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Generare nuovi modelli per studiare gli effetti di tre mutazioni del gene TCF4 che causano la sindrome di Pitt-Hopkins, una rara patologia cranio-facciale che colpisce i bambini. È questo l’obiettivo di un progetto di ricerca coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa che è stato finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del Consorzio Solve-RD, “Solving the unresolved rare diseases”. Il team di ricerca è composto dalla professoressa Michela Ori, responsabile del progetto, dalla dottoranda Miriam De Sarlo e dalla ricercatrice Chiara Gabellini. Partner della ricerca è il Centro Ospedaliero Universitario di Digione, in Francia, coordinato dal professor Antonio Vitobello.

Le ricercatrici utilizzeranno biotecnologie molecolari e tecniche di gene editing su modelli oggi ampiamente impiegati negli studi di biomedicina – come le larve del pesciolino Danio rerio (zebrafish) e della rana Xenopus laevis – per capire come queste mutazioni creino difetti nello sviluppo embrionale. Obiettivo finale è generare modelli ad oggi non esistenti su cui testare eventuali interventi terapeutici e che potranno essere utilizzati da tutta la comunità scientifica per studiare più approfonditamente le patologie associate a mutazioni in questo gene.

“I modelli che andremo a generare ci aiuteranno a studiare gli effetti di tre mutazioni del gene TCF4, descritte in bambini che presentano gravi difetti nella forma del viso e della testa e che hanno purtroppo un forte impatto su tutta la loro vita, sia da un punto di vista della salute che delle interazioni sociali – spiega la professoressa Michela Ori – La ricerca, oltre ad essere importante per dare risposte alle famiglie dei bambini coinvolti, è anche un esempio di approccio di medicina personalizzata: infatti ricreeremo nel pesciolino zebrafish la stessa mutazione genetica presente nei pazienti utilizzando le nuove tecnologie di gene editing grazie a CRISPR-Cas9, il sistema sviluppato da Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier, le due scienziate insignite proprio quest’anno del Premio Nobel per la Chimica”.

Le mutazioni oggetto dello studio non sono mai state descritte in letteratura e il team di ricerca dell’Università di Pisa proverà a capire per la prima volta il meccanismo cellulare e molecolare che causa la patologia nei bambini.

Generare nuovi modelli per studiare gli effetti di tre mutazioni del gene TCF4 che causano la sindrome di Pitt-Hopkins, una rara patologia cranio-facciale che colpisce i bambini. È questo l’obiettivo di un progetto di ricerca coordinato dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa che è stato finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del Consorzio Solve-RD, “Solving the unresolved rare diseases”. Il team di ricerca è composto dalla professoressa Michela Ori, responsabile del progetto, dalla dottoranda Miriam De Sarlo e dalla ricercatrice Chiara Gabellini. Partner della ricerca è il Centro Ospedaliero Universitario di Digione, in Francia, coordinato dal professor Antonio Vitobello.

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Nella foto il team di ricerca del Dipartimento di Biologia: da sinistra Miriam De Sarlo, la professoressa Michela Ori e Chiara Gabellini.

Le ricercatrici utilizzeranno biotecnologie molecolari e tecniche di gene editing su modelli oggi ampiamente impiegati negli studi di biomedicina – come le larve del pesciolino Danio rerio (zebrafish) e della rana Xenopus laevis – per capire come queste mutazioni creino difetti nello sviluppo embrionale. Obiettivo finale è generare modelli ad oggi non esistenti su cui testare eventuali interventi terapeutici e che potranno essere utilizzati da tutta la comunità scientifica per studiare più approfonditamente le patologie associate a mutazioni in questo gene.

“I modelli che andremo a generare ci aiuteranno a studiare gli effetti di tre mutazioni del gene TCF4, descritte in bambini che presentano gravi difetti nella forma del viso e della testa e che hanno purtroppo un forte impatto su tutta la loro vita, sia da un punto di vista della salute che delle interazioni sociali – spiega la professoressa Michela Ori – La ricerca, oltre ad essere importante per dare risposte alle famiglie dei bambini coinvolti, è anche un esempio di approccio di medicina personalizzata: infatti ricreeremo nel pesciolino zebrafish la stessa mutazione genetica presente nei pazienti utilizzando le nuove tecnologie di gene editing grazie a CRISPR-Cas9, il sistema sviluppato da Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier, le due scienziate insignite proprio quest’anno del Premio Nobel per la Chimica”.

Le mutazioni oggetto dello studio non sono mai state descritte in letteratura e il team di ricerca dell’Università di Pisa proverà a capire per la prima volta il meccanismo cellulare e molecolare che causa la patologia nei bambini.

Si è svolta giovedì 29 ottobre in modalità telematica la finale della prima edizione del Talent dell’Innovazione” organizzato dal Polo Tecnologico di Navacchio in collaborazione con Grownnectia e Digital-hub che ha visto le 4 idee finaliste sfidarsi nella “Battle Royale” a colpi di pitch dopo essere state selezione tra le 18 iscritte alla competizione.

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Il primo premio è andato a Tocket, rivoluzionaria app di ticketing che tramite la blockchain permette di abbattere il fenomeno del bagarinaggio. L’azienda è nata durante i corsi del CLab 2019 dove i suoi fondatori, Eugenio e Nicola, si sono conosciuti e hanno cominciato a sviluppare l’idea. Tocket si aggiudica un voucher da 3.000 € spendibile in 6 mesi di incubazione fisica (spazio e servizi) offerto dal Polo Tecnologico di Navacchio. Nicola Mei, CEO e founder, ha commentato la vittoria: “Sono felicissimo del risultato, dato il momento difficile del nostro mercato e la necessità di adeguarsi, vedere esperti che danno fiducia a Tocket dà un'ulteriore spinta a dare il massimo! Il premio sarà utilissimo per essere rapidi e efficaci nella crescita in questa situazione".

Al secondo posto ex aequo si piazzano invece Joppys e Tripfordog che si assicurano un voucher da 1.000 € spendibile in 4 mesi di incubazione virtuale. La prima, classificatasi seconda al CLab 2020, è una piattaforma digitale con l’obiettivo di raccordare tutti i servizi legati agli animali domestici. Molto soddisfatto Diego Mariotti, founder di Joppys: “Talent innovazione è stato un evento dove abbiamo scoperto altre realtà intorno a noi, ampliando così i nostri contatti, ma soprattutto ci ha offerto l’opportunità di esporre ed avere un feedback della nostra idea. Siamo fiduciosi del percorso che ci aspetta, grazie ai premi offerti dal polo tecnologico e da Digital Hub, speriamo di crescere ulteriormente per poi essere pronti ad approdare sul mercato.”

L’ottimo risultato registrato nella competizione fornisce nuovo slancio al Contamination Lab in vista dell’edizione 2021 che partirà a inizio anno nuovo e di altre iniziative che verranno annunciate a breve. Così ha commentato il professor Leonardo Bertini, Chief del CLab, al termine della competizione: “Il risultato prestigioso conseguito da due idee di autoimprenditorialità nate all’interno del Contamination Lab Pisa è motivo di grande soddisfazione per tutto lo staff e costituisce una importante indicazione sulla correttezza delle scelte fatte e del molto lavoro svolto, che stanno dando i loro frutti.”

Il CLab è un progetto cofinanziato dal Miur e sviluppato dall’Unità Servizi per il Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa. Collaborano al progetto la Scuola IMT Alti Studi Lucca, Scuola Normale Superiore e Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.

Il suo obiettivo è promuovere e incoraggiare lo spirito imprenditoriale e di innovazione tra studenti di laurea magistrale, dottorandi, dottori di ricerca e docenti attraverso la contaminazione tra le competenze di soggetti provenienti da diverse aree scientifiche e disciplinari. Nelle sue tre edizioni ha permesso la nascita di 19 progetti d’impresa.

buiatti2È scomparso negli scorsi giorni il professor Marcello Buiatti, uno dei più importanti genetisti italiani, fortemente impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista.
Laureato in Scienze agrarie all'Università di Pisa nel 1959 e poi specializzatosi all'Università di Pavia, il professor Buiatti è stato assistente ordinario all'Istituto di Genetica dell'Ateneo pisano e professore incaricato stabilizzato di Metodologia sperimentale e Statistica all'Università di Pisa. Dal 1981  al 2010 è stato professore ordinario di Genetica all'Università di Firenze. 
Da sempre antifascista, attualmente era membro del Comitato provinciale e presidente della Sezione Anpi di Pisa. Nel 2008 è stato tra i promotori del Manifesto degli Scienziati antirazzisti.
Pubblichiamo di seguito un ricordo scritto dal professor Mauro Stampacchia, già docente di Storia del movimento operaio e sindacale all'Università di Pisa e amico del professor Buiatti.

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Di Marcello Buiatti, di cui si trova molto oggi sui social e sulla stampa, vorrei ricordare quanto lui stesso ebbe a raccontarmi, qualche anno fa. Marcello era nato a Firenze, da madre ebrea polacca e padre italiano, nel 1938, l'anno stesso delle leggi razziali. Aveva quindi sei anni quando, sotto occupazione nazista la città di Firenze, dovette passare il suo tempo, rinchiuso dentro una casa in via Faenza, senza nemmeno potersi affacciare alle finestre. Non era facile spiegare ad un bambino il perché di tutto, spiegare l'inesplicabile. Ricordo che quando me lo raccontava, con distacco solo apparente ma senza attenuazioni, mi venne fatto di pensare che proprio d'angolo con via Faenza, in via Taddea. era la sede del sindacato all'interno della quale venne proditoriamente ucciso dai fascisti, nel febbraio 1921, Spartaco Lavagnini, alla sua scrivania di lavoro.

Il ragazzino rinchiuso era diventato uno dei maggiori genetisti della seconda metà del '900, come si legge nel ricordo dell'Anpi di Pisa. Il ragazzino sfuggito con la sua famiglia alla Shoah era diventato poi uno degli scienziati che avevano promosso il Manifesto degli scienziati contro il razzismo nel 2008.
Il legame tra vita, scienza e politica, in Marcello Buiatti, era fortissimo. Ecco perché la associazione tra la casa di Marcello a Firenze e l'assassinio di Spartaco Lavagnini non era poi così fortuita e mi è rimasta così tanto in mente.

Nelle conversazioni era avvincente, chiaro, ed anche leggero nel porgere. Ricordo quando mi capitò di usare l'espressione corrente "avere nel proprio Dna" per indicare la caratteristica profonda, imprescindibile, di persone e soggetti collettivi. Lui mi spiegò, con un sorriso inimitabile, e con parole chiarissime, come invece quello che caratterizza di più i soggetti viventi sono le esperienze che si trovano ad intraprendere, che li modificano e li costruiscono molto di più del retaggio ereditario, di quel Dna che avevo così a sproposito citato. Mi piacerebbe poter risentire parola per parola la sua spiegazione, che ho cercato di riassumere come mi è riuscito, perché difficilmente avevo sentito parole più chiare e convincenti. Da Maestro, semplice e generoso.

Marcello Buiatti era così imprescindibilmente portatore di due delle più grandi forze di trasformazione della società, la scienza e la politica. Diciamo meglio: della buona scienza e della buona politica. Cose oggi per la verità piuttosto rare, e sopratutto sotto costante, sistematico attacco. Dobbiamo salutare Marcello come un modello importante di impegno e di legame tra le due cose. Proprio nel momento in cui di questo legame, noi sotto scacco di un virus malevolo, e insidiati dalle forze della disuguaglianza e della oppressione, abbiamo grande, enorme bisogno.

Mauro Stampacchia
Già docente di Storia del movimento operaio e sindacale all'Università di Pisa e amico del professor Buiatti

L’Università di Pisa e il CNR lanciano la chiamata aperta alle università e agli enti di ricerca per la partecipazione al dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale. Si tratta del primo dottorato nazionale su questa tematica che ha preso avvio lo scorso luglio con la firma della convenzione tra CNR, Università di Pisa, Sapienza Università di Roma, Politecnico di Torino, Università Campus Bio-Medico di Roma e Università di Napoli “Federico II”. Il PhD-AI.it inizierà con l’anno accademico 2021/2022, sono già disponibili 194 borse. Si stima che il settore porterà entro il 2030 ad una crescita del 16% del Pil mondiale e avrà un impatto sul 70% delle aziende. Il mercato in Italia è agli albori, ma siamo al decimo posto mondiale come numero di pubblicazioni e al quinto come impatto scientifico.

«È tempo di costruire il futuro dell’Italia e il lancio di questa chiamata aperta è un primo passo in questa direzione – commenta il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, da noi coordinato assieme al CNR, ci consente oggi di avere un ruolo attivo nello sviluppo delle strategie nazionali e questo ci riempie di orgoglio. Specialmente in un momento in cui il nostro Paese ha particolarmente bisogno di vedere all’orizzonte la possibilità concreta di una nuova stagione di crescita e di sviluppo. Nella sua realizzazione, le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, se debitamente sfruttate, giocheranno sicuramente un ruolo fondamentale e questo Dottorato nasce anche per questo».
«Ancora una volta – prosegue il Rettore - Pisa e la sua Università sono protagoniste della trasformazione digitale della nostra società. Questo primo Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, infatti, è figlio di un cammino iniziato qui mezzo secolo fa con il primo corso di laurea in Informatica del nostro Paese e proseguita, nel 1983, con l’Istituzione del primo dottorato di ricerca in Informatica. Una storia di primati che nel 2002 ha visto la nascita del primo corso di laurea magistrale e, nel 2017, del primo dottorato di ricerca interdisciplinare in Data Science. Quest’ultimo, realizzato in collaborazione con la Scuola Normale, il CNR, la Scuola Sant’Anna e la Scuola IMT di Lucca e profondamente innovativo, sia in termini organizzativi che scientifici, tanto da essere stato il modello di riferimento per questo dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale che partirà col prossimo anno accademico».

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L’Intelligenza artificiale (AI) è il pilastro di una nuova rivoluzione industriale che, secondo la Commissione Europea, avrà lo stesso impatto di trasformazione sulla società e l’industria prodotto in passato dal motore a vapore e dall'elettricità. Cogliere le opportunità legate allo sviluppo dell’AI per il benessere e la sicurezza dei cittadini e l’innovazione sociale ed economica è una delle sfide al centro della strategia europea e nazionale. Una delle principali iniziative italiane in materia di AI è la costituzione del dottorato nazionale in AI, PhD-AI.it, al cui scopo il Ministero dell’Università e della Ricerca ha finanziato con 4 M€ il CNR e con 3,85 M€ l’Università di Pisa con l’obiettivo di creare un sistema competitivo su scala mondiale e in grado non solo di trattenere in Italia i nostri migliori laureati, ma anche di attrarre talenti dagli altri Paesi.

In base alla convenzione firmata a fine luglio, il PhD-AI.it, con il coordinamento del CNR e dell’Università di Pisa, si articolerà in cinque corsi, promossi sul territorio nazionale da raggruppamenti di università ed enti pubblici di ricerca, ciascuno coordinato da un’università capofila:
· PhD-AI.it: Area salute e scienze della vita, coordinato dall’Università Campus Bio-Medico di Roma;
· PhD-AI.it: Area agrifood e ambiente, coordinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II;
· PhD-AI.it: Area sicurezza e cybersecurity, coordinato da Sapienza Università di Roma;
· PhD-AI.it: Area industria 4.0, coordinato dal Politecnico di Torino
· PhD-AI.it: Area società, coordinato dall’Università di Pisa.

I dottorandi del PhD-AI.it riceveranno sia una “formazione orizzontale”, sugli aspetti fondazionali dell’AI, comune tra i cinque corsi, sia una “formazione verticale”, relativa alla propria area di specializzazione. Il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale sarà coordinato dal Consiglio di Coordinamento Nazionale, che promuoverà, integrerà e coordinerà le attività formative comuni tra le diverse sedi.

Il progetto del PhD-AI.it entra ora nel vivo con la pubblicazione congiunta da parte di UniPI e CNR della chiamata aperta (con scadenza 30 Novembre 2020) a tutte le università e gli enti di ricerca nazionali per la partecipazione al PhD-AI.it, ovvero per proporre la propria candidatura a far parte di una delle articolazioni del PhD-AI.it co-finanziando una o più borse di dottorato.

Oltre alle università capofila e al CNR parteciperanno infatti ai cinque corsi del PhD-AI.it altre università ed enti di ricerca italiani, selezionati mediante la chiamata aperta lanciata oggi. L’obiettivo è chiamare a raccolta tutte le risorse nazionali per perseguire l’eccellenza scientifica e, allo stesso tempo, garantire un’ampia e qualificata copertura delle università ed enti di ricerca nazionali.

Il PhD-AI.it prenderà avvio con l’anno accademico 2021/2022 (37° ciclo). Per i primi due cicli (37° e 38°), sono già disponibili, complessivamente, 194 borse (97 cofinanziate dal CNR e 97 cofinanziate dal ministero attraverso l’Università di Pisa), per un investimento complessivo che, col co-finanziamento degli atenei, supera i 15 milioni di euro. Il bando di ammissione al PhD-AI.it verrà pubblicato agli inizi del 2021 e i corsi avranno inizio a novembre 2021.

La chiamata aperta e le informazioni sull’organizzazione del dottorato nazionale in AI sono disponibili sul sito del dottorato nazionale in AI: www.phd-ai.it

L’Università di Pisa e il CNR lanciano la chiamata aperta alle università e agli enti di ricerca per la partecipazione al dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale. Si tratta del primo dottorato nazionale su questa tematica che ha preso avvio lo scorso luglio con la firma della convenzione tra CNR, Università di Pisa, Sapienza Università di Roma, Politecnico di Torino, Università Campus Bio-Medico di Roma e Università di Napoli “Federico II”. Il PhD-AI.it inizierà con l’anno accademico 2021/2022, sono già disponibili 194 borse. Si stima che il settore porterà entro il 2030 ad una crescita del 16% del Pil mondiale e avrà un impatto sul 70% delle aziende. Il mercato in Italia è agli albori, ma siamo al decimo posto mondiale come numero di pubblicazioni e al quinto come impatto scientifico.
«E’ tempo di costruire il futuro dell’Italia e il lancio di questa chiamata aperta è un primo passo in questa direzione – commenta il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – Il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, da noi coordinato assieme al CNR, ci consente oggi di avere un ruolo attivo nello sviluppo delle strategie nazionali e questo ci riempie di orgoglio. Specialmente in un momento in cui il nostro Paese ha particolarmente bisogno di vedere all’orizzonte la possibilità concreta di una nuova stagione di crescita e di sviluppo. Nella sua realizzazione, le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, se debitamente sfruttate, giocheranno sicuramente un ruolo fondamentale e questo Dottorato nasce anche per questo».
«Ancora una volta – prosegue il Rettore - Pisa e la sua Università sono protagoniste della trasformazione digitale della nostra società. Questo primo Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale, infatti, è figlio di un cammino iniziato qui mezzo secolo fa con il primo corso di laurea in Informatica del nostro Paese e proseguita, nel 1983, con l’Istituzione del primo dottorato di ricerca in Informatica. Una storia di primati che nel 2002 ha visto la nascita del primo corso di laurea magistrale e, nel 2017, del primo dottorato di ricerca interdisciplinare in Data Science. Quest’ultimo, realizzato in collaborazione con la Scuola Normale, il CNR, la Scuola Sant’Anna e la Scuola IMT di Lucca e profondamente innovativo, sia in termini organizzativi che scientifici, tanto da essere stato il modello di riferimento per questo dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale che partirà col prossimo anno accademico».

L’Intelligenza artificiale (AI) è il pilastro di una nuova rivoluzione industriale che, secondo la Commissione Europea, avrà lo stesso impatto di trasformazione sulla società e l’industria prodotto in passato dal motore a vapore e dall'elettricità. Cogliere le opportunità legate allo sviluppo dell’AI per il benessere e la sicurezza dei cittadini e l’innovazione sociale ed economica è una delle sfide al centro della strategia europea e nazionale. Una delle principali iniziative italiane in materia di AI è la costituzione del dottorato nazionale in AI, PhD-AI.it, al cui scopo il Ministero dell’Università e della Ricerca ha finanziato con 4 M€ il CNR e con 3,85 M€ l’Università di Pisa con l’obiettivo di creare un sistema competitivo su scala mondiale e in grado non solo di trattenere in Italia i nostri migliori laureati, ma anche di attrarre talenti dagli altri Paesi.
In base alla convenzione firmata a fine luglio, il PhD-AI.it, con il coordinamento del CNR e dell’Università di Pisa, si articolerà in cinque corsi, promossi sul territorio nazionale da raggruppamenti di università ed enti pubblici di ricerca, ciascuno coordinato da un’università capofila:
· PhD-AI.it: Area salute e scienze della vita, coordinato dall’Università Campus Bio-Medico di Roma;
· PhD-AI.it: Area agrifood e ambiente, coordinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II;
· PhD-AI.it: Area sicurezza e cybersecurity, coordinato da Sapienza Università di Roma;
· PhD-AI.it: Area industria 4.0, coordinato dal Politecnico di Torino
· PhD-AI.it: Area società, coordinato dall’Università di Pisa.
I dottorandi del PhD-AI.it riceveranno sia una “formazione orizzontale”, sugli aspetti fondazionali dell’AI, comune tra i cinque corsi, sia una “formazione verticale”, relativa alla propria area di specializzazione. Il Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale sarà coordinato dal Consiglio di Coordinamento Nazionale, che promuoverà, integrerà e coordinerà le attività formative comuni tra le diverse sedi.
Il progetto del PhD-AI.it entra ora nel vivo con la pubblicazione congiunta da parte di UniPI e CNR della chiamata aperta (con scadenza 30 Novembre 2020) a tutte le università e gli enti di ricerca nazionali per la partecipazione al PhD-AI.it, ovvero per proporre la propria candidatura a far parte di una delle articolazioni del PhD-AI.it co-finanziando una o più borse di dottorato.
Oltre alle università capofila e al CNR parteciperanno infatti ai cinque corsi del PhD-AI.it altre università ed enti di ricerca italiani, selezionati mediante la chiamata aperta lanciata oggi. L’obiettivo è chiamare a raccolta tutte le risorse nazionali per perseguire l’eccellenza scientifica e, allo stesso tempo, garantire un’ampia e qualificata copertura delle università ed enti di ricerca nazionali.
Il PhD-AI.it prenderà avvio con l’anno accademico 2021/2022 (37° ciclo). Per i primi due cicli (37° e 38°), sono già disponibili, complessivamente, 194 borse (97 cofinanziate dal CNR e 97 cofinanziate dal ministero attraverso l’Università di Pisa), per un investimento complessivo che, col co-finanziamento degli atenei, supera i 15 milioni di euro. Il bando di ammissione al PhD-AI.it verrà pubblicato agli inizi del 2021 e i corsi avranno inizio a novembre 2021.
La chiamata aperta e le informazioni sull’organizzazione del dottorato nazionale in AI sono disponibili sul sito del dottorato nazionale in AI: www.phd-ai.it

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Coordinating teaching and health needs to manage the start of ‘in-person’ teaching at the University of Pisa is precisely what the ‘Signs System’ was designed to do. The system was developed by the University to provide invaluable indications to students about the condition of the workspaces in each classroom. Each available space will be allocated a particular QR code which, when read using a smartphone, will not only register the position of the students in the room but will also indicate if that specific workspace has been occupied by someone else during the day and is therefore no longer available until it is sanitized.

“Before sitting down, students must read the QR code from the Signs system with their smartphones,” commented the Rector Paolo Mancarella. “In this way, it is possible to actively enter the classrooms in total safety once more. We are now accustomed to this type of technology, which is similar to that used to read the menus in pizzerias or restaurants. It is a small gesture showing  great responsibility  towards society to avoid jeopardising the efforts carried out up to now by the whole university community, and it should be used alongside the wearing of masks and hand sanitization.”

The Signs system stemmed from the Covid-19 emergency but it is also looking to the future. The QR codes were designed to create a dynamic link to digital information depending on the context and, in the future in fact, these same QR codes will be able to offer students personalised services, linking in-person teaching with digital contents, thus enabling greater interaction and more detailed study.


Watch the video to find out how the Signs System works (the video is only available in Italian):

 

 

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