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La filosofia ci guarda nel piatto e il verdetto non è dei migliori. “Mangiamo male perché non sappiamo che cosa vuol dire bene e male nella nostra relazione con il cibo”, scrive infatti il professore Adriano Fabris dell’Università di Pisa nel suo ultimo libro – in realtà un pamphlet, come lui stesso lo definisce – intitolato “Etica del mangiare. Cibo e relazione” (Edizioni Ets).


“In questo periodo di cenoni e di celebrazioni gastronomiche varie, in cui finiamo per mangiare anche solo per ottemperare a una tradizione, l’esigenza di mangiare in maniera etica si ripropone con ancora più urgenza – dice Adriano Fabris - Mangiare eticamente significa mangiare in maniera equilibrata, rispettosa degli altri (di coloro che magari non possono permettersi cenoni), di sé (del proprio benessere e della propria salute), di tutto l'ambiente”.

 

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Il professor Adriano Fabris e accanto la copertina del libro


L’idea da cui parte Fabris è che l’atto del mangiare è un modo problematico (e anche distruttivo e violento) di relazionarci con gli altri esseri viventi, con gli esseri umani e con il mondo in generale. Il libro inizia con un capitolo più esplicitamente polemico che mostra quanto le questioni relative al mangiare siano oggi spesso mal impostate perché la relazione alimentare è univocamente appiattita su chi mangia o su chi/cosa è mangiato. La seconda parte del volume, approfondisce gli aspetti di sacralità legati al cibo, a partire dalle religioni che hanno regolamentato come e cosa mangiare, anche allo scopo di mediare fra la necessità di uccidere per nutrirsi e il problema di limitare l’impatto di queste uccisioni. La terza parte infine, infine, sviluppa una vera e propria etica del mangiare, a partire dall’idea che mangiare è un atto che trasforma sia gli altri che se stessi.


“Mangiare eticamente – conclude Fabris - significa non dimenticare mai che mangiare è un atto relazionale: un atto, cioè, che ci mette in relazione con gli altri, donne e uomini, con molti esseri viventi, con l’ambiente in generale. Per questo dobbiamo riflettere su ciò che mangiamo e su come mangiamo. Magari per iniziare il nuovo anno in maniera davvero nuova”.

La Fondazione Teatro di Pisa offre agli studenti universitari la possibilità di assistere gratuitamente alle prove liriche delle sue due produzioni della Stagione 2019/20 al Teatro Verdi:

L’empio punito, di Alessandro Melani (1699)
martedì 8 ottobre ore 16-19;

Don Giovanni, di Wolfgang Amadeus Mozart (1787)
martedì 21 gennaio ore 16-19.

Prenotazione obbligatoria: per Don Giovanni entro venerdì 17 gennaio ore 12, compilare la scheda allegata e inviarla al settore della comunicazione Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

pianta ficoPer la prima volta l'Università di Pisa è capofila in uno studio volto al sequenziamento del genoma di una pianta superiore, il fico. Il team di ricercatori pisani, coordinato dalla professoressa Lucia Natali, è composto da genetisti vegetali e da bioinformatici dell'Università, coadiuvati da alcuni ricercatori della Scuola Sant’Anna, dell'Università di Perugia e del centro di ricerca inglese Rothamsted Research, con la collaborazione del Consorzio Associazione Produttori Fichi Secchi di Carmignano (Prato). I primi firmatari dello studio, pubblicato sulla rivista “The Plant Journal”, sono due giovani studiosi, Gabriele Usai, che sta per conseguire il dottorato di ricerca, e la ricercatrice Flavia Mascagni. Il progetto di ricerca è stato finanziato su fondi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali e in parte su fondi legati ad un progetto PRA finanziato dall'Ateneo.

"Il fico è una delle più antiche ed evocative specie coltivate dall'uomo – spiega la professoressa Natali – Secondo alcuni studiosi della Bibbia l'albero della conoscenza di Adamo ed Eva nel Paradiso non sarebbe stato un melo, ma un fico. L'Italia era fino agli anni '70 il primo produttore mondiale, poi c'è stato un declino. La disponibilità della sequenza dell'intero genoma apre la possibilità di applicare al fico diverse metodologie innovative di miglioramento genetico, come la selezione assistita da marcatori molecolari e il genome editing, che potrebbero rilanciare questa specie coltivata, caratterizzata da grande capacità di adattamento a situazioni ambientali avverse come quelle che si prevedono in seguito al climate change, e i cui frutti hanno un elevato valore nutrizionale e nutraceutico. Poiché uno dei principali problemi di questa coltura è la rapida deperibilità dei frutti, si potrebbe intervenire sui geni che controllano questo carattere e ottenere piante che producono frutti a più lenta maturazione, quindi più adatti a un mercato globalizzato e non solo locale".

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I ricercatori pisani autori del lavoro (da sinistra Alberto Vangelisti, Gabriele Usai, Lucia Natali, Flavia Mascagni, Andrea Cavallini, Tommaso Giordani).

“La sequenza del genoma del fico è stata realizzata con la nuova tecnica di sequenziamento Pacific Biosciences – aggiunge Flavia Mascagni – che consente di valutare differenze di sequenza fra cromosomi paterni e materni e di analizzare anche le modificazioni epigenetiche presenti nel DNA. In questo senso, i risultati del nostro studio hanno anche una valenza più generale, per i ricercatori interessati alla genomica strutturale e funzionale degli eucarioti”.

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Rappresentazione schematica dei 13 cromosomi di Ficus carica.

 

 

Lunedì, 23 Dicembre 2019 09:04

Pubblicazione di "Che Diotisalvi Times"

L’associazione Sinistra per…l’integrazione e le culture presenta la pubblicazione “Che DioTiSalvi Times Numero 9” (scarica il pdf), realizzato con i contributi per le attività studentesche dell’Ateneo di Pisa (rif. n. 1926).

Il Giornalino andrà in stampa a partire dal 22 dicembre 2019.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Lunedì, 23 Dicembre 2019 08:49

Pubblicazione di "Che Diotisalvi Times"

L’associazione Sinistra per…l’integrazione e le culture presenta la pubblicazione “Che DioTiSalvi Times Numero 9” (scarica il pdf), realizzato con i contributi per le attività studentesche dell’Ateneo di Pisa (rif. n. 1926).

Il Giornalino andrà in stampa a partire dal 22 dicembre 2019.

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