Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Da lunedì 2 dicembre torna, completamente rinnovato, il Bancolat del Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) dell’Università di Pisa. Il distributore self-service di latte crudo a disposizione del pubblico che qui, al prezzo di un euro al litro, può "prelevare" un litro di latte di alta qualità. Unica accortezza: avere con sé una bottiglia – preferibilmente in vetro – e una borsa termica, per mantenere il latte alla temperatura ideale durante il trasporto e poi conservarlo in frigorifero tra 0° e 4°C.

“Dopo quattro anni di sosta a causa della pandemia e delle relative restrizioni, il servizio Bancolat riprende adesso con un nuovo distributore automatico, che eleva ulteriormente gli standard igienici e di freschezza del prodotto – spiega il professor Angelo Canale, direttore del Centro “Enrico Avanzi” – Il nostro obiettivo principale è quello di educare il consumatore a operare scelte alimentari più consapevoli, privilegiando le filiere corte e sostenibili, minimizzando così le intermediazioni commerciali e instaurando un rapporto diretto con il produttore”.

Bancolat CiRAA

Per acquistare il latte crudo del Centro “Enrico Avanzi”, è necessario recarsi direttamente in stalla, dove una piccola mandria di vacche da latte di razza Frisona Italiana produce ogni giorno il latte che, attraverso la cooperativa di produttori toscani Granducato, viene in gran parte indirizzato alla centrale del latte di Firenze per la produzione di latte fresco a marchio Mukki. La rimanente parte viene valorizzata destinando il latte a caseifici localizzati nella provincia di Pisa e al distributore self-service, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 18:00, situato in via Eleonora Duse, una traversa del viale D’Annunzio, all’interno della tenuta di Tombolo, sede del Centro.

“Il latte crudo è un prodotto genuino, privo di conservanti e che mantiene inalterate tutte le caratteristiche organolettiche della materia prima - illustra il professor Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa - Dopo la mungitura il latte è refrigerato a una temperatura tra 0° e 4°C e regolarmente analizzato sia in procedura di autocontrollo sia dall’autorità sanitaria regionale per garantirne la salubrità. La presenza di grasso di affioramento durante la conservazione in frigo è normale ed è dovuta al fatto che il latte crudo non ha subito alcun trattamento di omogeneizzazione del grasso”.

Il latte crudo, non avendo subito alcun processo di pastorizzazione, va consumato solo dopo essere stato bollito.

Da lunedì 2 dicembre torna, completamente rinnovato, il Bancolat del Centro di Ricerche Agro-ambientali “Enrico Avanzi” (CiRAA) dell’Università di Pisa. Il distributore self-service di latte crudo a disposizione del pubblico che qui, al prezzo di un euro al litro, può "prelevare" un litro di latte di alta qualità. Unica accortezza: avere con sé una bottiglia – preferibilmente in vetro – e una borsa termica, per mantenere il latte alla temperatura ideale durante il trasporto e poi conservarlo in frigorifero tra 0° e 4°C.

“Dopo quattro anni di sosta a causa della pandemia e delle relative restrizioni, il servizio Bancolat riprende adesso con un nuovo distributore automatico, che eleva ulteriormente gli standard igienici e di freschezza del prodotto – spiega il professor Angelo Canale, direttore del Centro “Enrico Avanzi” – Il nostro obiettivo principale è quello di educare il consumatore a operare scelte alimentari più consapevoli, privilegiando le filiere corte e sostenibili, minimizzando così le intermediazioni commerciali e instaurando un rapporto diretto con il produttore”.

Per acquistare il latte crudo del Centro “Enrico Avanzi”, è necessario recarsi direttamente in stalla, dove una piccola mandria di vacche da latte di razza Frisona Italiana produce ogni giorno il latte che, attraverso la cooperativa di produttori toscani Granducato, viene in gran parte indirizzato alla centrale del latte di Firenze per la produzione di latte fresco a marchio Mukki. La rimanente parte viene valorizzata destinando il latte a caseifici localizzati nella provincia di Pisa e al distributore self-service, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 18:00, situato in via Eleonora Duse, una traversa del viale D’Annunzio, all’interno della tenuta di Tombolo, sede del Centro.

“Il latte crudo è un prodotto genuino, privo di conservanti e che mantiene inalterate tutte le caratteristiche organolettiche della materia prima - illustra il professor Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa - Dopo la mungitura il latte è refrigerato a una temperatura tra 0° e 4°C e regolarmente analizzato sia in procedura di autocontrollo sia dall’autorità sanitaria regionale per garantirne la salubrità. La presenza di grasso di affioramento durante la conservazione in frigo è normale ed è dovuta al fatto che il latte crudo non ha subito alcun trattamento di omogeneizzazione del grasso”.

Il latte crudo, non avendo subito alcun processo di pastorizzazione, va consumato solo dopo essere stato bollito.

Developed by a team of electronic engineers at the Department of Information Engineering (DII) of the University of Pisa, it represents a major step forward in the study of conformable electronics, creating devices that work on surfaces thin enough to be applied anywhere.

The research, a collaboration between the University of Pisa, IIT Milan and EPFL, has been published in the prestigious journal Nano Letters.

“Adapting electronic devices to perfectly conform to curved, irregular surfaces is a difficult goal, but one that can also pave the way for endless applications, in both the industrial and medical sectors,” explains Gianluca Fiori, professor of Electronics at the DII. “The device we have developed is extremely thin, on the order of a few microns, and has a flexible polymer substrate that can adhere perfectly to any type of surface. Many transistors can be integrated in one square centimetre and our next challenge will be to create complex circuits that can be applied, for example, to food to monitor its deterioration throughout the production, transport and sales chain, in order to reduce food waste, or to the body itself to monitor physiological parameters in a non-invasive way”.

The application of flexible, conformable nanodevices to the biomedical field is the cutting-edge research that Gianluca Fiori is pursuing in the SKIN2TRONICS project, recently funded by ERC Synergy Grants, Europe’s most competitive and prestigious research funding programme.

 

IMG_20240906_145428.jpg

 

“The work to create the device,” adds Federico Parenti, PhD student at DII and first author of the paper, “involves a complex process that requires highly advanced machinery, which our team has designed. In particular, we have developed an inkjet printer capable of defining structures with micrometric resolution, overcoming the limitations of the models currently on the market. The electronic device is the result of a combination of standard and more advanced techniques for depositing microelectronic material, such as ink deposition”.

“Transistors produced in this way,” concludes Elisabetta Dimaggio, electronics researcher at DII, “can achieve excellent performance, and can therefore be perfectly integrated into more complex electronic circuits, both digital and analogue. Furthermore, our research has shown that these devices maintain the required performance levels even under repeated bending stress. This resilience is crucial for conformable electronics.
Given the enormous potential for development and application, the research on flexible electrical devices is one of the flagship research areas of our laboratories dedicated to the digital transition of companies and to Industry 5.0, where cutting-edge research for future industrial processes is carried out in different fields in an integrated and interdisciplinary way”.

 

Appuntamento il 28 novembre al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali in occasione del centenario dell’ordinamento dell’Istruzione superiore agraria (1924-2024)

Nozze d’Oro e d’Argento per i laureati e le laureate in Agraria dell’Università di Pisa. I festeggiamenti per i 50 e i 25 anni dalla laurea di coloro che hanno conseguito il titolo nel 1973 e 1974 e nel 1998 e 1999 saranno al Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Ateneo Pisano (Via del Borghetto, 80) il 29 novembre alle 17, al termine delle celebrazioni per il centenario dell’ordinamento dell’Istruzione superiore agraria (1924-2024). La giornata inizierà alle 14,30, sono previsti gli interventi di Amedeo Alpi, vicepresidente Accademia dei Georgofili, Bruno Ronchi, dell’Università della Tuscia e Luigi Casanovi, Presidente Ordine Dottori Agronomi e Dottori Forestali Pisa, Lucca e Massa Carrara.

L'evento è organizzato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, dal Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (Ministero della Giustizia) e dall'Accademia dei Georgofili.

La chirurgia genica ha un nuovo alleato, sono le nanoparticelle d’oro grazie alle quali i principi attivi riescono ad entrare nel nucleo delle cellule e agire sul DNA eliminando le mutazioni dannose. La scoperta arriva dal progetto europeo I-Gene appena giunto a conclusione e premiato dall'European Innovation Council per il suo alto contenuto innovativo. Si tratta di un riconoscimento che la Commissione Europea concede in caso di risultati estremamente rilevanti.

“Siamo un'epoca in cui possiamo editare i genomi e questo significa che se ci sono degli errori, noi tendenzialmente li possiamo correggere, ma per trasformare tutto questo in terapie e applicazioni utili c’è un collo di bottiglia”, spiega la professoressa Vittoria Raffa del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, coordinatrice del progetto.

“I principi attivi che fanno questo editing sono infatti degli enzimi che da soli non riescono a penetrare nelle cellule, – continua Raffa - per risolvere la questione noi abbiamo inventato dei vettori che sono delle nanoparticelle d’oro. Rispetto ai vettori attualmente utilizzati che impiegano virus presentano alcuni vantaggi: non sono tossici, il che consente un loro utilizzo più ampio senza controindicazioni, e si attivano con la luce”

 

team_or.jpg

Il team del progetto, da sinistra a destra: Arnoud Everhardt, Vittoria Raffa, Soultana Konstantidinou, Marta d’amora, Mascha Stroobant, Agnieszka Lindstaedt, Carmen Piazza, Alessandro De Carli, Elena Landi, Chiara Gabellini, Michele Lai, Dariusz Witt, Piotr Barski.

La sperimentazione delle nanoparticelle d’oro è stata fatta in vitro e in vivo su embrioni di zebrafish, i casi studio hanno riguardato il COVID-19 e il melanoma, sfruttando in quest’ultimo caso proprio la fotoattivazione attraverso laser.

A livello tecnico, I-Gene ha dunque proposto un nuovo concetto di ingegneria genetica con una metodologia basata sull'attivazione laser di un nano vettore capace di innescare una rottura o scissione del DNA. La superiorità rispetto alle metodologie attuali risiede anche nell'integrazione delle funzioni temporale, spaziale e di fedeltà: l’editing avviene solo quando il laser è acceso, dove il laser è focalizzato e solo sul bersaglio. Complessivamente, questo consente il controllo dell'editing a singola cellula e fornisce un livello di sicurezza assoluto per lo sviluppo di un editing genomico efficace per applicazioni biotecnologiche e terapeutiche.

Insieme alla professoressa Vittoria Raffa hanno lavorato al progetto per l’Università di Pisa la professoressa Chiara Gabellini del dipartimento di Biologia, il professore Mauro Pistello e il dottore Michele Lai del dipartimento di Medicina Traslazionale, e il professore Francesco Fuso del dipartimento di Fisica.

La conferenza finale di I-GENE si è tenuta all'ExCel di Londra il 19-20 marzo come evento satellite del “Advanced Therapies Congress”, la più grande conferenza ed esposizione europea sulle terapie cellulari e geniche. È stata un'opportunità incredibile e unica per i ricercatori di I-GENE di incontrare leader del settore e decisori politici, condividere intuizioni, creare partnership e tracciare il percorso per il futuro delle terapie avanzate.

Il risultato frutto di I-Gene, un progetto coordinato dall’Università di Pisa che è stato premiato per l’alto contenuto innovativo dall'European Innovation Council

 

La chirurgia genica ha un nuovo alleato, sono le nanoparticelle d’oro grazie alle quali i principi attivi riescono ad entrare nel nucleo delle cellule e agire sul DNA eliminando le mutazioni dannose. La scoperta arriva dal progetto europeo I-Gene appena giunto a conclusione e premiato dall'European Innovation Council per il suo alto contenuto innovativo. Si tratta di un riconoscimento che la Commissione Europea concede in caso di risultati estremamente rilevanti.

“Siamo un'epoca in cui possiamo editare i genomi e questo significa che se ci sono degli errori, noi tendenzialmente li possiamo correggere, ma per trasformare tutto questo in terapie e applicazioni utili c’è un collo di bottiglia”, spiega la professoressa Vittoria Raffa del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, coordinatrice del progetto.

“I principi attivi che fanno questo editing sono infatti degli enzimi che da soli non riescono a penetrare nelle cellule, – continua Raffa - per risolvere la questione noi abbiamo inventato dei vettori che sono delle nanoparticelle d’oro. Rispetto ai vettori attualmente utilizzati che impiegano virus presentano alcuni vantaggi: non sono tossici, il che consente un loro utilizzo più ampio senza controindicazioni, e si attivano con la luce”.

La sperimentazione delle nanoparticelle d’oro è stata fatta in vitro e in vivo su embrioni di zebrafish, i casi studio hanno riguardato il COVID-19 e il melanoma, sfruttando in quest’ultimo caso proprio la fotoattivazione attraverso laser.

A livello tecnico, I-Gene ha dunque proposto un nuovo concetto di ingegneria genetica con una metodologia basata sull'attivazione laser di un nano vettore capace di innescare una rottura o scissione del DNA. La superiorità rispetto alle metodologie attuali risiede anche nell'integrazione delle funzioni temporale, spaziale e di fedeltà: l’editing avviene solo quando il laser è acceso, dove il laser è focalizzato e solo sul bersaglio. Complessivamente, questo consente il controllo dell'editing a singola cellula e fornisce un livello di sicurezza assoluto per lo sviluppo di un editing genomico efficace per applicazioni biotecnologiche e terapeutiche.

Insieme alla professoressa Vittoria Raffa hanno lavorato al progetto per l’Università di Pisa la professoressa Chiara Gabellini del dipartimento di Biologia, il professore Mauro Pistello e il dottore Michele Lai del dipartimento di Medicina Traslazionale, e il professore Francesco Fuso del dipartimento di Fisica.

 

baldinelliArianna Baldinelli, ricercatrice e docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell'Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa, è stata premiata con l’HER Young Scientist Award 2024 nella categoria Hydrogen Usages durante la European Hydrogen Week, uno degli eventi più importanti nel settore dell’idrogeno, tenutosi presso l’Expo di Bruxelles.

Il riconoscimento, assegnato da Hydrogen Europe Research, celebra i giovani scienziati che si distinguono per il loro contributo innovativo nelle tecnologie legate all’idrogeno. Baldinelli si è distinta per i suoi studi sull’utilizzo dell’idrogeno come strumento chiave per l’integrazione settoriale e la transizione energetica.

Nella motivazione del premio si sottolinea come il suo lavoro rappresenti un contributo fondamentale alla creazione di soluzioni energetiche pulite e sostenibili.

L'attività di ricerca di Arianna Baldinelli si colloca nel settore delle macchine e sistemi per l’energia e l’ambiente, con un’attenzione particolare a temi centrali per la transizione energetica. Tra i suoi principali ambiti di interesse ci sono l'idrogeno verde e i combustibili sostenibili (ammoniaca e biocombustibili), le filiere bioenergetiche, l'integrazione delle fonti rinnovabili e l'ottimizzazione di soluzioni per la produzione e l'accumulo di energia. Questi studi mirano a promuovere l'adozione di modelli e tecnologie sostenibili per la decarbonizzazione, l'efficientamento e l'accessibilità all'energia.

La cerimonia di premiazione si è svolta mercoledì 20 novembre presso l’Innovation Forum della European Hydrogen Week, a Bruxelles. L’iniziativa ha premiato cinque giovani scienziati, uno per ciascuna delle quattro aree strategiche individuate dalla Clean Hydrogen Partnership, oltre a un riconoscimento speciale per il Miglior Ricercatore dell’Anno.

Oltre ad Arianna Baldinelli, altri due italiani sono stati premiati: Stefano Barberis dell’Università di Genova per la categoria Cross-Cutting Activities e Paolo Marocco del Politecnico di Torino, nominato Miglior Ricercatore dell’Anno.

Questo riconoscimento sottolinea l’importanza di attrarre giovani talenti nel settore dell’idrogeno e il ruolo centrale della ricerca toscana e italiana nel panorama europeo delle energie rinnovabili.

(Fonte: Ufficio Comunicazione Tour4EU).

La SkyBox Engineering SRL, azienda spin-off dell'Università di Pisa, con sede presso il Dipartimento di Ingegneria civile e industriale, sezione Aerospaziale, ha presentato due applicazioni di velivoli derivanti dai risultati delle ricerche condotte negli anni dal team del professor Aldo Frediani della Università di Pisa, allo stand della Camera di Commercio Italo-Cinese durante il XV Air Show di Zhuhai, in Cina, dal 12 al 17 novembre 2024.

La cerimonia di apertura dello stand, avvenuta alla presenza del Console Generale d’Italia a Canton, Valerio De Parolis, ha visto la presenza dell’ingegner Marco Martini, laureato presso l’Ateneo di Pisa e direttore del business development di SkyBox, al quale si è unito il giorno seguente l’ingegner Emanuele Rizzo, direttore tecnico di SkyBox e dottorato sempre presso il nostro Ateneo.

console_ing_martini.jpg
Il Console Generale di Canton assieme all'Ing. Marco Martini di SkyBox.

Nello stand di SkyBox Engineering, progettato in collaborazione con MBVision di Pontedera, sono stati esposti due modelli statici in scala dei velivoli innovativi classe PrandtlPlane: IDINTOS e Parsifal, risultanti da progetti europei guidati da UniPI e dall’azienda spin-off nel periodo 2011-2020 e ai quali hanno partecipato altri partners Toscani ed Europei.

Il concetto di velivolo innovativo PrandtlPlane è stato il protagonista principale di tutto lo stand italiano suscitando enorme interesse tra i visitatori accorsi, in particolare gli addetti ai lavori ne hanno apprezzato il design e l’aerodinamica innovativa, nonché l’elevato spessore scientifico degli studi condotti.

In particolare, IDINTOS (IDrovolante INnovativo TOScano), progetto finanziato dalla Regione Toscana nel periodo 2011-2013, è un velivolo anfibio che propone un modo più sicuro di volare con velivoli ultraleggeri. Il design delle ali è di tipo “boxwing” che permette un’efficienza aerodinamica massima di 18:1 (valore misurato in test in galleria del vento presso il Politecnico di Milano) che si traduce in minori consumi e con la possibilità di rendere completamente elettrica la propulsione. Inoltre, la configurazione alare mostra uno stallo molto più dolce rispetto ad un velivolo tradizionale che, assieme ad un sistema di comandi innovativo che ne aumenta notevolmente la sicurezza durante manovre a bassa quota, permette al pilota di uscire dallo stallo in modo sicuro. Anche il comfort ne risulta aumentato grazie all’elevato smorzamento aerodinamico delle ali a box.

PARSIFAL (PrandtlPlane ARchitecture for the Sustainable Improvement of Future AirpLanes) è stato un Progetto europeo H2020 che ha dimostrato che è possibile progettare un velivolo da 308 passeggeri con un’apertura alare di 36 m, compatibile con la classe ICAO-C degli aeroporti, con un incremento di carico pagante dell’86%, una diminuzione di emissioni di CO2 del 20% e con un miglioramento dei costi per passeggero per km (CASK) del 10%. Questa classe di velivoli apre un nuovo modello di business per l’aviazione permettendo una maggiore capacità di carico senza impattare sui tempi a terra richiesti dagli operatori aeroportuali. Numerosi gli apprezzamenti e l’interesse sia da parte di istituzioni italiane quali i gruppi di lavoro della Camera di Commercio Italiana in Cina che da esperti, investitori ed imprese cinesi.

SkyBox Engineering ha inoltre ricevuto l’invito a partecipare alla prossima China Helicopter Exposition dal 18 al 21 settembre 2025 fiera di Tianjin, Cina, durante la quale saranno presentate le ultime ricerche sugli eVTOL condotte dall’Azienda Spin-off di UniPI.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa