INVITO STAMPA: 173° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara e consegna dell’emblema araldico dell’Istituto del Nastro Azzurro
Venerdì 28 maggio, con inizio alle ore 11, al Palazzo della Sapienza si terrà la cerimonia di commemorazione del 173° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara, che vide protagonista un battaglione di studenti e docenti dell’Ateneo pisano nella Prima Guerra d’Indipendenza.
In tale ambito, alle ore 12, saranno consegnati all’Università di Pisa l’emblema araldico e la tessera di Socio d’Onore dell’Istituto del Nastro Azzurro, per la medaglia d’oro al Valore militare conferita alla Bandiera del Battaglione Universitario Toscano nel centenario della Battaglia.
Il programma completo della cerimonia è al link: https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/5782-commemorazione-del-173-anniversario-della-battaglia-di-curtatone-e-montanara
La cerimonia potrà essere seguita anche in diretta streaming collegandosi all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=zkePC9MUjlU
Segesta, Sicilia: rinvenuto un edificio monumentale dell’antica agorà e la "firma" del suo finanziatore
Gli scavi archeologici nel Parco Archeologico di Segesta, in provincia di Trapani, hanno portato al rinvenimento di un nuovo edificio monumentale, nei pressi del portico che chiudeva l’antica agorà, con la base di un’antica statua su cui sono incisi il nome e le opere di un personaggio che sostenne finanziariamente e curò opere monumentali di edilizia pubblica.
Dallo scorso 3 maggio l’équipe di archeologi, con studenti specializzandi e dottorandi provenienti da varie università, aveva ripreso le indagini nell’agorà di Segesta con i suoi edifici pubblici. Lo scavo, concluso venerdì scorso, era diretto da Anna Magnetto, professoressa di Storia greca alla Scuola Normale Superiore e direttrice del Laboratorio Saet, e da Maria Cecilia Parra, docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica dell'Università di Pisa, e coordinato sul campo da Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca), sotto la supervisione della Direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio. Carmine Ampolo, Professore Emerito della Scuola Normale, era presente per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici.
«Sono risultati importantissimi, che dimostrano il fondamentale ruolo che ricopriva la munificenza delle grandi famiglie nella storia della Sicilia antica e il rilievo che veniva dato ad esse nei luoghi più strategici», commenta la professoressa Anna Magnetto, «proprio come avviene adesso con i grandi sponsor di restauri e di eventi».
La piazza di Segesta fu costruita su tre terrazze digradanti, dal II secolo a.C., secondo modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo, dall’Asia Minore all’area egea e a quella italica. «Lo scavo» spiega Maria Cecilia Parra, «si è svolto sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico (stoa) monumentale chiudeva l’agorà. Fu costruito realizzando grandi tagli della roccia, come hanno chiarito le possenti opere di sostruzione messe in luce lungo il pendio: un complesso imponente quanto quello sul lato nord riportato alla luce negli anni passati».
Il portico superiore si affacciava sulla piazza, davanti a un edificio monumentale, con una facciata a livello inferiore prospiciente al percorso viario. Qui si apriva un’ampia porta d’accesso, con vani che avevano un’importante funzione pubblica: grazie alle nuove scoperte sappiamo che chi entrava poteva leggere su una base, conservata al suo posto originario, il nome e le opere di un personaggio di spicco a Segesta, uno di quelli che tra II e I sec. a.C. sostennero finanziariamente e curarono monumentali opere di edilizia pubblica: Diodoro, figlio di Tittelo.
«Era la base» come riconosce il prof. Ampolo, «ben conservata e leggibile, di una delle statue fatte innalzare da questo personaggio, già noto per aver eretto la statua della sorella, sacerdotessa di Afrodite Uranìa, rinvenuta presso il tempio dorico nel XVII secolo. Un’altra iscrizione greca, scoperta presso la porta, arricchisce così il quadro delle testimonianze di evergetismo, di munificenza per la comunità, della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua (ora a Palermo) nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore. Diodoro fa porre qui la statua di suo padre Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva a sua volta finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Tutte queste testimonianze mostrano chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica».
«I risultati raggiunti quest’anno» conclude Magnetto «possono dirsi straordinari. Un tassello del tutto nuovo si è aggiunto alla nostra conoscenza dell’antica città, mostrando un complesso archeologico inedito, che la nuova iscrizione consentirà di interpretare. Vorrei aggiungere che tutto questo non sarebbe stato possibile senza il sostegno della Scuola Normale e la lungimiranza del suo direttore, Luigi Ambrosio, che ha creato le condizioni perché potessimo proseguire le nostre ricerche in sicurezza a tranquillità anche in un momento così complesso. Siamo particolarmente lieti di poter ripagare la sua fiducia con questi importanti risultati».
(Fonte Ufficio stampa Scuola Normale).
Borsa di Studio presso il DESTEC sul tema “Analisi grafica e ricostruzione virtuale tridimensionale delle opere di Mario Chiattone ”
Premiate le 14 migliori tesi di dottorato dell’Università di Pisa
Dopo una selezione a cui hanno partecipato in totale 68 candidati, sono stati assegnati i 14 premi per le migliori tesi di dottorato di ricerca discusse nel 2020 all’Università di Pisa. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa rappresenta un importante momento per il riconoscimento del lavoro di tesi svolto dai dottori di ricerca, quale contributo allo sviluppo e alla valorizzazione della ricerca dell’Ateneo pisano. I premi, suddivisi tra i vari settori disciplinari, sono stati conferiti ai seguenti vincitori.
Per il settore Scienze matematiche, informatiche, fisiche e Scienze della Terra sono stati premiati Stefano Forti (29 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Informatica, per la tesi “Deployment and Management of Fog Applications” (relatore prof. Antonio Brogi), e Daniela Mauro (31 anni, di Messina), dottore di ricerca in Scienze della terra, per la tesi “Crystal-chemistry of the secondary minerals of thallium-rich pyrite ores from Apuan Alps (Tuscany, Italy”), (relatori prof. Cristian Biagioni e prof. Marco Pasero).
Per il settore Scienze chimiche, Scienze biologiche, Scienze agrarie e Scienze del farmaco sono stati premiati Luca Quattrini (31 anni, di Monterchi), dottore di ricerca in Scienza del farmaco e delle sostanze bioattive, per la tesi “Targeted Therapy to Fight Cancer: Design, Synthesis, and Functional Evaluation of Novel Small Molecules” (relatrice professoressa Concettina La Motta), e Gabriele Usai (32 anni, di Forte dei Marmi), dottore di Ricerca in Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, per la tesi “Structural genomics for plant breeding: the fig (Ficus carica L.), an ancient crop with promising perspectives” (relatrici prof.ssa Lucia Natali e dott.ssa Flavia Mascagni).
Per il settore Scienze mediche e Scienze veterinarie sono stati premiati Virginia Cappagli (37 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Scienze cliniche e traslazionali, per la tesi “Calcitonin Receptor Expression in Follicular Cells-derived Thyroid Tumors and in Medullary Tumors: Clinical Implications” (relatrice prof.ssa Rossella Elisei), e Nicola Montemurro (37 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Scienze cliniche e traslazionale, per la tesi “Molecular Pattern Characterization and Clinical Outcome of Recurrent Glioblastoma Multiforme” (relatore prof. Paolo Perrini).
Per il settore Ingegneria civile e architettura, Ingegneria industriale e dell'informazione sono stati premiati Li Bai (30 anni, originaria della Cina), dottore di ricerca in Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni” per la tesi “Energy Exchange in a Network of Microgrids” (relatori prof. Marco Raugi, prof. Emanuele Crisostomi e prof. Mauro Tucci), Vincenzo Catrambone (30 anni di Lamezia Terme), dottore di ricerca in Ingegneria dell’informazione, per la tesi “Advances in signal processing methods to investigate functional brain-heart interplay” (relatore prof. Gaetano Valenza), Gabriele Ciarpi (30 anni, di Orbetello), dottore di ricerca in Ingegneria dell’informazione, per la tesi “Design and experimental verification of ic techniques for harsh environments: automotive, aerospace and hep case studies” (relatore prof. Sergio Saponara).
Per il settore Scienze dell'Antichità, filologico-letterarie, storico-artistiche, storiche, filosofiche, pedagogiche, psicologiche sono stati premiati Giulia Biasci (33 anni, di Massa), dottore di ricerca in Filologia, Letteratura e Linguistica, per la tesi “Le discours de la maladie chez Diderot et dans les traités médicaux du dix-huitième siècle” (relatori prof. Gianni Iotti e prof. Jean Paul Sermain), Francesco Cannizzaro (29 anni, di Palermo), dottore di ricerca in Scienze dell'Antichità e Archeologia, per la tesi “Sulle orme dell’Iliade: Imitazione omerica e strategie emulativi in Argonautiche, Tebaide e Punica” (relatori prof. Mario Labate e prof.ssa Lisa Piazzi); Leonardo Canova (32 anni, di Viareggio), dottore di ricerca in Studi italianistici, per la tesi “Il “Bestiario” onomasiologico della Commedia di Dante” (relatore prof. Fabrizio Franceschini).
Per il settore Scienze giuridiche, economiche e statistiche, Scienze politiche e sociali sono stati premiati Emilia Lacroce (33 anni, di Catanzaro), dottore di ricerca in Scienze politiche, per la tesi “Il Mondo di mezzo e la sua rappresentazione: circolarità del processo interpretativo e dispute di frames” (relatore prof. Francesco Mele), Elisa Stracqualursi (28 anni, di Montevarchi), dottore di ricerca in Scienze giuridiche, per la tesi “L’affidamento del privato nei confronti della Pubblica Amministrazione” (relatrice prof.ssa Elena Bargelli).
Cerimonia di premiazione del concorso CIRSEC sul tema dei cambiamenti climatici
Mercoledì 26 maggio 2021 si è svolta, a distanza, la cerimonia di premiazione del concorso CIRSEC (Centro Interdipartimentale per lo Studio degli Effetti dei Cambiamenti Climatici), sul tema dei cambiamenti climatici rivolto agli allievi delle scuole secondarie superiori. Il concorso era articolato in due sezioni, grafica e narrativa, e ha visto la partecipazione di 31 scuole e 58 studenti. In palio per i vincitori sei immatricolazioni gratuite all’Università di Pisa per l’anno accademico 2021-2022.
Sono intervenuti il professore Marco Raugi, Delegato del Rettore dell’Università di Pisa per i temi della Sostenibilità e il professore Marcello Mele, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali. Trentuno le scuole (situate in nove province) che hanno aderito e ben 58 gli studenti concorrenti. In palio sei immatricolazioni gratuite all’Università di Pisa per il prossimo anno accademico. Nel corso della cerimonia i vincitori hanno descritto il significato e le caratteristiche delle loro opere e discusso, insieme ai loro insegnanti sulle tematiche ambientali di attualità. L’opera risultata al primo posto per la sezione grafica: Paint your future (foto), di Alessia Palmas, Liceo Scientifico Michelangelo, Forte dei Marmi (LU).
Un Orto al mese: il gruppo “Orti botanici e giardini storici” della Società Botanica Italiana racconta sui social gli orti botanici italiani
Il gruppo “Orti botanici e giardini storici” della Società Botanica Italiana, attivo dal 1969 e impegnato nel coordinamento di queste istituzioni a livello nazionale, apre il dialogo con il pubblico attraverso due nuovi canali social e presenta l’iniziativa “Un Orto al mese”.
Dal 27 maggio il canale YouTube e la pagina Facebook del gruppo “Orti botanici e giardini storici” racconteranno un orto botanico al mese, cominciando dall’Orto botanico di Pisa. Si proseguirà poi con gli orti botanici di Padova, Bergamo, Chanousia, Hanbury e Cagliari, per concludere la prima parte dell’iniziativa nel mese di novembre, con l’Arboreto di Arco.
“Quest’anno abbiamo scelto di aprirci al pubblico più giovane e a nuove forme di comunicazione con l’attivazione di due nuovi canali social e con la progettazione di un’iniziativa in cui il patrimonio dei nostri orti botanici possa essere raccontato anche a un pubblico non specialista. Un racconto affidato alle voci di chi realmente, ogni giorno, con ruoli diversi e diverse professionalità lavora negli orti botanici e degli orti si prende cura” dichiara il professore dell'Università di Pisa Gianni Bedini, coordinatore del gruppo.
“Le numerose collezioni di piante custodite negli orti botanici italiani offrono una straordinaria panoramica sugli organismi fotosintetici e sul loro insostituibile ruolo nel rendere possibile e piacevole la vita sulla Terra. Negli orti botanici si è appresa la vita segreta delle piante, con i loro vizi e le loro virtù. Crediamo che la nostra esperienza e le nostre conoscenze possano portare un contributo alla soluzione dei problemi ambientali del pianeta, rispetto ai quali si è sviluppata una forte sensibilità nel pubblico, soprattutto nelle nuove generazioni.”
Gli appuntamenti dell’iniziativa saranno visibili in diretta streaming, senza necessità di prenotazione, secondo il seguente calendario:
27 maggio - Orto botanico di Pisa
24 giugno - Orto botanico di Padova
29 luglio - Orto botanico di Bergamo
26 agosto - Orto botanico alpino di Chanousia
30 settembre - Giardini botanici Hanbury
28 ottobre - Orto botanico di Cagliari
25 novembre - Arboreto di Arco
Per seguire gli incontri:
Pagina Facebook – Orti Botanici Italiani
Canale YouTube – Orti Botanici Italiani
GLI ORTI BOTANICI PROTAGONISTI
Orto botanico di Pisa
Fondato nel 1543 dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini (1490-1556) si tratta del primo orto botanico universitario del mondo.
Costruito originariamente sulle rive del fiume Arno, fu trasferito nell’attuale sede nel 1591 e poi ampliato progressivamente fino all’attuale estensione di circa due ettari. Ospita piante dei cinque continenti: le succulente dei deserti africani e americani; le piante aromatiche della macchia mediterranea; le specie delle paludi toscane; numerosi alberi secolari e tante altre.
Orto botanico di Padova
L’Orto botanico dell’Università di Padova, fondato nel 1545, è il più antico orto botanico universitario al mondo ad aver conservato la propria sede e il proprio assetto originari. Da sempre luogo di ricerca, cultura e didattica, dal 1997 è Patrimonio Mondiale Unesco.
Nel 2014 è stato ampliato con l’inaugurazione del Giardino della biodiversità: cinque grandi serre e un percorso espositivo dedicato ai rapporti tra piante, uomo e ambiente. Oggi conta più di 3500 specie: da non perdere sono la “Palma di Goethe”, la pianta più antica dell’Orto (1585), lo splendido platano orientale (1680) e il ginkgo (1750) da cui prende il nome uno dei “quarti” in cui è diviso l’Orto antico. Attivo sul fronte della ricerca, della divulgazione, della cultura e della didattica, nel 2019 l’Orto botanico di Padova ha registrato 180.000 visitatori da tutto il mondo.
Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”
L’Orto Botanico è un’entità museale scientifica, culturale, educativa del Comune di Bergamo. La sezione storica di Città Alta (1972), è organizzata in aiuole tematiche in larga misura dedicate alla flora autoctona, ma rappresentative anche della flora italiana e di altri continenti. Da maggio 2015 l'Orto Botanico si è arricchito di una nuova sezione ad Astino, la Valle della Biodiversità, dedicata alle piante alimentari, con oltre 1.200 varietà dall'Italia e dal mondo.
“L’Orto Botanico di Bergamo è un'interfaccia tra Regno delle Piante e Uomo che educa e conserva allo scopo di armonizzarne il rapporto.” Questa mission lo identifica come luogo di incontro e di dialogo, come spazio di relazione e di trasmissione dei saperi, al servizio della società e aperto al pubblico. Le attività prioritarie sono l'esposizione, la conservazione, l'incremento e lo studio del patrimonio botanico, l'educazione, l'interpretazione e la diffusione della conoscenza attraverso modalità innovative ed efficaci, il coinvolgimento costante e lo sviluppo di attività per la partecipazione attiva di pubblici diversi. Negli ultimi anni è stata potenziata la funzione di museo di relazione: l'Orto Botanico si rivolge a nuovi pubblici e promuove la coesione e l'inclusione sociale.
Orto botanico di Chanousia
La Chanousia, un museo vivente a 2170 m di altitudine, è uno dei giardini botanici alpini più antichi d’Europa.
Fondato nel 1897, fu ideato dall’abate Pierre Chanoux già molti anni prima per proteggere “i gioielli della flora alpina”.
Il giardino si sviluppa su un ettaro di terreno, e ha come fine quello di raccogliere, preservare e far conoscere tutte le specie presenti nell’arco alpino, oltre a un buon numero di piante provenienti da altre catene montuose come Himalaya, Caucaso, Pirenei, ecc.
Tra le 1000 specie presenti si possono osservare numerose piante officinali (Genepi, Arnica, Genziana, Achillea, Rabarbaro, Timo, Assenzio, ecc.), piante carnivore (Pinguicola) e specie rarissime come l’Erba storna di Thomas presente nel mondo solamente in Italia (Valle d’Aosta, Val di Susa) e in Algeria.
Qui si possono ammirare fiori meravigliosi come la Stella alpina, il Giglio martagone, la Regina delle Alpi, ma anche i resti del giardino storico ottocentesco e un piccolo museo che documenta la storia e la vita di Chanousia.
Orto botanico Giardini Hanbury
I Giardini Botanici Hanbury sono stati creati da Sir Thomas Hanbury nel 1867 a Ventimiglia (La Mortola), per acclimatare piante provenienti da diversi paesi a clima subtropicale e temperato caldo. Grazie alla collaborazione con una rete internazionale di scienziati - botanici, agronomi e paesaggisti - è stato creato un grandioso attrattore culturale che non ha eguali in Europa dal punto di vista sia botanico, con oltre 4000 specie ornamentali, officinali e da frutto, sia paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra elementi architettonici e naturali.
Orto Botanico di Cagliari
L'Orto Botanico dell'Università degli Studi di Cagliari, il cui acronimo è HBK (Hortus Botanicus Karalitanus), fu fondato nel 1866 da Patrizio Gennari. Unico Orto Botanico della Sardegna, nasce come arboreto per l'acclimatazione delle specie tropicali, ma si caratterizza oggi anche per la presenza di una consistente componente floristica mediterranea.
L'Orto è ubicato nel cuore della città di Cagliari, si estende per poco più di 5 ettari lungo la Valle di Palabanda, tra la Villa di Tigellio a valle e l'Anfiteatro Romano a monte. E’ un museo a cielo aperto, esempio di connessione di bene culturale storico-archeologico, naturalistico e scientifico. Oltre alle numerose collezioni ospita anche vestigia archeologiche di diverse epoche quali il pozzo a noria, la vasca trifoglio, la grotta Gennari, la Cava romana e tre suggestive cisterne romane a forma di bottiglia. All’interno dell'Orto Botanico si trovano la Banca del Germoplasma della Sardegna (BG-SAR), il Centro di Conservazione della Biodiversità (CCB) e il Museo Botanico Karalitano (MBK).
Arboreto di Arco
L’Arboreto di Arco è situato al margine settentrionale del Lago di Garda e ricomprende parte del preesistente parco della villa dell’arciduca Alberto d’Asburgo, creato attorno al 1870 quando l’Alto Garda era la riviera dell’Impero austroungarico e una rinomata località per il turismo invernale (Winterkurort). Il parco si caratterizza come giardino d’inverno, con oltre 200 specie di alberi e arbusti sempreverdi prevalentemente originari del continente Americano, del Mediterraneo e del sud-est asiatico. Tra gli altri spiccano una sequoia sempreverde di 50 m di altezza, un maestoso avocado, molti cipressi e conifere americane, agrumi e altri alberi insoliti e vetusti.
Premiate le 14 migliori tesi di dottorato dell’Università di Pisa
Dopo una selezione a cui hanno partecipato in totale 68 candidati, sono stati assegnati i 14 premi per le migliori tesi di dottorato di ricerca discusse nel 2020 all’Università di Pisa. Giunta alla sua terza edizione, l’iniziativa rappresenta un importante momento per il riconoscimento del lavoro di tesi svolto dai dottori di ricerca, quale contributo allo sviluppo e alla valorizzazione della ricerca dell’Ateneo pisano. I premi, suddivisi tra i vari settori disciplinari, sono stati conferiti ai seguenti vincitori.
Per il settore Scienze matematiche, informatiche, fisiche e Scienze della Terra sono stati premiati Stefano Forti (29 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Informatica, per la tesi “Deployment and Management of Fog Applications” (relatore prof. Antonio Brogi), e Daniela Mauro (31 anni, di Messina), dottore di ricerca in Scienze della terra, per la tesi “Crystal-chemistry of the secondary minerals of thallium-rich pyrite ores from Apuan Alps (Tuscany, Italy”), (relatori prof. Cristian Biagioni e prof. Marco Pasero).
Per il settore Scienze chimiche, Scienze biologiche, Scienze agrarie e Scienze del farmaco sono stati premiati Luca Quattrini (31 anni, di Monterchi), dottore di ricerca in Scienza del farmaco e delle sostanze bioattive, per la tesi “Targeted Therapy to Fight Cancer: Design, Synthesis, and Functional Evaluation of Novel Small Molecules” (relatrice professoressa Concettina La Motta), e Gabriele Usai (32 anni, di Forte dei Marmi), dottore di Ricerca in Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali, per la tesi “Structural genomics for plant breeding: the fig (Ficus carica L.), an ancient crop with promising perspectives” (relatrici prof.ssa Lucia Natali e dott.ssa Flavia Mascagni).
Per il settore Scienze mediche e Scienze veterinarie sono stati premiati Virginia Cappagli (37 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Scienze cliniche e traslazionali, per la tesi “Calcitonin Receptor Expression in Follicular Cells-derived Thyroid Tumors and in Medullary Tumors: Clinical Implications” (relatrice prof.ssa Rossella Elisei), e Nicola Montemurro (37 anni, di Pisa), dottore di ricerca in Scienze cliniche e traslazionale, per la tesi “Molecular Pattern Characterization and Clinical Outcome of Recurrent Glioblastoma Multiforme” (relatore prof. Paolo Perrini).
Per il settore Ingegneria civile e architettura, Ingegneria industriale e dell'informazione sono stati premiati Li Bai (30 anni, originaria della Cina), dottore di ricerca in Ingegneria dell'energia, dei sistemi, del territorio e delle costruzioni” per la tesi “Energy Exchange in a Network of Microgrids” (relatori prof. Marco Raugi, prof. Emanuele Crisostomi e prof. Mauro Tucci), Vincenzo Catrambone (30 anni di Lamezia Terme), dottore di ricerca in Ingegneria dell’informazione, per la tesi “Advances in signal processing methods to investigate functional brain-heart interplay” (relatore prof. Gaetano Valenza), Gabriele Ciarpi (30 anni, di Orbetello), dottore di ricerca in Ingegneria dell’informazione, per la tesi “Design and experimental verification of ic techniques for harsh environments: automotive, aerospace and hep case studies” (relatore prof. Sergio Saponara).
Per il settore Scienze dell'Antichità, filologico-letterarie, storico-artistiche, storiche, filosofiche, pedagogiche, psicologiche sono stati premiati Giulia Biasci (33 anni, di Massa), dottore di ricerca in Filologia, Letteratura e Linguistica, per la tesi “Le discours de la maladie chez Diderot et dans les traités médicaux du dix-huitième siècle” (relatori prof. Gianni Iotti e prof. Jean Paul Sermain), Francesco Cannizzaro (29 anni, di Palermo), dottore di ricerca in Scienze dell'Antichità e Archeologia, per la tesi “Sulle orme dell’Iliade: Imitazione omerica e strategie emulativi in Argonautiche, Tebaide e Punica” (relatori prof. Mario Labate e prof.ssa Lisa Piazzi); Leonardo Canova (32 anni, di Viareggio), dottore di ricerca in Studi italianistici, per la tesi “Il “Bestiario” onomasiologico della Commedia di Dante” (relatore prof. Fabrizio Franceschini).
Per il settore Scienze giuridiche, economiche e statistiche, Scienze politiche e sociali sono stati premiati Emilia Lacroce (33 anni, di Catanzaro), dottore di ricerca in Scienze politiche, per la tesi “Il Mondo di mezzo e la sua rappresentazione: circolarità del processo interpretativo e dispute di frames” (relatore prof. Francesco Mele), Elisa Stracqualursi (28 anni, di Montevarchi), dottore di ricerca in Scienze giuridiche, per la tesi “L’affidamento del privato nei confronti della Pubblica Amministrazione” (relatrice prof.ssa Elena Bargelli).