Orchestra dell’Università di Pisa: una composizione per omaggiare le vittime del Coronavirus
Con una esecuzione a “distanza”, l’Orchestra dell’Università di Pisa ha realizzato il video di un brano originale composto dal suo direttore Manfred Giampietro e dedicato alle vittime del Coronavirus. Il titolo del brano è “Tragicovid. Compianto delle solitudini”. Il maestro Giampietro spiega: “La composizione è nata da un sentimento di "compianto" sia per le vittime del coronavirus che per i loro parenti, tutti ridotti a reciproco isolamento, oltre che dalle scene - che ogni italiano ha visto - dei camion che trasportavano, a Bergamo, di notte, le salme dei deceduti ‘ignoti’”.
Avviso di fabbisogno interno/interpello per l’affidamento di un incarico di lavoro autonomo nella forma di collaborazione temporanea per il supporto alla ricerca nell’ambito del progetto "Big data in chirurgia”
Mancarella: "Basta polemiche. L'Ateneo è pronto a ripartire, dicendo chiaramente chi andrà subito in aula in totale sicurezza"
Caro Direttore,
l’Università di Pisa ha una gran voglia di ripartire ed è pronta a farlo ma, in un momento di grande disorientamento e di profonda incertezza anche economica per i nostri studenti e per le loro famiglie, trovo irresponsabile e ingannevole lanciarsi in dichiarazioni in cui si afferma: “tutti in aula” da subito, senza spiegare come.
Il perché di questa mia affermazione sta nei numeri.
Il nostro Ateneo dispone di circa 25.000 posti-aula per la didattica in presenza, inclusi i laboratori, dislocati nei vari poli didattici e nei Dipartimenti. Le regole sul distanziamento interpersonale (distanza di 1 metro) portano ad una riduzione media dei posti di circa l’80% (percentuale che aumenta o diminuisce leggermente a seconda del tipo di aula o laboratorio). Dunque, ad oggi i posti utilizzabili – chiamiamoli posti-Covid per intenderci – sono 5.000. Per far ripartire tutto e subito servirebbero altri 20.000 posti-Covid, ovvero 100.000 posti-aula.
Una soluzione, ci dicono, potrebbe essere quella di “sfruttare” per la didattica gli altri spazi cittadini e non sono mancate le istituzioni pisane che, generosamente, ce li hanno offerti: Unione Industriali, Camera di Commercio, Vice Sindaco del Comune di Pisa, che colgo l’occasione per ringraziare. Nella migliore delle ipotesi, però, ci permetterebbero di mettere insieme solo qualche centinaio di posti aula in più.
In molti ci suggeriscono di fare lezione anche il sabato, cosa che peraltro già avviene in molti corsi di laurea del nostro Ateneo, o nelle ore serali, ma anche questo non porterebbe a miglioramenti significativi della situazione complessiva.
Senza contare che, nella stragrande maggioranza dei casi, le classi, soprattutto quelle più numerose dei primi anni di corso, devono essere suddivise in gruppi, con la necessità di replicare le lezioni in aula e dunque di reclutare nuovi docenti o chiedere a quelli in servizio di raddoppiare il proprio carico didattico, già molto oneroso, sacrificando le altre attività a cui ogni docente è tenuto, la ricerca in primis.
Dunque, non prendiamoci in giro e soprattutto non prendiamo in giro gli studenti e le loro famiglie: tutto e subito non è realizzabile, finché le regole sul distanziamento saranno in vigore.
Che fare allora? Uno scenario possibile, non potendo quintuplicare i posti aula, potrebbe essere quello di prevedere una turnazione nell’accesso. Ciascuno studente segue in aula solo una quota parte dell’intero corso di studio: mediamente una/due settimane sulle 12 di cui è composto un semestre, mentre le altre undici/dieci dovrà seguirle a distanza.
A parte il legittimo dubbio sull’efficacia formativa di questa didattica in presenza “mordi e fuggi”, mi chiedo: in base a quale criterio stabiliamo i periodi di lezione in aula per ciascuno studente? Iniziale del cognome? Avere casa a Pisa o dintorni? Colore degli occhi? Arbitrio allo stato puro e discriminazione inaccettabile: perché lo studente il cui cognome inizia con la P deve andare in aula a novembre, nel pieno del picco influenzale, e lo studente il cui cognome inizia con la A ha il suo spicchio di accesso in aula a settembre, in condizioni che al momento immaginiamo più rassicuranti?
Perché il genitore di un neo-diplomato fuori sede dovrebbe decidere di immatricolare la figlia o il figlio all’Università di Pisa, sostenendo spese ingenti per affitto e quant’altro, pur sapendo che la ragazza o il ragazzo frequenterà le aule solo per una frazione risibile del semestre?
È per tutti questi motivi che il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Pisa, a mio avviso con grande senso di responsabilità, hanno preso la difficile decisione di consentire, per il primo semestre dell’anno accademico 2020/21, la riapertura in presenza solo delle lauree con un numero limitato di iscritti (fino a 50 per anno). Allo stesso modo, si svolgeranno in presenza anche tutti i laboratori e tutte le attività pratiche per gli anni successivi al primo. Per questi siamo infatti in grado di assicurare l’erogazione in sicurezza. L’indicazione è stata, poi, quella di spostare il più possibile in avanti nel tempo le attività pratiche e di laboratorio del primo anno, in modo da non perdere la ricchezza formativa dei laboratori in presenza.
Insomma, abbiamo voluto agire con serietà: garantiamo condizioni di sicurezza a chi segue in presenza una didattica degna di tale nome e non “mordi e fuggi”; e garantiamo a tutti una didattica online di qualità e non come “surrogato” di una didattica in presenza a singhiozzo.
Il corpo docente è al lavoro per provvedere a tale riorganizzazione, in modo che nulla della qualità e dell’eccellenza della didattica dell’Università di Pisa vada perduto, con l’auspicio che si possa tornare alla normalità il prima possibile.
Venerdì 26 incontro tra docenti Unipi e giovani su “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default”
L’economia globalizzata influisce in modo determinante sulla vita di ciascuno di noi, ma spesso viene presentata attraverso formule per addetti ai lavori che restano misteriose per il grande pubblico. Per aiutarci a orientarsi in questo linguaggio specialistico venerdì 26 giugno si terrà l’incontro dal titolo “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default”, che fa parte del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.
Interverranno i professori Mario Morroni di Economia politica, Michela Passalacqua di Diritto dell’economia, Luca Spataro di Scienza delle finanze, e Dario Trevisan di Probabilità e statistica matematica.
All’incontro, che si terrà a partire dalle 18, si può partecipare dal sito del progetto: http://pensiamoilfuturo.unipi.it/, e la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo. Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.
Venerdì 26 incontro tra docenti Unipi e giovani su “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default”
L’economia globalizzata influisce in modo determinante sulla vita di ciascuno di noi, ma spesso viene presentata attraverso formule per addetti ai lavori che restano misteriose per il grande pubblico. Per aiutarci a orientarsi in questo linguaggio specialistico venerdì 26 giugno si terrà l’incontro dal titolo “Le parole dell’economia: Spread, MES, rating, default”, che fa parte del progetto “Pensiamo insieme il futuro”, in cui quattro docenti dell’Università di Pisa dialogano con i giovani e con tutti gli interessati su temi di rilievo per la società.
Interverranno i professori Mario Morroni di Economia politica, Michela Passalacqua di Diritto dell’economia, Luca Spataro di Scienza delle finanze, e Dario Trevisan di Probabilità e statistica matematica.
All’incontro, che si terrà a partire dalle 18, si può partecipare dal sito del progetto e la diretta può essere seguita anche su YouTube e sul canale Facebook dell’Ateneo. Come sempre gli studenti e tutti gli interessati potranno interagire in diretta ponendo domande e postando commenti.
Studenti UniPI: Giulio Deangeli infrange ogni record e ottiene 5 borse di studio per il dottorato a Cambridge
Da studente liceale è stato l’unico italiano a salire sul podio dell’International Brain Bee – IBB, il campionato mondiale delle Neuroscienze. Oggi, da universitario, è il primo a conquistare contemporaneamente cinque borse di studio estremamente selettive, fra cui ben tre borse ufficiali dell’Università di Cambridge, superando un iter di selezione serratissimo a cui partecipano ogni anno circa 22.000 candidati internazionali di altissimo livello. Stiamo parlando di Giulio Deangeli (foto in basso), giovanissimo e talentuoso studente dell'Università di Pisa a un passo dalla Laurea in Medicina, che è appena stato nominato fra i 24 studenti europei insigniti della massima onorificenza dell’Università di Cambridge, il Vice-Chancellor's Award.
Nell’arco di poche settimane, inoltre, Giulio è risultato vincitore dell'MRC DTP grant della School of Clinical Medicine e della Darwin College Studentship dell’ateneo britannico. A queste si aggiungono la Hevolus Innovation Scholarship, conferita dall’omonima azienda, partner italiana di Microsoft e fortemente impegnata nel talent scouting - e la Ermenegildo Zegna Founder's Scholarship: la borsa di studio che seleziona e sostiene le massime eccellenze italiane che desiderano mantenere contatti con il nostro Paese, per apportare un contributo alla sua crescita culturale e scientifica.
«Giulio Deangeli è un ragazzo fuori dal comune sotto molti profili, quello umano prima di tutti. - ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella - I suoi risultati nascono da un talento prezioso unito a un’innata capacità di leadership che gli sta permettendo di emergere a livello internazionale. Sono fiero che la nostra Università abbia saputo valorizzarlo e farlo crescere, consegnandoci un giovane ricercatore che darà certamente un contributo significativo allo sviluppo del nostro Paese. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, è rassicurante sapere che il futuro dell’Italia è in mano a ragazzi come lui».
Giulio, infatti, è tutt’altro che un cervello in fuga. In tutti questi anni, è stato un protagonista attivissimo nel tessuto accademico e sociale italiano, portando avanti innumerevoli progetti non solo di ricerca, ma anche di volontariato e di divulgazione scientifica. E non intende fermarsi in questa sua missione.
«Il mio amore per la scienza è sempre stato viscerale - ha commentato Giulio Deangeli - ma devo ringraziare l’ambiente accademico straordinariamente stimolante nel quale mi sono trovato a Pisa se oggi i miei progetti più ambiziosi si stanno concretizzando. Nutro un profondo sentimento di riconoscenza verso la mia Università e il mio Paese, per avermi messo nelle migliori condizioni per perseguire i miei sogni».
Primo fra tutti la possibilità di condurre un progetto di ricerca nel campo delle neuroscienze e, più nello specifico, delle malattie neurodegenerative, con il PhD in Clinical Neurosciences all’Università di Cambridge, per il quale è stato da poco selezionato.
«Le neurodegenerazioni costituiscono un problema sociale e scientifico di proporzioni colossali – afferma Deangeli -. Non ho nessun dubbio circa la scelta di dedicare la mia vita a dare il mio contributo per combattere questa tragedia».
Il PhD a Cambridge gli permetterà di lavorare nel gotha mondiale della ricerca sulle neurodegenerazioni, a fianco della Professoressa Maria Grazia Spillantini, Fellow of the Royal Society e scopritrice dell'alfa-sinucleina (la proteina centrale del Parkinson) oltre che erede scientifica della Premio Nobel Rita Levi-Montalcini. Suo co-supervisor sarà il Professor Michel Goedert, insignito del Brain Prize nel 2018 (il Nobel delle Neuroscienze), Fellow of the Royal Society, probabilmente il massimo esperto mondiale della proteina tau (la proteina centrale dell'Alzheimer).
«Si tratta di un’opportunità di spessore scientifico immenso - spiega ancora Deangeli - sia per l’incommensurabile caratura dei due docenti che mi seguiranno, sia per il repertorio di tecniche ultra-avanzate a cui avrò accesso, come la CryoEM, la Super-Resolution Microscopy e la CLEM, nelle quali Cambridge è la punta di diamante a livello mondiale».
L’Università di Cambridge riceve 22.000 domande l’anno per i corsi post-laurea. Il prestigiosissimo Vice Chancellor’s Award/Cambridge International Scholarship viene conferito per meriti accademici e di ricerca ai migliori 250 candidati in tutta l’università, indipendentemente dalla nazionalità.
Nel caso di Deangeli, questo premio sarà ulteriormente avvalorato da un cofinanziamento dell’esclusivo Darwin College, rendendolo così una “doppia-borsa” ancora più selettiva, riconoscimento che in media viene conferito a un solo studente ogni anno.
In aggiunta, il prestigioso grant di ricerca MRC DTP, conferito dalla School of Clinical Medicine dell’Università di Cambridge, che Deangeli ha ottenuto senza neppure doversi candidare. Un caso più unico che raro e che fa di lui l'unico studente con tre borse di studio ufficiali dell’ateneo cantabrigiano.
Un primato, questo, che si aggiunge ad una lunga lista di successi di questo ragazzo, approdato nel 2014 all’Università di Pisa, dove si classificò primo al test di ammissione a Medicina. E sempre primo risultò al concorso nazionale di accesso alla Scuola Superiore Sant’Anna. Come primo è arrivato, nel 2016, allo European Amgen Scholars Symposium dell’Università di Cambridge e, nel 2018, alla Harvard iGEM Biohackathon dell’Università di Harvard.
Questo, dopo aver vinto, nel 2013, le Olimpiadi delle Neuroscienze, fase italiana della International Brain Bee – IBB: competizione internazionale che mette alla prova studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado sul livello di conoscenza nel campo delle Neuroscienze e dove Giulio Deangeli, classificatosi vicecampione del mondo, è ancora oggi l’unico italiano ad essere salito sul podio mondiale nei venti anni di storia di questa prestigiosa competizione. Così come è tuttora il solo italiano insignito della borsa di studio mondiale Harvard HIP Scholarship, l’unica borsa di ricerca ufficiale di Harvard aperta agli studenti internazionali.
Il suo talento straordinario non è passato inosservato alle commissioni delle due ennesime importanti borse di studio che Giulio Deangeli si è aggiudicato.
La prima è stata conferita da Hevolus Innovation, eccellenza tecnologica italiana e partner ufficiale di Microsoft, nonché una delle 7 aziende al mondo impegnate nello sviluppo di avveniristiche soluzioni di Mixed Reality con Microsoft HoloLens. Istituita per sostenere progetti di ricerca innovativi in contesti multidisciplinari, la Hevolus Innovation Scholarship ha lo scopo di selezionare e incoraggiare giovani talenti promuovendone i percorsi di formazione scientifica e la crescita professionale.
L’altra è la Ermenegildo Zegna Founder's Scholarship. Una borsa di studio nata per consentire a un ristretto numero di italiani eccezionalmente promettenti di intraprendere un percorso di ricerca o specializzazione post-laurea all’estero e data prioritariamente a chi, come Giulio, ha il potenziale per diventare leader nel proprio settore ed è animato da un sincero interesse a contrastare la fuga di cervelli promuovendo e mantenendo i contatti accademici e il proprio impegno sociale nel nostro Paese.
Studenti UniPI: Giulio Deangeli infrange ogni record e ottiene 5 borse di studio per il dottorato a Cambridge
Da studente liceale è stato l’unico italiano a salire sul podio dell’International Brain Bee – IBB, il campionato mondiale delle Neuroscienze. Oggi, da universitario, è il primo a conquistare contemporaneamente cinque borse di studio estremamente selettive, fra cui ben tre borse ufficiali dell’Università di Cambridge, superando un iter di selezione serratissimo a cui partecipano ogni anno circa 22.000 candidati internazionali di altissimo livello. Stiamo parlando di Giulio Deangeli, giovanissimo e talentuoso studente dell'Università di Pisa a un passo dalla Laurea in Medicina, che è appena stato nominato fra i 24 studenti europei insigniti della massima onorificenza dell’Università di Cambridge, il Vice-Chancellor's Award.
Nell’arco di poche settimane, inoltre, Giulio è risultato vincitore dell'MRC DTP grant della School of Clinical Medicine e della Darwin College Studentship dell’ateneo britannico. A queste si aggiungono la Hevolus Innovation Scholarship, conferita dall’omonima azienda, partner italiana di Microsoft e fortemente impegnata nel talent scouting - e la Ermenegildo Zegna Founder's Scholarship: la borsa di studio che seleziona e sostiene le massime eccellenze italiane che desiderano mantenere contatti con il nostro Paese, per apportare un contributo alla sua crescita culturale e scientifica.
«Giulio Deangeli è un ragazzo fuori dal comune sotto molti profili, quello umano prima di tutti. - ha commentato il Rettore, Paolo Mancarella - I suoi risultati nascono da un talento prezioso unito a un’innata capacità di leadership che gli sta permettendo di emergere a livello internazionale. Sono fiero che la nostra Università abbia saputo valorizzarlo e farlo crescere, consegnandoci un giovane ricercatore che darà certamente un contributo significativo allo sviluppo del nostro Paese. In un momento delicato come quello che stiamo vivendo, è rassicurante sapere che il futuro dell’Italia è in mano a ragazzi come lui».
Giulio, infatti, è tutt’altro che un cervello in fuga. In tutti questi anni, è stato un protagonista attivissimo nel tessuto accademico e sociale italiano, portando avanti innumerevoli progetti non solo di ricerca, ma anche di volontariato e di divulgazione scientifica. E non intende fermarsi in questa sua missione.
«Il mio amore per la scienza è sempre stato viscerale - ha commentato Giulio Deangeli - ma devo ringraziare l’ambiente accademico straordinariamente stimolante nel quale mi sono trovato a Pisa se oggi i miei progetti più ambiziosi si stanno concretizzando. Nutro un profondo sentimento di riconoscenza verso la mia Università e il mio Paese, per avermi messo nelle migliori condizioni per perseguire i miei sogni».
Primo fra tutti la possibilità di condurre un progetto di ricerca nel campo delle neuroscienze e, più nello specifico, delle malattie neurodegenerative, con il PhD in Clinical Neurosciences all’Università di Cambridge, per il quale è stato da poco selezionato.
«Le neurodegenerazioni costituiscono un problema sociale e scientifico di proporzioni colossali – afferma Deangeli -. Non ho nessun dubbio circa la scelta di dedicare la mia vita a dare il mio contributo per combattere questa tragedia».
Il PhD a Cambridge gli permetterà di lavorare nel gotha mondiale della ricerca sulle neurodegenerazioni, a fianco della Professoressa Maria Grazia Spillantini, Fellow of the Royal Society e scopritrice dell'alfa-sinucleina (la proteina centrale del Parkinson) oltre che erede scientifica della Premio Nobel Rita Levi-Montalcini. Suo co-supervisor sarà il Professor Michel Goedert, insignito del Brain Prize nel 2018 (il Nobel delle Neuroscienze), Fellow of the Royal Society, probabilmente il massimo esperto mondiale della proteina tau (la proteina centrale dell'Alzheimer).
«Si tratta di un’opportunità di spessore scientifico immenso - spiega ancora Deangeli - sia per l’incommensurabile caratura dei due docenti che mi seguiranno, sia per il repertorio di tecniche ultra-avanzate a cui avrò accesso, come la CryoEM, la Super-Resolution Microscopy e la CLEM, nelle quali Cambridge è la punta di diamante a livello mondiale».
L’Università di Cambridge riceve 22.000 domande l’anno per i corsi post-laurea. Il prestigiosissimo Vice Chancellor’s Award/Cambridge International Scholarship viene conferito per meriti accademici e di ricerca ai migliori 250 candidati in tutta l’università, indipendentemente dalla nazionalità.
Nel caso di Deangeli, questo premio sarà ulteriormente avvalorato da un cofinanziamento dell’esclusivo Darwin College, rendendolo così una “doppia-borsa” ancora più selettiva, riconoscimento che in media viene conferito a un solo studente ogni anno.
In aggiunta, il prestigioso grant di ricerca MRC DTP, conferito dalla School of Clinical Medicine dell’Università di Cambridge, che Deangeli ha ottenuto senza neppure doversi candidare. Un caso più unico che raro e che fa di lui l'unico studente con tre borse di studio ufficiali dell’ateneo cantabrigiano.
Un primato, questo, che si aggiunge ad una lunga lista di successi di questo ragazzo, approdato nel 2014 all’Università di Pisa, dove si classificò primo al test di ammissione a Medicina. E sempre primo risultò al concorso nazionale di accesso alla Scuola Superiore Sant’Anna. Come primo è arrivato, nel 2016, allo European Amgen Scholars Symposium dell’Università di Cambridge e, nel 2018, alla Harvard iGEM Biohackathon dell’Università di Harvard.
Questo, dopo aver vinto, nel 2013, le Olimpiadi delle Neuroscienze, fase italiana della International Brain Bee – IBB: competizione internazionale che mette alla prova studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado sul livello di conoscenza nel campo delle Neuroscienze e dove Giulio Deangeli, classificatosi vicecampione del mondo, è ancora oggi l’unico italiano ad essere salito sul podio mondiale nei venti anni di storia di questa prestigiosa competizione. Così come è tuttora il solo italiano insignito della borsa di studio mondiale Harvard HIP Scholarship, l’unica borsa di ricerca ufficiale di Harvard aperta agli studenti internazionali.
Il suo talento straordinario non è passato inosservato alle commissioni delle due ennesime importanti borse di studio che Giulio Deangeli si è aggiudicato.
La prima è stata conferita da Hevolus Innovation, eccellenza tecnologica italiana e partner ufficiale di Microsoft, nonché una delle 7 aziende al mondo impegnate nello sviluppo di avveniristiche soluzioni di Mixed Reality con Microsoft HoloLens. Istituita per sostenere progetti di ricerca innovativi in contesti multidisciplinari, la Hevolus Innovation Scholarship ha lo scopo di selezionare e incoraggiare giovani talenti promuovendone i percorsi di formazione scientifica e la crescita professionale.
L’altra è la Ermenegildo Zegna Founder's Scholarship. Una borsa di studio nata per consentire a un ristretto numero di italiani eccezionalmente promettenti di intraprendere un percorso di ricerca o specializzazione post-laurea all’estero e data prioritariamente a chi, come Giulio, ha il potenziale per diventare leader nel proprio settore ed è animato da un sincero interesse a contrastare la fuga di cervelli promuovendo e mantenendo i contatti accademici e il proprio impegno sociale nel nostro Paese.