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Con lei altri 11 scienziati italiani di fama internazionale: Gianfranco Bertone, Amedeo Balbi, Roberto Battiston, Andrea Ferrara (della Scuola Normale Superiore), Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano, Paolo Zellini

 

La professoressa Maria Luisa Chiofalo, docente di Fisica della materia all’Università di Pisa, è stata invitata a far parte del comitato scientifico del Premio Cosmos destinato alla migliore opera di divulgazione scientifica nei settori della Fisica, dell’Astronomia e della Matematica. Insieme a lei ci sono altri 11 scienziati italiani di fama internazionale: Gianfranco Bertone, Amedeo Balbi, Roberto Battiston, Andrea Ferrara (della Scuola Normale Superiore), Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano, Paolo Zellini. Presidente e ideatore del premio è il cosmologo Gianfranco Bertone.

Il Premio Cosmos è organizzato in sinergia con la Società Astronomica Italiana, la Città Metropolitana di Reggio Calabria – Planetario Pythagoras, e la Fondazione Bracco, con l’obiettivo di promuovere la cultura scientifica in Italia e in particolare al Sud. Il Premio sarà assegnato direttamente dal comitato scientifico a un’opera di divulgazione scientifica selezionata tra quelle inviate dalle case editrici alla segreteria del premio.

Per avere un effetto concreto sul territorio e coinvolgere i giovani nell’iniziativa, un secondo premio verrà assegnato dagli studenti delle scuole superiori che parteciperanno all’iniziativa. Ogni classe identificherà un libro preferito tra i 5 selezionati dal comitato organizzatore. Un rappresentante di ogni classe parteciperà poi a un’assemblea finale, che culminerà con la selezione dell’autore vincitore del premio degli studenti. Le recensioni degli studenti saranno pubblicate da Repubblica.it. Gli istituti interessati a partecipare al progetto possono già proporre la loro candidatura collegandosi al sito web https://premiocosmos.org/ e compilando il modulo di adesione.

Marilù ChiofaloLa professoressa Maria Luisa Chiofalo, docente di Fisica della materia all’Università di Pisa, è stata invitata a far parte del comitato scientifico del Premio Cosmos destinato alla migliore opera di divulgazione scientifica nei settori della Fisica, dell’Astronomia e della Matematica. Insieme a lei ci sono altri 11 scienziati italiani di fama internazionale Gianfranco Bertone, Amedeo Balbi, Roberto Battiston, Andrea Ferrara (della Scuola Normale Superiore), Piergiorgio Odifreddi, Carlo Rovelli, Sandra Savaglio, Ginevra Trinchieri, Pierluigi Veltri, Lucia Votano, Paolo Zellini. Presidente e ideatore del premio è il cosmologo Gianfranco Bertone.

Il Premio Cosmos è organizzato in sinergia con la Società Astronomica Italiana, la Città Metropolitana di Reggio Calabria – Planetario Pythagoras, e la Fondazione Bracco, con l’obiettivo di promuovere la cultura scientifica in Italia e in particolare al Sud. Il Premio sarà assegnato direttamente dal comitato scientifico a un’opera di divulgazione scientifica selezionata tra quelle inviate dalle case editrici alla segreteria del premio.

Per avere un effetto concreto sul territorio e coinvolgere i giovani nell’iniziativa, un secondo premio verrà assegnato dagli studenti delle scuole superiori che parteciperanno all’iniziativa. Ogni classe identificherà un libro preferito tra i 5 selezionati dal comitato organizzatore. Un rappresentante di ogni classe parteciperà poi a un’assemblea finale, che culminerà con la selezione dell’autore vincitore del premio degli studenti. Le recensioni degli studenti saranno pubblicate da Repubblica.it. Gli istituti interessati a partecipare al progetto possono già proporre la loro candidatura collegandosi al sito web https://premiocosmos.org/ e compilando il modulo di adesione.

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“Le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”: è questo il tema del convegno di rilevanza nazionale, patrocinato tra gli altri dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane, che si terrà a Pisa nei giorni 17 e 18 gennaio presso il Centro congressi “Le Benedettine”. I lavori avranno inizio giovedì 17 alle ore 14.00 con i saluti istituzionali di Nicoletta de Francesco, prorettrice vicaria dell’Università di Pisa, Patrizia Tornio, presidente della Conferenza Nazionale Organismi Parità Universitari, Emanuela Navarretta, direttrice del dipartimento di Giurisprudenza, ed Elettra Stradella, presidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Pisa.
Il convegno è organizzato proprio dal CUG di Ateneo e dalla Conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università italiane, in collaborazione con il Progetto Universitrans, progetto informativo e di sensibilizzazione rispetto alle tematiche trans all’interno del contesto universitario, e primo progetto nazionale di analisi e di mappatura digitale degli atenei pubblici italiani che offrono la “carriera alias”, cioè la possibilità per gli studenti in transizione di genere di essere riconosciuti all’interno dell’università attraverso la sua identità di elezione e non quella anagrafica.
“È un’occasione importante per l’Università di Pisa - commenta la prorettrice Nicoletta De Francesco - quella di ospitare un convegno della Conferenza nazionale degli organismi di parità delle Università italiane su un tema così attuale e rilevante. Un convegno che non soltanto raccoglie alcuni tra i maggiori esperti in Italia sul tema delle discriminazioni sessuali e di genere, rappresentando un evento di particolare spessore scientifico e accademico, ma si propone di giungere alla condivisione di linee guida su questioni quali carriere alias, genderizzazione dei contenuti della didattica universitaria, discriminazioni di genere e migrazioni, che saranno affrontate nei tavoli di lavoro conclusivi. E tali linee guida saranno presentate e diffuse in tutti gli Atenei italiani al fine di dar vita a pratiche comuni di inclusione ed eguaglianza”.
“Il convegno è frutto di un notevole sforzo organizzativo del nostro CUG - prosegue la presidente del CUG Elettra Stradella - che si è candidato a ospitare questo evento della Conferenza nazionale nato dall’entusiasmo e dalle idee delle giovani ricercatrici di Universitrans, e lo ha fatto convinto della centralità delle questioni LGBT sia nella riflessione teorica di numerose discipline (dalla filosofia, alla teoria politica, alla sociologia, dalla pedagogia al diritto, nelle sue diverse specializzazioni), sia nelle concrete azioni positive che gli Atenei sono chiamati a porre in essere. Questa centralità la mettiamo in pratica da un po’, all’Università di Pisa: basti pensare ai contenuti del Piano di Azioni Positive che è stato approvato su proposta del CUG nel 2018 da Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione, e alle attività che già abbiamo promosso come il seminario CUG-Cirque sul Queer. Questo convegno, dunque, rappresenta da un lato l’ulteriore tappa di un percorso, dall’altro l’avvio di un impegno dell’Università di Pisa a livello nazionale per la promozione di azioni di contrasto alle discriminazioni fondate sull’identità di genere in ambito universitario”.

Latte di asina e olio extra vergine di oliva, dall’unione di queste due eccellenze toscane nasce un alimento gustoso e adatto per la nutrizione dei bambini allergici alle proteine del latte vaccino. L’idea di mettere insieme questi due ingredienti è stata studiata nell’ambito di “L.A.B.A. Pro.V.”, un progetto della Regione Toscana sulla Nutraceutica di cui la professoressa Mina Martini, che studia da anni le proprietà del latte di asina, era responsabile per l’Università di Pisa e al quale hanno partecipato l’Azienda Ospedaliera Universitaria A. Meyer come coordinatore e l’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana. Un “mix della salute” tutto toscano quindi composto da olio evo e da latte proveniente dal Complesso agricolo forestale regionale “Bandite di Scarlino”, dove il latte d’asina Amiatina viene prodotto, pastorizzato e confezionato con la supervisione scientifica della professoressa Martini e dei suoi collaboratori.
“Per i bambini il latte di asina è un buon sostituto in caso di allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) – spiega Mina Martini – e questo sia per le sue proprietà nutritive sia perché risulta gradevole al gusto, diversamente da alcuni sostitutivi”.
“Visto poi il suo un limitato contenuto di grassi - aggiunge Martini - nel caso dei bambini in fase di svezzamento, l’idea è stata di integrarlo con olio evo il che ha dato buoni risultati sia in termini di tollerabilità che di gradimento e di accrescimento”.
Come infatti ha evidenziato il progetto “L.A.B.A.Pro.V.”, i cui risultati scientifici sono in corso di pubblicazione, e che ha riguardato 81 bambini, il latte di asina è stato tollerato dal 98,7% . In particolare, 22 bambini hanno seguito la dieta a base di latte d’asina per 6 mesi mostrando un accrescimento nella norma ed i genitori hanno riferito un ottimo gradimento ed un generale miglioramento della qualità della vita dei loro figli.
Da un punto di vista nutritivo, sono infatti molti i vantaggi di questo alimento essendo il latte più simile a quello umano. L’alto contenuto di lattosio, oltre a renderlo più appetibile, favorisce lo sviluppo della flora intestinale, mentre grazie al limitato contenuto di caseina e alla dimensione ridotta dei globuli di grasso risulta particolarmente digeribile. L’apporto di calcio e di vitamina D sono favorevoli allo sviluppo scheletrico e infine, nonostante sia povero di lipidi, fornisce comunque un buon contributo di Omega 3.
“Le potenzialità del latte di asina sono molte – conclude Mina Martini – oltre ad essere un buon sostituto del latte vaccino nel caso di bambini affetti da APLV, le sue proprietà nutraceutiche potrebbero renderlo un alimento adatto anche per gli anziani e non ultimo per le persone che vogliono perdere peso o con problemi di dislipidemie visto il ridotto contenuto calorico, il basso contenuto lipidico ed il limitato apporto di acidi grassi saturi”.

Latte di asina e olio extra vergine di oliva, dall’unione di queste due eccellenze toscane nasce un alimento gustoso e adatto per la nutrizione dei bambini allergici alle proteine del latte vaccino. L’idea di mettere insieme questi due ingredienti è stata studiata nell’ambito di “L.A.B.A. Pro.V.”, un progetto della Regione Toscana sulla Nutraceutica di cui la professoressa Mina Martini, che studia da anni le proprietà del latte di asina, era responsabile per l’Università di Pisa e al quale hanno partecipato l’Azienda Ospedaliera Universitaria A. Meyer come coordinatore e l’Istituto Zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana. Un “mix della salute” tutto toscano quindi composto da olio evo e da latte proveniente dal Complesso agricolo forestale regionale “Bandite di Scarlino”, dove il latte d’asina Amiatina viene prodotto, pastorizzato e confezionato con la supervisione scientifica della professoressa Martini e dei suoi collaboratori.

“Per i bambini il latte di asina è un buon sostituto in caso di allergia alle proteine del latte vaccino (APLV) – spiega Mina Martini del dipartimento di Scienze Veterinarie e del Centro di ricerca interdiparmentale Nutrafood – e questo sia per le sue proprietà nutritive sia perché risulta gradevole al gusto, diversamente da alcuni sostitutivi”.

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Latte prodotto, pastorizzato e confezionato presso l’allevamento di asine da latte di Ponte alle Catene, in località Puntone di Scarlino (provincia di Grosseto), che fa parte del Complesso Agricolo Forestale Regionale Bandite di Scarlino


“Visto poi il suo un limitato contenuto di grassi - aggiunge Martini - nel caso dei bambini in fase di svezzamento, l’idea è stata di integrarlo con olio evo il che ha dato buoni risultati sia in termini di tollerabilità che di gradimento e di accrescimento”.

Come infatti ha evidenziato il progetto “L.A.B.A.Pro.V.”, i cui risultati scientifici sono in corso di pubblicazione, e che ha riguardato 81 bambini, il latte di asina è stato tollerato dal 98,7% . In particolare, 22 bambini hanno seguito la dieta a base di latte d’asina per 6 mesi mostrando un accrescimento nella norma ed i genitori hanno riferito un ottimo gradimento ed un generale miglioramento della qualità della vita dei loro figli.
Da un punto di vista nutritivo, sono infatti molti i vantaggi di questo alimento essendo il latte più simile a quello umano. L’alto contenuto di lattosio, oltre a renderlo più appetibile, favorisce lo sviluppo della flora intestinale, mentre grazie al limitato contenuto di caseina e alla dimensione ridotta dei globuli di grasso risulta particolarmente digeribile. L’apporto di calcio e di vitamina D sono favorevoli allo sviluppo scheletrico e infine, nonostante sia povero di lipidi, fornisce comunque un buon contributo di Omega 3.

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Asine allevate nell'azienda tutte di razza autoctona Amiatina


“Le potenzialità del latte di asina sono molte – conclude Mina Martini – oltre ad essere un buon sostituto del latte vaccino nel caso di bambini affetti da APLV, le sue proprietà nutraceutiche potrebbero renderlo un alimento adatto anche per gli anziani e non ultimo per le persone che vogliono perdere peso o con problemi di dislipidemie visto il ridotto contenuto calorico, il basso contenuto lipidico ed il limitato apporto di acidi grassi saturi”.

 

 

logo marine center copyÈ nato il Centro interdipartimentale di Farmacologia marina (MARinePHARMA Center), su proposta del dipartimento di Farmacia e del dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa. L’interesse principale del centro è la ricerca, in organismi marini, di nuove molecole utili in campo terapeutico, ma anche nutraceutico e cosmetico. Al centro, diretto dalla professoressa Paola Nieri, afferiscono per ora circa 55 docenti provenienti dai due dipartimenti, ma è aperto a ricercatori e studiosi anche di altre aree.

La biodiversità marina è molto più grande di quella terrestre e le condizioni di vita degli organismi acquatici molto più diversificate. Tutto questo si concretizza di un’elevata chemo-diversità, con grandi potenzialità per la scoperta di nuove molecole naturali bioattive, da cui selezionare composti con potenzialità di utilizzo nel campo della salute umana ma anche animale.

L’Italia, con il suo ampio patrimonio costiero offre, per questo tipo di ricerca, spunti importanti, che possono partire addirittura da problematiche ecologiche, come la presenza di specie invasive nelle acque del Mediterraneo.

Le aziende che operano nel settore della salute possono ricevere un forte impulso dalla realizzazione di studi mirati all’estrazione e al riconoscimento di biomolecole presenti in organismi marini. Questa strategia può rappresentare un buon investimento anche per l’Università, con la possibilità di creare una sinergia pubblico-privato con aziende presenti sul territorio nazionale e la realizzazione di nuove realtà imprenditoriali “bio-based”.

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