La canzone civile in concerto
Mercoledì 27 novembre 2019 alle 21.30 si terrà all'ExWide di Pisa un concerto dedicato alla Canzone Civile. Protagonisti della serata autori e interpreti di canto sociale: CONTROcanto pisano, NumeroBis accompagnato da Zoe e La2rios, Coro Garibaldi d'Assalto e Teatro dell'Assedio.
Il concerto è un viaggio nella tradizione cantautoriale e popolare della canzone politica italiana .Attraversando e raccontando in forma popolare la storia d’Italia, dal Risorgimento al periodo della Resistenza ed oltre, le canzoni che toccano temi civili e politici costituiscono oggi una fonte privilegiata per ricostruire la storia culturale italiana.
Il concerto è organizzato dall'associazione Filiforme con il contributo alle attività studentesche autogestite dell'Università di Pisa (rif. n. 2070).
Ingresso gratuito
Info Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 3441807120
Voce civile. L'Impegno nella Canzone
Mercoledì 27 novembre, sul palco dell’ExWide di Pisa (via Franceschi, 13), a partire dalle ore 22:30, la quarta edizione del concerto collettivo Voce civile. L'Impegno nella Canzone .
Sulla scena Alessio Lega e De’ Soda Sisters, Marco Rovelli, Davide Giromini e Michelangelo Ricci, che interpreteranno brani della ricca tradizione del canto sociale e di protesta italiano.
Il concerto è organizzato dall’associazione studentesca LiberLabor con i contributi alle attività studentesche dell’Università di Pisa (rif. n. 2060).
Ingresso gratuito
Info e contatti 320 5785174 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ciclo di seminari "Conflitti interculturali 2.0. Tra narrazione mediatica e proposte teoriche"
Prende il via il ciclo di seminari "Conflitti interculturali 2.0. Simboli, identità e rappresentazione. Tra narrazione mediatica e proposte teoriche". Il ciclo, composto da due incontri, è organizzato con il contributo dell'Università di Pisa (rif. 1986).
ll concetto di identità, con tutte le sue declinazioni, assume un significato centrale in ogni ambito della nostra quotidianità perché è attraverso l’identità che è possibile inserirsi ed interagire all’interno dei contesti sociali e relazionali, dove ogni scambio ha bisogno di essere chiaramente codificato e decodificato. Riuscire a narrare la propria identità diventa quindi un’esigenza fondamentale. È in questo processo di narrazione che, tuttavia, spesso si finisce per creare immagini di un Sè in opposizione ad un soggetto Altro. Si crea un rassicurante noi e un preoccupante loro.
Oggi la narrazione dominante descrive come “altro” le minoranze religiose, i gruppi migranti o migrati, le soggettività LGBT+. Ma cosa succederebbe se provassimo a ribaltare la dicotomia “sé-altro”? È possibile costruire una nuova narrazione che non sia asimmetrica? Quali strumenti critici e politici è possibile sviluppare per resistere alle retoriche dell’altro come nemico?
Giovedì 28 novembre, alle ore 17,30, presso l'Aula 6 del Palazzo della Sapienza, avrà luogo il primo seminario "Tra narrazione mediatica...". Argomento dell'incontro saranno parole, immagini e meme nella comunicazione pubblica e politica. L'obbiettivo è quello di riconoscere i processi comunicativi per sviluppare nuove forme di narrazione.
Modera:
Junio Aglioti Colombini
Relatrici
• Roberta Bracciale - docente di sociologia dei nuovi media (Università di Pisa)
• Valerio Nicolosi - reporter
• Chiara Magrone - content creator
Mercoledì 4 dicembre, alle ore 17,30, presso l'Aula 6 del Palazzo della Sapienza, avrà luogo "...e proposte teoriche", il secondo seminario con considerazioni politiche sull’identità e sulle possibili discriminazioni date dal rapporto identità-personalità. Sarà affrontato il tema del processo di ribaltamento di questo rapporto e le possibili prospettive.
Modera:
Alessia Tortolini
Relatrici:
• Marie Moïse - dottoranda in filosofia politica (Università di Padova e Toulouse II)
• Marta Panighel - dottoranda di sociologia (Università di Genova)
Per informazioni Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il futuro impedito: utopia e critica di fronte al capitalismo
Nell'ambito dell'attività autogestita svolta con il contributo finanziario dell'Università di Pisa (attività n. 2013), giovedì 28 novembre dalle ore 17.30 alle ore 19.30, presso l'aula R10 di Palazzo Ricci (Via del Collegio Ricci, 10 -Pisa) avrà luogo la seconda giornata del Laboratorio "Utopia, miti politici e figure della ribellione" dal titolo: "Il futuro impedito: utopia e critica di fronte al capitalismo".
Intervengono:
Sebastiano Taccola, "Sogno del nuovo o critica del presente? Utopia concreta e critica dell'economia politica"
Chiara De Cosmo, "Per una dialettica delle contraddizione reale. Lukács e Bloch sull'XI tesi"
Incarico presso la Direzione Servizi per la didattica e l’internazionalizzazione per "Corso di recupero degli OFA di matematica di base in modalità e-learning"
Insetti edibili: che ne pensano i pisani?
Che ne pensano i pisani degli insetti edibili, li hanno mai mangiati, li proverebbero? Alcune (anche inaspettate) indicazioni in merito arrivano da una indagine esplorativa condotta da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa svolta in occasione di “Bright 2019: Notte dei Ricercatori in Toscana”, la manifestazione che si è svolta in città lo scorso settembre.
“I cittadini che hanno accettato di rispondere sono stati quasi un centinaio, segnale questo di una certa curiosità sul tema – racconta il dottore Simone Mancini ricercatore dell’Ateneo pisano – non a caso negli ultimi anni nei paesi occidentali c’è un interesse crescente verso l’entomofagia, cioè il consumo di insetti da parte dell'uomo. Tuttavia, rimane ancora da capire se e fino a che punto i consumatori sono disposti ad accettare gli insetti nella propria alimentazione”.
Per quanto riguarda l’indagine condotta a Pisa, è emerso che circa il 17% degli intervistati ha già assaggiato insetti in precedenza, e quasi metà del campione si è dichiarato disposto ad assaggiarli in futuro nonostante che il 66% provino disgusto all’idea di mangiarli. In generale poi gli uomini sembrano più propensi a sperimentare questo nuovo cibo.
“Considerando comunque il numero limitato dei soggetti l’interpretazione dell'indagine non deve essere generalizzata e ma considerata come una prima ricognizione. – sottolinea la dottoressa Roberta Moruzzo ricercatrice dell’Università di Pisa – la raccolta dei dati si inserisce infatti in una serie di progetti ad ampio spettro che mirano a valutare questi "novel food" attraverso diversi punti di vista, tra cui le caratteristiche nutrizionali, l'impatto ambientale e naturalmente l'accettabilità dei prodotti da parte dei consumatori”.
Corsi e programmi in lingua inglese
Le lauree triennali e magistrali, i master, i dottorati, i corsi singoli e gli altri programmi:
X Fragile. Vita e opinioni di un antieroe
Venerdì 22 novembre, alle ore 16,30 nella Sala dei Mappamondi del Rettorato dell’Università di Pisa (Palazzo alla Giornata, Lungarno Pacinotti, 43) c'si presenta il libro "X Fragile. Vita e opinioni di un antieroe" (Felici Editore, 2019) di Luca Razzauti. L’autore nel 2018 ha conseguito con il massimo dei voti la Laurea magistrale in Storia e Forma delle arti visive, dello spettacolo e dei nuovi media presso l’Ateneo. Insieme a Luca è prevista la presenza del rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella, del professore Maurizio Ambrosini del Dipartimento Civiltà e Forme del sapere, della professoressa Sandra Lischi, delegata per la comunicazione e la diffusione della cultura e dell’editore Fabrizio Felici.
La presentazione del volume in anteprima per la stampa in rettorato di martedì 19 novembre, da sinistra Luca Fanucci (delegato del rettore all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità), Fabrizio Felici, Luca Razzauti, Paolo Mancarella, Maurizio Ambrosini, Sandra Lischi
Nel volume Luca Razzauti racconta la sua storia a partire dall’infanzia quando si manifestarono i primi sintomi della sindrome X Fragile che lo hanno portato a lottare contro i pregiudizi e le rigidità del sistema sanitario e scolastico. “Per me, per gli operatori che lo hanno supportato lungo tutto il suo percorso formativo e soprattutto per i giovani che affrontano, a volte con un senso di smarrimento, il percorso di studi universitario, la storia di Luca rappresenta una bellissima lezione di vita, di dignità e di determinazione”, ha scrittore il rettore Mancarella nella prefazione.
"X Fragile. Vita e opinioni di un antieroe" è dunque un romanzo di formazione autobiografico, in cui Luca spiega i limiti e le potenzialità della sua condizione psico-fisica e in cui narra il suo percorso accompagnato da professionalità lungimiranti, amici straordinari e soprattutto da una famiglia affettuosa e non convenzionale.
“Vivere l’università alla pari con altri senza sentirmi il solito sorvegliato speciale”, così Luca ha sintetizzato la sua esperienza all’Università di Pisa, una strada non scontata che lo ha portato verso importanti traguardi. Fra i suoi prossimi impegni ci sarà infatti anche quello di testimonial di fronte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme a Massimo Tenaglia e Lorenzo Nizzi Vassalle, altri due laureati dell’Università di Pisa che durante i loro studi sono stati seguiti dall’Ufficio Servizi per l'Integrazione di studenti con Disabilità. L’occasione è il Convegno della Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati del Rettore per la Disabilità (CNUDD) sui vent'anni della Legge n. 17/99 che si svolgerà il 6 dicembre a Roma.
Luca Razzauti e Massimo Tenaglia, quest’ultimo ipovedente e laureato in ingegneria elettronica nel 2014, saranno i protagonisti di due video in cui racconteranno la loro esperienza di studenti con disabilità. Lorenzo Nizzi Vassalle, sordo e laureato nel 2018 con il massimo dei voti in discipline dello spettacolo e della comunicazione, è stato invece fra i tre prescelti in tutta Italia per portare di persona la propria testimonianza al convegno.
All’appuntamento di Roma parteciperà infine anche il rettore dell’Ateneo pisano Paolo Mancarella invitato a parlare delle origini della CNUDD in qualità di ex presidente.
Gli echi sensoriali del passato condizionano il nostro modo di udire le cose
Siamo abituati a pensare che l’udito riporti fedelmente quello che succede intorno a noi, facendoci associare quello che sentiamo agli stimoli che i nostri sensi ricevono in quel momento. Uno studio appena pubblicato sulla rivista “Current Biology”, risultato di una collaborazione internazionale tra le università di Pisa, Firenze e Sydney, dimostra invece che la nostra percezione dei suoni è condizionata dall’eco dei suoni del passato recente.
«Molte delle nostre percezioni sono di fatto allucinazioni predittive, sono cioè attività nervose sollecitate da stimoli precedenti che condizionano la percezione di quelli successivi, proprio come l’eco di un suono che, riverberando, si combina con i suoni seguenti, modificandoli – spiega Tam Ho, giovane post-doc all’Università di Pisa e prima autrice dell’articolo –. Questi processi non sono di natura cognitiva: la predizione altera l’analisi anche di segnali sensoriali molto semplici e la loro selettività suggerisce che l’interazione avvenga nelle cortecce sensoriali».
Da sinistra Concetta Morrone, Hao Tam Ho, David C.Burr
Il team di ricercatori ha iniziato a fare luce su alcuni meccanismi alla base di questa percezione predittiva, dimostrando che i segnali predittivi sono estremamente selettivi e non costanti nel tempo. I ricercatori hanno dimostrato che la capacità di localizzare la provenienza di un suono (da destra o da sinistra) è condizionata dallo stimolo precedente. «Questo condizionamento si protrae per molti secondi se non intervengono ulteriori stimoli sensoriali – spiega la professoressa Maria Concetta Morrone dell’Università di Pisa, tra gli autori dello studio – La traccia di memoria degli stimoli precedenti si riaccende e riverbera ogni volta che si ripresenta uno stimolo che proviene dalla stessa posizione nello spazio».
Quindi la modulazione predittiva è ritmica e pulsa a un ritmo di 9 “battiti” al secondo. Questa frequenza, detta ritmo alfa, è una delle frequenze predominanti delle oscillazioni neuronali endogene che il cervello genera continuamente ed è affascinante pensare che questo ritmo trasporti informazioni predittive e selettive.
Sebbene i ricercatori in queste ricerche abbiano studiato l’udito, ritenengono che gli stessi principi siano validi per tutti gli altri sensi. “La percezione è un fenomeno attivo - chiarisce David Burr, autore corresponding dell’articolo e titolare del grant dell’European Research Council che ha finanziato la ricerca -: la previsione di quello che dovrebbe essere lo stimolo in arrivo può dominare la percezione e perfino annullare completamente la nuova informazione sensoriale”.
Il team di ricercatori in passato ha dimostrato che l’abilità di predire lo stimolo in arrivo è minore nei soggetti affetti da autismo o con tratti di personalità autistici. “I risultati dello studio potranno avere rilevanza anche per la comprensione di alcune patologie - conclude Burr -. La sfida sarà capire se questa ridotta abilità predittiva sia associata a un’alterazione dei meccanismi di riverberazione della traccia di memoria degli stimoli appena estinti”.
Gli echi sensoriali del passato condizionano il nostro modo di udire le cose
Siamo abituati a pensare che l’udito riporti fedelmente quello che succede intorno a noi, facendoci associare quello che sentiamo agli stimoli che i nostri sensi ricevono in quel momento. Uno studio appena pubblicato sulla rivista “Current Biology”, risultato di una collaborazione internazionale tra le università di Pisa, Firenze e Sydney, dimostra invece che la nostra percezione dei suoni è condizionata dall’eco dei suoni del passato recente.
«Molte delle nostre percezioni sono di fatto allucinazioni predittive, sono cioè attività nervose sollecitate da stimoli precedenti che condizionano la percezione di quelli successivi, proprio come l’eco di un suono che, riverberando, si combina con i suoni seguenti, modificandoli – spiega Tam Ho, giovane post-doc all’Università di Pisa e prima autrice dell’articolo –. Questi processi non sono di natura cognitiva: la predizione altera l’analisi anche di segnali sensoriali molto semplici e la loro selettività suggerisce che l’interazione avvenga nelle cortecce sensoriali».
Il team di ricercatori ha iniziato a fare luce su alcuni meccanismi alla base di questa percezione predittiva, dimostrando che i segnali predittivi sono estremamente selettivi e non costanti nel tempo. I ricercatori hanno dimostrato che la capacità di localizzare la provenienza di un suono (da destra o da sinistra) è condizionata dallo stimolo precedente. «Questo condizionamento si protrae per molti secondi se non intervengono ulteriori stimoli sensoriali – spiega la professoressa Maria Concetta Morrone dell’Università di Pisa, tra gli autori dello studio – La traccia di memoria degli stimoli precedenti si riaccende e riverbera ogni volta che si ripresenta uno stimolo che proviene dalla stessa posizione nello spazio».
Quindi la modulazione predittiva è ritmica e pulsa a un ritmo di 9 “battiti” al secondo. Questa frequenza, detta ritmo alfa, è una delle frequenze predominanti delle oscillazioni neuronali endogene che il cervello genera continuamente ed è affascinante pensare che questo ritmo trasporti informazioni predittive e selettive.
Sebbene i ricercatori in queste ricerche abbiano studiato l’udito, ritenengono che gli stessi principi siano validi per tutti gli altri sensi. “La percezione è un fenomeno attivo - chiarisce David Burr, autore corresponding dell’articolo e titolare del grant dell’European Research Council che ha finanziato la ricerca -: la previsione di quello che dovrebbe essere lo stimolo in arrivo può dominare la percezione e perfino annullare completamente la nuova informazione sensoriale”.
Il team di ricercatori in passato ha dimostrato che l’abilità di predire lo stimolo in arrivo è minore nei soggetti affetti da autismo o con tratti di personalità autistici. “I risultati dello studio potranno avere rilevanza anche per la comprensione di alcune patologie - conclude Burr -. La sfida sarà capire se questa ridotta abilità predittiva sia associata a un’alterazione dei meccanismi di riverberazione della traccia di memoria degli stimoli appena estinti”.