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Partiranno giovedì 22 settembre e si concluderanno mercoledì 5 ottobre 2011 gli "Open Days" dell'Università di Pisa, le giornate di orientamento che l'Ateneo dedica agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori. Gli incontri, organizzati per classi o gruppi di classi, si terranno nelle sedi di tutte le facoltà, con la sola eccezione di Medicina e chirurgia, che organizzerà appuntamenti simili nella primavera del 2012. "L'obiettivo di queste iniziative, che sono state concepite con il contributo dei referenti per l'orientamento delle singole facoltà – sintetizza la professoressa Tiziana Goruppi, delegata del rettore per l'Orientamento in entrata – è quello di far entrare i ragazzi a diretto contatto con la quotidianità della vita universitaria, facendo trascorrere loro un giorno immersi tra lezioni, attività di laboratorio, incontri di orientamento e di presentazione dei servizi dell'Ateneo".

Durante gli "Open Days", infatti, sarà possibile approfondire i contenuti dell'offerta formativa delle varie facoltà e le regole di accesso ai corsi, prendere contatto con i servizi che l'Ateneo mette a disposizione dei suoi studenti, tra i quali anche quello di ascolto per supportare l'inserimento delle matricole nel nuovo contesto di studio, visitare e "vivere" le strutture didattiche e di ricerca, le biblioteche e i musei, confrontarsi con le possibilità offerte dal Centro linguistico interdipartimentale per perfezionare la conoscenza di molte lingue straniere. I partecipanti saranno inoltre coinvolti in attività di laboratorio e potranno seguire delle lezioni accademiche preparate specificatamente per loro.

Oltre alle giornate di orientamento nelle diverse facoltà, articolate secondo il calendario in basso, dal 22 settembre al 5 ottobre al Polo Carmignani sarà attivo un punto informativo sui servizi per gli studenti con personale del Servizio Orientamento dell'Ateneo e dell'Azienda per il Diritto allo Studio.

Programma dettagliato su: http://orientamento.unipi.it/opendays

Le "voci" italiane di Glen Close e dei protagonisti di telefilm di grande successo quali "E.R." e "La signora in giallo", insieme ad altri esperti traduttori di libri e doppiatori di film e programmi televisivi, saranno al centro della giornata dal titolo "Dopo l'Università: formazione e mestieri del traduttore nell'editoria, nel cinema e nella televisione". L'iniziativa, che fa da presentazione del master in "Traduzione di testi postcoloniali" della facoltà di Lingue e letterature straniere, si terrà venerdì 23 settembre, dalle ore 9.30 alle 18, nell'Aula Savi di via porta Buozzi, accanto all'ingresso dell'Orto Botanico.

La giornata, coordinata dal direttore del master Biancamaria Rizzardi, sarà focalizzata sui due ambiti occupazionali dell'editoria e della traduzione dei testi audiovisivi.

Nella prima parte, dedicata al percorso che il libro compie dalla stesura manoscritta dell'autore sino all'uscita editoriale, interverrà Claudia Tarolo, co-direttore editoriale e traduttore della "Marcos y Marcos", che si soffermerà sulle figure professionali coinvolte in questo processo, dai redattori ai correttori di bozze, dai librai ai traduttori, dagli editori ai distributori.

La seconda parte, dedicata alla traduzione dei testi audiovisivi, vedrà la partecipazione di grandi esperti del settore, che esporranno le fasi fondamentali che caratterizzano i procedimenti e le tecniche di doppiaggio. Parleranno Filippo Ottoni, presidente dell'"Associazione italiana dialoghisti adattatori cinetelevisivi" e direttore del doppiaggio di film quali "Big Fish" e "Il curioso caso di Benjamin Button"; Elettra Bisetti, direttrice del doppiaggio e "voce" italiana di Glen Close e Helen Mirren; Marina D'Aversa, traduttrice e dialoghista impegnata in programmi quali "La signora in giallo", "E.R." e "Mad Men". Gli interventi dei relatori si focalizzeranno sui procedimenti e le tecniche di doppiaggio, approfondendo i temi della trasposizione linguistica, della preparazione al doppiaggio, del piano di lavorazione, della sincronizzazione, del controllo del doppiaggio in sala mix, del mixage, della nuova colonna dialoghi accoppiata alla colonna originale, di musica ed effetti.

Il seminario rientra nell'ambito dei progetti dell'Università di Pisa per l'occupabilità, finanziati dal Fondo sociale europeo.

Mercoledì, 21 Settembre 2011 09:41

A Pisa il nuovo Centro di studi 'Il Mondo Russo'

Centro RussoÈ stato inaugurato a Pisa il Centro di studi "Il Mondo Russo", nato dalla collaborazione tra l'Università di Pisa e la Fondazione "Russkiy Mir", secondo del genere in Italia, dopo quello di Roma, e 76° nel mondo, che farà da riferimento per la diffusione del russo e della cultura russa nell'area pisana, in Toscana e più in generale in tutto il centro e il nord Italia. La cerimonia di apertura si è svolta mercoledì 21 settembre 2011, alla presenza dei prorettori Nicoletta De Francesco e Sandro Paci, del direttore esecutivo della Fondazione russa, Vyacheslav Nikonov, del console generale della Federazione russa a Genova, Evgeniy Boykov, del direttore dei programmi europei della Fondazione e vicedirettore dell'Istituto per l'Europa dell'Accademia russa delle scienze, Aleksey Gromyko, e del professore di Slavistica, Stefano Garzonio. All'iniziativa hanno preso parte anche rappresentanti del Comune e della Provincia di Pisa, della Regione Toscana, docenti e studenti dell'Ateneo pisano.

Il Centro, la cui apertura rientra nel quadro dei festeggiamenti per l'anno della cultura e della lingua russa in Italia, è nato grazie alla collaborazione tra la Fondazione "Russkiy Mir", che ha finanziato i lavori di restauro e attrezzatura della sede, e la facoltà di Lingue e letterature straniere, che ha messo a disposizione il Palazzo Curini Galletti di via Santa Maria.

Le aule, attrezzate con numerosi computer e con una lavagna tecnologica, sono destinate a ospitare iniziative culturali e didattiche, oltre che a servire per l'autoapprendimento linguistico. Il Centro dispone inoltre di una ricca biblioteca di testi di lettura e consultazione e consente l'accesso alle più importanti banche dati culturali e d'informazione russe. Esso elaborerà ogni anno un programma di iniziative di carattere scientifico e culturale – dai seminari ai concerti, dalla presentazione di libri alla visione di film – che avranno le finalità da un lato di facilitare il processo formativo all'interno dell'Università di Pisa, dall'altro di valorizzare le relazioni e gli scambi tra la città di Pisa e la Russia.

centro RussoLa Fondazione "Russkiy Mir" è un istituto nazionale di sostegno allo studio della lingua e della cultura russa, equivalente a istituzioni internazionali quali la "Società Dante Alighieri", l'istituto spagnolo "Cervantes" o l'istituto cinese "Confucio". Promuove svariate iniziative in Russia e all'estero, apre i "Centri russi" e i "Gabinetti di studio del mondo russo", sostiene centinaia di progetti di studio e ricerca. La scelta di Pisa, seconda sede italiana dopo Roma, è un riconoscimento per la tradizione pisana di studi russi e slavistici, per l'esistenza di corsi di laurea in questa area disciplinare tra i più frequentati a livello nazionale, per la presenza di una biblioteca di slavistica tra le più fornite e importanti in Italia.

Ne hanno parlato:

Unità Toscana

Nazione Pisa

Tirreno Pisa 

TirrenoPisa.it

PisaNotizie.it

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Charles Klopp insegna cultura e letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Ohio State University. Ha al suo attivo numerosi saggi su temi di letteratura italiana, pubblicati negli Stati Uniti, in Europa, Canada e Messico. Autore di una monografia su Gabriele D'Annunzio (Boston, 1988), ha tradotto in inglese Con gli occhi chiusi di Federigo Tozzi (New York, 1990) e curato un volume di saggi sulla cultura e la letteratura triestina dal 1719 al 2007 (New York, 2008).

klopp_copwebIl libro di Charles Klopp, "La zebrata veste. Memorie e lettere di detenuti politici italiani", per i tipi della Felici editore di Pisa, recentemente presentato dal prof. Adriano Prosperi e dall' avv. Ezio Menzione alla Limonaia, aveva visto la luce in inglese già da diversi anni per la Toronto University Press, con il titolo "Sentences. The Memoirs and Letters of Italian Political Prisoners from Benvenuto Cellini to Aldo Moro", e colpiva per la approfondita attenzione dedicata da un autore non italiano ad un tratto caratteristico e peculiare della storia italiana, cioè il gran numero di uomini di cultura e di politici che erano passati attraverso una porta del carcere, e che, indossando la "zebrata veste" -l'espressione, volutamente ironica, è di Mario Alicata-, avevano lasciato traccia nella letteratura, nella filosofia, nella storia della cultura stessa, con testi che si caratterizzavano per essere scritti nelle condizioni, assai peculiari e drammatiche, della detenzione carceraria. Esisteva certamente una percezione della questione, molti conoscevano e conoscono, ad esempio, le Lettere e i Quaderni dal carcere di Antonio Gramsci; meno diffusa era la consapevolezza del peso della cultura italiana, nelle e dalle carceri, nella storia moderna e contemporanea. Questo è il primo elemento di pregio del lavoro di Charles Klopp. Adriano Prosperi, presentandolo, lo ha definito efficamente "una storia d'Italia attraverso gli sguardi dal carcere". Talvolta succede che le analisi più ampie e le visioni più innovative sulla storia d'Italia provengano da intellettuali e studiosi non italiani

Il libro di Klopp, nella versione originale, aveva però avuto una diffusione limitata qui da noi, anche se era stato inserito da storici come Claudio Pavone nella bibliografia della voce "Lettere dal carcere" del Dizionario del Fascismo Einaudi. La sua traduzione si presentava quindi come una operazione culturale, significativa quanto impegnativa. È importante ricordare il grande spirito di collaborazione e di disponibilità da parte della Toronto University Press, e l'impegno del Corso di Laurea Specialistica in Traduzione del nostro Ateneo, per l'impegno della allora presidente di quel corso di laurea prof.ssa Marcella Bertuccelli, che ha indicato due giovani, allora laureande ora laureate, Monica Amoroso e Chiara Ceccarelli, che, con la loro preziosa collaborazione alla traduzione, hanno svolto il tirocinio del loro corso.

Charles Klopp, che è professore di Italiano e di Francese alla Ohio State University, utilizza con grande finezza l'approccio disciplinare proprio, e lavora con grande capacità critica sui testi prodotti in detenzione. I testi carcerari, per il contesto dal quale sono prodotti, vanno analizzati in relazione stretta con la condizione di restrizione e di controllo nella quale gli autori operano. Chi sono i veri destinatari della scrittura carceraria? Quali sono gli intenti di chi, in vincoli, cerca, scrivendo, in qualche modo di sfuggire ad essi? Si può veramente scavalcare i muri della prigione e riuscire a comunicare intensamente e veramente con i propri cari lontani e con i propri compagni di idee? "La zebrata veste" ci presenta un repertorio vastissimo -anche se inevitabilmente non completo- degli intellettuali italiani che han dovuto sperimentare la prigione e per ciascuno di essi descrive con grande intensità e acume i modi con i quali si è tentata la sopravvivenza al carcere, quali siano state le strategie messe in atto per combattere la condizione carceraria e uscirne, se non fisicamente, almeno con le parole e le idee, o comunque avendo dato un senso alla persecuzione politica, alla propria identità di detenuti politici. L'autore, in video conferenza da Columbus, ha confessato di aver scritto il testo guidato da grande passione, ma anche il lettore è portato, da pagine intense e sorvegliate, in stretto contatto e compartecipazione con i protagonisti di quel mondo detentivo. I detenuti politici, come ha osservato Ezio Menzione, si impegnano con grande energia per costruire e difendere una propria identità in quanto detenuti politici. In effetti ciascuno di loro lo fa sia con strumenti propri personali, costruendo progetti di cultura -come sono stati poi i Quaderni dal Carcere o la corrispondenza dal carcere di Ernesto Rossi- o cercando in molti modi di mantenere i contatti o con le organizzazioni esterne al carcere o con il progetto politico nel quale erano impegnati.

Le generazioni di detenuti politici (o ad essi assimilabili), spaziano dal Rinascimento all'epoca dei Lumi, con Cellini, Tasso, Casanova, per poi infittirsi in epoca risorgimentale, nella quale l'opera, quasi un best seller, di Silvio Pellico attira però le riscritture di compagni di prigionia del Pellico allo Spielberg, e le successive opere dei molti che i regimi della Restaurazione punivano con il carcere duro. L'Italia unita porta nelle sue carceri socialisti, anarchici, sovversivi di varia estrazione, tra i quali Andrea Costa, Filippo Turati, Anna Kuliscioff, mentre la stagione più affollata è quella del fascismo, che riempie le sue carceri di oppositori, di varia estrazione politica, tra i quali il leader comunista Antonio Gramsci. Un cervello, si disse, al quale si doveva impedire di funzionare: ma il politico sardo pagò con la vita tale malevolo intento, lasciandoci però un capolavoro appartenente a pieno titolo alla cultura nazionale. Le testimonianze dei detenuti della lotta armata si affacciano nel libro, ma Klopp sceglie di concludere con un capitolo dedicato ad Aldo Moro che, nella sua anomala ma non per questo meno tragica detenzione, pone in essere strategie estreme di sopravvivenza e di comunicazione, che però, come si sa, non lo salveranno.

Ogni libro ha una sua storia e talvolta una sua ispirazione. Questo progetto di traduzione e di curatela, oltre che dal grande interesse per il libro in inglese, è stato alimentato dalla conoscenza diretta della condizione carceraria concreta acquisita in anni di frequentazione del carcere Don Bosco come responsabile del Polo Penitenziario Universitario. Gli studenti detenuti del Polo, altri allora detenuti come Adriano Sofri, ma anche il personale e i volontari impegnati a vari livelli, hanno creato i presupposti, quasi il contesto ambientale, per una attenzione ed una riflessione che si è tradotta poi nel progetto che ha portato a questo libro. Conoscere il carcere -e la storia, la letteratura, come le scienze sociali, politiche e giuridiche, sono irrinunciabile strumento di conoscenza- è il necessario presupposto per affrontare oggi la "questione carcere", una delle più scottanti ed urgenti in questo nostro Paese.

Mauro Stampacchia

Charles Klopp, La zebrata veste. Lettere e memorie di detenuti politici italiani, Felici Editore, 2011
A cura di Mauro Stampacchia
Traduzione di Monica Amoroso, Chiara Ceccarelli, Mauro Stampacchia

Scheda del volume 


Venerdì 23 settembre il Museo di Storia naturale e del territorio di Calci ospiterà una giornata di studi dedicata alle tartarughe marine e ai cetacei. L'iniziativa, organizzata dalla Provincia di Livorno nell'ambito del Progetto Giohna, sarà articolata in due sessioni: la prima, intitolata "Il recupero delle tartarughe marine in Toscana: aspetti gestionali e sanitari", inizierà alle 9.30 e si concluderà alle 14 con una visita guidata al Museo. La seconda parte, dal titolo "Lo spiaggiamento dei cetacei: possibili destini", avrà inizio alle 15 e si concluderà alle 18.30.

L'appuntamento di Calci vuole rappresentare un momento di confronto tra i diversi attori coinvolti in due tematiche attuali e di grande rilevanza nell'ambito della conservazione e gestione di organismi marini vulnerabili quali sono le tartarughe e i cetacei. Durante la giornata, infatti, verranno affrontate problematiche gestionali e sanitarie, nonché di ricerca e divulgazione scientifica relativamente agli spiaggiamenti dei cetacei e ai recuperi delle tartarughe marine. Grazie al contributo di esperti a livello nazionale si approfondirà lo scenario toscano. Con l'occasione verrà presentato il "Catalogo dei cetacei dell'Università di Pisa", di Braschi, Cagnolaro e Nicolosi (2007).

C'è ancora qualcuno convinto che la ricerca umanistica non possa attirare cospicui finanziamenti, proponendosi come capofila di un progetto multidisciplinare e fortemente innovativo? E che essa, oltre a raggiungere importanti risultati scientifici, non possa contribuire concretamente al governo del territorio, supportando per esempio le politiche di tutela del paesaggio e di pianificazione urbanistica? A smentire gli scettici c'è ora il progetto "Mappa" dell'Università di Pisa, che ha l'obiettivo di realizzare la carta di potenziale archeologico dell'area urbana e periurbana di Pisa, uno strumento predittivo per salvaguardare il patrimonio archeologico della città e per indirizzarne le linee di sviluppo urbanistico.

Il progetto, che avrà durata biennale, si basa sull'integrazione di diverse figure professionali, dagli archeologi agli storici e agli storici dell'architettura, dai geologi ai geomorfologi, dai matematici agli statistici. È coordinato dalla professoressa Maria Letizia Gualandi, del dipartimento di Scienze archeologiche, in sinergia con i dipartimenti di Scienze della terra (referenti la professoressa Marta Pappalardo e il dr. Giovanni Sarti) e di Matematica (referenti i professori Dario Bini e Sergio Steffè). "Mappa" coinvolge anche il Comune di Pisa, la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici e le Soprintendenze per i Beni archeologici della Toscana e per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno. È finanziato per più di 600 mila euro, su 800 mila complessivi, con i fondi PAR-FAS della Regione Toscana, risultando tra i 24 progetti vincitori sugli oltre 100 presentati e l'unico del settore umanistico.

Il progetto nasce da un approccio scientifico, quello legato al calcolo del potenziale archeologico di una determinata area, che si è diffuso nei paesi anglosassoni da almeno due decenni, ma che in Italia si sta affacciando solo da pochi anni. La ricerca su Pisa rappresenta quindi il primo case study a livello nazionale su un'area urbana e, anche per le caratteristiche storiche, topografiche e dimensionali della città, potrebbe costituire un modello operativo da applicare anche ad altri centri simili, sia in Toscana che in altre aree italiane ed europee. Risultato finale della ricerca potrebbe essere la creazione di uno spin-off in grado di esportare metodologie e procedure standardizzate e, insieme, di formare nuove figure specialistiche capaci di coordinare team interdisciplinari.

Le ricerche degli studiosi pisani andranno dunque a costruire una mappa che, partendo dalle conoscenze acquisite a livello archeologico, unisca le informazioni di carattere storico-archeologico a dati desumibili da indagini e prospezioni geologiche e geofisiche, ricostruzioni geomorfologiche, cartografie e catasti storici, dati toponomastici, analisi delle componenti di edilizia urbana. Una serie di elaborazioni successive, effettuate secondo modelli matematici e interpretativi codificati, permetteranno di formulare ipotesi sulla maggiore o minore probabilità che vi siano resti archeologici e a quale profondità in zone per le quali non disponiamo di alcun altro tipo di informazione. In questo modo la mappa del potenziale archeologico diventerà uno strumento fondamentale per la conoscenza e la tutela del patrimonio archeologico della città di Pisa, poiché consentirà di avere un quadro definito dell'organizzazione degli spazi nelle varie epoche storiche e di costruire un archivio digitale accessibile e fruibile di tutti i dati archeologici, uno strumento di grande importanza, ma che finora non è mai stato realizzato.

La carta servirà infine come supporto alle politiche di pianificazione urbanistica in quei contesti in cui il bene archeologico incrocia le esigenze di edificazione o di trasformazione ambientale di un'area. "Con le nuove normative – spiega la professoressa Gualandi – la valutazione del potenziale archeologico è divenuta un elemento imprescindibile per orientare le politiche di governo del territorio. Per questo, la carta servirà come strumento di compensazione tra le esigenze pubbliche e private di espansione urbanistica e l'interesse della collettività alla salvaguardia e alla tutela del bene comune".

Sono diverse decine gli studenti extra-comunitari che in questi giorni si stanno recando al Centro Matricolandosi per iscriversi all'Università di Pisa. Come succede ormai da alcuni anni, alla fine saranno più di 400 gli immatricolati provenienti da Paesi non comunitari e oltre 2.000 gli iscritti complessivi, un numero che rappresenta quasi il 5% degli oltre 50.000 studenti dell'Ateneo. Buona parte di questi ragazzi risiede da anni in Italia con la famiglia, ma è in costante aumento anche il numero di coloro che si trasferiscono dall'estero per seguire un corso di laurea pisano.

Le principali aree di provenienza sono tre: l'Europa dell'Est, con in testa l'Albania e la Romania (che pure è un paese comunitario) e poi la Russia e l'Ucraina; il mondo arabo, rappresentato sia dalle nazioni del Nord Africa che da quelle del Medio Oriente; la Cina, in vertiginosa crescita dopo l'avvio del progetto "Marco Polo". Molto più rari sono gli studenti dell'India e del Sud America, mentre quest'anno una immatricolazione ha riguardato anche una giovane statunitense, arrivata a Pisa per ragioni personali.

Gli studenti di ognuna di queste aree si indirizzano in prevalenza verso settori disciplinari mirati. Così, i cinesi vengono a Pisa per studiare in prevalenza economia, gli arabi per provare i test di accesso ai corsi a numero programmato dell'area medica e veterinaria, quelli dell'Est Europa soprattutto per imparare le lingue. Non mancano dai 10 ai 20 casi annui di persone che, dopo aver conseguito la laurea triennale nel Paese di origine, scelgono Pisa per continuare gli studi specialistici. È il caso, per fare un esempio, di Gasmi Mohamed Marouane, ventiseienne di Tunisi, laureato in Matematica nella sua città e ora giunto a Pisa per iscriversi al corso magistrale in Matematica o a quello in Ingegneria civile. "Amo molto l'Italia e specialmente Pisa – dice - da quando avevo quindici anni e mi è capitato di vedere la Torre Pendente in un film. Da allora coltivo il sogno di venire qui a studiare".

I ragazzi extra-comunitari riconoscono nell'Italia una delle culle della cultura mondiale, ma la loro scelta è spesso dettata da motivazioni pratiche. Nel nostro Paese, infatti, le tasse universitarie sono più basse, spesso anche in modo sensibile, rispetto alle principali nazioni europee o agli Stati Uniti e i servizi per il diritto allo studio sono più estesi, comprendendo tra gli altri la possibilità di alloggiare nelle residenze universitarie o di ottenere una borsa di studio. Il costo medio della vita è accessibile e competitivo se confrontato con quello di nazioni a noi paragonabili. Pisa, poi, ha un sistema universitario che gode di grande prestigio a livello internazionale e la città, grazie alla sua Torre, è universalmente conosciuta.

Non bisogna dimenticare, infine, che pochissimi lasciano i loro Paesi per affrontare un'avventura "al buio". Quasi tutti si muovono potendo contare su una solida rete di relazioni formata da familiari, amici o membri della comunità di origine, che orientano in partenza le loro scelte e che forniscono una prima, fondamentale base di appoggio. "Ho deciso di venire a Pisa per provare a entrare alla facoltà di Medicina e chirurgia - racconta Jorin Veizaj, diciannovenne di Valona – perché qui ho alcuni cugini e un amico e anche perché l'Università di Pisa è molto conosciuta nel mio Paese".

Questi studenti, con l'entusiasmo e la determinazione con cui affrontano un'esperienza di studio e di vita nel nostro Paese, rappresentano senza dubbio uno dei capitoli più positivi che l'università italiana può vantare nel consesso globalizzato e altamente competitivo dell'alta formazione mondiale. Le note dolenti arrivano invece quando si parla di politica nazionale per incentivare l'internazionalizzazione. A dispetto dei ripetuti proclami sull'impegno a valorizzare il settore, prima dell'estate il ministero ha emanato una circolare che subordina la possibilità di iscriversi ai corsi di laurea a numero chiuso all'ottenimento di un punteggio minimo ai test di accesso. "Abbiamo avviato le pratiche per venire a studiare in Italia prima dell'emanazione di questa circolare – ripetono ora molti ragazzi – altrimenti, e seppure a malincuore, avremmo optato per un altro Paese, più aperto e disponibile ad accoglierci".

Martedì, 20 Settembre 2011 12:59

La facoltà di Economia accoglie le sue matricole

Mercoledì 21 settembre alle 11.00, nell'Auditorium del Palazzo dei Congressi (con ingresso dalla facoltà di Economia) si terrà il tradizionale "Incontro con le matricole". La preside Dianora Poletti e alcuni docenti rivolgeranno un saluto di benvenuto ai nuovi iscritti e illustreranno la struttura e l'organizzazione didattica della facoltà, con specifico riferimento agli insegnamenti dei semestri comuni a tutti i corsi di laurea triennale.

Saranno inoltre fornite informazioni sul funzionamento del Centro servizi informatici, del Centro bibliotecario, del Laboratorio multimediale e sui numerosi altri servizi che la Facoltà mette a disposizione dei propri studenti: tra questi, la libreria "Universo libro" e il Centro-stampa, che offrono sconti sul materiale librario e sulle fotocopie, il Punto-salute, presso il quale vengono rese attività di tipo medico-consultoriale, la biglietteria automatica ferroviaria e il bancomat interno. All'incontro sarà presente il prorettore ai rapporti con gli studenti Rosalba Tognetti.

L'evento verrà ripreso e trasmesso da RadioEco, la web radio di facoltà gestita dagli studenti. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a Michela Vivaldi (tel. 050-2216371; e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

Sabato 17 settembre alle ore 11, al Museo di Storia naturale e del territorio di Calci appuntamento con "Herpethon", la maratona di conferenze organizzata dalla Societas Herpetologica Italica in collaborazione con il Museo regionale di Scienze naturali che ha l'obiettivo di portare alla ribalta animali spesso poco noti o addirittura bistrattati, gli anfibi e i rettili. Nonostante siano fra i più importanti rappresentanti della biodiversità animale, e spesso siano anche rilevanti indicatori ambientali, questi vertebrati sono spesso oggetto di vere e proprie persecuzioni, nonché di catture e commercio per uso amatoriale e per l'alimentazione.

L'iniziativa fa parte di una serie di conferenze divulgative a carattere erpetologico in tutta Italia. "HerpeThon" è stata inaugurata lo scorso 18 marzo presso la sala conferenze del Museo torinese, con una conferenza di Trent Garner (Zoological Society of London) e Franco Andreone (Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino), sulla crisi estintiva che attanaglia la classe degli Anfibi.

Lunedì 19 settembre, presso l'aula "Barone" del dipartimento di Filosofia dell'Università di Pisa, in via Pasquale Paoli 85, si svolgerà una giornata di studi in memoria di Aldo Giorgio Gargani, l'illustre docente dell'Ateneo pisano scomparso nel 2009.

Il convegno, dal titolo "Possibilità al di là della determinazione. Matematica, fisica e filosofia della complessità", si aprirà alle ore 10 con i saluti di Alfonso Maurizio Iacono, preside della facoltà di Lettere e filosofia, e Simonetta Bassi, direttore del dipartimento di Filosofia. Seguiranno gli interventi di numerosi studiosi delle università di Pisa, di Sassari e della École Normale Supérieure di Parigi.

Nato a Genova e formatosi alla Scuola Normale, Gargani si era laureato con Francesco Barone e aveva continuato i suoi studi a Oxford, per poi diventare docente dell'Università di Pisa, dove ha insegnato Filosofia del linguaggio, Storia della filosofia moderna e contemporanea, Estetica. Studioso del pensiero di Ludwig Wittgenstein, aveva poi allargato i suoi interessi a vari temi di filosofia contemporanea - da Mach a Russell, dal Neopositivismo logico al neopragmatismo americano - e alle intersezioni fra la filosofia e altre forme culturali, prima di tutto la letteratura.

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