La Softhand PRO made in Pisa e Genova in gara a Cybathlon, le prime olimpiadi bioniche
Si aprirà il prossimo 8 ottobre alla Swiss Arena di Zurigo la prima edizione del Cybathlon, la competizione in cui atleti con disabilità potranno gareggiare con dispositivi e tecnologie all’avanguardia, come gambe e braccia elettroniche, esoscheletri e sedie a rotelle intelligenti, dispositivi che ancora non possono essere usati in gare quali le paraolimpiadi. Tra i concorrenti, ci sarà la squadra “Softhand PRO”, composta da un gruppo di ricercatori del Centro “E. Piaggio” dell’Università di Pisa, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e di QBrobotics, spin off dell’Università di Pisa e dell’IIT, che attualmente lavora allo sviluppo e alla commercializzazione della Softhand.
Obiettivo della manifestazione, organizzata dal Politecnico federale (ETH) di Zurigo in collaborazione con il centro di competenza nazionale sulla ricerca in robotica (NCCR Robotics), non è premiare il solo risultato sportivo, ma anche incoraggiare ricercatori e produttori a realizzare dispositivi tecnologici in grado di aiutare meglio e più efficacemente le persone con disabilità fisica nelle loro attività quotidiane.
“Il progetto SoftHand – racconta Sasha Blue Godfrey, ricercatrice all’IIT di origine statunitense che guiderà il team italiano durante la competizione – nasce tra i laboratori di Pisa e Genova dal gruppo di ricerca di Antonio Bicchi, con l’obiettivo di costruire una mano robotica antropomorfa semplice, robusta e altamente funzionale. La Softhand Pro è stata testata su molti pazienti nei migliori centri prostetici, dall’Italia agli Stati Uniti, inclusa la prestigiosa Mayo Clinic del Minnesota. Tra poche settimane la SoftHand Pro sarà disponibile anche per i pazienti del Rehabilitation Institute of Chicago, ma anche negli ospedali di Houston e di Miami”.
La Softhand PRO concorrerà nella sezione della gara dedicata alle protesi degli arti superiori. La gara consisterà nell’eseguire i compiti della vita quotidiana, semplici per molti ma difficili per chi non ha le proprie mani, quali cambiare una lampadina o apparecchiare la tavola.
Il pilota del team italiano è Clint Olson, 28 anni, proveniente dal Minnesota (USA), che ha provato per la prima volta mano robotica SoftHand Pro durante alcune prove presso la Mayo Clinic in USA, apprezzando i vantaggi che otteneva. Dopo averlo visto usare la nuova mano con grande destrezza dopo pochissimi minuti, i ricercatori italiani gli hanno chiesto di gareggiare al Cybathlon. “Partecipare al Cybathlon” – afferma Olson – è un’opportunità unica per contribuire a far compiere un passo avanti alla tecnologia protesica, cimentandosi in un ambiente competitivo, su azioni quotidiane, come appendere un vestito o aprire un barattolo, che però possono essere molto difficili da compiere per persone con disabilità”.
Per il progetto di mano robotica il Consiglio Europeo delle Ricerche ha conferito nel 2012 al professor Antonio Bicchi un ERC Advanced Grant, uno dei maggiori riconoscimenti all’eccellenza e all’innovatività della ricerca. Successivamente, grazie al finanziamento europeo per il progetto SoftPRO nel 2015, la mano è stata studiata e sviluppata per un uso protesico.
La Squadra:
Sasha Blue Godfrey, Ricercatrice a IIT, Cybatlhon Team Leader.
Manuel G. Catalano, Ricercatore a IIT, Sviluppo Hardware.
Matteo Rossi, Dottorando a IIT, Controllo e test.
Cristina Piazza, Dottoranda a Università di Pisa, Sviluppo di Meccanica e Controllo.
Alessandro Raugi, Ingegnere a QBrobotics, controllo e sviluppo software
Clint Olson, Pilota.
Maria Rosalie Bellin, Secondo Pilota e fotografo del team.
Antonio Bicchi, Senior Researcher a IIT e professore ordinario all’Università di PISA, Supervisore.
Nelle foto Clint Olsen (credits: ETH Zurich / Alessandro Della Bella).
CareToy, la "palestrina" intelligente per curare i bambini a rischio di paralisi cerebrale
CareToy, la “palestrina intelligente” messa a punto dall’IRCCS Stella Maris insieme all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, entra nella sua fase più importante. E lo fa oggi, in occasione della Giornata Mondiale per la Paralisi Cerebrale. Una data dal forte valore simbolico. Dopo una prima e positiva sperimentazione su 50 bambini nati fortemente prematuri, ora l’esperienza di CareToy viene estesa ad altri 50 bambini nati pretermine o a termine ma con lesioni cerebrali. Si tratta della fase cruciale del progetto che, grazie a questa “palestrina intelligente” composta di giocattoli sensorizzati e controllati a distanza, consente di curare a casa i bambini a rischio di paralisi cerebrale.
La paralisi cerebrale è la disabilità fisica più frequente tra i bambini ed è dovuta a una lesione cerebrale avvenuta prima della nascita o subito dopo. Questa condizione ne ostacola i movimenti per tutta la vita. I numeri sono eloquenti. Nei paesi più sviluppati colpisce circa 1 bambino ogni 500 nati e in quelli in via di sviluppo più del doppio. In Italia sono 2 mila i nuovi casi di paralisi cerebrali che vengono diagnosticati ogni anno. Ogni 8 ore nasce un bambino con paralisi cerebrale. Si stima nel mondo siano circa 17 milioni nel mondo le persone affette da questo disturbo e oltre 90 mila nel nostro Paese.
Chi ne è colpito ha difficoltà a camminare, nei casi più gravi si muove in carrozzina, ha un uso difficoltoso delle mani e presenta problemi quali il dolore, deficit di linguaggio, intellettivi, epilessia. Il costo di questa patologia in termini di qualità della vita è altissimo, così come elevatissimo è il costo sociale per assistere queste persone. Il conto economico poi in termini di mancata produttività è astronomico. Si calcola un costo per le cure di circa 40.000 euro l’anno per persona e, sempre per persona e per anno, includendo tutti i costi diretti e indiretti circa 100.000 euro. Sempre approssimativamente si può dire che i due terzi di questi costi siano a carico della famiglia e un terzo a carico dello stato. Per queste persone c’è moltissimo da fare in termine sanitari, educativi, sociali.
Per questo il 5 ottobre in tutto il mondo si svolge la Giornata Mondiale per la Paralisi Cerebrale, il cui motto è “We are here” (noi siamo qui). Più di 50 nazioni sono associate a questa iniziativa. Le aree cruciali che si vogliono promuovere sono la consapevolezza pubblica su questo disturbo, i diritti civili di queste persone, la qualità della vita, l’educazione, la possibilità di offrire un contributo alla vita del nostro pianeta, ed infine la diagnosi e la terapia che devono essere sempre più precoci di queste patologie.
È qui che si innesta CareToy. Il progetto di ricerca si rivolge ai bambini molto piccoli a rischio per paralisi cerebrale. “Se il cervello di un bambino viene stimolato nel modo giusto nei primi mesi di vita, quando il cervello è più plastico - spiega il professor Giovanni Cioni, ordinario di neuropsichiatria infantile dell’Università di Pisa (a destra nella foto), Direttore Scientifico della Fondazione Stella Maris e responsabile del progetto - grazie a neurormoni ed altri fattori può “ripararsi” e ridurre o cancellare i danni prodotti da una lesione, una di quelle che inducono lo sviluppo delle paralisi cerebrali infantili. Ma la stimolazione deve essere precoce, e quindi avvenire a partire dalle prime settimane di vita, deve essere attiva (e non passiva), deve essere piacevole (come un gioco), deve essere intensiva (molti minuti al giorno), deve coinvolgere la famiglia e pertanto deve essere fatta a casa nell’ambiente del bambino e deve essere continuamente monitorata da parte degli specialisti. Fare tutto questo è molto difficile e quindi purtroppo non viene quasi mai fatto”.
Con questo obiettivo la Fondazione Stella Maris, insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha inventato e sperimentato il sistema “CareToy” (letteralmente “giocattoli per la cura”). CareToy è una palestrina intelligente con moltissimi giocattoli sensorizzati simili in tutto a quelli con cui i bambini piccoli giocano quando sono in culla o in box. “Il valore aggiunto di questa palestrina e dei suoi giochi - spiega il professor Paolo Dario, Direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola - sta nella tecnologia che racchiudono. La sfida che abbiamo raccolto era quella di utilizzare componenti high-tech altamente innovativi e integrarli all’interno di un sistema rivolto ad una tipologia di utenza molto delicata. Grande attenzione è stata posta quindi sull’usabilità e l’accettabilità del sistema mettendo sempre al centro durante le fasi di progettazione il genitore e il suo bambino. Siamo molto contenti della possibilità di estendere la nostra ricerca anche ai bambini con lesione e dimostrare quanto il sistema CareToy possa adattarsi ai bisogni dei piccoli pazienti”.
Oltre 2000 sensori monitorano parametri della postura e della manipolazione fondamentale per lo sviluppo dei bambini. Questi dati vengono trasmessi attraverso la rete al centro clinico dove medici e terapisti seguono il loro andamento, sostenendo le attività di gioco più adeguate al loro sviluppo che i genitori potranno svolgere quotidianamente con il bambino. In questo modo a casa e semplicemente giocando con i genitori è possibile per i bambini nati con dei problemi contribuire ad allontanare il rischio di sviluppo nel tempo di disturbi neurologici, o quantomeno ridurne la gravità.
La palestrina, nel corso di un progetto europeo triennale appena concluso, è stata sperimentata in 50 bambini, nati fortemente prematuri a Pisa e a Copenaghen e grazie all’uso a casa per un mese (un uso sempre monitorato via internet dagli specialisti), questi bambini hanno dimostrato uno sviluppo più rapido nella capacità di muoversi e di vedere, e i loro genitori erano più tranquilli e meno ansiosi.
Forti di questi risultati, due anni fa la Stella Maris insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna e alla Neonatologia AOUP di Pisa, ha presentato un nuovo progetto per sperimentare CareToy in un gruppo di bambini con lesioni cerebrali gravi. In questo caso CareToy verrà utilizzato dalle famiglie a casa per 8 settimane nei primi mesi di vita, verificando poi a 12 mesi se lo sviluppo motorio in questi bambini, tutti purtroppo destinatati a sviluppare una paralisi cerebrale, sarà migliore e, quindi, con migliori speranze per il loro futuro.
Per il bando del Ministero della Salute, che prevedeva 74 milioni di euro totali di finanziamento, sono stati presentati dalle Università, Ospedali ed Enti di ricerca italiani quasi 3000 progetti. I progetti sono stati sottoposti a un processo di valutazione molto rigoroso coordinato dal Ministero attraverso oltre 13.000 revisori internazionali facenti parti di avanzati Centri di ricerca nel mondo. Solo 220 (circa il 7%) dei progetti presentati sono stati ammessi al finanziamento.
Il progetto CareToy che ha come investigatore principale il professor Giovanni Cioni è risultato il primo nella sua categoria. Il nuovo progetto CareToy parte proprio in questi giorni e durerà 3 anni. “Si spera di utilizzare il sistema CareToy non solo per i neonati che nasceranno a Pisa con lesioni cerebrali, ma anche per quelli che nasceranno presso la neonatologia dell’Ospedale Meyer di Firenze” è l’augurio del professor Cioni. Il primo anno del progetto sarà dedicato alla revisione tecnologica della palestrina a cura dei bioingegneri del Sant’Anna e prima dell’estate 2017 ci sarà la consegna e la sperimentazione dello studio con le famiglie.
Nasce quindi oggi una grande speranza frutto della ricerca pisana, del rapporto fra tre istituzioni di eccellenza, tra medici e bioingegneri per assicurare un miglior futuro a questi bambini. L’inizio di questo progetto è un bellissimo modo di celebrare l’International Cerebral Palsy Day 2016 “We are here” per migliorare il futuro di queste persone.
I risultati delle elezioni dei componenti del Senato Accademico e delle Commissioni scientifiche d’area
Si sono svolte il 29 e 30 settembre le elezioni del Senato Accademico e delle Commissioni scientifiche d’area.
I docenti e il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario sono stati chiamati a eleggere 20 componenti del Senato Accademico per il quadriennio accademico 2016/2020.
Inoltre i docenti hanno votato per scegliere i componenti delle 14 commissioni scientifiche d’area, 11 per ciascuna commissione in rappresentanza delle varie categorie del personale docente, per il biennio accademico 2016/2018.
A questo link sono disponibili i risultati delle elezioni dei rappresentanti in Senato Accademico.
A questo link sono disponibili i risultati elettorali per le Commissioni scientifiche di area.
A questo link sono disponibili i dati sull’affluenza al voto.
Risultati elettorali per le Commissioni scientifiche di area
Come saremo nel 2048? A Internet Festival 2016 il futuro è più vicino
L’etica robotica e il mondo del lavoro; lo stalking in rete e i migranti 2.0; la sicurezza informatica e la mobilità smart nelle città; lo sport, la salute e le innovazioni digitali; il mondo del game e la rete usata dai più piccoli passando dagli anni ’80 a oggi per capire il prossimo 2048 con un omaggio ai 30 anni dall’invio del primo segnale digitale.
Corre alla velocità della luce l’Internet Festival del 2016 dal titolo “Tessuti digitali” intercettando il viaggio nel tempo di una generazione, quella nata tra i fili e i tubi catodici, che oggi utilizzano gli smartphone, comunicano via facebook, gestiscono le relazioni internazionali in rete tra sicurezza e strategie mondiali, dal 6 al 9 ottobre a Pisa con oltre 200 eventi per 18 location in giro per la città, a ingresso libero.
Il programma di quest’anno traccia il viaggio veloce dell’evoluzione della rete raccontandoci il futuro prossimo. Saranno quattro giorni di dibattiti, incontri, workshop e laboratori, suddivisi in più sezioni - Media Digitali, Economia e Startup, Gaming, T-Tour, Scena Digitale, Visioni, Trame, Cibo Divino, Sport - e focus tematici dedicati all’innovazione in vari ambiti: dalla cultura con Future Museum alla sicurezza informatica con Cybersecurity, dal fenomeno immigrazione con (E)migranti al mondo del lavoro con Etica e Robotica, dalla mobilità di domani con Muoversincittà alla fantascienza letteraria con Star Trek.
Inaugurazione
A inaugurare il festival, giovedì 6 ottobre alle ore 17 al Teatro Verdi, un evento che ha come protagonista la timeline “in base 16”. Un “come eravamo” tra anni ’80, attualità e futuro prossimo venturo, per raccontare il contesto politico, economico e tecnologico che ha permesso il decollo della rivoluzione digitale così come la conosciamo oggi. Tra gli ospiti del dibattito, che avrà intermezzi musicali e live sketching, Lucia Annunziata, Antonella Di Lazzaro, Dino Amenduni, Andrea Di Benedetto, Massimo Giacon, Cecilia Laschi, Valerio Pagliarino. Conduce Matteo Bordone con playlist musicale a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo.
Ai 30 anni della prima connessione italiana a Internet - avvenuta proprio a Pisa grazie ai ricercatori del CNUCE CNR - sarà dedicato anche l'evento “30 anni da 30 e lode: come Internet ci ha cambiato la vita e come ce la cambierà ancora”, organizzato da Riccardo Luna, con Carlo Ratti, Stefano Quintarelli, Joshua Held, Anna Masera, Davide D'Atri, Federico Bastiani, Benedetta Arese Lucini e Ivana Pais; a cui seguirà la proiezione del documentario di Alice Tomassini e Riccardo Luna “Login. Il giorno in cui l’Italia scoprì Internet” (8/10).
Al tema della Cybersecurity saranno dedicati una serie di interventi: a partire dal convegno “Sicurezza e privacy ai tempi dell’Internet delle cose” (7/10); ai due incontri con Franco Gabrielli e Marco Carrai, condotti dalla giornalista Claudia Fusani (7/10); e all’intervento su “Hacker e spionaggio” di Raoul Chiesa, l’hacker ‘buono’ (8/10). Le trasformazioni del mondo del lavoro e i progressi della robotica saranno al centro dell’incontro “Etica e Lavoro” con ospiti, tra gli altri, Maria Chiara Carrozza, Susanna Camusso, Riccardo Staglianò e Robin Hanson (8/10). A proposito di start up il festival ospita la quinta edizione di .itCup organizzata da Registro .it del Cnr di Pisa, una vera e propria competizione con una finalissima tra 10 competitor (7/10), e Bootstrap, a cura di Startupitalia e Registro .it. (8/10).
Tra gli eventi clou del programma si segnala il seminario sul progetto RONDA, coordinato dalla Scuola Superiore Sant’Anna, con i robot indossabili ideati per aiutare i pazienti colpiti da ictus a riabilitare gli arti superiori (7/10); la presentazione di Gomorra 360, progetto di Virtual Reality ambientato nelle location della seconda serie di Gomorra e nato a Firenze da Think Cattleya grazie alla collaborazione tra Sky e Cattleya (7/10); la tavola rotonda sui risultati dello studio europeo #SilenceHate sull’odio in rete promosso da Cospe (9/10); la testimonianza dell’ingegnere pisano Enrico Dini sulla ricostruzione dell’arco di Palmira in 3D, un successo nato dalla collaborazione tra le toscane TorArt e D-Shape (9/10).
Novità di quest’anno il focus sui migranti che si aprirà con la testimonianza di Sami Ben Gharbia, blogger tunisino e cofondatore della piattaforma “Global Voices”, e l’incontro con Donatella della Ratta sulla primavera araba (9/10). Da non perdere “L’immigrazione è un’impresa” con Loredana Lipperini e Suleman Diara. Sempre all’interno della stessa sessione interverranno: Bashkim Sejdiu, albanese che si è trasferito in Italia da venti anni, che presenterà Infostranieri la app che ha progettato per aiutare gli stranieri nel mondo della burocrazia (9/10); i responsabili del progetto Refugees Welcome (un airbnb per gli immigrati); e gli ideatori della ong Emergenza Sorrisi. Tra gli ospiti della sezione Pietro Bartolo, il medico simbolo dell’emergenza migranti a Lampedusa (in collegamento dall’isola); il prefetto Mario Morcone; il sindaco di Riace Domenico Lucano e l’assessore ai Sistemi informativi e alla Partecipazione della Regione Toscana, Vittorio Bugli.
La Regione Toscana sarà presente a Pisa con un programma di appuntamenti focalizzati sul tema degli Open Data tra cui un workshop dedicato ai percorsi di accessibilità digitale, promosso dal progetto regionale Giovanisì in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e Cooperativa Sociolab (7/10); e l’incontro “Open Data: materia prima per lo sviluppo”, in cui saranno analizzate le nuove modalità di interazione con i cittadini per rendere più efficienti i servizi pubblici (8/10). Tra gli altri, da segnalare anche “Open Toscana, guida pratica per l’uso”, un’occasione per fare il punto sulla piattaforma regionale di servizi, uno spazio sempre più a disposizione di start up e cittadini (8/10).
E poi un focus con tra i protagonisti la città di Pisa dal titolo Muoversincittà (9/10): come ci muoveremo nelle città di domani? Le auto si guideranno da sole e ci porteranno la spesa dal supermercato fino a casa? Sarà un modello di mobilità sostenibile? Queste le domande al centro della sessione in domenica 9 al Teatro Verdi (ore 10-13), che si aprirà con la presentazione del progetto Pisa Smart Mobility, a cura dell’assessore alla mobilità del Comune di Pisa, Giuseppe Forte.
Riflettori puntati anche sul mondo dello sport e le conseguenze dell’avvento della tecnologia nella pratica sportiva, in particolare nel ciclismo, nella pallavolo, nella scherma, nel tennis e nel calcio. Tra gli ospiti ci saranno sportivi come Gianni Clerici, Andrea Giani, Salvatore Sanzo, Andrea Cipressa, ricercatori, giornalisti e responsabili di aziende che producono tecnologia wearable o legate al settore del data science (8/10). Sport e innovazione si intrecceranno nella corsa notturna City Track Run (7/10): una app monitorerà la posizione dei partecipanti e proietterà in tempo reale le linee di corsa delle squadre su un maxischermo.
Per l’area cultura, l’attenzione sarà rivolta ai musei: strutture sempre più open e che, grazie all’innovazione tecnologica, rinnovano il dialogo tra visitatore e arte. Tra i protagonisti della sessione Future Museum (9/10): Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta; l’ingegnere Enrico Dini, tra gli artefici della ricostruzione dell’arco di Palmira in 3D; l’urban storyteller Biancoshock e Claudio Germak, coordinatore del progetto Virgil 2, robot guida del Castello di Racconigi.
Editoria e media digitali saranno al centro di vari panel dedicati alle nuove sfide del giornalismo, tra vecchie e nuove competenze (7/10) e alla rivoluzione prodotta dalle community online, sempre più determinanti nella diffusione e produzione di contenuti cinematografici, televisivi e persino nell’informazione giornalistica. Affronteranno il tema, tra gli altri, Geert Lovink e Donatella Della Ratta (“Dai dati ai dati. Un approccio innovativo per internet”), Mario Calabresi (“La vita e la morte in Rete. La responsabilità di chi fa informazione”), e l’attore Fabio De Caro (Malamore in Gomorra) insieme a Francesco Bernabei (7/10). Tra gli ospiti di un panel sul tema “comunità online e tessuto sociale” (8/10) anche Ilaria Cucchi. Le responsabilità di provider e media e le iniziative educative delle scuole saranno i temi affrontati nella tavola rotonda “#SilenceHate. Quando l’odio corre sul web”, promossa da COSPE. Un incontro per analizzare i risultati di una ricerca sul rapporto giornalismo e migrazioni, inserita nel progetto europeo BRICKS, che ha coinvolto una serie di scuole in Italia, Germania, Repubblica Ceca e Belgio. Interverranno: Giovanni Ziccardi, Martin Hoffmann, Klara Kalibova, Daniel Bonvoisin, Martina Chichi, Sara Cerretelli, e Marco Pratellesi nel ruolo di moderatore (9/10).
All’innovazione in ambito alimentare sarà dedicata la sezione Cibo Divino (7 e 8/10): un programma di appuntamenti pensati per far conoscere gli strumenti che fanno la differenza nel racconto del cibo, presentati dalla voce di alcuni protagonisti della food photography e del food blogging. Ritornano poi gli appuntamenti dell’area Gaming, con la quarta edizione di IF Game Jam (7/10) e la novità della Kids Game Jam, una maratona per giovani programmatori impegnati a creare un videogioco per bambini in difficoltà (8/10) e quelli di T-Tour, dedicati alle attività educative sulla cultura digitale. Focus anche sull’Agenda digitale, un autentico “stato dell’arte” con i protagonisti istituzionali nazionali.
Tra gli ospiti di #IF2016: Lucia Annunziata, Geert Lovink, Mario Calabresi, Matteo Bordone, Donatella Della Ratta, Robin Hanson, Carlo Ratti, Mauro Felicori, Domenico Lucano, Ester Viola, Stefano Quintarelli, Joshua Held, Riccardo Luna, Grazia Verasani, Steven Le Comber, Biancoshock, Raoul Chiesa, Gianni Clerici, Andrea Giani, Massimiliano Allegri, Susanna Camusso, Ilaria Cucchi, David Gerrold, Francesco Strazzari, Pietro Bartolo, Mario Morcone, Loredana Lipperini, Daniele Ciprì, Marco Carrai, Iaia Forte, Milena Vukotic, Anna Meacci, Raul Pelaéz, Marco Pratellesi, Franco Gabrielli, Maria Chiara Carrozza, Giulio Giorello, Marino Sinibaldi, Carola Frediani, Umberto Rapetto, Fabio De Caro, Jacob Collier.
Protagonista di #IF2016 anche la città di Pisa con ben 18 location: Teatro Verdi, Scuola Normale Superiore, Cineclub Arsenale, Palazzo Franchetti, Teatro Sant’Andrea, Scuola Superiore Sant’Anna, Camera di Commercio, Cittadella Galileiana, Cinema Teatro Lumière, MixArt, Ponte di Mezzo, Logge dei Banchi, Libreria Orsa Minore, Libreria Ghibellina, Libreria Feltrinelli, Libreria Fogola, Libreria dei Ragazzi, Gipsoteca di Arte Antica.
Internet Festival si conferma il più importante evento nazionale sulla Rete e l’innovazione. Un’occasione unica per sperimentare connessioni e tracciare rotte in grado di disegnare nuove geografie e delineare spazi sempre più complessi da governare. Un viaggio che da Pisa continua a esplorare il mondo delle tecnologie più innovative, delle nuove forme di comunicazione, della digitalizzazione e dei suoi effetti nei più svariati ambiti (dal food alla musica, dalla cultura ai conflitti internazionali, dal marketing alle imprese, dai big data alla Pubblica Amministrazione, dal teatro allo sport), senza dimenticare il tema dell’innovazione sociale, le giovani generazioni e l’ecosistema delle startup.
Internet Festival è promosso da Regione Toscana, Comune di Pisa, Registro.it e Istituto di Informatica e Telematica del Cnr, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna, Scuola Normale Superiore insieme a Camera di Commercio di Pisa, Provincia di Pisa e Associazione Festival della Scienza. Il direttore del Festival è Claudio Giua, presidente di Fondazione Sistema Toscana. L’organizzazione è affidata ad Adriana De Cesare per Fondazione Sistema Toscana. Anna Vaccarelli (IIT-CNR) e Gianluigi Ferrari (Università di Pisa) coordinano rispettivamente il comitato esecutivo e scientifico.
*********
Un focus sulle iniziative dell'Università di Pisa
Anche quest’anno il contributo dell’Università di Pisa corre lungo tutto il programma dell’Internet Festival, a partire dal coordinamento del comitato scientifico da parte del professor Gianluigi Ferrari, docente del dipartimento di Informatica.
Protagonisti dei T-Tour alla Cittadella Galileiana saranno numerosi docenti dell’Ateneo, dai ricercatori del Centro di Ricerca "E. Piaggio", a quelli del laboratorio SoBigData, fino a Chiara Bodei, Stefano Chessa, Paolo Ferragina, Linda Pagli, Dino Pedreschi, Susanna Pelagatti del dipartimento di Informatica e Stefano Giordano del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Ai T-tour sarà possibile incontrare anche Davide Morelli dello spin off BioBeats nello spazio relax “Hear and Now”, dedicato alla app gratuita che guida il respiro e mostra come il cuore batte e risponde all’esercizio.
Come ogni anno il Museo degli Strumenti per il Calcolo dà un contributo importante al festival: realizza il contest “Clicca se hai coraggio”, per diffondere la conoscenza dei virus informatici, coinvolgendo i negozi del centro città; cura gli eventi dedicati a Star Trek, la serie che più di ogni altra ha contribuito a rendere la scienza affascinante presso il grande pubblico; porta alla scoperta delle collezioni del Museo con i T-Tour; infine, organizza Dalla O alla A, una giornata di approfondimenti sulla storia del “calcolo personale”, invitando protagonisti della stagione Olivetti, esperti del mondo Apple e appassionati di retrocomputing, e mostrando in funzione alcune macchine del passato.
Il master in Internet Ecosystem, Governance e Diritti del dipartimento di Giurisprudenza, diretto dalla professoressa Dianora Poletti, promuove due giornate di studi dal titolo “Nodi virtuali, legami informali: Internet alla ricerca di regole”, che si terrà il 7 e l'8 ottobre, alla Gipsoteca di Arte antica in Piazza San Paolo all’Orto. L’incontro, connesso all’Internet Festival si propone di stilare un bilancio dell’impatto che il web ha avuto sul fenomeno giuridico, con particolare riguardo alla produzione di regole e modelli di comportamento. Ospite speciale Antonello Soro, Presidente Autorità Garante Protezione Dati Personali.
Alle Logge dei Banchi, per tutta la durata del Festival, sarà possibile visitare l’installazione “Una mappa interattiva della mobilità di Pisa”, curata da WineMa Lab, IIT-CNR, in collaborazione con MIT Senseable City Lab e KDD Lab, a cui partecipa anche l’Università di Pisa con il gruppo di ricerca guidato dal professor Dino Pedreschi.
Sempre sul fronte della mobilità, domenica 9, al Teatro Verdi (dalle ore 10 alle 13), si terrà un incontro dal titolo #MobilitandoPisa in cui verranno presentati i risultati del progetto a cui ha contribuito il nostro Ateneo con i professori Dino Pedreschi, Giuseppe Anastasi e Francesco Marcelloni. Nella sessione “Cosa raccontano i BigData della mobilità di Pisa e dintorni”, gli ospiti proveranno a rispondere a queste domande: come ci muoveremo nelle città di domani? Le auto si guideranno da sole e ci porteranno la spesa dal supermercato fino a casa? Sarà un modello di mobilità sostenibile?
Significativo è stato anche il contributo di molti docenti dell’Ateneo nella pianificazione degli eventi delle singole aree tematiche, tra cui la “Cybersecurity” (Gianluca Dini), “La riorganizzazione del sistema dell’innovazione” (Gianluigi Ferrari e Paolo Ferragina) e anche per la parte dello sport, ovvero nell’uso di tecnologie di supporto alle prestazioni sportive.
Accordo fra Unipi e l’ente di ricerca giapponese JAMSTEC
L’ente di ricerca giapponese JAMSTEC (Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology) ha attivato un accordo di collaborazione scientifica con il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa per testare gli elementi tubolari di perforazione che utilizza per effettuare le indagini geologiche sottomarine.
Da quest’anno, nel laboratorio di prove meccaniche dell’Ateneo pisano i ricercatori coordinati dal professore Ciro Santus, con il supporto dello spin off ACTA Srl, testano le attrezzature che servono per eseguire i carotaggi della crosta terrestre fino a 7.500-10.000 metri di profondità. JAMSTEC conduce questa attività allo scopo di investigare la consistenza dei diversi strati geologici per poi dedurre, ad esempio, importanti informazioni sulla meccanica dei terremoti. Le perforazioni esplorative si svolgono a bordo della nave “Chikyu” (termine che in giapponese significa “Alla scoperta della Terra”) e le attrezzature utilizzate, aste di perforazione “leggere” (Drill Pipe) e “pesanti” (Drill Collar), sono le stesse impiegate per la perforazione estrattiva petrolifera e di gas naturale.
“Il nostro laboratorio è un unicum a livello internazionale – ha spiegato Ciro Santus – a Pisa siamo in grado di testare queste attrezzature in piena scala, fino a 240 mm di diametro, e di fornire dati di resistenza di primario interesse per gli ingegneri della perforazione di JAMSTEC”.
Le macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale sono state inizialmente ideate e sviluppate per motivi di ricerca dai professori Leonardo Bertini e Marco Beghini per conto della multinazionale italiana Eni, e successivamente per altre aziende del settore, quali la francese Vallourec - VAM Drilling.
Il loro principio di funzionamento è basato sul fenomeno della risonanza e le frequenze operative (25-30 Hz) permettono tempi di prova accettabili per il raggiungimento di vari milioni di cicli, che rappresentano l’ordine di grandezza della vita utile delle attrezzature di perforazione.
---
nei video le macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale:
https://www.youtube.com/watch?v=JK3ADADOkfA
https://www.youtube.com/watch?v=69p_CmxLS5c
---
Foto:
In alto a destra, una prova dinamica in cui la zona di connessione al centro, oggetto del test, è sollecitata fino al raggiungimento della frattura a fatica
In alto a sinistra, il professore Ciro Santus a fianco dell’Ingegnere Tomoya Inoue dell’ente nazionale giapponese JAMSTEC
In basso a destra, la nave giapponese Chikyu per perforazioni Deep See a scopo scientifico
Accordo fra l’Università di Pisa e l’ente di ricerca giapponese JAMSTEC
L’ente di ricerca giapponese JAMSTEC (Japan Agency for Marine-Earth Science and Technology) ha attivato un accordo di collaborazione scientifica con il dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa per testare gli elementi tubolari di perforazione che utilizza per effettuare le indagini geologiche sottomarine.
Da quest’anno, nel laboratorio di prove meccaniche dell’Ateneo pisano i ricercatori coordinati dal professore Ciro Santus, con il supporto dello spin off ACTA Srl, testano le attrezzature che servono per eseguire i carotaggi della crosta terrestre fino a 7.500-10.000 metri di profondità. JAMSTEC conduce questa attività allo scopo di investigare la consistenza dei diversi strati geologici per poi dedurre, ad esempio, importanti informazioni sulla meccanica dei terremoti. Le perforazioni esplorative si svolgono a bordo della nave “Chikyu” (termine che in giapponese significa “Alla scoperta della Terra”) e le attrezzature utilizzate, aste di perforazione “leggere” (Drill Pipe) e “pesanti” (Drill Collar), sono le stesse impiegate per la perforazione estrattiva petrolifera e di gas naturale.
“il nostro laboratorio è un unicum a livello internazionale – ha spiegato Ciro Santus – a Pisa siamo in grado di testare queste attrezzature in piena scala, fino a 240 mm di diametro, e di fornire dati di resistenza di primario interesse per gli ingegneri della perforazione di JAMSTEC”.
Le macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale sono state inizialmente ideate e sviluppate per motivi di ricerca dai professori Leonardo Bertini e Marco Beghini per conto della multinazionale italiana Eni, e successivamente per altre aziende del settore, quali la francese Vallourec - VAM Drilling. Il loro principio di funzionamento è basato sul fenomeno della risonanza e le frequenze operative (25-30 Hz) permettono tempi di prova accettabili per il raggiungimento di vari milioni di cicli, che rappresentano l’ordine di grandezza della vita utile delle attrezzature di perforazione.
Macchine del laboratorio del dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale
https://www.youtube.com/watch?v=JK3ADADOkfA
https://www.youtube.com/watch?v=69p_CmxLS5c
Dida Foto:
Nave giapponese Chikyu per perforazioni Deep See a scopo scientifico, (in basso a Il Prof. Ciro Santus a fianco dell’Ingegnere Tomoya Inoue dell’ente nazionale giapponese JAMSTEC
Una prova dinamica in cui la zona di connessione al centro, oggetto del test, è sollecitata fino al raggiungimento della frattura a fatica.
Prima parte - Impatto economico dell'Ateneo sul territorio
L'analisi dell'impatto economico dell'Ateneo, condotta dalla professoressa Ada Carlesi, prorettore per le politiche di bilancio, è la prima parte del Rapporto di Sostenibilità, uno studio che tratta delle ricadute economiche e sociali della presenza e delle attività dell'Ateneo sul territorio pisano.
Scarica il pdf (3,53 MB)
Il dipartimento di Scienze della Terra espone DEW12007, una rara meteorite lunare trovata in Antartide
È in esposizione libera e gratuita, all'ingresso del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa, in via Santa Maria 53, una rara meteorite lunare che i ricercatori pisani hanno trovato in Antartide nel 2013, durante una spedizione scientifica del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide nell'area di ghiaccio blu di Mount DeWitt in Terra Vittoria settentrionale.
La meteorite si chiama Mount DeWitt 12007 (abbreviato DEW12007) e pesa 94.2 grammi. Gli studi condotti da giovani ricercatori del dipartimento - in particolare da Alberto Collareta e Maurizio Gemelli, con il coordinamento dei professori Massimo D'Orazio e Luigi Folco - hanno documentato, con articoli pubblicati su riviste internazionali, che DEW12007 è un campione di suolo lunare. Questo suolo, detto regolite lunare, è il prodotto della continua deposizione di frammenti della crosta lunare lanciati dalle varie regioni della superficie dagli impatti cosmici che hanno tempestato la Luna sin dalla sua origine, 4.5 miliardi di anni fa. Il suolo campionato da DEW12007 consiste di innumerevoli frammenti rocciosi millimetrici, forse di tutte le diverse rocce che affiorano sulla superficie lunare, e, pertanto, offre la possibilità di studiare la varietà di composizione della crosta lunare.
La conoscenza della crosta lunare è di grande importanza per le scienze planetarie, in quanto permette di studiare i processi di differenziazione planetaria avvenuti agli albori del sistema solare tra 4.6. e 4.4 miliardi di anni fa, nonché di ricostruire la catastrofica storia collisionale avvenuta nei primi 600 milioni di anni del sistema solare nello spazio vicino alla Terra. Da questo punto di vista, l’Antartide rappresenta un terreno privilegiato per la raccolta di meteoriti, piccoli frammenti di asteroidi, comete e pianeti che forniscono informazioni uniche sulla origine e sull'evoluzione del sistema solare.
Giovane ricercatore dell’Ateneo vince il premio della Società Italiana di Fisiologia 2016
Ugo Faraguna (foto) del dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa si è aggiudicato il premio della Società Italiana di Fisiologia (SIF) 2016 riservato a giovani ricercatori under 40.
A fronte di 19 candidature provenienti da tutta l’Italia, il ricercatore pisano ha vinto 1000 euro piazzandosi primo ex-aequo con la dottoressa Flavia Antonucci dell’Università degli studi di Milano.
Classe 1979 e laureato a Pisa dove ha fatto ritorno dopo un periodo trascorso all’Università del Wisconsin negli Stati Uniti, Ugo Faraguna ha ricevuto il riconoscimento durante 67mo congresso della SIF che si è svolto a Catania alla fine di settembre.
In questa stessa occasione Faraguna ha presentato le sue ricerche più avanzate sui meccanismi che regolano il sonno a una platea di oltre 250 scienziati riuniti a convegno impegnati nei diversi campi della ricerca biomedica fra cui Carlo Maria Croce (Columbus, OH, Usa), Stefano Pluchino (Cambridge, UK) e Ulrich Pohl (Munich, Germany).