Concerto "Raw Night n.2"
Il 7 dicembre 2018 alle 22.30, al Polo Carmignani, l'Associazione IMATS organizza "Raw Night n.2", concerto di musica live con artisti pisani.
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Concerto "Raw Night n.2"
Il 7 dicembre 2018 alle 22.30, al Polo Carmignani, l'Associazione IMATS organizza "Raw Night n.2", concerto di musica live con artisti pisani.
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Scoperta la più antica evidenza di cauterizzazione per trattare un trauma cranico
Per la prima volta in paleopatologia è stato documentato l’uso medievale del cauterio in relazione al trattamento chirurgico di un trauma cranico. La scoperta viene dalla Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra, che ha condotto uno studio sul corpo mummificato di San Davino Armeno durante una ricognizione canonica promossa dalla Curia Arcivescovile di Lucca e condotta nel marzo 2018 sotto la supervisione scientifica del professor Gino Fornaciari. Lo studio è stato ritenuto così interessante per gli aspetti paleopatologici e storico-medici da essere pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet”.
Nelle fonti agiografiche leggiamo che Davino, originario del Regno d’Armenia, giunse a Lucca nell’anno 1050, dopo un lungo pellegrinaggio che lo avrebbe condotto prima a Gerusalemme e poi a Roma. Morì a Lucca improvvisamente sulla strada per Santiago de Compostela. Il corpo, conservatosi miracolosamente, divenne presto oggetto di grande venerazione ed è stato conservato per secoli nell’altare maggiore della basilica di San Michele in Foro. “Lo studio, che ha incluso l’esame macroscopico e la CT total body della mummia, effettuata presso la Clinica Barbantini di Lucca, ha rivelato trattarsi di un giovane adulto di circa 25 anni – spiega la professoressa Valentina Giuffra - Sul cranio sono state rilevate due lesioni traumatiche con segni di lunga sopravvivenza: un taglio superficiale sul frontale lungo 5 cm, prodotto da una lama dentata, e una lesione ellittica con frattura depressa in corrispondenza del tratto di destra della sutura coronale, prodotta da un corpo contundente. Intorno a questa lesione è stato possibile osservare una cicatrice ossea con margini sottili di forma pentagonale, causata dal contatto di un ferro rovente, un cauterio a testa pentagonale, applicato probabilmente per arrestare l’emorragia dopo la toilette chirurgica”.
La medicina medievale bizantina e araba faceva ampio uso del cauterio, ossia di un ferro rovente da applicare a una lesione o a una ferita a scopo terapeutico. In particolare, il mondo islamico aveva elaborato una dottrina medico-chirurgica che prevedeva in moltissimi casi il ricorso alla cauterizzazione, intervento che aveva il merito di limitare l’effusione del sangue, così come prescritto dalle leggi coraniche. Uno dei maggiori chirurghi islamici del X-XI secolo, lo spagnolo Albucasis, nel celebre trattato “al-Tasrif” descrive con dovizia di particolari le modalità d’uso del cauterio. Nonostante queste attestazioni storiche, rarissimi sono i casi paleopatologici di cauterizzazione individuati direttamente sui resti umani antichi.
I cauteri avevano forma variabile: rotondi, a oliva, quadrati o poligonali, a seconda del loro impiego e dello scopo dell’intervento, ma finora non era stata trovata una prova diretta così evidente di questa pratica chirurgica. Antonio Fornaciari, primo autore del lavoro, aggiunge: “San Davino nella tradizione popolare era il Santo invocato per la guarigione del mal di testa; fino a qualche decennio fa i devoti erano soliti andare a venerare il corpo e indossavano il cappello di San Davino per ottenere la guarigione. È interessante aver trovato sul cranio del Santo l’evidenza di due gravi traumi cranici, di cui uno con evidenza di trattamento medico. È evidente che Davino soffrì di gravi emicranie a seguito dei traumi e che dunque la tradizione ha una relazione con episodi della vita del Santo realmente accaduti”.
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Didascalie immagini:
Fig. 1 La mummia di San Davino, XI secolo (Lucca, San Michele in Foro).
Fig. 2 Il cranio di San Davino con in evidenza la lesione che mostra i segni del cauterio pentagonale
Fig. 3 Particolare della lesione con segni di cauterio
Fig. 4 Cauterizzazione del cranio nel trattato di Chirurgia di Charaf Ed-Din (1465)
Scoperta la più antica evidenza di cauterizzazione per trattare un trauma cranico
Per la prima volta in paleopatologia è stato documentato l’uso medievale del cauterio in relazione al trattamento chirurgico di un trauma cranico. La scoperta viene dalla Divisione di Paleopatologia dell'Università di Pisa, diretta dalla professoressa Valentina Giuffra, che ha condotto uno studio sul corpo mummificato di San Davino Armeno durante una ricognizione canonica promossa dalla Curia Arcivescovile di Lucca e condotta nel marzo 2018 sotto la supervisione scientifica del professor Gino Fornaciari. Lo studio è stato ritenuto così interessante per gli aspetti paleopatologici e storico-medici da essere pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “The Lancet”.
La mummia di San Davino, XI secolo (Lucca, San Michele in Foro).
Nelle fonti agiografiche leggiamo che Davino, originario del Regno d’Armenia, giunse a Lucca nell’anno 1050, dopo un lungo pellegrinaggio che lo avrebbe condotto prima a Gerusalemme e poi a Roma. Morì a Lucca improvvisamente sulla strada per Santiago de Compostela. Il corpo, conservatosi miracolosamente, divenne presto oggetto di grande venerazione ed è stato conservato per secoli nell’altare maggiore della basilica di San Michele in Foro. “Lo studio, che ha incluso l’esame macroscopico e la CT total body della mummia, effettuata presso la Clinica Barbantini di Lucca, ha rivelato trattarsi di un giovane adulto di circa 25 anni – spiega la professoressa Valentina Giuffra - Sul cranio sono state rilevate due lesioni traumatiche con segni di lunga sopravvivenza: un taglio superficiale sul frontale lungo 5 cm, prodotto da una lama dentata, e una lesione ellittica con frattura depressa in corrispondenza del tratto di destra della sutura coronale, prodotta da un corpo contundente. Intorno a questa lesione è stato possibile osservare una cicatrice ossea con margini sottili di forma pentagonale, causata dal contatto di un ferro rovente, un cauterio a testa pentagonale, applicato probabilmente per arrestare l’emorragia dopo la toilette chirurgica”.
Il cranio di San Davino con in evidenza la lesione che mostra i segni del cauterio pentagonale.
La medicina medievale bizantina e araba faceva ampio uso del cauterio, ossia di un ferro rovente da applicare a una lesione o a una ferita a scopo terapeutico. In particolare, il mondo islamico aveva elaborato una dottrina medico-chirurgica che prevedeva in moltissimi casi il ricorso alla cauterizzazione, intervento che aveva il merito di limitare l’effusione del sangue, così come prescritto dalle leggi coraniche. Uno dei maggiori chirurghi islamici del X-XI secolo, lo spagnolo Albucasis, nel celebre trattato “al-Tasrif” descrive con dovizia di particolari le modalità d’uso del cauterio. Nonostante queste attestazioni storiche, rarissimi sono i casi paleopatologici di cauterizzazione individuati direttamente sui resti umani antichi.
Particolare della lesione con segni di cauterio.
I cauteri avevano forma variabile: rotondi, a oliva, quadrati o poligonali, a seconda del loro impiego e dello scopo dell’intervento, ma finora non era stata trovata una prova diretta così evidente di questa pratica chirurgica. Antonio Fornaciari, primo autore del lavoro, aggiunge: “San Davino nella tradizione popolare era il Santo invocato per la guarigione del mal di testa; fino a qualche decennio fa i devoti erano soliti andare a venerare il corpo e indossavano il cappello di San Davino per ottenere la guarigione. È interessante aver trovato sul cranio del Santo l’evidenza di due gravi traumi cranici, di cui uno con evidenza di trattamento medico. È evidente che Davino soffrì di gravi emicranie a seguito dei traumi e che dunque la tradizione ha una relazione con episodi della vita del Santo realmente accaduti”.
Cauterizzazione del cranio nel trattato di Chirurgia di Charaf Ed-Din (1465).
INVITO E COMUNICATO STAMPA Giornata in onore di Pacinotti, scienziato pisano inventore della dinamo
Martedì 4 dicembre, dalle 14.30, nell’aula magna della Scuola di Ingegneria dell’Università di Pisa (Largo Lucio Lazzarino) si tiene una giornata in onore di Antonio Pacinotti. Nell’occasione, alle 16,30 sarà scoperta una targa dedicata allo scienziato pisano inventore della dinamo. Il riconoscimento conferitogli dalla IEEE, la più importante associazione mondiale in ambito dell’ingegneria elettrica e dell'informazione, è la cosiddetta “IEEE milestone” o pietra miliare, a significare il fondamentale contributo dato da Pacinotti al progresso tecnologico a beneficio dell’intera umanità.
Alla cerimonia partecipano, fra gli altri, il prorettore vicario Nicoletta De Francesco, Marco Raugi, prorettore per la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico, e i rappresentanti dell'IEEE.
Antonio Pacinotti, nato a Pisa il 17 giugno 1841, studiò e si laureò all'Università di Pisa il 28 giugno 1861. Prima della laurea, precisamente nell'aprile 1860, realizzò «la prima dinamo a corrente continua», la cosiddetta “Macchinetta”. Dopo aver insegnato Fisica e Chimica all'Istituto Tecnico di Bologna, Fisica Sperimentale all'Università di Cagliari tornò definitivamente all'Università di Pisa nel 1882 come Professore di Fisica Sperimentale.
L'Università di Pisa conserva presso il Museo degli Strumenti di Fisica tutti i prototipi realizzati da Antonio Pacinotti: la famosa “Macchinetta”, la Macchina a Gomitolo, la Macchina a Volano, il "Fucile elettromagnetico" e altri ancora. Nella «Biblioteca di Matematica, Informatica, Fisica» si trovano inoltre la Biblioteca (circa 2000 volumi) e l'Archivio (migliaia di fogli manoscritti) del grande scienziato e del padre Luigi, anch'egli professore all'Università.
Il programma della giornata>>> https://www.unipi.it/index.php/unipieventi/event/4068-ieee-milestone-pacinotti
Mendelssohn e musiche tradizionali per il Concerto di Natale del Coro dell’Università di Pisa
Mercoledì 5 dicembre, alle ore 21.15, nella chiesa di Santa Maria del Carmine in Corso Italia, il Coro dell’Università di Pisa terrà il tradizionale Concerto di Natale con musiche di Mendelssohn e della tradizione natalizia. Accompagneranno il Coro l'organista Claudiano Pallottini, il pianista Luigi Traino e l'Ensemble di fiati e percussioni dell'Orchestra dell'Università di Pisa. Mezzosoprano solista Sara Bacchelli, direttore Stefano Barandoni.
"La prima parte del concerto di Natale è affidata ad alcune composizioni di musica sacra di Felix Mendelssohn Bartholdy che mostrano il convergere e il dialogare di molte illustri influenze: Bach, in primo luogo, ma anche, per lo stile corale, Haydn, Händel e lo stesso Mozart - spiega la professoressa Maria Antonella Galanti, coordinatrice del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell’Ateneo - Il sottofondo o la cornice di questi brani è dunque all’insegna del confronto e della tolleranza tra punti di vista diversi, non solo in senso strettamente musicale, ma anche contenutistico. Il compositore era un ebreo, sebbene non praticante, convertito poi al protestantesimo e nella sua musica risuona l’eco della tradizione musicale ebraica che si ibrida con quella cristiana. Le sue composizioni sacre sembrano infatti adombrare l’idea di una medesima radice spirituale per cattolici, protestanti ed ebrei, travalicando luoghi, culture, epoche".
"I tempi storici dei sentimenti profondi, del resto, sono più lenti rispetto a quelli delle cronache e degli eventi, della politica e degli stati transitori di guerra o di pace e un concerto di Natale non può non avere come protagonisti i sentimenti, continua la professoressa Galanti - Si tratta, infatti, di una ricorrenza che nella nostra tradizione va oltre il significato religioso che assume per alcuni e diventa elemento trasversale che accomuna tutti nel ricordare l’esperienza della nascita, della vita che si rinnova costantemente in una catena biopsichica capace di unire gli esseri umani e tutti i viventi, rompendo i diversi confini e travalicando il tempo. Per questo, la seconda parte del concerto, comprende un insieme di canti natalizi di epoche e paesi diversi, nei quali, in differenti lingue, accenti e sonorità, si esprime la tenera meraviglia che ci rapisce ogni volta che siamo testimoni di una nuova nascita. Il Natale è una possibile occasione di gioia e di affratellamento che si esprime attraverso una tradizione musicale considerata, talvolta, non troppo raffinata, legata a canti che riecheggiano le ninne-nanne o il giubilo di un gioco bambino. A noi piace ugualmente eseguirli, in forma augurale, perché tengono viva la memoria del nostro essere venuti al mondo nudi e fragili, ma subito accolti dal caldo abbraccio corale di chi ci ha reso parte di una più vasta comunità".
In memory of Professor Andrea Milani Comparetti
Professor Andrea Milani Comparetti passed away on the 28th November. Andrea Milani Comparetti (photo on the right) was born in Florence in 1948 and pursued his academic career at the University of Pisa where he was Assistant Professor of Mathematical Analysis from 1971 to 1985, then Associate Professor of the Principals of Mathematics until 2002 and finally Full Professor of Mathematical Physics until he retired in November this year. Among the positions held at the university, the professor was a member of the Board of Directors from 1978 to 1980.
In the words below his students, friends and colleagues commemorate him.
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Professor Andrea Milani Comparetti was an eminent scientist and excellent teacher, with numerous research interests in different fields. His ability to grasp concepts was often surprising, as was the speed with which he conceived simple solutions to complex problems. His principal field of interest was in all aspects of Celestial Mechanics with particular regard to the applications of Astronomy and space missions.
Professor Milani became very interested in Celestial Mechanics at a young age: after embarking on a research career in Pure Mathematics, he was intrigued by the lessons Giuseppe Colombo gave at the Scuola Normale in the 1970s on space flight dynamics. At the end of the 1970s, together with Anna Maria Nobili and Paolo Farinella, he founded the Space Mechanics Group in the Department of Mathematics at the University of Pisa and began to direct his research towards the field of Celestial Mechanics. This was the era of the development of computing devices, and he began to make wide use of them in his studies.
Professor Milani managed to give his research activity an extremely cross-disciplinary character, interacting with mathematics, physics, astronomy and aerospace engineering. His research included, among other things, the N-body problem, the stability of the Solar System, asteroid dynamics and the study of the families generated by their collision, satellite geodesy, space exploration, orbit determination of celestial bodies and asteroid impact risk with the Earth.
He published around 150 research papers in international journals with peer-reviews and various books on both research subjects and of an educational nature. For his contributions to the study of asteroid orbits, he received the Brouwer Award from the American Astronomical Society, which is the most prestigious international acknowledgement in the field of Dynamic Astronomy, and in 2016 he was given the GAL Hassin Award. He was past president of the Commissions 7 and X2 of the International Astronomical Union and a member of the Celestial Mechanics Institute.
He was a man of great culture, with a curious and open mind, interested in literature, economics and politics, and who, in his spare time, enjoyed writing science fiction tales.
Over the years, he shaped an entire school of researchers as he was constantly full of ideas for his students, some of whom work with the Celestial Mechanics Group of the University of Pisa, others in the spin-off SpaceDyS, also a venture of his, and yet others in important research institutes in Italy and abroad.
His significant legacy will continue. The people who worked with him treasure his teachings, and his contributions will continue to influence Celestial Mechanics at length. As his closest and longest-standing collaborators, we wanted to offer these words to honour his memory. We will always be grateful to Andrea for having shared with us his extraordinary scientific and cultural abilities and humanity.
Steven R. Chesley (NASA-JPL)
Davide Farnocchia (NASA-JPL)
Giovanni Federico Gronchi (University of Pisa)
Zoran Knezevic (Serbian Academy of Sciences and Art)
Paolo Paolicchi (University of Pisa)
Alessandro Rossi (IFAC-CNR)
Giacomo Tommei (University of Pisa)
Giovanni Battista Valsecchi (IAPS-INAF)
Convegno "Riforme vere, false, finte. La riforma dell'ordinamento penitenziario"
Il 12 dicembre, dalle ore 15 alle ore 18, presso l'Aula Magna della Scuola Superiore Sant'Anna, l'associazione "L'Altro Diritto Pisa" organizza un convegno dal titolo: "Riforme vere, false, finte. La riforma dell'ordinamento penitenziario".
L'evento è realizzato con il contributo di ateneo per le attività autogestite dagli studenti.
Programma
Modera e introduce:
Giuseppe Di Vetta
Allievo Perfezionando Scuola Superiore Sant’Anna
Intervengono:
Stefano Anastasìa
Ricercatore di Filosofia e Sociologia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale delle regioni Umbria e Lazio
Marcello Bortolato
Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze
Antonio Fullone
Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana-Umbria
Giuseppe Caputo
Volontario e Ricercatore presso il Centro di Ricerca Interuniversitario L’Altro Diritto
Valentina Ventura
Camera Penale di Pisa
Per iscrizioni mandare una mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Convegno "Riforme vere, false, finte. La riforma dell'ordinamento penitenziario"
Il 12 dicembre, dalle ore 15 alle ore 18, presso l'Aula Magna della Scuola Superiore Sant'Anna, l'associazione "L'Altro Diritto Pisa" organizza un convegno dal titolo: "Riforme vere, false, finte. La riforma dell'ordinamento penitenziario".
L'evento è realizzato con il contributo di ateneo per le attività autogestite dagli studenti.
Programma
Modera e introduce:
Giuseppe Di Vetta
Allievo Perfezionando Scuola Superiore Sant’Anna
Intervengono:
Stefano Anastasìa
Ricercatore di Filosofia e Sociologia del diritto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale delle regioni Umbria e Lazio
Marcello Bortolato
Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Firenze
Antonio Fullone
Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria della Toscana-Umbria
Giuseppe Caputo
Volontario e Ricercatore presso il Centro di Ricerca Interuniversitario L’Altro Diritto
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Camera Penale di Pisa
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