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Con un contest rivolto ad agricoltori, operatori forestali e imprenditori nel settore agro-alimentare, il progetto europeo “Liaison” va alla ricerca di 15 ambasciatori dell’innovazione rurale in Europa. Partner dell’iniziativa è anche l’Università di Pisa, con un team del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali guidato dal professor Gianluca Brunori: «I settori agricolo, forestale e di trasformazione alimentare affrontano oggi sfide economiche e ambientali sempre più impegnative – spiega il professore – Il progetto “Liaison”, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Horizon 2020, nasce con l’obiettivo di dare un contributo significativo alle politiche dell’UE per accelerare l’innovazione in questi settori e il concorso che lanciamo in questi giorni fa parte di questa attività».

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I 15 ambasciatori riceveranno un riconoscimento internazionale durante la cerimonia di premiazione in programma nel prossimo mese di novembre in una grande capitale europea e potranno beneficiare dalla cooperazione con il progetto “Liaison” e la sua rete. Per candidarsi basta compilare form di iscrizione. Alla fine del contest verrà realizzato un database interattivo con circa 150 casi di studio.

I soggetti che intendono candidarsi devono avere una storia di successo da condividere, devono aver fatto parte di un’iniziativa innovativa ispiratrice ed essersi avvalsi di competenze da parte di partner con un background scientifico o professionale, con cui si è instaurato un rapporto collaborativo e di condivisione. Maggiori informazioni sui requisiti per partecipare al contest sono disponibili a questo link.

«Il progetto “Liaison” produrrà metodi e strumenti pratici per ottimizzare l'uso dell'approccio interattivo all'innovazione nei progetti finanziati nell’ambito di EIP-AGRI, il Partenariato europeo per l’innovazione per la produttività e sostenibilità in agricoltura, lanciato dalla Commissione Europea nel 2012 – aggiunge Brunori – In particolare il mio gruppo di ricerca (composto, oltre a me, da Elena Favilli e Gabriela Molina) si occuperà di studiare e analizzare gli approcci all’innovazione interattiva messi in atto all’interno di progetti realizzati in Italia, al fine di individuarne i meccanismi di funzionamento e poter fornire raccomandazioni alla sfera politica riguardo al miglioramento degli strumenti di supporto».

Del progetto fanno parte 17 istituzioni, ONG e aziende europee; capofila è la tedesca Eberswalde University for Sustainable Development.

Sono state 188.411 le persone che hanno visitato i musei dell'Università di Pisa durante il 2018, con una crescita di circa il 25% rispetto al dato dell'anno precedente, quando i visitatori erano stati poco più di 150.000. Il Museo di Storia Naturale di Calci si conferma la punta di diamante, con i suoi 71.033 visitatori e un aumento del 30% delle presenze, ma anche le altre realtà museali sono sempre di più conosciute e apprezzate dalla cittadinanza e dai turisti, a partire dall’Orto e Museo Botanico che, con 61.929 presenze, ha migliorato ulteriormente le cifre lusinghiere del 2017. I musei del centro storico hanno visto crescere il numero dei propri visitatori da 96.705 a 117.378, con un incremento medio del 21%, che diventa del 100% nel caso del Museo di Anatomia Patologica e del 40% nel caso del Museo della Grafica. Significativo è anche il risultato raggiunto dal Museo degli Strumenti di Fisica, costituito di recente, che insieme alla Ludoteca Scientifica ha chiuso il 2018 con più di 10.000 visitatori.

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La crescente capacità attrattiva del Sistema Museale d'Ateneo (SMA) nel suo complesso è frutto dell'attività di promozione e valorizzazione delle collezioni, fortemente voluta dall’Università, e del fitto calendario di laboratori didattici ed eventi dedicati a differenti fasce di pubblico.

"I dati relativi al 2018 - ha commentato le professoressa Chiara Bodei, presidentessa dello SMA - ci riempiono di soddisfazione e sono da stimolo per l'anno appena iniziato. L'Università si è posta l'obiettivo di far conoscere e di rendere sempre più fruibili le collezioni appartenenti al suo Sistema Museale, rendendole punto di riferimento vivo e costante per tutta la cittadinanza e non solo per la parte accademica. Anche per il 2019 sono dunque in programma esposizioni, eventi e momenti di condivisione culturale che spero possano confermare e migliorare ancora il trend positivo registrato nell'ultimo anno".

La psichiatra Liliana dell’Osso dell’Università di Pisa è una delle 15 donne protagoniste della mostra fotografica “Una vita da scienziata – i volti del progetto #100esperte” inaugurata a Milano lo scorso 16 gennaio presso il Centro Diagnostico Italiano.

L’esposizione, che resterà aperta sino al 30 giugno, è incentrata sul ruolo di primo piano svolto dalle donne italiane nell’ambito della scienza. Un reportage fotografico del francese Gerald Bruneau sostenuto dalla Fondazione Bracco che racconta ogni campo della ricerca scientifica attraverso le immagini di cento studiose, ritratte in tutta la loro umanità nei loro uffici e tra i loro strumenti di lavoro.

 

Si arricchisce di un importante partner il Centro 3R l’infrastruttura nata un anno fa su impulso delle università di Pisa e Genova per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca: il Politecnico di Torino è entrato a far parte dell’organismo che costituisce una novità assoluta nel panorama italiano e che vuole stimolare e sensibilizzare studenti, ricercatori e docenti alla sperimentazione responsabile e ai metodi alternativi all’uso degli animali, come stabilito dalla direttiva europea in materia, recepita in Italia con il D.L. 26/2014. “3R” è l’acronimo di Replacement (sostituzione delle sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile), Reduction (riduzione al minimo indispensabile del numero di animali utilizzati) e Refinement (continuo perfezionamento dei metodi impiegati allo scopo di ridurre la sofferenza degli animali).
«A un anno dall’inizio della sua attività, il Centro 3R va a includere al suo interno un’università di assoluto prestigio a livello nazionale e internazionale – dichiara la professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Pisa – Il Politecnico di Torino, oltre a una maggiore visibilità e forza lavoro, porta specifiche conoscenze ed expertise nell’ambito di materiali e scaffold 3D e metodi computazionali e ingegneristici. Il nostro sogno è che il Centro 3R diventi un punto di riferimento (informazioni, materiali, documenti, risposte a quesiti da parte dei ricercatori, materiale didattico, supporto ai progetti e nella loro preparazione ecc.) per la ricerca sperimentale biomedica e un veicolo per formare un pensiero scientifico razionale nei giovani ricercatori e studenti».
Ad oggi sono più di 250 i docenti e ricercatori afferenti al Centro 3R, un numero più che radoppiato da gennaio 2018. Tra le varie iniziative e attività promosse nel suo primo anno di vita, ricordiamo un corso organizzato a Genova sui metodi alternativi, con lezioni e seminari tenuti da diversi membri del consiglio scientifico didattico, e la collaborazione con un gruppo europeo di Centri 3R. Il prossimo giugno, l’Università di Genova ospiterà la conferenza annuale del Centro, per fare un punto sulle 3R nelle università italiane.
“In questi mesi abbiamo ricevuto numerosi inviti da parte di università italiane interessate all’affiliazione al Centro 3R e di comitati organizzativi di convegni internazionali per illustrare le finalità del Centro” riferisce Anna Maria Bassi, vice-direttore del Centro e referente per l’Università di Genova. “Il riscontro ottenuto è stato rilevante, infatti è stato chiesto al Centro 3R di partecipare alla creazione di una rete di collaborazione tra Centri 3R europei. L’affiliazione dei colleghi del Politecnico di Torino conferma come uno degli obiettivi del Centro 3R sia quello di formare i giovani ricercatori attraverso una sinergia multidisciplinare e un accesso aperto alle informazioni, grazie alla libera condivisione dei contenuti in rete. Attraverso questo approccio innovativo, che prevede quindi una collaborazione a livello nazionale e internazionale” continua Anna Maria Bassi “si potranno raggiungere obiettivi sempre più rilevanti e risultati scientificamente validi, nell’ambito della ricerca biomedica di base, traslazionale e applicata”.
“Da sempre il Politecnico di Torino è in prima linea nella sperimentazione preclinica responsabile, oggetto di numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali, tra cui 2 recenti finanziamenti ERC - commenta Valeria Chiono, referente della collaborazione per il politecnico - Per questo motivo la nostra università ha accolto con entusiamo l’iniziativa del Centro 3R, aderendo come intero ateneo, con 6 su 11 dipartimenti impegnati in prima linea. La nostra prima iniziativa come membri del Centro 3R sarà rivolta alla formazione dei giovani, con l’attivazione di un corso sulla sperimentazione preclinica biomedica, a partire dal prossimo anno accademico. Essere parte di un network nazionale di ricercatori impegnati sullo stesso fronte, consentirà uno scambio di esperienze e di conoscenze e darà un impulso alla ricerca di modelli preclinici alternativi”.

ricerca 3RSi arricchisce di un importante partner il Centro 3R, l’infrastruttura nata un anno fa su impulso delle università di Pisa e Genova per la promozione dei principi delle 3R nella didattica e nella ricerca: il Politecnico di Torino è entrato a far parte dell’organismo che costituisce una novità assoluta nel panorama italiano e che vuole stimolare e sensibilizzare studenti, ricercatori e docenti alla sperimentazione responsabile e ai metodi alternativi all’uso degli animali, come stabilito dalla direttiva europea in materia, recepita in Italia con il D.L. 26/2014. “3R” è l’acronimo di Replacement (sostituzione delle sperimentazioni sugli animali con metodi alternativi ogni qual volta questo sia possibile), Reduction (riduzione al minimo indispensabile del numero di animali utilizzati) e Refinement (continuo perfezionamento dei metodi impiegati allo scopo di ridurre la sofferenza degli animali).

«A un anno dall’inizio della sua attività, il Centro 3R va a includere al suo interno un’università di assoluto prestigio a livello nazionale e internazionale – dichiara la professoressa Arti Ahluwalia, direttrice del Centro 3R e responsabile per l’Università di Pisa – Il Politecnico di Torino, oltre a una maggiore visibilità e forza lavoro, porta specifiche conoscenze ed expertise nell’ambito di materiali e scaffold 3D e metodi computazionali e ingegneristici. Il nostro sogno è che il Centro 3R diventi un punto di riferimento (informazioni, materiali, documenti, risposte a quesiti da parte dei ricercatori, materiale didattico, supporto ai progetti e nella loro preparazione ecc.) per la ricerca sperimentale biomedica e un veicolo per formare un pensiero scientifico razionale nei giovani ricercatori e studenti».

Ad oggi sono più di 250 i docenti e ricercatori afferenti al Centro 3R, un numero più che radoppiato da gennaio 2018. Tra le varie iniziative e attività promosse nel suo primo anno di vita, ricordiamo un corso organizzato a Genova sui metodi alternativi, con lezioni e seminari tenuti da diversi membri del consiglio scientifico didattico, e la collaborazione con un gruppo europeo di Centri 3R. Il prossimo giugno, l’Università di Genova ospiterà la conferenza annuale del Centro, per fare un punto sulle 3R nelle università italiane.

“In questi mesi abbiamo ricevuto numerosi inviti da parte di università italiane interessate all’affiliazione al Centro 3R e di comitati organizzativi di convegni internazionali per illustrare le finalità del Centro” riferisce Anna Maria Bassi, vice-direttore del Centro e referente per l’Università di Genova. “Il riscontro ottenuto è stato rilevante, infatti è stato chiesto al Centro 3R di partecipare alla creazione di una rete di collaborazione tra Centri 3R europei. L’affiliazione dei colleghi del Politecnico di Torino conferma come uno degli obiettivi del Centro 3R sia quello di formare i giovani ricercatori attraverso una sinergia multidisciplinare e un accesso aperto alle informazioni, grazie alla libera condivisione dei contenuti in rete. Attraverso questo approccio innovativo, che prevede quindi una collaborazione a livello nazionale e internazionale” continua Anna Maria Bassi “si potranno raggiungere obiettivi sempre più rilevanti e risultati scientificamente validi, nell’ambito della ricerca biomedica di base, traslazionale e applicata”.

“Da sempre il Politecnico di Torino è in prima linea nella sperimentazione preclinica responsabile, oggetto di numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali, tra cui 2 recenti finanziamenti ERC - commenta Valeria Chiono, referente della collaborazione per il PoliTo - Per questo motivo la nostra università ha accolto con entusiamo l’iniziativa del Centro 3R, aderendo come intero ateneo, con 6 su 11 dipartimenti impegnati in prima linea. La nostra prima iniziativa come membri del Centro 3R sarà rivolta alla formazione dei giovani, con l’attivazione di un corso sulla sperimentazione preclinica biomedica, a partire dal prossimo anno accademico. Essere parte di un network nazionale di ricercatori impegnati sullo stesso fronte, consentirà uno scambio di esperienze e di conoscenze e darà un impulso alla ricerca di modelli preclinici alternativi”.

Mercoledì 23 gennaio andrà in onda su Rai 1, in prima serata, la docufiction «Figli del destino», per la regia di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli che raccoglie le testimonianze e le storie di quattro bambini che, nel 1938, furono espulsi dalla scuola in quanto ebrei. Il film è stato proposto alla Rai, nel quadro del programma di “San Rossore 1938”, dall’Università di Pisa che ne ha curato anche la revisione scientifica e storica.
Vedremo le testimonianze dirette di quattro bambini di allora che, in quanto ebrei, patirono le conseguenze di quell’infamia e le loro storie filmate. Tra queste quella della senatrice a vita Liliana Segre e quella di Guido Cava, presidente emerito della comunità ebraica pisana.
Il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella parteciperà all’anteprima del film che sarà proiettato in Senato il pomeriggio del 23 gennaio. La revisione storica della sceneggiatura è stata curata da Michele Battini docente della nostra università e coordinatore del Comitato scientifico di “San Rossore 1938” e l’intervista a Guido Cava è stata registrata nella tenuta di San Rossore proprio nel luogo dove furono filmate le leggi razziali.
“Sono molto contento che questo lavoro che proponemmo loro lo scorso anno come compendio alle nostre iniziative, veda la luce proprio in questi giorni, – commenta il rettore Paolo Mancarella – e apprezzo molto che, dopo la media partnership che Rai Cultura e Rai Storia hanno offerto alle nostre attività, la televisione di Stato abbia deciso di confermare la sua attenzione a questi temi trasmettendo il film sulla sua rete più importante nella fascia di massimo ascolto. È anche il segno – prosegue Mancarella – che la Rai può svolgere pienamente la propria funzione di servizio pubblico fornendo prodotti di qualità come questo, utili alla diffusione della memoria perché quel che è accaduto non si ripeta mai più”.

 

figli destinoMercoledì 23 gennaio andrà in onda su Rai 1, in prima serata, la docufiction «Figli del destino», per la regia di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli che raccoglie le testimonianze e le storie di quattro bambini che, nel 1938, furono espulsi dalla scuola in quanto ebrei. Il film è stato proposto alla Rai, nel quadro del programma di “San Rossore 1938”, dall’Università di Pisa che ne ha curato anche la revisione scientifica e storica.
Vedremo le testimonianze dirette di quattro bambini di allora che, in quanto ebrei, patirono le conseguenze di quell’infamia e le loro storie filmate. Tra queste quella della senatrice a vita Liliana Segre e quella di Guido Cava, presidente emerito della comunità ebraica pisana.

Il rettore dell’Università di Pisa Paolo Mancarella parteciperà all’anteprima del film che sarà proiettato in Senato il pomeriggio del 23 gennaio. La revisione storica della sceneggiatura è stata curata da Michele Battini, docente della nostra università e coordinatore del Comitato scientifico di “San Rossore 1938”; l’intervista a Guido Cava è stata registrata nella tenuta di San Rossore proprio nel luogo dove furono filmate le leggi razziali.

“Sono molto contento che questo lavoro che proponemmo loro lo scorso anno come compendio alle nostre iniziative, veda la luce proprio in questi giorni, – commenta il rettore Paolo Mancarella – e apprezzo molto che, dopo la media partnership che Rai Cultura e Rai Storia hanno offerto alle nostre attività, la televisione di Stato abbia deciso di confermare la sua attenzione a questi temi trasmettendo il film sulla sua rete più importante nella fascia di massimo ascolto. È anche il segno – prosegue Mancarella – che la Rai può svolgere pienamente la propria funzione di servizio pubblico fornendo prodotti di qualità come questo, utili alla diffusione della memoria perché quel che è accaduto non si ripeta mai più”.


image copyUna immagine della docufction "Figli del destino".

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