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Comunicati stampa

Con il successo di pubblico, otto nomination e infine l'Oscar a Graham Moore per la miglior sceneggiatura non originale, "The Imitation Game" si conferma come uno dei grandi film del 2014. Sottolineato proprio dalla statuetta vinta, il principale merito del film è quello di aver portato alla curiosità del grande pubblico la figura di Alan Turing, uno dei padri dell'informatica, e la macchina crittografica "l'Enigma", intrigante a partire dal nome, che ha un posto di rilievo nella storia delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Il Museo degli Strumenti per il calcolo dell'Università di Pisa ha colto al volo l'occasione, proponendo a tutti un mese di appuntamenti con incontri e approfondimenti sui personaggi, le vicende storiche e su "l'Enigma". In collaborazione con il Museo storico della comunicazione del ministero dello Sviluppo economico sarà a Pisa una "Enigma I". La relativa mostra si inaugurerà sabato 14 marzo, alle 15.30, e si chiuderà domenica 22 marzo.
Una serie di eventi al Museo prepareranno e accompagneranno l'incontro con "l'Enigma", sia come rapporti fra storia vera e storia narrata, sia come aspetti tecnologici e implicazioni sociali della crittografia.
Quattro incontri traggono direttamente spunto dal film: sui protagonisti "Turing e gli altri" (28 febbraio, 16.30), sull'organizzazione di "Bletchley Park e Ultra" (7 marzo, 16.30), su "L'Enigma", come funzionava e come fu battuta (14 marzo, 16.30), su "Le altre macchine" citate o dimenticate nel film (21 marzo 16.30). Altri due appuntamenti sono dedicati alla crittografia: "Dall'Alberti all'Enigma e oltre" (17 marzo, 16.30) sulla storia dei codici cifrati fino a oggi, e su "Il muro della crittografia fra diritti e doveri" (20 marzo, 16.30) con a seguire una tavola rotonda sulle applicazioni e le implicazioni della crittografia.
Il rapporto fra storia vera e storia narrata tornerà nella mostra con la proposta delle tavole di "Enigma, la strana vita di Alan Turing", la graphic novel di Tuono Pettinato e Francesca Riccioni.
Insieme al Cinema Arsenale sarà proposta una rassegna di film: ovviamente "The Imitation Game" (9-15 marzo), "Enigma" (16-22 marzo) e "Breaking the Code" (23-29 marzo). Le proiezioni serali saranno precedute/seguite da una breve introduzione/discussione con il pubblico.
Media partner dell'inizitiava sono "PaginaQ" e Radiocicletta. Il dialogo con il pubblico del museo proseguirà con articoli dedicati sul "Cactus" domenicale di "PaginaQ". Con Radiocicletta sarà organizzata una diretta dal Teatro Rossi Aperto (16 marzo, 22.00) con domande del pubblico sul rapporto fra storia e narrativa.
Curatori, relatori e ospiti degli incontri sono: Giovanni A. Cignoni, Nicoletta De Francesco, Gianluca Dini, Paolo Ferragina, Fabio Gadducci, Giuseppe Lettieri, Fabrizio Luccio, Marco Mattiucci, Tuono Pettinato, Francesca Riccioni, Maurizio Vaccaro.
Per le scuole, dal 16 al 21 marzo sono previste visite guidate e laboratori didattici sulla crittografia con approfondimenti ed esperimenti con i simulatori de "l'Enigma".
Oltre all'Università di Pisa, che partecipa con il Museo degli strumenti per il calcolo, il progetto HMR e i corsi di laurea in Ingegneria informatica e in Informatica, all'iniziativa hanno collaborato la Fondazione Galileo Galilei e il Sistema museale di Ateneo, il ministero dello Sviluppo economico e il Museo storico della comunicazione, il Cinema Arsenale, "PaginaQ" e Radiocicletta.
Informazioni dettagliate, materiale e aggiornamenti: http://hmr.di.unipi.it/TuringEnigma
Per prenotarsi per le visite si può contattare la dottoressa Francesca Corradi, 050/2213626, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

kickstarterL'Università di Pisa è il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter: dal 23 febbraio VIPER, un prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, debutta sulla più importante piattaforma statunitense di crowdfounding del mondo. Artefici dell'impresa sono Daniele Mazzei del Centro Piaggio, Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale. Il progetto resterà in rete 30 giorni e il budget richiesto per la finalizzazione di VIPER e la produzione industriale della scheda è di 20.000 dollari.

VIPER, come promette il team di ricercatori che l'hanno progettato, è un dispositivo ed una serie di software ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare. In altre parole, si tratta di un dispositivo che potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se lo abbiamo lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se abbiamo chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.

"Un esempio che facciamo spesso – spiega Gualtiero Fantoni - è quello di uno di quei carillon con le apine che vengono messi sulle culle dei neonati. Con VIPER un oggetto del genere può essere trasformato in un sistema che sta acceso fino a quando il bambino è sveglio, che si spegne piano piano fin quando si addormenta ma che, ad un risveglio improvviso, sia capace di far ripartire musica e movimento delle apine avvertendo via cellulare la mamma che magari è impegnata altrove, il tutto questo in pochi click".

gruppo viperDal punto di vista tecnico il team di ricercatori ha scelto il Python, uno dei linguaggi di programmazione più semplice da usare, per creare una serie di interfacce ed App per far comunicare gli oggetti con i telefonini, i tablet e i computer.

"Si tratta di una tecnologia di grande efficacia – ha aggiunto Fantoni – che può trovare applicazioni nelle grandi industrie manifatturiere e rendere più efficienti le piccole imprese, può servire ai laboratori, alle botteghe artigiane e perfino aiutare i negozi commerciali: pochi click sul computer, una piccola scheda elettronica che non consuma quasi niente e qualsiasi oggetto potrà essere visibile ed accessibile tramite computer o cellulare".

E infine alla domanda: "perché non avete applicato per un progetto Europeo o un finanziamento regionale per la ricerca e sviluppo?", la risposta dei ricercatori è stata: "abbiamo bisogno di un piccolo finanziamento, ma di una grande comunità di co-sviluppatori! Per questo abbiamo scelto Kickstarter, la più grande vetrina al mondo per progetti come VIPER che può essere una vera svolta per appassionati di tecnologia e del mondo dei makers".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
Tirreno Grosseto/1
Tirreno Grosseto/2
Il fatto quotidiano
La Gazzetta del Sud
Stampa.it
CorriereInnovazioneCorriere.it
Ansa.it
AdnKronos.it
Agi.it
Focus.it
TelecomItalia.com
Tirreno.it
Nazione.it
StampToscana.it
TgRegione.it
PisaInformaFlash.it
PisaToday.it

 

L'Università di Pisa è il primo ateneo italiano a sbarcare su Kickstarter: dal 23 febbraio VIPER, un prodotto hi-tech nato nel mondo di Internet delle Cose, debutta sulla più importante piattaforma statunitense di crowdfounding del mondo. Artefici dell'impresa sono Daniele Mazzei del Centro Piaggio, Giacomo Baldi dell'Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gualtiero Fantoni e Gabriele Montelisciani del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale. Il progetto resterà in rete 30 giorni e il budget richiesto per la finalizzazione di VIPER e la produzione industriale della scheda è di 20.000 dollari.

VIPER, come promette il team di ricercatori che l'hanno progettato, è un dispositivo ed una serie di software ad alto tasso di tecnologia che promette di rivoluzionare e semplificare la nostra vita quotidiana rendendo accessibile qualsiasi oggetto tramite computer o cellulare. In altre parole, si tratta di un dispositivo che potrà aiutare le persone a monitorare la propria casa senza dover fare tracce nei muri, permettendo di sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se lo abbiamo lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se abbiamo chiuso il gas, il tutto con dei semplici click, senza dover avere una laurea in ingegneria o in informatica.

"Un esempio che facciamo spesso – spiega Gualtiero Fantoni - è quello di uno di quei carillon con le apine che vengono messi sulle culle dei neonati. Con VIPER un oggetto del genere può essere trasformato in un sistema che sta acceso fino a quando il bambino è sveglio, che si spegne piano piano fin quando si addormenta ma che, ad un risveglio improvviso, sia capace di far ripartire musica e movimento delle apine avvertendo via cellulare la mamma che magari è impegnata altrove, il tutto questo in pochi click".

Dal punto di vista tecnico il team di ricercatori ha scelto il Python, uno dei linguaggi di programmazione più semplice da usare, per creare una serie di interfacce ed App per far comunicare gli oggetti con i telefonini, i tablet e i computer.

"Si tratta di una tecnologia di grande efficacia – ha aggiunto Fantoni – che può trovare applicazioni nelle grandi industrie manifatturiere e rendere più efficienti le piccole imprese, può servire ai laboratori, alle botteghe artigiane e perfino aiutare i negozi commerciali: pochi click sul computer, una piccola scheda elettronica che non consuma quasi niente e qualsiasi oggetto potrà essere visibile ed accessibile tramite computer o cellulare".

E infine alla domanda: "perché non avete applicato per un progetto Europeo o un finanziamento regionale per la ricerca e sviluppo?", la risposta dei ricercatori è stata: "abbiamo bisogno di un piccolo finanziamento, ma di una grande comunità di co-sviluppatori! Per questo abbiamo scelto Kickstarter, la più grande vetrina al mondo per progetti come VIPER che può essere una vera svolta per appassionati di tecnologia e del mondo dei makers".

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Link alla campagna http://bit.ly/toiviper

Press kit: http://thingsoninternet.biz/logo/TOI_VIPER_Official_Press_Kit.zip

galileo I ricercatori dell'Università di Pisa hanno realizzato il software per controllare il buon funzionamento dei satelliti del sistema di navigazione Galileo, la versione europea del più noto GPS statunitense. Il lavoro, commissionato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA), è durato per tutto il 2014 ed è stato svolto nel laboratorio di elaborazione dei segnali per telecomunicazioni coordinato dal professore Marco Luise (a destra nella foto) del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Dall'inizio del 2015 è quindi partita la raccolta e l'interpretazione dei dati provenienti dallo spazio da parte dei ricercatori dell'Ateneo pisano e del Centro ESTEC dell'ESA.

"Grazie al nostro software – ha spiegato Marco Luise – possiamo tenere costantemente sotto controllo i segnali emessi dai satelliti Galileo monitorandone in tempo reale l'accuratezza e la stabilità, parametri fondamentali per garantire la precisione dei navigatori satellitari. La visualizzazione dei dati avviene mediante Marco Luise Carmine Vitiello appositi diagrammi che misurano i parametri di "qualità" dei satelliti in modo da segnalare precocemente eventuali malfunzionamenti".

L'Ateneo pisano ha una lunga tradizione di cooperazione con l'ESA nei vari campi della scienza e dell'ingegneria necessarie allo sviluppo e al completamento della costellazione di satelliti Galileo, dal lancio e al controllo di un satellite, allo sfruttamento dei dati prodotti dagli strumenti di bordo.

"Questa campo di ricerca – ha detto Carmine Vitiello (a sinistra nella foto), giovane dottorando di 27 anni del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e fra gli sviluppatori del progetto - mi ha permesso di accrescere le mie competenze sia di carattere teorico che pratico e mi ha aiutato a progredire al meglio nel mio percorso di studi. L'ESA si è detta molto soddisfatta del mio lavoro e spero che vi siano opportunità di questo tipo anche in futuro".

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
RepubblicaFirenze.it
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ItisMagazine.it
Key4biz.it
InToscana.it
StampToscana.it
PaginaQ.it
PisaInformaFlash.it
ControCampus.it
PianetaUniversitario.it
QuiNewsPisa.it

I ricercatori dell'Università di Pisa hanno realizzato il software per controllare il buon funzionamento dei satelliti del sistema di navigazione Galileo, la versione europea del più noto GPS statunitense. Il lavoro, commissionato dall'Agenzia Spaziale Europea (ESA), è durato per tutto il 2014 ed è stato svolto nel laboratorio di elaborazione dei segnali per telecomunicazioni coordinato dal professore Marco Luise del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione. Dall'inizio del 2015 è quindi partita la raccolta e l'interpretazione dei dati provenienti dallo spazio da parte dei ricercatori dell'Ateneo pisano e del Centro ESTEC dell'ESA.

"Grazie al nostro software – ha spiegato Marco Luise – possiamo tenere costantemente sotto controllo i segnali emessi dai satelliti Galileo monitorandone in tempo reale l'accuratezza e la stabilità, parametri fondamentali per garantire la precisione dei navigatori satellitari. La visualizzazione dei dati avviene mediante appositi diagrammi che misurano i parametri di "qualità" dei satelliti in modo da segnalare precocemente eventuali malfunzionamenti".

L'Ateneo pisano ha una lunga tradizione di cooperazione con l'ESA nei vari campi della scienza e dell'ingegneria necessarie allo sviluppo e al completamento della costellazione di satelliti Galileo, dal lancio e al controllo di un satellite, allo sfruttamento dei dati prodotti dagli strumenti di bordo.

"Questa campo di ricerca – ha detto Carmine Vitiello, giovane dottorando di 27 anni del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e fra gli sviluppatori del progetto - mi ha permesso di accrescere le mie competenze sia di carattere teorico che pratico e mi ha aiutato a progredire al meglio nel mio percorso di studi. L'ESA si è detta molto soddisfatta del mio lavoro e spero che vi siano opportunità di questo tipo anche in futuro".

Lunedì 23 febbraio dalle 15 nell'aula Liva del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere in via Pasquale Paoli 15 si svolgerà un seminario in memoria del professore Marco Della Pina, scomparso il 24 dicembre scorso.

L'appuntamento, organizzato dai corsi di laurea in Scienze per la Pace in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere, inizierà con alcune testimonianze di amici e colleghi. L'incontro poi verterà sui diritti dei migranti e sarà introdotto dal professore Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto Privato e Diritto Costituzionale dello Straniero all'Università di Palermo, e dall'avvocato Alessandra Ballerini, specializzata in diritti umani e immigrazione.

Il professore Marco Della Pina è stato per molti anni docente di Storia Economica presso la Facoltà di Lettere e di Storia e Politiche delle Migrazioni presso il corso di laurea in Scienze per la Pace, del quale negli ultimi anni della sua vita è stato anche presidente. Si è impegnato a lungo in studi e ricerche sulle migrazioni nella storia della Toscana e dell'Italia e sui movimenti migratori del mondo globale, con particolare attenzione al Mediterraneo ed ai legami tra Europa ed Africa. Ha avuto anche una lunga esperienza politica e amministrativa che lo ha visto tra l'altro assessore all'Ambiente della Provincia di Livorno, nel cui contesto si è occupato di risorse energetiche e di beni comuni.

Con attività divulgative legate all'archeologia e il coinvolgimento di un pubblico diversificato, la Gipsoteca di Arte antica dell'Università di Pisa è riuscita, nel giro di un anno, a raddoppiare le proprie presenze passando da 4.870 visitatori nel 2013, a 7.437 nel 2014. Un risultato che conferma il trend di tutti gli 11 musei universitari che, inseriti nel circuito dello SMA, il Sistema museale d'Ateneo, sono riusciti ad attrarre un pubblico più vasto grazie alle varie attività promosse. Nel 2014, oltre al tradizionale programma di conferenze e aggiornamento su temi archeologici, la Gipsoteca ha potenziato il filone della divulgazione culturale rivolta a tutti, in particolare alle scuole, che hanno partecipato con circa 1000 studenti di elementari, medie e superiori.

La raccolta di statue in gesso della Gipsoteca di Arte antica, ospitata nella Chiesa di San Paolo all'Orto nell'omonima piazza, offre una sintesi delle opere più note e significative dell'arte greca, etrusca e romana, accanto a esemplari meno noti o inediti e piccoli manufatti plastici. La Gipsoteca ospita anche la collezione dell'Antiquarium di archeologia classica - 1500 pezzi originali in cui sono rappresentate quasi tutte le classi di manufatti dell'antichità - e le Collezioni Paletnologiche. In questa cornice, sono stati organizzati eventi e cicli di incontri come "Vanitas. Bellezza e cosmesi nell'antichità", una rassegna che ripartirà anche nel prossimo mese di giugno per riportare il pubblico alla scoperta del concetto di bellezza nel mondo greco e romano.

Tra le novità di quest'anno c'è anche "Libamus!", un'iniziativa nata in collaborazione con l'Istituto Alberghiero "Matteotti" di Pisa che porterà i visitatori a scoperta della "tavola nella storia", con degustazioni di piatti dell'epoca greca e romana ed esposizioni di vasellame da tavola e da banchetto in uso nel periodo romano. Inoltre sono in programma numerose altre iniziative speciali che si andranno a inserire nel calendario di eventi cittadini e regionali.

gipsotecaCon attività divulgative legate all'archeologia e il coinvolgimento di un pubblico diversificato, la Gipsoteca di Arte antica dell'Università di Pisa è riuscita, nel giro di un anno, a raddoppiare le proprie presenze passando da 4.870 visitatori nel 2013, a 7.437 nel 2014. Un risultato che conferma il trend di tutti gli 11 musei universitari che, inseriti nel circuito dello SMA, il Sistema museale d'Ateneo, sono riusciti ad attrarre un pubblico più vasto grazie alle varie attività promosse.

Nel 2014, oltre al tradizionale programma di conferenze e aggiornamento su temi archeologici, la Gipsoteca ha potenziato il filone della divulgazione culturale rivolta a tutti, in particolare alle scuole, che hanno partecipato con circa 1000 studenti di elementari, medie e superiori.

La raccolta di statue in gesso della Gipsoteca di Arte antica, ospitata nella Chiesa di San Paolo all'Orto nell'omonima piazza, offre una sintesi delle opere più note e significative dell'arte greca, etrusca e romana, accanto a esemplari meno noti o inediti e piccoli manufatti plastici.

gipsotecaLa Gipsoteca ospita anche la collezione dell'Antiquarium di archeologia classica - 1500 pezzi originali in cui sono rappresentate quasi tutte le classi di manufatti dell'antichità - e le Collezioni Paletnologiche. In questa cornice sono stati organizzati eventi e cicli di incontri come "Vanitas. Bellezza e cosmesi nell'antichità", una rassegna che ripartirà anche nel prossimo mese di giugno per riportare il pubblico alla scoperta del concetto di bellezza nel mondo greco e romano.

Tra le novità di quest'anno c'è anche "Libamus!", un'iniziativa nata in collaborazione con l'Istituto Alberghiero "Matteotti" di Pisa che porterà i visitatori a scoperta della "tavola nella storia", con degustazioni di piatti dell'epoca greca e romana ed esposizioni di vasellame da tavola e da banchetto in uso nel periodo romano. Inoltre sono in programma numerose altre iniziative speciali che si andranno a inserire nel calendario di eventi cittadini e regionali.



Ne hanno parlato: 
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"In questo momento di profondo dolore per la nostra comunità universitaria, desidero rivolgere un caro saluto ai familiari del professor Pierangelo Terreni e ricordare una figura esemplare di docente che, con la sua attività, ha contribuito a rinnovare la grande tradizione dell'Università di Pisa, ampliando il prestigio di cui gli studi ingegneristici pisani godono nel mondo". Con queste parole, il rettore Massimo Augello ha concluso il ricordo del professor Pierangelo Terreni durante l'odierna seduta del Senato Accademico, in cui ha ripercorso la biografia accademica e scientifica dell'ex preside di Ingegneria.
Il professor Terreni è stato ricordato anche dal professor Massimo Ceraolo, presidente della Scuola di Ingegneria: "Pierangelo Terreni, persona di grande spicco scientifico e umano, lascia in tutti i colleghi di Ingegneria un ricordo indelebile. Tutti lo hanno conosciuto e apprezzato come collega, come preside di facoltà, e in moltissimi casi come amico sincero". Il professore ha poi rievocato il suo rapporto personale con l'ex preside: "il mio primo contatto con il professor Terreni - ha detto Massimo Ceraolo - risale al tempo della mia tesi di laurea: mi fornì il programma di calcolo, che poi ho usato per la tesi, e preziose indicazioni sul suo utilizzo. Mi mise immediatamente a mio agio. Il mio ultimo contatto è delle scorse settimane, perché insieme abbiamo predisposto un progetto di ricerca congiunto: qui l'intesa personale e umana, fra colleghi entrambi maturi, è stata massima. In mezzo vi sono stati trent'anni di eccellente collaborazione scientifica e umana. La sua scomparsa lascia un grande vuoto anche nella mia vita".

Profilo accademico del professor Terreni
Nato nel 1948 a San Miniato, il professor Pierangelo Terreni si è laureato in Ingegneria Elettronica alla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa nell'anno accademico 1972/'73 e dal 1975 ha prestato servizio al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione della nostra Università. Nel 1993 è stato nominato professore ordinario di Elettronica applicata.
Il professor Terreni ha ricoperto la carica di Vice Preside della Facoltà di Ingegneria dal 2003 al 2008 e quella di Preside dal 2008 al 2012 - anno in cui le Facoltà sono state eliminate. Sempre nel quadriennio 2008-2012 è stato membro del Senato Accademico.
È stato insignito dell'Ordine del Cherubino nel 2004.
Nel corso della carriera, il professor Terreni ha tenuto diversi insegnamenti e ricoperto rilevanti incarichi istituzionali, impegnandosi con competenza e passione nel campo della didattica, della ricerca e del trasferimento tecnologico.
L'importante attività scientifica del professor Terreni ha riguardato vari settori dell'elettronica. Per molti anni, si è occupato della progettazione VLSI, lavorando in particolare alla progettazione di sistemi ad alte prestazioni per l'elaborazione digitale in tempo reale. Successivamente, gli interessi scientifici del professor Terreni si sono rivolti ai sistemi embedded e ai sistemi misti analogico-digitale. Nell'ultimo periodo, il professor Terreni si stava occupando di studi su sistemi fotovoltaici e su sistemi innovativi di propulsione per veicoli, approfondendo lo studio dei sistemi di controllo di veicoli elettrici.

Parte dal Laboratorio MAPPA dell'Università di Pisa, che si occupa di metodologie digitali applicate all'archeologia, il primo progetto italiano di Data-Volumes, con una serie di pubblicazioni tematiche aperte ai contributi di tutti coloro che lavorano nel campo archeologico. Un Data-Volume, che riprende i più avanzati progetti internazionali di condivisione dei dati della ricerca archeologica, è un tipo di pubblicazione che unisce un livello più tradizionale di sintesi interpretativa, in cui l'archeologo illustra i dati raccolti all'interno di un quadro di ricostruzione storica, a un livello più innovativo, in cui pubblica i dati di scavo (i cosiddetti "dati grezzi"), che sono alla base delle interpretazioni e delle ricostruzioni proposte.
"Il nostro laboratorio - spiega la professoressa Maria Letizia Gualandi, responsabile di MAPPA - lancia una nuova sfida al mondo archeologico italiano, quella di raccontare le proprie scoperte, condividendone liberamente i dati affinché chiunque - funzionari del MIBACT, ricercatori, studiosi, professionisti, appassionati e curiosi - possa usufruirne per contribuire ad ampliare e rilanciare il valore del patrimonio archeologico nazionale. Del resto MAPPA è, fin dalle origini, all'avanguardia nell'opera di diffusione della cultura open data dei beni archeologici e ha creato il primo e unico repository italiano di dati archeologici aperti: il MOD (Mappa Open Data archaeological archive)".
I volumi, provvisti di codice ISBN come qualunque pubblicazione a stampa, saranno rilasciati gratuitamente in formato digitale open access o potranno essere acquistati in formato cartaceo con modalità print on demand. I dati di scavo, parte integrante di ogni contributo, saranno pubblicati come open data nell'archivio MOD e vedranno riconosciuta la piena paternità intellettuale di ciascun autore attraverso l'uso di licenze CC-BY e CC-BY-SA e mediante l'attribuzione permanente di codici DOI.
Il primo Data-Volume, intitolato MAPPA DATA Note 1, sarà dedicato alla scoperta del sottosuolo delle città italiane: i contributi dovranno arrivare entro il 6 aprile e l'uscita è programmata per giugno, in occasione dell'annuale convegno pisano "Opening the Past". Il testo della call è su: http://mappaproject.arch.unipi.it/?page_id=3060.
Per maggiori informazioni: www.mappaproject.org

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