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Venerdì, 08 Luglio 2011 15:11

Bruner: letteratura, diritto e vita

Jerome BrunerPer tre giorni Pisa ha ospitato uno dei più grandi rappresentanti della psicologia contemporanea: Jerome Bruner. Studioso di psicologia, di diritto e di letteratura, Bruner, uno dei padri del cognitivismo e della psicologia culturale, può essere definito un grande umanista dei nostri tempi.

L’ultimo dei tre incontri, che si è tenuto il 6 luglio a giurisprudenza, è stato dedicato ai rapporti tra diritto, letteratura e vita. Un incontro molto partecipato, tanto che è stato necessario trovare un’aula più grande, mentre il novantaseienne professor Bruner aspettava pazientemente su una panchina nel cortile della Sapienza.

Poi l’aula è stata scelta, si è riempita, e alla fine, sorridente e appoggiandosi sul suo bastone è entrato in aula Jerome Bruner, che risponde abbastanza ai cliché del vecchio saggio, con la faccia abbronzata e segnata da profonde rughe e gli occhi ingranditi e un po’ deformati dalle lenti degli occhiali.

Dopo le presentazioni di Daria Coppola e Pierluigi Consorti, Bruner è “saltato”, come ha affermato, al cuore del tema del suo intervento: la necessità del rapporto tra letteratura e diritto, quindi la necessità di una forte interdisciplinarità nella ricerca e nella didattica accademica. Quell’ interdisciplinarità che, ha riconosciuto Consorti nella sua introduzione, suona ancora scandalosa, specialmente in ambito giuridico in Italia.

Il rapporto tra letteratura e diritto è invece secondo Bruner fondamentale: sia la letteratura che il diritto descrivono, ognuno a suo modo, la realtà sociale in cui hanno radici comuni.

Mentre la letteratura però esplora le possibilità della vita, ciò che potrebbe essere, il diritto impone delle costrizioni, limita le possibilità dentro delle norme, ed è sostenuto in questa limitazione dal complesso e potente apparato repressivo (magistratura e forze dell’ordine) di cui sono dotati gli stati moderni.

Nelle aule di tribunale anglosassoni, i testimoni cominciano alzando la mano destra e dicendo

“Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”. È impossibile, chiosa Bruner ridendo, però è chiaro che il diritto vuole la verità, mentre la letteratura vuole la verosimiglianza, ha come criterio ciò che è umanamente possibile.

Nonostante le loro grandissime differenze, diritto e letteratura hanno però bisogno l’uno dell’altra, condividono un approccio umano alla nostra condizione: condividono un modo di pensare “narrativo”, il modo in cui diamo senso alla condizione umana.

Per definire cosa è la narrazione Bruner ha come punto di riferimento un grande del pensiero classico, Aristotele, e il suo concetto di “peripeteia”, lo sconvolgimento delle attese per un evento imprevisto. Al centro di ogni buona storia c’è una violazione di un codice di norme, perchè ogni storia ha una sottostante assunzione di valori: la narrazione procede col tentativo di rimettere a posto le cose, di trovare una soluzione allo sconvolgimento che è successo.

Un altro grande punto di riferimento è Michail Bachtin quando afferma che la funzione della letteratura è di rendere strano ciò che è familiare.

Bruner mima la letteratura: la letteratura ti acchiappa per la giacca e dice “Ehi , aspetta un momento! Ti pare normale tutto questo?”. La letteratura ha quindi un carattere sovversivo e disturbante.

Nel suo corso ad Harvard Bruner ha deciso di alternare di settimana in settimana lo studio di casi giuridici allo studio di casi letterari: ad esempio è stato chiesto agli studenti di fare un’analisi giuridica dell’Orestea di Eschilo, che è particolarmente significativa per i suoi rapporti con il diritto. Allo stesso tempo anche i casi giuridici vengono studiati dal punto di vista letterario. La giustizia e il diritto devono gestire il conflitto tragico, e hanno bisogno della letteratura per comprendere la tragedia.

“Le tre giornate con Jerome Bruner” afferma Daria Coppola, del Dipartimento di Linguistica, una delle organizzatrici dell’iniziativa “sono state un’importante occasione di apertura dell’Università, di contatto tra il mondo accademico, la provincia, il comune e le scuole del territorio.

Spesso all’università si raggiungono risultati nel campo della ricerca di cui le scuole sono del tutto all’oscuro. Allo stesso tempo nelle scuole molti insegnanti sperimentano sul campo metodologie innovative che sarebbero estremamente interessanti per il mondo accademico. Gli incontri con Bruner sono stati una preziosa occasione non solo per riflettere assieme su temi importanti, ma anche per prendere contatti e gettare i semi per future collaborazioni.”

“L’importanza di figure come Bruner” continua Coppola “sta anche nel suo insistere sull’interdisciplinarità della ricerca e dell’attività accademica.A volte ci si chiude a coltivare il proprio giardinetto e si guarda solo a quello, senza accorgersi, a causa dei muri di recinzione, degli altri giardini che ci circondano; se si abbattessero le recinzioni, anziché avere tanti piccoli giardini avremmo un bel parco da coltivare assieme, con maggior beneficio per tutti. Oggi, con l’affermarsi di modelli aziendali anche per l’università, si insiste troppo sulla competizione e poco sulla collaborazione. Un grande maestro come Bruner ci ricorda che nel 21° secolo la ricerca o è interdisciplinare o non è”.

CaneÈ stata eseguito all'Ospedale didattico veterinario "Mario Modenato" dell'Università di Pisa il primo intervento in Italia e tra i primi al mondo di plasmaferesi terapeutica con tecnica di filtrazione a cascata in un cane affetto da mieloma multiplo. Tale tecnica consente la separazione del plasma dai globuli rossi, mediante l'ausilio di un primo filtro separatore, e nella sua successiva purificazione per passaggio in un filtro di depurazione. Questo permette di allontanare i composti nocivi presenti in circolo, mantenendo inalterate le restanti componenti ematiche del paziente.

La plasmaferesi fa parte di un gruppo di tecniche terapeutiche, estremamente complesse, definite genericamente con il termine di terapie extracorporee che, sebbene ampiamente diffuse in medicina umana, trovano un'applicazione ancora molto limitata in medicina veterinaria. La terapia plasmaferetica prevede una numerosa serie di applicazioni cliniche e rientra in un progetto ambizioso che nasce dalla collaborazione tra il dipartimento di Clinica veterinaria dell'Ateneo pisano e la University of California Davis. È infatti all'Università di Davis che la dottoressa Ilaria Lippi, che ha eseguito l'intervento di plasmaferesi, ha appena trascorso un periodo di studio e aggiornamento sotto la guida del professor Larry Cowgill.

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La dottoressa Lippi fa parte dell'Unità operativa di medicina interna e di medicina d'urgenza dell'Ospedale didattico veterinario, dove lavora sotto la guida della professoressa Grazia Guidi.

La collaborazione tra Ilaria Lippi e il professor Cowgill, nonché le competenze e la forte determinazione della professoressa Guidi, hanno portato di recente alla creazione nell'ospedale pisano di una della Sezione di nefrologia, emodialisi e purificazione ematica, diretta dalla stessa Guidi, che rappresenta una sostanziale novità nel panorama universitario veterinario italiano e conferma la volontà e l'impegno della facoltà pisana di Medicina veterinaria a raggiungere standard qualitativi sempre migliori nella didattica e nella ricerca.

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa

Nuovo Corriere di Firenze

InToscana.it

PisaNotizie.it

TirrenoPisa.it

NazionePisa.it

Agi.it

Martedì 12 luglio alle ore 9, nei locali del Centro di calcolo, la facoltà di Economia organizza un incontro dedicato alla simulazione del test di accesso. All'iniziativa, organizzato dalla Commissione orientamento e comunicazione in collaborazione con la Commissione test di accesso, parteciperanno 45 studenti provenienti dagli istituti superiori delle varie province della Toscana, la maggior parte dei quali ha partecipato a "Porte aperte a Economia 2011".

Obiettivo dell'incontro è quello di illustrare le modalità di svolgimento del test di accesso per favorire la preparazione e rendere più agevole l'approccio alla prova. A tal fine, a una prima parte illustrativa, seguirà una vera e propria simulazione pratica effettuata con i computer del Centro di calcolo della facoltà.

Una stanza a ferro di cavallo, con un pozzo centrale e un bancone lungo le pareti che riporta i nomi e la data di morte dei defunti posti al suo interno, tutti del XVIII secolo. Si tratta dunque di un ambiente ipogeo la struttura, parzialmente allagata, che è stata rinvenuta nel cantiere posto tra via Santa Maria e via Dei Mille, immediatamente alle spalle della chiesa di Sant'Eufrasia.

Il ritrovamento archeologico è avvenuto nel corso dei lavori di restauro e recupero funzionale del complesso ex Salesiani e chiesa di Santa Eufrasia, da destinare a sede del centro bibliotecario di Antichistica e dei dipartimenti di Scienze storiche del mondo antico, Scienze archeologiche e Filologia classica. Gli importanti lavori attualmente in corso, iniziati nel luglio 2010, comprendono anche la riqualificazione delle aree esterne, comunicanti con il giardino di Palazzo Carità, sede dei dipartimenti di Filosofia e Storia, e la realizzazione di un nuovo edificio da destinare a sede della biblioteca di Lingue e letterature moderne. La direzione dei lavori è condotta da personale interno al Servizio ristrutturazioni e nuove costruzioni dell'Università di Pisa.

Durante i lavori di ristrutturazione dell'immobile immediatamente alle spalle dell'attuale chiesa di Sant'Eufrasia, di proprietà della Parrocchia di San Sisto, è stato rinvenuto al di sotto dell'abside un ambiente ipogeo di cui si era persa la memoria storica. A seguito del ritrovamento imprevisto è stato immediatamente effettuato un sopralluogo, alla presenza delle dottoresse Ducci e Paribeni, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana, e dell'architetto Ciafaloni, della Soprintendenza per i Beni ambientali architettonici artistici e storici di Pisa. Al sopralluogo ha partecipato il prorettore all'Edilizia, Sandro Paci, e la professoressa Marisa Bonamici, direttrice del dipartimento di Scienze archeologiche, che assiste la direzione lavori per gli aspetti relativi alle indagini archeologiche, indispensabili data la natura degli interventi previsti in un'area ad alto potenziale archeologico.

Le prime indagini sulla struttura, rinvenuta parzialmente allagata per le infiltrazioni dovute all'acqua di falda, hanno permesso di chiarirne preliminarmente la sua funzione come camera mortuaria. Si tratta infatti di una stanza a pianta di ferro di cavallo, alla quale si accedeva attraverso un lungo corridoio dalla parte opposta alla chiesa, corridoio attualmente ostruito. L'ambiente presenta un pozzo centrale e un bancone continuo lungo le pareti recante sull'intonaco i cartigli con l'indicazione dei nomi e della data di morte dei defunti deposti al suo interno, tutti del XVIII secolo.

La rottura di una parte del bancone, avvenuta molto probabilmente in antico durante dei lavori di restauro dell'immobile, ha infatti causato la dispersione nella stanza di parte del materiale scheletrico ivi contenuto.

In accordo con le Soprintendenze sono state delineate le indagini archeologiche e antropologiche necessarie a comprendere la caratteristiche e l'importanza di questo ritrovamento, indagini che dovranno riguardare anche zone limitrofe alla camera ipogea, attualmente interessate dal cantiere.

Lingue moderne, fisica e statistica: sono queste le discipline accademiche in cui l'Università di Pisa si è distinta a livello internazionale secondo i "ranking by subject" pubblicati dal "QS World University Rankings", la classifica che dal 2004 valuta i migliori atenei del mondo e che quest'anno, per la prima volta, ha preso in esame i singoli ambiti disciplinari. Con una valutazione che si basa principalmente su qualità della ricerca, indici di occupabilità dei laureati, numero di citazioni e impegno a favore dell'internazionalizzazione, Pisa è riuscita a emergere in 3 delle 26 discipline prese in analisi, confermando la sua eccellenza nei diversi settori. Oltre a ribadire la riconosciuta tradizione dell'Università di Pisa nelle discipline scientifiche, i "ranking by subject" testimoniano infatti la qualità accademica di Pisa anche nel settore umanistico e delle scienze sociali ed economiche.

Nelle lingue moderne, l'Ateneo pisano occupa una posizione tra la 101° e la 150°, ed è seconda tra le università italiane dopo Bologna (51°-100°) e insieme alla Sapienza di Roma. Anche in fisica l'Università di Pisa si è piazzata tra il 101° e il 150° posto, dopo la Sapienza di Roma (51°-100°) e insieme agli atenei di Roma Tor Vergata e Bologna. Pisa si trova invece tra il 151° e il 200° posto della classifica delle discipline statistiche (nell'area delle Scienze sociali) insieme a Firenze, dopo Bologna (51°-100°), Sapienza di Roma e Padova (101°-150°).

Per conoscere la classifica generale delle Università stilata da "QS Ranking" e pubblicata ogni anno sul sito www.topuniversities.com è necessario aspettare ancora qualche settimana. Lo scorso anno l'Università di Pisa occupava il 300° posto, (guadagnando 22 posizioni rispetto al 2009) classificandosi quinta a livello nazionale, dopo Bologna (176°), la Sapienza di Roma (190°), Padova (261°) e Milano (295°).

La facoltà di Economia ha inaugurato un nuovo laboratorio linguistico multimediale, dotato di 26 postazioni e attrezzato con le più moderne tecnologie per consentire al docente di interagire con la classe e agli studenti di accedere a innumerevoli servizi digitali in un contesto interattivo particolarmente stimolante. Il taglio del nastro è avvenuto mercoledì 6 luglio 2011, alle ore 10.30, alla presenza del preside Dianora Poletti, del rettore Massimo Augello e dei prorettori Ada Carlesi, Maria Antonella Galanti e Rosalba Tognetti.

La nuova struttura permette di allestire conferenze a distanza e di sviluppare piattaforme e-learning di ultima generazione a supporto dell'apprendimento individuale o di gruppo. La disponibilità di applicativi innovativi per lo studio delle lingue straniere, inoltre, qualifica il laboratorio come un centro linguistico dotato di supporti all'avanguardia, quali filmati interattivi e software di simulazione destinati al sostegno dell'apprendimento. In questo modo la facoltà potrà perfezionare le tecniche di insegnamento delle lingue straniere, la cui ricca offerta consente agli studenti di scegliere tra l'inglese, il francese, lo spagnolo e il tedesco.

L'accesso al laboratorio non sarà limitato ai soli studenti di Economia, ma riguarderà una molteplicità di utenti che potranno contare su un centro linguistico multimediale sofisticato e funzionale con standard tecnologici di assoluto rilievo.

La struttura è stata finanziata in parte con il sostegno di Unicredit Spa che, a seguito di gara pubblica, si è aggiudicata il servizio bancomat interno alla facoltà, versando quale corrispettivo un contributo di sponsorizzazione per la realizzazione di questo nuovo progetto. Il ricorso a gare pubbliche ha consentito di selezionare i migliori partner privati che hanno sostenuto la realizzazione di varie attività, applicando un modello che rappresenta una best practice riconosciuta a livello nazionale, non solo in ambito pubblico.

Con questa iniziativa si accresce ulteriormente la quantità e la qualità dei servizi offerti dalla facoltà pisana di Economia, che ha sviluppato in questi ultimi anni un articolato progetto di crescita capace di reggere la competizione con le migliori facoltà pubbliche e private.

Su proposta del Ministro dell'insegnamento superiore e della ricerca francese, Maria Allegrini, professore ordinario di Fisica della materia all'Università di Pisa, è stata nominata nl gruppo di "personalità qualificate", e unica straniera, nel Consiglio scientifico dell'AERES, l'agenzia per la valutazione della ricerca e dell'insegnamento superiore francese corrispondente all'ANVUR italiana. Il presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy ha recentemente nominato il nuovo presidente del Consiglio scientifico dell'AERES e con lui i dieci nuovi membri in sostituzione dei componenti a cui quest'anno scadeva il mandato. Il neo-nominato presidente è il professor Didier Houssin, chirurgo di fama internazionale e precedentemente direttore generale della Sanità pubblica francese.

L'AERES è un'autorità amministrativa indipendente istituita in Francia nel 2007 con l'incarico di valutare le istituzioni di insegnamento superiore e gli enti di ricerca pubblici, e di validare le procedure di valutazioni dei loro docenti e ricercatori. Il Consiglio scientifico dell'AERES si riunisce circa un giorno al mese ed è composto di 25 persone, incluso il suo presidente e due parlamentari francesi. Il loro compito è di assicurare la coerenza delle procedure di valutazione dell'agenzia e di controllare che venga tenuto conto della diversità degli statuti e delle missioni delle strutture valutate. Il Consiglio scientifico è anche il garante della qualità delle valutazioni fatte dall'AERES attraverso le sue tre sezioni, rispettivamente per le istituzioni, i gruppi di ricerca e i diplomi universitari.

Maria Allegrini è docente di Fisica alla facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e attualmente sta collaborando a un esperimento al Laboratoire Aimé Cotton, Université Paris Sud-11, Orsay. La sua attività di ricerca recente si è concentrata nell'ambito della scienza dei materiali, in particolare nanoscienza e nano-ottica. I risultati delle sue ricerche sono stati pubblicati in più di 300 articoli e in numerose presentazioni a congressi internazionali. È anche coautore di 3 testi didattici.

Giovedì 7 luglio si concluderanno le attività formative del master in Comunicazione bio-sanitaria con un seminario organizzato dall'Osservatorio della comunicazione sanitaria dell'Università di Pisa, in collaborazione con la Società della salute.

Il seminario, che si terrà nella sede della Società della salute di via Saragat dalle ore 15 alle 18, approfondirà il tema "Comunicare le uguaglianze: a chi, come, perché dare salute. Integrazione socio-sanitaria: piano 2011-2015". All'incontro parteciperanno qualificate figure istituzionali, quali Salvatore Allocca, assessore al Welfare e politiche per la casa della Regione Toscana, Chiara Gherardeschi, responsabile Strumenti di pianificazione e programmazione socio-sanitaria della Regione Toscana, e Giuseppe Cecchi, direttore della Società della salute di Pisa. Dopo i saluti delle autorità, il seminario sarà introdotto dall'intervento del coordinatore del master, Andrea Calamusa, dal titolo "La salute sacrificata: dal dire al dare benessere". L'assessore Allocca svilupperà il tema "Salute pubblica o salute privata: come affermare i valori dettati dalla costituzione"; la dottoressa Gherardeschi presenterà una relazione dal titolo "Attraverso i bisogni: pianificare i percorsi di salute" e il dottor Cecchi parlerà di "La società dei cittadini: le trasparenze sociali per scelte consapevoli". La professoressa Annalaura Carducci, direttore del master, concluderà i lavori trattando un argomento molto complesso ma di grande attualità: "Unificare i linguaggi per promuovere la cultura della salute".

Il master in Comunicazione bio-sanitaria, promosso dall'Osservatorio della comunicazione sanitaria dell'Università di Pisa e patrocinato da numerosi enti e società, è giunto quest'anno alla sua VIII edizione e ha come obiettivo la formazione di "comunicatori sanitari", cioè di operatori che, impegnati in ogni area del sistema sanitario, siano in grado di attivare e divulgare efficaci processi di comunicazione sia all'interno che all'esterno del sistema sanitario. Ciò è essenziale in un'ottica di corretta gestione dei costi, delle risorse economiche e dei rapporti con il pubblico, in quanto un'adeguata comunicazione può raccordare le disfunzioni tra operatori sanitari, strutture e cittadini, migliorando la qualità percepita dei servizi erogati.

È stata definita "la centrale nucleare in una sola stanza" perché, grazie a una tecnologia avanzata, riesce a simulare il funzionamento di un vero impianto: lunedì 4 luglio il Gruppo di ricerca nucleare San Piero a Grado (GRNSPG) dell'Università di Pisa ha inaugurato, nella sede del centro, NUTEMA, un'apparecchiatura in grado di monitorare e riprodurre a distanza la vita di una centrale nucleare, incidenti compresi.

Interamente progettata e realizzata dagli ingegneri del GRNSPG, impegnati da anni sul fronte della sicurezza nel campo nucleare, NUTEMA è composta da uno schermo gigante, 50 schermi individuali, 16 computer e 6 touch screen e riproduce circa 300.000 componenti di una centrale: "Tramite l'impostazione di parametri precisi, è possibile simulare un incidente di qualsiasi natura - terremoti compresi - e capire come intervenire nei casi di crisi", ha spiegato Francesco D'Auria, direttore del GRNSPG. "La particolarità di NUTEMA è che è in grado di visualizzare il rilascio di radioattività e individuare le misure necessarie per minimizzare le fuoriuscite, sviluppando procedure di gestione dell'incidente in tutta sicurezza".

L'apparecchiatura ospitata a San Piero a Grado è stata costruita nell'ambito di un progetto di cooperazione che il GRNSPG ha attivo da alcuni anni con la NA-SA, l'Agenzia Nucleoelectrica Argentina, e che, tra le atre cose, prevede una serie di attività per l'ottimizzazione dei sistemi di sicurezza dell'impianto Atucha-II, una centrale che entrerà in funzione nel 2012. Al gruppo di ricerca dell'Università di Pisa è stato richiesto di svolgere un'attività tecnologicamente complessa quale il supporto a NA-SA per la costruzione e il licensing (cioè la dimostrazione di sicurezza) di Atucha-II e NUTEMA lavorerà in questo ambito. "Anche se è stata costruita per la centrale argentina, il nostro obiettivo è rendere disponibile NUTEMA anche per altri siti", ha aggiunto il professor D'Auria. "Il nostro gruppo ha già effettuato analisi sulla sicurezza di diversi tipi di impianto e potenzialmente siamo in grado di monitorare le tecnologie attualmente esistenti".

Con NUTEMA, infatti, sarà possibile creare un sistema integrato "esperto", che mantenga una conoscenza globale e dettagliata delle strutture e delle componenti di una centrale nucleare ivi compresi il software e le sue applicazioni, e che sia adeguato per la formazione del personale. Allo stesso tempo sarà possibile gestire la competenza e la conoscenza necessarie per la progettazione, la costruzione, l'esercizio e la manutenzione (ciclo combustibile incluso), il "licencing" e la sicurezza di questi impianti.

Sant'EufrasiaUna stanza a ferro di cavallo, con un pozzo centrale e un bancone lungo le pareti che riporta i nomi e la data di morte dei defunti posti al suo interno, tutti del XVIII secolo. Si tratta dunque di un ambiente ipogeo la struttura, parzialmente allagata, che è stata rinvenuta nel cantiere posto tra via Santa Maria e via Dei Mille, immediatamente alle spalle della chiesa di Sant'Eufrasia.

Il ritrovamento archeologico è avvenuto nel corso dei lavori di restauro e recupero funzionale del complesso ex Salesiani e chiesa di Santa Eufrasia, da destinare a sede del centro bibliotecario di Antichistica e dei dipartimenti di Scienze storiche del mondo antico, Scienze archeologiche e Filologia classica. Gli importanti lavori attualmente in corso, iniziati nel luglio 2010, comprendono anche la riqualificazione delle aree esterne, comunicanti con il giardino di Palazzo Carità, sede dei dipartimenti di Filosofia e Storia, e la realizzazione di un nuovo edificio da destinare a sede della biblioteca di Lingue e letterature moderne. La direzione dei lavori è condotta da personale interno al Servizio ristrutturazioni e nuove costruzioni dell'Università di Pisa.

Durante i lavori di ristrutturazione dell'immobile immediatamente alle spalle dell'attuale chiesa di Sant'Eufrasia, di proprietà della Parrocchia di San Sisto, è stato rinvenuto al di sotto dell'abside un ambiente ipogeo di cui si era persa la memoria storica. A seguito del ritrovamento imprevisto è stato immediatamente effettuato un sopralluogo, alla presenza delle dottoresse Ducci e Paribeni, della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana, e dell'architetto Ciafaloni, della Soprintendenza per i Beni ambientali architettonici artistici e storici di Pisa. Al sopralluogo ha partecipato il prorettore all'Edilizia, Sandro Paci, e la professoressa Marisa Bonamici, direttrice del dipartimento di Scienze archeologiche, che assiste la direzione lavori per gli aspetti relativi alle indagini archeologiche, indispensabili data la natura degli interventi previsti in un'area ad alto potenziale archeologico.

Sant'Eufrasia ingresso

Le prime indagini sulla struttura, rinvenuta parzialmente allagata per le infiltrazioni dovute all'acqua di falda, hanno permesso di chiarirne preliminarmente la sua funzione come camera mortuaria. Si tratta infatti di una stanza a pianta di ferro di cavallo, alla quale si accedeva attraverso un lungo corridoio dalla parte opposta alla chiesa, corridoio attualmente ostruito. L'ambiente presenta un pozzo centrale e un bancone continuo lungo le pareti recante sull'intonaco i cartigli con l'indicazione dei nomi e della data di morte dei defunti deposti al suo interno, tutti del XVIII secolo.

La rottura di una parte del bancone, avvenuta molto probabilmente in antico durante dei lavori di restauro dell'immobile, ha infatti causato la dispersione nella stanza di parte del materiale scheletrico ivi contenuto.

In accordo con le Soprintendenze sono state delineate le indagini archeologiche e antropologiche necessarie a comprendere la caratteristiche e l'importanza di questo ritrovamento, indagini che dovranno riguardare anche zone limitrofe alla camera ipogea, attualmente interessate dal cantiere.

Ne hanno parlato:

La Nazione Pisa
Il Tirreno Pisa 
Il Nuovo Corriere di Firenze
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