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Tramite gli assistenti digitali personalizzati basati sull’Intelligenza Artificiale, gli utenti interagiscono con i motori di ricerca utilizzando sempre più spesso query di ricerca conversazionali, anziché digitare le domande sulla tastiera. Interagire in modo verbale con l’Intelligenza Artificiale consente di formulare domande più mirate, specifiche e pertinenti a livello personale. In questo modo, l’utente mira ad ottenere in modo più rapido ciò di cui ha bisogno nello specifico, intrattenendo una vera e propria conversazione con il sistema di ricerca online. Ma come conversa una Intelligenza Artificiale? Come fa a restringere le risposte all’area di interesse specifica dell’utente? Questa è la questione su cui al momento la scienza e l’ingegneria dell’informazione si stanno concentrando.

Da uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con Università di Padova e CNR arriva un metodo per valutare e prevedere l’efficacia di sistemi di Intelligenza Artificiale, come gli assistenti vocali, nel portare avanti una conversazione che soddisfi le aspettative dell’utente.

“Il punto di partenza - spiega Nicola Tonellotto, docente di ingegneria informatica all’Università di Pisa - è l’esigenza che gli agenti conversazioni siano a un tempo efficaci, e cioè che diano risposte corrette, e in grado di mantenere l’interesse dell’utente durante la conversazione. Il nostro meccanismo riesce a dare al sistema un feedback immediato sull’andamento della conversazione, per esempio vedendo se il range di risposte cade al di fuori dell’area di interesse di chi sta facendo la domanda. Lo facciamo andando ad analizzare le proprietà matematiche e le relazioni tra i modelli di domande e risposte”.

Il lavoro è stato premiato con l’ACM SIGIR 2023 Best Paper Award Honorable Mention alla conferenza SIGIR (Conference on Research and Development in Information Retrieval), che riunisce annualmente i maggiori esperti sia accademici che industriali di reperimento delle informazioni, la scienza alla base dei motori di ricerca.

“Il lavoro sull’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale è parte delle attività del FoReLab, il laboratorio del Dipartimento che conduce ricerca all’avanguardia sulle tecnologie per il nuovo paradigma di società e industria 5.0. - prosegue Tonellotto - La ricerca su una sempre maggiore personalizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale sui singoli utenti è destinata infatti ad avere un grande impatto anche nella nuova industria, per esempio nel campo della progettazione, generando dimostratori a partire da descrizioni testuali, per il supporto clienti tramite risponditori automatici con personalizzazione basate su social media, per interfacce uomo-macchina di ultima generazione, in grado di semplificare processi di controllo e ispezione, per ottimizzare la catena di gestione e produzione, e in diversi altri campi della società, come la medicina personalizzata, dove si possono progettare interfacce personalizzate che si adattano automaticamente ai pazienti”.

 

 

Tramite gli assistenti digitali personalizzati basati sull’Intelligenza Artificiale, gli utenti interagiscono con i motori di ricerca utilizzando sempre più spesso query di ricerca conversazionali, anziché digitare le domande sulla tastiera. Interagire in modo verbale con l’Intelligenza Artificiale consente di formulare domande più mirate, specifiche e pertinenti a livello personale. In questo modo, l’utente mira ad ottenere in modo più rapido ciò di cui ha bisogno nello specifico, intrattenendo una vera e propria conversazione con il sistema di ricerca online. Ma come conversa una Intelligenza Artificiale? Come fa a restringere le risposte all’area di interesse specifica dell’utente? Questa è la questione su cui al momento la scienza e l’ingegneria dell’informazione si stanno concentrando.

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Da uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con Università di Padova e CNR arriva un metodo per valutare e prevedere l’efficacia di sistemi di Intelligenza Artificiale, come gli assistenti vocali, nel portare avanti una conversazione che soddisfi le aspettative dell’utente.

“Il punto di partenza - spiega Nicola Tonellotto, docente di ingegneria informatica all’Università di Pisa - è l’esigenza che gli agenti conversazioni siano a un tempo efficaci, e cioè che diano risposte corrette, e in grado di mantenere l’interesse dell’utente durante la conversazione. Il nostro meccanismo riesce a dare al sistema un feedback immediato sull’andamento della conversazione, per esempio vedendo se il range di risposte cade al di fuori dell’area di interesse di chi sta facendo la domanda. Lo facciamo andando ad analizzare le proprietà matematiche e le relazioni tra i modelli di domande e risposte”.

Il lavoro è stato premiato con l’ACM SIGIR 2023 Best Paper Award Honorable Mention alla conferenza SIGIR (Conference on Research and Development in Information Retrieval), che riunisce annualmente i maggiori esperti sia accademici che industriali di reperimento delle informazioni, la scienza alla base dei motori di ricerca.

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“Il lavoro sull’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale è parte delle attività del FoReLab, il laboratorio del Dipartimento che conduce ricerca all’avanguardia sulle tecnologie per il nuovo paradigma di società e industria 5.0. - prosegue Tonellotto - La ricerca su una sempre maggiore personalizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale sui singoli utenti è destinata infatti ad avere un grande impatto anche nella nuova industria, per esempio nel campo della progettazione, generando dimostratori a partire da descrizioni testuali, per il supporto clienti tramite risponditori automatici con personalizzazione basate su social media, per interfacce uomo-macchina di ultima generazione, in grado di semplificare processi di controllo e ispezione, per ottimizzare la catena di gestione e produzione, e in diversi altri campi della società, come la medicina personalizzata, dove si possono progettare interfacce personalizzate che si adattano automaticamente ai pazienti”.

 

L’Università di Pisa ha stanziato 120mila euro come contributo per favorire la ripresa dell’attività di ricerca dopo la pausa obbligatoria per la maternità.

La misura, che ha pochissimi eguali nel panorama accademico italiano, è stata approvata dal Senato accademico il 9 febbraio. I 120mila euro, da suddividere in quote individuali di 10.000,00 euro, sono per il 2024 e potranno essere integrati anche da altri fondi.

Il sostegno è destinato a professoresse e professori e a ricercatrici e ricercatori a tempo determinato che nel 2024 rientreranno in servizio dal congedo obbligatorio di maternità o paternità alternativa. I contributi sono previsti anche in caso di adozione o affidamento di minori.

“Si tratta di un modo concreto per aiutare professoresse e ricercatrici dell’Ateneo al momento della ripresa della propria attività di ricerca a seguito del periodo di congedo obbligatorio di maternità e ci fa molto piacere dare il via a questa iniziativa a pochi giorni dalla Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza dell’11 febbraio – racconta la professoressa Benedetta Mennucci (foto), prorettrice Unipi per la promozione della ricerca – Sono pochissimi gli atenei che hanno adottato politiche simili e quindi speriamo che la nostra azione possa fare da traino per altri atenei”.

“L’Ateneo è impegnato in campagne di riduzione del gender gap e questo provvedimento si inserisce in questo contesto – dice la professoressa Renata Pepicelli, delegata Unipi per le pari opportunità – la situazione nel nostro Ateneo sul fronte del rapporto genere/carriera, seppur migliorata sensibilmente negli ultimi anni, vede il persistere di un problema, in particolere nell'ambito delle materie Stem e nelle posizioni apicali dove si riscontra un disequilibrio di genere. Anche con questa misura vogliamo quindi imprimere un’accelerazione significativa a quel percorso di cambiamento culturale che stiamo portando avanti, in modo da raggiungere un reale equilibrio di genere all'interno della nostra comunità”.

“Credo che siano importanti le misure che vadano nella direzione di livellare il campo da gioco e ridurre gli svantaggi oggettivi - conclude il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone - questa iniziativa è un piccolo passo nella giusta direzione e un segnale di attenzione al problema da parte dell’Università”.

benedetta_mennucci.jpgL’Università di Pisa ha stanziato 120mila euro come contributo per favorire la ripresa dell’attività di ricerca dopo la pausa obbligatoria per la maternità.

La misura, che ha pochissimi eguali nel panorama accademico italiano, è stata approvata dal Senato accademico il 9 febbraio. I 120mila euro, da suddividere in quote individuali di 10.000,00 euro, sono per il 2024 e potranno essere integrati anche da altri fondi.

Il sostegno è destinato a professoresse e professori e a ricercatrici e ricercatori a tempo determinato che nel 2024 rientreranno in servizio dal congedo obbligatorio di maternità o paternità alternativa. I contributi sono previsti anche in caso di adozione o affidamento di minori.

“Si tratta di un modo concreto per aiutare professoresse e ricercatrici dell’Ateneo al momento della ripresa della propria attività di ricerca a seguito del periodo di congedo obbligatorio di maternità e ci fa molto piacere dare il via a questa iniziativa a pochi giorni dalla Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza dell’11 febbraio – racconta la professoressa Benedetta Mennucci (foto), prorettrice Unipi per la promozione della ricerca – Sono pochissimi gli atenei che hanno adottato politiche simili e quindi speriamo che la nostra azione possa fare da traino per altri atenei”.

“L’Ateneo è impegnato in campagne di riduzione del gender gap e questo provvedimento si inserisce in questo contesto – dice la professoressa Renata Pepicelli, delegata Unipi per le pari opportunità – la situazione nel nostro Ateneo sul fronte del rapporto genere/carriera, seppur migliorata sensibilmente negli ultimi anni, vede il persistere di un problema, in particolere nell'ambito delle materie Stem e nelle posizioni apicali dove si riscontra un disequilibrio di genere. Anche con questa misura vogliamo quindi imprimere un’accelerazione significativa a quel percorso di cambiamento culturale che stiamo portando avanti, in modo da raggiungere un reale equilibrio di genere all'interno della nostra comunità”.

“Credo che siano importanti le misure che vadano nella direzione di livellare il campo da gioco e ridurre gli svantaggi oggettivi - conclude il prorettore vicario Giuseppe Iannaccone - questa iniziativa è un piccolo passo nella giusta direzione e un segnale di attenzione al problema da parte dell’Università”.

C’è ancora tempo fino al 19 febbraio per candidarsi a partecipare alle Circle U.lympics, l’iniziativa promossa da Circle U. dedicata alle Olimpiadi e ai valori dello sport aperta agli studenti provenienti dalle 9 università europee che fanno parte dell’Alleanza. La partecipazione ai webinar è completamente gratuita per gli studenti delle università di Circle U. Inoltre, per l'evento in presenza a Parigi, l’Università di Pisa finanzierà la partecipazione di 2 studenti con un contributo dedicato.

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Il programma è infatti diviso in due fasi: la prima offre una serie di webinar online fino ad aprile 2024 in cui si discuteranno temi della scienza dello sport e dell'olimpismo, con l'obiettivo di arricchire la cultura olimpica dei partecipanti.

La seconda è una conferenza di 5 giorni a Parigi, la città ospitante dei Giochi Olimpici del 2024, che si terrà dal 22 al 26 aprile presso il Dipartimento di Scienze dello Sport (STAPS) dell'Université Paris Cité. Il programma include workshop, conferenze, dibattiti, visite e sfide sportive per gli studenti, oltre a proiezioni cinematografiche. L'evento riunirà studenti provenienti da tutta l'alleanza Circle U. e dall'Université Paris Cité.

Tutte le informazioni per iscriversi alle Circle U.lympics, nate da un progetto delle università di Paris Cité, Aarhus e King’s College London, sono disponibili a questo link.

Il programma dei prossimi webinar:

15 February
Participation and performance perspectives
Professor Verner Møller, Aarhus University: Should Russian and Belarusian athletes be excluded from the Paris Olympics?

13 March
What does it take to compete in the Olympic Games?
Professor Louise Deldicque, UC Louvain: The importance of nutrition to win medals
Professor Milena Vukmirovic, University of Belgrade: Olympic Synergy: Paris 2024 and the Intersection of Active Living, Public Spaces, and Sustainability

10 April
Panel Discussion
Professor Géraldine Zeimers, UC Louvain: Sustainability, Gender or Governance
Former or current students taking part in the Olympics will share their experience (speaker panel to be confirmed).

Venerdì, 09 Febbraio 2024 09:30

M’illumino di meno (anche in acqua)

Gestire l’impatto dell’inquinamento luminoso e acustico di laghi, fiumi e mari e difendere la biodiversità dei sistemi acquatici. Sono questi gli obiettivi del nuovo progetto AquaPLAN che ha preso il via nel 2024 con un finanziamento europeo di circa 2,6 milioni di euro. Per quattro anni sino al 2027, l’Università di Pisa coordinerà un partenariato internazionale con lo scopo di studiare gli impatti e suggerire soluzioni per mitigare questi tipi di inquinamento.

“Negli ultimi decenni sappiamo di più sugli impatti dell’inquinamento luminoso e acustico (Light and Noise Pollution - LNP) sulla biodiversità acquatica – spiega Elena Maggi docente di Ecologia al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e coordinatrice del progetto - Tuttavia, non conosciamo ancora bene gli effetti combinati di questi fenomeni su larga scala e per lunghi periodi di tempo; grazie ad AquaPLAN vogliamo colmare questa lacuna”.

Il campo di azione di AquaPLAN è molto ampio, dal Mare del Nord al Mediterraneo, fino al Mar Rosso. Saranno studiate, ad esempio, le coste rocciose del Devon e della Cornovaglia nel sud-ovest del Regno Unito, zone caratterizzate da livelli contrastanti di inquinamento luminoso e acustico. Per determinare l’impatto a lungo termine sulle macroalghe e sulle piante acquatiche (come la Posidonia oceanica) saranno monitorati due habitat costieri lungo le coste toscane e liguri. Ancora più a sud, i livelli di inquinamento acustico e luminoso saranno valutati in città costiere come Eilat (Israele) e Aqaba (Giordania), caratterizzate da una popolazione di decine di migliaia di persone e da complessi industriali lungo i litorali, porti commerciali, militari e turistici per navi da diporto. Fiumi ed estuari saranno invece al centro delle indagini nei Paesi Bassi, dove si analizzerà in particolare il passaggio dei pesci migratori in riferimento a punti critici quali chiuse o sbarramenti. Non ultimi i laghi in Germania, dove verranno utilizzati sistemi video ad alta risoluzione combinati con strumenti di riconoscimento delle immagini ad alto rendimento attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale, per monitorare i movimenti dello zooplancton.

L’avvio ufficiale di AquaPLAN (Aquatic Pollution from Light and Anthropogenic Noise: Management of Impacts on Biodiversity) è avvenuto il 24 e 25 gennaio all’Università di Pisa. Il progetto sarà sviluppato da un consorzio composto da 13 partner provenienti da cinque Stati membri dell’UE (Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Irlanda), tre paesi associati a Horizon Europe (Norvegia, Israele, Regno Unito) e un partner associato proveniente da un Paese Terzo (Australia). Il partenariato vede la collaborazione di cinque istituti/centri di ricerca, sei università e due imprese private.

Il Dipartimento di informatica dell’Università di Pisa in prima linea nel progetto di sviluppo di una moderna architettura per i servizi Cloud europei, NOUS. I ricercatori pisani, infatti, saranno impegnati nello sviluppo di componenti software avanzati per il Cloud computing e la sua evoluzione “decentralizzata”, l’edge computing, che innova il paradigma originale dei servizi Cloud, così da renderli più accessibili, sicuri e performanti.

Il focus principale dell'Università di Pisa è concentrato sullo sviluppo di modelli di programmazione avanzati per l'edge computing, ispirati dal framework FastFlow (https://github.com/fastflow/fastflow) e dai principi che ne stanno alla base. In sostanza, l'obiettivo è creare soluzioni che semplifichino e rendano efficace ed efficiente la programmazione di applicazioni in grado di sfruttare le infrastrutture di calcolo di prossima generazione.

"Questo progetto mira a integrare, in modo fluido, risorse di calcolo e archiviazione dati, spaziando dai dispositivi periferici ai supercomputer, per arrivare fino ai computer quantistici - spiega Patrizio Dazzi, Direttore del Pervasive AI Laboratory e responsabile di progetto per l'Ateneo – Con NOUS vogliamo innovare il panorama europeo dei servizi cloud, operando come un fornitore di servizi Infrastructure-as-a-Service (IaaS)/Platform-as-a-Service (PaaS). L’idea di base è quella di incorporare in questi servizi i paradigmi del cosiddetto Edge computing e di tecniche di decentralizzazione che, riducendo notevolmente la necessità di trasferire ed elaborare i dati in un datacenter remoto, permettono di diminuire i tempi di latenza e di attesa. In questo modo NOUS contribuirà a migliorare in modo significativo le strategie e le metodologie europee di elaborazione dati".

Assieme a Dazzi, per l’Università di Pisa collaboreranno al progetto anche i professori Marco Danelutto, Massimo Torquati, Gabriele Mencagli, esperti di architetture e sistemi per il calcolo parallelo e distribuito.

Il progetto NOUS, avviato in questi giorni, interverrà su tre degli elementi fondamentali dei servizi Cloud europei: sulle Componenti di Calcolo, che svolgono un ruolo fondamentale nel potenziamento delle capacità di elaborazione; sulle Componenti Edge, che contribuiscono alla visione, caratteristica di NOUS, di inclusività nel flusso computazionale; e sulle Componenti di Archiviazione Dati, cruciali per gestire efficientemente grandi quantità di dati.

“NOUS adotta una strategia di ricerca a doppio binario – conclude Dazzi - I vari componenti saranno ampiamente studiati individualmente, con l'aspettativa di ottenere risultati significativi. Allo stesso tempo, collaboreremo per integrare questi componenti in un'architettura coerente”.

Architettura che sarà resa open source, promuovendo la collaborazione e consentendo ad aziende e organizzazioni di sfruttare le soluzioni innovative sviluppate da NOUS. Il progetto, infatti, è pensato per un futuro collaborativo e sono già previsti workshop e attività di collaborazione con realtà del calibro di Data Spaces Support Centre, Gaia-X, FIWARE e EOSC. Collaborazioni che saranno supportate da un consorzio solido, composto da 21 partner provenienti da 11 paesi europei, tra i quali l’Università di Pisa.

Venerdì, 09 Febbraio 2024 09:21

M’illumino di meno (anche in acqua)

Gestire l’impatto dell’inquinamento luminoso e acustico di laghi, fiumi e mari e difendere la biodiversità dei sistemi acquatici. Sono questi gli obiettivi del nuovo progetto AquaPLAN che ha preso il via nel 2024 con un finanziamento europeo di circa 2,6 milioni di euro. Per quattro anni sino al 2027, l’Università di Pisa coordinerà un partenariato internazionale con lo scopo di studiare gli impatti e suggerire soluzioni per mitigare questi tipi di inquinamento.

“Negli ultimi decenni sappiamo di più sugli impatti dell’inquinamento luminoso e acustico (Light and Noise Pollution - LNP) sulla biodiversità acquatica – spiega Elena Maggi docente di Ecologia al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e coordinatrice del progetto - Tuttavia, non conosciamo ancora bene gli effetti combinati di questi fenomeni su larga scala e per lunghi periodi di tempo; grazie ad AquaPLAN vogliamo colmare questa lacuna”.

Il campo di azione di AquaPLAN è molto ampio, dal Mare del Nord al Mediterraneo, fino al Mar Rosso. Saranno studiate, ad esempio, le coste rocciose del Devon e della Cornovaglia nel sud-ovest del Regno Unito, zone caratterizzate da livelli contrastanti di inquinamento luminoso e acustico. Per determinare l’impatto a lungo termine sulle macroalghe e sulle piante acquatiche (come la Posidonia oceanica) saranno monitorati due habitat costieri lungo le coste toscane e liguri. Ancora più a sud, i livelli di inquinamento acustico e luminoso saranno valutati in città costiere come Eilat (Israele) e Aqaba (Giordania), caratterizzate da una popolazione di decine di migliaia di persone e da complessi industriali lungo i litorali, porti commerciali, militari e turistici per navi da diporto. Fiumi ed estuari saranno invece al centro delle indagini nei Paesi Bassi, dove si analizzerà in particolare il passaggio dei pesci migratori in riferimento a punti critici quali chiuse o sbarramenti. Non ultimi i laghi in Germania, dove verranno utilizzati sistemi video ad alta risoluzione combinati con strumenti di riconoscimento delle immagini ad alto rendimento attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale, per monitorare i movimenti dello zooplancton.

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Il team del progetto al Museo di Storia Naturale dell'Ateneo in occasione del kick-off meeting

L’avvio ufficiale di AquaPLAN (Aquatic Pollution from Light and Anthropogenic Noise: Management of Impacts on Biodiversity) è avvenuto il 24 e 25 gennaio all’Università di Pisa. Il progetto sarà sviluppato da un consorzio composto da 13 partner provenienti da cinque Stati membri dell’UE (Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Irlanda), tre paesi associati a Horizon Europe (Norvegia, Israele, Regno Unito) e un partner associato proveniente da un Paese Terzo (Australia). Il partenariato vede la collaborazione di cinque istituti/centri di ricerca, sei università e due imprese private.

Il Dipartimento di informatica dell’Università di Pisa in prima linea nel progetto di sviluppo di una moderna architettura per i servizi Cloud europei, NOUS. I ricercatori pisani, infatti, saranno impegnati nello sviluppo di componenti software avanzati per il Cloud computing e la sua evoluzione “decentralizzata”, l’edge computing, che innova il paradigma originale dei servizi Cloud, così da renderli più accessibili, sicuri e performanti.

Il focus principale dell'Università di Pisa è concentrato sullo sviluppo di modelli di programmazione avanzati per l'edge computing, ispirati dal framework FastFlow (https://github.com/fastflow/fastflow) e dai principi che ne stanno alla base. In sostanza, l'obiettivo è creare soluzioni che semplifichino e rendano efficace ed efficiente la programmazione di applicazioni in grado di sfruttare le infrastrutture di calcolo di prossima generazione.

"Questo progetto mira a integrare, in modo fluido, risorse di calcolo e archiviazione dati, spaziando dai dispositivi periferici ai supercomputer, per arrivare fino ai computer quantistici - spiega Patrizio Dazzi, Direttore del Pervasive AI Laboratory e responsabile di progetto per l'Ateneo – Con NOUS vogliamo innovare il panorama europeo dei servizi cloud, operando come un fornitore di servizi Infrastructure-as-a-Service (IaaS)/Platform-as-a-Service (PaaS). L’idea di base è quella di incorporare in questi servizi i paradigmi del cosiddetto Edge computing e di tecniche di decentralizzazione che, riducendo notevolmente la necessità di trasferire ed elaborare i dati in un datacenter remoto, permettono di diminuire i tempi di latenza e di attesa. In questo modo NOUS contribuirà a migliorare in modo significativo le strategie e le metodologie europee di elaborazione dati".

Assieme a Dazzi, per l’Università di Pisa collaboreranno al progetto anche i professori Marco Danelutto, Massimo Torquati, Gabriele Mencagli, esperti di architetture e sistemi per il calcolo parallelo e distribuito.

 

Team UNIPI progetto NOUS sito

Il team UniPi all'interno del progetto NOUS - Da sinistra: Massimo Torquati, Patrizio Dazzi, Gabriele Mencagli, Marco Danelutto

 

Il progetto NOUS, avviato in questi giorni, interverrà su tre degli elementi fondamentali dei servizi Cloud europei: sulle Componenti di Calcolo, che svolgono un ruolo fondamentale nel potenziamento delle capacità di elaborazione; sulle Componenti Edge, che contribuiscono alla visione, caratteristica di NOUS, di inclusività nel flusso computazionale; e sulle Componenti di Archiviazione Dati, cruciali per gestire efficientemente grandi quantità di dati.

“NOUS adotta una strategia di ricerca a doppio binario – conclude Dazzi - I vari componenti saranno ampiamente studiati individualmente, con l'aspettativa di ottenere risultati significativi. Allo stesso tempo, collaboreremo per integrare questi componenti in un'architettura coerente”.

Architettura che sarà resa open source, promuovendo la collaborazione e consentendo ad aziende e organizzazioni di sfruttare le soluzioni innovative sviluppate da NOUS. Il progetto, infatti, è pensato per un futuro collaborativo e sono già previsti workshop e attività di collaborazione con realtà del calibro di Data Spaces Support Centre, Gaia-X, FIWARE e EOSC. Collaborazioni che saranno supportate da un consorzio solido, composto da 21 partner provenienti da 11 paesi europei, tra i quali l’Università di Pisa.

Il 18 febbraio il Club Alpino Italiano organizza un'escursione, riservata a studenti universitari.

Un percorso suggestivo per vedere Pisa e Lucca dall’alto del Monte Pisano. Il percorso parte dal paese di Ripafratta e arriva a San Giuliano Terme passando per la Rocca di Ripafratta e il Passo Croce, lungo il sentiero 00.

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