Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna
"Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna" è il titolo di una conferenza-concerto che si svolge giovedì 11 luglio alle 21.15 alle Officine Garibaldi (Via Gioberti 39, Pisa). L’evento, a ingresso libero, fa parte della rassegna Luna50 ed è realizzato in collaborazione con il Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Università di Pisa. La serata dedicata al rapporto fra femminile e luna con al centro la figura della Turandot di Giacomo Puccini sarà animata da Maria Antonella Galanti dell’Università di Pisa, Dario Focardi dei Teatri della Resistenza come voce recitante su musiche di Lili Boulanger e Anne Marie Turcotte eseguite da Carlo Pernigotti al pianoforte, Lorenzo Petrizzo al violino e Claudio Rosatelli al clarinetto.
Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna
"Lunatica: parole e musiche intorno alle donne e la luna" è il titolo di una conferenza-concerto che si svolge giovedì 11 luglio alle 21.15 alle Officine Garibaldi (Via Gioberti 39, Pisa). L’evento, a ingresso libero, fa parte della rassegna Luna50 ed è realizzato in collaborazione con il Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell'Università di Pisa. La serata dedicata al rapporto fra femminile e luna con al centro la figura della Turandot di Giacomo Puccini sarà animata da Maria Antonella Galanti dell’Università di Pisa, Dario Focardi dei Teatri della Resistenza come voce recitante su musiche di Lili Boulanger e Anne Marie Turcotte eseguite da Carlo Pernigotti al pianoforte, Lorenzo Petrizzo al violino e Claudio Rosatelli al clarinetto.
Gli archeologi dell’Università di Pisa in missione di scavo a Pompei
Dal 1 al 19 luglio la missione archeologica dell’Università di Pisa è impegnata nello scavo di due saggi nei Praedia di Giulia Felice, un complesso abitativo che occupa un intero isolato della città antica di Pompei. Impegnati sul campo ci sono docenti, tecnici e studenti dell’Ateneo e ricercatori della Scuola IMT Alti Studi Lucca che portano avanti il progetto "Pompeian Residential Architecture. Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive" (PRAEDIA), iniziato nel 2016 come collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, l’Università di Pisa, il Laboratorio SMART della Scuola Normale Superiore di Pisa (SNS) e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
PRAEDIA intende contribuire alla conoscenza dell’edilizia domestica di Pompei attraverso un programma di indagini multidisciplinari nella Regio II, una zona di cruciale importanza nel tessuto della città antica, delimitata da una porta urbica, dall’anfiteatro, dalla necropoli di Porta Nocera e dalla principale arteria cittadina, via dell’Abbondanza. In questa prima fase, la ricerca riguarda in particolare i cosiddetti Praedia di Iulia Felix, un vasto complesso che occupa un intero isolato della città antica (Regio II, Insula 4).
Sin dalla loro scoperta alla metà del Settecento, i Praedia hanno incuriosito gli studiosi con la loro combinazione di elementi tipici di una casa (spazi abitativi organizzati attorno ad un atrio), di una villa (un giardino con giochi d’acqua, spazi per la consumazione di pasti all'aperto, un esteso parco) e settori commerciali (appartamenti dati in affitto, terme aperte al pubblico, una taverna). La campagna 2019 ha lo scopo di chiarire la storia di questo complesso, grazie all'indagine delle fasi di occupazione più antiche.
In questo senso, un approfondito esame dei Praedia di Iulia Felix potrà apportare nuovi dati per una riflessione critica della nozione di “prototipo abitativo romano”, così da evidenziare la natura malleabile dei suoi elementi compositivi. Per far fronte a tali obiettivi, il progetto PRAEDIA è basato su un approccio multidisciplinare e su più line di ricerca, che includono indagini geofisiche, scavi stratigrafici, ricostruzioni digitali e virtuali, così come lo studio delle tecniche costruttive, della decorazione parietale e pavimentale, e dell’economia dell’antica Pompei.
La campagna di scavo è diretta da Marialaura Iadanza (Parco Archeologico di Pompei) e coordinata da Anna Anguissola (del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa) e da Riccardo Olivito (Scuola IMT Alti Studi Lucca). Lo staff è costituito inoltre da Chiara Tarantino (del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa), Emanuele Taccola (del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa, laboratorio LaDiRe), Sara Lenzi. Con loro ci sono cinque studenti: Jessica Bartelloni, Chiara Balestrino, Antonio Monticolo, Giulia Sportelli, Angelica Tortorella.
È possibile seguire le attività di scavo sui canali Instagram e Twitter: PRAEDIAproject, #PRAEDIA #PRAEDIAperti.
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Avviso di fabbisogno interno " Supervisione/supporto anche propedeutico alla didattica nell'ambito del progetto Polo Universitario Penitenziario di Pisa 2019.
Ateneo in lutto per la scomparsa della professoressa Giovanna Remorini
Con profondo dispiacere la Scuola di Ingegneria rende partecipi della scomparsa della professoressa Giovanna Remorini.
Da giovanissima laureata in Matematica ha iniziato la sua carriera di assistente per i corsi di Analisi a Ingegneria. Affiancando il professor Mattei, ha insegnato per molti anni Meccanica razionale nei corsi di laurea in Ingegneria aerospaziale e Ingegneria meccanica e ha fatto parte dell'ex dipartimento di Ingegneria aerospaziale. È stata una docente dalle grandi qualità umane oltre che scientifiche. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla la ricorda per il suo sguardo dolce e forte insieme, per il suo sorriso gentile, per la sua calma e per l'infinita pazienza con cui, anche dopo ore di esame, cercava di guidare il ragionamento degli studenti.
La professoressa Remorini colpiva soprattutto per l'eleganza del suo spirito, semplice e determinato, come le montagne che tanto amava. I colleghi e generazioni di studenti la ricordano con affetto e gratitudine.
Le esequie si terranno mercoledì 10 Luglio alle 10.30 presso la chiesa di San Michele degli Scalzi.
Rotary Club Cascina e PharmaNutra sostengono l’Ateneo di Pisa nell'acquisto di due vetture attrezzate al trasporto disabili
Il Rotary Club Cascina e l’azienda farmaceutica PharmaNutra SPA hanno fatto due donazioni all'Università di Pisa finalizzate a coprire parte delle spese per acquistare due vetture appositamente attrezzate per il trasporto degli studenti e del personale con disabilità. Le donazioni sono state presentate in rettorato, martedì 9 luglio, dal rettore Paolo Mancarella, dal prorettore per l’Organizzazione e le politiche del personale, Michele Marroni, dal chief financial officer di PharmaNutra SPA, Francesco Sarti, dai presidenti del Rotary Club Cascina annata 2018/2019, Giuseppe Saccomanni, e annata 2019/2020, Paolo Barnelli. Erano inoltre presenti il delegato all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, Luca Fanucci, il professor Marco Macchia, ordinario di Chimica farmaceutica, e il governatore del distretto Rotary 2071 per l’annata 2018/2019, Giampaolo Ladu.
Le donazioni del Rotary Club Cascina e di PharmaNutra SPA agevoleranno l'Università di Pisa nell'acquisto di due vetture nuove, un Doblò e una Panda, attrezzate per il trasporto dei disabili, arricchendo il parco macchine che l'Ateneo ha a sua disposizione e migliorando in modo sensibile i servizi offerti alle persone con disabilità che vi lavorano o studiano. Anche grazie all'utilizzo dei nuovi mezzi, l'Università testimonia la consolidata e continua tradizione di attenzione alle persone con disabilità, un settore che vede l'Ateneo pisano all’avanguardia in campo nazionale.
Le donazioni devono molto alla sensibilità dimostrata dal past president del Rotary Club Cascina, Giuseppe Saccomanni, e dall’amministratore delegato e vicepresidente di PharmaNutra, Roberto Lacorte, che hanno agito in sinergia tra loro e in collaborazione con i professori Marco Macchia e Michele Marroni.
Il Rotary Club ha tra le sue principali missioni quella di realizzare e di coordinare iniziative come quella presentata in Ateneo, muovendosi lungo tre direttrici che riguardano i giovani, il sociale e la cultura. PharmaNutra ha ugualmente sposato con entusiasmo quest'idea, che rappresenta un esempio in cui l'iniziativa nel sociale si fonde con la mission dell'azienda di sviluppare prodotti nutraceutici e dispositivi medici innovativi per il benessere e la salute nelle persone.
Nell'Ateneo due nuove vetture attrezzate per il trasporto disabili
Il Rotary Club Cascina e l’azienda farmaceutica PharmaNutra SPA hanno fatto delle donazioni all'Università di Pisa finalizzate a coprire parte delle spese per acquistare due vetture appositamente attrezzate per il trasporto degli studenti e del personale con disabilità. Le donazioni sono state presentate in rettorato, martedì 9 luglio, dal rettore Paolo Mancarella, dal prorettore per l’Organizzazione e le politiche del personale, Michele Marroni, dal chief financial officer di PharmaNutra SPA, Francesco Sarti, dai presidenti del Rotary Club Cascina annata 2018/2019, Giuseppe Saccomanni, e annata 2019/2020, Paolo Barnelli. Erano inoltre presenti il delegato all’integrazione degli studenti e del personale con disabilità e DSA, Luca Fanucci, il professor Marco Macchia, ordinario di Chimica farmaceutica, e il governatore del distretto Rotary 2071 per l’annata 2018/2019, Giampaolo Ladu.
Le donazioni del Rotary Club Cascina e di PharmaNutra SPA agevoleranno l'Università di Pisa nell'acquisto di due vetture nuove, un Doblò e una Panda, attrezzate per il trasporto dei disabili, arricchendo il parco macchine che l'Ateneo ha a sua disposizione e migliorando in modo sensibile i servizi offerti alle persone con disabilità che vi lavorano o studiano. Anche grazie all'utilizzo dei nuovi mezzi, l'Università testimonia la consolidata e continua tradizione di attenzione alle persone con disabilità, un settore che vede l'Ateneo pisano all’avanguardia in campo nazionale.
Le donazioni devono molto alla sensibilità dimostrata dal past president del Rotary Club Cascina, Giuseppe Saccomanni, e dall’amministratore delegato e vicepresidente di PharmaNutra, Roberto Lacorte, che hanno agito in sinergia tra loro e in collaborazione con i professori Marco Macchia e Michele Marroni.
Il Rotary Club ha tra le sue principali missioni quella di realizzare e di coordinare iniziative come quella presentata in Ateneo, muovendosi lungo tre direttrici che riguardano i giovani, il sociale e la cultura. PharmaNutra ha ugualmente sposato con entusiasmo quest'idea, che rappresenta un esempio in cui l'iniziativa nel sociale si fonde con la mission dell'azienda di sviluppare prodotti nutraceutici e dispositivi medici innovativi per il benessere e la salute nelle persone.
Nella foto, da sinistra: Sarti, Macchia, Fanucci, Mancarella, Marroni, Saccomanni, Ladu, Barnelli.
INVITO STAMPA: In Piazza del Duomo la presentazione di KeruBlast, la nuova monoposto dell’E-Team Squadra Corse dell’Ateneo
Mercoledì 10 luglio, alle ore 18.30, in Piazza del Duomo, l'E-Team, la squadra corse dell'Ateneo pisano, presenterà KeruBlast, la nuova vettura monoposto che sarà in gara nelle prossime competizioni della Formula SAE, con auto progettate e realizzate da studenti universitari. Nell’occasione interverranno il rettore Paolo Mancarella, il professor Alberto Landi, presidente della Scuola di Ingegneria e rappresentanti delle istituzioni.
Nato nel 2007 come un progetto di pochi studenti e professori di ingegneria l’E-Team conta oggi la partecipazione di 90 membri, provenienti da diversi dipartimenti e corsi di laurea. L'esperienza maturata in Formula SAE ha permesso a molti ex-membri di entrare a far parte di alcune delle migliori aziende del motorsport italiano e mondiale.
Il senso del tatto guida i nostri movimenti
Suona la sveglia: a tutti è capitato, ancora in dormiveglia, di lasciar scivolare la mano sopra il comodino per spegnerla. La facilità con cui si eseguono tutti i giorni azioni come questa è sorprendente se rapportata alla complessità dell’anatomia della mano e dei processi neurali responsabili del controllo sensorimotorio. Come sappiamo a colpo sicuro dirigere la mano verso la sveglia? Che ruolo ha nel compiere questo movimento le sensazioni tattili che deriva dallo scivolamento della mano sul comodino?
Una risposta appare sulla rivista Science Advances, in uno studio condotto da neuroscienziati e ingegneri dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, della Fondazione Santa Lucia, dell'Università di Pisa, e dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che mette in relazione la capacità di controllare efficacemente il movimento delle nostre mani con le sensazioni tattili che i recettori della pelle ci forniscono.
“Per controllare i movimenti delle nostre mani – afferma Alessandro Moscatelli, ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata e della Fondazione Santa Lucia, presso il gruppo diretto dal professor Francesco Lacquaniti – dobbiamo conoscerne la posizione e la velocità di movimento rispetto agli oggetti che ci circondano. Il senso della posizione e della velocità dei nostri arti e del nostro corpo viene chiamato propriocezione – un vero e proprio "sesto senso". Secondo studi classici di neuroscienze, i segnali di propriocezione derivano da recettori meccanici incorporati nel nostro sistema muscolo-scheletrico. I recettori presenti nella pelle, al contrario, sarebbero alla base del nostro senso del tatto. A differenza della propriocezione, si ritiene comunemente che il senso del tatto fornisca informazioni sugli oggetti esterni. Ad esempio, ci informa se un oggetto è rigido o soffice, liscio o ruvido e così via. Con questo studio abbiamo dimostrato che questa separazione non è poi così netta, e abbiamo fatto un passo importante per capire come funziona la nostra percezione del mondo”.
Quando si tocca un oggetto, infatti, la deformazione della nostra pelle fornisce informazioni non solo sull'oggetto stesso, ma anche sulla posizione e sul movimento della parte del corpo che tocca l'oggetto. Se è così, in modo simile a come avviene per la propriocezione, il senso del tatto dovrebbe essere in grado di fornire una guida al nostro sistema nervoso per controllare i movimenti del nostro corpo, in particolare degli arti.
“In una serie di esperimenti – prosegue Matteo Bianchi, ricercatore all’Università di Pisa (dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Centro di Ricerca “Enrico Piaggio”) – abbiamo costruito una “illusione tattile”: i partecipanti dovevano muovere il loro dito su una superficie con delle linee increspate, cercando di spostarsi in linea retta (senza utilizzare la visione in quanto bendati) o verso un bersaglio visibile soltanto in una realtà virtuale riprodotta mediante un dispositivo indossabile. Secondo il nostro modello matematico, la direzione di moto rilevata dal tatto e quindi dalla deformazione della pelle viene influenzata dall'orientamento delle creste. Coerentemente, abbiamo osservato che cambiando l’orientamento delle creste, i movimenti sistematicamente deviavano dalla traiettoria desiderata. Abbiamo quindi ripetuto l’esperimento chiedendo ai soggetti di indossare un guanto, in modo che l’informazione tattile fosse attutita. In questo caso, il movimento veniva eseguito per lo più in modo corretto. Questo risultato dà un forte sostegno al nostro modello e dimostra che le nostre azioni sono davvero letteralmente guidate da una miscela ideale di tatto e “sesto senso’’ (propriocezione) pesata in base all’affidabilità delle misure a disposizione del nostro sistema nervoso".
“Le applicazioni che ne derivano sono molto interessanti in diversi campi” conclude Antonio Bicchi (Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Pisa). “Questo tipo di ricerca è infatti fondamentale per lo sviluppo di una nuova generazione di tecnologie aptiche, ovvero legate al senso del tatto, che utilizzano la matematica come strumento di modellazione e sintesi. Le implicazioni in ambito tecnologico e industriale sono principalmente legate a dispositivi di realtà virtuale e aumentata in grado di fornire un’esperienza immersiva e realistica, fondamentale nella nuova industria, per esempio per processi di progettazione di prototipi, modellizzazione e ispezione da remoto”.
Importanti ricadute sono possibili anche in ambito medico. Lo studio dei principi di funzionamento della nostra percezione corporea può portare infatti allo sviluppo di test clinici più sensibili, in grado di effettuare diagnosi precoci di diverse malattie neurologiche che sono associate ad una diminuzione della capacità di movimento e sensibilità tattile, come neuropatie diabetiche, lesioni nervose traumatiche e sclerosi multipla.
Il senso del tatto guida i nostri movimenti
Suona la sveglia: a tutti è capitato, ancora in dormiveglia, di lasciar scivolare la mano sopra il comodino per spegnerla. La facilità con cui si eseguono tutti i giorni azioni come questa è sorprendente se rapportata alla complessità dell’anatomia della mano e dei processi neurali responsabili del controllo sensorimotorio. Come sappiamo a colpo sicuro dirigere la mano verso la sveglia? Che ruolo ha nel compiere questo movimento le sensazioni tattili che deriva dallo scivolamento della mano sul comodino?
Una risposta appare sulla rivista Science Advances, in uno studio condotto da neuroscienziati e ingegneri dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, della Fondazione Santa Lucia, dell'Università di Pisa, e dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), che mette in relazione la capacità di controllare efficacemente il movimento delle nostre mani con le sensazioni tattili che i recettori della pelle ci forniscono.
“Per controllare i movimenti delle nostre mani – afferma Alessandro Moscatelli, ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata e della Fondazione Santa Lucia, presso il gruppo diretto dal professor Francesco Lacquaniti – dobbiamo conoscerne la posizione e la velocità di movimento rispetto agli oggetti che ci circondano. Il senso della posizione e della velocità dei nostri arti e del nostro corpo viene chiamato propriocezione – un vero e proprio "sesto senso". Secondo studi classici di neuroscienze, i segnali di propriocezione derivano da recettori meccanici incorporati nel nostro sistema muscolo-scheletrico. I recettori presenti nella pelle, al contrario, sarebbero alla base del nostro senso del tatto. A differenza della propriocezione, si ritiene comunemente che il senso del tatto fornisca informazioni sugli oggetti esterni. Ad esempio, ci informa se un oggetto è rigido o soffice, liscio o ruvido e così via. Con questo studio abbiamo dimostrato che questa separazione non è poi così netta, e abbiamo fatto un passo importante per capire come funziona la nostra percezione del mondo”.
Quando si tocca un oggetto, infatti, la deformazione della nostra pelle fornisce informazioni non solo sull'oggetto stesso, ma anche sulla posizione e sul movimento della parte del corpo che tocca l'oggetto. Se è così, in modo simile a come avviene per la propriocezione, il senso del tatto dovrebbe essere in grado di fornire una guida al nostro sistema nervoso per controllare i movimenti del nostro corpo, in particolare degli arti.
“In una serie di esperimenti – prosegue Matteo Bianchi, ricercatore all’Università di Pisa (dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Centro di Ricerca “Enrico Piaggio”) – abbiamo costruito una “illusione tattile”: i partecipanti dovevano muovere il loro dito su una superficie con delle linee increspate, cercando di spostarsi in linea retta (senza utilizzare la visione in quanto bendati) o verso un bersaglio visibile soltanto in una realtà virtuale riprodotta mediante un dispositivo indossabile. Secondo il nostro modello matematico, la direzione di moto rilevata dal tatto e quindi dalla deformazione della pelle viene influenzata dall'orientamento delle creste. Coerentemente, abbiamo osservato che cambiando l’orientamento delle creste, i movimenti sistematicamente deviavano dalla traiettoria desiderata. Abbiamo quindi ripetuto l’esperimento chiedendo ai soggetti di indossare un guanto, in modo che l’informazione tattile fosse attutita. In questo caso, il movimento veniva eseguito per lo più in modo corretto. Questo risultato dà un forte sostegno al nostro modello e dimostra che le nostre azioni sono davvero letteralmente guidate da una miscela ideale di tatto e “sesto senso’’ (propriocezione) pesata in base all’affidabilità delle misure a disposizione del nostro sistema nervoso".
“Le applicazioni che ne derivano sono molto interessanti in diversi campi” conclude Antonio Bicchi (Istituto Italiano di Tecnologia e Università di Pisa). “Questo tipo di ricerca è infatti fondamentale per lo sviluppo di una nuova generazione di tecnologie aptiche, ovvero legate al senso del tatto, che utilizzano la matematica come strumento di modellazione e sintesi. Le implicazioni in ambito tecnologico e industriale sono principalmente legate a dispositivi di realtà virtuale e aumentata in grado di fornire un’esperienza immersiva e realistica, fondamentale nella nuova industria, per esempio per processi di progettazione di prototipi, modellizzazione e ispezione da remoto”.
Importanti ricadute sono possibili anche in ambito medico. Lo studio dei principi di funzionamento della nostra percezione corporea può portare infatti allo sviluppo di test clinici più sensibili, in grado di effettuare diagnosi precoci di diverse malattie neurologiche che sono associate ad una diminuzione della capacità di movimento e sensibilità tattile, come neuropatie diabetiche, lesioni nervose traumatiche e sclerosi multipla.