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Comunicati stampa

Due conferenze introduttive, una mostra e un convegno, una rassegna cinematografica, spettacoli e lezioni in prosa, che si aggiungono a un'edizione speciale della regata Pisa-Pavia. È ricco e articolato il calendario di iniziative che l'Università di Pisa dedica al 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara del 29 maggio 1848, che vide la partecipazione di un battaglione composto da studenti e docenti dell'Ateneo pisano. Per sottolineare il rilievo che l'Ateneo vuole dare a questa ricorrenza, l'avvio delle celebrazioni si terrà nella mattinata di lunedì 28 maggio nel Palazzo della Sapienza, che sarà riaperto per l'occasione esattamente sei anni dopo la chiusura causata dalla vulnerabilità sismica dell'edificio.

Il programma, che si svolgerà dal 28 maggio al 3 giugno, è stato presentato a Palazzo alla Giornata, mercoledì 16 maggio, dal rettore Paolo Mancarella, dal direttore generale Riccardo Grasso, dal direttore della Domus Mazziniana, Pietro Finelli, e dai membri del Comitato per le celebrazioni del 170° della battaglia di Curtatone e Montanara: Massimo Caboara, Simone Capaccioli, Marco Cini, Michele da Caprile, Eleonora Da Pozzo, Monica Lupetti e Rosalba Tognetti (nella foto).

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Le celebrazioni saranno introdotte da due prestigiose conferenze, che si terranno nell’Auditorium di Palazzo Blu: mercoledì 23, alle ore 17,30, il professor Paolo Rossi parlerà de “Il ’48 dei professori: nascita di una Nazione e rinascita di un Ateneo”, mentre giovedì 24, alle ore 18, il prefetto Francesco Paolo Tronca, commissario straordinario dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, discuterà di “Curtatone e Montanara: Università, Volontariato, Patria".

 

Guarda il video di presentazione dell'iniziativa  

Il 28, come detto, prenderà ufficialmente avvio il programma, prima al Camposanto monumentale, con la deposizione delle corone alla memoria di Ottaviano Fabrizio Mossotti, Leopoldo Pilla e degli altri caduti della battaglia, e poi nel Palazzo della Sapienza, con l'apertura delle celebrazioni, cui seguiranno la deposizione di corone ai caduti e l'esibizione del Coro dell'Università di Pisa.

Appuntamenti centrali del programma saranno la mostra “Addio, mia bella, addio. L'Università di Pisa e la memoria di Curtatone e Montanara” (catalogo a cura della Pisa University Press), che sarà aperta al Polo “Le Benedettine” fino al 30 giugno, e il convegno “Una battaglia e il suo mito. Convegno per il 170° anniversario della battaglia di Curtatone e Montanara”, che si terrà il 29 maggio nell'Aula Magna Nuova della Sapienza e il 30 maggio alla Domus Mazziniana, istituzione cui si ricollegano le celebrazioni della battaglia risorgimentale.

La mostra è incentrata sulla memoria della battaglia e sull’uso pubblico che ne è stato fatto nel corso dei decenni, dal Risorgimento fino alla costituzione della Repubblica e oltre, restituendo alla società di oggi la consapevolezza di un rilevante elemento costitutivo dell'identità nazionale. Il percorso espositivo poggia su un ricco materiale iconografico e documentario, nonché su alcuni cimeli di grande interesse storico, come la divisa appartenuta a Giuseppe Montanelli. Un plastico, appositamente realizzato, riproduce in scala il campo di battaglia.

Aperto dalla orazione inaugurale di Romano Paolo Coppini (“Combattere, e non lamentare, Italia imponeva”), il convegno vedrà la partecipazione di studiosi provenienti dalle tre università toscane, nonché da altre università e centri di ricerca nazionali e stranieri. Si articolerà in tre sessioni, dedicate al contributo che l’Università di Pisa dette alla cultura e al movimento risorgimentale, alle caratteristiche delle reti di cospiratori e volontari che animarono le battaglie dell’epoca e ai loro rapporti con gli eserciti ufficiali degli Stati impegnati nel processo di unificazione nazionale e, infine, alla battaglia di Curtatone e Montanara, ai suoi protagonisti e ai suoi echi nell’opinione pubblica dell’epoca e nella memoria della comunità nazionale.

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Nella serata del 28 maggio, il Crocchio dei Goliardi Spensierati e il Coro dell’Università saranno impegnati al Teatro Verdi nello spettacolo “Gli studenti pisani a Curtatone. L’epopea del ’48 in musica e vernacolo”, per la regia di Lorenzo Gremigni. Il 3 giugno, invece, sarà la volta di una lezione in prosa agli Arsenali Repubblicani a cura di Franco Farina, dal titolo “Io vorrei che a Metternicche”, con l’accompagnamento della Filarmonica Pisana, del coro del Liceo Ulisse Dini e de "I Nosodi".

"La memoria di Curtatone e Montanara - ha concluso il rettore Paolo Mancarella - si è intrecciata intimamente con l’identità dell’Università e con quella della città di Pisa, modellando i profili civici e culturali di queste comunità e confluendo nel complesso processo di formazione dell’identità nazionale. Proprio per evidenziare questo duplice legame, abbiamo inteso rilanciare la ricorrenza della battaglia risorgimentale nel 170° anniversario e farla coincidere con la riapertura, seppure ancora non definitiva, del Palazzo della Sapienza, volendo così testimoniare un richiamo forte ai valori della nostra tradizione e nello stesso tempo a un futuro che intendiamo costruire sulla base di quei valori".

Leggi il calendario sintetico delle celebrazioni.

Nella foto in basso: a sinistra, Volontario toscano in divisa, Sistema Bibliotecario di Ateneo; a destra, Uniforme da capitano della Guardia Universitaria pisana appartenuta a Giuseppe Montanelli, Museo Civico di Fucecchio, (foto Romano).

Il nuovo velivolo PrandtlPlane prende forma a un anno di attività dall’inizio del progetto PARSIFAL, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma di Ricerca ed Innovazione “Horizon 2020”. È stato infatti realizzato un modello in scala 1:50 della configurazione definita attraverso gli studi iniziali che sono stati fatti presso l’Università di Pisa e le altre sedi dei partner del progetto, con il coordinamento del professor Aldo Frediani, responsabile della ricerca.

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La nuova configurazione del “PrandtlPlane”, con ali che “sorreggono” la fusoliera sia nella parte anteriore che in quella più vicina alla coda, oltre ai noti vantaggi in termini di riduzione della resistenza aerodinamica, consentirà infatti di trasportare fino a circa il 50% in più di passeggeri per ciascun singolo volo, consentendo dunque di realizzare quell’aumento di traffico viaggiante che sarà necessario per far fronte alle richieste del mercato, ma mantenendo in pratica lo stesso numero di voli e la piena compatibilità con gli aeroporti che oggi ospitano aerei con la stessa apertura alare. Corridoi più larghi e un maggior numero di porte di entrata e uscita, permetteranno di ridurre i tempi di imbarco e di sbarco, impattando in modo sostenibile su tempi di “turn-around”, e di stazionamento in aeroporto in generale.

Come sarà l’aereo del futuro, guarda il video.

“Il PrandtlPlane si configura come la soluzione più promettente per conciliare il futuro aumento di richiese nel settore dell’aeronautica civile, con l’imminente saturazione degli spazi aeroportuali che stanno vivendo, sin da ora, grosse problematiche dovute al già troppo elevato numero di voli presenti – dichiara il professor Aldo Frediani – Le nuove soluzioni tecnologiche adottate nel PrandtlPlane permetteranno altresì di ridurre i consumi specifici, l’inquinamento ambientale e i costi di esercizio: questo è l’argomento principale che vedrà impegnati i ricercatori di PARSIFAL durante il prossimo periodo di attività”.

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Gli studi di mercato fatti nel primo periodo di attività di PARSIFAL, mostrano come nei prossimi venti anni ci si aspetti un incremento di traffico aereo fino al 50% superiore ad oggi per rotte soprattutto continentali (corto e medio raggio), e proprio sulle quali il team di ricercatori ha deciso di orientare l’impostazione iniziale del velivolo.

Il modello è stato presentato a due tra i principali eventi che si svolgono in Europa: la “Transport Research Arena (TRA-2018)” che ha avuto luogo a Vienna gli scorsi 16-19 aprile, e la “ILA Berlin Air Show (ILA-2018)”, svoltasi a Berlino dal 25 al 29 aprile, dove un team di docenti e di dottorandi dell’ateneo pisano ha partecipato su esplicito invito della Commissione Europea, che ha peraltro ospitato il modello presso i propri stand espositivi.

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Terzo appuntamento pisano con la figura e l’opera del sommo poeta, nella nuova e attesa edizione di Danteprima. Il festival ideato da Marco Santagata anticipa le celebrazioni che, nel 2021, ricorderanno Dante Alighieri a 700 anni dalla morte: dal 23 al 26 maggio la città sarà animata da una quattro giorni di incontri, mostre, spettacoli, passeggiate, concerti, letture e film. La rassegna culturale è voluta dal Comune di Pisa, in collaborazione con Regione Toscana, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Fondazione Teatro di Pisa, Fondazione Blu, Opera della Primaziale Pisana, Museo della Grafica, Cinema Arsenale.

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Si inizia mercoledì 23 maggio alle 21, al Teatro Verdi, con “Inferno Novecento”, rivisitazione teatrale dell’Inferno. Federico Tiezzi riunisce Sandro Lombardi e David Riondino intorno alla Commedia dantesca. Lo spettacolo, che nasce da un’idea del giovane drammaturgo Fabrizio Sinisi, mette a confronto i maggiori personaggi dell’Inferno con grandi icone del Novecento (Lady Diana e Dodi Al Fayed, Marylin Monroe, Giulio Andreotti, Andy Warhol, Pier Paolo Pasolini…) o con momenti cruciali della sua storia. Alternando episodi dell’Inferno con brani di celebri firme del giornalismo italiano, si realizza un viaggio attraverso la Commedia e una discesa nei gorghi dell’anomalo, tremendo secolo appena trascorso.

Giovedì 24 maggio, alle 17, la lezione di Mirko Tavoni a Palazzo Gambacorti sarà dedicata a “Dante e la lingua italiana”. Alle 22:30 il Cineclub Arsenale proporrà in prima assoluta mondiale i “Canti d’Inferno: Dante in video”, con la proiezione di due lavori inaugurali della serie di Guy Massaux ispirata all’Inferno di Dante: Il Rifugio (canto XXV) 2015 e La selva oscura (canto XIII) 2018. Sarà presente l’autore; introdurrà Sandra Lischi.

In calendario per venerdì 25 maggio, alle 11:30, a Palazzo Lanfranchi, l’inaugurazione della mostra “Dantesca. Motivi e suggestioni nella grafica contemporanea”. Da non perdere l’appuntamento, in programma dalle 17 alle 18.45 e dalle 19.15 alle 21 nel Cortile del Palazzo della Carovana (Scuola Normale Superiore): il coreografo Nicola Galli presenterà una video installazione immersiva di danza a 360°, creata in esclusiva per questa edizione di Danteprima e realizzata grazie al sostegno della Scuola Normale e al contributo scientifico del Laboratorio SMART. L’evento si ripeterà sabato 26, dalle 11 alle 12.45. Il pubblico sarà condotto nella meravigliosa meta descritta dal poeta come un rigoglioso giardino creato da Dio e sede per l'umanità, attraversato dai fiumi Lete e Eunoè. Indossando un visore per la realtà virtuale, lo spettatore è invitato a scoprire tridimensionalmente questo luogo ed entrare in relazione con i cinque danzatori che lo accompagnano in un metaforico viaggio verso la purificazione e l'ascesa (performance su prenotazione, durata 15 minuti). In programma alle 22 in reading in Piazza dei Miracoli con alcuni fra i maggiori poeti contemporanei (Maurizio Cucchi, Mariangela Gualtieri, Vivian Lamarque, Valerio Magrelli, Emilio Rentocchini), che leggeranno le loro poesie con l’accompagnamento musicale di Massimo Bubola. L’evento è promosso in collaborazione con il Poesia Festival/Unione Terre di Castelli; introdurrà Alberto Bertoni.

Gran finale del festival dantesco sabato 26 maggio. Torna anche quest’anno la passeggiata alla scoperta di Pisa città dantesca. L’appuntamento è fissato per le 11, con partenza da Palazzo Boilleau (Aula Magna), per un percorso guidato da Marco Collareta, che racconterà l’arte a Pisa ai tempi di Dante. Alle 18, nella Sala degli Stemmi della Scuola Normale Superiore, usciremo a rivedere le stelle con la lectio conclusiva di Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale. La giornata si chiuderà in dialogo tra poesia e musica: Michael Gȕttler dirigerà la Dante Symphonie di Franz Liszt nella suggestiva cornice della Piazza dei Cavalieri (ore 22): vedremo esibirsi sul palco di Danteprima l’Orchestra Archè e il Coro Ars Lyrica diretto da Marco Bargagna. Sorpresa finale con le letture dantesche di Sandro Lombardi.

Tre le tavole rotonde di approfondimento del festival dantesco: il 25 maggio, alle 15:30, a Palazzo Blu, sul mito risorgimentale di Dante interverranno Alberto Mario Banti (Università di Pisa), Gianmario Cazzaniga (Università di Pisa), Francesco Leone (Università di Chieti), Amedeo Quondam (Università La Sapienza); alle 17, nella stessa location, si parlerà di Chiesa e Dante con Daniele Menozzi (Scuola Normale Superiore), Adriano Prosperi (Scuola Normale Superiore), Francesco Traniello (Università di Torino), Giovanni Maria Vian (Direttore “Osservatore Romano”). Sabato 26, alle 16, nella Sala degli Stemmi sella Scuola Normale Superiore, sul tema di “impero, tiranni, comuni” converseranno Gianfranco Fioravanti (Università di Pisa), Diego Quaglioni (Università di Trento), Gian Maria Varanini, (Università di Verona), Jean Claude Maire Viguer (Università di Roma3), Andrea Zorzi (Università di Firenze).

«Questo evento conferma l'impegno messo in campo da varie istituzioni culturali – afferma l’assessore alla cultura Andrea Ferrante – e dà più forza alla cultura cittadina. Il programma sarà differenziato, inusuale, saranno utilizzati linguaggi diversi ed estesi e ci saranno anche elementi innovativi con l'utilizzo di nuove tecnologie.»

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«Sono veramente soddisfatto di questo lavoro collettivo- dichiara il professor Marco Santagata - è necessario propagandare l'idea che anche Pisa è una città dantesca, in quanto il poeta ci ha vissuto e probabilmente ha scritto qui una delle sue opere più importanti, "La Monarchia". Il festival inizia con una lezione legata al linguaggio dantesco con il Professor Mirko Tavoni e conclude con una lezione di Giovanni Maria Flick sui legami fra Dante e la Costituzione Italiana, riallacciandosi dunque ai tempi presenti».

«In queste tre edizioni di Danteprima, grazie alla collaborazione fra istituzioni cittadine – ricorda il sindaco Marco Filippeschi - abbiamo ridato centralità a un tema della tradizione molto importante. Per farlo, sono stati utilizzati approcci diversi, dalla divulgazione all'approfondimento, agli eventi spettacolari. Abbiamo costruito qualcosa che dà alla città dei momenti di partecipazione che si sono rivelati un successo».

Presenti alla conferenza stampa in Sala delle Baleari anche Alessandra Lischi, delegata per la Comunicazione e la diffusione della cultura dell’Università di Pisa, Giuseppe Toscano Presidente Fondazione Teatro di Pisa, Silvano Patacca, Direttore programmazione Fondazione Teatro di Pisa, Alessandro Tosi e Alice Tavoni del Museo della Grafica, Mauro Ciampa della Fondazione Palazzo Blu e Massimo Messina della Fondazione Pisa.

Mario MirriÈ scomparso all’età di 93 anni Mario Mirri, professore emerito dell'Università di Pisa, a lungo docente di Storia moderna. Nato a Cortona (Arezzo) nel 1925, Mirri è stato studioso di storia del Settecento, di storia degli Stati territoriali, di storia dell’agricoltura e di storia dell’istruzione agraria nell’Ottocento. 

Cresciuto a Vicenza, fu membro attivo della Resistenza. Già da giovanissimo frequentava gli ambienti dell’antifascismo azionista e liberalsocialista vicentino, quello che poi avrebbe dato vita alla cosiddetta banda dei “piccoli maestri”. Nel romanzo di Luigi Meneghello, Mirri è citato come “Marietto”, ed era il più giovane di tutti. Laureatosi in filosofia a Padova, nel 1948 Mirri fu ammesso alla Scuola Normale di Pisa con una borsa di perfezionamento riservata agli ex partigiani. Fu allievo di Delio Cantimori e si perfezionò nel 1951 con una tesi su “Ceto dirigente e politica agraria nel Settecento in Toscana”, vincitrice del premio “Biblioteca di G. Feltrinelli” nel 1954.

Nel 1949 fu nominato assistente volontario alla cattedra di Storia moderna all’Università di Pisa; nel 1955 divenne assistente straordinario e contemporaneamente docente di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore. Nel 1963 fu chiamato come professore incaricato di Storia del Risorgimento dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa e contemporaneamente vinse il concorso ad assistente ordinario presso la cattedra di Storia moderna. Nell 1967-68, dopo il trasferimento di Armando Saitta a Roma, Mario Mirri fu nominato professore ordinario di Storia moderna a Pisa e dall’anno accademico 1987-88 fino al pensionamento nel 1995 ha ricoperto la cattedra di Storia della storiografia.

Il professor Mirri è stato protagonista di una stagione di profondo rinnovamento della storiografia sull’agricoltura e lo sviluppo capitalistico, fondando quella che poi è stata chiamata “la scuola pisana”, ovvero una generazione di storici che ha affrontato tematiche innovative per l’epoca come la demografia, la storia economica, quella della cultura materiale. Nella sua lunga carriera di storico, Mirri è stato autore di saggi importantissimi sulle riforme settecentesche, sull’agricoltura, sull’istruzione agraria e, negli ultimi anni, ha offerto originali riletture della stessa Resistenza. Per suo impulso e impegno, è nato proprio a Pisa prima un Istituto di Storia medievale, moderna e contemporanea e poi un dipartimento di Storia, e infine un corso di laurea in Storia, attivato a livello nazionale. Un altro settore che Mirri ha molto curato è stato quello del Dottorato di ricerca in Storia, istituito nel 1983, di cui è stato per molti anni coordinatore.

Mario Mirri è stato insignito dell’Ordine del Cherubino nel 1979 e nominato emerito nel 1995-1996.

I funerali di Mario Mirri si terranno giovedì 17 alle ore 15 al Polo Salesiani, via S. Maria 44, ingresso anche dal fondo del giardino del Dipartimento Civiltà e forme del sapere. Si potrà inoltre rendergli omaggio dalla mattina di mercoledì 16 presso le cappelle della Pubblica Assistenza di Pisa in via Bargagna 2.

Qui di seguito pubblichiamo un contributo della professoressa Cristiana Torti, docente del dipartimento di Civiltà e forme del sapere.

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Mario Mirri nasce a Cortona il 1° gennaio 1925, in una famiglia di sinceri democratici. Per motivi legati al lavoro del padre, dal 1939 vive a Vicenza con la famiglia, e qui frequenta il liceo; già da giovanissimo comincia a frequentare gli ambienti dell’antifascismo azionista e liberalsocialista vicentino, quello che poi avrebbe dato vita alla cosiddetta banda dei “piccoli maestri”. Nel romanzo di Luigi Meneghello, Mirri è citato come “Marietto”, ed era il più giovane di tutti.

In un’intervista del 2015 ha ricordato: “Ero piccolo, avevo dieci anni, ma mi colpiva il fatto che la notte mio padre sentisse radio Londra e radio Barcellona. E una volta che mi scappò detto, mia nonna si preoccupò moltissimo, e protestò con mio padre: ci farai arrestare tutti! Dopo poco il mio compagno di banco, la cui madre era ebrea, non venne più a scuola. Non capivo la politica, ma capivo che qualcosa nel governo non andava”.

mirri mario giovaneNon era facile né capire cosa stava succedendo né trovare gli strumenti per reagire, in una situazione di censura culturale, di mancanza totale di informazioni e di libri, nella quale andare la domenica ai raduni dei balilla era la assoluta normalità. Mirri ha più volte ricordato lo stupore e la gioia nello scoprire e potersi impadronire di un libro su Mazzini, di Bolton King, amato molto e conservato, una delle più significative tra le letture fatte negli anni del liceo su suggerimento del suo professore al liceo, Mario Dal Prà – che allora non aveva ancora trent’anni – e stimolate da amici e compagni che poi avrebbero svolto ruoli decisivi nelle guerra partigiana e nell’azionismo. Tra essi, Licisco Magagnato, Enrico Niccolini e Antonio Giuriolo, che prestavano e facevano girare i libri. Giuriolo morirà poi in battaglia sull’Appennino.

Al liceo, fu fra i protagonisti di uno sciopero contro il tema obbligatorio di agiografia del fascismo, e lui e altri compagni, insieme al professore di filosofia, uscirono da scuola in gruppo.

Finito il liceo, Mirri comincia l’attività di partigiano. Come lui stesso ha dichiarato “La prima cosa fu armarsi, magari rubando le pistole a qualche ufficiale. Alla visita di leva ero stato dichiarato rivedibile. Non ero stato richiamato. Chi non si arruolava era un disertore, ma io potevo circolare. Assunsi dunque a Vicenza funzioni organizzative nell’attività militare della Resistenza. Mi è andata bene, non mi arrestarono mai. Un amico giornalista mi riferiva le mosse dei fascisti, dopo aver appreso le notizie in questura. Molti miei amici andarono in montagna, e organizzarono nuclei di resistenza collegati agli iugoslavi. Decisi allora di sparire di casa e andai sulle colline vicentine per tutta l’estate”.

E dunque, dall’8 settembre 1943 fino al giugno 1944 Mirri fa lavoro politico clandestino a Vicenza, e su incarico dal Partito d’Azione, tiene i collegamenti politici e militari a livello provinciale, occupandosi di Vicenza e di tutta la provincia.

A fine giugno 1944 passa alla fase della Resistenza armata, andando a raggiungere il piccolo gruppo di Meneghello, che operava sotto Torreselle, e resta lì a fare il partigiano fino all'ottobre 1944; successivamente, sempre su incarico del Partito d’Azione, insieme a Meneghello passa a Padova a fare lavoro clandestino di collegamento politico e militare a livello regionale, e diviene responsabile regionale; gira molto in bicicletta, diffonde ordini e stampa clandestina, organizza e partecipa a sabotaggi.

Alla fine di marzo 1945, per uno sfortunatissimo incidente (gli cade dalla bicicletta un pacco di volantini clandestini) viene catturato dalla Banda Carità e rinchiuso in caserma. Qui viene selvaggiamente picchiato e torturato, e si salva solo perché il 28 aprile 1945 Padova viene liberata. Viene trovato in condizioni molto brutte (“ne uscii con la schiena rotta” diceva) e salvato.

“Dopo il 25 luglio, costituitosi il Comitato di Partiti antifascisti, nel quale Dal Prà rappresentava il Partito d’Azione, io ero continuamente in giro, in bicicletta, a trasmettere suoi messaggi, a cercare collegamenti. Con possibili, curiosi, incidenti: dovendo convocare il Comitato d’urgenza, Dal Prà mi mandò alla bottega di ferramenta dei fratelli Lievore, dicendomi che uno di loro era il rappresentante comunista, al quale dovevo trasmettere l’invito alla riunione; in questa bottega abbastanza piccola, con poca luce, io cercai di trasmettere il messaggio, ma fui ascoltato da due facce impassibili, che mi fissavano con occhi severi. Lievore, poi, non andò alla riunione, e giustamente, perché non mi aveva mai visto, ed ero molto giovane; non doveva, certo, fidarsi. Ma quando Dal Prà gli domandò la ragione, per cui non aveva risposto alla convocazione, Lievore si giustificò rispondendo: «El parlava ’talian, cussì go pensà ch’el fusse un questurin»! Cosa vuol dire essere toscani in un ambiente di dialetto!”.

L’annuncio dell’armistizio – diffuso per radio poco prima delle 20 – arriva a chiudere un pomeriggio caldo di un giorno di festa, che a ripensarci c’era già una strana atmosfera nell’aria.

“L’8 settembre («Natività della Beata vergine Maria») a Vicenza è gran festa: nei viali di Campo Marzio, vicino alla stazione, c’era ogni anno una marea di gente, intorno alle giostre, ai baracconi, ai venditori di torrone e di dolciumi. Quel pomeriggio del ’43 la notizia dell’armistizio me la portò a casa Licisco Magagnato, che venne a chiamarmi tutto trafelato ed eccitato. Ci dirigemmo immediatamente verso Campo Marzio, dove, in mezzo alla gente, c’erano numerosi e folti gruppi di soldatini giovani della caserma «Chinotto» (del 57° Fanteria) in permesso per la festa; e attraversammo la folla gridando: «Armistizio! Armistizio!”

Nel 1948, Mario Mirri viene ammesso alla SNS di Pisa, con una borsa di perfezionamento riservata agli ex partigiani, e sceglie come maestro Delio Cantimori; Lì trovò un ambiente ricchissimo dal punto di vista dell’impegno intellettuale e politico.

All’Università di Pisa, come professore di Storia (Moderna, del Risorgimento, Contemporanea, storia della storiografia), il professor Mirri è stato protagonista di una stagione di profondo rinnovamento della storiografia sull’agricoltura e lo sviluppo capitalistico, fondando quella che poi è stata chiamata “la scuola pisana”, ovvero una generazione di storici che ha affrontato tematiche innovative per l’epoca come la demografia, la storia economica, quella della cultura materiale. Nella sua lunga carriera di storico, Mirri è stato autore di saggi importantissimi sulle riforme settecentesche, sull’agricoltura, sull’istruzione agraria e, negli ultimi anni, ha offerto originali riletture della stessa Resistenza.

Per suo impulso e per il suo indefesso impegno, è nato proprio a Pisa prima un Istituto di Storia Moderna e Contemporanea e poi un Dipartimento di Storia, e infine un Corso di Laurea in Storia, attivato a livello nazionale. Il dipartimento di Storia di Pisa, confluito dal settembre 2012 a seguito del decreto Gelmini nel dipartimento di Civiltà e forme del sapere, si deve a lui, che è stato maestro di decine di storici e di migliaia di studenti.

Citiamo qui alcune sue ultime riflessioni:
[...] quello di cui, secondo me, oggi c'è bisogno è proprio una discussione spregiudicata e impegnata, con una problematica adeguatamente rinnovata, sul nostro passato: come condizione assolutamente necessaria a riconquistare concetti e orientamenti, nuovi e adeguati ad affrontare questo vuoto culturale e politico in cui oggi siamo finiti". (Lettera a Franco Benigno, p. 768, Pisa 15 gennaio 2015, in Società e Storia, n. 158, 2017, Franco Angeli).

[...] il nostro compito come storici non è quello di giustificare, ma nemmeno quello di mettere sotto accusa; basta cercar di capire perché, e come, siamo qui, e con quali compiti davanti”. (Soltanto alcune precisazioni, p. 759, in Società e storia, n. 158, 2017).

Cristiana Torti

Promuovere l’innovazione sostenibile del mondo agricolo. E’ con questa motivazione che Il Centro di Ricerche agro-ambientali "E. Avanzi” (CiRAA) dell’Università di Pisa si è aggiudicato la XVIIIma edizione del premio Touring Club Italia. La cerimonia si è svolta venerdì 11 maggio nella sede del Centro a San Piero a Grado e sono intervenuti il professore Marco Raugi, prorettore per la Ricerca Applicata e il Trasferimento Tecnologico dell’Università di Pisa, il professore Marcello Mele, direttore del CiRAA, la dottoressa Alessandra Gemmiti, in rappresentanza della Regione Toscana e il dottor Umberto Ascani, console provinciale del Touring Club Italia.

 

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Un momento della premiazione, da sinistra Marco Raugi, Marcello Mele, Alessandra Gemmiti e Umberto Ascani


"Il premio assegnato dal Touring Club Italia e dalla Regione Toscana è un importante riconoscimento all’intenso lavoro che il Centro di Ricerche Agro-ambientli “E. Avanzi” sta portando avanti per promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico nella aziende agricole e nelle imprese agro-alimentari toscane – ha dichiarato Marcello Mele - Il merito di questo riconoscimento va ai docenti afferenti al Centro, che con le loro attività hanno consentito di sviluppare numerosi progetti di innovazione su tutto il territorio regionale, un merito che va condiviso anche con tutto il personale del Centro che, con grande professionalità, supporta il lavoro di realizzazione dei progetti di ricerca e di trasferimento tecnologico”.

Organizzato in collaborazione con l’Assessorato Agricoltura, Politiche per la Montagna e Politiche per il Mare della Regione Toscana, il Premio Touring è un riconoscimento che viene assegnato annualmente a realtà artistiche, ambientali, produttive, culturali e sociali della Toscana che ben traducano e rappresentino nel mondo l'immagine di pregio della regione. Il Centro Avanzi è risultato vincitore, come si legge nelle motivazioni, in virtù del suo operare “per lo sviluppo sostenibile del mondo agricolo promuovendo la cultura dell’innovazione, l’utilizzo di nuove tecnologie e la valorizzazione delle eccellenze produttive nella consapevolezza che innovare vuol dire utilizzare con maggior parsimonia e meglio le risorse disponibili per un miglioramento complessivo delle condizioni economiche, ambientali e sociali”.



 

Da una convenzione siglata tra l’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr (Ifc-Cnr), l’Istituto di BioRobotica e l’Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant’Anna, la Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio”, l’Università di Pisa e l’Azienda ospedaliero-universitaria pisana, è nato N2Lab, il primo laboratorio in Italia dedicato alla microneurografia e alla microneurostimolazione.

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Le finalità scientifiche del laboratorio si articolano lungo due linee di ricerca.

La prima è lo studio della disfunzione del sistema nervoso autonomo (quell’insieme di cellule e fibre che innervano gli organi interni, controllando le cosiddette funzioni vegetative-non volontarie) quale meccanismo fisiopatologico alla base delle malattie cardiovascolari e metaboliche, con metodiche di registrazione del segnale nervoso periferico. In particolar modo, nell’ambito della medicina bioelettronica saranno sviluppati approcci multidisciplinari per la diagnosi precoce e trattamento di patologie cardiovascolari (es: scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa), metaboliche (es: diabete, obesità,) e neurologiche, basati sull’utilizzo di apparecchi elettronici che usano micro aghi mini invasivi Questi strumenti sono in grado di registrare, codificare, interpretare e quindi modulare i segnali nervosi diretti a organi periferici. Registrati ed interpretati questi segnali, si potrà procedere anche con percorsi di rigenerazione e recupero funzionale. Gli strumenti sono collocati in una grande gabbia di Faraday, unica in Italia, che garantisce l’isolamento elettrico.

La seconda linea di ricerca, è quella dello sviluppo di protesi “bioniche” in grado di ripristinare artificialmente le informazioni sensoriali ed in particolare la percezione tattile nel soggetto amputato di mano, migliorando la comunicazione tra la protesi e il paziente che la indossa. Le registrazioni neurali periferiche, saranno integrate con registrazioni elettroencefalografiche, al fine di fornire una evidenza neurofisiologica del ripristino della sensibilità tattile.

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"Le radici del laboratorio - ha detto la professoressa Claudia Martini, prorettore per la Ricerca in ambito nazionale dell’Università di Pisa - sono lontane nel tempo e fanno riferimento all’Ateneo pisano. Nei primi anni 2000, infatti, un laboratorio di microneurografia all’interno dell’allora Dipartimento di Medicina Interna fu voluto fortemente dal professor Stefano Taddei nell’ambito delle sue ricerche sulla fisiopatologia delle malattie cardiovascolari e in particolare dell’ipertensione. Ora la creazione del N2Lab, frutto della sinergia tra gli enti coinvolti nel progetto, permetterà di valorizzare ulteriormente quella esperienza, consentendo un upgrade tecnologico e la possibilità di aprire nuove linee di ricerca basate su collaborazioni multidisciplinare e interdisciplinari”. 

“La microneurografia - hanno aggiunto il professor Stefano Taddei e la dottoressa Rosa Maria Bruno, referenti del Laboratorio per conto dell’Università di Pisa - è l’unica metodica che permette di registrare in modo diretto nell’uomo l'attività del sistema nervoso simpatico, che risulta elevata in numerose patologie cardiometaboliche: l’ipertensione arteriosa, l’obesità, l’insufficienza renale cronica, lo scompenso cardiaco. In queste condizioni, il cui impatto sulla salute pubblica aumenterà esponenzialmente nei prossimi anni, lo studio dei meccanismi di attivazione del sistema nervoso simpatico apre le porte a nuove possibilità terapeutiche fondate sulla sua modulazione”.

(fonte: Ufficio Stampa CNR)

 

Con l’obiettivo di accrescere le opportunità lavorative dei propri laureati, il dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa ha firmato una convenzione con l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Pisa. La convenzione mira a organizzare attività di formazione e aggiornamento professionale, da svolgersi mediante corsi, seminari e workshop.

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Il professor Silvio Bianchi Martini, direttore del dipartimento di Economia e Management, e Maurizio Masini, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Pisa.

Il primo passo è stato creare un gruppo di lavoro che funga da comitato di consultazione per l’aggiornamento e la revisione del percorso formativo legato alla professione contabile e per l’approfondimento e l’individuazione degli elementi di analisi relativi alle effettive potenzialità occupazionali dei laureati.

La convenzione risulta di fondamentale importanza con riferimento sia alla sua funziona didattica, sia alla terza missione. Il gruppo di lavoro, infatti, analizza e studia il fabbisogno formativo per fornire proposte di adeguamento e miglioramento dei programmi didattici degli insegnamenti dei corsi di laurea di primo e di secondo livello, con particolare riferimento ai corsi di laurea vicini ai temi della professione contabile e fornisce suggerimenti e proposte utili per la predisposizione dei programmi didattici dei corsi inclusi nei master post-laurea di interesse per la professione contabile.

Il dipartimento, inoltre, dedicherà una sezione del proprio sito alle offerte di tirocinio da parte di studi di dottori commercialisti ed esperti contabili iscritti all’Ordine.

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Dal 10 al 12 maggio, la città di Cagliari ha ospitato il Festival delle Radio Universitarie 2018: una tre giorni di tavoli di discussioni, dirette condivise, attività e workshop formativi dedicati ai media universitari italiani ed europei. Organizzatori degli eventi sono stati RadUni, il grande network che raggruppa le radio universitarie italiane, e Unica radio, la web radio dell'Università di Cagliari. Anche l’Università di Pisa ha preso parte al festival, rappresentata dai ragazzi di RadioEco, la web radio di Ateneo.

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Tema centrale di questa edizione del FRU è stato il viaggio attraverso nuovi linguaggi espressivi che, partendo da quello radiofonico, agevola l'arricchimento personale tramite la contaminazione fra tradizioni culturali diverse. Il festival ha visto la partecipazione di circa 150 ragazzi provenienti da 33 radio universitarie nazionali e di molti ospiti d’eccezione tra cui: I Vitiello (Radio Deejay); Simone Girasole, Pippo Lorusso, Elisabetta Sanchini, Federico Riesi (m2o); Matteo Di Palma (Radio 101) e una delegazione di ESN, ELSA e AEGEE Cagliari in rappresentanza della comunità Erasmus. A fare gli onori di casa il rapper SALMO, che ha presentato la sua “Salmo Academy” e ha inaugurato il festival con un seguitissimo live.

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Il rapper SALMO ospite d'eccezione al FRU 2018.

Oltre alla classica Speaker Challenge, il concorso per Miglior Voce, tra gli appuntamenti di questa edizione del FRU diversi panel che hanno interessato da vicino il mondo universitario: “Oltre la comunicazione istituzionale: centri scientifici e il loro valore aggiunto per le università” (10lab - Centro per la promozione della cultura scientifica e dell'innovazione) e “L’arma in più della comunicazione universitaria: i barbieri - Alla scoperta dei centri culturali al servizio della comunicazione istituzionale attraverso il caso dell’ESPGG di Parigi”. Entrambi gli incontri hanno visto la partecipazione di Fabiano Catania, borsista di ricerca e sociologo dei nuovi media all’Università di Pisa che, negli ultimi sei mesi, ha studiato a Parigi l’impatto dei centri culturali e scientifici nella comunicazione istituzionale delle università.

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Fabiano Catania, borsista di ricerca e sociologo dei nuovi media all’Università di Pisa, protagonista di due panel al FRU 2018.

"Il candidato ispezioni l'ambiente virtuale proposto e ne dia una descrizione in termini di architettura logica di rete, di host e di autenticazione". È iniziata con questo quesito una delle prove tecnico-pratiche che si sono svolte negli scorsi giorni all'Università di Pisa, nell'ambito di quattro concorsi per il reclutamento di personale informatico. Con a disposizione un computer, ai candidati è stato chiesto di esplorare un ambiente virtuale, in modo da poter rispondere in forma scritta a otto quesiti.
Le prove si sono tenute utilizzando la nuova infrastruttura per aule “virtuali” di cui l’Ateneo si è dotato per allestire delle aule informatiche temporanee in aule ordinarie. Ciascun concorrente ha ricevuto un computer portatile per potersi collegare in un ambiente sicuro dove ha trovato l’ambiente virtuale a cui faceva riferimento il testo della prova.

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"Con questa modalità - ha commentato il professor Antonio Cisternino, delegato per l'Informatica - circa un terzo dei candidati si sono ritirati per incapacità di esplorare l'ambiente virtuale e scoprire le informazioni collegate, e nello stesso tempo l'Ateneo ha avuto modo di valutare meglio e in maniera concreta l'effettiva preparazione tecnica dei candidati. Con prove di concorso più articolate è possibile valutare in modo più accurato la preparazione dei candidati migliorando il processo di selezione del nuovo personale".
La sperimentazione del concorso in ambiente virtuale potrà essere presto estesa, con i dovuti accorgimenti, ad altre tipologie di prove e in prospettiva potrà essere applicata anche per alcuni ambiti della didattica, per affrontare picchi di richieste di aule informatiche come, per esempio, durante i periodi in cui si svolgono i test di ingresso.
Il progetto, promosso dai professori Cisternino e Vincenzo Gervasi e dal dottor Maurizio Davini, viene sviluppato in collaborazione con la Direzione del personale, in particolare l'Unità programmazione e reclutamento, e con il supporto logistico della Direzione Servizi Informatici e Statistici per la gestione dei carrelli che contengono i pc portatili e per lo studio della configurazione di questi ultimi.

Partirà a luglio la summer school in “Public auditing and accountability. Data mining and analytics: what implications for auditing?”, la prima iniziativa congiunta dell’Università di Pisa, della Corte dei Conti Europea e dell'Association of Chartered Certified Accountants, che segue il protocollo firmato nel luglio 2017, anch'esso il primo sottoscritto dall'Istituzione europea con una università. Il corso è stato presentato in rettorato, venerdì 11 maggio, alla presenza del segretario generale della Corte dei Conti Europea, Eduardo Ruiz Garcia, con gli interventi del prorettore alla Cooperazione e relazioni internazionali, Francesco Marcelloni, del direttore generale dell'Ateneo, Riccardo Grasso, e dei professori Giovanna Colombini, Giuseppe D’Onza, Vanessa Manzetti e Vincenzo Zarone.

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La summer school, che si terrà dal 23 al 27 luglio, avrà l'obiettivo di sviluppare in modo congiunto la ricerca scientifica e le attività professionali che riguardano le materie di contabilità pubblica. Sarà suddivisa in sei moduli, che mirano rispettivamente a esaminare le problematiche globali particolarmente rilevanti per la professione di audit, a individuare e valutare i rischi correlati, ad analizzare le opportunità, a valutare metodi e soluzioni, a esaminare in modo critico gli strumenti e le tecnologie, e infine a promuovere standard e regole di condotta per le professioni contabili e per le attività di rendicontazione. I docenti sono professori dell’Università di Pisa e di altri atenei dell’Unione Europea, nonché esperti di livello mondiale in materia di auditing pubblico e “accountability”.

Alla summer school potranno partecipare auditor di tutti i tipi (junior o senior, del settore privato o pubblico, auditori finanziari o di performance), studenti post laurea, dottorandi e post dottorati, ricercatori e docenti provenienti da una serie di discipline, tra cui legge, scienze politiche, economia, sociologia, pubblica amministrazione, studi sull'UE, le finanze pubbliche, la contabilità e l’audit. Il corso è rivolto inoltre a funzionari delle istituzioni e degli organi dell'UE, delle organizzazioni internazionali e delle istituzioni e amministrazioni nazionali e subnazionali.

"Solo nella prima settimana di apertura delle iscrizioni (che andranno avanti fino all'inizio di giugno) - ha dichiarato la professoressa Giovanna Colombini, coordinatrice della summer school - abbiamo già ricevuto più di venti domande, con l'interessamento delle principali istituzione europee, dalla Corte dei Conti Europea al Parlamento Europeo, dalla Commissione Europea alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI)".

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