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L'Università e la città di Pisa celebrano i 50 anni delle Tesi della Sapienza, un documento simbolo di un momento cruciale di elaborazione politico-culturale, oltre che di approfondimento su tematiche più strettamente universitarie, che è considerato il punto d’avvio delle elaborazioni, delle proposte e delle proteste che sfociarono da lì a pochi mesi nel movimento del 1968. Lo fanno con un incontro aperto a tutti i cittadini, che si terrà nella sede della Gipsoteca di Arte Antica alle 16.30 di venerdì 10 febbraio, proprio in concomitanza con la data di pubblicazione delle Tesi, che furono elaborate durante l'occupazione del Palazzo della Sapienza tra il 7 e l'11 febbraio 1967.

pisa 68 volantinoL'iniziativa, che metterà a confronto studiosi e testimoni di quel periodo, sarà aperta dall'introduzione degli storici Michele Battini (Università di Pisa) e Giampaolo Borghello (Università di Udine). Seguirà una tavola rotonda allargata a voci e testimonianze, volutamente diverse, che ripercorreranno l'esperienza di quei giorni: Vittorio Campione e Gian Mario Cazzaniga, indicati tra i principali ispiratori delle Tesi, Gliuliana Biagioli, che era tra gli studenti che avevano occupato la Sapienza, e Raffaello Morelli, all'epoca esponente della cultura liberale. A moderare il dibattito ci sarà Bruno Manfellotto, editorialista del gruppo "L'Espresso". Nel corso dell'incontro, inoltre, sarà proiettato il video dal titolo "I giorni della Sapienza. Appunti per un documentario" che riunisce filmati storici, a cura di Lorenzo Garzella e Nicola Trabucco. La giornata vede anche la partecipazione del Cinema Arsenale, con la proiezione serale del film "Qualcosa nell'aria" di Olivier Assayas, che aprirà il ciclo "Intorno al '68". Per l'occasione, l'Ateneo ha deciso di ripubblicare le Tesi, in un quaderno edito dalla Pisa University Press.

La giornata dedicata alle Tesi della Sapienza è stata presentata in una conferenza tenuta in Rettorato lunedì 30 gennaio, alla quale hanno partecipato il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, il sindaco Marco Filippeschi, la delegata per la diffusione della cultura dell'Ateneo, Sandra Lischi, l'assessore comunale alla Cultura, Andrea Ferrante, il direttore della Biblioteca Franco Serantini, Franco Bertolucci, e lo storico Alessandro Breccia.

I relatori hanno ricordato che l'incontro del 10 febbraio sarà seguito da un ciclo di iniziative tese ad approfondire il contesto del '68, curate in modo coordinato da Università, Comune, Biblioteca Franco Serantini, Cinema Arsenale e da altri eventuali partner. In programma ci sono riflessioni su aspetti e protagonisti del '68 a Pisa e in Italia e vari appuntamenti cinematografici, teatrali ed espositivi, per arrivare tra fine 2017 e inizio 2018 a un convegno di studi che mirerà a inserire il '68 nella complessiva storia contemporanea italiana e mondiale, approfondendo in modo specifico il ruolo di Pisa. Il convegno, che sarà curato da un gruppo di studiosi dei dipartimenti di Civiltà e Forme del Sapere e di Scienze politiche, nasce su iniziativa dei professori Luca Baldissara, Michele Battini e Alessandro Breccia.

Le iniziative ideate e gestite dai diversi enti, con le loro specificità, saranno affiancate e contrassegnate da un logo che, con una grafica ispirata al periodo, evoca i vari anni, dal 66 al 69, per indicare l’arco di tempo abbracciato dalle attività.

"L’Ateneo di Pisa - ha detto il prorettore vicario, Nicoletta De Francesco - ritiene importante promuovere, con la necessaria distanza storica e critica, momenti di conoscenza (non celebrativi, né nostalgici) su un periodo che ha visto la nostra città e la nostra Università come protagonisti centrali e in molti casi anticipatori e pionieristici. L’augurio è quello di poter attivare una riflessione feconda, che, anche attraverso una varietà di sguardi, discipline e arti, vada oltre la specifica occasione della ricorrenza e metta a confronto generazioni diverse e diversi modi di rilettura e comprensione della nostra storia".
"Cinquant'anni dopo - ha continuato il sindaco Marco Filippeschi - c'è da riflettere su una vicenda importante della nostra storia contemporanea maturata a Pisa. Ma dalla memoria dobbiamo anche trarre qualche spunto guardando al futuro, in una stagione di straordinari cambiamenti, d'incertezze e di regressioni. In particolare sulla partecipazione politica e sociale dei giovani, che è un grande tema, molto stimolante".
“È importante ricordare un passaggio così significativo della storia recente partendo da un evento che ha contribuito ad avviarlo proprio a Pisa – ha concluso l’assessore Andrea Ferrante – il quadriennio che va dal ’66 al ’69 ha rappresentato non solo per la nostra città un momento di decisiva trasformazione. È giusto dedicare, anche con metodo critico, una approfondita riflessione a quegli anni visti dall’epoca di oggi”.

Ne hanno parlato:
Tirreno
QN
Nazione Pisa
PisaInformaFlash.it
GoNews.it
Pisa24.info
ToscanaNovecento.it
PisaToday.it

pisa 68 conf

Ricercatori dell’Università di Manchester e dell’Università di Pisa hanno dimostrato la possibilità di realizzare circuiti e dispositivi elettronici con una nuova tecnologia basata sulla stampa a getto di inchiostro di grafene e altri materiali bidimensionali. Il gruppo di ricerca dell’Università di Manchester, guidato dalla professoressa Cinzia Casiraghi, ha sviluppato un metodo per la produzione di inchiostri a base d’acqua contenenti materiali bimensionali, che potrebbero trasformare le eterostrutture di cristalli bidimensionali da prodotti di laboratorio in prodotti commerciali. Con tali inchiostri, i ricercatori dell’Università di Pisa e di Manchester hanno creato memorie digitali.

inchiostro grafene iannaccone

Il grafene è il primo materiale bidimensionale: 200 volte più forte dell’acciaio, leggero, flessibile e più conduttivo del rame. Da quando è stato isolato, nel 2004, la famiglia dei materiali bidimensionali è diventata molto numerosa. Usando il grafene e altri materiali bidimensionali, gli scienziati possono affiancare e sovrapporre strati come fossero mattoncini Lego in una sequenza desiderata, chiamata “eterostruttura”, per realizzare dispositivi dedicati ad applicazioni specifiche.

“Con eterostrutture verticali e laterali è possibile ottenere un numero enorme di combinazioni tra cui selezionare le proprietà e le geometrie più adatte per ogni uso – dice il professor Giuseppe Iannaccone, docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – Stiamo esplorando con attenzione e pragmatismo le potenzialità applicative dei materiali bidimensionali, tenendo presente che storicamente l’introduzione di nuovi materiali e nuove tecnologie di produzione ha continuamente ampliato gli impieghi dell’elettronica”.

Fino ad oggi gli inchiostri per realizzare eterostrutture con metodi semplici e a basso costo erano lontani dall’ideale, perché usavano solventi tossici o richiedevano processi costosi e lenti. “I nuovi inchiostri sviluppati dall’Università di Manchester sono a base d’acqua e biocompatibili e sono adatti a una tecnologia a basso costo come la stampa a getto di inchiostro – aggiunge il professor Gianluca Fiori, anche lui docente di Elettronica al dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa – Per questo motivo stiamo ideando e realizzando con i colleghi di Manchester dispositivi e circuiti elettronici stampati su substrati flessibili per l’uso in etichette intelligenti, beni di consumo e applicazioni biomedicali”.

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Ne hanno parlato: 
Repubblica.it
Corriere Imprese Toscana
InToscana.it
Nazione Pisa
NazionePisa.it 
AskaNews 
QuiNewsPisa.it
gonews.it 

Phys.org
RD Magazine
The Engineer UK

Il Teatro Verdi di Pisa, nel quadro della collaborazione con l'Ateneo, informa della possibilità per gli studenti universitari di assistere ad una prova d’assieme dello spettacolo "Il cappello di paglia di Firenze", mercoledì 8 febbraio p.v. ore 17,30-19, previa prenotazione entro lunedì 6 febbraio ore 12, scrivendo all' indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

Sarà presentato lunedì 30 gennaio, alle ore 12.30 nella Sala dei Mappamondi del Rettorato, l'incontro dal titolo "Pisa e il '68. Le Tesi della Sapienza (1967-2017)" che si svolgerà il prossimo venerdì 10 febbraio nella Gipsoteca di Arte Antica. L'iniziativa, promossa dall'Università in collaborazione con il Comune di Pisa e la Biblioteca Franco Serantini, mira a celebrare i 50 anni dalla redazione delle Tesi, prodotte durante l'occupazione del Palazzo della Sapienza tra il 7 e l'11 febbraio 1967, un documento che ha aperto la via del '68 a Pisa e in Italia. Durante la presentazione sarà anche illustrato il progetto di iniziative cittadine condivise che porteranno alle celebrazioni del 50° anniversario del '68.
Alla presentazione in Rettorato interverranno il rettore Paolo Mancarella, il sindaco Marco Filippeschi, la delegata per la diffusione della cultura dell'Ateneo, Sandra Lischi, l'assessore comunale alla Cultura, Andrea Ferrante, e il direttore della Biblioteca Serantini, Franco Bertolucci.

Da lunedì 30 gennaio a mercoledì 1 febbraio sarà eseguito un intervento dell’Università di Pisa per la rimozione di 16 pioppi pericolanti sui terreni di sua proprietà in via di Torretta. Si tratta di piante la cui pericolosità è stata accertata da verbale dei Vigili del Fuoco e da Valutazione Fitosanitaria e di Stabilità di Agronomo Accreditato. Essendo un provvedimento teso alla salvaguardia della pubblica e privata incolumità, l’intervento deve essere effettuato con urgenza: successivamente ci sarà un incontro per valutare la tipologia di alberi con cui sostituire quelli abbattuti, che comunque saranno in totale lo stesso numero di quelli abbattute. Per consentire l’intervento la via Bigattiera sarà chiusa da lunedì 30 gennaio a mercoledì 1 febbraio, dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17.

logo real academia La professoressa Marcella Aglietti, ordinario di Storia delle istituzioni politiche al dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa e delegata del rettore per il Dottorato di ricerca, è stata eletta Accademica Corrispondente per l'Italia della Real Academia de la Historia di Spagna, una tra le maggiori onorificenze che uno storico possa ricevere in quel paese. La Real Academia, nata agli inizi del Settecento, è paragonabile per prestigio all’Accademia italiana dei Lincei, anche se il suo ambito di attività riguarda esclusivamente la conoscenza storica.

Marcella Aglietti si è laureata in Scienze politiche all’Università di Pisa nel 1994 e ha conseguito il perfezionamento in Storia moderna e contemporanea alla Scuola Superiore Sant’Anna. Fin da allora, conduce le sue ricerche tra le maggiori biblioteche ed archivi spagnoli grazie a borse di studio e a finanziamenti ottenuti nell’ambito di progetti nazionali e internazionali, in collaborazione con il Consejo Superior de Investigaciones Científicas e, più recentemente, anche della Universidad Complutense di Madrid.

Studiosa di storia istituzionale e politica in età moderna e contemporanea, la professoressa Aglietti si è dedicata, tra l’altro, ad approfondire i processi di emigrazione delle nobiltà tosco-spagnole durante l’epoca granducale e la storia parlamentare di Spagna tra Ottocento e inizi Novecento.

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La professoressa Marcella Aglietti, ordinario di Storia delle istituzioni politiche al dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa e delegata del rettore per il Dottorato di ricerca, è stata eletta Accademica Corrispondente per l'Italia della Real Academia de la Historia di Spagna, una tra le maggiori onorificenze che uno storico possa ricevere in quel paese. La Real Academia, nata agli inizi del Settecento, è paragonabile per prestigio all’Accademia italiana dei Lincei, anche se il suo ambito di attività riguarda esclusivamente la conoscenza storica.
Marcella Aglietti si è laureata in Scienze politiche all’Università di Pisa nel 1994 e ha conseguito il perfezionamento in Storia moderna e contemporanea alla Scuola Superiore Sant’Anna. Fin da allora, conduce le sue ricerche tra le maggiori biblioteche ed archivi spagnoli grazie a borse di studio e a finanziamenti ottenuti nell’ambito di progetti nazionali ed internazionali, in collaborazione con il Consejo Superior de Investigaciones Científicas e, più recentemente, anche della Universidad Complutense di Madrid.
Studiosa di storia istituzionale e politica in età moderna e contemporanea, la professoressa Aglietti si è dedicata, tra l’altro, ad approfondire i processi di emigrazione delle nobiltà tosco-spagnole durante l’epoca granducale e la storia parlamentare di Spagna tra Ottocento e inizi Novecento.

Giovedì, 26 Gennaio 2017 09:09

Pisa celebra il "Giorno della memoria"

auschwitz gleis orizRicordare in modo attivo, ricordare e tramandare coinvolgendo la città tutta. Anche quest’anno "Pisa non dimentica" dedica al Giorno della Memoria un nutrito programma di eventi elaborato dal Comune di Pisa, dalla Prefettura di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore e arricchito dalla partecipazione di Acquario della Memoria, ANED, ANPI, ANPPIA, Associazione 24 marzo, il Centro interdipartimentale di studi ebraici dell’Università di Pisa, Cineclub Arsenale, Comunità ebraica di Pisa, Fondazione Teatro Verdi, Istituti comprensivi di Pisa, Palazzo dei Congressi, Programma Cultura Educazione, Questura di Pisa, Scuole Secondarie superiori, Società Filarmonica Pisana e Toscana Aeroporti, che hanno collaborato con proprie iniziative alla stesura del programma.

«L'apertura dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio del 1945 ha segnato la dolorosa scoperta di quanto l'umanità possa essere disumana: nei campi di sterminio ha preso forma il peggiore incubo di una persona, quella di diventare solo un numero e poi nemmeno più quello, dispersa in cenere al vento attraverso un camino con i suoi sogni, la sua cultura di appartenenza, le sue preferenze in amore, le sue idee politiche, anzi a causa della sua diversità, che sia per appartenenza ad un popolo, per orientamento sessuale o politico – ha sottolineato l’assessora Marilù Chiofalo – Di questo orrore non c'è sufficiente consapevolezza, basta pensare all'ultima donna non uccisa ma fatta a pezzi con 23 coltellate, alle campagne di odio condite di immagini volgari contro le persone omosessuali o straniere, o semplicemente contro chi ha un'idea politica diversa, alle donne che in politica si comportano come uomini, ma non come quei tanti uomini perbene, ma come gli uomini che odiano le donne. Quest'anno ne parliamo coinvolgendo persone di cui più di 1000 studenti in un programma di oltre 20 iniziative organizzate da altrettante istituzioni e associazioni, due tra queste sono l'incontro di 1000 studenti con le nostre tre donne militanti della memoria, Andra e Tatiana Bucci sopravvissute ad Auschwitz e Vera Vigevani Jarach per la prima volta insieme, e BENT uno spettacolo di prosa nella stagione del Verdi e nel programma Culturèducazione, che racconta con ironia e dolcezza la storia di una coppia omosessuale in un campo di sterminio. Vi aspettiamo.»

Due settimane di appuntamenti, come ricordava l’assessora, con incontri, spettacoli, dibattiti e cerimonie ufficiali in un intreccio di ricordi e attualità. Cifre caratterizzanti del programma la multicanalità dell’offerta che vuole coinvolgere tutti i cittadini e parlare in linguaggi diversi ma anche la partecipazione sempre più fattiva degli studenti. Proprio agli studenti è rivolto uno dei primi appuntamenti con la matinèe al Teatro Verdi prevista per il 26 gennaio alle ore 10.00. In scena lo spettacolo “Bent” di Martin Sherman per la regia Lorenzo Tarocchi. Un dramma particolarmente intenso che esplora una zona d’ombra delle persecuzioni razziali ovvero quella legata ai “triangoli rosa” e all’omosessualità. A seguire una conversazione con il regista, gli attori e Micaela Frulli, professoressa associata di diritto internazionale dell’Università di Firenze. Si tratta di un progetto speciale curato dalla Fondazione Teatro di Pisa in collaborazione con il Programma Cultura Educazione dell'Assessorato alle Politiche educative del Comune di Pisa. (Comunicato dell'Amministrazione comunale).

Consulta il programma del 27 gennaio. 

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L’iniziativa del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici dell'Università di Pisa

Martedì 7 febbraio, alle ore 9.00, nell'Aula magna del dipartimento di Filologia, letteratura, linguistica, si terrà una lezione del professor Raffaele Mantegazza, dell'Università Milano Bicocca, intitolata "Questo odore di fumo..." Non solo memoria: qui e ora, le tracce di Auschwitz. Seguirà dibattito.

Giovedì, 26 Gennaio 2017 09:03

Workshop per il Job placement - Febbraio 2017

L'Ufficio Job placement organizza nel mese di febbraio un calendario di workshop per studenti e laureati.

Gli incontri affrontano diversi aspetti del passaggio dagli studi al mondo del lavoro, fornendo strumenti utili per questa delicata fase.

Programma

Giovedì 2 febbraio
Definire l'obiettivo professionale e sviluppare le soft skills (modulo 1)

Giovedi 9 febbraio
Parlare in pubblico con sicurezza e gestire le emozioni

Mercoledì 15 febbraio
Impara a scrivere un cv chiaro ed efficace in linea con i tuoi scopi e le tue risorse

Giovedi 16 febbraio
Definire l'obiettivo professionale e sviluppare le soft skills (modulo 2)

Lunedì 20 febbraio
Personal branding

Giovedì 23 febbraio
I processi di selezione del personale

La partecipazione ai workshop è gratuita e riservata agli studenti e neolaureati.

Per informazioni ed iscrizione entra nella sezione Avvisi sul sito: http://jobplacement.unipi.it/

Info
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Immagine di scena: Michele Demaria Il 28 e il 29 gennaio, al Teatro Era di Pontedera un doppio appuntamento con L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello, che andrà in scena nella versione adattata da Gabriele Lavia e in quella con Dario Marconcini diretta da Roberto Bacci . Un progetto che mette in luce le diverse anime del teatro, e le infinite possibilità che un autore, un attore e un regista hanno per intervenire su un testo e sullo spazio scenico.

Studenti e dipendenti dell’Università di Pisa possono acquistare un biglietto a prezzo ridotto presentando in biglietteria il libretto universitario o il badge.

L’uomo dal fiore in bocca...e non solo

28 gennaio ore 21; 29 gennaio ore 18.30
di Luigi Pirandello
con Michele Demaria, Barbara Alesse
regia Gabriele Lavia

L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello è la scena maestra dell’incomunicabilità, della solitudine che si aggrappa alla banalità dei particolari più piccoli e insignificanti del quotidiano per cercare di rintracciare una superiorità della vita sulla morte.
Gabriele Lavia con Michele Demaria e Barbara Alesse prova a trattenere quella vita un altro po’, prima della fine.
Un uomo... “un po’ strano”, un uomo... “pacifico” e una donna come “un’ombra che passa in lontananza” sono i tre protagonisti del capolavoro di Pirandello “L’uomo dal fiore in bocca”.
Gabriele Lavia continua il suo studio Pirandelliano di questi ultimi anni (“Tutto per bene”, “La Trappola”, “I sei personaggi...”), arricchendo il monologo originale con altre novelle che affrontano il tema della donna e della morte. Ecco spiegato quel ...e non solo usato come sottotitolo.
Il denominatore comune sono le paure e il bisogno di esorcizzarle dietro una qualche forma di maschera, imposta dagli altri e infine accettata, per quieto sopravvivere. Tra l’essere e l’apparire.
Per questa produzione sono stati riaperti gli storici laboratori del Teatro della Pergola che hanno realizzato interamente l’imponente scenografia.

L’atto unico, rappresentato per la prima volta il 21 febbraio 1923 al Teatro Manzoni di Milano, è un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire fra breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata (l’Uomo dal fiore in bocca, interpretato da Gabriele Lavia), e uno come tanti, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte (il Pacifico Avventore, interpretato da Michele Demaria). L’autore, come in altri casi, trasse il testo teatrale da una novella scritta anni prima e intitolata La morte addosso.
“La morte addosso potrebbe essere il sottotitolo di tutta l’opera letteraria di Pirandello – scrive Gabriele Lavia nelle note di regia – si sa che fin dalla sua fanciullezza il piccolo Luigi fu come “risucchiato” dall’orrore e dal mistero della morte. L’episodio, famosissimo, del cadavere e dei due amanti, accaduto al giovanissimo Luigi, in quello strano “fondaco” buio, segnò per sempre lo scrittore e la sua opera”.
L’originale pirandelliano, che non subisce alcuna modifica nella trasposizione teatrale che ne fece l’autore, è stato arricchito da Gabriele Lavia con altre novelle che affrontano il tema della donna e della morte (“per Pirandello sono “figure” inscindibili, vorrei dire “sovrapposte” ” scrive Lavia).
La scena si apre in una simbolica sala d’attesa di una qualche stazione ferroviaria del Sud Italia. Si tratta di una scenografia imponente, disegnata da Alessandro Camera, e realizzata interamente nei laboratori del Teatro della Pergola, riaperti appositamente per questa produzione della Fondazione Teatro della Toscana e del Teatro Stabile di Genova. La struttura portante, alta almeno 9 metri, tutta in legno di pioppo, regge le vetrate annerite della vecchia stazione. Ai lati vi sono lunghe panchine con scanalature e braccioli a motivi semicircolari, mentre il pavimento è composto di 92 tasselli d’abete e ricoperto da uno strato di decorazione a motivi geometrici; al centro, incombente, un grande orologio che ha smesso di girare.
“Piove a dirotto, ma è estate (tempo assurdo!) per soddisfare il “sentimento del contrario” – annota Gabriele Lavia – così amato dalla poetica del nostro autore. C’è un uomo nella stazione e arriva anche un ometto pacifico, pieno di pacchi colorati, che perde sempre il treno e che lo perderà sempre”.
L’Uomo dal fiore in bocca comincia a parlare con un’insistenza crescente, ironica e disperata, dimostrando una straordinaria capacità di cogliere i più minuti e all’apparenza insignificanti aspetti della vita. Le sue considerazioni amare rivelano terribili verità: l’uomo infatti è in attesa di morire. Mentre è in preda a queste dolorose confessioni vede dietro la grande vetrata della sala d’aspetto l’ombra della moglie, interpretata da Barbara Alesse. È una donna preoccupata, lo vorrebbe curare col proprio affetto, ma a lui non è di consolazione, anzi, è un ostacolo alla sua stringente necessità di vita da vivere che lo porta a osservare i commessi che impacchettano la merce venduta.
“C’è una donna, che guarda dentro la sala d’attesa, da fuori della grande vetrata – conclude Lavia – e poi ci sono tante “donne...donne...donne” che non si vedono ma che sono l’assillo o l’incubo del nostro piccolo “uomo pacifico”. Chi è quella donna che passa? La moglie? La morte?”

L’uomo dal fiore in bocca

28 gennaio ore 19
di Luigi Pirandello
Dario Marconcini
regia Roberto Bacci

Una prova d’attore per un atto unico di Pirandello: Dario Marconcini è in scena con uno dei suoi storici cavalli di battaglia, L’uomo dal fiore in bocca.
“Come si diceva una volta è come la scimmia sulla spalla: questo è L’uomo dal fiore in bocca per me, cerchi di dimenticarlo, di non farlo più, passano gli anni, ma è lì sulla tua spalla che ti guarda e aspetta. La prima occasione in cui iniziammo a lavorare ce la dette il lavoro svolto durante il progetto Stanislavskji in cui una docente Marisa Fabbri si era proposta di “ridare la parola a Pontedera”. In un clima di confronto con le altre linee artistiche del Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale proposi a Roberto Bacci questo testo che accettò con gioia e mi preparò lo spazio della rappresentazione che in qualche modo rovesciava i canoni convenzionali finora usati per quell’atto unico [...].
Ci lavorammo durante una lunga estate calda e fu allora, nei primi anni 80,il primo testo di autore classico presentato nella sua quasi integrità... Sono passati molti anni da allora e quando lo riprendo anche se la struttura, il percorso nello spazio, i gesti sono gli stessi, il mio rapporto col testo cambia perché intanto ieri non è oggi, gli spettatori sono sempre diversi (qui il rapporto con lo spettatore è fondante), il corpo cambia con l’età che passa e le domande che ti affollano la mente acquistano con gli anni significati sempre nuovi e diversi, più vicini implacabilmente allo scritto di Pirandello.
Lo spazio abitato dagli spettatori dove si aggira quest’uomo è tale che lo fa entrare in un campo di energie dove l’esperienza sensoriale la fa da padrona e dove ogni odore, colore, sguardo, lo colpisce fino ad avere delle vertigini che lo mutano e nello stesso tempo attraverso l’indagare le vite degli altri si dà la possibilità di vivere un po’ di più attingendo da loro, come in una forma di vampirismo, sangue e linfa.
Il gioco estetico, il testo ben detto, la scansione, il pezzo di bravura, diventano col tempo un fattore secondario perché ora qui entra in campo la dialettica vita/morte che alimenta lo scritto. Quando poi i sensi non reagiranno più allora sarà il tempo di abbandonare questo percorso e allora la scimmia cercherà altre spalle.”
Dario Marconcini

Informazioni e prezzi

L’uomo dal fiore in bocca...e non solo di Gabriele Lavia
Intero € 20 , ridotto € 18, studenti e personale Unipi  € 10 euro

L’uomo dal fiore in bocca con Dario Marconcini
intero € 12 , ridotto €10, studenti e personale Unipi €8

Biglietti: È possibile acquistare online su www.centroperlaricercateatrale.it , nei punti vendita Boxoffice e, presso la biglietteria del Teatro Era da martedi a domenica dalle ore 16 alle ore 19.30. Per informazioni tel. 0587 55720 / 57034 mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Riduzioni:
Under 18 e over 60, soci Unicoop Firenze, abbonati CTT Nord, Soci Arci, Soci Controradioclub, e altre associazioni convenzionate il cui elenco sarà disponibile in biglietteria e sul sito.

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