Dall’Università di Pisa al Working Capital di Torino: i battelli eco-compatibili premiati nella finale nazionale
È arrivata tra le prime tre finaliste nella sezione "Green" l'idea d'impresa del gruppo composto da ingegneri aerospaziali laureati e dottorati all'Università di Pisa che hanno presentato al Working Capital PNI di Torino un progetto per la realizzazione di battelli eco-compatibili di nuova generazione. La CJAerospace, che già si era classificata terza alla Start Cup Toscana, si è distinta tra le 352 concorrenti che hanno partecipato alla competizione nazionale, con l'onore di pronunciare un "elevator pitch" di 5 minuti nella finalissima del 18 novembre davanti a una platea di investitori e istituzioni italiani ed esteri operanti nel campo dell'innovazione tecnologica.
Il Working Capital è il Premio nazionale innovazione promosso da Telecom Italia e PNICube (l'Associazione degli Incubatori universitari italiani) che sostiene i giovani talenti dell'innovazione italiana e promuove la creazione di start up. Quest'anno sono stati chiamati a raccolta tutti coloro che avessero un'idea innovativa o un progetto votato al futuro nei settori di intervento "Internet, Web e Ict", "Green", "Bio & Nano" e "Social Innovation". A questa edizione sono stati presentati in totale 2139 progetti e di questi ne sono stati finanziati 14. Il settore "Green" premia lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e organizzative per migliorare l'efficienza energetica.
Il team imprenditoriale della CJAerospace è composto dagli ingegneri John Scanu, Claudio Bottoni e Salvatore Iliano - con esperienza di quasi un decennio nella nautica da diporto e da lavoro - e da un tecnico elettronico, Salvatore Balestrino, con esperienza negli impianti propulsivi. I ragazzi hanno anche seguito il PHD Plus, il percorso formativo dedicato alla diffusione dello spirito imprenditoriale nei dottorandi attivato dall'Università di Pisa nel 2011. La loro è la prima realtà in Italia ad aver progettato un'imbarcazione passeggeri ibrida di medie dimensioni omologata secondo i nuovi stringenti regolamenti europei. I battelli, ad alto contenuto tecnologico, permettono un consistente abbattimento dell'inquinamento acustico ed ondoso e, grazie alla doppia propulsione azimutale, una manovrabilità aumentata rivoluzionaria per gli impieghi in acque interne. Per la CJAerospace sono già arrivati contatti con importanti investitori e istituzioni che vogliono conoscere meglio la realtà imprenditoriale e verificare la possibilità di collaborazioni.
Il premio Anassilaos a Lucia Tomasi Tongiorgi
Il premio Anassilaos per la ricerca quest'anno è andato alla professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi dell'Università di Pisa. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, che gode anche dell'alto patrocinio del Presidente della Repubblica, si è svolta l'11 novembre scorso a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, la sede della Regione.
A consegnare la targa alla docente dell'Ateneo pisano è stata la professoressa Lucietta Di Paola dell'Università di Messina. Come spiega la motivazione, il premio Anassilaos, giunto quest'anno alla 23^ edizione, è stato conferito a Lucia Tomasi Tongiorgi "per essersi distinta nel campo della ricerca relativa alla storia dell'arte moderna, con particolare riguardo ai rapporti tra arte e scienza, alla storia dei giardini e all'iconografia naturalistica con iniziative scientifiche nazionali e internazionali e per l'impegno profuso nella costituzione del Museo della Grafica di Pisa e nelle manifestazioni espositive a favore della Collezione Timpanaro".
Alla Biblioteca universitaria la presentazione del libro “Bere vino puro. Immagini del simposio”
Mercoledì 23 novembre, alle 11.30, nella sala storica della Biblioteca universitaria di Pisa, in via Curtatone e Montanara 15, Carlo Ginzburg e Alfonso Maurizio Iacono presentano il volume "Bere vino puro. Immagini del simposio" (ed. Feltrinelli) di Maria Luisa Catoni. Sarà presente l'autrice.
Il libro è un viaggio alla scoperta del simposio greco e del valore rituale del vino, "pharmakon" insieme veleno e medicinale, capace di svelare la vera natura di un uomo. Ma il simposio non era un'allegra bevuta senza regole: il bere era ritualizzato, il grado di ubriachezza che tutti dovevano raggiungere veniva deciso in anticipo, i partecipanti fissavano regole per poi sperimentarne la violazione e i modi della violazione. Il simposio era in questo senso un'istituzione politica, religiosa e sociale, attraverso cui i gruppi aristocratici sperimentavano, in un luogo protetto, le regole e i comportamenti da tenere nel più ampio contesto della città. Il libro di Maria Luisa Catoni descrive in concreto la pratica del simposio e rilegge il rapporto tra i canti dei simposiasti e i vasi dipinti in cui bevevano.
Maria Luisa Catoni insegna Storia dell'arte antica e Archeologia all'IMT, Institute for Advanced Studies di Lucca. È stata Fellow del Wissenschaftskolleg di Berlino, docente di Iconografia dell'arte antica presso l'Università di Pisa e ricercatrice di Archeologia classica presso la Scuola Normale di Pisa.
Al Palazzo dei Congressi il Job Meeting Pisa
Si svolgerà martedì 22 novembre 2011 al Palazzo dei Congressi il Job Meeting, organizzato da Cesop Communication e Trovolavoro.it in collaborazione con l'Ufficio laureati dell'Università di Pisa. Aziende italiane e internazionali di tutti i settori merceologici presenteranno offerte di lavoro, opportunità di assunzione e stage; Business School tra le più prestigiose illustreranno programmi di formazione avanzata per aggiungere altro valore alle proprie competenze.
Per tutti i visitatori saranno disponibili gratuitamente servizi di consulenza professionale pensati ad hoc per laureandi, neolaureati e giovani professionisti. Alla manifestazione parteciperà anche l'Università di Pisa con il personale dell'Ufficio laureati - Unità orientamento, tirocini, job placement e Unità master. Saranno presentati i servizi di orientamento al lavoro e le opportunità di formazione post laurea che l'Università offre ai propri studenti e laureati.
Quest'anno Radio Eco, l'emittente radiofonica degli studenti dell'Università di Pisa, seguirà la diretta della manifestazione.
L'accesso è gratuito, con orario continuato dalle 9.00 alle 17.00. È consigliata la registrazione on line su: www.jobmeeting.it, dove è possibile trovare maggiori dettagli sul programma.
I battelli eco-compatibili finalisti al Working Capital di Torino
È arrivata tra le prime tre finaliste nella sezione "Green" l'idea d'impresa del gruppo composto da ingegneri aerospaziali laureati e dottorati all'Università di Pisa che hanno presentato al Working Capital PNI di Torino un progetto per la realizzazione di battelli eco-compatibili di nuova generazione. La CJAerospace, che già si era classificata terza alla Start Cup Toscana, si è distinta tra le 352 concorrenti che hanno partecipato alla competizione nazionale, con l'onore di pronunciare un "elevator pitch" di 5 minuti nella finalissima del 18 novembre davanti a una platea di investitori e istituzioni italiani ed esteri operanti nel campo dell'innovazione tecnologica.
Il Working Capital è il Premio nazionale innovazione promosso da Telecom Italia e PNICube (l'Associazione degli Incubatori universitari italiani) che sostiene i giovani talenti dell'innovazione italiana e promuove la creazione di start up. Quest'anno sono stati chiamati a raccolta tutti coloro che avessero un'idea innovativa o un progetto votato al futuro nei settori di intervento "Internet, Web e Ict", "Green", "Bio & Nano" e "Social Innovation". A questa edizione sono stati presentati in totale 2139 progetti e di questi ne sono stati finanziati 14. Il settore "Green" premia lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche e organizzative per migliorare l'efficienza energetica.
Il team imprenditoriale della CJAerospace è composto dagli ingegneri John Scanu, Claudio Bottoni e Salvatore Iliano - con esperienza di quasi un decennio nella nautica da diporto e da lavoro - e da un tecnico elettronico, Salvatore Balestrino, con esperienza negli impianti propulsivi. I ragazzi hanno anche seguito il PHD Plus, il percorso formativo dedicato alla diffusione dello spirito imprenditoriale nei dottorandi attivato dall'Università di Pisa nel 2011. La loro è la prima realtà in Italia ad aver progettato un'imbarcazione passeggeri ibrida di medie dimensioni omologata secondo i nuovi stringenti regolamenti europei.
I battelli, ad alto contenuto tecnologico, permettono un consistente abbattimento dell'inquinamento acustico ed ondoso e, grazie alla doppia propulsione azimutale, una manovrabilità aumentata rivoluzionaria per gli impieghi in acque interne. Per la CJAerospace sono già arrivati contatti con importanti investitori e istituzioni che vogliono conoscere meglio la realtà imprenditoriale e verificare la possibilità di collaborazioni.
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
InToscana.it
PisaNotizie.it
TirrenoPisa.it
PisaInformaFlash.it
Greenreport.it
Giovane e determinato il popolo del Job Meeting
Sono tanti, con i volti speranzosi, tutti indaffarati a scrivere i propri curriculum vitae e a prepararsi per il colloquio di lavoro, forse il primo della propria carriera. Sono loro i giovani che oggi hanno affollato il Palazzo dei Congressi di Pisa, sede anche quest’anno del Job Meeting & Trovolavoro.it, la manifestazione organizzata da Cesop Communication in collaborazione con l'Ufficio Job Placement dell'Università di Pisa.
I visitatori del Job Meeting non sono solo laureati dell’Ateneo pisano, ma giovani arrivati a Pisa da tutta Italia e dall’estero in cerca di informazioni su enti e aziende con cui prendere contatti di lavoro.
Tra loro abbiamo incontrato Pavel che si è laureato in Russia in Economia Globale. Pavel ha frequentato un master a Londra in Strategie delle imprese, ora vive a Prato ed è venuto al Job Meeting per cercare un opportunità di lavoro. ”A metà della mattinata - racconta - ho fatto già sette colloqui e sono soddisfatto di questa esperienza, penso che potrà essermi molto utile”.
Un’altra neolaureata arriva da Parma, ha studiato Finanza, e vorrebbe trovare impiego nei settori delle banche e delle assicurazioni. “Ho partecipato a un altro Job meeting nella mia città, pensavo di trovare qui più opportunità nel mio settore – commenta. Sono riuscita a lasciare il mio curriculum allo stand di una banca dove spero di essere chiamata per uno stage”.
Se molti di loro sono arrivati al Job Meeting sperando di poter trovare il contatto giusto con un’azienda, altri, un po’ meno decisi, visitano gli stand per capire come orientarsi nella ricerca attiva di un impiego. L’evento ha permesso infatti, oltre alla possibilità di avere un rapporto diretto con le aziende, anche di accedere ad altri servizi come la correzione gratuita del CV e la possibilità di partecipare a workshop di orientamento al lavoro.
Incontriamo Dinora. È una matematica, si è laureata all’Università di Pisa e torna al Job meeting per la seconda volta. “La mia laurea è difficile da spendere a livello aziendale, ma questa occasione mi è utile per capire come funziona il mondo del lavoro - ci spiega - cerco di farmi un’idea e allo stesso tempo mi propongo alle aziende”.
Ha invece le idee chiare Matteo che ha conseguito la laurea triennale a Lecce ed è arrivato a Pisa per proseguire gli studi con la laurea specialistica in Fisica medica. “Ho scelto di venire a Pisa su consiglio del mio docente, ho trovato una bella università, ma ciò che mi ha maggiormente colpito è stata la sua internazionalizzazione e la possibilità di scambi con l’estero - racconta Matteo - Tanti miei colleghi hanno partecipato alle Summer school in posti diversi, tra cui il Cern di Ginevra. Qui al Job Meeting vorrei prendere contatti con un’azienda leader nel settore di prodotti per la diagnostica medica”.
Daniele si è laureato a Pisa in Marketing e ricerche di mercato. “Dopo la laurea ho iniziato uno stage alla Piaggio - ci racconta - ho deciso di venire a questo incontro per cercare un’opportunità di lavoro, dato che non ci sono riuscito con il solo utilizzo di internet o con il semplice invio di curruculum. Sino ad ora non ho avuto grosse opportunità”.
La giornata ha inoltre ospitato diverse iniziative collaterali dedicate alla consulenza e all'informazione professionale. Un workshop singolare, a cura di Cristina Sottotetti, consulente alla carriera, è stato dedicato alla grafoanalisi con una sintetica introduzione alle potenzialità dell'analisi grafologica nell'orientamento professionale.
La manifestazione è stata seguita in diretta di Radio Eco , l'emittente radiofonica degli Studenti dell'Università di Pisa. Per scaricare i pod cast dell'evento collegarsi al sito della radio http://www.radioeco.it/ .
Tutte le info sul job meeting sul sito http://jobplacement.unipi.it/
Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Nazione Firenze
InToscana.it
Il premio Anassilaos a Lucia Tomasi Tongiorgi
Il premio Anassilaos per la ricerca quest'anno è andato alla professoressa Lucia Tomasi Tongiorgi dell'Università di Pisa. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento, che gode anche dell'alto patrocinio del Presidente della Repubblica, si è svolta l'11 novembre scorso a Reggio Calabria, a Palazzo Campanella, la sede della Regione.
A consegnare la targa alla docente dell'Ateneo pisano è stata la professoressa Lucietta Di Paola dell'Università di Messina. Come spiega la motivazione, il premio Anassilaos, giunto quest'anno alla 23^ edizione, è stato conferito a Lucia Tomasi Tongiorgi "per essersi distinta nel campo della ricerca relativa alla storia dell'arte moderna, con particolare riguardo ai rapporti tra arte e scienza, alla storia dei giardini e all'iconografia naturalistica con iniziative scientifiche nazionali e internazionali e per l'impegno profuso nella costituzione del Museo della Grafica di Pisa e nelle manifestazioni espositive a favore della Collezione Timpanaro".
Insieme alla professoressa Tongiorgi, sempre per il settore della ricerca, sono stati premiati anche il dottore Cosmoferruccio De Stefano, Primario all'Ospedale Bambin Gesù; il professor Walter Giulietti, Associato di Diritto Amministrativo presso l'Università dell'Aquila; il professor Roberto Guarasci, Ordinario di Documentazione presso l'Università della Calabria, la professoressa Maria Vittoria Srerranò, Associato di Diritto Tributario e Direttore del Dipartimento di Scienze Economiche, Finanziarie, Sociali, Ambientali, Statistiche e Territoriali, Università di Messina; il dottor Pietro Volpe, Direttore di Unità Operativa Complessa di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare Ospedali Riuniti "Bianchi-Melacrino-Morelli" di Reggio Calabria.
Ne hanno parlato:
Reti robotiche per assistere gli anziani e i disabili
Si chiama RUBICON ed è un robot capace di dare assistenza ad anziani e disabili dopo averne imparato le abitudini di vita. Un team di ricercatori del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, coordinati da Stefano Chessa e Alessio Micheli, è partner di un progetto di ricerca europeo finanziato con 2,5 milioni di euro che ha l'obiettivo di unire dispositivi robotici e reti di sensori in un sistema capace di interagire con l'ambiente circostante. Della ricerca, il cui capofila in Europa è l'Università di Dublino, fanno parte anche l'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione "A. Faedo" (ISTI) del CNR, la Fondazione Stella Maris, la Örebro University (Svezia), la University of Ulster (Nord Irlanda), due aziende spagnole di componenti robotici (Tecnalia e Robotnik) e l'azienda irlandese Pintail Ltd.
L'idea che sta alla base del progetto RUBICON (Robotic UBIQuitous COgnitive Network) è progettare robot in grado di apprendere le caratteristiche dell'ambiente e della qualità di vita della persona da assistere tramite una rete di sensori installati in casa. RUBICON è infatti un misto di "intelligenza" ambientale e robotica, una sorta di "cervello artificiale pervasivo" che fa parte dell'ambiente ed è capace di apprendere dall'ambiente stesso ciò che avviene e di comandare i robot di conseguenza. I sensori acquisiscono le informazioni, memorizzano un modello di abitudini ritagliato sulla persona specifica a cui portare assistenza e lo trasmettono ai robot.
I ricercatori spiegano che, con questa tecnologia, sarà possibile abbinare un evento a un comportamento specifico dei robot. Per fare un esempio, se RUBICON capisce che la persona ha l'abitudine di alzarsi tutte le mattine alle sette, il sistema attiva i robot a quell'ora può per portare le pantofole e assistere il soggetto specifico. Il vantaggio è che, se col tempo le abitudini cambiano, RUBICON è in grado di adattarsi autonomamente alle condizioni ambientali mutate, senza bisogno di essere riprogrammato.
Il team di ricerca dell'Università di Pisa, che include i gruppi di reti wireless e di intelligenza computazionale, è composto da 6 persone tra professori, ricercatori, assegnisti di ricerca e collaboratori, e ha lavorato negli ultimi sei mesi per definire il progetto che adesso passerà alla fase più operativa. RUBICON arriverà, infatti, a test di prototipi legati a scenari applicativi con una sperimentazione di sei mesi all'ospedale della Stella Maris e, parallelamente, in un living lab dell'azienda Tecnalia a Bilbao. Nel primo caso è previsto l'utilizzo del robot per il trasporto di materiale ospedaliero: i sensori ambientali dovranno essere addestrati a memorizzare dati utili a comprendere e disegnare il percorso per arrivare ai degenti. Il laboratorio spagnolo, invece, riprodurrà l'ambiente di un appartamento dove attori simuleranno azioni quotidiane sotto l'osservazione di sensori. Al suo lato sarà attrezzata una sala regia, dove i ricercatori potranno elaborare i dati, osservando i robot e la loro interazione con le persone.
Lo sviluppo di questa tecnologia apre nuove prospettive per il futuro: la sfida è riuscire a progettare sistemi che, in virtù della loro capacità di adattarsi alle persone, siano in grado di capire quello di cui hanno veramente bisogno, portando assistenza dove e quando serve, compatibilmente con la sensibilità del soggetto assistito, imparando a interagire con lui in maniera discreta e non invasiva.
L’Università di Pisa ha definito il nuovo assetto organizzativo
Venti dipartimenti sostituiranno da qui a qualche mese le attuali 11 facoltà e i 48 dipartimenti, andando a costituire le aggregazioni di base dell'Università di Pisa. Con l'approvazione all'unanimità da parte del Senato Accademico, si è concluso mercoledì 16 novembre il processo di definizione del nuovo assetto organizzativo dell'Ateneo, che tra l'altro risponde a quanto richiesto dalla legge numero 240 del 2010, la legge Gelmini. "Siamo i primi in Toscana e tra i primi in Italia ad aver completato l'iter di costituzione dei nuovi dipartimenti - ha commentato il rettore Massimo Augello - che a mio giudizio permetteranno di garantire una qualità ancora più elevata dell'offerta formativa, dal momento che didattica e ricerca andranno a convivere sotto lo stesso tetto".
"Con i nuovi dipartimenti – precisa il prorettore vicario, Nicoletta De Francesco – ci proponiamo di semplificare l'organizzazione dell'Università, passando da 59 a 20 strutture, di collegare le attività di didattica e di ricerca sotto un unico organismo, di razionalizzare l'utilizzo di personale e sedi, con un risparmio in termini di costi e soprattutto di procedure amministrative". Il tutto, tiene a ribadire la professoressa, senza incidere sui corsi di laurea e dunque sull'offerta formativa per gli studenti, se non attraverso l'eliminazione di quel riferimento immediato che oggi è rappresentato dalle facoltà.
I nuovi dipartimenti, a ognuno dei quali dovrà afferire un minimo di 50 docenti contro i 40 previsti dalla legge Gelmini, potranno essere monodisciplinari o pluridisciplinari, in quanto riuniscono docenti di diversi settori per collaborare a progetti didattici e scientifici comuni. Le venti strutture saranno suddivise in quattro appartenenti al settore culturale delle scienze matematiche e informatiche, fisiche, della terra; quattro delle scienze chimiche, biologiche, agrarie; tre delle scienze mediche e una di veterinaria; tre dell'ingegneria; due dei settori umanistici; tre delle scienze giuridiche, economiche, politiche e sociali. Per ora sono state decise le afferenze del solo personale docente, ma nei prossimi mesi dovranno essere risolte le questioni relative all'afferenza dei corsi di studio a ogni dipartimento, alla dislocazione del personale tecnico-amministrativo, all'utilizzo degli spazi, all'organizzazione e razionalizzazione di sedi e laboratori.
I nuovi dipartimenti, inoltre, non entreranno subito in funzione, perché il loro percorso si intreccia con l'iter di approvazione del nuovo Statuto dell'Università di Pisa, ancora all'esame del ministero. Subito dopo questo passo con le eventuali integrazioni richieste da Roma, e dunque probabilmente entro i primissimi mesi del prossimo anno, si procederà ad attivare ufficialmente le nuove strutture. Intorno all'estate 2012 saranno rinnovati i due organi di governo dell'Ateneo – il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione – in modo da essere pronti con l'organizzazione definitiva dell'Università all'inizio dell'anno accademico 2012-2013.
La ricerca degli atenei italiani all’esame dell’ANVUR
Sarà un'indagine trasparente e capillare, che coinvolgerà direttamente gli oltre 57 mila docenti degli atenei italiani e i quasi 8 mila ricercatori e tecnici degli enti di ricerca, sottoponendo a giudizio più di 216 mila "prodotti". Con la registrazione del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione sul sito dell'Agenzia (www.anvur.org/) il 7 novembre scorso del Bando ufficiale, è stato dato il via al percorso di Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) per il periodo 2004-2010, una delle sfide decisive per dare piena credibilità al sistema universitario italiano sulla strada della valorizzazione del merito.
Il progetto è affidato all'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, al cui interno opera il professor Andrea Bonaccorsi, docente di Ingegneria gestionale all'Università di Pisa e tra i principali esperti di analisi di efficienza del sistema pubblico della ricerca. Il professor Bonaccorsi è uno dei sette membri del Consiglio direttivo dell'ANVUR e vice coordinatore delle attività Vqr 2004-2010. A lui abbiamo chiesto di sintetizzare gli aspetti centrali dell'attività di valutazione.
Professor Bonaccorsi, partiamo dalla fine. Le dimissioni del Governo bloccheranno la Valutazione della ricerca? E se dovesse essere sciolto il Parlamento?
Per fortuna no. L'Agenzia è stata creata con un Decreto del Presidente della Repubblica e quindi ha una vita che va oltre non solo i singoli governi, ma anche le legislature. Dunque anche nella infelice ipotesi di uno scioglimento delle Camere proseguirebbe la sua attività. La VQR inoltre è stata aperta con un Decreto del Ministro che è stato approvato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre scorso e prosegue quindi senza interruzioni. Il 7 novembre abbiamo pubblicato il Bando, e da quello stesso giorno tutti gli atenei e gli enti di ricerca si sono messi in moto.
Quali sono i precedenti nel nostro Paese in tema di valutazione della ricerca?
Il primo esperimento nazionale di Valutazione triennale della ricerca ha riguardato gli anni 2001-2003 ed è stato affidato al CIVR, il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Il processo, su base volontaria, è partito nel marzo del 2004 e si è concluso due anni dopo. I risultati sono stati utilizzati per distribuire la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario negli anni dal 2006 al 2011, prima come semplice fattore correttivo del parametro di potenzialità di ricerca; poi, dal 2009, come percentuale da pesare all'interno della ricerca.
Più recente è invece la costituzione dell'ANVUR, anche se il suo cammino è stato piuttosto travagliato...
Sì, l'ANVUR è stata istituita con la legge numero 286 del 2006, ma il suo regolamento è stato emanato solo nel 2010 e il suo Consiglio direttivo è stato nominato a febbraio di quest'anno. La sua vicenda, pertanto, si è intrecciata con quella legata alla programmazione dell'attività di Valutazione della ricerca, prima prevista per il quinquennio 2004-2008 e affidata al CIVR e poi estesa fino al 2010 e affidata all'ANVUR.
Il 12 luglio 2011 è stato finalmente firmato il decreto ministeriale che affida all'ANVUR la Valutazione della qualità della ricerca per il periodo 2004-2010.
In attesa del vaglio del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti, avevate già programmato e messo in atto delle azioni concrete?
Certamente, anche perché l'orientamento seguito all'interno dell'Agenzia ha inteso predisporre tutto ciò che era possibile a livello organizzativo, in modo da essere immediatamente operativi subito dopo il via libera ufficiale. Per esempio, abbiamo nominato i 14 presidenti dei Gruppi di esperti della valutazione, i GEV, che costituiranno l'organismo di base del processo valutativo, prima dell'approvazione del Decreto! Potevamo farlo, nominandoli come nostri esperti di valutazione. I presidenti si sono messi subito al lavoro per preparare i Criteri di valutazione, che potranno differire tra i vari settori scientifici.
Quali saranno, dunque, le strutture, i soggetti e i "prodotti" sottoposti a valutazione?
Per quanto riguarda le strutture, in prima battuta saranno interessate le università statali e quelle non statali autorizzate a rilasciare titoli accademici: in totale sono 95, comprese quelle telematiche. In seconda battuta, gli enti di ricerca pubblici vigilati dal MIUR, tra i quali ci sono anche CNR e INFN. Infine, altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca e che sono stati coinvolti su loro richiesta e dietro copertura delle spese.
I soggetti monitorati comprenderanno i professori ordinari e associati; i ricercatori universitari, a tempo indeterminato e determinato; gli assistenti universitari.
Per "prodotto" della ricerca si intende una pluralità di documenti, che spaziano dagli articoli su riviste ai libri e loro capitoli, inclusi atti di congressi, nonché edizioni critiche, traduzioni e commenti scientifici. Vi rientrano i brevetti depositati, così come più in generale le composizioni, disegni, design, performance, mostre ed esposizioni organizzate, manufatti, prototipi e opere d'arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche, esclusivamente se corredati da pubblicazioni atte a consentirne adeguata valutazione.
Quali saranno gli step e i tempi di attuazione del processo?
Il percorso della valutazione sarà assolutamente trasparente e scandito da tempi contingentati, perché l'obiettivo è di completare l'intero iter in poco più di un anno.
Più in dettaglio, saranno queste le fasi del processo: le università certificheranno gli elenchi dei soggetti da valutare, predisposti dal CINECA sulla base delle banche dati del MIUR; i singoli professori, ricercatori e assistenti caricheranno quindi la propria lista di "prodotti" della ricerca; le università selezioneranno tre "prodotti" per ognuno e li trasmetteranno ai GEV; i Gruppi, composti da 450 studiosi di elevata qualificazione suddivisi all'interno delle 14 aree disciplinari sottoposte alla valutazione, procederanno con la valutazione e successivamente la integreranno con altri indicatori di qualità; dopo aver ricevuto il rapporto conclusivo dei GEV, l'ANVUR predisporrà la relazione finale VQR 2004-2010.
Come sarà articolata questa relazione?
La valutazione finale comprenderà quattro aspetti. Ci sarà una valutazione per aree disciplinari; una per strutture, che riguarderà le singole università e i singoli centri di ricerca; una per dipartimenti, analizzati sia nell'attuale configurazione che in quella che scaturirà dopo le modifiche in atto degli Statuti universitari; una, infine, per attività di trasferimento tecnologico, e quindi per brevetti e spin-off, e per altre attività di impatto sulla società, come la gestione di beni culturali museali e archeologici. La valutazione della terza missione sarà però separata dalla valutazione della qualità della ricerca, perché si tratta di missioni diverse, anche se complementari.
A cosa servirà tutta questa mole di lavoro e di dati?
Innanzitutto, avremo a disposizione un quadro complessivo, affidabile e aggiornato, sulla cui base il Ministero potrà procedere alla distribuzione del Fondo di finanziamento ordinario, con l'obiettivo di essere pronti a partire dal 2013. In secondo luogo, metteremo a disposizione degli atenei uno strumento fondamentale per le loro politiche di programmazione, perché in grado di identificare i settori di punta e le aree di debolezza all'interno di ogni singolo ateneo. Infine, puntiamo a far emergere il potenziale di ricerca del nostro Paese, che viene troppo spesso oscurato da pratiche accademiche, modi di gestione e singoli episodi che rischiano di fornire una immagine riduttiva alla società italiana e al mondo.