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Vincenzo GervasiVincenzo Gervasi
Professore associato di Informatica presso il Dipartimento di Informatica.

Ha conseguito la laurea in Scienze dell’Informazione all’Università di Pisa nel 1993. Dopo un periodo di esperienza industriale, è ritornato all’accademia conseguendo il dottorato di ricerca in Informatica nel 2000, per poi ricoprire i ruoli di ricercatore fino al 2014, quando poi è stato nominato professore associato al Dipartimento di Informatica. Dal 2004 è Honorary Associate presso l’University of Technology di Sydney.

Incarichi istituzionali

Alle attività didattiche e di ricerca, sono state associate diverse attività gestionali e di servizio, fra cui la partecipazione al Comitato di Presidenza della Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, alla Giunta del Dipartimento di Informatica, al Comitato di Gestione del Polo Didattico “L. Fibonacci”. Nel 2000 ha realizzato, in collaborazione con Franco Alberto Cardillo, il sistema software usato per la gestione degli spazi didattici dell’Ateneo. Da allora, con varie qualifiche, si è occupato del monitoraggio e dell’ottimizzazione degli spazi didattici. Dal 2012 è membro del Comitato Aule dell'Ateneo, su incarico del rettore.

Attività didattica e scientifica

Vincenzo Gervasi ha svolto una variegata attività didattica presso vari corsi di studio, principalmente attivati al dipartimento di Informatica, ma anche nei dipartimenti di Matematica, Scienze della Terra, Filologia, Letteratura e Linguistica e presso l’Accademia Navale. Ha tenuto altresì vari corsi di dottorato, sia presso l’Ateneo pisano che all’estero, ed è stato supervisore o co-supervisore di 8 dottorati di ricerca, nonché membro di commissioni di dottorato per altri atenei. Dal 2012 è direttore del master in Sviluppo di applicazioni mobili. Si occupa inoltre di divulgazione scientifica, sia sotto forma editoriale (è autore di 5 manuali didattici e di decine di articoli divulgativi), sia attraverso la partecipazione a eventi come l’Internet Festival o iniziative congiunte con le scuole. Svolge infine attività di formazione e aggiornamento professionale per aziende.

Gli interessi di ricerca di Vincenzo Gervasi gravitano intorno agli aspetti cognitivi dell’Ingegneria del software. In questo ambito sono poi stati sviluppati numerosi rami collaterali, che lo hanno portato a lavorare su temi quali l’elaborazione del linguaggio naturale, la rappresentazione ed elaborazione della conoscenza, le logiche non monotone, i metodi e linguaggi formali di specifica, e più recentemente, le tecniche di intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Alcuni filoni si sono poi evoluti verso lo studio e la definizione di linguaggi per requisiti software, la tracciabilità nel software, e i sistemi distribuiti bioispirati. I risultati di queste ricerche sono documentati in oltre 100 pubblicazioni su sedi internazionali. Alla pubblicazione si affianca un'intensa attività di organizzazione e partecipazione a convegni, incluso il servizio in ruoli di Program Chair e Steering Committee nelle principali conferenze del settore, nonché la partecipazione a progetti di ricerca nazionale, internazionale, e applicata (sotto forma di contratti conto terzi con aziende).

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Palazzo Alla Giornata, Lungarno Pacinotti 43 - 56100 Pisa
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Il 12 novembre l’Associazione News organizza due eventi di arte circense nell’ambito del Pisa Buskers - I° Festival delle Arti pendenti.

Duo Padella
giocoleria e intrattenimento itinerante
dalle 17 alle 18 e 30 tra Via San Martino e Corso Italia.

Acrobatica aerea e Hoola Hoop
dalle 19 alle 20 e 30 in Piazza Gambacorti
Spettacolo di acrobatica aerea a cura di Zazza performer in aria
Spettacolo di Hula Hoop a cura di Federica Pennetta dei The Circus Gang

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Associazione News
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pedana1L'Università di Pisa ha donato una nuova pedana per gli atleti in carrozzina al Club Scherma "Antonio Di Ciolo", nella convinzione di poter contribuire allo sviluppo ulteriore di una disciplina che ha già portato, anche nella sezione disabili, numerosi allori alla città. La pedana permette, infatti, di svolgere un allenamento quotidiano ai numerosi atleti disabili, tra cui alcune studentesse e studenti universitari, che frequentano il Club Di Ciolo e che risolvono così - grazie all'intervento dell'Ateneo - buona parte dei problemi logistici e organizzativi a cui andavano incontro in precedenza.

 

"Tengo molto a ringraziare pubblicamente - ha detto Alessandro Di Ciolo, che insieme al maestro Stefano Cinotti porta avanti numerosi progetti rivolti alla disabilità in ambito motorio - l'Università di Pisa, che da sempre è vicina ai problemi sociali e di integrazione dei giovani, e in particolare il rettore Paolo Mancarella, che anche questa volta non ha fatto mancare il suo pieno sostegno all'iniziativa, confermando la sua grande sensibilità per le tematiche più delicate della nostra società. La scherma e, più in generale, lo sport, possono essere un mezzo di integrazione di straordinario valore: per questo, desidero esprimere la gratitudine all'Ateneo pisano a nome dell'intero Club e di tutti i ragazzi disabili che avranno modo di allenarsi sulla nuova pedana".

paolo piaggiÈ uscita alcuni giorni fa la notizia di uno scienziato italiano che, al National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK) con sede a Phoenix, in Arizona, ha scoperto il THNSL2, un gene che rallenta il metabolismo e fa aumentare di peso. Lo scienziato si chiama Paolo Piaggi, ha 31 anni, è originario di La Spezia e si è formato all’Università di Pisa, dove ha conseguito la laurea triennale e poi specialistica in Ingegneria Biomedica, il dottorato di ricerca in Automatica, Robotica e Bioingegneria, vincendo poi un assegno di ricerca post dottorato. La sua scoperta è stata presentata al congresso annuale della US Obesity Society di New Orleans ed è molto importante perché identifica un fattore genetico che potrebbe diventare il target per cure per nuove cure contro l’obestità.

Paolo Piaggi ha scoperto che un maggiore livello di attività del gene THNSL2 è associato a un metabolismo più “lento”: «I soggetti con un’attività maggiore per questo gene – ha spiegato lo scienziato in un’intervista rilasciata all’ANSA – mostrano nell’arco di un anno di osservazione un aumento di peso tendenzialmente maggiore rispetto a chi, invece, presenta il gene meno attivo. Se studi futuri confermeranno questi risultati allora si potrebbero sviluppare farmaci che possano diminuire l’azione della proteina prodotta dal gene (SOFAT) in modo da aumentare il metabolismo e frenare l’aumento di peso».

Grazie al professor Alberto Landi, uno dei relatori della sua tesi di laurea, Paolo Piaggi ha risposto ad alcune domande sulla sua formazione, il suo lavoro e la sua scoperta.

Qual è stata la tua formazione italiana?
Mi sono formato presso l'Università di Pisa dove ho conseguito la laurea triennale e la laurea specialistica in Ingegneria Biomedica. Ho continuato poi i miei studi ottenendo il dottorato in Automatica, Robotica e Bioingegneria, coordinato dal professor Andrea Caiti, sotto la guida del professor Alberto Landi (Ingegneria) e del professor Ferruccio Santini (Medicina).

Dove lavori ora?
Attualmente lavoro presso il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases (NIDDK/NIH) con sede a Phoenix, Arizona (USA). Ho recentemente ottenuto una posizione di Staff Scientist e sono diventato Principal Investigator di due protocolli clinici sullo studio del metabolismo negli umani). La mia formazione costituisce un esempio di cooperazione interdisciplinare tra due aree diverse, perché se è vero che il mio background è quello del settore dell’Ingegneria Biomedica, le collaborazioni con il settore medico mi hanno portato all’attuale lavoro presso il NIDDK.

Perchè ti hanno premiato?
I risultati della mia ricerca sottomessa al convegno 2016 Obesity Week (New Orleans, Lousiana, Ott 31-Nov 4 2016) in forma di abstract è stata selezionata dal comitato organizzatore per la press release del convegno. L’obesità è un problema primario negli Stati Uniti e sta divenendo sempre più importante anche in Europa, quindi l’argomento di ricerca richiama molto interesse. Una volta identificato il gene che predispone all’obesità, pensate alla ricaduta della introduzione di un farmaco che permette di contrastarlo.

Come si lavora negli Stati Uniti?
Lavorare presso il NIDDK/NIH rappresenta un'opportunità unica per condurre ricerca di base e transazionale data la grande disponibilità di risorse economiche e la collaborazione con esperti di fama internazionale con cui poter sviluppare nuove idee e protocolli di studio. Per ora mi sono trovato veramente bene.

Continui a collaborare con l'Italia e ci torneresti?
Si, ho una collaborazione attiva con l'Università di Pisa nell'ambito di un progetto di ricerca inerente la costruzione di una camera metabolica nell’ospedale di Cisanello per studi metabolici in soggetti sani e con patologie endocrino-metaboliche. Mi dicono dall’Italia che siamo prossimi alla sua inaugurazione. La possibilità di condurre ricerche in Italia e magari a Pisa rappresenterebbe per me un'opportunità allettante per proseguire negli studi sul metabolismo e poter tornare alla mia "alma mater".

Marco GesiProfessore ordinario di Anatomia Umana presso il Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia.

Marco Gesi ha conseguito la laurea in Farmacia nel 1993, il dottorato di ricerca nel 1997, la specializzazione in Farmacologia nel 2000 e la laurea in Fisioterapia nel 2007, all’Università di Pisa. Durante il periodo di studi universitari ha frequentato l’Istituto di Anatomia Umana Normale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. È stato ricercatore universitario dal 1998 al 2002 (S.S.D. BIO/16, Anatomia Umana), anni nei quali ha collaborato e frequentato gli Istituti di Anatomia Umana dell’Università di Cagliari e dell’Università di Bologna. Dal 2020 è professore ordinario di Anatomia Umana presso l’Università di Pisa.

Incarichi istituzionali

Il professor Marco Gesi è membro della Società Italiana di Anatomia e Istologia dal 1994, del Collegio dei docenti di Anatomia Umana dal 2004 e del Consiglio direttivo nazionale del Collegio dei docenti di Anatomia Umana dal 2006. All’Università di Pisa è direttore del Consiglio congiunto dei master universitari in Fisioterapia Sportiva, Idrokinesiterapia e Teoria e Tecniche della Preparazione Atletica nel Calcio (titolo congiunto con l’Università di Verona) dal 2010 e direttore del corso di perfezionamento in Anatomia e Manipolazione della Fascia dal 2012. Il professor Gesi è membro del Centro Interdipartimentale di Microscopia Elettronica (CIME) dal 2012 e del Centro di Eccellenza Endocas per la chirurgia assistita dal 2013. È presidente del corso di laurea in Fisioterapia dell’Università di Pisa dal 2015.

Attività scientifica e didattica

Il professor Marco Gesi svolge attività didattica nei corsi di laurea a ciclo unico in Farmacia, in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e in Medicina e Chirurgia, oltre che nei corsi di laurea triennale, specialistica e nelle scuole di specializzazione dei dipartimenti dell’area medica. Per quanto riguarda l’attività di ricerca, negli anni si è occupato di vari temi, partecipando anche a progetti di ricerca PRIN e FIRB. Nei primi anni della sua attività si è occupato dell'effetto protettivo di ansiolitici comuni e di nuova sintesi e dell’effetto combinato di sostanze d’abuso (ecstasy) e stress sonoro sul miocardio di animali da laboratorio. Negli anni successivi, l’attività di ricerca ha riguardato i processi degenerativi che coinvolgono i neuroni monoaminergici cerebrali e le modificazioni indotte da metodi di allenamento con diversa intensità e durata nel muscolo scheletrico e nel surrene di animali da laboratorio.
Dal 2012 è responsabile scientifico di una ricerca cofinanziata dalla Regione Toscana per progetti congiunti di alta formazione (POR Fondo Sociale Europeo 2007-2013 Asse IV), in collaborazione con il Centro di Eccellenza Endocas, relativa sia allo sviluppo di applicazioni di realtà virtuale per favorire la visione topografica dei principali distretti anatomici, normali e patologici, dell’apparato muscolo scheletrico, sia a studi per l'ottimizzazione e l’applicazione di algoritmi per l'elaborazione di immagini ecografiche in 3D e per il tracking di strutture deformabili nel contesto di ambienti di simulazione medica/chirurgica e navigazione.

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Lisandro Benedetti CecchiProfessore ordinario di Ecologia presso il Dipartimento di Biologia

Lisandro Benedetti Cecchi ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche nel 1988 e il dottorato di ricerca in Ecologia Marina nel 1993. Ha solto attività post dottorato dal 1994 al 1998 su progetti della Comunità Europea e dal 1995 al 1998 è stato professore a contratto all’Università di Urbino. A partire dal 1998 ha prestato servizio prima come ricercatore (1998-2005), poi come professore associato (2005-2015) e infine come professore ordinario di Ecologia (dal 2015) all’Università di Pisa. Il professor Lisandro Benedetti Cecchi è sposato e ha due figli.

Incarichi Istituzionali

Nel corso della carriera, il professor Lisandro Benedetti Cecchi ha ricoperto numerosi incarichi nazionali e internazionali. Dal 2004 al 2009 è stato rappresentante per l'Università di Pisa del Network di eccellenza per lo studio della biodiversità marina MARBEF (Marine Biodiversity and Ecosystem Functioning), finanziato dalla Unione Europea nell'ambito del VI° Programma Quadro. Dal 2006 al 2009 è stato membro del pannello di revisori della European Science Foundation e dal 2011 è membro del pannello LS8 per la valutazione dei progetti IDEAS dell’European Reseach Council (Starting e Consolidator Grants). Dal 2009 al 2012 è stato vice direttore del Dipartimento di Biologia. Dal 2015 è membro del pannello Biology and Ecosystems del Global Ocean Observing System (GOOS) e dal 2016 è rappresentante per il Consorzio Nazionale delle Scienze del Mare (CoNISMa) del "University Consortia Panel" dell’European Marine Board. Dal 2012 al 2014 è stato membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Ecologia. Dal 2012 è membro del Consiglio dei docenti del dottorato di ricerca in Biologia.

Attività scientifica e didattica

Lisandro Benedetti Cecchi si occupa principalmente dell’ecologia degli ambienti marini costieri ed è autore di oltre 200 pubblicazioni scientifiche, di cui oltre la metà su riviste internazionali indicizzate. La ricerca utilizza le piante e gli animali di costa rocciosa come sistemi modello per affrontare temi fondamentali di biologia e di ecologia, quali l’analisi di processi che influenzano la distribuzione, l’abbondanza e la diversità di specie, le cause e le conseguenze della perdita di biodiversità e l’impatto dei cambiamenti climatici sul funzionamento dell’ecosistema. Uno dei principali obiettivi di queste ricerche è di sottoporre a scrutinio teorie che raramente sono esaminate mediante esperimenti di campo, quali la risposta di popolazioni naturali ai cambiamenti di varianza e di autocorrelazione spazio-temporale dei processi ecologici e la valutazione di indicatori precoci di cambiamento di stato (regime shift) in sistemi complessi.
Il professor Benedetti Cecchi ha coordinato progetti di ricerca nazionali e internazionali. Dal 2005 al 2010 è stato coordinatore Europeo del progetto NAGISA (Natural Geography of Inshore Areas), un progetto su scala globale del Census of Marine Life per lo studio delle variazioni a lungo termine della biodiversità marina di ambienti costieri. Dal 2008 al 2010 è stato coordinatore nazionale del progetto PRIN: Resilienza della biodiversità marina costiera agli effetti sinergici dei cambiamenti ambientali su scala globale e locale (BIORES). È stato inoltre principal investigator in numerosi altri progetti europei nell’ambito dei programmi FP5, FP6 e FP7.
Nel corso della carriera il professor Benedetti Cecchi ha svolto oltre 30 seminari e relazioni a invito presso importanti istituti di ricerca (tra cui Stazione Zoologica di Napoli e MIT) e a congressi nazionali e internazionali. È stato membro del comitato editoriale di quattro riviste internazionali ("Marine Ecology Progress Series", "Estuaries and Coasts", "Phycologia" e "Marine Ecology") e presta ancora servizio per la prima di esse. Nel giugno del 2016 ha organizzato a Pisa l’XI International Temperate Reef Symposium, la più importante conferenza internazionale sull’ecologia di coste rocciose.

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Mercoledì, 09 Novembre 2016 08:06

Marco Abate - Prorettore per la didattica

Abate MarcoProfessore ordinario di Geometria presso il Dipartimento di Matematica

Marco Abate ha conseguito la laurea in Matematica all'Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1985 e il perfezionamento in Matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1988, a seguito di un periodo passato alla University of California di Berkeley. È diventato ricercatore universitario nel 1989 all’Università di Roma Tor Vergata, professore associato nel 1992 sempre alla stessa Università e professore ordinario nel 1994 all’Università di Ancona. Dopo un ulteriore periodo trascorso all’Università di Roma Tor Vergata, dal 2001 è professore ordinario di Geometria all’Università di Pisa.

Il professor Abate è sposato e ha tre figli.
 I suoi interessi includono la scrittura (sceneggiature di fumetti ma non solo), la fotografia, l’origami e il viaggiare per il mondo (avendo già visitato l’Antartide, il suo prossimo obiettivo è la Luna).

Incarichi istituzionali

Nel corso della carriera, il professor Abate ha ricoperto numerosi e significativi incarichi istituzionali, sia nell'ambito dell'Università di Pisa sia a livello nazionale. All’Università di Pisa, dal 2002 al 2005 è stato Presidente del Consiglio dei corsi di studio in Matematica e dal 2010 al 2015 è stato Direttore del Dipartimento di Matematica. A livello nazionale, dal 2008 al 2012 è stato Coordinatore nazionale del Collegio dei presidenti di corso di studio in Matematica; dal 2009 al 2015 membro della Commissione Scientifica dell’Unione Matematica Italiana; dal 2015 è il Presidente del Gruppo di Esperti della Valutazione dell’Area 01 (Matematica e Informatica) per la VQR 2011-2014. Dal 2013 è membro del Consiglio Universitario Nazionale, di cui dal 2015 è Coordinatore della III Commissione Permanente sulle Politiche per la valutazione, la qualità e l’internazionalizzazione della formazione universitaria (Commissione Didattica).

Attività scientifiche e didattica

L’attività didattica del professor Abate è stata molto variegata, passando da insegnamenti di base di Matematica nei corsi di laurea di Ingegneria, Scienze Biologiche, Scienze Naturali e Ambientali e Scienze Geologiche, a insegnamenti anche avanzati di Matematica nei corsi di laurea e laurea magistrale in Matematica, fino a insegnamenti in corsi di dottorato in Italia e all’estero (Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania e altri). Ha anche tenuto corsi di introduzione alla ricerca matematica in diversi paesi del terzo mondo (Libia, Nepal, Benin, e altri). È autore di numerosi libri di testo di notevole successo, uno anche tradotto in inglese.
Sul piano della ricerca, il professor Abate si è occupato di numerosi argomenti di punta nella ricerca matematica contemporanea, ottenendo risultati in analisi complessa di più variabili, teoria geometrica delle funzioni, geometria differenziale complessa e sistemi dinamici
olomorfi. È autore di 3 monografie scientifiche e oltre 70 articoli scientifici, pubblicati sulle migliori riviste di Matematica a livello mondiale, ed è stato coordinatore locale o nazionale di progetti di ricerca PRIN, FIRB e INdAM. Il professor Abate svolge anche una significativa attività di divulgazione, che si è concretizzata fra l’altro in numerose conferenze e nella pubblicazione di una decina di articoli, in italiano e in inglese.

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Beatrice Vio, medaglia d’oro nel fioretto alle recenti Paralimpiadi di Rio De Janeiro, Loredana Triglia e Andreea Mogos, medaglia di bronzo con lei nel fioretto a squadre, sono tra gli atleti che scenderanno in pedana a Pisa in occasione della tappa di Coppa del Mondo di Scherma Paralimpica. La città torna infatti a ospitare il prestigioso evento sportivo: dall’11 al 13 novembre, sarà sede della sesta e ultima prova del trofeo internazionale. Organizzato dalla storica Società U.S. Pisascherma con la collaborazione del CUS Pisa, l’evento sarà patrocinato da Regione Toscana, Comune e Università di Pisa. In gara ci saranno 150 circa atleti da 16 le nazioni: Bielorussia, Georgia, Austria, Russia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Corea, Ungheria, Israele, Francia, Canada, Hong Kong, Polonia, Italia, Cina.

Nella foto, da sinistra: Emanuele Lambertini, medaglia d’oro ai recenti Campionati del Mondo U17, Beatrice Vio e il rettore Paolo Mancarella.

bebe mancarella

La competizione arriva a Pisa dopo che le prove precedenti si sono svolte nelle storiche sedi di Hong Kong, Montreal, Budapest, Parigi e Varsavia. Si tratta di un ritorno, dopo il successo dell’edizione del maggio 2015. A partire da giovedì 10 novembre 2016, i team nazionali saranno accolti presso l'aeroporto internazionale Galilei di Pisa. Le gare si terranno presso gli impianti del CUS: avranno inizio alle 9 e termineranno intorno alle 17 (domenica intorno alle 15). Sarà possibile assistere gratuitamente alle gare dalla tribuna del palaCUS e usufruire del punto ristoro del CUS Pisa, aperto tutto il giorno. Sarà inoltre allestito un punto massaggi Cetilar® a disposizione degli atleti e del pubblico.

Gli atleti della nazionale che scenderanno in pedana nella tre giorni di gare sono: Matteo Betti, Edoardo Giordan, Matteo Dei Rossi, Emanuele Lambertini (medaglia d’oro ai recenti Campionati del Mondo U17), Alessio Sarri, Andrea Pellegrini, Andreea Mogos, Loredana Trigilia, Beatrice Vio. I commissari tecnici:
 Simone Vanni (fioretto), 
Francesco Martinelli (spada),
 Fabio Giovannini (sciabola).

“È di grande importanza per la nostra città ospitare una manifestazione così prestigiosa come la Coppa del mondo di scherma paralimpica – afferma la presidente della Società della Salute della zona pisana, assessore alla politiche sociali del Comune di Pisa e presidente del Comitato organizzatore dell’evento Sandra Capuzzi - in particolare dopo il grande successo di pubblico delle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Pisa ha l’occasione di mostrare il suo volto migliore, nell’accoglienza di tante delegazioni internazionali, nell’organizzazione di un evento sportivo che vedrà in pedana grandi campioni che sono diventati l’emblema di come, con forza di volontà e tenacia, si possano raggiungere grandi traguardi”.

"Dopo il grande successo dello scorso anno - ha commentato il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella - siamo felici che Pisa torni ad accogliere una tappa della Coppa del Mondo di scherma paralimpica, che quest'anno sarà la gara conclusiva e porterà all'assegnazione del trofeo. Saranno giorni emozionanti e ci auguriamo molto partecipati, che, anche attraverso la presenza dei più forti atleti a livello italiano e internazionale, riaffermeranno il valore sociale dello sport e il significato del rapporto tra sport e disabilità. Oltre alla concessione del patrocinio e alla disponibilità della sede del CUS, l'Università di Pisa collabora all'organizzazione della manifestazione attraverso l'Unità di servizi per l'integrazione degli studenti con disabilità (USID), che si occuperà dell'accompagnamento e dello spostamento degli atleti con propri mezzi e volontari".

“Ho un bellissimo ricordo della gara di Coppa del Mondo che si è tenuta lo scorso anno qui a Pisa – ha commentato Bebe Vio durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento – ci siamo divertiti molto e l’organizzazione è stata ottima. Tutte le gare sono state puntuali: può sembrare un aspetto secondario, ma per noi atleti è molto importante. Qui sono a casa: ovviamente c’è una pressione diversa, tutti si aspettano che tu faccia bene, ma è uno stimolo positivo. Quest’anno ci saranno molti ragazzi nuovi: dopo Rio si nota che in questo sport è in atto un ringiovanimento e questo è molto bello. Prima della malattia tiravo già di scherma e questo mi ha aiutato molto – ha continuato la Vio - essere abituati a darsi ogni giorno degli obiettivi è un approccio che ti aiuta in tutti gli ambiti, nella scherma, come nella scuola o nel lavoro”.

“Le gare del prossimo fine settimana – ha commentato il Ct Simone Vanni – vanno a chiudere il cerchio del biennio paralimpico. Sono stati due anni molto intensi: dopo questa gara i ragazzi faranno un po’ di vacanza. Solo un po’, però... poi si torna in pedana.”

Tra gli sponsor della manifestazione Fondazione Pisa, Pharmanutra, Acque SpA, Banca Popolare di Lajatico e Unicoop Firenze, nell’affiancare gli organizzatori per la realizzazione di questo evento e di tutti i partner tecnici, Ortopedia Michelotti, Toscana Aeroporti, USID, Croce Rossa, IPSSAR Matteotti, Devitalia Telecomunicazioni, CIP Toscana, Associazione Paraplegici Livorno, Panathlon Club di Pisa, L&M Servizi Aziendali, Déjà vu Scultura e Restauro. Anche per quest’anno, la Coppa del Mondo si avvarrà del lavoro dei volontari della Misericordia sul campo di gara. (fonte Ufficio stampa Società della Salute Pisa).

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Nel mondo dell’Internet of things sono sempre più diffusi i prodotti programmabili grazie a Zerynth la startup tecnologica fondata da quattro ricercatori dell’Università di Pisa, che questa volta “sbanca” Kickstarter grazie alla partnership con Redbear, il produttore dei mini chip “Nano 2” e “Blend 2” destinati all’Industria 4.0. In soli tre giorni il prodotto powered by Zerynth ha infatti raggiunto il budget prefissato di 20.000 dollari sulla nota piattaforma di crowdfunding internazionale e andrà in produzione da gennaio. Si tratta di un piccolissimo dispositivo Bluetooth a bassissimo consumo energetico, della grandezza di una moneta da 5 centesimi, che permetterà di sviluppare una vastissima gamma di soluzioni per l’IoT, dai cosiddetti prodotti “wearables" (indossabili, come i braccialetti intelligenti), a soluzioni di monitoraggio e controllo di sistemi per l’industria, il retail e la logistica.
«L’Industria 4.0 è uno dei temi caldi nel campo del business e della tecnologia a livello internazionale – commenta Gualtiero Fantoni, docente dell’Università di Pisa, tra i fondatori di Zerynth – Negli ultimi mesi se ne è discusso molto anche in Italia: il governo ha previsto un piano nazionale per supportare le aziende che operano secondo i principi dell’Industria 4.0 e che fanno quindi dell’Internet of Things un elemento di valore per il proprio business. La nostra startup è una di quelle aziende le cui tecnologie abilitano alla programmazione di microcontrollori e componenti hardware-software-cloud indispensabili per la realizzazione dei sistemi tipici di quel settore».
Dal suo lancio lo scorso anno, la start up pisana ha collezionato una lunga serie di risultati positivi, tra cui oltre 6000 utenti da tutto il mondo e numerose realizzazioni industriali in collaborazione con grandi player internazionali. Nel caso dell’ultima campagna su Kickstarter, Zerynth è stata scelta da Redbear come partner tecnologico per garantire la programmabilità Python dei prodotti “Nano 2” e “Blend 2”.
Le tecnologie di Zerynth puntano a semplificare e velocizzare lo sviluppo di soluzioni smart attraverso la programmazione di microcontrollori e sensori in Python, uno dei linguaggi di programmazione oggi più diffusi ed efficienti.

Martedì, 08 Novembre 2016 09:18

Le origini dell'Election Day in America

Da dove viene l'idea dell'Election day in America? E perché, ad esempio, è sempre un martedì? Le risposte a queste e ad altre domande in un post di Arnaldo Testi, professore di Storia americana al dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, dal suo blog Short Cuts America in cui scrive di politica, della società e della cultura degli Stati Uniti di oggi. 

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Election Day? Che sia all’inizio di novembre, di martedì

La data delle elezioni presidenziali americane non è scritta nella pietra della Costituzione, ma in una legge federale. La legge è antica, del 1845, e dice in poche righe che i grandi elettori che formano l’Electoral College presidenziale, quello che elegge il Presidente e il Vice-presidente degli Stati Uniti, devono essere scelti lo stesso giorno in tutti gli Stati dell’Unione. E che questo giorno è il primo martedì di novembre successivo al primo lunedì di novembre. Quindi, se si fa un rapido calcolo, non può essere il primo del mese, ma un giorno fra il 2 e l’otto. L’8 novembre, come in quest’anno 2016, è la data più tarda possibile.

Il perché di questa bizzarra clausola è tecnico, rinvia a una legge ancora più antica, e richiede un po’ di paziente applicazione. All’alba della repubblica, nel 1792, il Congresso aveva stabilito che i grandi elettori presidenziali dovevano riunirsi ed esprimere i loro voti (ciascuna delegazione nel proprio stato) il primo mercoledì di dicembre. Gli stessi grandi elettori, inoltre, dovevano essere designati dagli stati nei 34 giorni precedenti a quella data. Ora fast forward alla legge del 1845. Nella prima stesura si diceva solo: che la designazione avvenga il primo martedì di novembre. Ma poi qualcuno osservò che in certi anni il periodo fra il primo martedì di novembre (se cade il primo del mese) e il primo mercoledì di dicembre è superiore ai 34 giorni. Il marchingegno adottato evitava questo rischio.*

Già la legge del 1792 aveva messo un po’ di ordine nei tempi delle procedure elettorali. Aveva costretto gli stati ad agire in un periodo definito dell’anno (gli ormai famosi 34 giorni appunto e non, come accadeva per altre elezioni, d’aprile o d’estate o a settembre o quando a loro piacesse). L’inizio di novembre divenne il momento preferito, ma i giorni erano ballerini, variavano da stato a stato. Succedeva così che gli stati che votavano più tardi conoscessero alcuni risultati e ne fossero influenzati. E anche che i partiti organizzassero gruppi di elettori entusiasti e fedeli che attraversavano i confini statali votando di qua e di là, più volte, il loro candidato. Il provvedimento del 1845 pose fine a tutto ciò.

02 county election bingham 1852

Dal 1848 in poi ci sarebbe stato un unico Election Day presidenziale, punto e basta. (Nel 1872 un’altra legge stabilì che in quel giorno dovevano tenersi anche le elezioni per il Congresso federale.)

La scelta di novembre (e inizio dicembre) per simili operazioni era legata a fattori istituzionali e culturali un po’ da antico regime. Era questo il periodo dell’anno in cui le assemblee legislative degli stati erano riunite in sessione; e naturalmente bisogna ricordare che all’inizio della storia i grandi elettori erano designati dalle assemblee statali, non eletti dal popolo. Questo era anche un momento di pausa nel ciclo economico stagionale di una società in gran parte agricola: il raccolto autunnale si era concluso, i rigori dell’inverno non si erano ancora dispiegati, i politici potevano ancora muoversi con qualche conforto nel grande paese.

La scelta del martedì era solo leggermente più moderna. Dagli anni quaranta dell’Ottocento i grandi elettori erano ormai eletti dal popolo, a suffragio universale maschile, da milioni di cittadini. Gli elettori dovevano spesso fare viaggi importanti per raggiungere i seggi aperti nei villaggi, magari nella cittadina capitale di contea. Non potevano certo andare la domenica, che era il giorno del Signore. E neanche il mercoledì, che era il tradizionale giorno di mercato. Martedì era perfetto, consentiva anche a chi veniva da lontano di muoversi il giorno prima, lunedì. L’America era quasi tutta rurale, e l’elettore ideale era un farmer maschio.

La scelta di un unico giorno era invece compiutamente moderna, razionale, efficiente. Acquistò anche un forte significato simbolico. Il voto divenne un atto collettivo sincronizzato in tutto il paese; e grazie alla crescente velocità di comunicazione (le ferrovie, il telegrafo) e al nascente giornalismo popolare (la penny press quotidiana) gli elettori stessi ne divennero consapevoli. Era il popolo sovrano che si riuniva tutto nelle stesse ore per scegliere i propri governanti, a livello nazionale, in una nazione cresciuta a dimensioni continentali. Era insomma, come cantò più tardi con democratico ottimismo Walt Whitman, America’s choosing day:

“Il giorno in cui l’America fa la sua scelta / il senso profondo non nell’eletto – l’atto in se stesso ciò che più conta, la scelta quadriennale.”

* In un ulteriore twist di immaginazione & sfida alla pazienza, il giorno delle riunioni dei grandi elettori fu spostato in avanti nel 1887, al secondo lunedì di gennaio, e poi di nuovo indietro nel 1936 – alla data attuale, e cioè al primo lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre (quest’anno sarà il 19 dicembre). In entrambi i casi fu cancellata la clausola dei 34 giorni. Ma la data di Election Day è rimasta quella prevista dalla formula del 1845.

 

Arnaldo Testi

Sempre sull'Election day - perché non ci sono ormai più gli Election day di una volta! - potete anche leggere qui un altro post da Short Cut America.

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