenta in concerto il celebre musicista e artista multimediale britannico Robin Rimbaud (alias Scanner), che sul tema del rapporto tra musica e architettura ha di recente portato a termine il progetto Vex, su invito dello studio di architetti londinese Chance de Silva.
Scanner presenterà a Pisa, per la prima volta dal vivo, il materiale sonoro risultante da questa collaborazione, nei suggestivi spazi del Cinema Teatro Lumière (Lungarno Pacinotti 29). L’evento sarà preceduto da un seminario/tavola rotonda con la partecipazione, oltre a Robin Rimbaud, del critico musicale Vittore Baroni (Blow Up magazine) che illustrerà in una panoramica storica esempi significativi di integrazione tra musica e architettura, del professor Vincenzo Riso (Università del Minho, Guimarães, Portogallo) che evidenzierà il punto di vista architettonico in tali relazioni, e da Massimo Magrini (ricercatore del CNR, Pisa, noto per il progetto ambient Bad Sector) che, occupandosi da anni di relazioni fra arte, scienza e tecnologie, coordinerà informalmente l’incontro. A fine serata (ore 23:00) PUM Factory Fest con Mohabitat Audio-Visual Live set.
Programma
h. 21
Seminario/Tavola rotonda
Musica e Architettura
Intervengono
Vittore Baroni, Blow up magazine
Robin Rimbaud, scanner UK
Vincenzo Riso, scuola di architettura UMinho Guimaraes
Massimo Magrini, ISTI-CNR bad sector, Olhon
h.22
Scanner live
h.23
Pum factory fest con Mohabitat
Ingresso gratuito
Robin Rimbaud - Scanner
Il musicista e compositore Robin Rimbaud (Londra, 1964), meglio noto nell’ambito della musica elettronica con lo pseudonimo di Scanner, si muove sul terreno di confluenza tra suono, spazio, immagine e forma, creando composizioni assorbenti e stratificate che utilizzano in modo non convenzionale le nuove tecnologie. Dai suoi primi controversi lavori prodotti avvalendosi di conversazioni intercettate nelle onde radio da telefoni cellulari, fino alle opere che intendono catturare il rumore nascosto della moderna metropoli come simbolo di significati e contatti occultati, le sue audaci sperimentazioni hanno conquistato l'ammirazione di personaggi quali Bjork, Aphex Twin e Stockhausen. Rimbaud è anche uno scrittore e critico dei media, artista multimediale e produttore discografico. Il suo lavoro abbraccia un’ampia gamma di generi: musica elettronica, sound design, computer music, colonne sonore, contemporanea, rock e jazz. Dal 1991 svolge un’intensa attività concertistica, produce performance multimediali su larga scala e installazioni di audio art valutate dalla critica tra le più innovative e influenti della musica elettronica contemporanea. Ha collaborato con un gran numero di musicisti e artisti internazionali, tra cui Bryan Ferry, Dangermouse, Coil, Laurie Anderson, Merce Cunningham, Wayne MacGregor, Mike Kelley, Steve McQueen, e Hussein Chalayan. È inoltre membro del gruppo musicale Githead, assieme a Colin Newman degli Wire, Malka Spigel e Max Franken della band israeliana Minimal Compact. Il suo lavoro è stato presentato negli Stati Uniti, in Sud America, Asia, Australia ed Europa.
Info
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Concerto dei Baciamolemani
Il 26 novembre alle 22 presso il circolo AICS EXwide si terrà il concerto del gruppo "Baciamolemani".
L'attivita è organizzata dall'associazione News e svolta con i contributi per le attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa.
Ingresso gratuito
Info
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Un nanomateriale intelligente per la cura dell’osteoporosi
Un nanomateriale intelligente per la cura dell’osteoporosi capace di “ingannare” le cellule ossee invecchiate, ricreando il microambiente tipico di un osso sano. E’ questa la sfida del progetto europeo BOOST a cui collaborano il professore Giovanni Vozzi e l’ingegnere Carmelo De Maria del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. Partito nel maggio 2016 e finanziato con circa due milioni di euro, BOOST (Biomimetic trick to re-balance Osteoblast-Osteoclast loop in osteoporoSis treatment: a Topological and materials driven approach) è coordinato dal Politecnico di Torino e, oltre all’Ateneo pisano, coinvolge anche l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Università Politecnica delle Marche.
L’osteoporosi riguarda decine di milioni di persone in Europa, numero in continuo aumento per l'invecchiamento della popolazione. Una donna su tre e un uomo su cinque, dopo i cinquant’anni, sperimentano una frattura ossea dovuta a questa patologia che causa fragilità per lo squilibrio fra l’azione degli osteoblasti, cellule deputate al rinforzo della struttura ossea, e gli osteoclasti, che invece la distruggono laddove non necessaria. Il progetto BOOST mira a recuperare questo equilibrio attraverso lo sviluppo di uno “scaffold intelligente”, cioè di una struttura polimerica micro e nano fabbricata in grado di riprodurre gli stessi stimoli fisici, chimici, meccanici, topologici e biologici tipici del tessuto osseo sano.
“Si tratta di un approccio completamente differente rispetto al tradizionale apporto farmacologico – spiega Giovanni Vozzi - ma che potrebbe anche integrarsi a questo con l’inserimento di farmaci nella struttura nanoporosa del materiale con il quale è fabbricato lo scaffold”.
In particolare nell’ambito di BOOST, il team coordinato da Vozzi e De Maria contribuirà allo sviluppo di una piattaforma dedicata per la micro e nano fabbricazione degli scaffold mettendo a frutto una lunga esperienza in questo settore. Da anni infatti questo questo gruppo di ricercatori si occupa dello sviluppo di dispositivi bioingegneristici avanzati per la realizzazione di strutture polimeriche in grado di riprodurre le caratteristiche tipiche di un tessuto sano e/o patologico combinando diversi materiali e metodiche di micro e nano fabbricazione.
“La collaborazione col gruppo della professoressa Vitale Brovarone del Politecnico di Torino - commenta Vozzi – dimostra come sia possibile fare ricerca multidisciplinare di eccellenza in Italia anche tra atenei. Inoltre il progetto BOOST permetterà di realizzare per la prima volta una piattaforma bioingegneristica di lavorazione multimateriale e multiscala che potrà in un futuro essere applicata allo sviluppo di modelli in vitro per diverse tipologie di tessuto, non solo quello osseo, e che potranno trovare applicazione nell’ambito della ricerca di base, del testing farmacologico e della personalizzazione di terapie cliniche”.
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Nella foto da sinistra Giovanni Vozzi, Francesca Montemurro, Aurora Deacutis, Carmelo De Maria
Un nanomateriale intelligente per la cura dell’osteoporosi
Un nanomateriale intelligente per la cura dell’osteoporosi capace di “ingannare” le cellule ossee invecchiate, ricreando il microambiente tipico di un osso sano. E’ questa la sfida del progetto europeo BOOST a cui collaborano il professore Giovanni Vozzi e l’ingegnere Carmelo De Maria del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa. Partito nel maggio 2016 e finanziato con circa due milioni di euro, BOOST (Biomimetic trick to re-balance Osteoblast-Osteoclast loop in osteoporoSis treatment: a Topological and materials driven approach) è coordinato dal Politecnico di Torino e, oltre all’Ateneo pisano, coinvolge anche l’Istituto Ortopedico Rizzoli e l’Università Politecnica delle Marche.
L’osteoporosi riguarda decine di milioni di persone in Europa, numero in continuo aumento per l'invecchiamento della popolazione. Una donna su tre e un uomo su cinque, dopo i cinquant’anni, sperimentano una frattura ossea dovuta a questa patologia che causa fragilità per lo squilibrio fra l’azione degli osteoblasti, cellule deputate al rinforzo della struttura ossea, e gli osteoclasti, che invece la distruggono laddove non necessaria.
Il progetto BOOST mira a recuperare questo equilibrio attraverso lo sviluppo di uno “scaffold intelligente”, cioè di una struttura polimerica micro e nano fabbricata in grado di riprodurre gli stessi stimoli fisici, chimici, meccanici, topologici e biologici tipici del tessuto osseo sano.
“Si tratta di un approccio completamente differente rispetto al tradizionale apporto farmacologico – spiega Giovanni Vozzi - ma che potrebbe anche integrarsi a questo con l’inserimento di farmaci nella struttura nanoporosa del materiale con il quale è fabbricato lo scaffold”.
In particolare nell’ambito di BOOST, il team coordinato da Vozzi e De Maria contribuirà allo sviluppo di una piattaforma dedicata per la micro e nano fabbricazione degli scaffold mettendo a frutto una lunga esperienza in questo settore. Da anni infatti questo questo gruppo di ricercatori si occupa dello sviluppo di dispositivi bioingegneristici avanzati per la realizzazione di strutture polimeriche in grado di riprodurre le caratteristiche tipiche di un tessuto sano e/o patologico combinando diversi materiali e metodiche di micro e nano fabbricazione.
“La collaborazione col gruppo della professoressa Vitale Brovarone del Politecnico di Torino - commenta Vozzi – dimostra come sia possibile fare ricerca multidisciplinare di eccellenza in Italia anche tra atenei. Inoltre il progetto BOOST permetterà di realizzare per la prima volta una piattaforma bioingegneristica di lavorazione multimateriale e multiscala che potrà in un futuro essere applicata allo sviluppo di modelli in vitro per diverse tipologie di tessuto, non solo quello osseo, e che potranno trovare applicazione nell’ambito della ricerca di base, del testing farmacologico e della personalizzazione di terapie cliniche”.
La città e l’acqua: incontro con l’architetto paesaggista portoghese João Nunes
Mercoledì 23 novembre alle 14.00, l'architetto paesaggista portoghese di fama internazionale, João Nunes, terrà una lectio magistralis dal titolo "La Città e l’Acqua" al Polo Carmignani, in Piazza dei Cavalieri, Pisa.
L’incontro promosso ed organizzato dal corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura dell’Università di Pisa vuole promuovere il dibattito sul rapporto tra la forma dell’acqua e la rigenerazione della città, attraverso la presentazione di progetti e casi studio.
Laureato in Architettura Paesaggista all’Instituto Superior de Agronomia da Universidade Técnica di Lisbona, João Nunes è fondatore dello Studio di Architettura Paesaggista “PROAP” (Estudos e Projectos de Arquitectura Paisagista), attraverso il quale esercita la sua attività. A Nunes va il merito di aver sviluppato fin dagli inizi della propria carriera quella coscienza ambientale che a partire dagli anni '80 si è diffusa in Europa e nel mondo occidentale in genere, e che ha richiesto una maggiore attenzione nei confronti dei temi ambientali da parte dei soggetti politici, degli organismi e delle amministrazioni locali.
«Pisa che mangia sano»: al via un progetto sui social network
Ha preso il via una importante iniziativa di educazione alimentare attraverso Facebook rivolta a un campione di dipendenti dell'Università di Pisa, nell'ambito delle attività del Progetto "Pisa città che mangia sano", il cui protocollo è stato stipulato da Regione Toscana, Università di Pisa, Azienda ospedaliero-universitaria pisana, Comune di Pisa ed ex Asl 5 di Pisa, con il contributo della Società della Salute di Pisa. Il protocollo ha la finalità di promuovere azioni volte a prevenire l'insorgenza di patologie croniche promovendo stili di vita salutari in particolare la sana alimentazione e prevenire i disturbi del comportamento alimentare.
La scorsa settimana si è tenuto il primo incontro per spiegare il progetto ai partecipanti, misurare i dati antropometrici e verificare lo stile di vita e le abitudini alimentari, con particolare riguardo all'aderenza alla dieta mediterranea. Nei prossimi sei mesi, all'interno di un gruppo chiuso su Facebook, i partecipanti riceveranno 2-3 post settimanali con informazioni semplici e pratiche e avranno modo di confrontarsi tra di loro e con dietisti dedicati al progetto, con la finalità di porre in atto semplici modifiche della quotidianità per poter migliorare il proprio stile di vita. Alla fine dei sei mesi verranno nuovamente rilevati i dati iniziali e raccolte le statistiche dei post pubblicati, per verificare i risultati ottenuti.
Molto si discute sull'utilizzo del social network per finalità educative. L'intento dell'iniziativa, coordinata dal professor Piero Marchetti, presidente del corso di laurea in Dietistica, e dalla dottoressa Katia Nardi, dietista dell'Aoup, Servizio Dietetico la cui responsabile è la dottoressa Mojgan Azadegan, è quello di utilizzare e verificare un approccio innovativo al passo coi tempi per aiutare a mettere in pratica alcuni concetti basilari, al fine di migliorare il proprio stato di salute. (Fonte Ufficio stampa AOUP).