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Giovedì 15 novembre, alle 22.00, l'Ex Wide (Via Franceschi 13, Pisa) ospita il concerto jazz di Krzysztof Kobyliński (pianoforte) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon).  
Le ripetute collaborazioni e l’affiatamento tra i due musicisti hanno consolidato un progetto musicale nel quale il virtuosismo e si mescola all’alchimia e ricerca timbrica. Dall’interazione scaturisce un repertorio composto da rielaborazioni di standards jazz, arrangiamenti di brani contemporanei e brani originali. 

Il concerto è organizzato dall'Associazione studentesca "Isola del Jazz" con i contributi dell'ateneo per le attività studentesche autogestite all'Università di Pisa.

Per maggiori info: https://www.facebook.com/isoladeljazz/

isola del jazz 15 nov

 

 

Giovedì 15 Novembre alle 16, nell'aula autogestita Break Now al Polo Piagge, l'Associazione Mohamed Bouazizi organizza una conferenza su migrazioni, guerra e razzismo dal titolo "Padroni a casa loro".

Il mito degli “italiani brava gente” continua a infestare una cattiva coscienza di questo paese. Non siamo stati razzisti perché “laggiù abbiamo costruito ponti e strade”, non siamo razzisti ma.... continuiamo ad esserlo. C’è una memoria storica rimossa del passato coloniale italiano che occorre riesumare e ricostruire per dare un profilo materiale si fenomeni migratori contemporanei: non invasioni ma prodotti di una storia coloniale e di un presente di sfruttamento neocoloniale al di là del Mediterraneo.

Intervengono

Gabriele Proglio
Università di Coimbra

Francesco Tamburini
Docente di Equilibri geopolitici dell’Asia e dell’Africa in epoca postcoloniale, UNIPI.

L'evento è organizzato con i fondi di ateneo per le attività studentesche.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mercoledì, 14 Novembre 2018 08:47

Conferenza "Padroni a casa loro"

Giovedì 15 Novembre alle 16, nell'aula autogestita Break Now al Polo Piagge, l'Associazione Mohamed Bouazizi organizza una conferenza su migrazioni, guerra e razzismo dal titolo "Padroni a casa loro".

Il mito degli “italiani brava gente” continua a infestare una cattiva coscienza di questo paese. Non siamo stati razzisti perché “laggiù abbiamo costruito ponti e strade”, non siamo razzisti ma.... continuiamo ad esserlo. C’è una memoria storica rimossa del passato coloniale italiano che occorre riesumare e ricostruire per dare un profilo materiale si fenomeni migratori contemporanei: non invasioni ma prodotti di una storia coloniale e di un presente di sfruttamento neocoloniale al di là del Mediterraneo.

Intervengono

Gabriele Proglio
Università di Coimbra

Francesco Tamburini
Docente di Equilibri geopolitici dell’Asia e dell’Africa in epoca postcoloniale, UNIPI.

L'evento è organizzato con i fondi di ateneo per le attività studentesche.

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Martedì, 13 Novembre 2018 14:40

Nuovo numero unico per i servizi del DSU

Da mercoledì 14 novembre sarà attivo il nuovo numero unico per ricevere informazioni sui servizi dell'Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.

Chiamando lo 055/2347200 gli studenti potranno parlare con gli operatori del DSU Toscana su tutto il territorio regionale ed avere risposte inerenti i benefici e le attività svolte dall'Azienda in tutte le sue sedi.

Il Servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 10,00 alle 13,00.

Il tempo e la storia, tra innovazioni e persistenze, tra progressi e crisi, e la percezione del cambiamento nell'area dell'Europa mediterranea sono i temi generali intorno ai quali il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa ha costruito il suo "progetto di eccellenza". Il dipartimento è stato infatti una delle 180 migliori strutture selezionate in tutta Italia dal ministero, ottenendo un finanziamento di oltre 8 milioni di euro per il quinquennio 2018–2022.
Martedì 13 novembre la Gipsoteca di Arte Antica ha ospitato una giornata di presentazione alla comunità universitaria e alla città intera del progetto di eccellenza, che ha come titolo: "I tempi delle strutture. Resilienze, accelerazioni e percezioni del cambiamento nello spazio euro-mediterraneo". Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella, dell'assessore comunale con delega alle Politiche integrate con le università, Paolo Pesciatini, e del direttore del dipartimento, Pierluigi Barrotta, sono intervenuti i referenti delle quattro linee di ricerca del progetto: Marilina Betrò per l'area antica, Giuseppe Petralia per l'area medioevale, Cinzia Maria Sicca per l'area moderna e Alberto Mario Banti per l'area contemporanea. Erano inoltre presenti i professori Simone Collavini, vice direttore del dipartimento, e Federico Cantini, responsabile della Commissione comunicazione dello stesso dipartimento. In Gipsoteca sono stati anche esposti, e lo saranno fino al 17, alcuni poster che illustrano le varie attività collegate al progetto.
All’interno delle quattro linee di ricerca gli studiosi del dipartimento esamineranno specifici momenti e processi caratterizzati dalla compresenza dei due aspetti, della resilienza e dell’accelerazione, colti nelle diverse forme della loro relazione.
L’area antica vuole indagare le dinamiche di espansione e i processi di crescita negli Early States e negli imperi del mondo antico, differenziando geograficamente e cronologicamente. Nel concreto la ricerca si rivolgerà all’identificazione dei fenomeni di crescita facendo uso di "misuratori", alla cui definizione è imprescindibile il contributo dell’indagine archeologica.
L’area medioevale mira a ripensare la nozione di Rivoluzione feudale, indagando l’individuazione di un fattore decisivo nel riconfigurare il sistema delle strutture delle società medievali dopo l'anno Mille. L’asincronia delle trasformazioni, le diverse opzioni fra rapide e accelerate innovazioni ed evoluzioni graduali, la percezione variabile dei contemporanei del carattere rivoluzionario dei cambiamenti fanno del tema un buon caso di studio delle tematiche generali: il cambiamento storico tra resilienze e accelerazioni; la percezione del mutamento e il suo influsso sui processi storici.
La terza linea ha l’obiettivo generale di restituire la complessità dei processi di cambiamento in età moderna, utilizzando i due strumenti costituiti dalla polarità accelerazione/resilienza e dalla dimensione della percezione del cambiamento. Essere moderni significa già essere consapevoli della diversità storica di un’epoca che, entro certi limiti, si contrappone al passato e ciò comporta un mutamento nel rapporto tra tempo storico e tradizione, una trasformazione nella direzione dello sguardo verso il futuro. Per studiare questa trasformazione di concetti e paradigmi ci si propone di elaborare un “Lessico europeo del cambiamento”, dedicato alle idee chiave che definiscono in età moderna il rapporto con il tempo e la storia.
La quarta linea di ricerca incentra la sua attenzione sulla comunicazione e la propaganda in età contemporanea. Mira in particolare a riflettere sul progressivo affermarsi della società di massa, con la costruzione di un campo comunicativo che si articola attorno a quattro fondamentali strutture: quelle tecnologiche e comunicative, con una sequenza continua di innovazioni mediatiche; quelle istituzionali, con modalità pubblicamente regolate di presa di parola; quelle discorsive e simboliche; quelle infine ideali, legate a ideologie e valori, con i relativi conflitti e mutamenti.
"Questo progetto di ricerca - ha commentato il direttore Pierluigi Barrotta - impegnerà tutto il dipartimento, a cui si sono recentemente aggiunti docenti di elevata qualifica internazionale grazie al finanziamento del MIUR. Sempre in vista dello svolgimento del progetto, saranno dati 32 assegni di ricerca con cui attrarre i migliori giovani ricercatori dall’Italia e dall’estero. I risultati della ricerca saranno via via pubblicati in una collana curata dalla casa editrice accademica Carocci di Roma. La qualifica di dipartimento di eccellenza conferma il profilo internazionale della tradizione umanistica propria dell’Università di Pisa”.
Nella foto “civiltà1”: da sinistra, Pesciatini, Mancarella e Barrotta.
Nella foto “civiltà2”: da sinistra, Collavini, Sicca, Cantini, Barrotta, Banti, Betrò, Petralia.

Il tempo e la storia, tra innovazioni e persistenze, tra progressi e crisi, e la percezione del cambiamento nell'area dell'Europa mediterranea sono i temi generali intorno ai quali il dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell'Università di Pisa ha costruito il suo "progetto di eccellenza". Il dipartimento è stato infatti una delle 180 migliori strutture selezionate in tutta Italia dal ministero, ottenendo un finanziamento di oltre 8 milioni di euro per il quinquennio 2018–2022.

Martedì 13 novembre la Gipsoteca di Arte Antica ha ospitato una giornata di presentazione alla comunità universitaria e alla città intera del progetto di eccellenza, che ha come titolo: "I tempi delle strutture. Resilienze, accelerazioni e percezioni del cambiamento nello spazio euro-mediterraneo". Dopo i saluti del rettore Paolo Mancarella, dell'assessore comunale con delega alle Politiche integrate con le università, Paolo Pesciatini, e del direttore del dipartimento, Pierluigi Barrotta, sono intervenuti i referenti delle quattro linee di ricerca del progetto: Marilina Betrò per l'area antica, Giuseppe Petralia per l'area medioevale, Cinzia Maria Sicca per l'area moderna e Alberto Mario Banti per l'area contemporanea. Erano inoltre presenti i professori Simone Collavini, vice direttore del dipartimento, e Federico Cantini, responsabile della Commissione comunicazione dello stesso dipartimento.
In Gipsoteca sono stati anche esposti, e lo saranno fino al 17, alcuni poster che illustrano le varie attività collegate al progetto.

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All'interno delle quattro linee di ricerca gli studiosi del dipartimento esamineranno specifici momenti e processi caratterizzati dalla compresenza dei due aspetti, della resilienza e dell'accelerazione, colti nelle diverse forme della loro relazione.

  • L'area antica vuole indagare le dinamiche di espansione e i processi di crescita negli Early States e negli imperi del mondo antico, differenziando geograficamente e cronologicamente. Nel concreto la ricerca si rivolgerà all'identificazione dei fenomeni di crescita facendo uso di "misuratori", alla cui definizione è imprescindibile il contributo dell'indagine archeologica.
  • L'area medioevale mira a ripensare la nozione di Rivoluzione feudale, indagando l'individuazione di un fattore decisivo nel riconfigurare il sistema delle strutture delle società medievali dopo l'anno Mille. L'asincronia delle trasformazioni, le diverse opzioni fra rapide e accelerate innovazioni ed evoluzioni graduali, la percezione variabile dei contemporanei del carattere rivoluzionario dei cambiamenti fanno del tema un buon caso di studio delle tematiche generali: il cambiamento storico tra resilienze e accelerazioni; la percezione del mutamento e il suo influsso sui processi storici.
  • La terza linea ha l'obiettivo generale di restituire la complessità dei processi di cambiamento in età moderna, utilizzando i due strumenti costituiti dalla polarità accelerazione/resilienza e dalla dimensione della percezione del cambiamento. Essere moderni significa già essere consapevoli della diversità storica di un'epoca che, entro certi limiti, si contrappone al passato e ciò comporta un mutamento nel rapporto tra tempo storico e tradizione, una trasformazione nella direzione dello sguardo verso il futuro. Per studiare questa trasformazione di concetti e paradigmi ci si propone di elaborare un "Lessico europeo del cambiamento", dedicato alle idee chiave che definiscono in età moderna il rapporto con il tempo e la storia.
  • La quarta linea di ricerca incentra la sua attenzione sulla comunicazione e la propaganda in età contemporanea. Mira in particolare a riflettere sul progressivo affermarsi della società di massa, con la costruzione di un campo comunicativo che si articola attorno a quattro fondamentali strutture: quelle tecnologiche e comunicative, con una sequenza continua di innovazioni mediatiche; quelle istituzionali, con modalità pubblicamente regolate di presa di parola; quelle discorsive e simboliche; quelle infine ideali, legate a ideologie e valori, con i relativi conflitti e mutamenti.

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"Questo progetto di ricerca - ha commentato il direttore Pierluigi Barrotta - impegnerà tutto il dipartimento, a cui si sono recentemente aggiunti docenti di elevata qualifica internazionale grazie al finanziamento del MIUR. Sempre in vista dello svolgimento del progetto, saranno dati 32 assegni di ricerca con cui attrarre i migliori giovani ricercatori dall'Italia e dall'estero. I risultati della ricerca saranno via via pubblicati in una collana curata dalla casa editrice accademica Carocci di Roma. La qualifica di dipartimento di eccellenza conferma il profilo internazionale della tradizione umanistica propria dell'Università di Pisa".

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Nella foto in alto: da sinistra, Pesciatini, Mancarella e Barrotta.

Nella foto nel mezzo: da sinistra, Collavini, Sicca, Cantini, Barrotta, Banti, Betrò, Petralia.

lisa_barsotti.jpgHa studiato all’Università di Pisa la scienziata che si è appena aggiudicata il Breakthrough Prize ovvero "l'Oscar della Scienza" nella categoria “Nuovi orizzonti della fisica”. Lisa Barsotti, 40 anni livornese e attualmente Principal Research Scientist al Massachussetts Institute of Technology, ha ricevuto il riconoscimento nel corso di una cerimonia che si è svolta il 5 novembre negli USA, a Mountain View nella Silicon Valley.

E' con grande piacere che pubblichiamo di seguito una testimonianza scritta dalla dottoressa Barsotti per UnipiNews sui suoi anni di formazione nel nostro Ateneo dove ha conseguito la laurea e il dottorato di ricerca.

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La mia avventura nella ricerca delle onde gravitazionali inizia quasi per caso, dai banchi dell’Università di Pisa. Come la maggioranza degli aspiranti fisici, ero affascinata dalla rivoluzione che Einstein aveva portato al modo di concepire lo spazio-tempo, e seguivo con interesse il corso di Relatività Generale del Prof. Vicari del 2000-2001. Alla fine del corso, grazie ad alcune lezioni aggiuntive del Prof. Fidecaro, scopro che un tassello della visione di Einstein, le onde gravitazionali, negli ultimi anni erano diventate l’obiettivo di un nuovo tipo di rivelatori.

Il Prof. Fidecaro organizza una visita a Virgo, al tempo in fase finale di costruzione. La mattina della visita vado da Collesalvetti, dove sono cresciuta, a Pisa in macchina, invece che con l’autobus come facevo di solito, in modo da poter dare un passaggio ad altri compagni di corso.

Ricordo sempre lo stupore mentre seguivo la macchina del Prof. Fidecaro diretta a Virgo, visto che praticamente stavamo tornando da Pisa verso casa mia! Il rivelatore Virgo, uno dei pochi rivelatori al mondo che stavano per cimentarsi nella ricerca delle onde gravitazionali, ce l’avevo praticamente dietro casa, senza saperlo (sette minuti porta a porta, per la precisione, come ho avuto modo di cronometrare innumerevoli volte negli anni seguenti).

In quel periodo stavo pensando ad un progetto di tesi, e dopo la visita a Virgo decisi di chiedere al Prof. Fidecaro se potevo lavorare con lui. Virgo mi sembrava il modo migliore per entrare a far parte del mondo della ricerca, visto il “nobile” obiettivo della caccia alle onde gravitazionali, oltre al fatto che finalmente sarei stata obbligata ad imparare l’inglese, a studiare un po’ di codici di programmazione, e perché no… il tutto senza spostarmi da casa, anzi, potendoci addirittura tornare anche per pranzo (i miei colleghi di Virgo per anni hanno insinuato che quest’ultima fosse stata la motivazione principale per la mia scelta, ma qui lo nego ufficialmente).

Con gli anni del Dottorato in Fisica Applicata, sempre a Pisa con il Prof. Fidecaro, mi appassiono a questi rivelatori di onde gravitazionali, strumenti incredibilmente complessi. Da quel che so, a tutti gli studenti di dottorato degli ultimi vent’anni che abbiano lavorato alla ricerca delle onde gravitazionali, in qualsiasi parte del mondo, è stato detto “questo è il momento giusto, perché’ la rivelazione delle onde gravitazionali è imminente”. Il Prof. Fidecaro non usò esattamente queste parole, ma quando iniziai il Dottorato nel 2003 mi disse che era un momento decisive per la messa a punto di questi strumenti. Aveva in effetti ragione, però alla fine del mio Dottorato, nel 2006, di onde gravitazionali non s’era vista neppure l’ombra! Ma ormai era troppo tardi… era chiaro che non ero pronta ad abbandonare la “caccia”.

Dopo il Dottorato a Pisa la mia storia è continuata negli Stati Uniti al Massachusetts Institute of Technology (MIT), nel gruppo di LIGO (Laser Interferometer Gravitational-wave Observatory), dove mi sono spostata nel 2007. MIT e Caltech gestiscono per la National Science Foundation i due osservatori di LIGO, uno in Washington State e uno in Lousiana, ai due estremi degli Stati Uniti. Per lavorare direttamente sui rivelatori di LIGO ho passato non so quante ore in aereo per raggiungere gli osservatori, altro che sette minuti in macchina! Il resto del tempo lo passo al MIT a sviluppare nuove tecnologie per rendere questi rivelatori ancora più sensibili.

La prima rivelazione delle onde gravitazionali nel 2015, da un sistema di buchi neri, è stato un evento indimenticabile. Soprattutto dopo l’annuncio, nel febbraio del 2016, vedere l’entusiasmo non solo della comunità scientifica, ma anche l’interesse del pubblico, mi ha senza dubbio ripagato degli anni “bui” in cui le onde gravitazionali sembravano sempre più sfuggenti.

Nell’aprile del 2019 saranno tredici anni esatti dalla discussione della mia tesi di Dottorato, e dodici da quando ho lasciato l’Italia, “per un paio di anni all’estero”, come dicevo prima di partire. Negli Stati Uniti ho trovato un lavoro permanente, fondi di ricerca stabili, e l’opportunità di crescere professionalmente. Ma qui ho anche capito come l’educazione ad alti livelli non sia un diritto scontato.

La formazione che ho ricevuto a Pisa, e l’opportunità di entrare da subito nel mondo della ricerca, mi hanno permesso di contribuire a quella che è considerate da molti una delle più grandi scoperte scientifiche dei nostri tempi, e per questo non posso che dire grazie, e augurarmi che si continui a dare la stessa possibilità alle nuove generazioni.

LIsa Barsotti

Trentasette studenti dell’Università di Pisa si sfideranno a colpi di progetti d’impresa per conquistare la possibilità di fare uno stage di almeno sei mesi nelle sedi europee di Unicredit. Ad dare questa possibilità è “Business Plan in Progress”, una iniziativa promossa dalla professoressa Giovanna Mariani del dipartimento di Economia e Management che coinvolge gli allievi del corso di laurea in Banca, finanza aziendale e mercati finanziari.

“E’ un primo passo importante verso la carriera e un confronto reale con il business– spiega Giovanna Mariani – quest’anno poi è cresciuto il numero delle aziende che daranno la possibilità ai nostri studenti di sviluppare un vero business plan, affiancati da manager ed imprenditori d'esperienza”.

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Le imprese coinvolte in questa ottava edizione, per la quale è stato fondamentale il contributo organizzativo di Confindustria Livorno Massa Carrara e dell’Unione Industriale Pisana, sono Unicredit, Gruppo Lapi, Netresults, Pes e due nuove start-up.

La discussione dei business plan avverrà il 17 dicembre presso il dipartimento di Economia e Management alla presenza degli imprenditori e del dottor Andrea Burchi, direttore della Regione Centro Nord di Unicredit (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Marche), che dovrà valutare i progetti individuando il team migliore.

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