If you care, yawn back!
Everybody knows that yawning is contagious. When a person yawns, other people can respond by yawning. What wasn't known is that "yawn transmission" is more frequent, and faster, between people sharing an empathic bond: close friends, kin, and mates. The study carried out by Ivan Norscia and Elisabetta Palagi of the University of Pisa (Natural History Museum) and ISTC-CNR of Rome, provides the first behavioural evidence that yawn infectiveness can be a form of emotional contagion.
Spontaneous yawning, not solicited by other people's yawns, has evolved as early as bony fishmore than 200 million years old. "Depending on the animal group considered, a yawn can indicate stress, boredom, fatigue or signal an activity change, for example after waking up or before going to bed", Elisabetta Palagi of Istc-Cnr says. "Contagious yawning is a complete different, and more "modern" phenomenon, demonstrated, so far, only in gelada baboons, chimpanzees, and humans. It has also been hypothesized for animals with high cognitive and affection abilities, such as dogs. In humans a yawn can usually be evoked by another yawn within 5 minutes".
The study, also supported by Italian Zoo-Parks of Pistoia, Falconara and Lignano Sabbiadoro, published on PlosONE, is based on a rigorous, behavioural data collection carried out for over one year on more than 100 adults, corresponding to more than 400 "yawning couples". People have been observed in a wide array of natural contexts: during meals, on the train, at work, etc. Observations, carried out in Italy and Madagascar, have involved people of different nationalities, and with a different degree of familiarity: strangers and acquaintances (colleagues and friends of friends), friends, kin (parent/offspring, grandparent/grandchild, and siblings), and mates.
"A vigorous statistical analysis based on linear mixed models (Lmm, Glmm) has revealed that the presence and the frequency of contagion (if and how much it occurs) is not influenced by differences in the social context or in the perception modality. Meaning that it doesn't matter if yawning occurs over lunch or at work, or if it's seen, heard, or heard and seen. Not even nationality, age, and gender differences explained the variation in yawn contagion rates between people" Ivan Norscia, University of Pisa, explains.
"What appears to be most important in affecting contagion is the relationship quality that links the yawner to the "yawnee". It is, in fact, more likely that a person "yawn back" if the first yawner is a loved one. The study reveals a specific trend: the rate of contagion was greatest in response to kin, then friends, then acquaintances, and lastly strangers. Also the response gap (latency) – or how long it takes to a person to respond to someone else's yawn - is shorter in friends, kin and mates than in strangers".
"The results of this study are supported by several neurobiological clues from previous reports", concludes Elisabetta Visalberghi, coordinator of the Unite of Primate Cognition at Istc-Cnr "Such reports have shown that some of the brain areas activated during yawn perception overlap with the areas involved in the emotional processing". In short, a yawn can be a sign of empathy and not necessarily of boredom.
Chi mi ama, sbadigli!
Tutti sanno che lo sbadiglio è contagioso. Una persona comincia e le altre, in risposta, la imitano. Ciò che finora non era mai stato dimostrato è che lo sbadiglio si trasmette più frequentemente e velocemente tra persone che condividono un legame empatico: amici, parenti stretti, coppie. A fornire per la prima volta l'evidenza etologica che la trasmissione dello sbadiglio è una forma di "contagio emotivo" è lo studio condotto da Ivan Norscia ed Elisabetta Palagi, del Museo di storia naturale e del territorio dell'Università di Pisa e dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) di Roma, pubblicato su "PlosONE".
"Lo sbadiglio spontaneo, non sollecitato da altri sbadigli, è un comportamento evolutivamente molto antico, presente già nei pesci ossei che popolano il nostro pianeta da almeno 200 milioni di anni. A seconda del gruppo animale nel quale si ritrova, può indicare stress, noia, stanchezza o segnalare un cambio di attività, ad esempio dal sonno alla veglia e viceversa", spiega Elisabetta Palagi, dell'Unità di primatologia cognitiva dell'Istc-Cnr. "Lo sbadiglio 'contagioso' è un fenomeno completamente diverso, più 'moderno', dimostrato finora solo in alcune scimmie (scimpanzè e babbuini gelada) e nell'uomo e ipotizzato anche per animali con capacità cognitive e affettive sviluppate come il cane. Nell'essere umano normalmente lo sbadiglio può essere evocato da un altro sbadiglio entro cinque minuti".
Lo studio, sostenuto anche dal Giardino Zoologico di Pistoia, dal Parco Zoo Falconara (An) e dal Parco Zoo Punta Verde di Lignano Sabbiadoro, si fonda su una rigorosa raccolta di dati etologici, effettuata nel corso di un anno su più di 100 adulti e corrispondenti a oltre 400 coppie di "sbadiglianti", osservati nei contesti più disparati: durante i pasti, sul treno, al lavoro, e così via. Le osservazioni, svolte in Italia e Madagascar, hanno coinvolto persone di diverse nazionalità e le coppie includevano persone tra loro sconosciute, conoscenti che si frequentano solo perché uniti da un terzo elemento comune, come il lavoro o un amico, amici che si frequentano per scelta, parenti stretti quali nonni/nipoti, genitori/figli, fratelli e compagni di vita.
"Un'analisi statistica basata su modelli lineari misti (Lmm, Glmm) ha rivelato che la presenza e la frequenza di contagio non è influenzata da differenze di contesto sociale o dalle modalità di percezione (sentire uno sbadiglio evoca una risposta tanto quanto vederlo, o vederlo e sentirlo), né da differenze di età, di genere o di nazionalità - prosegue Ivan Norscia, dell'Università di Pisa - Ciò che influenza il contagio è la qualità della relazione che lega chi sbadiglia e chi 'riceve'. È più probabile che una persona 'ricambi' se ad aver sbadigliato è una persona amata. Lo studio rivela un trend preciso: il contagio è massimo tra familiari o coppie e diminuisce progressivamente tra amici, conoscenti e sconosciuti, in cui è minimo. Anche la latenza di risposta, cioè il tempo di reazione, è minore in familiari, amanti e amici rispetto a conoscenti o sconosciuti".
A favore di questa ipotesi ci sono anche dati neurobiologici. "Esistono studi che mostrano come le zone del cervello che si attivano durante la percezione di uno sbadiglio altrui sono in parte sovrapposte a quelle legate alla sfera emotiva - conclude Elisabetta Visalberghi, coordinatore Unità di primatologia cognitiva dell'Istc-Cnr - Possiamo quindi dire che lo sbadiglio può essere indice non solo di noia, ma di empatia".
(La foto in alto a sinistra è di Michele Lischi).
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Al via il primo Open Day della ricerca
L'Università di Pisa apre le porte dei suoi laboratori e presenta idee, persone e progetti nel primo Open Day della ricerca, un evento organizzato per mercoledì 14 e giovedì 15 dicembre. Stand espositivi, presentazioni di progetti, prototipi in mostra, premiazioni di idee innovative e, come ospite speciale, il comico Paolo Migone, accoglieranno il pubblico dei visitatori nella suggestiva cornice di Palazzo Reale. L'iniziativa, che ha avuto il patrocinio del Comune e della Provincia di Pisa, oltre che del ministero per i Beni e le attività culturali, mira a promuovere il dialogo tra Ateneo e cittadini, nella consapevolezza che sempre più il mondo dell'università e della ricerca deve uscire dal ristretto circuito degli specialisti e aprirsi al territorio e alle sue diverse realtà economiche e imprenditoriali.
Le mattine del 14 e del 15, rivolte in modo particolare agli studenti delle scuole superiori, saranno dedicate alla presentazione di progetti, prototipi, brevetti e spin-off dell'Ateneo. Nel corso delle due giornate al piano terra di Palazzo Reale saranno esposti il prototipo del velivolo ultraleggero "PrandtPlane" e la monoposto della squadra E-Team dell'Università di Pisa.
Nella Sala degli Arazzi saranno allestite dieci postazioni fisse che metteranno in mostra le ricerche di scienze naturali che si svolgono al Museo di Storia naturale e del territorio di Calci; le esperienze del Centro di ricerche agro-ambientali "Enrico Avanzi" nel campo dell'agricoltura biologica e in relazione al progetto "Orti etici"; il processo industriale di creazione di capi tessili e di abbigliamento basati su fibre e coloranti naturali; gli esperimenti per valutare la capacità percettiva legata al gusto e all'olfatto; gli studi sull'impatto dei meteoriti sulla terra; i prototipi di motore alimentati a idrogeno; le ricerche relative ai supporti polimerici per la rigenerazione dei tessuti cardiovascolari danneggiati e allo sviluppo di nuovi materiali sintetici ricavati da prodotti forestali; il progetto per la creazione di un sistema di monitoraggio per la cura della malattia mentale; i processi per migliorare la filiera del riciclo della plastica; le ricostruzioni in 3D per la pianificazione degli interventi chirurgici; i prototipi di battelli ecocompatibili a minimo impatto ondoso.
Nella Sala Ceci si alterneranno invece brevi presentazioni, introdotte il primo giorno dal prorettore vicario, Nicoletta De Francesco, e il secondo dal prorettore per la Ricerca, Roberto Barale. Il 14 mattina saranno approfondite le ricerche sulla riproduzione robotica della mano umana; sull'archeologia come strumento di supporto alla gestione urbanistica delle città; sulle onde gravitazionali; sulle missioni pisane nell'antico Egitto; sulla monoposto da corsa dell'Ateneo; sui nuovi canali e gli strumenti della cultura digitale; sulla mente del bambino. Il 15 mattina saranno illustrate le ricerche sull'utilizzo dell'energia solare; sulla storia dell'Arabia prima di Maometto; sul rapporto tra testi filosofici antichi e tecnologie informatiche; sui nuovi stati fisici della materia; sui metodi alternativi alla sperimentazione animale.
Particolare spazio sarà riservato, il pomeriggio del 14, alle idee e ai progetti dei giovani ricercatori dell'Ateneo, che hanno partecipato tra aprile e ottobre alla prima edizione del percorso PHD plus, la nuova iniziativa dell'Ateneo pisano che mira a favorire la diffusione dello spirito imprenditoriale tra i giovani studiosi e la valorizzazione commerciale delle idee innovative. Dopo i saluti del rettore Massimo Augello e del prorettore per la Ricerca applicata e l'innovazione, Paolo Ferragina, saranno premiate le migliori idee di impresa con un contributo di 4.500 euro ciascuno, destinato a facilitare lo sviluppo industriale del progetto proposto. Sostenitori del premio sono Assefi – Agenzia speciale della Camera di Commercio di Pisa, la Camera di Commercio di Lucca, la Cassa di Risparmio di Lucca-Pisa-Livorno e la Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno.
Al termine della premiazione interverrà il comico Paolo Migone, del gruppo di "Zelig", che proporrà uno sketch sulla vita studentesca a Pisa, anche basata sui suoi ricordi come studente di Agraria, e sulle difficoltà da affrontare fino all'agognata conquista della laurea. Migone spiegherà poi cos'è "BIANCANEUF bidet ITALIA" e cosa c'entri con la figura dell'imprenditore innovativo...
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Le nostre istituzioni e il futuro della democrazia in un dibattito organizzato da PLUS alla fiera di Roma
Presenterà un evento dedicato alle nostre istituzioni e al futuro della democrazia, la PLUS, casa editrice dell'Università di Pisa che anche quest'anno sarà presente alla fiera della piccola e media editoria "Più libri, più liberi", in programma a Roma dal 7 al 12 dicembre al Palazzo dei Congressi dell'Eur. La tavola rotonda, prevista domenica 11 dicembre alle 17.00, proporrà una riflessione sul tema insieme ai senatori Stefano Ceccanti (PD) e Andrea Pastore (PDL), Luca Gori ed Elettra Stradella della Scuola Sant'Anna e Saulle Panizza, docente di Diritto costituzionale alla facoltà di Scienze politiche dell'Università di Pisa, autore per la PLUS di alcuni volumi dedicati alla diffusione della cultura civica e dei valori repubblicani, come "Il Vademecum delle istituzioni" e varie pubblicazioni sulla Costituzione.
L'evento si inserisce nel calendario di iniziative che negli ultimi mesi hanno visto protagonista la PLUS, con il suo impegno nella diffusione dei contenuti della Costituzione e nella valorizzazione del ruolo delle istituzioni attraverso numerose pubblicazioni e iniziative che hanno coinvolto docenti e personalità del mondo accademico, giuridico e politico.
A Lamberto Maffei il 'Campano d'Oro'
"Il professor Maffei è stato un costante punto di riferimento per tutta la comunità scientifica pisana, ha contribuito a far circolare nella nostra Università ricercatori di respiro nazionale e internazionale, tra cui diversi Premi Nobel, realizzando quel processo di "disseminazione" di idee e intuizioni che, anche attraverso il lavoro dei suoi allievi, hanno avuto esiti significativi". È così che il rettore Massimo Augello ha presentato Lamberto Maffei, presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei, a cui lunedì 12 dicembre è stato assegnato il "Campano d'oro" 2011, il prestigioso riconoscimento che l'Associazione laureati dell'Ateneo pisano (ALAP) assegna ogni anno a personalità di chiara fama internazionale che si sono laureate a Pisa. Ai saluti del rettore Massimo Augello e del vice sindaco Paolo Ghezzi, sono seguite la laudatio del professor Brunello Ghelarducci, direttore del dipartimento di Scienze fisiologiche, e la lettura delle motivazioni del conferimento da parte del presidente dell'ALAP, Attilio Salvetti. Al termine della cerimonia la violinista Chiara Morandi e il gruppo d'archi "I ragazzi di Strata" dell'Accademia musicale "Stefano Strata" ha tenuto un breve concerto in onore del premiato.
Dopo la premiazione, è intervenuto il professor Maffei che ha ripercorso gli anni trascorsi a Pisa, rievocando il fervore e l'atmosfera in cui si è formato negli anni Cinquanta e Sessanta, quando con lui studiavano personalità come i fratelli Cassese, Tiziano Terzani e Giuliano Amato. Nato a Grosseto nel 1936, Lamberto Maffei si è laureato in Medicina a Pisa, studiando sotto la guida del professor Giuseppe Moruzzi e iniziando con lui gli studi sul sistema nervoso centrale. Ha condotto gran parte delle sue ricerche all'Istituto di Neuroscienze del CNR, del quale è stato direttore dal 1980 al 2008. È stato professore di Neurobiologia alla Scuola Normale dal 1988 al 2008, oltre che direttore dell'omonimo laboratorio. Dal 2009 è presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei ed è professore emerito della Scuola Normale.
Nel suo intervento anche Brunello Ghelarducci ha ricordato l'ambiente in cui Maffei ha lavorato sotto la guida di maestri illustri come Moruzzi, quando nelle aule universitarie si parlava inglese, in un clima internazionale e pieno di stimoli. "Il grande merito e vanto del professor Maffei è aver saputo cogliere tutte le opportunità che una università come Pisa offriva in quegli anni e aver avuto la capacità di esprimerle al massimo livello", ha detto Ghelarducci. "L'approccio multidiscipinare a un problema, la lungimiranza nell'usare tecniche di analisi mai sperimentate, l'utilizzo di macchinari per l'epoca all'avanguardia testimoniano il talento di giovane studioso diventato poi un grande scienziato".
Le ricerche del professor Maffei sono principalmente indirizzate allo studio del sistema nervoso centrale - con particolare riguardo al sistema visivo dei mammiferi - utilizzando tecniche sperimentali quali l'elettrofisiologia, la psicofisica, la biologia molecolare. Tra i suoi risultati più significativi, l'introduzione di metodi elettrofisiologici per la diagnosi precoce delle patologie del sistema nervoso, la registrazione dell'attività elettrica prenatale, il ruolo delle neurotrofine nella plasticità e lo sviluppo del sistema nervoso. Recentemente ha studiato metodi per riattivare la plasticità nel sistema nervoso dell'adulto, metodi che sta applicando nella prevenzione della demenza senile.
Nel corso della sua carriera, il professor Maffei ha svolto attività di ricerca ed è stato visiting professor in numerose università straniere, tra le quali quella di Cambridge, il Massachusetts Institute of Technology, il Collège de France, l'Università della California, l'Università di Oxford e l'Ecole Normale Superieure Paris. Egli è membro del comitato editoriale di alcune riviste scientifiche internazionali ed è invitato a tenere conferenze ed a partecipare quale invited speaker a numerosi congressi nel mondo.
Il premio del "Campano d'oro" è stato istituito nel 1971 come riconoscimento in onore di ex allievi dell'Ateneo pisano che si sono distinti nel campo della cultura, della scienza, dell'industria e delle professioni. Al premiato viene consegnata una medaglia che raffigura la torre medievale, chiamata appunto Torre del Campano, posizionata a poche decine di metri dal palazzo della Sapienza. La Torre deve il suo nome al fatto di ospitare nella sua sommità un'antica campana che, a partire dal Medioevo e fino a non molti anni fa, scandiva l'inizio e la fine delle lezioni universitarie. Fra gli illustri premiati delle scorse edizioni, vi sono l'ex presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, cui il "Campano d'oro" fu attribuito quando era governatore della Banca d'Italia, Carlo Rubbia, Giuliano Amato, Marcello Pera, Tiziano Terzani, Remo Bodei, Antonio Cassese e, da ultimo, il luminare della chirurgia Fabrizio Michelassi.
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Inaugurato il Polo didattico ex Guidotti
Dal complesso monumentale del San Matteo a una struttura moderna e funzionale, che va incontro alle esigenze della didattica. È stato inaugurato questa mattina in via Trieste il primo lotto del "Polo ex Guidotti" dell'Università di Pisa, dove si sono appena trasferiti il dipartimento e la biblioteca di Storia delle Arti con i suoi settantamila volumi. La nuova struttura ospita al primo piano anche un polo didattico di Ateneo con 8 aule, 276 posti e attrezzature multimediali. Un'area della città viene recuperata e destinata alle attività universitarie, a cui presto si aggiungerà un ulteriore importante polo didattico di Ateneo. All'inaugurazione erano presenti il rettore Massimo Augello, il sindaco Marco Filippeschi, il direttore del dipartimento di Storia delle Arti Marco Collareta, il prorettore agli studenti Rosalba Tognetti e il prorettore all'edilizia Sandro Paci.
I lavori, iniziati tre anni fa, hanno riguardato la ristrutturazione dei due principali fabbricati dell'ex complesso industriale, che ora ospitano a piano terra la biblioteca e, al primo piano, il polo didattico di Ateneo, parte dei locali del dipartimento e la sede del progetto multidisciplinare MAPPA, che studia come sviluppare strumenti di calcolo predittivo applicabili al potenziale archeologico di un'area urbana.
L'intero secondo piano è destinato a 16 uffici per i docenti e per il personale tecnico/amministrativo, ai 7 laboratori del dipartimento (il laboratorio immagini, la mediateca, la fototeca, il laboratorio di montaggio, il laboratorio audiovisivi, il laboratorio sviluppo e stampa, la sala posa, tutti dotati delle relative attrezzature) e a una sala riunioni. Il piano seminterrato ospita inoltre i depositi dei reperti archeologici derivanti dalle attività scientifiche di scavo condotte dai diversi gruppi di ricerca dell'Ateneo. Il costo complessivo di questo primo lotto di lavori di ristrutturazione è stato di circa € 4.400.000.
La biblioteca di Storia delle Arti si sviluppa su una superficie di circa 880 mq ed è dotata di oltre 1.500 metri lineari di scaffalature. Oltre alle 94 postazioni di lettura e consultazione disponibili nel normale orario di apertura, i locali ospitano anche una nuova sala studio, con 32 postazioni, aperta dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 24 e a disposizione di tutti gli studenti dell'Ateneo. Nell'intera area bibliotecaria, come anche nelle altre aule del Polo, è disponibile l'accesso wireless alla rete di Ateneo.
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Sfamare il mondo: due incontri ad Agraria
Il 5 e il 12 dicembre alle 16.30 sono in calendario due incontri alla facoltà di Agraria (via del Borghetto 80) organizzati dall'Ateneo pisano nell'ambito del Servizio "Cultura e Università" della Diocesi di Pisa. Il tema generale delle due giornate è "Sfamare il mondo". Fra i relatori del primo appuntamento, oltre a Don Severino Dianich, anche tre docenti dell'Università di Pisa, Amedeo Alpi, Gianluca Brunori e Carlo Casarosa. Le risorse della terra, la produzione del cibo e la fame dei popoli saranno al centro della discussione. "Coltivare la terra: per farne pane o per produrre carburante?" è invece l'argomento del secondo incontro al quale partecipano i professori dell'Ateneo pisano Marco Mazzoncini, Francesco Di Iacovo e Carlo Casarosa.
"Obiettivo di questi seminari – spiega uno degli organizzatori, il dottor Augusto Loni di Agraria - è dare spunti di riflessione al pubblico su un tema così complesso come la fame del mondo analizzando la questione sia dal punto di vista della produzione di cibo che della sua distribuzione".
Orto e Museo botanico: si restaurano i cimeli seicenteschi
Al via il restauro e la valorizzazione della "quadreria" seicentesca e del portone monumentale dell'Orto botanico dell'Università di Pisa. Il progetto, che si concluderà entro il 2012, è realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e alla collaborazione tra il Dipartimento di Biologia e la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Pisa.
La quadreria seicentesca dell'Orto botanico è composta da sedici ritratti che raffigurano altrettanti botanici, tutti effigiati con abiti eleganti, in pose austere e con espressioni di profonda meditazione, come si conviene appunto a uomini di scienza ed accademici. La collezione è infatti coeva alla nascita della botanica come disciplina autonoma, culturalmente indipendente dalla medicina, e quindi non dedicata solamente allo studio delle proprietà medicamentose delle piante. In contrasto con i severi abiti scuri c'è tuttavia un elemento di novità rappresentato da piante fiorite dipinte a colori vivaci che qualcuno tiene in mano, altri tra le pagine di un libro, altri ancora sulla scrivania.
Di non minor pregio è l'antico portone monumentale la cui realizzazione risale al 1591. Di pregevolissima fattura, tutto di massello di noce, riporta in quattro specchi altrettante figure a rilievo di piante che erano coltivate e studiate nell'Orto botanico.
Il progetto si inserisce nell'ambito di un'attenta azione di fund raising realizzata dal Dipartimento di Biologia con il fine specifico di valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale e migliorare l'offerta divulgativa e scientifica.
Al Palazzo dei Congressi la consegna dei diplomi ai laureati con lode
Sabato 3 dicembre 2011, al Palazzo dei Congressi, si svolgerà il tradizionale incontro per la consegna dei diplomi ai laureati con lode nel periodo compreso fra il 1° gennaio e il 31 luglio 2011.
L'incontro sarà aperto, alle ore 11, dai saluti del prorettore vicario, Nicoletta De Francesco. Subito dopo, i rispettivi presidi premieranno con il diploma e una spilla ricordo i laureati delle facoltà di Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia; alle ore 12 quelli delle facoltà di Lettere e filosofia e di Farmacia.
Nel pomeriggio, alle ore 15, è in programma il saluto del prorettore per la Didattica, Paolo Mancarella, Successivamente i rispettivi presidi consegneranno diploma e spilla ai laureati delle facoltà di Agraria, Medicina e chirurgia, Ingegneria e, dopo le 16, a quelli delle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Lingue e letterature straniere e Medicina veterinaria.
Orto e Museo botanico: si restaurano i cimeli seicenteschi
Al via il restauro e la valorizzazione della "quadreria" seicentesca e del portone monumentale dell'Orto botanico dell'Università di Pisa. Il progetto, che si concluderà entro il 2012, è realizzato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa e alla collaborazione tra il Dipartimento di Biologia e la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici di Pisa.
La quadreria seicentesca dell'Orto botanico è composta da sedici ritratti che raffigurano altrettanti botanici, tutti effigiati con abiti eleganti, in pose austere e con espressioni di profonda meditazione, come si conviene appunto a uomini di scienza ed accademici. La collezione è infatti coeva alla nascita della botanica come disciplina autonoma, culturalmente indipendente dalla medicina, e quindi non dedicata solamente allo studio delle proprietà medicamentose delle piante. In contrasto con i severi abiti scuri c'è tuttavia un elemento di novità rappresentato da piante fiorite dipinte a colori vivaci che qualcuno tiene in mano, altri tra le pagine di un libro, altri ancora sulla scrivania.
Di non minor pregio è l'antico portone monumentale la cui realizzazione risale al 1591. Di pregevolissima fattura, tutto di massello di noce, riporta in quattro specchi altrettante figure a rilievo di piante che erano coltivate e studiate nell'Orto botanico.
Il progetto si inserisce nell'ambito di un'attenta azione di fund raising realizzata dal Dipartimento di Biologia con il fine specifico di valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale e migliorare l'offerta divulgativa e scientifica.
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