La Canzone d'Autore in Italia
Il 25 novembre alle 21:00 presso l'aula Magna del Polo Carmignani si tiene la conferenza "La Canzone d'Autore in Italia" a cura di Enrico de Angelis.
E’ stato Enrico de Angelis a coniare l’espressione “canzone d’autore”, pian piano entrata nell’uso comune a partire dall’inizio degli anni ’70 ma chiaramente da riferirsi a realtà anche precedenti, anzi a una tradizione storica e secolare della parola messa in musica. E sarà proprio Enrico de Angelis, giornalista, storico della canzone e direttore artistico del Club Tenco, a raccontarci “La canzone d’autore in Italia”.
La genesi e lo sviluppo storico del fenomeno saranno oggetto del “racconto” che offrirà de Angelis con l’ausilio di proiezioni di rari documenti visivi.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa e in collaborazione con l'associazione Club Tenco di Sanremo.
Ingresso gratuito
Info
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Voce Civile. L'impegno nella Canzone
Il 26 novembre alle 21:00 presso l'aula Magna del Polo Carmignani si tiene il concerto "Voce Civile. L'impegno nella Canzone".
Il concerto ripercorrerà la storia della musica italiana impegnata attraverso il repertorio di autori e interpreti appartenenti a realtà ed epoche del tutto differenti.
Musicisti:
Guido Baldoni
Faust D’Agata
Matteo Prandini
Riccardo Neri
Il concerto è organizzato dall’associazione LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa e in collaborazione con L'associazione Club Tenco di Sanremo.
Ingresso gratuito
Info
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Seminario Powerpoint
Il 26 novembre e il 3 dicembre dalle 14 alle 17 presso l'aula F06 del polo Etruria l' 'associazione "Gestionali in Opera" organizza il seminario sugli strumenti di base per utilizzare il software PowerPoint.
Il seminario sarà svolto attraverso sessioni teoriche e pratiche con esercitazioni in aula.
Relatore
Ing. Enrico Borghi, project planner presso Piaggio.
Il corso è gratuito e aperto a tutti gli studenti
Programma completo e prenotazioni alla pagina: facebook o sul sito
Attività è svolta con i contributi per le attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
Info
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Ingegneria biomedica in Africa: l’Europa finanzia due progetti coordinati dall’Università di Pisa
Sono due i progetti coordinati dall’Università di Pisa che l’Europa ha finanziato per lo sviluppo della bioingegneria in Africa. Il primo, denominato ABEM (African Biomedical Engineering Mobility), ha lo scopo di incentivare la mobilità tra le università africane, utilizzando il programma Erasmus come modello. Il secondo, che si chiama UBORA, ha come finalità la costruzione di una piattaforma virtuale per bioingegneri dove condividere know-how e risorse. A coordinare i progetti sarà Arti Ahluwalia, docente del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e ricercatrice del Centro Piaggio dell’Università di Pisa, che già da tempo lavora con l’UNECA (UN Economic Commission for Africa) come consulente scientifico nell’ambito di un progetto per lo sviluppo di risorse umane in ingegneria biomedica in Africa.
«Come Università di Pisa abbiamo contribuito alla nascita del consorzio “African Biomedical Engineering Consortium” dedicato al miglioramento della salute in Africa tramite la formazione di ingegneri biomedici e l’utilizzo di tecnologie open source – spiega la professoressa Ahluwalia – Insieme a me lavora anche il ricercatore Carmelo De Maria, che è un esperto di prototipazione rapida. Entrambi siamo visiting professor in università africane, io alla Kenyatta University di Nairobi e De Maria alla Addis Ababa University. È anche grazie a queste iniziative che l’Europa ha finanziato i nostri progetti».
Il progetto ABEM-African Biomedical Engineering Mobility, rientra nell’ambito dei programmi della Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA - Intra African Mobility Scheme) e avrà una durata di cinque anni. È stato finanziato con un milione e mezzo di euro e sono sette i partner che partecipano: oltre a Pisa, sono coinvolte la Kenyatta University (Kenia), Addis Ababa University (Etiopia), University of Cape Town (Sud Africa), University of Cairo (Egitto), Mbarara University of Science and Technology (Uganda), University of Lagos (Nigeria). L’Università di Pisa, in qualità di coordinatore tecnico, avrà un ruolo di supervisione, assicurandosi che le università coinvolte riescano a sfruttare al meglio le opportunità presenti e sviluppino un sistema di riconoscimento reciproco. In pratica, il progetto implementerà un modello di mobilità grazie al quale gli studenti delle università africane potranno fare scambi e periodi di studio e ricerca in altri atenei per sviluppare e condividere le conoscenze in ingegneria biomedica, proprio come succede in Europa con il programma Erasmus.
UBORA, che in lingua Swahili vuol dire “eccellenza”, è un progetto Horizon 2020 in cui il Centro di ricerca “E. Piaggio” coordina 6 partner: Kenyatta University (Kenya), Royal Institute of Technology (Svezia), University of Tartu (Estonia), Technical University of Madrid (Spagna), Uganda Industrial Research Institute (Uganda) e l’azienda estone AgileWorks. Il progetto ha ricevuto dalla Commissione europea un milione di euro e ha lo scopo di costruire tra Europa e Africa una piattaforma virtuale per condividere nuove soluzioni, basate su tecnologie open source, in grado di dare risposte alle sfide nel campo della salute. UBORA coinvolgerà università europee e africane, con i loro centri di ricerca tecnologici, combinando la filosofia dell’open design con le norme di sicurezza basate sulle linee guida europee. Il progetto dovrà portare allo sviluppo di soluzioni innovative nell’ingegneria biomedica, con un miglioramento significativo nella formazione in questo campo e nuovi stimoli per l’economia dei paesi coinvolti.
Tra le prime iniziative vi è un contest per il design del logo del progetto aperto agli studenti appartenenti alle 4 università partecipanti. Nei prossimi due anni, sono inoltre in programma competizioni per il design di dispositivi biomedicali open, efficienti, efficaci, sicuri e progettati per rispondere alle diverse caratteristiche del contesto africano ed europeo.
Leggi il regolamento del contest per il design del logo UBORA.
Seminario Powerpoint
Il 26 novembre e il 3 dicembre dalle 14 alle 17 presso l'aula F06 del polo Etruria l' 'associazione "Gestionali in Opera" organizza il seminario sugli strumenti di base per utilizzare il software PowerPoint.
Il seminario sarà svolto attraverso sessioni teoriche e pratiche con esercitazioni in aula.
Relatore
Ing. Enrico Borghi, project planner presso Piaggio.
Il corso è gratuito e aperto a tutti gli studenti
Programma completo e prenotazioni alla pagina: facebook o sul sito
Attività è svolta con i contributi per le attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa.
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Voce Civile. L'impegno nella Canzone
Il 26 novembre alle 21:00 presso l'aula Magna del Polo Carmignani si tiene il concerto "Voce Civile. L'impegno nella Canzone".
Il concerto ripercorrerà la storia della musica italiana impegnata attraverso il repertorio di autori e interpreti appartenenti a realtà ed epoche del tutto differenti.
Musicisti:
Guido Baldoni
Faust D’Agata
Matteo Prandini
Riccardo Neri
Il concerto è organizzato dall’associazione LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa e in collaborazione con L'associazione Club Tenco di Sanremo.
Ingresso gratuito
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A E-schoolapius il premio alla didattica della medicina del concorso "TalentItaly"
La didattica della medicina incontra le nuove tecnologie e, grazie a internet, la nuove “aule virtuali” possono contenere un numero di studenti decisamente più ampio rispetto a quelle tradizionali. Per incoraggiare la diffusione delle lezioni online il Ministro dell’istruzione, università, ricerca (Miur) ha bandito il concorso TalentItaly. La sfida della open education, che ha individuato la piattaforma di e-learning (insegnamento a distanza) più efficace, assegnando il primo premio al corso di cardiologia “I sintomi del cuore”, diffuso attraverso la piattaforma E-schoolapius, promossa da un gruppo di allievi e docenti di Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.
Il riconoscimento del Ministero è stato assegnato alla piattaforma di insegnamento a distanza che, per assonanza, ricorda Esculapio, il personaggio della mitologia greca diventato il dio della medicina, e che si candida a diventare il riferimento per i modelli dei cosiddetti “Massive online open courses” (“Mooc”), strumento sempre più diffuso nel mondo e adesso anche in Italia per non limitare, nello spazio e nel numero di utenti, l’esperienza delle didattica alle aule universitario.
Le lezioni online I sintomi del cuore si propongono di insegnare, principalmente agli studenti in medicina, come gestire in maniera corretta i più comuni sintomi cardiaci come dispnea (respirazione difficoltosa), dolore toracico, sincope e cardiopalmo. Queste lezioni online, dalla grafica accattivante, hanno impressionato la giuria di esperti scelta dal Miur per “l’eccellente livello e l’alta efficacia didattica” dei contenuti e per il “percorso interattivo e coinvolgente” che “consente agli studenti del corso di passare dalla teoria alla pratica clinica”.
Tra le ragioni che hanno contribuito in maniera determinante al successo di “E-schoolapius” figurano “l’alta partecipazione e il basso tasso di abbandono da parte di studenti dalle facoltà di medicina e chirurgia di tutta Italia”, i quali non si sono limitati a risolvere i casi proposti, ma hanno preso parte in maniera attiva alle lezioni, chiedendo spesso di estendere gli argomenti trattati su “E-schoolapius” ad altri, che non fossero legati alla cardiologia.
“Adesso il portale ‘E-schoolapius’ aspira a diventare un riferimento nazionale – commentano Michele Emdin e Claudio Passino, docenti di cardiologia all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna e promotori della piattaforma online - per tutti gli studenti di medicina. Questa piattaforma di e-learning – sottolineano – può diventare un laboratorio dove sperimentare nuove metodologie didattiche in un contesto, come quello della formazione medica, per il quale le nuove tecnologie avranno sempre più un ruolo fondamentale per aiutare i medici del domani a combinare solide basi teoriche con pratica clinica quotidiana, svolta in maniera innovativa”.
“E-schoolapius” è frutto della collaborazione di un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato da Emdin e Passino, in collaborazione con gli allievi di medicina Filippo Quattrone e Marco Cotrufo e con la ricercatrice dell’Istituto di Management del Sant’Anna Sara Barsanti. Il progetto è stato inoltre realizzato grazie alla collaborazione del docente di Medicina interna dell’Università di Pisa, Stefano Taddei; dei medici specializzandi e dottorandi della Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio”; degli allievi in medicina del Sant’Anna Alberto Aimo, Vincenzo Castiglione, Marco Maria Germani, Jacopo Nicolò Marin, Davide Panizza, Eleonora Taddei; della docente coordinatrice del Laboratorio Management e Sanità del Sant’Anna Sabina Nuti; dei ricercatori Marcello Carrozzino e Chiara Evangelista esperti di ‘digital learning’ e realtà virtuale del laboratorio di Robotica percettiva Percro dell’Istituto TeCIP del Sant’Anna; di Stefania Bracci e Simone Romani (Datre Provider) per lo sviluppo della piattaforma e per l’implementazione del corso on-line.
A questo link la valutazione finale della giuria.
La Canzone d'Autore in Italia
Il 25 novembre alle 21:00 presso l'aula Magna del Polo Carmignani si tiene la conferenza "La Canzone d'Autore in Italia" a cura di Enrico de Angelis.
E’ stato Enrico de Angelis a coniare l’espressione “canzone d’autore”, pian piano entrata nell’uso comune a partire dall’inizio degli anni ’70 ma chiaramente da riferirsi a realtà anche precedenti, anzi a una tradizione storica e secolare della parola messa in musica. E sarà proprio Enrico de Angelis, giornalista, storico della canzone e direttore artistico del Club Tenco, a raccontarci “La canzone d’autore in Italia”.
La genesi e lo sviluppo storico del fenomeno saranno oggetto del “racconto” che offrirà de Angelis con l’ausilio di proiezioni di rari documenti visivi.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione LiberLabor con i contributi alle attività studentesche autogestite dell’Università di Pisa e in collaborazione con l'associazione Club Tenco di Sanremo.
Ingresso gratuito
Tra i resti della famiglia Guinigi una protesi dentale antica quattro secoli
Già da alcuni anni i paleopatologi dell’Università di Pisa si occupano dello studio osteoarcheologico dei resti umani appartenenti alla famiglia Guinigi, l’antica casata di Lucca la cui tomba si trova nell’omonima cappella all’interno del complesso conventuale di San Francesco. Durante la pulizia e il restauro dei resti scheletrici rinvenuti mescolati all’interno della tomba collettiva dei Guinigi, è venuta alla luce una protesi dentaria in oro di particolare interesse, sia per le modalità di esecuzione, sia per la rarità del ritrovamento. Lo studio del prezioso reperto è stato effettuato dalla dottoressa Simona Minozzi della Divisone di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, con la collaborazione del professor Gino Fornaciari, della professoressa Valentina Giuffra e del dottor Antonio Fornaciari.
«Lo studio del contesto archeologico non ha permesso una datazione precisa per la protesi che comunque si colloca tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVII secolo e il XVII secolo, e malgrado esistano descrizioni di apparecchi simili nei testi del periodo, non sono conosciute altre evidenze archeologiche – spiega Simona Minozzi – La protesi dentaria ritrovata nella tomba dei Guinigi è quindi la prima testimonianza di protesi dentale di questo periodo storico e aggiunge un un prezioso tassello alla storia dell’odontoiatria». I risultati dello studio sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista Clinical Implant Dentistry and Related Research (DOI 10.1111/cid.12460).
La protesi è formata da cinque denti mandibolari umani tenuti assieme da una lamina metallica in oro; la forma e le dimensioni la rendono adatta alla sostituzione dell’arcata anteriore mandibolare. I denti, canini e incisivi disposti senza rispettare la corretta sequenza anatomica, appartengono a individui diversi. Per la realizzazione dell’apparecchio la radice di ciascun dente è stata limata e tagliata longitudinalmente; all’interno del taglio è stata inserita una sottile lamina d’oro alla quale i denti sono stati assicurati attraverso piccoli perni. La lamina fuoriesce ai due lati della protesi con due alette piegate ad S, sulle quali sono presenti due piccoli fori che garantivano l’ancoraggio ai denti ancora in situ nella mandibola, di cui non è però stata trovata traccia. Infatti, i tentativi di associazione con le numerose mandibole rinvenute nella tomba collettiva che raccoglieva i resti di quasi un centinaio di individui, sepolti assieme alla protesi, non hanno dato esito positivo. In ogni caso, la presenza di un deposito di tartaro sulla superficie dei denti dimostra che l’apparecchio fu portato a lungo.
Indispensabile, per comprendere la struttura della protesi, è stata la micro-CT, effettuata dal prof. Piero Salvadori e dal dott. Daniele Panetta dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. Inoltre, grazie alla collaborazione con il prof. Massimo De Sanctis e la dott.ssa Randa Ishak, del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale, è stato possibile effettuare l’analisi metallografica attraverso la microscopia elettronica a scansione. Lo spettro a raggi X della lamina ha rivelato la composizione della lega metallica utilizzata, che ha un contenuto medio di Oro del 73%, 15,6% di Argento e 11,4% di Rame.
Grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e alla collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, in particolare del dott. Giulio Ciampoltrini, ad oggi è stato possibile studiare buona parte degli oltre 200 scheletri della famiglia Guinigi, importante casata che governò la città di Lucca agli inizi del 1400. Nel corso dello studio sono stati identificati tra di essi i resti di tre delle quattro mogli di Paolo Guinigi, tra cui la famosa Ilaria del Carretto, della quale resta esposto nel duomo di Lucca il celebre sarcofago in marmo scolpito da Jacopo della Quercia.
Tra i resti della famiglia Guinigi una protesi dentale antica quattro secoli
Già da alcuni anni i paleopatologi dell’Università di Pisa si occupano dello studio osteoarcheologico dei resti umani appartenenti alla famiglia Guinigi, l’antica casata di Lucca la cui tomba si trova nell’omonima cappella all’interno del complesso conventuale di San Francesco. Durante la pulizia e il restauro dei resti scheletrici rinvenuti mescolati all’interno della tomba collettiva dei Guinigi, è venuta alla luce una protesi dentaria in oro di particolare interesse, sia per le modalità di esecuzione, sia per la rarità del ritrovamento. Lo studio del prezioso reperto è stato effettuato dalla dottoressa Simona Minozzi della Divisione di Paleopatologia del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, con la collaborazione del professor Gino Fornaciari, della professoressa Valentina Giuffra e del dottor Antonio Fornaciari.
«Lo studio del contesto archeologico non ha permesso una datazione precisa per la protesi che comunque si colloca tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XVII secolo e il XVII secolo, e malgrado esistano descrizioni di apparecchi simili nei testi del periodo, non sono conosciute altre evidenze archeologiche – spiega Simona Minozzi – La protesi dentaria ritrovata nella tomba dei Guinigi è quindi la prima testimonianza di protesi dentale di questo periodo storico e aggiunge un un prezioso tassello alla storia dell’odontoiatria». I risultati dello studio sono stati pubblicati in questi giorni sulla rivista Clinical Implant Dentistry and Related Research (DOI 10.1111/cid.12460).
La protesi è formata da cinque denti mandibolari umani tenuti assieme da una lamina metallica in oro; la forma e le dimensioni la rendono adatta alla sostituzione dell’arcata anteriore mandibolare. I denti, canini e incisivi disposti senza rispettare la corretta sequenza anatomica, appartengono a individui diversi. Per la realizzazione dell’apparecchio la radice di ciascun dente è stata limata e tagliata longitudinalmente; all’interno del taglio è stata inserita una sottile lamina d’oro alla quale i denti sono stati assicurati attraverso piccoli perni. La lamina fuoriesce ai due lati della protesi con due alette piegate ad S, sulle quali sono presenti due piccoli fori che garantivano l’ancoraggio ai denti ancora in situ nella mandibola, di cui non è però stata trovata traccia. Infatti, i tentativi di associazione con le numerose mandibole rinvenute nella tomba collettiva che raccoglieva i resti di quasi un centinaio di individui, sepolti assieme alla protesi, non hanno dato esito positivo. In ogni caso, la presenza di un deposito di tartaro sulla superficie dei denti dimostra che l’apparecchio fu portato a lungo.
Indispensabile, per comprendere la struttura della protesi, è stata la micro-CT, effettuata dal prof. Piero Salvadori e dal dott. Daniele Panetta dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR. Inoltre, grazie alla collaborazione con il prof. Massimo De Sanctis e la dott.ssa Randa Ishak, del dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale, è stato possibile effettuare l’analisi metallografica attraverso la microscopia elettronica a scansione. Lo spettro a raggi X della lamina ha rivelato la composizione della lega metallica utilizzata, che ha un contenuto medio di Oro del 73%, 15,6% di Argento e 11,4% di Rame.
Grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e alla collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, in particolare del dott. Giulio Ciampoltrini, ad oggi è stato possibile studiare buona parte degli oltre 200 scheletri della famiglia Guinigi, importante casata che governò la città di Lucca agli inizi del 1400. Nel corso dello studio sono stati identificati tra di essi i resti di tre delle quattro mogli di Paolo Guinigi, tra cui la famosa Ilaria del Carretto, della quale resta esposto nel duomo di Lucca il celebre sarcofago in marmo scolpito da Jacopo della Quercia.
Ne hanno parlato:
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