I teddy boys all’italiana protagonisti della prima frattura generazionale della nostra storia
Furono i teddy boys all’italiana i protagonisti della prima vera frattura generazionale nella storia del nostro Paese. Per la prima volta un saggio mette al centro i giovani italiani degli anni Cinquanta descrivendo la loro “ribellione senza causa" ispirata soprattutto ai film e alla musica americana. Il volume appena pubblicato dalla Pisa University Press si intitola “Parole ribelli” e ne è autore il professore Alessandro Volpi del dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Il libro sarà presentato al Pisa Book Festival (palazzo dei congressi, via Matteucci 1) sabato 9 novembre alle 19.
“Si trattò di una frattura che per molti versi avvenne senza una consapevolezza ben precisa – spiega Alessandro Volpi - "una ribellione senza causa", appunto, lontana dalla politica e dal linguaggio dei grandi partiti e caratterizzata piuttosto dal disimpegno e dall'emulazione di modelli consumistici ed esterofili”.
Gli eroi di questa ribellione furono i grandi attori americani del disagio giovanile - Brando, Dean, accompagnati dal mito di Presley - tutti simboli vissuti dai giovani italiani in un'ottica di immedesimazione senza una reale conoscenza dei fenomeni culturali che li avevano generati.
“Di Brando, Dean e Presley, i giovani italiani amavano proprio la ribellione senza motivo che non aveva bisogno di appartenenze ideologiche e di progetti per il domani – continua Volpi - I teddy boys erano, in tale ottica, il paradigma più esplicito di uno stile di vita sganciato dalle circostanze e dalle visioni; un modello di vita da consumare subito e in fretta che non aveva radici né poteva lasciare un'eredità, secondo quella generazione”.
Una ribellione che secondo la tesi di Volpi, si manifestò soprattutto nelle produzioni di largo consumo, quasi si trattasse di un fenomeno interamente commerciale. Nacquero così la musica per i giovani, la stampa per i giovani, la letteratura per i giovani, i fumetti per i giovani, l’arte per i giovani, che si caratterizzarono proprio per i tratti ribelli fini a se stessi.
“Da questo punto di vista – conclude Volpi - i ribelli degli anni Cinquanta nel loro edonismo, nella loro protesta senza giusta causa, nel loro consumismo esasperato e persino nella loro violenza senza senso, non anticipavano in alcun modo le rivolte degli anni Sessanta, in cui la prospettiva comunitaria era largamente prevalente su qualsiasi istanza individuale e, soprattutto, non avevano nulla a che fare con la ventata ideologica del 1968, di cui certo non costituirono in alcun modo la preparazione”.
Ribelli senza causa: i teddy boys all’italiana protagonisti della prima frattura generazionale della nostra storia
Furono i teddy boys all’italiana i protagonisti della prima vera frattura generazionale nella storia del nostro Paese. Per la prima volta un saggio mette al centro i giovani italiani degli anni Cinquanta descrivendo la loro “ribellione senza causa" ispirata soprattutto ai film e alla musica americana. Il volume appena pubblicato dalla Pisa University Press si intitola “Parole ribelli” e ne è autore il professore Alessandro Volpi del dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Il libro sarà presentato al Pisa Book Festival (palazzo dei congressi, via Matteucci 1) sabato 9 novembre alle 19.
“Si trattò di una frattura che per molti versi avvenne senza una consapevolezza ben precisa – spiega Alessandro Volpi - "una ribellione senza causa", appunto, lontana dalla politica e dal linguaggio dei grandi partiti e caratterizzata piuttosto dal disimpegno e dall'emulazione di modelli consumistici ed esterofili”.
Gli eroi di questa ribellione furono i grandi attori americani del disagio giovanile - Brando, Dean, accompagnati dal mito di Presley - tutti simboli vissuti dai giovani italiani in un'ottica di immedesimazione senza una reale conoscenza dei fenomeni culturali che li avevano generati.
“Di Brando, Dean e Presley, i giovani italiani amavano proprio la ribellione senza motivo che non aveva bisogno di appartenenze ideologiche e di progetti per il domani – continua Volpi - I teddy boys erano, in tale ottica, il paradigma più esplicito di uno stile di vita sganciato dalle circostanze e dalle visioni; un modello di vita da consumare subito e in fretta che non aveva radici né poteva lasciare un'eredità, secondo quella generazione”.
Una ribellione che secondo la tesi di Volpi, si manifestò soprattutto nelle produzioni di largo consumo, quasi si trattasse di un fenomeno interamente commerciale. Nacquero così la musica per i giovani, la stampa per i giovani, la letteratura per i giovani, i fumetti per i giovani, l’arte per i giovani, che si caratterizzarono proprio per i tratti ribelli fini a se stessi.
“Da questo punto di vista – conclude Volpi - i ribelli degli anni Cinquanta nel loro edonismo, nella loro protesta senza giusta causa, nel loro consumismo esasperato e persino nella loro violenza senza senso, non anticipavano in alcun modo le rivolte degli anni Sessanta, in cui la prospettiva comunitaria era largamente prevalente su qualsiasi istanza individuale e, soprattutto, non avevano nulla a che fare con la ventata ideologica del 1968, di cui certo non costituirono in alcun modo la preparazione”.
Avviso di fabbisogno interno "Microrna e DNA circolanti come nuovi marcatori diagnostici, prognostici e per la risposta terapeutica nel carcinoma midollare della tiroide”
Avviso di fabbisogno interno presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie ad una unità di personale esperta nell’ambito della anestesiologia veterinaria
In Sapienza "Ad alta voce & a tutto volume”, serata di letture e libri in mostra
Venerdì 8 novembre, alle 21.30, nell'Aula Magna Storica della Sapienza, in occasione del Pisa Book Festival, con le due sezioni speciali dedicate a Portogallo e Romania, si terrà una serata di letture in portoghese e in romeno con gli scrittori e i loro traduttori, e una mostra di libri dedicata ai due paesi ospiti.
L’iniziativa, nata grazie alla collaborazione con le professoresse Valeria Tocco e Emilia David del dipartimento di Filologia Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, vedrà la partecipazione degli scrittori Almeida Faria, Luís Cardoso (Focus Portogallo), Radu Pavel Gheo, Claudiu Florian (Focus Romania) che leggeranno brani delle loro opere accompagnati dai loro traduttori Andrea Ragusa, Mauro Barindi, e l’allestimento di una piccola esposizione di volumi antichi e moderni provenienti dalle biblioteche di Ateneo, in particolare dalla Biblioteca di Italianistica e Romanistica.
Tra questi, oltre alle Cinquecentine, “Geografia” di Tolomeo e “Dell’unione del Regno di Portogallo alla Corona di Castiglia” di Conestaggio, saranno esposte alcune prime edizioni del grande poeta e pittore portoghese José de Almada-Negreiros, donate alla Biblioteca dagli eredi, e opere di fine Ottocento in romeno.
Inoltre si potranno sfogliare alcuni volumi moderni che illustrano l’arte, la storia, la cultura dei due paesi ospiti e che testimoniano la ricchezza e la varietà della raccolta delle biblioteche del nostro Ateneo, un grande patrimonio accessibile a tutti.
La mostra continuerà dall’11 al 15 novembre presso la Biblioteca di Italianistica e Romanistica, piazza Torricelli 2, dalle 8.30 alle 20.00, ingresso libero.
Il superbasilico che cresce in fondo al mare
Il basilico coltivato nelle biosfere sottomarine dell’Orto di Nemo è più verde, aromatico e ricco di sostanze antiossidanti rispetto a quello che cresce sulla terraferma. La notizia arriva dall’Università di Pisa dove un team di ricercatori ha avuto il compito di valutare la risposta delle piante a condizioni di vita così particolari come quelle in fondo al mare. L’Ateneo pisano è infatti uno dei partner scientifici dell’Orto di Nemo, un progetto partito nel 2012 e promosso da Mestel Safety del gruppo Ocean Reef, una società che si occupa di strumentazioni subacquee, con l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo.
Il basilico coltivato nelle biosfere dell'Orto di Nemo
Il basilico studiato è stato coltivato in biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli, al largo delle coste liguri. Queste serre sottomarine sono delle specie di mongolfiere trasparenti dove possono crescere, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piantine. Riempite di aria, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore spingendo l’acqua sotto, sono strutture ecologiche che non inquinano e non danneggiano il mare, ed autosostenibili. Si alimentano infatti con energia rinnovabile e per quanto riguarda l’irrigazione utilizzano che l’acqua marina che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante.
“Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari – ha detto la professoressa Luisa Pistelli del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa - il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali da tre punti di vista, fisiologico, chimico e morfologico”.
Dalla analisi è quindi emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti (polifenoli) e di pigmenti fotosintetici (clorofille e carotenoidi) per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. È inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce sulla terraferma. Dal punto di vista dell’aspetto non sono emerse differenze morfologiche al microscopio a scansione.
Le analisi sul basilico sono state condotte nei laboratori dei Dipartimenti di Farmacia e Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali, Università di Pisa. Oltre a Luisa Pistelli fanno parte del gruppo di lavoro dell’Ateneo pisano Guido Flamini, Roberta Ascrizzi, Laura Pistelli. Nell’intero progetto rientrano anche Claudia Giuliani del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Milano, Claudio Cervelli e Barbara Ruffoni del CREA-Unità di ricerca per la floricoltura e le specie ornamentali (FSO) e infine Elisabetta Princi, Sergio Gamberini, Luca Gamberini, Gianni Fontanesi della Mestel Safety (Ocean Reef Group) di Genova che hanno ideato, costruito e gestito le serre subacquee.
Il superbasilico che cresce in fondo al mare
Il basilico coltivato nelle biosfere sottomarine dell’Orto di Nemo è più verde, aromatico e ricco di sostanze antiossidanti rispetto a quello che cresce sulla terraferma. La notizia arriva dall’Università di Pisa dove un team di ricercatori ha avuto il compito di valutare la risposta delle piante a condizioni di vita così particolari come quelle in fondo al mare. L’Ateneo pisano è infatti uno dei partner scientifici dell’Orto di Nemo, un progetto partito nel 2012 e promosso da Mestel Safety del gruppo Ocean Reef, una società che si occupa di strumentazioni subacquee, con l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo.
Il basilico studiato è stato coltivato in biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli, al largo delle coste liguri. Queste serre sottomarine sono delle specie di mongolfiere trasparenti dove possono crescere, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piantine. Riempite di aria, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore spingendo l’acqua sotto, sono strutture ecologiche che non inquinano e non danneggiano il mare, ed autosostenibili. Si alimentano infatti con energia rinnovabile e per quanto riguarda l’irrigazione utilizzano che l’acqua marina che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante.
“Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari – ha detto la professoressa Luisa Pistelli del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa - il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali da tre punti di vista, fisiologico, chimico e morfologico”.
Dalla analisi è quindi emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti (polifenoli) e di pigmenti fotosintetici (clorofille e carotenoidi) per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. È inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce sulla terraferma. Dal punto di vista dell’aspetto non sono emerse differenze morfologiche al microscopio a scansione.
Le analisi sul basilico sono state condotte nei laboratori dei Dipartimenti di Farmacia e Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali, Università di Pisa. Oltre a Luisa Pistelli fanno parte del gruppo di lavoro dell’Ateneo pisano Guido Flamini, Roberta Ascrizzi, Laura Pistelli. Nell’intero progetto rientrano anche Claudia Giuliani del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Milano, Claudio Cervelli e Barbara Ruffoni del CREA-Unità di ricerca per la floricoltura e le specie ornamentali (FSO) e infine Elisabetta Princi, Sergio Gamberini, Luca Gamberini, Gianni Fontanesi della Mestel Safety (Ocean Reef Group) di Genova che hanno ideato, costruito e gestito le serre subacquee.
Corso di formazione del CUG "Le azioni di contrasto al sessismo e all'omofobia in ambiente universitario"
L’Amministrazione dell’Università di Pisa promuove lo svolgimento del corso "Le azioni di contrasto al sessismo e all'omofobia in ambiente universitario", organizzato dal Comitato Unico di Garanzia, rivolto a tutto il personale tecnico, amministrativo e bibliotecario dell’Ateneo.
Il corso, che si svolgerà presso il Centro Congressi “Le Benedettine” nei giorni 3 e 4 dicembre 2019, è aperto a 100 unità di personale che saranno suddivise in quattro gruppi di 25 persone.
Dopo una breve presentazione di circa 30 minuti effettuata alla presenza di tutte/i le/i partecipanti, il corso sarà articolato in due moduli (modulo teorico – 2 ore e 30 minuti; modulo laboratoriale – 2 ore).
Programma
Martedì 3 dicembre
h. 9.30-10.00
Riunione plenaria per presentazione corso
h. 10.15-12.45
Gruppo A
prof.ssa Elena Luppi
Università di Bologna
h. 10.15-12.45
Gruppo B
prof.ssa Giovanna Vingelli
Università della Calabria
h. 15.00-17.30
Gruppo C
prof.ssa Luppi
Università di Bologna
h. 15.00-17.30
Gruppo D
prof.ssa Giovanna Vingelli
Università della Calabria
h. 15.00-17.00
Gruppo A
prof. Vincenzo Bochicchio
Università della Calabria
h. 15.00-17.00
Gruppo B
prof. Cristiano Scandurra
Università di Napoli “Federico II”
Mercoledì 4 dicembre
h. 10.00-12.00
Gruppo C
prof. Cristiano Scandurra
Università di Napoli “Federico II”
h. 10.00-12.00
Gruppo D
prof. Vincenzo Bochicchio
Università della Calabria
Partecipazione al corso
La partecipazione al corso sarà considerata come orario di servizio.
Si fa presente che le attività formative in questione, se frequentate in orario di lavoro, danno diritto al riconoscimento dell’assenza giustificata per motivi di “formazione”, mentre quelle svolte al di fuori del proprio orario di lavoro non sono conteggiate come ore di “maggior presenza”. È tuttavia possibile, in accordo con il responsabile della struttura di riferimento, modulare i rientri pomeridiani. (Circolare del Direttore Generale n.17/19 del 19/09/2019).
Tutte/i le/gli interessate/i sono invitate/i a far pervenire la richiesta al seguente indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., previa informazione al proprio responsabile di struttura, entro il 15 novembre 2019.
Saranno accolte prioritariamente le richieste pervenute secondo l’ordine di arrivo e in numero pari a tre per ciascuna struttura; qualora non fosse stato raggiunto il numero di 100 iscrizioni previste, potranno essere accolte ulteriori richieste oltre alle tre pervenute per ciascuna struttura.
International Olympic Games
Sabato 9 novembre 2019, alle ore 15,00, si terranno gli International Olympic Games di Football (presso il Campo DLF, piazza della Stazione), e di Volley e Basket (presso la palestra di Via Giovanni Bovio). L'attività autogestita è svolta con il patrocinio dell'Università di Pisa (n° 2103).
Corso per micologi e mostra micologica all'Orto Botanico
Mercoledì 6 novembre 2019, dalle ore 8,30 alle 17,00, l’Orto botanico ospiterà il “Corso di formazione per esperti micologi dell’USL”, organizzato dall’Ispettorato Micologico dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest.
Giovedì 7 novembre, dalle ore 9,00 alle ore 17,00, sempre presso l'Orto Botanico si terrà una mostra micologica nella quale verranno esposte in particolare le specie commestibili e le tossiche con esse confondibili.