Incontro a San Miniato: “I sommersi, i salvati, i salvatori. Ritratti, racconti e pensieri sulle leggi razziali”
Venerdì 16 novembre l’Auditorium di Piazza Bonaparte a San Miniato ospita una mattinata di incontri e film dal titolo "I sommersi, i salvati, i salvatori. Ritratti, racconti e pensieri sulle leggi razziali". L’appuntamento aperto alle scuole e alla cittadinanza è organizzato nell’ambito della rassegna San Rossore 1938, promossa dall'Università di Pisa e sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
La mattinata si aprirà con la proiezione di “Phoebe Miranda”, un breve film di Massimo Martella che raccoglie la testimonianza di una donna toscana, allora ragazzina, sopravvissuta alle persecuzioni razziali e vittima delle leggi firmate nel 1938.
A seguire il professore Fabrizio Franceschini dell’Università di Pisa racconterà un episodio avvenuto nel luglio 1947 sulla spiaggia di Migliarino e rimasto a lungo segreto. Nel quadro dell’operazione Alyah Bet coordinata da Ada Sereni, circa ottocento ebrei, scampati ai campi di sterminio, giunsero clandestinamente da Milano e dal Lazio a Migliarino a bordo di trentasette corriere: facendosi passare per stravaganti turisti americani, vennero traghettati sulla nave Raffaelluccia, e partirono verso Israele. Questo episodio, analogo a quello reso celebre dal film “Exodus”, e a vari altri avvenuti in Liguria e a Venezia, riscatta dunque, in qualche modo, il territorio macchiato da Vittorio Emanuele III con la firma della prima legge razziale, il 5 settembre 1938, nella contigua tenuta reale di San Rossore
Concluderà la mattinata l’intervento di Alfredo De Girolamo che narrerà la storia della famiglia Bartalucci e dei coniugi Lorenzini, sanminiatesi annoverati fra i “giusti” Toscani, ovvero quei non-ebrei che misero a rischio la propria vita e quella dei propri familiari per salvare alcuni ebrei dalla deportazione e dai campi di concentramento.
Sulle storie dei giusti toscani, De Girolamo ha appena scritto il libro “Campioni di altruismo” (Pisa University Press, 2018) in cui traccia una mappa toscana dei tantissimi eroi che Yad Vashem ha celebrato come “Giusti tra le Nazioni”.
La plastica, da grande amica a nemica
Le materie plastiche, e più in generale i polimeri, da oltre 100 anni accompagnano la nostra vita, rendendola più comoda, accogliente e piacevole, contribuendo alla qualità dei cibi che mangiamo e all'efficacia dei prodotti per la cura del corpo e della salute, facendoci risparmiare energia, in poche parole essendo presenti in quasi tutti gli oggetti che usiamo e nelle attività che svolgiamo quotidianamente. Come tutti i frutti del progresso, la discriminante tra il percepirli come amici o nemici, come buoni o cattivi, non sta nell'innovazione in sé, ma nel suo uso o abuso da parte dell'uomo.
Sono queste le tematiche che affronterà giovedì 15 novembre, Valter Castelvetro, professore del dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa.
L’incontro è organizzato dal Sistema Museale di Ateneo (Museo degli Strumenti di Fisica) in collaborazione con l’associazione La Nuova Limonaia e la Ludoteca Scientifica. Per gli interessati l’appuntamento è alle ore 21 alla Cittadella Galileiana (area ex Vecchi Macelli) con ingressi da Via Bonanno Pisano 2/A e da Largo Renzo Spadoni. Per maggiori informazioni rivolgersi al numero 320/0403946 dalle 9.30 alle 16:00.
Avviso di fabbisogno interno per il progetto “Etica, scienza, democrazia"
Avviso di fabbisogno interno per il progetto “ Paesaggi funerari tra rito e società. Nuovi approcci allo studio delle necropoli nel mondo antico ”
Avviso di fabbisogno interno per il progetto "Indagine sul fenomeno dei nuovi razzismi e della radicalizzazione dell'intolleranza nella regione toscana"
Avviso di fabbisogno interno per il progetto “La mutevole ambivalenza epistemologica delle immagini. Invenzione, espressione, comunicazione ”.
Avviso di fabbisogno interno per il progetto " Generazioni a confronto. Eredità, persistenze, tradizioni e tradimenti sulla scena moderna e contemporanea"
Selezione per un contratto di categoria C presso il Centro Dipartimentale di medicina riabilitativa "Sport and anatomy" - scad. 8/1/2019
Scadenza 8 gennaio 2019
https://www.unipi.it/ateneo/bandi/conc-pub/categoriac/Selezione-23/index.htm
Acque reflue: dal mondo vegetale un aiuto per ridurre la concentrazione di inquinanti organici e composti farmaceutici
Dal mondo vegetale può arrivare un valido aiuto per ridurre la concentrazione di inquinanti organici e composti farmaceutici negli impianti di trattamento delle acque reflue, come conferma lo studio – appena pubblicato sulla rivista internazionale “Environmental Science and Pollution Research” da ricercatori del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa e dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna - che ha dimostrato l'efficacia di salici e cannucce di palude per diminuire la presenza di queste sostanze. Nuove classi di inquinanti organici e numerosi composti farmaceutici sono presenti in maniera costante, seppure a bassissime concentrazioni, negli impianti per il trattamento delle acque reflue. I metodi di depurazione convenzionali non risultano in grado di rimuovere in maniera efficiente tutte le classi di questi nuovi microinquinanti. Essi, infatti, possono persistere nell'acqua anche dopo aver concluso il ciclo di depurazione. Questo problema si presenta su scala globale e genera una crescente attenzione e una viva preoccupazione per i possibili effetti negativi sull'ambiente e sulla salute pubblica.
Grazie ai risultati dello studio, i ricercatori pisani hanno adesso dimostrato come sia possibile eliminare con successo i microinquinanti dalle acque, utilizzando piante di salice e di cannuccia di palude. In particolare, lo studio ha valutato l'efficacia di specie erbacee (Phragmites australis L.) e arboree (Salix matsudana Koidz.) nel rimuovere composti organici utilizzandoli in sistemi di fitodepurazione, collegati al ciclo tradizionale di depurazione delle acque reflue.
“La rimozione dei composti si è focalizzata sui farmaceutici come il diclofenac, il ketoprofene, e l'atenololo e su altri inquinanti come i nonilfenoli e il triclosano. Queste sostanze sono presenti come principio attivo in farmaci antidolorifici e antiinfiammatori e in tensioattivi assai diffusi”, afferma Lorenzo Mariotti, attualmente ricercatore junior al dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell'Università di Pisa.
“Per quanto riguarda la capacità di queste macrofite, ovvero piante di grandi dimensioni, di bioaccumulare, cioè accumulare all'interno del loro organismo, e degradare tali prodotti, la ricerca ha dimostrato che sia P. australis che S. matsudana meglio conosciute come salici e cannucce, sono in grado di farlo e anche in modo efficiente”, sottolineano Simona Di Gregorio e Andrea Andreucci del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa.
“La complessità del refluo nella sua composizione in microinquinanti suggerisce che la consociazione di specie vegetali diverse permetta una migliore fitodepurazione delle acque reflue”, commentano Luca Sebastiani e Alessandra Francini, rispettivamente direttore e ricercatrice dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna.
Dello studio sono co-autori Alessandra Francini, Lorenzo Mariotti, Simona Di Gregorio, Luca Sebastiani e Andrea Andreucci.
La pubblicazione è disponibile su https://doi.org/10.1007/s11356-018-3582-x
Insegnare a insegnare
Insegnare a insegnare è un progetto di Faculty Development che mira a rafforzare le competenze didattiche dei docenti dell’ateneo pisano per innalzare la qualità degli insegnamenti e incoraggiare una didattica innovativa. Il progetto fa affidamento alle più recenti teorie della ricerca in campo didattico, valorizzando l’apprendimento attivo (active learning) e puntando alla centralità di chi apprende attraverso modelli riflessivi (reflective learning), esperienziali (experiential learning) e trasformativi (trasformative learning). Esso persegue due obiettivi fondamentali:
- fornire ai partecipanti le competenze di base per progettare, condurre, comunicare e valutare l’attività di insegnamento e apprendimento svolta in classe con gli studenti;
- costruire una comunità professionale che, interagendo attivamente al suo interno, elabori approcci, strategie, metodologie e pratiche volte a migliorare costantemente la propria pratica didattica.
Il percorso formativo si struttura secondo un’organizzazione modulare costituita da incontri frontali condotti in forma interattiva e workshop pratici finalizzati alla sperimentazione di procedure, tecniche e strumenti per l’azione didattica. La proposta formativa è rivolta principalmente ai ricercatori a tempo determinato junior ma è aperta a tutti i docenti interessati a migliorare la qualità didattica e professionale; possono fare domanda anche i dottorandi e gli assegnisti di ricerca, ammissibili in caso di disponibilità residua di posti.
Dallo scorso anno, il progetto si articola in due fasi complementari ma indipendenti. Dopo un primo incontro di presentazione comune, che si terrà il 7 febbraio, il percorso sarà suddiviso in un Corso base e un Corso avanzato, da febbraio a maggio, ciascuno di 35 ore circa. Il monte ore è stato reso più leggero rispetto al passato in modo da facilitare la partecipazione e la frequenza. Ciò non esclude la possibilità di seguire entrambi i corsi nello stesso a.a..Gli argomenti trattati nel corso avanzato saranno approfondimenti di secondo livello rispetto agli elementi di base.
Ci sono poi alcune novità nei contenuti, con dei moduli introdotti o rinnovati anche grazie alla disponibilità di alcuni docenti della nostra Università che si sono aggiunti ai più esperti e ai docenti di altri Atenei con le loro specifiche competenze (ad esempio, le didattiche disciplinari, le risorse digitali per la didattica).
Viene inoltre proposta ai partecipanti una sperimentazione, da condurre nel corso della loro attività didattica, con l’obiettivo di tradurre nella prassi d’insegnamento gli orientamenti presentati durante il corso.
Insegnare è una componente fondamentale dell’azione dei professori e dei ricercatori universitari. Ogni docente ha sviluppato proprie tecniche per svolgere al meglio questo compito, ma nella maggior parte dei casi ha costruito la propria competenza in solitudine. Sovente manca un momento di confronto comune con i colleghi, uno scambio di idee sulle metodologie adottate, una condivisione di pratiche e strumenti utili a innalzare la qualità della didattica e dell’apprendimento degli studenti. Ciò vale in generale per tutti i docenti ma assume una particolare rilevanza per i ricercatori a tempo determinato junior, che devono affrontare un impegno didattico avendo alle spalle scarsa esperienza di insegnamento e nessuna preparazione nel campo della didattica universitaria.
L’iniziativa Insegnare a insegnare è nata proprio per rispondere a queste esigenze, e intende fornire un supporto a docenti meno esperti, affinché siano sostenuti nel loro processo di qualificazione dell’attività di insegnamento e apprendimento.
Il Ciclo di incontri
Il ciclo di incontri formativi, che si svolgeranno da febbraio 2025, è coordinato dal prof. Raffaele Ciambrone dell'Università di Pisa, con la collaborazione del prof. Ettore Felisatti dell’Università di Padova e di numerosi esperti, italiani e stranieri, accademici e non accademici.
Scarica le slides del primo incontro di presentazione nella sezione Allegati
Come partecipare
Trattandosi di un’iniziativa in cui la didattica laboratoriale assume un ruolo cruciale, la partecipazione all’edizione 2024/25 è stata limitata a 70 persone per il Corso base e a 35 persone per il Corso avanzato.
Per partecipare al corso è necessario presentare la domanda d’iscrizione, compilando il modulo che troverete a questo link e selezionando il corso che vi interessa (base, avanzato o entrambi):
https://forms.office.com/e/1hY2rDCAxk
Le iscrizioni sono aperte dal 23 gennaio e verranno chiuse il 7 febbraio 2025.
Per informazioni:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.